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Autore: pozzanghera    17/07/2015    0 recensioni
C’è chi dice che nella vita siamo predestinati, e io mi sento proprio così: predestinata ad essere infelice. La felicità non è qualcosa che mi appartiene, se la vita me l’ha concessa è tornata presto a riprendersela. Ma andrò avanti come ho sempre fatto.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando arrivo Danny mi aspetta nel parcheggio sul retro con l’auricolare all’orecchio in preda ad una accesa discussione. Mentre continua a gesticolare e sbraitare, mi fa segno di seguirlo all’interno, stacca per un attimo, mi indica tutti gli alcolici da sistemare e torna fuori per proseguire la conversazione con qualcuno che è riuscito a farlo alterare non poco. Il locale è semibuio, è accesa solo la luce del banco, c’è il solito odore di fumo misto a deodorante per ambienti.
Guardo tutte le bottiglie accumulate sul banco e sulla pedana nel tentativo di suddividerle mentalmente per categorie. Ricordo abbastanza bene dove e come vanno sistemate, come dice Danny: l’ordine è fondamentale, è la prima parte del lavoro.
Mentre comincio a svolgere il compito con la coda dell’occhio vedo il riflesso di una persona, mi volto verso lo specchio. Confesso che sono un po’ agitata, ero sovrappensiero e quella figura mi ha preso alla sprovvista. Il cuore inizia ad accelerare, nella penombra del locale sembra quasi un fantasma, è molto bella, un angelo provocatore dal viso di un’attrice hollywoodiana ma forse è semplicemente una comune mortale, di quelle che difficilmente si incontrano nella vita. Mi volto e i nostri sguardi si incrociano. Per un istante.
C’è qualcosa in un primo sguardo che a volte ci attrae ad una persona, c’è qualcosa di indescrivibilmente unico nel parlare ad una persona per la prima volta e avere la sensazione di conoscerla da sempre eppure provare una curiosità inaspettata. Non accade spesso e non con chiunque, ma quando accade, ti agita l’animo, ti prende lo stomaco, ti manda il cuore a mille e la testa tra le nuvole, è una sensazione insolita e forse per questo la più bella. Credo di non averla mai provata prima. 
“Ciao” mi dice garbatamente la ragazza. Ha i capelli rossi al di sotto delle spalle ma non posso dirlo con certezza, il locale è illuminato solo dalle luci del bancone. Ha indosso un abitino nero aderente, somiglia a  Julia Roberts in Notting Hill, mi chiedo se abbia anche lo stesso sorriso ingenuo e familiare.
“Ciao” rispondo tentando di non balbettare e mi rendo conto che do l’impressione di cadere dalle nuvole. 
“Cerco Danny, non c’è?”
Speravo cercassi me.
Le indico la porta che dà sul retro, mentre mi sento avvampare e lascio cadere una bottiglia che fortunatamente non si frantuma ai miei piedi, non riesco a dire nulla la sua presenza è tale da farmi diventare un ebete. Lei esce sul retro e rimane qualche istante a parlare con il boss, rientra mi accenna un saluto e va via in una tale velocità da farmi dubitale che tutto quello fosse accaduto. 
Totalmente smarrita non posso fare a meno di notare quanto fosse sexy il suo corpo, mentre la vedo andar via resto quasi ipnotizzata dal volteggiare della gonna sui suoi fianchi.
Mi volto a risistemare la bottiglia che accidentalmente ho fatto cadere e vedo un riflesso sconosciuto: possibile che sia diventata così?
Mi passo una mano tra i capelli, sono mesi che non li taglio, hanno quasi raggiunto le spalle e poi ho un viso enorme, ho preso troppo peso, non sembro nemmeno più io, chi posso rimorchiare conciata così? Dov’è finita tutta la mia sicurezza, la mia sfrontatezza? 
“So che stai passando un momento difficile…ma ecco, vorrei parlarti, è una cosa piuttosto importante” quel tono così pacato, quella voce gentile di Danny mi coglie alla sprovvista e mi fa ritornare al presente.
Lo guardo negli occhi, sembra che il suo umore sia cambiato in un attimo, ho sempre pensato che certi uomini sanno essere più lunatici delle donne in gravidanza.
“Dimmi”
“Saresti disposta a tornare a lavorare qui?” mi chiede continuando a mandare messaggi con il telefono.
Prendo tempo, io non vorrei tornare…o forse si? Non lo so, ho ancora questo nodo allo stomaco.
“Lo sai che mi fido di te, solo di te” aggiunge con occhi supplichevoli separandosi finalmente dall’oggetto elettronico.
 “Te lo faccio sapere” rispondo e mi allontano a prendere un cartone dall’altro lato del bancone. 
La verità è che non so cosa voglio, da quando se n’è andata ho perso la bussola.
 
Nel rientrare a casa durante le prime luci dell’alba, provo una strana adrenalina, la serata è andata meglio di quanto immaginassi, anche se avrei  voluto rivedere la tipa dai capelli rossi. Scendo dall’auto e vengo letteralmente rapita dal profumo di cornetti appena sfornati: la nuova cornetteria, la causa dei miei chili di troppo. O meglio, una delle tante cause ma ora non importa, alla linea ci penserò domani, urge un cornettone con crema e amarena.
È ancora caldo ma lo mangio anche a rischio di prendere un gran mal di pancia.
Sono i momenti come questo che mi ricordano tutte le volte che mia madre mi diceva di stare attenta a quello che mangiavo: mai troppe ciliegie, il pane appena sfornato o troppa cioccolata…ah, mamma, a quante cose avrei dovuto stare attenta!
Sono stanca ma nonostante ciò sorrido, cosa si può desiderare di più dalla vita? Mi sono mancati questi spuntini improvvisati, l’allegria della discoteca e decine di donne che flirtano intorno a me e con me, forse su questo aveva ragione lei. Guardo l’orologio: sono quasi le sette, ho meno di dieci minuti per prepararmi ed essere al lavoro. Nonostante faccia più in fretta che posso, arrivo con venti minuti di ritardo, cosa che ovviamente mi fa notare il principale e per le restanti otto ore non perde occasione per tormentarmi. È di cattivo umore tanto per cambiare ma oggi sono stanca e soprattutto non sono più in vena di sentirlo, finito il turno gli do le dimissioni, troverà qualcun altro su cui sfogare la propria frustrazione.
È ufficiale, torno al Pink!
La vita è una fiamma che può spegnersi da un momento all’altro e questo lo so bene, allora perché non alimentarla?
  
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