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Autore: Letizia25    16/07/2015    2 recensioni
C'è Michael che riceve amore da chi crede di non volere.
E c'è Becky che nonostante tutto non versa mai una lacrima perché si vuole troppo bene.
C'è Lara che non riesce ad aprirsi abbastanza.
E c'è Ashton che si sente solo perché è anche troppo sincero.
C'è Nina che pensa troppo e che ogni tanto vorrebbe prendersi una pausa.
E c'è Luke che ha bisogno di qualcuno che riempia il suo vuoto.
C'è Calum che è troppo paziente per tante cose.
E c'è Karen che è la più testarda di tutti.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=y5HUGJ0iRm8
*
Sequel della mia One Shot Imprevedibile di cui consiglio la lettura.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A volte va così'
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10.
Litigi

 

Altra serata, altro locale, altro concerto appena finito. E sarebbe davvero tutto perfetto, se gli otto ragazzi fossero tutti assieme, come quel gruppo che erano all’inizio. Ma non è più così da un po’. Perché a causa di troppe tensioni, troppi segreti, troppe parole non dette si sono persi tutti, allontanandosi e diventando quasi delle isole che non sono disposte ad essere raggiunte, o almeno non ancora.
Ed è proprio questo quello che Nina Law sta pensando in quel momento, mentre con gli occhi grigi vaga per il locale alla ricerca dei suoi amici e – soprattutto – del suo ragazzo, che molto probabilmente è andato a parlare con Calum. Sono giorni che i due vedono il moro giù di corda, e la castana ha la netta sensazione di sapere il perché. Spera solo che vada tutto bene.
Si passa stancamente una mano tra i capelli lunghi e cerca ancora qualcuno con cui poter chiacchiere – o meglio – qualcuno che abbia seriamente bisogno del suo aiuto. E non appena vede Karen in un angolo, come al solito in quell’ultimo periodo, con lo sguardo basso e spento e con un bicchiere di vodka liscia in mano, corre subito da lei. Perché Nina lo sa che la mora non ammetterà mai di aver bisogno di aiuto, testarda com’è sempre stata. Eppure non vuole lasciarla da sola, Nina. Perché Karen è una delle sue più care amiche e non vuole perderla, non vuole vederla star male per nessuna ragione al mondo.
«Ehi, Dawson.» la saluta allegra la castana, con il sorriso sulle labbra.
Karen è inespressiva. Sta cercando di annullare ogni più piccolo pensiero da quelli che ormai sono settimane, non vuole più pensare, non vuole più avere tutte quelle preoccupazioni dentro. Preoccupazioni, dubbi, paure che non fanno altro che farle male, non fanno altro che peggiorare tutto.
«Che cazzo vuoi, tu?» risponde la mora all’amica, con voce atona, impastata dall’alcol, e forse pure scontrosa, anche se non vorrebbe. O almeno, solo in parte non vorrebbe essere così rude con una delle sue migliori amiche. Però non ci riesce, non riesce a comportarsi diversamente da come sta facendo adesso. Perché l’invidia è una brutta bestia, in ogni situazione. E Karen è sempre stata quella debole, in ogni circostanza.
«Io…» inizia Nina, presa completamente alla sprovvista dal comportamento scontroso dell’amica. «Volevo solo sapere se va tutto bene.»
Karen sbuffa e si stacca dal muro, evitando accuratamente di guardare la castana negli occhi. Perché sa che, se lo facesse, si sentirebbe in colpa per tutto quello che sta pensando. E per Karen, non c’è cosa più odiosa che avere sensi di colpa a riempire ed appesantire il cuore. «Ma falla finita. Cosa credi, che sia stupida?»
A quelle parole, Nina sgrana gli occhi. Perché non riconosce più l’altra. «Karen, ma che cosa–»
La mora ridacchia e si volta verso la castana. Fanculo ai sensi di colpa, ormai non le importa più di niente.
«Credi che non abbia notato che a te di me non è mai fregato qualcosa?»
Nina resta senza parole. E intanto il cuore pian piano le si sgretola nel petto. Perché quello che Karen ha detto non è affatto vero, e lo sanno entrambe. Perché quella davanti a lei non è Karen, non è la sua migliore amica. E Nina non ha idea di come farla tornare indietro.
«Ehi… Ma… Cosa vai… a pensare?»
Karen sorride triste. «Non mentire, ti è sempre importato solo di Luke e mi hai lasciata sola da quando lui è diventato solo tuo.»
E tutte e due lo sanno che è solo a causa dell’alcol se la mora parla così. Ma determinate parole fanno male in ogni caso, dette con intenzione o meno.
«Non è affatto vero!» esclama Nina, ferita in un modo che mai avrebbe pensato, piena di frustrazione e di rabbia, perché Karen non è così in realtà, sa che è tutto causato dal fatto che la mora sia ubriaca fradicia. Però fa male lo stesso. «Ci sono sempre stata per te, ogni fottuta volta, nonostante i miei sentimenti per Luke! Sei tu che non vuoi nessuno attorno, sei tu che non vuoi essere aiutata. E poi pretendi che le persone siano al tuo servizio solo quando vuoi tu. Cazzo Karen, non funziona così! E vedi di toglierti di dosso un po’ della testardaggine che ti ritrovi, che almeno Calum merita delle scuse e delle spiegazioni. Io non le voglio.»
«E chi ti ha detto che voglia scusarmi con te? Non ti voglio più vedere.»
A quelle parole, parole dure, taglienti, parole che Nina non avrebbe mai pensato di poter sentir pronunciare dalla sua migliore amica, non sa più che cosa fare, mentre un dolore mai provato prima le prende il petto, il cuore e lo stritola in una morsa da cui non riesce a liberarsi.
«Karen… Perché?»
L’altra volta la testa. Non vuole vedere gli occhi grigi di Nina. Occhi tristi, feriti. Occhi che Karen sa di non essere in grado di affrontare, soprattutto non in quello stato.
«Perché tutti sono felici. Ed io invece no.»
E questo è sufficiente, sufficiente per ogni cosa, almeno per come la pensa la castana. Perché ha capito la sua amica, ha capito come stanno le cose. Eppure, le parole dette dalla mora fanno male, più di quanto Nina avrebbe mai potuto pensare.
«Karen… Tu… Tu devi aprirti con Calum. Ne avete bisogno entrambi. Fidati di lui. Non è Nate, Karen. Calum non sarà mai come lui.»
«Però tu che cosa ne sai?» esclama la mora voltandosi verso l’amica, facendole notare le grosse lacrime che le rigano le guance. «Cosa puoi consigliarmi tu, che fino a poco tempo fa non avevi le palle di tirar fuori quello che provi per Luke? Io consigli da una vigliacca non li prendo.»
Il suono di uno schiaffo di fa sentire nell’aria. Un segno rosso nasce sulla guancia della ragazza che ha appena parlato, accompagnato da un formicolio molto familiare.
«Vedi di crescere, Karen.»
Poi Nina se ne va. E Karen non ha la minima intenzione di fermarla.
 
Luke sta girando per il locale da quello che è un quarto d’ora buono. Sta cercando il suo migliore amico perché è preoccupato, da morire. Non l’ha mai visto così giù e non sa più che cosa fare per poterlo aiutare. Dopotutto, lui e Calum Hood sono amici da tutta una vita. Aiutarlo quando è in difficoltà gli sembra il minimo da fare per dimostrargli quanto bene gli voglia.
«Ehi Cal!» lo saluta con un sorriso, non appena lo vede, poggiato con la schiena allo stipite della porta sul retro, aperta per far circolare un minimo d’aria in quel posto soffocante.
«Hemmo.» risponde l’altro a voce così bassa da sembrare un sussurro.
Luke gli si mette davanti e sorseggia pigramente il bicchiere di birra che ha in mano. Sa che Calum ha bisogno del suo tempo per aprirsi, per buttare fuori quello che lo affligge. Perché, paziente com’è sempre stato, Hood si tiene ogni cosa dentro, per un tempo quando indecifrabile. Poi però scoppia. E se lo fa, spesso rovina parecchie cose.
«Come va?» chiede Luke, posando gli occhi azzurri sulla figura dell’amico, come a volerla analizzare in ogni minimo dettaglio, come a voler capire senza bisogno di parole che cosa serva all’altro per darsi una scossa, per tornare il Calum combattivo che lui ha sempre conosciuto.
«Vuoi la risposa sincera o quella di circostanza?» chiede il moro a sua volta.
E già lì, il biondo capisce che l’amico ha quasi raggiunto il limite. Spera solo di riuscire ad aiutarlo, almeno un po’. Perché tutti i ragazzi del loro gruppo vogliono solo che gli altri stiano bene. In fondo sono una famiglia. E in famiglia ci si aiuta ogni volta che c’è bisogno. «Secondo te?»
Calum sorride stanco per la risposta dell’amico – una risposta che avrebbe dovuto aspettarsi, conoscendo Luke, che mai si ferma alle apparenze – e beve un altro sorso dal boccale. «È tutto uno schifo, Luke… Io… Cazzo, Karen mi ha mandato a puttane ogni cosa.»
L’altro sorride e sospira. Perché, tra tutti loro, lui è il meno indicato a parlare di amore con qualcuno, dato che ha impiegato tutta una vita a capire di essere innamorato perso di Nina. Però è felice, almeno in parte, che Calum abbia trovato una persona speciale. Dopotutto, è un diritto di tutti innamorarsi. «Allora sei proprio andato per lei, eh?»
Calum sospira. «Sono anni che le vado dietro, Luke e… E non so più che cosa fare per farglielo capire.»
Il biondo si passa una mano tra i capelli spettinati e sorride ancora. Calum si sta aprendo, e per adesso va tutto bene. Spera solo che l’altro riesca a buttare fuori tutto.
«Sei un tipo paziente, Cal, vedrai che ci riuscirai.»
Il moro sbuffa e beve ancora. Beve, forse per dimenticare, forse per trovare quel poco di coraggio che gli manca per agire, per fare la mossa giusta, forse perché vorrebbe solo non dover più pensare. Forse semplicemente perché non ha più la forza di lottare, anche se sa che non dovrebbe mollare, per nessuna ragione al mondo. Sa che dovrebbe continuare a provare, e provare, e provare ancora, fino a che Karen non si fiderà di lui sul serio e fino a che non capirà che lui non le farebbe mai del male. Sa che non dovrebbe mollare, perché Nina glielo ha detto, che lui per la mora conta davvero tantissimo. Sa che potrebbe farcela, a toglierle la paura di dosso. Ma non sa quanto ancora potrebbe aspettare. Perché è questo il suo problema: aspettare, aspettare troppo, per un tempo che non sembra avere mai fine, lo uccide, lentamente. E Calum, nonostante l’immensa pazienza che ha sempre avuto per ogni cosa, adesso è davvero stanco. Perché sono quasi due mesi che lui e Karen non si parlano. E Calum crede di stare per impazzire.
«Non credo.»
«Perché no?»
Calum sposta gli occhi scuri sulla figura dell’amico. «Mi prendi in giro?»
«Assolutamente no.»
Il moro sbuffa e beve ancora. Deve cambiare argomento. Karen ancora non è in grado di affrontarla.
«Tu… Tu come ci sei riuscito? Con Nina… Intendo.»
Luke sorride ed arrossisce un poco prima di rispondere. «Sinceramente non lo so… Credo che mi è servito capire di aver fatto una cazzata per prendere coraggio.»
«Quindi tu dici che non ho le palle di affrontare questa storia?» commenda Calum, tutt’ad un tratto. Perché in quell’ultimo periodo la sua pazienza sta arrivando al limite, e al moro basta un nonnulla per poter scattare, soprattutto quando ci sono di mezzo alcol, nervosismo e Karen, soprattutto Karen. Ecco perché la incolpa di avergli mandato a puttane ogni cosa.
«Non sto dicendo questo, Cal.»
«Ah no? E allora, mago dei miei stivali, dato che sei stato tanto bravo con Nina, non sprecare il tuo tempo con un perdente come me.»
«Calum, adesso finiscila.»
L’altro sospira forte. «Stai zitto, Luke. Perché non sei nella posizione di darmi consigli o altro.»
E Luke vorrebbe tanto ribattere, pur di far capire al suo migliore amico che è tutto un malinteso, che si sta sbagliando. Perché Calum non è un perdente, non lo è mai stato. E tutti nel gruppo lo sanno e lo hanno visto, ne hanno avuto prova ogni giorno che Calum riesce a fare ogni cosa, perché si impegna, si impegna sempre  e non molla mai. Ma qui si parla di sentimenti. E Luke sa che è tutta un’altra cosa. Vorrebbe solo che pure Calum lo capisse, una buona volta, per togliersi un peso dal cuore. Però non glielo dice.
Perché l’altro se ne va, senza dire una parola. Se ne va, come il codardo che crede di essere diventato e che in realtà non è mai stato.
 
«Davis, per favore, vuoi ascoltarmi almeno una volta?»
Ashton e Lara sono sul retro del locale da ormai una mezz’ora buona, lontano da occhi indiscreti, per parlare più liberamente. O almeno, così vorrebbe il riccio, che da mesi sta tentando in ogni modo di avere una conversazione almeno decente con la rossa davanti a lui che – con quel bellissimo vestito verde addosso – non gli rende le cose per niente facile, bella come non è mai stata. E Ashton lo pensa davvero, che Lara sia bella, anzi, bellissima, in ogni sua più piccola parte. L’aspetto è solo una misera percentuale. Quello che per Ashton è bello davvero, Lara lo ha dentro di sé, nel suo modo di fare, nel suo modo di essere, in quella timidezza che da subito ha attirato la sua attenzione. È meravigliosa in ogni cosa che dice, che fa, è pazzesca.
Lara Davis è bellissima, e Ashton non vuole perderla, per nessuna ragione al mondo. Perché per lui, quella ragazza è un gioiello, una stella che vorrebbe poter far brillare. Perché alla fine, è questo che lui vuole: poter far tornare a brillare la luce negli occhi verdi di Lara, quella luce che ama vedere con tutto il cuore.
Semplicemente perché Ashton Irwin ama Lara Davis con tutto se stesso e non vuole perderla.
«Cosa c’è da dire, Ashton?» risponde la rossa, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e sospirando, mentre cerca di non tremare, di non cadere, di restare stabile anche in quella situazione che lei stessa sta portando allo sbando con il suo comportamento, con la sua paura, con il suo non voler affrontare le sue paure.
«Perché deve essere tutto così difficile tra noi due?»
«Hai rovinato tutto da solo, Ashton.» commenta lei abbassando lo sguardo e cercando di evitare i sensi di colpa che sente nascere dentro al petto, proprio a causa di quel ragazzo che ha preso un posto speciale nel suo cuore, da cui non vuole allontanarsi, per nessuna ragione al mondo.
«Solo… Vorrei tanto sapere perché prima rispondi ad un mio bacio e poi mi eviti peggio della peste!»
A quelle parole, Lara sussulta e nasconde il viso dietro ad i capelli, preda della vergogna. Perché lo sa che Ashton ha ragione, ha ragione da vendere. Eppure non riesce ad affrontarlo, non ancora. Non riesce a dirgli la verità e resta in silenzio, aspettandosi parole dure e piene di rabbia che non attendono a farsi sentire.
«Cazzo Lara, che cosa ho fatto di sbagliato?» chiede lui, perché non sa più come fare. È stanco, sfinito, ed ha il cuore a pezzi. Non ha più alcun appiglio a cui potersi reggere per non cadere e per non mollare tutto. perchè mollare, stare lontano da lei è l’ultima cosa che vorrebbe fare.
Lara alza lo sguardo, e non appena gli occhi chiari di entrambi si incontrano, milioni di brividi invadono i loro corpi, facendo loro provare quasi una scossa che smuove ogni cosa e che dimostra ai due ragazzi di non poter stare lontani l’uno dall’altra neppure volendo.
«Ash… Tu… Tu non hai fatto niente di male…» ammette lei, perché tanto sa che la colpa è solo sua, che il riccio non c’entra niente in tutto quel casino, che lui merita delle spiegazioni. Ma non ci riesce, non ancora.
A quella risposta, Ashton sospira e si passa una mano tra i lunghi ricci, come a voler allentare la tensione.
«E allora che succede?»
«Sono io… Il problema…»
Ashton si ritrova a sorridere un poco a quella confessione che mai si sarebbe aspettato e si avvicina alla rossa, prendendole le mani. «Lara Davis, tu per me non sei mai stata un problema.»
Ma lei scuote la testa e si allontana da lui, lasciando pure quelle mani che la fanno sentire a casa ogni volta che stringono le sue, mentre il cuore non riesce a smettere di battere, mentre fatica a respirare. Perché Ashton le è mancato troppo in quei mesi, così tanto da far male. Solo che non può lasciarsi andare, lei, non vuole rivivere tutto da capo ancora una volta. Non è abbastanza forte.
«Vedi che non riesci a capire?»
«Allora aiutami a farlo.»
«Mi conosco, Ashton. Non servirebbe a niente comunque. Lasciami stare, lasciami andare. Non perdere tempo con il casino che sono.»
«Ma io il tuo casino voglio scioglierlo, voglio mandarlo via… Se tu me lo permetterai.»
Lara scuote la testa. Non vuole piangere, non lì, non davanti ad Ashton. Perché i sensi di colpa stanno aumentando, appesantendole il cuore, facendola cadere, lentamente, facendola tornare in quel buio da cui aveva provato a scappare tante, troppe volte. Eppure sembra che non basti mai niente di quello che fa, sembra che non ci sia scampo per lei. Lei, che di quel buio, di quel dolore, di quei ricordi ha un terrore addosso indelebile, tatuato sulla pelle e sul cuore come a non volerla mai lasciar libera. Libera… Ecco che cosa Lara Davis vorrebbe tanto essere. Una cosa che però sa che le sarà sempre negata, anche se non capisce il perché.
«Lascia perdere.»
E non aspetta la risposta che Ashton vorrebbe darle. Gli dà le spalle e se ne va.
 
Michael è seduto su quel divanetto scomodo e mal messo ad aspettare che Becky torni con le loro birre da quelli che ormai sono tre lunghi quarti d’ora. E da due non vede i suoi amici, tutti persi a parlare nei posti più disparati di quel grande locale in centro a Londra.
Sospira stanco e si passa nervosamente una mano tra i capelli completamente spettinati, quando tra i suoi pensieri gli occhi blu della sua ragazza tornano prepotenti, come a voler restare nella sua testa come un chiodo fisso, da cui il ragazzo con i capelli colorati non sa come liberarsi.
Il fatto è che Michael, nonostante tenga a Becky molto più di quanto voglia ammettere, non riesce a staccarsi di dosso l’idea di non essere abbastanza per lei. Insomma, anche solo a vederli basta poco per capirlo: lei pazzesca e brillante in ogni cosa che fa: bravissima a scuola e persino in qualche sport, intelligente, simpatica, la numero uno, almeno per il cuore di Michael che, invece, si vede come il suo opposto: per niente brillante né nello studio né negli sport, scontroso e spesso l’ultimo di quasi tutte le cose. Due opposti che, tuttavia, sono riusciti a trovarsi in un modo o nell’altro e a completarsi in un modo unico e pazzesco.
E Michael proprio non sa quando sia nato l’interesse verso la ragazza bionda che si sta avvicinando a lui. sicuramente quel dopo concerto al Moonlight è servito ad aumentare quell’affetto che stava facendo fatica ad uscire. Tuttavia, il momento preciso di quando tutto è iniziato, lui non lo ricorda. Però va bene così, perché l’importante è avere Becky nella sua vita. Non c’è niente più importante di lei adesso.
Ed è questo il punto: proprio per il fatto che la consideri troppo importante, non vuole rovinarla, non vuole tapparle le ali per vivere qualcosa di meglio con qualcuno che la meriti davvero. Perché Michael, una ragazza così speciale, sa di non meritarsela. E appunto per questo non capisce che cosa Becky abbia trovato in lui.
Becky che, in silenzio, gli sorride con il cuore che le scoppia nel petto e che batte forte non appena le loro labbra si incontrano dolcemente, in un bacio così pieno e denso di sentimenti e di parole non dette da farli rabbrividire. Uno di quei baci che la bionda adora con tutta se stessa.
«Ecco qua.» dice poi lei, una volta seduta accanto al ragazzo, porgendogli la bottiglia e bevendo un lungo sorso dalla sua. In quel posto c’è troppo caldo, che volente o meno devi trovare qualcosa con cui dissetarti.
«Grazie.» risponde l’altro sorridendo dolcemente e baciandole una tempia, prima di copiarla e bere il liquido chiaro che gli scende in gola con una facilità estrema.
Becky sorride piano e si accoccola tra le braccia del suo ragazzo. E si sorprende, perché mai avrebbe pensato una cosa simile. Perché mai e poi mai si sarebbe aspettata che potesse arrivare qualcuno come Michael nella sua vita, stravolgendogliela completamente. Non avrebbe mai immaginato che quel qualcuno, quel ragazzo un po’ scontroso con i capelli colorati sarebbe stato quella persona speciale per cui avrebbe messo a repentaglio ogni singola cosa. Eppure… Becky non rimpiange niente di quella scelta, non rimpiange il fatto di aver sempre messo Michael al primo posto in ogni cosa. Non rimpiange il fatto che Michael sia diventata la cosa più bella di tutta la sua vita.
E neppure lei lo sa come abbia fatto ad innamorarsi. Forse per quegli occhi chiari; forse per quella corazza che ha visto fin da subito, una corazza che nascondeva qualcosa di meraviglioso e di unico, qualcosa che neppure Michael è in grado di vedere. Perché lui, per Becky, è prezioso, più di quanto lui stesso possa immaginare. E il bello è che lei ci prova ogni giorno a dimostrargli quanto lui sia fantastico, eppure lui continua a sminuire ogni suo sforzo. E Becky non capisce perché.
«Siete stati strepitosi stasera.» commenta, riferendosi al concerto finito da poco. Uno dei migliori che i ragazzi abbiano mai fatto a suo parere. Soprattutto Michael. E non lo crede solo perché è innamorata di lui come non le era mai successo in vita sua. Lo crede perché lo ha visto accendersi sul palco, con la sua chitarra in mano e con la musica attorno, come a voler sconfiggere il mondo intero.
«Gli altri sono stati davvero bravi… Io ho solo fatto pena come al solito.» ribatte lui. Perché semplicemente è quel che pensa, dato che pure quando suona sa di non essere bravo, anzi. I suoi amici lo sono davvero. Lui non si crede poi così dotato, così bravo, come invece Becky continua a ripetergli.
«Ma smettila, sei stato pazzesco come sempre!»
«No, Becky, non sono pazzesco… Non sono niente, okay? Non sono niente neppure per te. Io… Io non ti merito, questo è quanto.»
A quelle parole, la ragazza sorride sorride. Perché è una argomento che hanno affrontato tante volte, loro due. E sa che riuscirà a fargli cambiare idea anche questa volta. O almeno ci spera con tutto il cuore.
«Michael, non dire più una cosa simile. Lo sai che non è vero.»
Lui sospira e si alza dal divanetto, con l’intenzione di andarsene. «Lo so meglio di te, credimi. Quindi è meglio se esco dalla tua vita. Non ti merito e non posso permettermi di farti male.»
E prima ancora che Becky possa anche solo ribattere, Michael è già sparito tra la folla.






Letizia
Amori mie bellissimi ed infiniti, buon giorno a tutti!
Eccoci con il nuovo capitolo, deheheh ;). E che capitolo!
Purtroppo le cose non sono tutte rose e fiori, e il nervosisimo e la paura a volte peggiorano i rapporti tra le persone.
Prendete Nina e Karen: la mora è invidiosa dell'amica perchè non ha quel che vorrebbe (Calum) e se la rifà con la castana perchè in realtà sa che ha paura ma non vuole ammetterlo.
Cal invece se la prende con Luke perchè, sì, sarà anche un tipo davvero molto paziente, però dopo un po' è normale che uno perda le staffe ad aspettare qualcuno che forse non arriverà mai.
Ash e Lara sono sempre allo stesso punto: lui che vorrebbe capire, lei che continua a non parlare. Però non temete, presto ogni mistero verrà risolto ;).
E da ultimo, Becky e Mike. Il nostro chitarrista alla fine viene preso dai dubbi e lascia la nostra Becky solo perchè non si sente alla sua altezza :/. Secondo voi, che succederà adesso?
Dai dai, fatemi sentire le vostre ipostesi, sono curiosissima!!!!!!!! Sapete che mi bastano solo quelle famose 20 paroline ;) <3
Detto questo ringrazio tuti voi per ogni singola cosa, sul serio, siete pazzeschi! <3
Vado ad aggiornare Insegnami a vivere adesso, zao zao!
Un bacione, Letizia <3
   
 
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