Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: GeaRose Malfoy    25/07/2015    8 recensioni
Rose Weasley è una sedicenne.
Una sedicenne con i migliori voti del suo corso, una ragazza stupenda, dalla grazia quasi disumana, popolare, piena di amici ,ammiratori.
Rose Weasley è la perfezione. Ma è tutta apparenza. Rose Weasley e la parola perfezione in realtà fanno a cazzotti.
Lei non è raffinata, non è elegante, non è perfetta.
Solo con la sua famiglia si lascia andare.
Ma se qualcuno scoprisse il suo segreto?
Dal capitolo 4:
“No! Io volevo dirti che..che..insomma..”
“Veloce,Weasley,devo andare a lezione..”
Le ragazze stavano per spargere la polvere sui capelli.
“Beh che..” si fermò non sapendo cosa inventarsi.
Scorpius stava per andarsene quando Rose gli afferrò una spalla,lo girò verso di lei e..lo baciò.
In mezzo a quel corridoio. Davanti a tutti. Lo fece nel momento in cui le ragazze versarono la polvere e per far assorbire il colore afferrò la nuca di Scorpius, massaggiando i capelli.
Si staccò velocemente, mentre Roxanne, Lily,Lucy e tutti gli studenti li fissavano.
“Cazzo...” riuscì a sussurrare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8 : Era e sarà sempre la felicità ad andarsi a far fottere.



Il respiro le si mozzò in gola, mentre l'ossigeno le veniva a mancare.

Le mani strette sul suo collo si strinsero maggiormente, per poi farla riemergere.

Tossì violentemente, cercando di prendere aria,mentre i capelli fradici di acqua le bagnavano il viso.

Cercò di correre a sciacquarsi la bocca dopo aver bevuto quell'acqua sporca, ma le fu impedito e fu fatta immergere di nuovo nel gabinetto. Si divincolò violentemente per quanto il suo corpo esile le permettesse, per poi tirare una gomitata alle ragazze che le costringevano il capo nel water e riuscì a riprendere aria.

“Andate a fanculo.” sibilò scostandosi i capelli bagnati dal viso. Sputò della saliva che le fece venire i conati di vomito.

Le ragazze sghignazzarono.

“Sfigata” disse una mora, tirandole uno spintone.

Trecy finì contro il muro, tossendo ancora e tenendosi la gola.

“Andate al diavolo.” sibilò nuovamente, mentre una le tirava un ceffone e i capelli mori volavano a sinistra.

Trecy tirò a quest'ultima un calcio nello stinco che, dopo aver saltellato e essersi lamentata, le tirò uno schiaffo più forte del primo.

Trecy mugugnò tenendosi la guancia e dopo aver tirato i capelli ad una ricciolina mora, le aveva sorpassate correndo.

Le stavano alle calcagna e lei lo sapeva, aumentò la corsa facendosi venire il mal di milza. Si arrestò e prese un gran respiro appoggiandosi con le mani alle ginocchia.

Le ragazze nel frattempo la raggiunsero e dopo averle tirato i capelli la sbatterono contro il muro violentemente.

“Puttana.” le disse una, tirandole un calcio nella gamba sinistra.

“Cagna.” disse un'altra, mentre le prendeva il mento con due dita e le sputava in fronte.

Trecy si divincolò più che poté, prima di accasciarsi in ginocchio dopo un pugno sul naso.

“Sei una sfigata, Greengrass.” mormorò una bionda tinta, per poi agguantarle la gonna con le unghie e lacerargliela.

Trecy si morse il labbro per non piangere, non davanti a loro.

Si guardò in torno e visto che tutti erano a cena i corridoi erano vuoti.

Cercò di scappare ma una ragazza le afferrò la camicia e con l'altra mano le afferrò la cravatta, per poi stringerla.

Sentì la testa girarle,mentre la vista le si appannava.

Con le poche forse che le rimenavano graffiò la riccia bionda, che subito mollò la presa facendola respirare.

Tossicchiò portandosi le mani alla gola.

Non fece in tempo a rimettersi in piedi che la quinta ragazza del gruppo la spinse per terra e le tirò un calcio nel fianco.

Gemette mordendosi le labbra e la lingua per non gridare e non fare la spia.

Una ragazza mora e dagli occhi chiari le si avvicinò e con il dito le percorse il profilo.

“Greengrass” sussurrò così piano che fece fatica sentire “Non meriti questa cravatta.” sibilò strappandole il pezzo di stoffa verde-argento dal collo,lasciandole il segno.

I capelli ancora umidi le si posarono sulla fronte e alcune goccioline le scesero per le gote.

Si sentì disgustata da quell'acqua sudicia e sputò sulla scarpa della ragazza, che con lo stesso piede le tirò un calcio nello stomaco.

“Ecco,ora è pulita.” disse, poi, guardandosi la scarpa appena fatta sfregare contro la camicetta di Trecy.

“Anche se – disse sogghignando, dovrei disinfettarla, anzi, le butterò proprio. Che schifo.” disse, per poi lasciarla lì sul pavimento e andandosene con il suo gruppetto al seguito che sghignazzava.

“Luride oche.” sibilò Trecy, quando le sembrarono abbastanza lontane da non poterla sentire.

Nonostante avesse previsto che se ne sarebbero andate, la ragazza mora dagli occhi chiari si girò, dopo averla udita.

Ghignò strafottente, portandosi capelli sulla spalla e cominciando a raggiungerla a grandi falcate, seguita dalle altre.

Trecy si alzò immediatamente in piedi, nonostante il fianco le dolesse e i capelli le sgocciolassero sulle spalle e sulle gote.

Maledette puttane.

Arrancò più velocemente che poté raggiungendo un'aula aperta ma prima che potesse spingere la maniglia e rinchiudersi dentro al sicuro fu agguantata per il colletto della camicia bagnata e sbattuta contro il muro.

“Come ci hai chiamate, sporca puttana indegna?!” Chiese la riccia bionda, prendendole un braccio e graffiandolo con le unghie lunghe e rosse.

Una delle tre more tre le prese una ciocca di capelli e sfilò dalla borsa la bacchetta.

“Diffindo.” disse, ed immediatamente la ciocca finì sul pavimento.

Trecy si divincolò più che poté, urlando.

“I miei capelli! Brutto pezzo di merda!” Urlò, saltando addosso alla ragazza che le aveva tagliato la grossa ciocca di capelli scuri.

La ragazza cadde, schiacciata dal peso di Trecy che cominciò a tirarle i capelli e a graffiarle il viso.

Il gruppo di serpeverdi le si avventò addosso, cercando di liberare l'amica che starnazzava.

“Tu! Sudicia e sporca cacca di troll! Toglimi le mani di dosso!”

“Vaffanculo, Smith!”

“Tanto i tuoi capelli fanno così schifo che non ho fatto la differenza a tagliarli!”

Trecy le tirò un grande schiaffo, incurante del fatto che le altre oche di serpeverde le stessero tirando i capelli,graffiando la schiena e lacerando la sottile camicia bianca.

“Diffindo.” lo udì ancora, e noto che un'altra grossa e gonfia ciocca scivolò velocemente sul pavimento.

Un piccolo crac risuonò nel suo petto ed in un attimo si rivide bambina, mentre il rumore di alcune forbici le faceva venire il mal di testa.

 

 

Sei una bambina brutta Trecy, ora tagliamo i tuoi orribili e crespi capelli.”

No, mamma! Ti prego! Farò la brava, li curerò! Ci metterò la pozione, lo prometto!” gridò una bimba di nove anni, aggrappandosi alla gonna della madre.

Sono brutti comunque, guardali: - disse prendendole una ciocca e posizionando la bambina davanti allo specchio – sono ricci, secchi,scuri,crespi.” asserì, facendo passare le dita per tutta la lunghezza della ciocca.

Alla bambina vennero le lacrime agli occhi a vedere i biondi capelli della madre, lisci e setosi.

Ma mamma..sono i miei capelli..”

Tanto saresti brutta comunque, tesoro.” disse una Daphne Greengrass donna.

S-sono così brutta, mamma?” sussurrò la bambina,mordendosi le labbra e trattenendo il magone che le bloccava la gola.

In risposta sua madre la posizionò davanti allo specchio più grande.

Si mise dietro la bimba e le tirò via il vestito, dopo di ché le sfilò la canottiera.

Guardati: hai cosce grasse, seno piatto e pancia. Braccia cicciotte, guance paffute, polpacci carnosi, un accenno di doppio mento e i tuoi capelli sembrano un pagliaio scuro. Cosa vedi di bello amore?” le sussurrò all'orecchio, dopo averle toccato i vari punti del corpo latteo.

Niente, mamma.” Disse la bimba, abbassandolo sguardo.

Brava la mia bambina.” Disse Daphne, scoccandole un leggero bacio sulla fronte.

Daphne cominciò a tagliare cortissimi i capelli della figlia, mentre i vari ricci scuri caddero sul pavimento di marmo lucido.

Trecy vide il suo viso più scoperto, senza ricci indomabili coprirle gli occhi scuri, il viso paffuto roseo bagnati di residui di lacrime, gli occhi rossi e vuoti.

Ora sei bellissima.” disse sua madre, Trecy annuì, alzandosi dalla sedia e toccandosi capelli non più gonfi.

Suo fratello entrò nella stanza, gli occhi azzurro cielo grandi, i capelli castano chiaro e lisci ricadergli ai lati del viso perfettamente, la schiena dritta, le mani congiunte in grembo e la bocca sottile e rosea, dirigersi verso di loro.

Jack, amore mio, guarda Trecy che carina.”

jack la osservò qualche secondo, voltando di lato il capo e corrugando la fronte.

Ma è brutta, mamma!” disse il bambino, andandosi a sedere sulle ginocchia della madre.

Daphne ridacchiò piano, accarezzando il capo del figlio maggiore, per poi avvicinare le labbra rosse al piccolo e latteo orecchio del bambino.

Questo lei non deve saperlo, tesoro mio.” disse, facendo ridere persino Jack.

Quella notte Trecy pianse, piano piano, singhiozzando con il viso stretto al cuscino. Il leggero sonno che la prese fra le braccia all'alba le fece fare un incubo su sua madre e bagnò il letto.

Le lacrime le bruciavano sul viso, inumidendo le lentiggini e facendo colare il muco.

Si chiese perché sua madre dovesse essere così bella, perché adorasse così tanto Jack e ritenesse così brutta lei.

Jack è da poco entrato ad Hogwarts, Jack è un figlio diligente e studioso, Jack è gentile e cordiale, Jack è appena entrato nella squadra di quidditch ed ha 11 anni, Jack ha fatto vincere la coppa delle case alla sua casa, Corvonero, Jack sa a memoria ogni commedia magica e babbana, Jack ha Eccezionale in ogni materia, Jack è diventato il capitano della squadra di Quidditch, Jack è bellissimo e ammirato dalle ragazze...Jack è perfetto.

Trecy è bruttina e inutile,poco studiosa,ribelle, poco femminile,sgraziata e soprattutto sfigata.

Sentii il cuore stringerle il petto, facendolo bruciare e rimpicciolire.

Perché?

Perchè anche lei non poteva essere bella,studiosa e aggraziata?

Perché doveva avere i capelli scuri e gli occhi castani di suo padre? La costituzione di suo nonno?

Si soffiò il naso piano, per non farsi sentire.

Vide il viso di sua madre:affilato e senza imperfezioni, gli occhi verde smeraldo, i lunghi e morbidi capelli biondi, il corpo armonioso e sinuoso, la camminata lenta e delicata, il portamento raffinato, il sorriso splendente, la voce cordiale.

 

 

 

Il rumore dei capelli che leggeri si appoggiarono sul pavimento, il rumore dei capelli tagliati e la nuca più leggera le fecero venire la gola secca e la riportarono alla realtà.

“Come avete potuto?!” Urlò, tenendosi la testa e raggomitolandosi in un angolo, mentre finalmente il nodo che aveva in gola si sciolse in lunghi e disperati singhiozzi, le lacrime le bruciarono il viso.

Non vedeva neppure bene, gli occhiali rotti rimasti in bagno.

Si guardò la divisa stracciata, un po' di pancia in vista, le cosce poco più carnose del normale, il viso allungato dalla crescita e la scarsa seconda di seno.

Le ragazze si serpeverde se ne andarono insultandola, ma lei non le sentì.

Sfilò dalla calza un piccola lametta e cominciò ad incidersi i polsi piangendo, il sangue le colò sulla pelle,sporcandola. I tagli più profondi del solito le bruciarono fortemente,facendole chiudere gli occhi.

Tanto sono brutta,anche se mi faccio del male a chi importerà?

Fece altri tagli, fino ad arrivare al gomito, dove si fermò, vedendo il sangue scorrerle per tutte le braccia e sporcarle i vestiti e il pavimento.

Tirò sul con il naso, mentre chiuse gli occhi beandosi del dolore.

Il concentrarsi sul dolore e il bruciore non le faceva pensare ad altro, le donava sollievo.

Si rese conto di aver fatto troppi tagli e di star perdendo troppo sangue, perché cominciò a girarle la testa e sentì un conato di vomito invaderle la gola, che poco dopo liberò al suo fianco.

Si tirò i capelli urlando, nonostante l'acido del vomito le incendiasse la gola. Sentì come tante schegge di acciaio trafiggerle lo stomaco, la gola bruciare infuocata, la cute dolorante e gli occhi caldi di lacrime e tristi.

Singhiozzando e con le mani tremanti tirò fuori la bacchetta e con un gratta e netta ripulì il sangue e il vomito, ma non il suo dolore.

Si toccò piano la ciocca di capelli tagliata, la tastò piano, quasi non credesse fossero più corti.

Stronze di merda.

Si ripromise di far patire loro tutta la sofferenza che le stavano infliggendo.

Si alzò con le gambe tremanti, il cuore impazzito e lacerato, i capelli lunghi da un solo lato del viso ondeggiarono e con un ultimo sussulto cominciò a camminare verso la sua camera per medicare i tagli e tagliarsi i capelli da sola, per l'ennesima volta.

In realtà proprio non riusciva a capire cosa le provocasse quella sofferenza, non erano certo quelle bulle a farla stare male.

Dopotutto era una serpeverde, non sarebbero state delle oche giulive a farla piegare, a farla spezzare a tal punto, fino a farla piangere, fino a farle desiderare di essere espulsa da Hogwarts – la sua seconda casa- e non rimetterci mai più piede.

Una testa rossa, un paio di occhi verdi spensierati e un bel sorriso allegro le comparirono nella testa, facendole venire il mal di testa.

Maledetto grifondoro.

Fred Weasley era carino, carino in modo soggettivo e non in modo oggettivo.

Certo, a modo suo era affascinante, con i capelli arruffati e ramati, gli occhi color giada e le lentiggini sul viso da adolescente. Passava le sue giornate con Potter, con James Potter, a fare scherzi ad ogni persona nel castello, a strafogarsi nella sala grande e a pensare al quidditch.

Ripensò alle sue mani un po' callose per gli allenamenti, alla forza con cui impugnava la mazza da battitore, al bolide che planava preciso colpendo un avversario, il suo sorriso soddisfatto, lo sguardo fiero, la piccola ruga che spuntava quando era concentrato, la divisa che gli calzava a pennello, la fossetta sul sopracciglio rosso scuro, alle goccioline cristalline di sudore che gli scorrevano lungo le tempie lattee...

Il suo cuore perse un battito, sussultò scoraggiata.

Tanto lei era brutta, uno come lui non l'avrebbe mai potuta guardare,

Trecy con la folta e lunga – ormai non più, grazie a quelle stupide – capigliatura riccia e scura, con i suoi banalissimi occhi nocciola, con le lentiggini ovunque sul naso, con i grandi occhiali neri, con le labbra sottili e rosee, con i suoi chiletti di troppo, con la sua imbranata voglia di saper volare, con la pigrizia per lo studio, lei con il sorriso caldo e dolce, ma nascosto la maggior parte delle volte e bagnato da lacrime bollenti e salate come il mare.

Cazzo.

Forse era colpa di Fred, o forse era colpa sua, che non era abbastanza bella, abbastanza studiosa, abbastanza brava nel quidditch...Trecy Greengrass non era abbastanza.

Sei proprio inutile e idiota, come quel coglione di tuo padre che ci ha lasciati qui a marcire per una sporca sgualdrina.

Le parole della madre le rimbombarono nella mente.

Sei troppo distratta e pasticciona.

Asseriva severo suo fratello, sistemandole la complicata acconciatura, con un gesto leggero e quasi...affettuoso.

Effettivamente Jack non era stato un cattivo fratello, tutt'altro.

Con le sue mani gentili che le rimboccavano le coperte, che le leggeva le storie quando lei non sapeva farlo, con la sua mania di legarle sempre i capelli, con il suo modo di farle il solletico, con il vizio di tagliarle i bordi dei toast.

Certo, Jack era buono, buono davvero, come poche persone lo erano ma era anche infinitamente...presuntuoso.

Probabilmente non lo faceva apposta, ma era competitivo e nonostante le volesse bene, un bene contenuto, ovviamente, cercava sempre di sembrare il migliore, di essere il migliore.

Lui voleva essere il figlio apprezzato, lo studente diligente e amato dai professori, il migliore della squadra di quidditch, voleva farla apparire inferiore e meno...meno..quasi non trovava le parole.

Meno giusta. Ecco, meno giusta. Più ribelle, poco diligente e studiosa, poco ubbidiente, più strana.

Come suo padre. Cercava di farla apparire come lui, proprio Jack, quello che non voleva assolutamente diventare come esso.

Forse lei era davvero meno giusta e più sbagliata, lo dimostrava la grande somiglianza verso il padre, gli occhi e i capelli come i suoi, lo stesso modo di atteggiarsi, forse meno arrogante, ma pur sempre simile.

E Jack, con i suoi occhi azzurri presi dalla nonna materna, con i capelli castano chiaro del nonno paterno, senza lentiggini, alto, bello e tanto perfetto era un qualcosa che lei non avrebbe mai potuto raggiungere.

Lo vedeva, anche lui aveva punti deboli, un tallone d'Achille.

E beh, il suo tallone d'Achille non era altri che Rose Weasley.

L'aveva vista in giro, per i corridoi, come prefetto di grifondoro, d'altronde non si poteva non conoscerla.

Non perché fosse una Weasley, anzi.

La cosa che più apprezzava di quella pazza famiglia era che, nonostante il cognome, erano conosciuti per le loro caratteristiche, non per i loro cognomi e per quello che avevano fatto i loro genitori.

Avevano lottato con le unghie, per non farsi conoscere come Weasley o Potter, loro erano loro, senza cognomi, senza barriere, senza pregiudizi.

Erano Lily, Louis, Roxanne,Fred,James,Albus,Dominique,Rose,Victoire, Molly,Lucy e Hugo. Non c'erano Weasley, non c'erano Potter.

Erano solo loro, loro con i loro sorrisi e i loro gesti.

Erano semplicemente loro, senza il cognome dei loro genitori a pesargli.

Trecy. Trecy Greengrass.

Trecy Grengrass, serpeverde. Poteva esistere nome peggiore?

Spalancò la camera della sua stanza, le sue compagne erano ancora a cena, così si fiondò immediatamente in bagno e si spogliò velocemente.

Non si guardò allo specchio, altrimenti le sarebbe salito un altro conato di vomito e dopo essersi fiondata sotto l'acqua gelida, uscì, strizzando forte i capelli da una parte più lunghi.

Cercò la sua bacchetta, la testa pulsava fortemente e l'acqua le colava per il corpo.

Si asciugò con un incantesimo ,si sistemò davanti allo specchio ed inforcò un paio di forbici.

Era sempre la felicità ad andarsi a far fottere.

 

 

****

 

“Merlino, mi fai incazzare da morire!” sbottò Dominique, stringendo gli occhi a due fessure.

“Io?! Ma ti senti? Sei semplicemente ridicola.”

“Vaffanculo, tu non meriti un cazzo.” Parlò lei, con una voce tagliente e decisa.

“Io non merito un cazzo? E tu? Tu cosa fai per meritarti ciò che hai?”

Dominique sembrò rifletterci un po', per poi portarsi le braccia al seno.

“Io...io non cerco di mentire a tutti. Io voglio stare con te alla luce del sole.”

“Ma non lo capisci?! Non possiamo!”

“Perché no? Ti vergogni di me? Hai paura?” chiese facendosi avanti e gesticolando furiosamente.

“Vedi? Sei una bambina che spara minchiate. Non ho mai insinuato una cosa del genere!”

“Ah, giusto, poverino, lui è sempre il santo della situazione! Dopotutto è sempre Dominique ad essere ridicola e stupida.”

“Sei ridicola perché fai queste risposte da bamboccia! Non lo vuoi capire?”

“E tu?! Ma ti senti? Non fai altro che insultarmi!”

“Merlino! Sei una seccatura!”

“Sai che ti dico James Potter? Vaffanculo, trovatene un'altra, abbiamo chiuso.” urlò lei, furibonda.

Si girò e stizzita ondeggiò verso la porta, gli occhi le si fecero lucidi.

Perché nessuna mano le avrebbe afferrato la spalla per fermarla, nessuna supplica, niente di niente.

“Rendi le cose complicate. Tu non capisci.”

 

 

E anche l'estate ha le sue nuvole

e tu sei l'uragano dentro me

strappando i sogni ai giorni miei

te ne sei andato di fretta.

Perché?

 

No, in effetti Dominique non poteva capire.

Per James era uno strazio quella situazione, non tanto per il problema di non poter uscire allo scoperto, semplicemente perché tutto ciò gli sembrava tremendamente sbagliato.

Sangue del proprio sangue, era sua cugina.

Quella che non aveva mai potuto sopportare per la sua aria schizzinosa, quella con cui non faceva altro che litigare e poi, da un giorno all'altro, ritrovarsela nuda nel letto.

Tutto sembrava confuso e girava, girava sfocato, senza un filo logico.

A scatti vedeva due occhi azzurri, capelli biondi, pelle vellutata, seni sodi, mani piccole ad accarezzarlo, un profumo indefinito e a volte troppo dolce, quasi nauseante, altre vedeva buio, oscurità, mani che tiravano i capelli, urla, schiaffi, lacrime a volte e persino incantesimi.

Era parte di una sola noce, certo, ma con due lati diversi che tuttavia combaciavano quasi perfettamente.

Non sapeva come né perché, ma una calda e afosa sera di agosto avevano parlato, parlato come due amici e non come i cugini che non facevano altro che insultarsi , parlato di tutto.

E poi senza che nessuno dei due l'avesse voluto, premeditato, si erano baciati.

Ma non un bacio a fior di labbra, no, uno di quei baci rumorosi e irruenti, di quelli in cui i denti cozzavano, le lingue sembravano lottare più che accarezzarsi, assaporarsi, si erano solo conosciuti.

E per una volta non c'erano stati silenzi imbarazzanti, automaticamente si erano spogliati, strappati, dagli abiti e in quella casa a Villa Conchiglia vuota, con solo loro due, si era consumata la loro ardente passione.

Avevano gridato, si erano graffiati, morsi, baciati, presi, marchiati.

Il fuoco si era acceso dentro di loro, un fuoco che forse avevano già provato, ma questo era forte, forte come non era mai stato.

Il profumo di magnolie di Dominique, della sabbia, della salsedine, mischiato al dopobarba di James era aleggiato per la stanza tutto il tempo.

Mentre gocce di sudore colavano dalle loro tempie, mentre a tratti si accarezzavano le spalle e ad altri si graffiavano, morsi e baci alternati, grida, mani che stringevano irruentemente dei capelli castani, e poi era stato tutto deciso e allo stesso tempo confuso.

L'aveva penetrata, l'aveva sentita già pronta, calda e bagnata ad attenderlo, non era stato delicato anzi, ma lei non l'aveva fermato.

Si erano amati in un modo contorto quella notte, in un modo davvero strano.

Non c'erano state parole imbarazzate, momenti di pentimento, tutto era stato naturale, istintivo.

E poi boh, James quasi non ricordava altro.

Si era alzato quella mattina, l'aveva vista nuda di fianco a sé, bella nonostante fosse sudata, i capelli biondi e riccissimi sparsi ovunque e annodati, le labbra rosse schiuse, il trucco colato perché la sera prima non aveva fatto in tempo a struccarsi, le ciglia nere e lunghe che potevano essere paragonate ad un cancello che dava su un lago, perché gli occhi di Dominique ricordavano un lago e non il mare. Il mare nell'insieme era blu, mentre un lago rimaneva cristallino, limpido e chiaro come quegli occhi cerulei.

E poi lei si era svegliata, aveva schiuso gli occhi, l'aveva fissato negli occhi ambra e ,semplicemente, si era alzata ed era andata in bagno.

Non c'era imbarazzo nel suo sguardo, neanche pentimento, né affetto.

C'era quasi indifferenza, come se non fosse successo nulla.

Solo lui aveva sentito quello strano calore nello stomaco la notte prima? Solo lui aveva pensato che loro erano solo due ragazzi: James e Dominique. Senza Weasley, senza Potter, solo loro due.

Aveva accantonato il loro stato di sangue, per quella notte l'aveva chiuso in un cassetto.

E non riusciva a concepire che lei non avesse provato nulla, che lei non avesse sentito lo stesso fulmine scagliarsi nel petto e dargli una scarica fortissima.

Solo lui?

Solo lui l'aveva vista sotto un'altra luce quella notte?

“James! Porco Salazar, mi stai ascoltando?!”

Si riscosse da quei pensieri, solo quando un pugnetto si scagliò contro il suo petto.

“Ehi!”

“Che dovevo fare?! Quando ti parlo non mi presti mai attenzione!”

James sospirò, stringendo gli occhi a due fessure.

“Allora, potresti, gentilmente, ripetermi ciò che la tua voce deliziosamente melodiosa ha appena detto?” Sibilò, stringendo un pugno e modulando il tono di voce leggermente roco.

“Sai bene che io non amo ripetermi – James fece per dirle che Per lui l'avrebbe fatto,altrimenti poteva benissimo alzare i tacchi e andarsi a far fottere ma lei lo precedette – tuttavia, per te farò un eccezione. Ti ho chiesto perché dovrebbe essere complicato. Certo, molti potrebbero guardarci male ma, per quanto ne so, i fidanzamenti tra esseri dello stesso sangue sono più che legali, caro mio.”

James ringhiò, stringendo la mascella.

“So bene che sono legali, non è certo per questo che non voglio uscire allo scoperto, cara mia.

“E allora, di grazia, potresti dire perché?” Domandò cinguettando Dominique, sarcastica.

“Perché è complicato.”

“James, o parli seriamente, o chiudiamola qui.”

Stette in silenzio, non disse altro, semplicemente perché non sapeva come spiegarsi.

Le parole non riuscivano ad uscirgli, neppure lui capiva le sue reazioni, perché?

 

 

 

Non c'è il profumo della tua pelle.

Non c'è il respiro di te sul viso.

Non c'è la tua bocca di fragola.

Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli.

Non c'è che il veleno di te sul cuore.

Non c'è via d'uscita per questo amore.

Non c'è, non c'è vita per me.

Più non c'è altra ragione che mi liberi l'anima.

Incatenata a notti di follia.

 

Dominique voltò piano le spalle, leggermente tremanti e James lo sapeva, l'aveva imparato, stava per piangere.

Ma anche questo non riuscì a fermarla, Perché i suoi piedi stavano fermi? Perché non la fermava?

Perché non uscivano parole da quella sua stupida gola?

Perché tutto d'un tratto ogni cosa sembrava sbagliata?

“Perché?!” Gridò Dominique girandosi appena e rigirandosi subito per non fargli scorgere gli occhi chiari come laghi ricolmi di lacrime salate.

Si sbattè la porta alle spalle e James sentì piano piano i suoi passi farsi più fievoli.

“Perché ho paura di innamorarmi davvero.” Ma fu un solo sussurro, e Dominique non lo sentì mai.

Era sempre la felicità ad andarsi a far fottere.

 

 

***

 

“Buon pomeriggio ragazzi!” Trillò allegro come al solito Lumacorno.

“Allora, d'ora in poi, ogni martedì ed ogni venerdì ci saranno la signorina Weasley ed il signor Malfoy a spiegarvi gli argomenti che non avete capito, che magari non avete studiato bene in passato o che volete approfondire. Quest'anno avete i G.U.F.O e quindi da qui fino ad Aprile tutte le settimane avrete a disposizione questi due studenti modello a cui chiedere aiuto. I qui presenti ragazzi hanno superato i G.U.F.O. con tutte E e se non capirete qualcosa, rivolgetevi tranquillamente a loro. Oggi vi faranno fare un test per vedere che argomenti ricordate meglio e quali peggio, in modo da potervi seguire meglio durante l'anno. Bene, ora vi lascio.” Sentenziò salutandoli con un largo sorriso.

Rose e Scorpius si fecero avanti decisi, cominciando a distribuire tranquillamente le pergamene con su scritte le domande.

Dopo di ché si sedettero alla cattedra, impostando il timer di due ore.

“Allora Malfoy - iniziò Rose, scribacchiando qualcosa vicino al nome di uno studente – finito di farti fare i temi da tuo fratello?”

Scorpius contrasse la mascella ed ispirò bruscamente.

“Weasley, com'è che sei uno zuccherino con tutti, tranne che con il sottoscritto?”

“Mh, scommetto che se non sei idiota come penso, conosci già la risposta.” Sorrise innocentemente sbattendo le ciglia.

“Senti, non passo la mia vita facendomi fare i temi da mio fratello. Certo, mi ha spesso aiutato, ma se ora sono qui insieme a te, in carica come studente modello, un motivo ci deve pur essere, non credi?”

“Certamente, facile farsi fare i temi e studiare quando si sa che ci sono le interrogazioni. E tu – sentenziò severa – ti ricordo che sei qui per fare un test dimostrativo, non avrai voti quindi vedi di non copiare dal tuo compagno. E dal momento che anche lui è qui, vuol dire che come te ha qualche problemino in questa materia, io se fossi in te non copierei.”

Scorpius soffocò una risata in un violento colpo di tosse, divertito dalla piccola ramanzina della rossa, che tuttavia aveva utilizzato una voce soave e pacata, tanto da non sembrare nemmeno un avvertimento, più una ninna nanna.

Lo studente abbassò gli occhi scuri sul foglio, arrossendo e annuendo.

“Mi chiedo perché ti comporti così.”

Rose continuò a scrivere senza ascoltarlo, una piccola rughetta apparve sulla sua fronte,segno di concentramento.

“Voglio dire – continuò Scorpius – certo, all'inizio sono rimasto ammaliato da te, ma sai Weasley, ti ho osservata.” Le sussurrò ormai a pochi millimetri dall'orecchio della ragazza, mentre il profumo di Limone dei suoi capelli gli inebriava le narici.

“E sono giunto alla conclusione che tu non sei affatto come sei.” Sibilò, lasciando che l'ultima parole gli scivolasse carezzevole sulla punta della lingua.

Tu non sei affatto come sei.

Tu non...

..sei...

..affatto...

come...come...

...sei.

Rose alzò lo sguardo e fulminò il biondo con lo sguardo.

“Senti tu,chi ti credi di essere? Neppure mi conosci, avrò passato qualche giorno a casa tua per stare con tuo fratello, ma non puoi dire di conoscermi.”

“Non ho mai detto di conoscerti, ho semplicemente detto che so che non sei così.”

“Così come, scusami?” Chiese Rose, alzando un sopracciglio rosso e con tono arrogante.

“Perfetta.”

Rose a sentire quella parola scivolare lungo la lingua di Scorpius ebbe un lieve sobbalzo, un qualcosa di tiepido e caldo le si allargò nel cuore.

Orgoglio.

Perfetta.

Certo, sapeva che tutti la credevano perfetta, ma sentirselo dire era ancora meglio.

Eppure, eppure Scorpius le aveva detto che lei poteva sembrare perfetta, ma non lo era.

Ma solo il fatto che potesse sembrarlo, che lei per tutti fosse perfetta, non poteva che renderla altamente soddisfatta.

“ Io non sono perfetta.” Disse poi, sistemandosi i capelli dietro la schiena.

“No, sei tutt'altro. Per chi non ti conosce lo sei.”

“Ti sei risposto da solo : Io per te non sono perfetta.”

“Io non ti conosco Weasley, ma so che tu non sei così.”

Rose strinse un pugno sotto la scrivania, mentre con l'altra mano si portava dietro un ciuffo di capelli sfuggito alle forcine.

“Ma cosa ne vuoi sapere? Appunto perché non mi conosci, come osi venire qui a dirmi che io non sono così?!”

“Dico solo ciò che penso. E non credere che non sappia altro. Le ho viste le foto, di come ti conci quando non sei in mezzo alla gente, di come parli, di come ti comporti.”

Rose prese un gran respiro.

Come cazzo si permetteva quel biondo platinato di dirle cose simili?

“Senti Malfoy, non mi interessa cosa pensi. Voglio sapere cosa sai di me.” Dichiarò avvicinando pericolosamente il viso a quello del serpeverde, assottigliando gli occhi turchesi.

Scorpius si avvicinò a sua volta lentamente, leccandosi le labbra.

Continuò ad avvicinarsi al viso della rossa, mentre il suo profumo riempiva l'aria.

Bucce di agrumi lasciate al sole, pino selvatico, menta e mela verde.

Rose aspirò violentemente quel profumo, mentre i suoi ormoni facevano le capriole. Si impose di stare calma. Calma.

Scorpius fu quasi sul punto di sfiorarle le labbra, sentì il suo respiro caldo e ripensò a quel bacio imbarazzante.

Le labbra del serpeverde erano morbide, morbide e fredde. Fredde. Fresche ma piacevoli, un contatto delicato ed una danza di intrecci eseguita con maestria, perché Rose poteva trovare mille difetti in Scorpius, ma doveva ammettere che era un baciatore provetto.

Ma dopotutto se è così bravo un motivo ci sarà, giusto?

Fece quasi per avvicinarsi, quando le labbra del ragazzo deviarono e si posarono quasi sul suo lobo.

“Tutto.”

Fu un sussurro carezzevole, leggero e caldo, che le riempì le orecchie.

Tutto. Tutto?

“Tutto? Tutto di cosa?” Fu un sussurro, mentre il cuore le batteva fortissimo e restava immobile.

Scorpius in risposta ghignò e le spostò leggermente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

“Di te.”

Tutto si congelò in torno a loro e a Rose mancò il respiro per un attimo.

Tutto. Lui sapeva tutto. Ma come...? Quando? Perché?

“Tu..come..c-come..”

“Scusami, è possibile consegnare prima del tempo? Avrei finito.” Chiese timidamente una ragazza altissima e dai lunghi capelli neri.

Rose boccheggiò per poi alzare lo sguardo e fissarlo sul timer.

“Mancano quasi 40 minuti, sei sicura di voler consegnare?” domandò riprendendo subito il suo cipiglio severo ma gentile.

“L'ho ricontrollata, mancano alcune risposte ma proprio non riesco a ricordarle e molti argomenti non li avevo capiti.” Rispose quella, arrossendo appena.

“Capisco : va bene, se vuoi puoi recarti in biblioteca e cercare già gli argomenti che hai visto che non ricordavi.”

“Tieni, te li segno su questo pezzetto di pergamena.” Disse Scorpius sorridendole affabile.

La ragazza afferrò il foglietto con mano tremante, per poi correre via imbarazzata e facendo svolazzare i lunghi capelli scuri.

“Shaily Burke.” Constatò Scorpius cercando nella lista la foto della ragazza con affianco il nome.

“Purosangue,eh? Mh, devo proprio tenerla a mente.” Sibilò poi, scompigliandosi i capelli.

Rose lo fissò stizzita.

“Perché, scusami? Solo perché è una purosangue?”

“Beh no, ma è un fattore che favorisce il tutto.

“Il tutto? Il tutto di cosa?”

“Ma l'hai guardata, Weasley?” Sbottò Scorpius a voce un po' troppo alta, facendo alzare i capi di alcuni studenti dal proprio test.

Rose lo fissò interdetta alzando un sopracciglio infastidita.

Ma chi gliel'aveva fatto fare di diventare studentessa modello e partecipare alle lezioni di recupero?

“Scusami Malfoy, ma non sono lesbica.” La sua voce era acida e allo stesso tempo modulata.

“Sei per caso omofoba?” Chiese lui, ghignando.

“Non ho mai insinuato una cosa del genere, anzi sostengo e rispetto gli omosessuali, ho semplicemente detto di non farne parte.”

“Oh, peccato, l'idea di vederti nuda a far sesso con un'altra ragazza mi eccita un casino. Che ne direste di provare un menage a trois?

“ Oh, ma certo, non vedo l'ora! - trillò lei sarcastica – Peccato che non saprei dove procurarmela una ragazza disposta a fare cose a tre con te.” Disse disgustata e portandosi i lunghi capelli dietro le spalle.

“Oh, ma come siamo carine oggi. Eppure ci scommetterei le mutande che ogni ragazza al di sopra dei 12 anni voglia fare qualsiasi cosa con me.” Disse indicandosi con un pollice e sorridendo.

“Ovviamente, ed in cambio scommetterei le mutande che dopo averle coccolate chiedi loro di farti alcuni favori scolastici.” Sentenziò sfidandolo con gli occhi turchesi e felini.

“Ovviamente no.” Rise lui. “Quello lo chiedo solo alle ragazze della nostra età, non lascerei mai la mia media in mano a delle bambocce.”

“Oh, ma quelle della nostra età sono o belle o intelligenti. Non c'è un compromesso, ovviamente tranne qualcuna e me.”

“Ricorda, Weasley : non ho mai insinuato di andare solo con quelle belle.” Ghignò ancora.

Rose fissò l'orologio. 18: 47. 13 minuti. Ancora solo 13 minuti da sopportare.

“Questo vuol dire che sei andato a letto perfino con la MacMillan?” Chiese ghignando.

“Forse.” Rispose lui, guardandosi le unghie e sorridendo appena.

“Questo si che è uno scoop, Malfoy che va a letto con la MacMillan. Una notizia davvero Bomba!” Lo prese in giro lei, gesticolando.

8 minuti.

Alcuni studenti cominciarono a consegnare.

“Weasley, sicura che per quel menage a trois non se ne fa niente?”

“Malfoy, toglimi una curiosità: ma nella vostra educazione da purosangue non vi insegnano a stare zitti nei momenti opportuni?”

“Weasley, sai vero che ora potrei ricattarti? Ti conviene essere carina e gentile con me.”

Rose sistemò in un fila perfetta gli ultimi testi.

“Ma non lo farai.” Sentenziò derisoria lei.

“E cosa te lo fa pensare?”

“Forse il fatto che sono a conoscenza dei tuoi favori scolastici e ho testimoni. E Scorpius Malfoy non ci tiene ad essere espulso, vero?”

Il ragazzo strinse forte i pugni, mentre il timer suonava e ritiravano l'ultimo test.

Dopo aver risistemato i test in ordine alfabetico ed averli inseriti in una cartellina Rose raccolse le sue cose.

“Beh, ci si vede Malfoy.” Disse, solo per essere educata.

“Oh, eccome, Weasley.” Sussurrò lui, divertito del fatto che la ragazza fosse ignara e che quella sera l'aspettasse una spiacevole sorpresina.

Perché tanto alla fine si sa che è la felicità ad andarsi a far fottere.

 

Angolo Autrice

 

 

Ciao a tutti!

Allora: come prima cosa mi scuso sinceramente per la mia lunga assenza.

Questo capitolo per me è stato un parto, non è molto lungo, è nella norma, ma ogni scena mi ha

dato non pochi problemi.

Nella prima ho cercato di far percepire un po' del dolore che ha provato e prova Trecy.

Vi giuro che sto cercando di scrivere questo capitolo dal 21 maggio, ma per quanto ci abbia provato e riprovato non veniva fuori.

Anche adesso non sono soddisfatta, mi sembra incompleto, ma sono comunque 11 pagine di OpenOffice, quindi credo che il resto sarà nel prossimo capitolo, in cui Rose e Scorpius (FINALMENTE) saranno protagonisti, con qualche scenetta tra Louis e Amber (piano piano comincerete a conoscerli, io già li amo xD)

Comunque, sarà il caldo, l'estate, il blocco ma questo capitolo arriva stanotte.

Inutile dire che lo dedico a tutte voi che mi recensite con calore e affetto, che mi avete dato la forza di continuare a riprovare a scriverlo più volte. Finalmente si è scoperto chi è il misterioso ragazzo di Dominique e si svela anche un frammento della loro storia.

E la scena finale tra Rose e Scorpius? Che ve ne pare? Ho provato a riscriverla, ma meglio non mi veniva, mi dispiace tanto.

E che cosa attende Rose?

Spero che almeno qualcuno di voi mi recensisca, ci tengo per sapere le vostre opinioni su come si sta svolgendo questa storia.

Un baciottone a tutte!

Gea <3

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GeaRose Malfoy