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Autore: MomoiDancho    16/07/2015    4 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 9
L’inizio dell’ E.S

Le tre in punto scoccarono: Harry seppe in quel momento di essere in ritardo, ma Hermione e Ron non lo ebbero lasciato respirare nemmeno un minuto, tempestandolo di domande sulla notte trascorsa con Snape. 
Riuscì per miracolo a dileguarsi, correndo giù per i corridoi a perdifiato, in direzione dei sotterranei.
Bussò due volte e, dopo che il professore lo invitò ad entrare, si richiuse la porta alle spalle; osservò Snape spostare gli ultimi arredi, accatastandoli in un angolo, mentre questo lo apostrofò «Come sempre in ritardo, Potter» e a quelle parole il ragazzo arrossì impercettibilmente mormorando scuse.
L’uomo si voltò verso di lui e si tolse il lungo mantello nero, appoggiandolo alla cattedra: il giovane notò come la divisa gli stesse bene, calzandogli a pennello e risaltando il fisico atletico del professore, solitamente nascosto.
«In ogni caso, le è chiaro quello che deve fare adesso?» disse, sospirando mentre di rimando il giovane mago, cercando di non mostrare timore e tirando fuori il Gryffindor che era in lui, gli rispose «Si, signore».
Si misero in posizione e l’uomo, puntandogli la bacchetta contrò urlò «Legilimens!»


Hermione lo stava abbracciando, spaventata dal suo improvviso arrivo al Quartier Generale dell’ordine della Fenice. Un Dissennatore, i suoi amici. Un corridoio lungo e buio, una porta blindata. Il Signore Oscuro ad attenderlo.

Harry urlò, cercando di resistere all’uomo, le immagini che continuarono a passargli davanti, come un filmato.

I suoi genitori, il loro sguardo su di lui, pieno di amore. Il signor Weasley ferito, che lo implorava di smettere. Draco che lo ringraziava.

Severus, capì che i ricordi del giovane si alternavano in piacevoli e terribili, mentre continuò a vedere il fiume di emozioni presenti nella testa di Harry.

Le anime che lo proteggevano nel labirinto; la vista di Ginny Weasley a terra, davanti ad un enorme statua di pietra. La spada di Gryffindor che sbucava dal Cappello Parlante. La morte di Cedric, con la terribile risata di Voldemort. Sirius, il suo padrino che lo abbracciava. Dolores Umbridge che lo puniva.

Il ricordo successivo, lo lasciò sbigottito:

Severus, che lo curava e lo teneva stretto a sé. Un pitone che guardava Harry parlando in serpentese, subito dopo fatto sparire dall’ Inquisitrice Suprema, furiosa.


Tutte quelle immagini, quei ricordi, durarono poco meno di un minuto: l’uomo dovette fermarsi per aiutare il Ragazzo, ormai a terra.
Lo fece sedere, mentre questo cercò di riprendersi nei minuti a seguire; la legilimanzia difatti, lo stroncò subito, lasciandolo quasi totalmente privo di forze.
«Basta così, per oggi» dichiarò l’uomo con un tono di voce neutro, dando al ragazzo un’occhiata preoccupata “Non durerà un secondo con lui” si disse, prendendo atto di quanto sarebbe stato difficile aiutare il giovane mago, vista la mole e la particolarità di ogni ricordo che il Signore Oscuro avrebbe potuto sfruttare a suo vantaggio. Lo aiutò ad alzarsi dalla sedia mentre gli occhi smeraldini lo fissarono, cercando di dirgli qualcosa, senza tuttavia che il ragazzo aprisse bocca. «Adesso che ho testato a che livello si trova la sua mente, dovrò riflettere su come svolgere le lezioni nel miglior modo possibile; le farò sapere la prossima data dell’incontro a breve» proferì con tono pratico il professore e, cercando di ignorare la faccia turbata del giovane, aggiunse 
«Per oggi può andare, Potter».
Appena il giovane Gryffindor uscì dall’aula, Snape si appoggiò pensieroso al bordo della cattedra: il ragazzo volente o nolente, nella sua testa, gli fece vedere che considerò lo stare con lui in quei momenti così bui un “buon ricordo”… quindi la sua presenza risultò per il ragazzo in qualche modo positivo. Severus ne rimase quasi sconcertato: nel numero incredibile di esperienze terribili che ebbe vissuto fino ad allora, possibile che lui fosse una parte di quelle positive? Gli vennero in mente tutte le volte che lo ebbe sbeffeggiato davanti alla classe, prendendolo in giro per il suo status di celebrità e mai come in quel momento, dopo aver visto tutti quei ricordi, si pentì di aver fatto una cosa simile.


Passarono i giorni ed Harry fu sempre più preoccupato: possibile che la sua lezione fosse stata così deludente che Snape avesse già perso le speranze con lui? Inoltre si ricordò che verso la fine dei suoi ricordi comparve anche il professore: “Forse è per questo che non mi ha ancora fatto sapere la data del prossimo incontro?” si chiese meditabondo; certo, la prima ed unica lezione fatta fu terribile per il ragazzo, ma si rese conto qualche ora dopo che il professore non ebbe tutti i torti a ricordargli l’ importanza di quelle lezioni, dicendogli «Meglio che li veda io, rispetto all’Oscuro Signore, le pare Potter?».
Mentre rifletté su ciò durante le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, gli arrivò un bigliettino: sconcertato, riconobbe la grafia di Hermione

Devo parlarti. A Hogsmade dobbiamo andare in un posto.
Aspettami davanti alla biblioteca prima di pranzo, ti spiegherò tutto.”

Harry si illuminò. Hogsmade! Ora che anche Sirius ebbe dato il consenso scritto al Preside, pure lui ci sarebbe potuto andare con gli altri, senza doversi nascondere sotto il mantello dell’invisibilità.
Passò il resto della lezione beandosi all’idea della gita del giorno seguente, ignorando gli sguardi sorridenti e le risatine di alcuni suoi compagni di Casa.
Poco prima di pranzo, si trovò ad aspettare la Gryffindor davanti alla biblioteca: prima che potesse anche solo salutarla, la ragazza lo tirò per la veste in direzione di un tavolino nascosto da tutti gli scaffali; si sedettero e la ragazza cominciò a guardarsi in giro nervosamente.
«Promettimi che non ti arrabbierai» sussurrò la ragazza, mentre lo guardò con un’aria un po’ troppo supplichevole per i suoi gusti «Hermione, quando mi dici così, sai che sicuramente mi arrabbierò. Ma ho imparato nel corso del tempo che è inutile farlo, quindi ti prometto che cercherò di non arrabbiarmi» disse lui con tono un po’ esasperato. 
Alla riccia bastò e iniziò a dire «D’accordo. allora, sappiamo tutti che la Umbridge non è una buona insegnante.» Harry la guardò male, borbottando «Non è una buona insegnate per usare un eufemismo..» «Precisamente» riprese lei, con un po’ più di coraggio «Per questo io e Ron ci siamo detti: perché dobbiamo fare finta di imparare una delle materie più importanti ad Hogwarts? Insomma, quello che voglio dirti è che ci serve un insegnate vero, capace e con esperienze dirette contro le forze oscure…» il ragazzo capì subito dove la ragazza volesse andare a parare.
«Cosa? No, non se ne parla. Mai e poi mai.» disse, con tono scandalizzato «Ma… ehm… vedi, domani ad Hogsmade, abbiamo… come dire, organizzato una piccola riunione per discutere proprio di questo» Hermione con questa frase, seppe di aver sganciato la bomba e aspettò una reazione da parte del ragazzo: lui si accasciò sulla sedia, prendendosi la testa fra le mani e mormorò «In quanti saranno?» la Gryffindor, con tono rassicuratore gli disse «Un piccolo gruppo, ho cercato di capire chi sarebbe interessato ad un’attività simile» e guardando il ragazzo mormorò «Oh Harry, ti prego…» il moro la guardò male e sospirando borbottò «Beh, del resto, hai ormai già organizzato tutto…» Hermione lo abbracciò e, prendendosi un rimprovero da Madama Pince per il suo tono di voce, ringraziò l’amico. «Domani allora, andiamo assieme a Ron alla “Testa di Porco” per il ritrovo!» disse con tono felice uscendo dalla biblioteca per avvisare gli altri. 
L’indomani il Ragazzo Sopravvissuto si svegliò inquieto: Hermione, maledizione a lei, nel corso degli anni lo coinvolse sempre in progetti assurdi, come quello del C.R.E.P.A, aspettandosi sempre la sua piena approvazione; certo, questa volta, secondo lei era per una causa ancora più importante.
Prese la sciarpa e, dopo aver fatto colazione, si preparò ad uscire con i suoi due migliori amici, in direzione del locale; quando finalmente lo raggiunsero ed entrarono, il Gryffindor ebbe un brivido nel vedere le condizioni della locanda.
 «Beh… è vero che non è il massimo» disse la ragazza, mentre un ubriaco inseguiva una capra dichiarandole il suo amore «ma, se non altro, è al riparo da sguardi ed orecchie indiscrete» aggiunse a mo’ di scusa; mentre indicò al ragazzo una porta.
Aprendola, Harry si trovò davanti una ventina di persone: Neville con Dean e Lavanda, seduti vicino a Calì e Padma Patil con Cho e una delle sue solite sciocche amiche, quindi (con un aspetto da sognatrice, che dette l’idea di essere lì per caso) Luna Lovegood; Bell Katie, Alicia Spinnet e Angelina Johnson, Colin e Dennis Canon, Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchley, Hannah Abbott, una ragazza del Hufflepuff con una lunga treccia lungo la schiena di cui Harry non conosceva il nome; tre ragazzi del Ravenclaw che era piuttosto sicuro si chiamassero Anthony Goldstein, Michael Corner e Terry Boot, e poi Ginny, tallonata da un ragazzo biondo magro alto con un naso rivolto in alto che Harry riconobbe vagamente come un membro della squadra di Quidditch del Hufflepuff, Fred e George Weasley con il loro amico Lee Jordan: tutti e tre portavano grandi borse di carta riempite con la merce di Zonko; ma con grande sorpresa del Ragazzo Sopravvissuto in mezzo a tutti loro notò Draco Malfoy, che ostentò uno sguardo di disprezzo verso gli altri. 
Si voltò incredulo verso la riccia che, arrossendo, si giustificò con «Mi ha sentita parlare con te in biblioteca, ha detto che avrebbe tenuto la bocca chiusa solo se avesse partecipato anche lui» il Gryffindor guardò sconcertato la ragazza, che si affrettò ad aggiungere «…Ha… ha detto che lo fa solo perché vuole sapersi difendere dagli ex-compagni di suo padre. Puoi stare tranquillo, mi occuperò io di lui, nel caso» disse, cercando di sembrare convincente.
Il ragazzo scrollò le spalle e si voltò verso la piccola folla che quel giorno si radunò, prendendo coraggio, ma Hermione lo batté sul tempo: «Ciao a tutti …ehm… bene, voi sapete perché siete qui»  iniziò tentennando leggermente «Io ho avuto un’idea - che è probabile che sia utile per chi vuole imparare Difesa Contro le Arti Oscure – ed intendo, imparare veramente, perché le lezioni che la Umbridge sta facendo con noi, è chiaro che non siano minimamente utili » la sua voce divenne improvvisamente molto più forte e più fiduciosa « Sempre che si possano chiamare “ Lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure”: passare le ore sui libri, in una materia come questa, è assurdo» riprese lei, più decisa « In poche parole, ho pensato che sarebbe stato utile se noi iniziassimo a saperci difendere facendo pratica con dei veri incantesimi».
«Lo dici perché vuoi passare Difesa Contro le Arti Oscure per il G.U.F.O., giusto? “chiese Michael Corner, un Ravenclaw; «Certo che lo voglio» disse la ragazza prontamente.
«Ma più che per questo, io voglio essere preparata sul serio in difesa perché… perché… » lei fece un gran respiro e cercò di trovare le parole adatte, ma Harry finì per lei «perché Lord Voldemort è tornato».
Non tradendo le sue aspettative, gran parte dei presenti divenne inquieta e mormorò al vicino frasi sconcertate.  «»
Un ragazzo, alla fine, prese coraggio e disse «E dove sono le prove?»
“Chi sei? “chiese Ron, quasi abbaiando. «Zacharias Smith», si presentò il ragazzo, « E penso che abbiamo il diritto di sapere precisamente quello che vi fa credere che Tu-sai-chi sia tornato.» disse risoluto.
«Va bene» intervenne Harry. Ora gli era chiaro perché ci fossero così tante persone alla riunione. Pensò che Hermione avrebbe dovuto capirlo: forse la maggior parte di loro, era qui nella speranza di sentire direttamente la storia da lui. «Che cosa mi fa dire che l’Oscuro Signore è tornato?» ripeté Harry, guardando Zacharias diritto nella faccia. «Io l’ho visto. Dumbledore lo raccontò l’anno scorso alla scuola intera quello che accadde, se non hai creduto a lui, non crederai nemmeno a me, e non ho intenzione di sprecare un pomeriggio tentando di convincervi di questo» e aggiunse «Se sei venuto a sentire precisamente quello che accade ogni volta che Voldemort uccide qualcuno, io non posso aiutarti ». 
La sua ira, sempre così vicina al limite in questi giorni, stava salendo di nuovo. Harry gettò un’occhiata adirata verso Hermione, del resto, lei organizzò tutto questo. Ma nessuno di loro lasciò le sedie, nemmeno Zacharias Smith, sebbene continuasse a fissare intensamente il ragazzo.
«Quindi…», riprese Hermione, ora la sua voce era di nuovo molto alta e impacciata. «Se siete venuti qui per imparare qualcosa di pratico sulla Difesa Contro…» «È vero», interruppe la ragazza con la treccia lunga dietro la schiena, guardando Harry, «che tu puoi produrre un Patronus?» tra i ragazzi si scatenò un mormorio alla risposta affermativa del ragazzo, mentre questa continuò «Un Patronus corporale?» «Ehm … tu conosci Madama Bones, vero?» le chiese il ragazzo.
La ragazza sorrise. «Io sono Susanna Bones, sua nipote. Mi ha raccontato che ha sentito parlare di te. Quindi… è proprio vero? Sai far comparire un Patronus sotto forma di cervo maschio?» «Sì» rispose il ragazzo, un po’ imbarazzato. «Incredibile, Harry! Non ce lo avevi mai detto!» disse Lee, guardandolo con profonda ammirazione.
Fred gli si avvicinò e gli disse «Mamma disse a Ron di non raccontarlo troppo in giro, dice che godi già di troppa attenzione così.» «Non ha tutti i torti», borbottò Harry, ed un paio di persone risero, mentre Terry Boot chiese «Ed uccidesti un Basilisco con quella spada nell’ufficio di Silente? Questo è quello che uno dei ritratti sul muro mi disse quando l’anno scorso…» «Ehm… sì, l’ho fatto», disse Harry; mentre il flusso di domande sulle sue imprese aumentarono sempre di più, fino a quando lui disse «Sentite» e tutti tacquero all'istante. «Io... non voglio cercare di fare il modesto, ma... sono stato molto aiutato...» «Non con il drago» intervenne subito Michael Corner. «Quello è stata pura bravura...» «Be', sì...» ammise Harry, pensando che sarebbe stato maleducato contraddirlo. «E nessuno ti ha aiutato a liberarti di quei Dissennatori quest'estate» disse Susan Bones. «No» rispose Harry, «no, d'accordo. Certo, ho fatto delle cose senza l'aiuto di nessuno, ma quello che sto cercando di dire è...» «Stai cercando di sottrarti?» chiese Zacharias Smith. «Ho un'idea» disse Ron ad alta voce, prima che Harry potesse ribattere. «Perché non taci, per una buona volta?» disse guardando il ragazzo come se non chiedesse di meglio che picchiarlo. L’ Hufflepuff cercò di giustificarsi «Be', siamo tutti qui per imparare da lui, e ci sta dicendo che non sa fare niente». «Non ha detto questo» ringhiò Fred. «Vuoi che ti puliamo le orecchie?» domandò George; Hermione capì al volo l’aria di rissa che si creò ed intervenne subito «Va bene, andiamo avanti... il punto è: siamo tutti d'accordo, vogliamo prendere lezioni da Harry?» ci fu un mormorio di assenso generale. 
«Bene» disse Hermione, soddisfatta del piccolo passo fatto in direzione del vero scopo della riunione. «Adesso, la domanda successiva è con quale frequenza ci incontriamo. Non credo che sarebbe utile se lo facessimo meno di una volta alla settimana...» e fermò i ragazzi che iniziarono ad elencare i giorni nei quali avrebbero dovuto allenarsi per le partite di Quidditch, dicendo loro «Sono sicura che troveremo una sera che vada bene per tutti» e aggiunse, con una nota di impazienza, «ma vedete, queste lezioni sono una cosa importante, stiamo parlando di come difenderci dai Mangiamorte di V-Voldemort...» «Ben detto!» esclamò Ernie Macmillan, un Hufflepuff, continuando con veemenza «Personalmente credo che questi incontri siano molto importanti, forse più importanti persino dei G.U.F.O.!» si guardò intorno come se si aspettasse di venire contraddetto, ma visto che nessuno parlò, proseguì: «Sinceramente, non riesco proprio a capire perché il Ministero ci abbia rifilato un'insegnante così mediocre in un momento tanto critico. So che negano il ritorno di Voi-Sapete-Chi, ma mandarci un'insegnante con il compito di impedirci di usare incantesimi difensivi...» «A questo proposito, abbiamo una teoria», sospirò Harry, mentre fece un cenno di assenso all’amica, che dichiarò «Secondo noi il motivo per cui la Umbridge non ci vuole insegnare incantesimi di Difesa contro le Arti Oscure, è semplicemente che deve avere una sua... idea folle, secondo la quale Dumbledore addestri gli studenti della scuola come una specie di esercito privato. Crede che possa mobilitarci contro il Ministero».
Per la prima volta in tutta l’incontro, Draco Malfoy si fece sentire, mettendo a tacere i mormorii che Hermione creò «La Granger ha ragione. Ormai quella donna è riuscita a convincere anche il Ministro con la sua teoria. E soprattutto, da quanto ne so, non ha alcuna intenzione di fermarsi a questo. Non so cosa aspettarmi per il seguito, se queste sono le basi del suo insegnamento » aggiunse, alzando il braccio e facendo vedere le cicatrici sulla sua mano, derivate dalla punizione, a tutti i presenti.
A quella vista la maggior parte dei presenti rabbrividì: la paura di possibili peggioramenti dal fronte Umbridge, tuttavia, animò la gran parte di loro. Hermione tuttavia, diventò inspiegabilmente rossa al sentire le parole del giovane Slytherin.
Discussero per molti minuti su dove potersi incontrare e visto che non riuscirono a tirar fuori qualcosa di sensato Hermione disse «Va bene, cercheremo un posto in questi giorni: se vi venissero in mente alcuni luoghi, ditecelo. In ogni caso, manderemo un messaggio a tutti quando avremo definito tutto sul primo incontro», mentre disse tutto ciò, continuò a rovistare nella sua borsa e alla fine prese piuma e pergamena, ed esitante aggiunse «Io... penso che dovremmo tutti scrivere il nostro nome, per sapere ha partecipato a questa riunione, oggi. Ma credo anche» e qui respirò a fondo, «che tutti siano d'accordo nel non voler sbandierare ai quattro venti quello che stiamo facendo. Perciò, firmando, acconsentirete a non raccontarlo alla Umbridge o a chiunque altro». Il primo a firmare fu Fred, che scrisse allegramente il suo nome sulla pergamena: Harry notò all'improvviso che tanti sembravano nervosi all’idea di mettere il proprio nome sulla lista. «Ehm...» disse esitando Zacharias, senza prendere la pergamena che George tentava di passargli, «ecco... sono sicuro che Ernie mi dirà quando c'è la riunione». Ma anche l’altro Hufflepuff parve restio a firmare. Hermione lo guardò, imitando perfettamente il cipiglio della signora Weasley, chiedendo spiegazioni «Io... ecco, noi siamo prefetti» disse il ragazzo, imbarazzato. 
«E se qualcuno trovasse quella lista... insomma... come dici anche tu, se la Umbridge scopre...» 
«Hai appena detto che questo gruppo è più importante dei G.U.F.O stessi» gli ricordò Harry. 
«Ernie, mi credi davvero il tipo di persona che lascerebbe questo elenco in giro?» chiese Hermione stizzita. «No. No, assolutamente!» rispose Ernie, un po' meno teso. «Io... certamente, adesso firmo». 
Nessuno fece obiezioni dopo di lui, anche se Harry vide l'amica di Cho scoccarle un'occhiata di disapprovazione, prima di aggiungere il proprio nome. Quando anche Zacharias ebbe firmato, Hermione si riprese la pergamena e la rimise con cura nella borsa. C'era una strana atmosfera nel gruppo ora; come se fossero legati da una specie di contratto: lasciarono tutti il pub con un misto di paura ed eccitazione, all’idea di aver creato quella specie di “gruppo”.


Passarono i giorni e nessuno ebbe trovato una soluzione al problema di dove fare le lezioni.
Harry si sedette al tavolo dei Gryffindor con i suoi amici, quando un gufo dal piumaggio molto scuro planò in sua direzione, lasciandogli un foglietto color pergamena, dove, con inchiostro nero spiccarono tre parole: “STANZA DELLE NECESSITÀ”. 
Appena il ragazzo le lesse, le parole scomparvero e il gufo volò via, lasciandolo momentaneamente perplesso.
La Gryffindor lo guardò incuriosita, mentre il ragazzo appoggiò il foglietto sul tavolo e con aria divertita disse «Hermione, cosa sai a proposito della stanza delle Necessità?»

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Buonasera a tutti!
Per chi mi segue, immagino che oggi sia stato un po’ perplesso nel non trovare il mio capitolo aggiornato di mattina, come al solito. Ebbene, ci ho impiegato molto più tempo per via della lunghezza: garantisco, mi sono fermata perché ritenevo eccessivo scrivere più di sei pagine per un capitolo solo. 
Purtroppo dovrò partire in direzione mare domani mattina alle 7 e per questo non potrò garantirvi aggiornamenti per una settimana.
Intendiamoci, nel frattempo scriverò comunque la storia, ma potrò pubblicare solo al ritorno.
Detto ciò, mi dispiace di essermi fermata nel punto cruciale della storia, perché sto aspettando questo momento dall’inizio della fanfiction… ma del resto, come ho già detto, avrò tempo per scrivere la parte cruciale durante il mio soggiorno in Sardegna.
Riguardo al capitolo; mi sono soffermata parecchio sulla prima riunione ufficiale del gruppo, ma a quanto pare, anche una persona misteriosa ha sentito segretamente cosa si sono detti i ragazzi durante il ritrovo e non ha esitato ad aiutare Harry: gli indizi ci sono, resterà a voi capire chi è!
Ok, sto decisamente scrivendo troppo oggi.
Come al solito, spero possiate perdonare eventuali errori ortografici (ho avuto meno tempo del solito per correggere la bozza) e vorrei ringraziare veramente tanto le persone che recensiscono la storia :3

16/07/15 , MomoiDancho

   
 
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