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Autore: MomoiDancho    15/07/2015    3 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 8
Gli appartamenti di Snape



Harry aprì gli occhi.
Si trovò davanti della stoffa nera e in un primo momento non capì dove fosse: lentamente mosse le dita da quello che gli sembrò un mantello di stoffa pregiata e mugolò dal dolore; pensò che probabilmente fosse rimasto in quella posizione per ore e per un momento temette di essere in ritardo per le lezioni: poi, con sollievo, si ricordò che era appena iniziato il weekend. 
Richiuse appena gli occhi, intento a godersi ancora un po’ di riposo, quando una voce molto familiare disse «Non vorrà mica rimettersi  dormire, ora che si è finalmente svegliato, vero Signor Potter?» il ragazzo aprì gli occhi di scatto, alzandosi con gli occhi smeraldini spalancati, come se lo avesse appena punto uno spillo molto affilato. Vide Snape guardarlo con la sua solita espressione da pre-caffè. 
Chiuse gli occhi ripetendosi come un mantra “Ѐ solo un sogno. Adesso, quando riaprirò gli occhi, sarò tra mie coperte, nella torre dei Gryffindor. Uno… due… tre!” riaprì gli occhi e vide il professore guardarlo con un ghigno, mentre frecciò «Se ha finito con la meditazione, vorrei poter andare a far colazione, se non le dispiace» Harry si rese conto solo in quel momento di avere ancora le mani impigliate nella veste dell’uomo e arrossendo in fretta, le allontanò «Grazie, Signor Potter» disse questo e con tono più sarcastico riprese «Sa, sono sveglio da quasi due ore e non sono abituato ad aspettare così tanto per farmi un caffè».
Detto questo, si alzò e scomparve dietro ad una porta. 
Solo in quel momento, si rese conto di dove fosse. Era negli appartamenti del suo professore, più precisamente nella sua camera da letto e lui aveva appena ammesso di averlo guardato dormire per due ore.
La sua testa iniziò a lavorare, velocemente, cercando di ricostruire gli avvenimenti della sera precedente:
“Dunque…io sono arrivato qui e Snape mi ha dato una Pozione Calmante… ma perché sono venuto qui? Dov’ero prima?” il ragazzo si massaggiò le tempie, cercando di ricordarsi bene gli avvenimenti accaduti qualche ora prima “..ah. Ero da Dumbledore, ed ero arrabbiato con lui. Poi… poi, c’era la McGonagall e si, è vero, anche Ron..” «RON!» balzò giù dal letto, inciampò quasi nel tappeto persiano che era per terra e, per non cadere, dovette aggrapparsi alla prima cosa a portata di mano. 
Una tazza colma di caffè cadde per terra, rovesciando il suo contenuto sul tappeto.
«Potter. Capisco che chi sta per affogare si aggrappa anche ad un filo di paglia*, ma credo che lei abbia una predilezione per il mio mantello.» Snape lo guardò da dietro la soglia della camera, con un ghigno sarcastico. 
Puntò velocemente la bacchetta nella direzione della tazza «Reparo» disse, mentre con un altro fluido movimento ripuliva il pregiato tappeto dalla chiazza di caffè, «Credo che, oltre al tè, debba prendere un’altra fiala di Pozione Calmante» riprese, mentre quest’ultimo lo guardò mortificato: lesse velocemente i pensieri del giovane e vide delle immagini terribili della sua infanzia.
Il flashback che il ragazzo ebbe in quel momento mostrò a Severus un Harry di dieci anni che, per errore, fece cadere una tazza di porcellana del servizio di zia Petunia, mentre lo stava pulendo: la donna inseguì il bambino per tutta la casa e l’uomo poté percepire la paura del ragazzino soltanto guardando la scena. Quando giunse in un angolo, senza via di scampo, si rannicchiò contro ad esso ed attese con le mani tremanti sollevate, cercando di proteggersi il capo, che la donna lo picchiasse.
Il Professore rabbrividì nel vedere quanto il ragazzino venne malmenato da sua zia in quell’occasione. Finito il flashback, rimase a guardarlo, con un’espressione raccapricciata: il ragazzo si allontanò di qualche passo, intimorito, iniziando a mormorare tantissime scuse, credendo che la sua espressione fosse dovuta al suo comportamento. Questa reazione scioccò ancora di più Severus che con un’espressione indefinibile, fece ricadere apposta la tazza, davanti agli occhi del giovane mago «Non deve scusarsi Potter. Come può vedere,» mosse leggermente la bacchetta, facendo gli stessi incantesimi di poco prima, «non è un problema, nel mondo magico, rompere una tazza. Io stesso le rompo e le riaggiusto quando sono pensieroso » e aggiunse, con un tono più calmo «Ora venga a fare colazione. Deve essere parecchio affamato.» e detto questo, si diresse in soggiorno, seguito dal ragazzo che rimase ancora più stupito dal comportamento così gentile dell'uomo. 
Una volta seduto, il ragazzo cominciò ad osservarsi intorno.
Se avesse dovuto descrivere con una parola gli appartamenti di Snape, quest'ultima sarebbe stata “eleganza”; la gamma cromatica prevalente era quella del verde, sicuramente in omaggio ai colori della Casa, ma le sfumature scure non dettero al ragazzo un’idea di un’ambiente tetro.
Il giovane mago rimase stupito prima di tutto dalla porta: di un color mogano molto scuro, con inciso sopra un simbolo di una rosa circondata da un serpente, finemente dettagliato. 
Più avanti, un camino con lastre di marmo  nero e davanti due divani scuri in pelle che nonostante tutto, nell’ambiente, risaltarono per il loro aspetto naturale che rese al ragazzo l’idea di una bellezza conservata nel tempo.
Subito dietro troneggiarono alla vista del ragazzo due immense librerie pieni di enciclopedie magiche, volumi e saggi di famosi stregoni di ogni genere e grandezza, tutti perfettamente classificati per argomento e titolo in scompartimenti diversi “Hermione adorerebbe questo posto” pensò dopo un po’.
Continuò a lasciar vagare lo sguardo per la stanza,  vide un piccolo tavolino di cristallo con sopra dei liquori e dei calici, ma quello che lo colpì di più, fu un mappamondo posto accanto alla finestra, semplicemente stupendo: su una sfumatura simile a quella del papiro e con i disegni dei continenti tracciati raffinatamente con l’inchiostro nero.
« Ogni volta che un visitatore vi posa lo sguardo, inizia a cancellarsi il disegno fino a scomparire, per poi ritracciarsi da capo. » disse Snape, mentre ritornò con in mano una tazza di tè e qualche biscotto su un piattino, osservando compiaciuto il ragazzo che ammirò l’artefatto per qualche altro secondo.
Ringraziò per la colazione e subito dopo iniziò a mangiare con gusto: imbarazzato dalla situazione, decise di intrattenere una conversazione e così chiese «Dove ha comprato quel mappamondo?» l’uomo prese un sorso di caffè e sinceramente incuriosito gli rispose «Perché me lo chiede?»; 
il Ragazzo Sopravvissuto lo guardò con aria perplessa «Beh… perché è bello e mi piacerebbe averne uno simile, tutto qui» il ragazzo vide il professore accennare un mezzo sorriso e con aria incurante gli disse «Non può averne uno simile, non si trovano in vendita. Questo qui l’ho disegnato ed incantato personalmente» il professore mentre bevve l’ultimo sorso di caffè, si godette l’espressione di puro stupore del giovane. Poco dopo che ebbero finito la colazione, il Professore gli disse di accomodarsi in sala, perché avrebbero dovuto parlare: il ragazzo si sedette su uno dei divani, attendendo l’arrivo di Snape.
Si sedé anche l’uomo e guardando Harry gli disse, senza mezzi termini: «Dumbledore vuole che io ti aiuti nel risolvere il problema dei tuoi “incubi”» il moro lo guardò stupito e lui riprese «Sì, il Preside è a conoscenza delle visioni che hai avuto in queste ultime tre settimane» «Visioni?» domandò il ragazzo, con aria confusa mentre il professore gli fece cenno di non interromperlo «Precisamente. I tuoi non sono semplici sogni, ma sono parte dei pensieri del Signore Oscuro. In poche parole, tu e lui avete le menti che sono, in qualche modo, in contatto. Dobbiamo intervenire subito, prima che lui lo possa scoprire».
Il ragazzo si accasciò sul divano, l’uomo poté chiaramente vedere le reazioni del Ragazzo Sopravvissuto che, tenendosi la testa fra le mani, chiese «E come dovrei intervenire? Magari non si renderà nemmeno conto d…» Snape lo interruppe subito, con veemenza «No! Non possiamo prendere in considerazione una cosa simile! Rischieresti il trattamento peggiore da lui, il più crudele»; Harry lo guardò, leggermente spazientito «Cosa potrebbe farmi di peggio?».
L’uomo pensò per qualche secondo se dire la verità o meno al Ragazzo, se riaprire quelle cicatrici, quei ricordi che lo ebbero distrutto così a fondo qualche anno prima: cercò di mantenere la voce ferma, mentre decise di dirgli la verità «Entrerebbe nella tua mente, inizierebbe a deviarla, sconvolgerla e a distruggerla lentamente, facendoti avere delle visioni orribili di morti. Ti prenderebbe fino all’ultimo briciolo di sanità mentale, divertendosi a vedere fino a quando riuscirai a non pregarlo di ucciderti» gli si incrinò leggermente la voce, ma riprese con maggior vigore «L’unico modo per evitare questa fine, è ricorrere all’Occlumanzia. Non sarà piacevole, anzi, potrebbe farti sentire profondamente esposto, ma l’unico modo è esercitarsi.
Per questo, ti aspetto questo pomeriggio alle 15:00 in punto, nell’aula di Pozioni. Se qualcuno dovesse chiederti qualcosa, stai prendendo ripetizioni con me».
E detto questo, si alzò, prese un bicchiere e lo riempì di gin. Bevve il liquido, posando il calice sul bordo del tavolino: il ragazzo capì che sarebbe stato meglio se lo avesse lasciato ai  suoi pensieri, così prese le sue poche cose e si avvicinò alla porta, lo ringraziò e lo guardò, in attesa «Slytherin Prince» disse l’uomo, ormai assorto nei suoi pensieri, lasciando uscire il ragazzo senza salutarlo.
Dall’esterno dell’appartamento, Harry iniziò a sentire il rumore del bicchiere infranto e poi riparato ripetersi all’infinito.

Severus Snape, con un colpo di bacchetta infranse il calice appena il Ragazzo usci dai suoi appartamenti e prese a ripararlo subito dopo. “Ormai l’avrà sentito” si disse e con non curanza riprese il suo rituale.
Continuò a riflettere su quello che vide nella mente del ragazzo e pensò infelicemente che, se il Signore Oscuro l’avesse scoperto, sarebbe rimasto deliziato alla vista di tutte quei terribili ricordi da poter usare contro di lui. Gli vennero i brividi solo al ricordo: “E se facesse come con… no, non voglio pensarci.” si disse, mentre anche il tavolino di cristallo si frantumò, facendo cadere tutti i liquori.
Riparò tutto velocemente, prese un libro e cercò di leggerlo.
Non c’era niente da fare. Il ricordo dello svegliarsi con il ragazzo tra le braccia, quella mattina, così bello, sereno e tranquillo lo tormentò per tutto il tempo a seguire. Non avrebbe permesso al Signore Oscuro di prendersi anche lui.


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Buongiorno a tutti!
(Oggi sono tremendamente felice, non saprei spiegarvi perché).
Prima che mi dimentichi, devo assolutamente spiegarvi meglio riguardo all’asterisco: la frase che dice Snape “chi sta per affogare si aggrappa anche ad un filo di paglia” è un proverbio giapponese che mi è venuto in mente e che credo sia abbastanza azzeccato, in questo caso.
Questa parte, seguendo quello che è narrato nel libro, corrisponderebbe al momento in cui Severus trascina malamente Harry giù per i sotterranei e gli spiega cosa dovrà fare: per quanto io adori il personaggio, in questa parte mi sembra forse un po’ troppo rude nei modi di fare e quindi, ho scelto di farlo dirigere verso i suoi appartamenti (devo dire che descriverli è stato veramente divertente: praticamente è il mio salotto ideale, ma modificato con i gusti di Snape).
Ringrazio tutti quelli che hanno scritto una recensione, davvero, grazie mille!
Perdonate eventuali errori di battitura :)

15/07/15, MomoiDancho
 
   
 
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