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Autore: B_Regal    21/07/2015    4 recensioni
Ispirata alla settimana italiana #OutlawQueen
1) Teen OutlawQueen
2) Out of Storybrooke
3) Write a Story
4) First Date
5) Happy Bday
6) Archery
7) OutlawQueen Baby
Poi i ricordi iniziarono a riaffiorare e l’angoscia prese il sopravvento, facendo leva sui gomiti cercò di mettersi a sedere e non fu il dolore sordo alla schiena a fermarla, ma due mani che si posarono sulle sue spalle, decise.
“Ferma, ferma Regina, ti farai staccare i punti!”
Riconobbe la voce di Robin ma non lo guardò nemmeno per un attimo, i suoi occhi erano puntati dritti sul suo corpo, avvolto da una coperta bianca ma non abbastanza da impedirle di notare che quella curva abituata a vedere ogni mattina non c’era più. E capì anche cos’era quella strana sensazione che avvertiva da quando si era svegliata. Lei era.. vuota.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla fine ce l'ho fatta, a concludere questa raccolta! =D

Vorrei approfittare di questo spazio, però, per cercare di risolvere una spiacevole situazione che è capitata: una delle mie oneshot, per essere precisi la terza, è stata quasi interamente copiata e spacciata per propria da un utente di questo sito, tra l'altro (poco furbamente) proprio in questa sezione. 
Non voglio fare nomi e sto cercando in tutti modi di non dovermi rivolgere all'amministrazione, perchè non voglio arrivare a far bloccare l'account a questa persona; Ho mandato un messaggio privato ma non ho ricevuto risposta e la sua storia risulta ancora pubblicata, quando io avevo chiesto di cancellarla. Ne ho fatto menzione qui perchè sono quasi sicura che questa persona leggerà e, mi auguro, agirà di conseguenza. 

Io non mi ritengo nessuna grandissima scrittrice e non voglio usare paroloni come plagio e diritti d'autore e tutto il resto, semplicemente mi piace immaginare delle situazioni e mi piace renderle più reali mettendole per iscritto, sono solo semplici idee buttate giù al momento ma sono le mie idee, e mi infastidisce che vengano copiate senza nemmeno che mi si chieda il permesso.

Detto questo, e sperando di risolvere la cosa tra di noi, auguro a tutti una buona lettura e grazie per avermi seguito sino a qui! <3

OutlawQueen Baby

Fu una fitta al basso ventre che le fece aprire gli occhi.
All’inizio non capì bene dove si trovasse, si sentiva confusa, le orecchie le fischiavano e le palpebre erano pesanti, e nella sua testa sembrava esserci solo nebbia.
Poi i ricordi iniziarono a riaffiorare e l’angoscia prese il sopravvento, facendo leva sui gomiti cercò di mettersi a sedere e non fu il dolore sordo alla schiena a fermarla, ma due mani che si posarono sulle sue spalle, decise.
“Ferma, ferma Regina, ti farai staccare i punti!”
Riconobbe la voce di Robin ma non lo guardò nemmeno per un attimo, i suoi occhi erano puntati dritti sul suo corpo, avvolto da una coperta bianca ma non abbastanza da impedirle di notare che quella curva abituata a vedere ogni mattina non c’era più.  E capì anche cos’era quella strana sensazione che avvertiva da quando si era svegliata. Lei era.. vuota. Spalancò gli occhi inorridita mentre il respiro diventava più difficoltoso “Che è successo?” Domandò, allarmata e tentando di nuovo di alzarsi.
“Sei stata colpita, e..”
Scosse la testa, se lo ricordava bene ma non era quello che voleva sapere “No, che è successo? La bambina.. Robin, la bambina.. io..”
“Regina!” Robin le aveva afferrato i polsi, costringendola a fermarsi “Regina, è tutto ok, sta bene, lei sta bene, ok? Calmati!”
“No!” Esclamò, le lacrime che già le bagnavano il viso “Non c’è, io lo sento, non c’è.. che è successo alla bambina, Robin? E’ colpa mia?” Urlò, iniziando a singhiozzare “Sono stata io?”
“No, no amore mio, ascoltami, lei è nata..” Robin le sorrise, cercando di tranquillizzarla e non appena si accorse che la compagna si era immobilizzata, smettendo di lottare per alzarsi, le lasciò i polsi portando le mani sul suo viso, per asciugarle le lacrime “ E’ per questo che non la senti, non è più dentro di te, la nostra bambina è nata e sta bene, è un po’ piccola ma è tanto forte, come sua madre, e sta bene, capito?”
Regina scosse la testa, confusa. Credeva alle parole di Robin ma come poteva essere possibile? Come poteva non essersi accorta di nulla? Un attimo prima la sua piccola era al sicuro nella sua pancia e adesso era da qualche parte lì fuori  “Ma.. Robin.. è ancora presto, non può essere nata.. come..” balbettò.
“Avevi preso una brutta caduta e hai avuto.. un distacco di placenta, l’hanno chiamato così..” Robin iniziò a spiegarle pazientemente, mentre l’aiutava a risistemarsi a letto, approfittando di quel momento di calma “Hanno dovuto fare un cesareo d’urgenza, ma è andato tutto bene..  l’hanno tenuta qualche ora in incubatrice ma poi hanno visto che rispondeva bene all’ambiente esterno e l’hanno spostata in culla.. le infermiere mi hanno detto che è una piccola guerriera.. non avevo dubbi, conoscendo la mamma!”
Per la prima volta da quando si era svegliata Regina sorrise, una nuova lacrima scivolò sulla sua guancia ma l’espressione stavolta era di gioia “E’ nata..”
Robin annuì, baciandole la fronte “Si tesoro, è nata ed è così bella.. dopo che è nata l’ho vista solo per pochi secondi ma l’ho notato subito, è uguale a te, ha i capelli neri come i tuoi..”
“Voglio vederla..”
“La vedrai, Emma è andata a prenderla.. Non credo tu te ne sia accorta ma c’era anche lei quando ti sei svegliata.. E Mary Margaret e Killian sono in sala d’aspetto.. I ragazzi invece sono con David, ma sono stati qui fino a oggi pomeriggio.. aspettavamo tutti che ti svegliassi!”
“Quanto tempo ho.. dormito?”
“Poco più di 24 ore, ti hanno sedata un po’ per il piccolo trauma cranico che hai avuto, e un po’ perché se ti fossi svegliata prima che avessero potuto portarti la bambina avresti sicuramente dato di matto!”
Regina fece per rispondere ma la porta si spalancò e il suo cuore perse un battito quando notò la piccola culletta di plastica che veniva trasportata nella stanza da una sorridente Emma.
“Scusate l’attesa, non volevano darmela.. ho dovuto spaventarli dicendo che li avresti inceneriti tutti!”
Robin sorrise ringraziandola con lo sguardo mentre si alzava per raggiungere la culla, si chinò e con delicatezza sollevò un esserino di poco più di due kili avvolto in una coperta rosa che a confronto sembrava enorme, tornò verso di letto dove la compagna attendeva, trepidante.
Quando la bambina le scivolò tra le braccia, a Regina sembrò che il cuore avesse iniziato a battere così forte da poterle saltare fuori da un momento all’altro.  Solo pochi secondi prima il pensiero di averla potuta perdere l’aveva terrorizzata era ora ce l’aveva lì, stretta al petto, era così reale e come se l’era immaginata tante volte, ma l’immaginazione non arrivava l0ntanamente alle emozioni che stava provando, era come quando aveva visto Henry per la prima volta ma stavolta c’era qualcosa di diverso, stavolta quella bambina l’aveva generata lei, era come un pezzo di lei e semmai gliel’avessero tolta sarebbe stato come toglierle un braccio, una gamba o peggio.
Quella era la sua bambina, sua e dell’uomo che amava, l’avevano desiderata pur consapevoli di non poterla avere e quando avevano saputo che sarebbe arrivata l’avevano attesa con trepidazione, e ora lei si sentiva una stupida per aver rischiato di perderla.
“E’ bellissima!” Esclamò, emozionata a tal punto che persino parlare le sembrava difficoltoso “Non posso credere che sia qui.. la mia bambina!”
“Non vedeva l’ora di conoscere la sua mamma!” Rispose Emma, sorridente “Vi lascio soli!”
Regina annuì, ricambiando il sorriso, mentre si concedeva i suoi primi momenti di intimità con la figlia. Se la portò vicino al viso baciandole più volte la testa, le accarezzò la manina e intanto le sussurrava parole all’orecchio.
Robin le ammirava, incantato, e felice di poter finalmente condividere quell’emozione con lei. Prendere in braccio sua figlia era stato meraviglioso, ma non si era sentito completo, non senza Regina accanto a lui.
“Mi dispiace..” La sentì esclamare all’improvviso e si accorse che non stava guardando più la bambina, ma lui  “So di essermi comportata da incosciente, ma non potevo non intervenire. Dopo tutto quello che Emma ha passato sacrificandosi al posto mio.. come potevo lasciare che combattesse da sola?”
“Lo so.. non ti devi giustificare. E poi è andato tutto bene, solo questo conta adesso!”
“Io credevo.. non lo so, pensavo di potercela fare, di poter aiutare Emma e tenere al sicuro la bambina..”  Guardò sua figlia che nel frattempo aveva afferrato una piega del suo camice all’interno del piccolo pugno, e si morse il labbro inferiore  “Questo non è esattamente un buon inizio come madre, vero?  Nemmeno è nata e già non sono stata capace di fare la cosa giusta per lei..”
“Non dire così, sai che non è vero.. non si tratta di quale fosse la cosa più giusta da fare,  c’era bisogno di te e non ti sei tirata indietro, dovresti andarne fiera!”
“Ma se sei stato il primo a dirmi di non fare mosse azzardate!”
“Si, perché egoisticamente era quello che volevo, non c’è nulla che desideri di più di sapere che la mia famiglia sia al sicuro, ma sapevo benissimo che non mi avresti dato ascolto, perché Emma è tua amica, le vuoi bene e non l’avresti mai lasciata sola, e non potrei mai biasimarti per questo perché l’avrei fatto anche io e perché hai dimostrato ancora una volta che donna meravigliosa tu sia e quando la nostra cucciola sarà più grande e le racconteremo la storia di come è nata, lei sarà fiera della sua mamma!”
Regina gli sorrise, grata per come ancora una volta lui avesse le parole giuste per rincuorarla e per farla sentire meglio “Se c’è qualcuno di cui dovrà andare fiera nostra figlia è di suo padre.. Grazie!” Allungò una mano e aspettò che lui la afferrasse, per poi stringere la presa “E non solo per aver capito. Non avevo mai creduto a questa gravidanza, sono stata scettica persino quando l’abbiamo scoperto, ero sempre convinta che qualcosa sarebbe andata male ma tu non hai mai mollato, ci hai creduto sin dal primo momento, hai sopportato i miei malumori, i miei sfoghi e le mie ansie e se adesso lei è qui è soprattutto grazie a te.  Mi hai fatto il più bel regalo che potessi mai ricevere..”
Robin sorrise, sporgendosi per baciarla “Se lei è qui è grazie a noi, se siamo riusciti a superare quest’ostacolo è perché quello che ci lega è vero ed è forte, e sai una cosa? Sono sicuro che non è stato un caso isolato.. vedrai, tra qualche anno metteremo su una squadra di calcetto!”
Regina rise, asciugandosi gli occhi “Mi piacerebbe, ma per il momento concentriamoci su di lei..” Esclamò, ritornando a guardare la bambina “Dobbiamo ancora scegliere il nome!”
“Si, beh.. per questo credo che dovremo aspettare i ragazzi. Sai, gli ho promesso che l’avremmo scelto tutti insieme, di comune accordo!”
“Mi sembra giusto..” Concordò la donna “Non vedo l’ora di vederli!”
“E loro non vedono l’ora di vedere te. Sei stanca?” Le chiese, quando la vide muoversi alla ricerca di una posizione più comoda “Vuoi che la rimetta nella culla?”
“No!” Esclamò lei, quasi allarmata “I punti tirano un po’, ma sto bene, voglio tenerla ancora!”
“Guarda che nessuno te la porterà via..”
“Lo so, è solo che.. è stata fin troppo senza di me. Non vedo l’ora di portarla a casa, quando credi che ci lasceranno andare?”
“Non lo so, credo ancora un paio di giorni. Ma passeranno in fretta, vedrai!” Aggiunse, quando vide il viso della donna rabbuiarsi “E quando saremo a casa e ci sveglierà ogni tre ore di notte rimpiangerai questi momenti!”
“Ma no, non ci darà troppo fastidio, non vedi quanto è buona?”
“E’ vero, sembra una bambina tranquilla.. questo l’ha preso sicuramente da me!”
“Che vorresti dire?” Replicò lei, alzando un sopracciglio “Spero che non abbia preso anche l’appetito da te, altrimenti finirò disidratata!”
Robin rise “Ne riparliamo tra sei mesi, quando assaggerà la sua prima lasagna!”
Lei strabuzzò gli occhi, immaginandosi per un attimo la scena di Robin che propinava alla loro bimba appena svezzata una generosa forchettata di lasagna “Non ci pensare proprio!”
Quando vide l’ennesima smorfia di fastidio, Robin si alzò dal letto chinandosi a prendere la bambina dalle braccia di Regina, che lo guardò confusa.
“Non te la sto togliendo!” la rassicurò “Solo cambia posizione, mettiti stesa, la ferita farà meno male..”  L’aiuto a stendersi mentre con un solo braccio teneva la figlia, sembrava a suo agio e Regina non potè fare a meno di notarlo.
“Come fai ad essere così tranquillo e agile? Io ho paura di romperla!”
“Sai, quando cresci un neonato nel mezzo di una foresta, diventi abbastanza pratico!”
“Sei così bravo anche a cambiare i pannolini?” Chiese, reprimendo una smorfia mentre si lasciava scivolare sul materasso.
“Non quelli di questo mondo, ma imparo in fretta.. ”
“Si, come quando hai dovuto montare la culla o fissare il sediolino in auto?”
“Ehi, ti ricordo che sono cose nuove per me!” Quando fu certo che Regina fosse comoda, le lasciò la mano per concentrarsi esclusivamente sulla bambina “Non ti preoccupare piccolina, papà non si lascerà spaventare dalle diavolerie del mondo moderno!”
Regina sorrise, vedeva Robin interagire con la loro figlia per la prima volta ed erano meravigliosi insieme, non aveva mai avuto alcun dubbio sul fatto che Robin sarebbe stato un padre esemplare, lo era con Roland, con Henry e non sarebbe stato da meno con l’ultima arrivata, considerato anche che era andato fuori di testa quando aveva saputo che avrebbe avuto una femminuccia.
Da come la guardava, era chiaro che fosse già innamorato pazzo di lei.
“Che c’è?” Le chiese, quando si accorse che lo stava fissando.
Lei sorrise “Niente, siete bellissimi!”
Anche lui fece un sorriso, senza distogliere lo sguardo dalla figlia “Mh si, credo che siamo una bella coppia, dai!”
“Lo siete, e vi guarderei per ore, ma adesso me la ridai?” Allungò un braccio verso di lui “Ti prego, già mi manca!”
Robin rise mentre si avvicinava “Ricordati questo momento, però!” La avvertì. Si chinò verso di lei ma invece di appoggiare la bambina sul petto di Regina, la lasciò scivolare sul materasso, abbastanza vicino alla madre affinchè lei potesse girarsi su un fianco e circondarla con un braccio.
“Così puoi tenerla tutto il tempo che vuoi senza stancarti!” Esclamò, mentre le copriva entrambe con il lenzuolo “Anzi, cercate di dormire un po’, tutte e due!”
“Tu dove vai?”
“A telefonare a Henry, gli avevo promesso che l’avrei chiamato quando ti fossi svegliata..” Le spiegò, mentre alzava la sbarra del letto di Regina dal lato della bambina, per evitare che cadesse “poi magari dico a David di portarli qui, così scegliamo il nome a questo pulcino!”
“Ok, torna presto però!” Non lo disse, ma non si sentiva pronta a restare da sola con la bambina. E se avesse avuto bisogno di qualcosa? Lei non poteva nemmeno muoversi.
Lui annuì, bacio la testolina della figlia e poi le labbra della compagna, prolungando volutamente il contatto, fino a quando non sentì le loro lingue intrecciarsi e si perse qualche secondo in quel bacio, interrotto imprevedibilmente da un vagito della bambina, che fece sorridere entrambi.
“Eh no eh, se iniziamo così, non andiamo proprio bene!”
Regina rise, girandosi verso la figlia e posandole un bacio sull’orecchio, poi chiuse gli occhi, beandosi del calore che la piccola emanava contro il suo petto.
Robin si voltò un ultima volta prima di uscire dalla stanza, guardò le sue due donne riposare assieme, entrambe tranquille, entrambe bellissime. Quello che era iniziato come un incubo era finito nel migliore dei modi, e finalmente potè tirare un sospiro di sollievo. 
  
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