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Autore: masked_lady    22/01/2009    10 recensioni
Questa è la storia di come Eowyn e Faramir si sono innamorati. Tutto quello che il libro dice e non dice. la storia di come una dama ardita e fiera fu guarita dall'amore vero. Leggete in tanti e SE VI VA LASCIATE UN COMMENTO. bACI.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Eowyn, Faramir
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Guarigione

Guarigione

 

Ho ricevuto un messaggio di mio fratello. La gioia che ho provato nel ricevere sue notizie è inesprimibile. Mi ha fatto intravedere la luce che per molto tempo ha aspettato invano. Ma questo, è stato prima che comprendessi che i giorni trascorsi con sire Faramir sono stato un’occasione di felicità.

La felicità più grande cui potessi aspirare. ora non chiedo altro.

Non chiedo altro e per questo ho risposto negativamente alla richiesta di Eomer di raggiungerlo al Campo di Cormallen. Sarebbe stata la cosa più bella, per me, raggiungerlo e partecipare della sua gloria, della mia gloria.

Ma Egli non è partito. Egli deve prepararsi ad accogliere il Re. Il suo incarico di Sovrintendente è terminato, perché sire Aragorn tornerà e prenderà ciò che, di diritto, è suo.

Se non avesse rifiutato il mio amore, o qualunque cosa fosse, insieme al trono avrebbe preso anche qualcos’altro, che fosse suo di diritto.

Ma non è andata così e ora io appartengo a colui che non parte per partecipare alla vittoria. Quale dovrebbe essere il mio posto se non accanto a lui? Ogni donna deve stare accanto all’uomo che ama e adora. Io non devo essere da meno. Non sarò da meno neppure se, in un certo senso, non è mio diritto stargli accanto. gli non è il mio fidanzato. Non è il mio sposo.

Non gli appartengo, ma sono sua. È tardi per tornare indietro.

per questo resto qui, chiusa nelle mie stanze a riflettere. Per la maggior parte del tempo, penso a lui. Da quando ho deciso di rimanere nelle Case di Guarigione, non l’ho più veduto. Perché?

La mia speranza era di restare perché sarei rimasta con lui. Ho dunque agito invano?

Proprio mentre mi interrogo per l’ennesima volta a questo proposito, sento bussare lievemente alla mia porta.

« Chi è? » domando con un filo di voce. Il cuore impazzito nella gola martella nelle orecchie impedendomi quasi di udire.

« Sono Faramir, mia signora. » risponde la voce che conosco bene che ho imparato ad amare « Non era mia intenzione disturbarti, ma avrei bisogno di parlare con te. »

Per qualche istante fui incapace di rispondere, ma poi trovai la forza necessaria per consentirgli di entrare nella camera.

Quando varcò la doglia, non so se a causa della lunga lontananza, mi parve ancora più bello e più magnetico di quanto rammentassi. Un dio. Un uomo che superava tutti gli altri per la sua capacità di riempire una stanza con la sua personalità, senza che essa risultasse opprimente e dura.

« Mia signora, sei pallida. » dice dolcemente « Il Custode diceva il vero, dunque. »

So di essere pallida. Non sono uscita da giorni dalle mie stanze, crogiolandomi nella mia sofferenza. « Cosa ti ha detto, sire, il Custode? »

« Che eri pallida, come quando arrivasti qui, ferita dal Nazgul. »

Alzo gli occhi a guardarlo, per la prima volta, e leggo in essi la preoccupazione, e anche qualcos’altro.

« Non sono uscita per alcuni giorni, sire, ma sto bene. » sussurro. La voce sembra essersi bloccata nella mia gola. « Come mai sei venuto fin qui? »

« Ero preoccupato per te, Eowyn. » risponde senza esitare un solo istante. « E desideravo parlarti, come ho detto. »

« Che cosa volevi dirmi? »

Sorride, e mi sento riscaldata da quel sorriso così tenero e amorevole « Non verresti a farmi compagnia? Se davvero non sei uscita, ultimamente, è tempo di rimediare. Il sole splende nel cielo, mia signora. » il suo sorriso si allarga « manca solo la tua presenza perché illumini il mondo intero. »

Quelle parole sarebbero risultate falsamente galanti in bocca ad un qualsiasi altro uomo. Lui, invece, lo pensa veramente. Non posso non essene lusingata.

Annuisco e lo seguo nel cortile dove abbiamo trascorso tante ore felici. Ammiriamo insieme per molti minuti il sole che aveva decantato. Sembra che a Minas Tirith sia tornata la vita.

Dopo qualche istante, sento il respiro dell’uomo accanto a me farsi più rapido, quasi nervoso. Forse per questo lui sospira, nel tentativo di calmarlo.

Senza staccare gli occhi dall’orizzonte, si rivolge a me « Eowyn, perché resti qui, invece di unirti ai festeggiamenti a Cormallen, oltre Cair Andros, dove tuo fratello ti attende? »

La sua domanda mi coglie terribilmente alla sprovvista. Come fa lui a sapere che mio fratello mi ha invitata a raggiungerlo? Lo sa veramente, poi? È così solenne, strano e saggio, sire Faramir, che non sarei sorpresa nell’apprendere che non lo sa affatto, ma lo ha indovinato dal mio sguardo.

Non so cosa rispondere. Scoprire il mio cuore così facilmente sarebbe poco saggio da parte mia. Domando dunque a lui, che tutto vede e sa. Prego che la sua risposta non mi metta con le spalle al muro. In gabbia.

« Non lo sai? » domando, anche io senza guardarlo.

« Vi sono due motivi possibili » risponde senza scomporsi, voltandosi però a guardarmi. Avverto un lieve tremore nella sua voce «ma quale sia quello vero non saprei dire. »

In quel momento, nonostante il mio amore sconfinato, che mi sforzo di tenere nascosto ai suoi occhi, lo odio. Gli indovinelli sono noiosi e stancanti. In quest’ora tarda, voglio chiarezza. Altrimenti, sire Aragorn, che sembrava tanto ammirarmi ed amarmi, non sarebbe diverso da lui.

« Non desidero giocare agli indovinelli. Parla più chiaro. » Sono tornata la principessa guerriera, la fiera figlia di Eomund. Ho espresso un ordine tassativo.

Sorride lievemente, vedendo ciò che io stessa ho notato « Poiché lo desideri, signora,credo che tu non parta perché soltanto tuo fratello ti ha mandata a chiamare, e ammirare in tutto il suo trionfo sire Aragorn non ti recherebbe alcuna gioia. » si ferma ed io sento il cuore esplodermi nel petto. Non so se riuscirò a dissimulare ancora a lungo. Distolgo lo sguardo da lui, per paura che legga la mia anima.

Stavolta lo vedo chiaramente tremare, mentre prosegue « Oppure perché io non parto e desideri starmi accanto. » rise « E forse per ambedue i motivi e tu stessa non sapresti scegliere. »

Il suo sguardo si fa intenso, indagatore e terribilmente dolce. Come posso resistere a quello sguardo? Distolgo gli occhi per l’ennesima volta. Che vergogna, per me, che non sono fuggita davanti a colui che non poteva essere ucciso, fuggire lo sguardo di un uomo.

« Eowyn, tu non mi ami, o non vuoi amarmi? » chiede infine.

Comincio a tremare e gli volto le spalle « Desideravo l’amore di un altro » dico, tentando di rifugiarmi nel passato. nei ricordi. Nella consapevolezza di ciò che accadrebbe se rifiutasse il mio amore « Ma non voglio la pietà di nessuno. »

« Lo so. Desideravi l’amore di sire Aragorn. » sento una tristezza senza fondo nella sua voce. Se avessi guardato per un momento i suoi gentili occhi grigi avrei letto lo stesso sentimento? Mi volto ed è così. « Lui era grande e potente. Ammirevole, come un generale sembra ad un giovane soldato. E tu, Eowyn che ambivi la fama e la gloria, come avresti potuto non amarlo, non essere attratta dal suo splendore? Volevi essere innalzata sopra ciò che di meschino striscia sulla terra. » mi guarda con tenerezza « Ma lui ti diede solo comprensione e pietà »

Non posso fare nulla per impedirlo, quindi neppure mi volto. le lacrime hanno cominciato a scorrere. Troppo il peso. Troppo il dolore. Troppa rassegnazione nel mio cuore.

« Guardami, Eowyn! » esclama. La sua voce interrompe il mio pianto e fisso gli occhi nei suoi. « Non deridere la pietà, perché è un nobile sentimento. posseduto dai vaolorosi. Ma non è questo, che ti offro. » Mi prese per le spalle, delicatamente, ma risoluto, facendosi più vicino « Sei una dama nobile e valorosa. la fama che desideravi è stata da te raggiunta e nessuno mai la oblierà nei secoli che verranno. E sei tanto bella che neppure le parole dell’idioma elfico potrebbero descriverti. » si ferma, esitando, ed io vorrei che continuasse, perché dice cose gentili e care. Se questo è un addio, almeno lui ha saputo lenire il mio cuore, prima di lasciarlo andare alla marea.

Si avvicina ancora di più « Io ti amo, Eowyn d Rohan. » dice calmo. Il mio cuore batte furiosamente « Un tempo ebbi pietà della tua tristezza, ma ora, anche se tu fossi la regina di Gondor, io ti amerei ugualmente. Ho notte e giorno ringraziato quanto esiste di potente a questo mondo per aver fatto sì che sire Aragorn ti respingesse. Se fossi stata sua, quanto sarebbe stato infelice il mio amore? Non avrei neppure potuto tentare. »

Non sento nulla se non le sue parole, la pressione delle sue dita sulle spalle coperte dal leggero tessuto del mio vestito. Ciò che sento è vero? Mi sveglierò scoprendo di aver delirato nel sonno?

Faramir mi guarda con tenerezza straziante « Io ti amo. Non mi ami, tu, Eowyn? »

Quelle ultime parole sono la conferma che cercavo. Il sole brilla nella mia anima ora che so che stavolta non ho amato e sperato invano. Potrei dunque essere felice?

Con lui, so che lo sarei.

Mi divincolo gentilmente dalla sua presa e mi allontano di qualche passo, voltandogli le spalle. Mentre lo faccio, leggo un dolore così straziante nei suoi occhi da indurmi a gettargli le braccia al collo per lenirlo. Il mio dolore non contava nulla più, in presenza del suo.

« Questa è Minas Anor, la torre del sole. » dico, sempre senza guardarlo in volto « Guarda, sire! l’Ombra è scomparsa. Non sarò più una fanciulla d’arme, perché verrà la pace. Se occorrerà, combatterò, ma non prima di aver conosciutola gioia. Sarò una guaritrice e amerò tutto ciò che cresce ed è vita. » stavolta mi giro a guardarlo. È ancora addolorato, ma meno. C’è speranza e confusione nel suo sguardo.

Mi avvicino molto lentamente. Ogni passo che compio, genera in lui maggio speranza e maggiore tremore. Allora sorrido, sperando che comprenda « Non desidero più essere una regina. »

Allora, egli ride, sollevato e felice, come non lo avevo mai sentito « meno male, perché io non sono un re. Eppure sposerò la bianca dama di Rohan se ella lo vorrà. » Si avvicinò a sua volta a me di un passo « E se ella lo vorrà dimoreremo nell’Ithilien, dove ella coltiverà un giardino. Ogni cosa vi crescerà con gioia, se curata e coltivata da lei. »

Mi trattengo dal ridere, ma continuo a sorridere. la felicità, in quel momento, sembra senza confini « Devo dunque lasciare la mia gente, uomo di Gondor? » dico, esageratamente seria nonostante il sorriso « E vorresti che la gente orgogliosa della tua città dica di te che hai domato una selvaggia fanciulla del Nord, quando v’erano molte e più fanciulle adatte a te qui? »

Ride ancora, gettando il capo all’indietro con gioia estrema « Lo vorrei. »

Prima che me ne renda conto, copre l’ultima distanza che ci separa e mi prende tra le braccia. Allora comprendo che mi èstata donata la felicità, e gli getto le braccia al collo come desideravo fare vedendolo addolorato. Le nostre labbra si incontrano e si perdono insieme. Non avrei immaginato cosa avrei provato baciandolo, ma come avrei potuto?

Sento le sue labbra gentili e appassionate e rispondo lui con uguale intensità.

Siamo visibili a molti, ed essi ci guardano, ma non importa. Sono guarita e so che qui è davvero il mio posto.

Qui, ma non nelle case di Guarigione. Qui, ma non in questo cortile. No.

Tra le sue braccia.

  
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