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Autore: MomoiDancho    14/07/2015    5 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 7
Non lasciarmi andare

 
Le settimane passano lentamente ed Harry si sentì sempre più inquieto. 
Durante le notti fece strani sogni, con pitoni che gli parlarono in serpentese, senza che lui potesse capire il senso di quello che gli dissero: difatti, le parole risultarono sempre confuse e senza un filo logico; in genere, gli si presentarono immagini di luoghi nei quali non era mai stato e, quando si svegliò non si ricordò nemmeno una volta tutte le cose che vide da addormentato.
Quella notte si svegliò di soprassalto e ne dedusse che, per l'ennesima volta, lo fece per niente di più che un altro incubo. 
Come al solito, quando si destò, cercò di ricordarsi il suo sogno, ma le uniche immagini che gli vennero in mente quando provò a concentrarsi, furono sempre le stesse: un familiare muro di mattonelle blu oltremare, con il riflesso di un serpente e una porta blindata, con una strana maniglia. 
Il non riuscire a comprendere appieno quello che vide in quei giorni, lo rese più scorbutico del solito, con ripercussioni anche sui suoi migliori amici; i due non riuscirono a capire cosa tormentò Harry in quelle tre settimane, del resto lui non ne volle mai parlare, ma non tardarono a scoprirlo una notte della settimana stessa. 
                                                            
 
Strisciai lungo il corridoio, ammirando soddisfatto nel riflesso delle mattonelle blu oltremare il mio corpo lungo e sinuoso, avanzando silenziosamente in direzione della porta.
Questa volta, niente e nessuno mi avrebbe potuto fermare.
Strinsi gli occhi, le iridi ridotte a due fessure. 
"Credono di potermi fermare così, non è vero? Credono quindi, che basti questo ad impedirmi di raggiungere la Profezia?" 
 
Harry iniziò ad agitarsi nel sonno, sentendo crescere in lui una rabbia mai provata, un sentimento di odio così forte che digrignò i denti anche nella realtà, rigirandosi nel letto.

Guardai con odio il signor Weasley, che sollevò la bacchetta, mentre impallidì alla mia vista. Questo mi bastò. Scattai verso di lui, puntando al collo. Iniziò a perdere sangue, molto sangue, che non fece altro che aumentare la mia voglia di affondare le mie zanne in lui. 
Sentii il sapore metallico pervadere la mia gola mentre il caldo liquido scorse lungo il muso.
Lui mi pregò di smetterla, mentre ormai era a terra, quasi inerme, ma non mi importò. 
Lui si era messo in mezzo e meritava di soffrire per questo. 
Subito dopo, la faccia di Voldemort comparve, guardandomi malignamente e mi colse alla sprovvista.
 

Harry urlò, svegliandosi sudato e febbricitante. Senza perdere un secondo, svegliò Ron e corse dalla McGonagall, che lo accompagnò nello studio di Dumbledore. 
Il Preside ascoltò attentamente il ragazzo mentre gli raccontò il sogno appena fatto; alla fine il professore iniziò a fargli domande sulle circostanze dell'attacco subito dal signor Weasley, interrompendolo ogni volta che finì di rispondere prima che quest'ultimo potesse chiedergli tutto quello che in tutti quei mesi non riuscì a farsi spiegare, con la scusa di dare ordini alle varie persone raffigurate nei ritratti.
Harry fu talmente scioccato da quel sogno che non si rese nemmeno conto che il Preside fece chiamare il professor Snape dal cavaliere presente nel ritratto accanto a lui. 
Si sentì rimontare la stessa rabbia che ebbe provato nel sogno, il Ragazzo Sopravvissuto poco dopo urlò: «MI GUARDI!», per poi riprendere con un tono più spaventato, quasi singhiozzando, «che cosa mi sta succedendo?». 
In quel momento entrò dalla porta, bussando, Snape.
Il Preside prese l'entrata dell'uomo come un'ancora di salvataggio e senza dare il tempo di dire niente né ad Harry né al professore, si voltò guardando quest'ultimo, mormorando con tono grave «Ah, Severus. Non c'è più tempo da perdere. Dovete iniziare subito. »
L'uomo guardò il ragazzo con aria preoccupata mentre quest'ultimo sempre più scioccato si vide prendere il braccio dal professore che lo trascinò fuori dallo studio di Dumbledore. 
Dovette sorreggerlo durante tutto il percorso verso i sotterranei, perché il Ragazzo Sopravvissuto non riuscì a reggersi in piedi dopo appena pochi passi.
Il professore lo fece accomodare sulla sgabello davanti all'armadio delle scorte, cercando nel frattempo una Pozione Calmante, visto che Harry non cessò di tremare per tutto il tempo; il ragazzo gli apparve all'improvviso così pallido, debole e indifeso, che guardandolo non poté fare a meno di provare un moto di compassione.
Nonostante l'ampio dosaggio di pozione, non accennò a calmarsi: non sapendo cosa fare, lo fece sdraiare e si sedette accanto a lui. Non protestò quando Harry mise il suo volto sul suo petto e si strinse alla sua veste, semicosciente. Solo allora l’uomo sentì i forti battiti del ragazzo che pian piano si amalgamavano ai suoi; prima di addormentarsi lo sentì mormorare impercettibilmente 
«Non mi abbandoni anche lei, la prego».
Si ritrovò a guardare il Ragazzo Sopravvissuto, mentre gli scostò piano i capelli corvini dalla fronte; pensò che in cinque anni non lo aveva mai visto così spaventato e vulnerabile come in quel momento. Pian piano si addormentò anche lui, con le dita tra i capelli di Harry e le mani del ragazzo ancora strette nella sua veste, quasi come una silenziosa richiesta di protezione.
 
 
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Buonasera a tutti!
Devo dire con grande stupore, che questo capitolo si è scritto praticamente da solo.
All'inizio la parte di descrizione del punto di vista del serpente l'ho trovata abbastanza divertente: ho cercato di immaginare quello che potesse provare un pitone nel mordere una preda, aiutandomi con il ricordo del film per descrivere meglio la scena dal suo punto di vista; spero di esserci riuscita nel migliore dei modi. 
Per quanto riguarda il seguito, ho deciso di stravolgere completamente la parte finale, mettendomi veramente d'impegno; ho sempre desiderato poter descrivere una scena simile, un piccolo momento nel quale il burbero e terribile Severus, esprime il suo lato tenero.
Certo, il fatto che Harry sia semi-incosciente rende tutto più facile per lui, ma è il gesto che conta, no? 
Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemelo sapere tramite le recensioni (e soprattutto ditemi cosa ve ne pare di questa nuova versione di Severus!).
Perdonate, come al solito, eventuali errori di ortografia :)



Al prossimo capitolo!
MomoiDancho, 14/07/15
   
 
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