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Autore: piccolo_uragano_    14/07/2015    1 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“E quindi?” Martha guardò James come se si aspettasse che da un momento all’altro vomitasse arcobaleni.
Erano di nuovo nella stanza dello Specchio, e nessuno dei due avrebbe avuto dubbi sul fatto di trovare l’altro lì. Ormai era lì che si rifugiavano quando avevano bisogno di parlare, e la cosa meravigliosa era che non lo avevano mai deciso: era diventato il loro posto, senza che nessuno dei due lo dicesse apertamente, loro sapevano che quella stanza li avrebbe sempre accolti.
“Quindi cosa?” James era seduto per terra, al solito posto, e accanto a lui stavano libri e appunti che probabilmente non avrebbe mai usato.
“Hai realizzato il tuo sogno, James. Come ti senti?”
“Beh, tu stai per sposare Sirius. Come ti senti?”
Martha alzò gli occhi al cielo e sbuffò, prendendo posto accanto a lui. “Idiota. È diverso.”
“Mh.” Prese una Lumaca Gelatinosa e se la lanciò in bocca. “No, e sai perché?”
“No.” Rispose lei, prendendo una Lumaca.
“Perché ora, in questo Specchio, vedo qualcosa di più reale. Ci sono sempre io più bello che mai che vinco la Coppa del Mondo, ovviamente, ma tu e Sirius siete sposati, io e Lily stiamo insieme e Remus e Rose aspettano un bambino.”
Martha sorriso. “Mia sorella Rosalie Elizabeth Redfort è la persona meno materna del mondo, James. Remus non avrà un bambino da lei nemmeno se la minaccia di morderla.”
“Due allegri Lupi Mannari.” Ridacchiò James. “Martha, se non ci fosse Sirius, tu … crederesti nell’amore?”
Martha prese un'altra Lumaca e guardò la famiglia allegra e spensierata che vedeva nello specchio, e quella bambina dai riccioli scuri che le sorrideva. “Sì.” Poi guardò James. “E se non ci credessi, mi basterebbe guardare come brillano i tuoi occhi in questi giorni per ricredermi.”
James sorrise. “Credi che lei potrà amarmi, un giorno?”
“Lei ti ama già, da qualche parte. È solo troppo difficile ammetterlo.”

“Allora, rossa?”
Lily guardò Sirius, chino sul tavolo della biblioteca su cui lei stava cercando di studiare, mentre alcune ragazzine, dietro di lui, sembravano sul punto di svenire. A Lily bastò guardarle un attimo per capire che Sirius, chino sul tavolo con i pantaloni della tuta Babbana che gli aveva regalato Martha, da dietro doveva essere un gran bel spettacolo.
“Allora, Black, se non ti rimetti in piedi le tredicenni dietro di te moriranno di crepacuore per colpa del tuo fondoschiena.” Replicò Lily saccente. “E poi, Merlino, che ci fai tu in biblioteca?”
Sirius si sedette, ridacchiò e le ragazzine dietro di lui sembrarono ricomporsi. “Ho passato qui dentro più tempo di quanto mi piaccia ammettere, Evans.” Prese tra le mani una pallina di gomma viola che Lily usava come antistress e iniziò a giocarci. “Ma non stiamo parlando di questo.”
“Ah no?”
“Io volevo parlare di James.”
Lily rimase impassibile, ma nei suoi occhi si accese quella luce che James aveva in viso da giorni. “Dimmi.”
“No, rossa, dimmi tu. Sei tu che stai con lui, ora.”
“Oh, sei geloso? Martha lo sa?”
Sirius allargò il suo sorrisetto Malandrino. “Voglio sapere se hai intenzioni serie, Lily. Perché se hai intenzione di spezzargli il cuore, beh, sarò costretto ad ammazzarti seduta stante. Mi fa piacere che tu finalmente abbia capito ciò che provi per lui, davvero, e mi riempie il cuore vederlo felice, ma se tu hai intenzione di mandare tutto al diavolo tra un paio di mesi, ti lancerò un perfetto Anatema Che Uccide qui e ora.”
Anche Lily sorrise. “E poi come spiegheresti a James perchè mi hai uccisa?”
Sirius la trafisse con lo sguardo. “Prima rispondimi, e poi dell’omicidio ne parliamo.”
Conoscendo il sangue che gli scorreva nelle vene, sapendo ciò di cui i Black erano capaci, Lily decise che contrattare su ciò che sarebbe accaduto dopo il suo omicidio forse non era la cosa migliore da fare. Si guardò attorno e poi si avvicinò a Sirius.
“Il tuo amico mi piace davvero, Black.” Sussurrò. “E questa tua gelosia nei suoi confronti me lo fa piacere ancora di più. Continuo a chiedermi cosa ne pensi la mia amica Martha, ma sono convinta che lo trovi … d’ispirazione almeno quanto me.”
Sirius la guardò spaventato.
“Sto scherzando, Black. Non farei sesso con te nemmeno se tu fossi l’ultimo mago del mondo.”
“Martha non la pensa così.”
“Martha è accecata dall’anello che ha al dito.”
“Martha mi ama e io amo lei.”
Lily sorrise. “Si, pare che sia così.”
“Evans?”
“Black?”
“Mi fai da testimone?”
“No.”
“No?”
“Rose ha detto che …”
“Rose sta già organizzando tutto?”
“Si, e dice che io e Remus saremo i testimoni di Martha, mentre lei e James saranno i tuoi.”
Sirius la guardò perplesso. “Beh, notizia dell’ultima ora, non è Rose a sposarsi. Mi fai da testimone?”
“Sì.”


“Perché hai una valigia?” chiese Remus ad Amanda Wisler, in Sala Comune.
“Perché tra due giorni iniziano le vacanze di Natale, forse?” rispose quella con aria sarcastica.
“Davvero?!” chiese Remus, chiudendo il libro di Rune Antiche e saltando in piedi sulla poltrona.
“Si, Lupin, davvero.”
“Che cosa davvero?” domandò Lily, apparendo dopo il passaggio del buco del ritratto.
“Tra due giorni iniziano le vacanze. Te ne eri accorta, tu?” le chiese Remus, con aria spaventata.
“In effetti no.” Ammise Lily, giocando con una ciocca di capelli rossi fuoco.
“Tra due giorni siamo in vacanza.” Ripeté Remus. “Dici che mia madre se ne ricorda?”
Lily alzò le spalle. “Certo che sì. Tua madre è una babbana adorabile: per lei il Natale è sacro.”
Remus si gettò di nuovo sulla poltrona, con aria combattuta.
“Se ti stai preoccupando per Rose” disse Lily, interpretando il suo sguardo. “ti avviso che ha intenzione di preparare in ogni dettaglio il matrimonio, durante queste due settimane. Quindi non ti perderai molto, ecco. Però puoi tornare in tempo per darle il bacio di mezzanotte a Capodanno.”
Remus sorrise. “Pensavo di portarla dai miei, in realtà.”
“Vuoi che ti lasci?”
Lui guardò Lily con il terrore negli occhi. “NO!”
“Ecco, allora non farlo.”
“Dici?”
“Dico.” Ammise Lily, immaginando la crisi di panico di Rose all’idea di dover incontrare Hope e Lyall Lupin. I genitori di Remus erano si, due persone adorabili, ma erano anche due genitori che stavano pagando per un piccolo errore di Lyall, che aveva portato alla Licantropia di Remus e all’agonia di Hope, con quei suoi capelli scuri e quella sua bellezza semplice, l’agonia di una madre che si sentiva impotente.

La stazione di King’s Cross accolse l’ondata di maghi e streghe che rincasavano per le vacanze di Natale con la stessa naturalezza di sempre. Martha, Sirius, James e Lily andarono incontro a Robert e Charlus, che si dimostrarono ben felici di rivederli. Dopo abbracci, saluti e gli occhi gonfi di Robert quando Martha gli ricordò che si sarebbero sposati, Charlus, negli abiti babbani, portò i ragazzi sul retro di un vecchio pub londinese ed estrasse dalla tasca della giacca un orsetto di peluche.
“Pronti?” chiese.  I ragazzi fecero giusto in tempo ad attaccarsi e capire che quella era una passaporta prima di sentirsi risucchiati in un vortice. Quando Robert fece loro segno di scendere,  Martha cadde brutalmente a terra, mentre James e Sirius, risero guardandola rotolare nel prato,  Lily riuscì ad atterrare in modo piuttosto decente ma rischiando comunque di perdere l’equilibrio più volte.
“Lily! Martha!” i soliti toni soavi di Marie accolsero i ragazzi all’interno di quel castello gigantesco ed invisibile, mentre loro ancora si chiedevano perché fossero lì e non a casa Potter. “Bambine mie … che bello avervi a casa …”
“A casa?” chiese James.
“Oh, ehm, noi … noi adesso viviamo qui, sapete .. casa nostra era troppo vicino a quella di Margot, e … loro … loro ci avrebbero trovati … ma la mia Rose è andata a mettere uno strano incantesimo sulla casa che Sirius ha ereditato, così …. Così starete al sicuro, almeno voi …” Marie si sedette, mostrano due profonde occhiaie e uno sguardo spaventato.  
A Martha sembrò che in quei dieci giorni in cui non si erano viste, sua madre fosse invecchiata di dieci anni. Fu per questo che si inginocchiò accanto a lei, la guardò negli occhi, e, con il cuore in mano le chiese: “Mamma, va tutto bene?”
Ma non fece in tempo ad ottenere una risposta: Rose si Smaterializzò in salotto, con degli abiti babbani ed un sorriso gigante. “Martha! Corri di sopra! Dobbiamo scegliere l’abito!”


La sera della vigilia di Natale, il Quartier Generale ebbe l’onore di ospitare l’intero Ordine della Fenice in abito da festa, più la famiglia Weasley, con i piccoli Charlie, Bill e Percy, mentre Molly, moglie di Arthur e madre di quelle tre piccole pesti, entrò in casa mostrando fieramente il ventre di nuovo gonfio di qualche mese. Rose aveva costretto Martha a raccogliersi i capelli, ma lei, appena la sorella si imboscò con Remus, li sciolse mostrando fieramente dei boccoli spettinati sopra al maglione bordeaux che portava. Sirius la osservava da lontano giocare con la piccola Ninfadora, mentre lui, Charlus e James chiacchieravano allegramente del Quidditch con una coppa di vino bianco in mano. Lily, Alice e Frank Paciock, giocavano con i piccoli Weasley, mentre una musica tipica babbana natalizia avvolgeva il tutto.
“Martha, ma è vero che tu e Sirius vi sposate?” chiese la piccola Dora.
“Sì.” Rispose Martha. “Temo sia vero.”
“E sarete per sempre felici e contenti?”
Martha alzò gli occhi per incrociare quelli di Sirius, che si stavano perdendo nei suoi capelli. Gli fece segno di raggiungerla, e quando fu abbastanza vicino, sorrise. “Sirius, tua cugina vuole sapere se saremo per sempre felici e contenti.”
“Per sempre felici e contenti?”
“Sì, è la frase finale di ogni favola che si rispetti.”
Anche Sirius sorrise. “Si, Dora. Noi saremo per sempre felici e contenti.” Baciò dolcemente le labbra di Martha e poi strizzò l’occhio alla piccola. “Anche tu un giorno avrai un principe azzurro, piccola.”
“Ma tu non sei un principe azzurro.”
Sirius sembrò offeso. “Come no?”
“No, tu sei un principe delle tenebre.”
“E perché?”
“Perché hai un fascino tenebroso.” Intervenne Lily, che era seduta per terra, girandosi verso di loro. “E quindi sei il suo principe delle tenebre.”
Sirius sorrise. “Principe delle tenebre.” Ripeté fra sé.
“E avrete dei bimbi?” chiese Dora.
Martha guardò la piccola dai capelli celesti che teneva in braccio. “Un giorno forse sì.”
“Presto?” domandò in risposta.
“Non tanto presto, temo.” Rispose Sirius, facendole un buffetto sul naso.
“Fateli presto, così giocano con me!”
Martha, Lily e Sirius sorrisero.
“Ci farò un pensierino, Dora.” Rispose Martha.
James saltò sul divano accanto a Sirius. “Di che parliamo?”
“Di figli.” Rispose prontamente Sirius.
“Di già? Mi sono perso tutto il discorso su come arredare la cucina e il colore delle mattonelle del bagno?”
 “Di quello se ne sta occupando Rose.” Rispose Lily.
“E io non sono assolutamente d’accordo.” Replicò fredda Martha.
“È solo che ha più tempo, tesoro.” La rassicurò Sirius, appoggiandosi allo schienale del divano.
“Ma è casa nostra, il nostro matrimonio, la nostra vita!”
“I vostri bambini!” aggiunse Ninfadora.
“Oh, se avete un maschio, non chiamatelo Harry.” Aggiunse prontamente James.
“Perché no?”
“Perché Harry Black suona malissimo, Harry Potter, invece, suona divinamente.”
Martha osservò James senza capire, poi si girò a guardare la sua amica. “Lily!”
“Che ho fatto?!” chiese lei prontamente.
“Sei incinta?!”
“No!” replicò la rossa. “No, no e no! Sono tutti film che si sta facendo James!”
“Kayla.” Intervenne Sirius. “Questo si che è un nome meraviglioso.”
“Come?”
“Kayla.”
“Ma non stavamo parlando di nomi per maschietti?”
“Ma non si può programmare se avere dei maschi o delle femmine, James.”  Rispose Lily, alzando gli occhi al cielo.
“Si, ma Harry Potter suona comunque benissimo, come nome.”
Kayla Black.” Intervenne Sirius.
“Quindi vorresti una femmina?” indagò Martha.
“No, due maschi e due femmine.”
Martha e Lily spalancarono la bocca. “Dì un po’, Black, hai intenzioni di partorirli tu, quattro figli?!”
Sirius sorrise. “Ti tengo la mano, Martha.”
Martha alzò gli occhi al cielo, mentre cullava Ninfadora che si era addormentata sulle sue gambe.
“David? David Black. Suona bene, no, Sirius?” chiese James, ignorando lo sguardo assassino di Martha. “O Marcus?”
Sirius scosse la testa. “Marcus è troppo usato tra i Purosangue.”
“James?” chiese Lily, tre posti distante da lui.
“Si, rossa?”
“Hai ragione, però. Harry Potter suona davvero bene.”


Sirius teneva le mani sui fianchi di Martha, davanti ad un portone di legno. Erano esattamente in mezzo alla strada, in una via della periferia di Londra, ed il sole stava per sorgere. Rose, con in mano un mazzo di chiavi, stava davanti alla porta.
“Sei pronta?” chiese, alla sorella.
“Se sapesse per cosa dovrei essere pronta, forse lo sarei.” Ringhiò lei in risposta.
“Sei proprio la versione femminile di Padfoot.” Sorrise Remus, dietro di loro.
“Oh, va al diavolo anche tu, Moony. Non mi aspettavo che ti saresti alleato con lei in questa cosa.”
“Ho dovuto farlo.” Si giustificò lui.
“Si, certo. Chiedimi ancora di aiutarti a Pozioni, lunatico schifoso.”
Sirius sorrise. “Okay, piccola, è ora.” Delicatamente, levò la benda a Martha.
Lei ci mise qualche secondo per mettere a fuoco – era davvero una casa? – ma quando riuscì a leggere, sopra la porta, la scritta ‘Redfort Black’ si lasciò sfuggire un grido, si portò le mani alla bocca e iniziò a ridere. Prese Sirius per mano, ringraziò Rose con lo sguardo e varcò la soglia.
In quel piccolo salotto, mondo magico e mondo babbano si fondevano alla perfezione. L’arredamento era babbano, stile anni ’50, seppur non comprendesse molto; a destra, un tavolo rotondo con otto sedie, dietro al quale una grande libreria sfiorava il soffitto, a sinistra un divano e due poltrone. Giusto cinque passo più avanti, prima della scala che, a intuito, portava alle camere, si intravedevano tre porte. La prima, quella più a destra, portava ad una stanza visibilmente Allargata, che conteneva soltanto un letto, un comodino ed una scrivania (“Per quando Remus non vorrà dormire con me a casa mia” disse Rose), la seconda porta conduceva ad un bagno, e la terza ad una cucina in legno chiarissimo, un tavolo con quattro sedie e la porta finestra che lasciava intravedere un giardino quadrato e ancora tutto da allestire. Martha, ridendo come una bambina al parco giochi, salì di corsa le scale, trovando una poltrona al centro di una stanza quadrata come il giardino. La prima porta, partendo da sinistra, portava a quello che era il secondo bagno (anch’esso leggermente Allargato per permettere ad una vasca da bagno di avere lo spazio che meritava) la seconda ad una stanza rettangolare con una finestra sul giardino, l’ultima più o meno uguale che dava sulla strada, ma la porta centrale portava ad una stanza con un gigantesco letto matrimoniale al suo centro.
“Questo è tutto per noi?”  chiese, euforica.
“Beh, quando non ne potrai più di me, potrò andare sul divano. O da James.” Rispose Sirius, alzando le spalle.
Martha gli saltò letteralmente in braccio. Lui l’accolse, tenendola sollevata come se non pesasse affatto. Si girò verso Rose e Remus, strizzando loro l’occhio, e poi chiuse la porta della camera matrimoniale dietro di sé.
Rose guardò Remus sorridendo. “Mi sembrava contenta.”
Remus, facendo del suo meglio per non ridere, le baciò dolcemente le labbra. “Finalmente potrai dire che è merito tuo.”


Rose strinse il corpetto sulla vita di Martha, la quale iniziò a prendersela con i maghi del passato.
“Ma non stai mai zitta?!” la riprese Rose.
“E tu non mi ascolti! Mi fa malissimo la pancia, dannazione!”
“Non ti ho chiesto se ti fa male la pancia, Martha, ti ho chiesto di stare dritta con la schiena.”
“Non lo metto questo coso, al matrimonio.” Replicò lei.
“No, tesoro, è per prenderti le misure.” Le rispose Marie, con affetto materno e le lacrime agli occhi.
“Mi sposo a giugno! Giugno! Perché le misure le prendiamo adesso?”
“Perché dobbiamo giocare d’anticipo e programmare tutto.” Rispose Rose, mentre la penna stregata prendeva nota delle misure.
In quel momento, James varcò la soglia della stanza. “Oh, scusate.” Disse, notando che Martha era mezza nuda, ma Rose gli fece segno di non preoccuparsi e di entrare pure.
“Non puoi programmare tutto, Rosalie, è il mio dannatissimo matrimonio. Guarda. James!”
Ramoso, che si era seduto per terra per cercare delle cose in un vecchio baule, alzò gli occhi. “Si?”
“Mi fai da testimone?”
“Si.”
“No!” protestò Rose. “No, no, no, James, tu devi essere uno dei testimoni di Sirius, insieme a me!”
“Sirius se li decide da solo, i suoi cazzo di testimoni.” Ringhiò Martha.
In quello stesso istante, Lily e Dorea varcarono la soglia.
“Non sembri dell’umore adatto per una sposa, cara.”
“Lasciala stare, mamma.” L’avvertì James. “E comunque, Sirius ha chiesto a Lily di fargli da testimone, quindi …”
“CHE COSA?!”
Lily guardò Rose con indifferenza. “Rose, lascia che queste cose le decidano loro.”
“Oh, e tu gli hai pure detto di si?” con rabbia, strinse il corpetto a Martha, la quale urlò.
“Mi fai male!!” protestò, rendendosi conto, però, che nessuna la stava ascoltando. “Oh, andate al diavolo.” Scese da quel piedistalli invisibile sul quale Rose l’aveva fatta salire, si tolse il corpetto, e, in mutande e reggiseno, uscì dalla stanza.


“Dieci!”
Sirius porse a Martha uno dei calici di champagne che portava in mano.
“Nove!”
James, Gideon, Fabian, Charlus e Robert chiusero il foglio contenente lo schema di gioco della squadra Grifondoro.
“Otto!”
Rose, Marie e Molly Weasley mangiarono l’ultimo pezzo di torta.
“Sette!”
Remus e Lily, seduti per terra con Dora e i piccoli Weasley, presero i calici  che Arthur stava porgendo loro e dissero ai bimbi di lasciare stare i giochi per pochi secondi.
“Sei!”
Marie e Robert, nonostante gli anni, le litigate e ogni momento in cui si sarebbero volentieri uccisi, si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“Cinque!”
Martha, ridendo, mordicchiò il lobo dell’orecchio di Sirius, mentre lui le passava un braccio attorno alle spalle e le baciava la fronte.
“Quattro!”
Lily alzò lo sguardo per cercare gli occhi di James, trovandoli già persi nei suoi capelli rossi.
“Tre!”
Era tutto esattamente come doveva essere.
“Due!”
Perché, a modo loro, erano una famiglia.
“Uno!”
E grazie tante.
“Buon anno!”

Martha, con addosso la giacca di pelle che James aveva regalato a Sirius un anno prima, se ne stava seduta a fissare il giardino vuoto e buio del Quartier Generale, con in mano il calice pieno di ottimo vino rosso babbano. La bacchetta in una mano e troppo pensieri nella testa.
Robert, che passava per caso in cucina, vide l’inconfondibile chioma chiara che gli ricordava moltissimo sua madre. Prese il maglione, lo infilò sopra la camicia buona che indossava, e raggiunse la sua secondogenita.
“Ciao.” Gli disse lei, guardandolo sedersi accanto a lei.
Fu forse la prima volta, dopo anni, che Martha lo guardò davvero. Trovò molte più rughe di quanto ricordasse accanto a quegli occhi verdi, i capelli, già in origine ingrigiti, erano molti di meno e tutti grigiastri. Il sorriso era forzato, e lo sguardo tradiva troppe preoccupazioni.
“A che pensi?” le chiese.
“Penso che sei invecchiato e non me ne sono resa conto.”
il sorriso di Robert si fece leggermente più spontaneo. “Vale lo stesso per te, figlia mia.”
Martha, istintivamente, guardò l’anello che portava all’anulare sinistro.
“No, non parlo solo di quello. Parlo di come hai imparato ad affrontare la vita con coraggio, di come sai essere fredda e schietta senza dimenticarti di avere emozioni, e di come io mi senta piccolo davanti a te e tua sorella. Siete due guerriere, ormai, sai?”
Martha sorrise, senza sapere bene come replicare.
“E poi si, forse parlavo anche di Sirius.”
Lei scosse la testa. Conosceva troppo suo padre.
“Hai paura? Hai dei dubbi?”
“Su me e Sirius? No, nessuno.”
“Beh, bene, perché non devi temere di sbagliare, perché aiuta …”
“Le persone ad imparare, si, papà, me lo ricordo.”
Robert scoppiò in una risata che rivelava che, ormai, era l’ombra dell’uomo ilare, simpatico e autoironico che era stato. “Non credevo te ne ricordassi, sai?”
Martha si voltò a guardarlo. Erano le parole che lui le aveva sussurrato la notte prima che lei partisse per Hogwarts, mentre cercava di ricordare se ci fosse altro da mettere in valigia.
“Meglio cominciare da ciò che mi viene più semplice da poterti raccontare.” Cominciò lei. “La vita ci consegna la chiavi di una porta e prati verdi sopra ai quali camminare. . Puoi correre, puoi fermarti, e puoi scegliere tra i frutti quali cogliere e quali lasciare maturare. Vietato abbandonare il sogno di volare, ma per quello hai bisogno dell’amore. Io non so molto, posso solo dirti non temere di sbagliare, perché aiuta le persone ad imparare. E sappi che in qualche modo, alla fine tra il bene ed il male vince sempre il bene, e te lo posso giurare. Piccola, fai tesoro di ogni tuo respiro e difendi la bellezza del perdono. Ricordati che l’amore a volte può far male, ma il mio non può finire: come acqua dentro il mare. Ascolta bene, mia piccola Martha, non smettere di sognare, perché i sogni son le ali per volare. Se vuoi porta qualcuno in viaggio, ma nessuno che sia in grado di potertele spezzare. Accetta le sconfitte, l’invidia e l’impotenza di chi osserva e perde il tempo a giudicare. Abbi sempre con te pazienza, coscienza e prudenza, e ricordati che è sempre meglio dare. Te l’ho già detto, ma non avere mai dubbi, perché tra il bene ed il male, alla fine, vince il bene.” Martha sospirò. “Hogwarts è un posto meraviglioso, piccola Martha, ma non sarà mai meraviglioso quanto il tuo sorriso. E non lasciare che si spenga.”
Robert, con le lacrime agli occhi, tramutò la smorfia forzata in un sorriso sincero. “Scommetto che tua sorella non se lo ricorda, il discorso che feci a lei.”
Anche Martha rise. “Grazie, papà.”

Marie strinse forte James e Sirius a sé. “Abbiate cura delle mie bambine, ve ne prego.”
La stazione di King’s Cross pullulava di maghi, ma i babbani sembravano non accorgersene.
Martha fece in modo che sua madre lasciasse andare i due giovani Grifondoro. “Sappiamo badare a noi stesse, mamma!”
Robert, seduto accanto a sua moglie, sorrise. “Cercate di studiare, ogni tanto, però. E di vincere la Coppa delle Case!”
James gli batté una mano sulla spalla. “Farò del mio meglio, Robert.” Poi, lo strinse in uno di quegli abbracci che Martha definiva ‘schifosamente maschili’.
Lily abbracciò Marie, mentre Remus, Rose e Peter li raggiunsero.
“Bene, allora” iniziò Rose. “fate finta di studiare, ogni tanto. Guardatevi le spalle e diffidate dalle serpi, ci vediamo alla prossima riunione. Fatto il misfatto.”
Remus sorrise e la guardò con orgoglio. Poi, uno dopo l’altro, i sei oltrepassarono il muro per l’ultimo viaggio verso il castello.

Fuori dall’aula di Pozioni, Lily afferrò il braccio di Sirius. “Ripetimele.”
“Qui?”
Lily si guardò attorno per accettarsi che Martha non ci fosse, trovandola a parlare con Alice Prewett e James Potter.
“Qui! Devo vedere se le sai.”
Sirius sbuffò. “Io, Sirius Orion Black, prendo te, Martha Marie R- ma perché qui in mezzo a tutti?”
Lily scosse la testa. “Lo dirai anche in chiesa?” chiese, saccente.
Sirius, ripetendo le promesse nuziali, iniziò a camminare velocemente, per accertarsi che nessuno lo sentisse dire cose senza senso come “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” visto che, all’ultima riunione, Marie e Rose avevano ribadito che sarebbe stata una cerimonia babbana.
Intanto, tra i calderoni ancora bollenti di Lumacorno, Alice, Martha e James parlavano di un libro introvabile sulle Creature Magicheche avrebbero voluto regalare a Lily.
“Tanto abbiamo tempo, Alice …” minimizzò Martha.
“No.” Rispose Alice. “Abbiamo meno di una settimana!”
Martha la guardò con aria stupita. “Meno di una settimana?”
“Si!”
“Che giorno è oggi?”
“Il venticinque gennaio millenovecentoottantotto.” Rispose prontamente Alice.
Martha ne rimase shoccata, mentre, con la bocca aperta e lo sguardo perso, prese a contare con le dita, mentre Alice e James la guardavano senza capire.
“James.” Sussurrò lei alla fine. “James, quanti … quanti giorni sono passati dalla partita contro Corvonero?”
James ci pensò mezzo secondo. “Quarantanove giorni, Martha.”
Martha si portò una mano sulla fronte. “Quarantanove … Quarantanove meno ventotto quanto fa?”
Alice fissò per un attimo il nulla e poi rispose prontamente “Fa ventuno, Martha.”
“Ventuno giorni.” Sussurrò. Si appoggiò con una mano al banco. “Scusami, Alice.” Afferrò il braccio di James e uscì di corsa dalla stanza.
Quando furono usciti, James la guardò come se si aspettasse delle spiegazioni, ma l’unica cosa che lei gli disse, fu: “Dove diamine è Lily?”
“E io che ne so? L’ho vista andare via con Siriu-“ dallo sguardo di Martha (che comunicava una cosa come ti-sto-per-ammazzare) Ramoso capì che avrebbe dovuto utilizzare la Mappa. Guardandosi attorno, estrasse la vecchia pergamena dalla tasca.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”
La Mappa si rivelò loro. In un attimo, James indicò una stanza vuota al quarto piano, in cui Sirius stava in un angolo e Lily faceva avanti e indietro. Martha, senza dire niente, prese a correre.
Quarantanove giorni. Era il venticinque gennaio. Venticinque meno ventuno? Quattro. Ed era arrivata al quattro gennaio. Dove era il quattro gennaio? Al Quartier Generale, erano ancora in vacanza. Erano già passati ventuno giorni? Senza rendersene conto, aveva oltrepassato la porta della stanza in cui stavano Sirius e Lily.
No! Ma come fanno a non entrarti in testa?! Nella gioia e ne-“ Lily si bloccò, nell’istante in cui Martha aprì la porta.
“Vieni con me, ora.” Disse lei, e Lily fu costretta a correrle dietro, mentre Sirius rimase spaventato dall’espressione di puro terrore dipinta sul viso di Martha.
Lily e Martha corsero fino alla fine del corridoio, fino a quando, finalmente, la piccola Redfort si fermò. “Oggi è il venticinque gennaio!” esclamò.
“Si.” Le disse Lily. “Tra meno di cinque mesi ti sposi, è questo il punto?”
“No!” Martha si portò le mani nei capelli. “No, dannazione, il punto è che ho un ritardo!”
Lily sembrò tranquillizzarsi. “Merlino, Martha, sei stressata, è normale …”
“Lily, quando è stata l’ultima volta che hai avuto un ritardo di tre settimane per via dello stress?!”
Lily aggrottò la fronte. “Mh.” Disse. “Tre settimane esatte?”
“Ventuno giorni. L’ultimo ciclo è finito alla Grifondoro-Corvonero, quarantanove giorni fa. Ventotto giorni dopo sarebbe stato il quattro gennaio, ma io non ho nulla da allora, se non un gran mal di pancia da dopo Natale.”
“Beh, è una questione di numeri, alla fine.”
Martha la guardò come se stesse dicendo una cosa ben poco divertente.
“Tre settimane.” Ripeté Lily. “Credi che potresti essere incinta?”
Martha, davanti a quella verità cruda – e a quella parola a cui non riusciva a pensare – spalancò nuovamente la bocca. “Oh, Merlino.” Sospirò. “Maledetto Merlino.”
Lily, davanti a quell’imprecazione, prese il polso della sua amica e iniziò a camminare velocemente.
“Lily! Lily, dove andiamo?”
“Oh, a chiedere un parere alla Piovra Gigante, ovviamente!” prima che Martha potesse rispondere, probabilmente minacciandola di morte, Lily aggiunse: “A chiedere un test di gravidanza a Madama Chips, cretina!”



Okay, sono le 2.58, io sono a casa da quattro ore ma volevo assolutamente pubblicare. No, in realtà, voglio la reazione della mia cara gossip_girl
Ah, per chi si trovasse nei pressi di Sorrento, c'è un negozio bellissimo che vende cose per fangirl di Harry Potter, Hunger Games, il Signore degli Anelli e via dicendo. Io ci sono entrata per caso dopo aver deciso, con il cuore a pezzi di lasciare il mio ragazzo, e credetemi, è stato il primo pomeriggio di shopping compulsivo della mia vita. Ero partita con tutti i miei risparmi per rifarmi il guardaroba e comprare regali ai miei amici, ma ho speso tutto lì. In compenso, ora ho la bacchetta di Sirius, un ciondolo-orologio-boccino, un sacco di magliette, poster e copie di lettere e nemmeno un galeone in tasca. Ah, e sono pure single. Vi crucerò tutti con la bacchetta di Felpato, amici! 
Okay, basta, il capitolo.
Volevo che il Natale ed il Capodanno fossero diversi rispetto all'anno precedente - perchè le cose cambiano e le persone crescono. 
Il ritardo, beh, aspettiamo il prossimo capitolo! :D (si, mi diverto a tenervi sulle spine)
La Jily ... sto facendo del mio meglio, apprezzae lo sforzo, vero? *occhietti dolci*
La parte sui nomi, Harry Potter ... insomma, devo davvero commentare?
Il discorso di Robert a Martha che lei gli ripete a memoria, è, nel caso ve lo steste chiedendo, una canzone dei Modà che ho avuto in testa per tutto il viaggio in aereo, e che quindi mi sono sentita in dovere d'inserire. Per chi la volesse ascoltare, ve la metto qui ->  https://www.youtube.com/watch?v=yxJPDsOBYQ0
Fatto il misfatto!

Claude.
P.S. per le persone che mi hanno chiesto il nuovo capitolo della Sirius/Hermione ... giuro, ci sto provando, ma i miei neuroni si rifiutano di collaborare. 

 
   
 
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