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Autore: Evil_Regal    26/07/2015    1 recensioni
Una raccolta di 7 OS OUTLAWQUEEN basate sui prompt della OutlawQueen Week. Una OS al giorno,per un'intera settimana.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 7: Late Night Confessions

Era una di quelle notti in cui Robin raggiungeva la Regina Catt-Regina nelle sue stanze.
Una di quelle notti in cui si abbandonavano alla passione.
Perché la passione,Robina aveva capito,era l’unico modo che Regina al momento aveva per reprimere e dimenticarsi del dolore,anche se per poco.

Era cominciato tutto quasi come uno scherzo. Avevano cominciato a litigare,poi i litigi si erano trasformati in flirt e poi una notte,una notte in cui lei era stata particolarmente sfacciata,perché particolarmente triste,erano finiti a letto.

E da lì era cominciata la rutine.

Robin andava lì. Le dava ciò voleva e ciò che,sinceramente,voleva anche lui. E poi lei lo cacciava.
Robin sapeva che dopo trascorreva la notte intera a piangere. Piangeva l’assenza e la mancanza di suo figlio. Ed è per questo che non voleva che lui la vedesse,non voleva che stesse lì quando lei si infrangeva in mille pezzi.

Robin sapeva solo che a causa della malezione lei aveva perso suo figlio. Non sapeva altro. E lei non voleva dirgli altri. Si irrigidiva ogni volta che cercava di parlare con lei di suo figlio,Henry. Si inaspriva o semplicemente,nei giorni più brutti,andava via,perché non era abbastanza forte per affrontare la cosa. Per dissimulare. Per pronunciare le parole che le facessero cambiare argomento.

Ma quella sera fu diverso.

“Resta” aveva sussurrato nel buio e nel silenzio,quando lui si stava alzando per andare via. Gli aveva afferrato il braccio come se la sua vita dipendesse da lui e per niente al mondo l’avrebbe lasciato andare.

Quella era stata la prima notte in cui lei aveva avuto bisogno di compagnia,e non solitudine.

Anche se era buio,riuscirono a guardarsi negli occhi. Robin la guardò e vide quanto fosse distrutta e quanto stesse soffrendo. Quanto il semplice respirare e rimanere in vita le facesse male. Quanto la stesse distruggendo. Faceva tutto male e in quel momento lui pensò che evidentemente,stare con lui,la facesse stare almeno un po’ meglio. Così fece un semplice cenno con la testa e tornò sotto le coperte di ottima fattura. Nella sua vita,Robin non aveva né visto né toccato mai una cosa del genere. Ma  Regina ci era abituata.

Non appena la sua schiena ricolpì il materasso,Regina si incollò a lui. Appoggiò la testa al suo petto e si strinse a lui e Robin,ad un certo punto,sentì lacrime calde bagnargli il petto.

Le accarezzò la schena. I capelli. Le spalle. I fianchi. Ma non in maniera sensuale,come faceva di solito. Ma con cura. Con dolcezza.

“Regina?” sussurrò e lei non rispose. Ma seppe che aveva spesso di piangere. Rimasero in silenzio a lungo. Fino a che lei non ruppe quel silenzio che le stava ridendo in faccia,in qualche modo.

Prese un respiro profondo e cominciò a parlare. Non sapeva perché cominciò a farlo,ma cominciò a raccontargli la sua storia.

“Mia madre ha ucciso l’amore della mia vita. Davanti ai miei occhi e io mi sono trasformata nella Regina Cattiva. Ho incolpato Biancaneve tutta la vita,ma la verità è che lei aveva solo dieci anni,e io ero così disperata e distrutta che non sapevo più a cosa aggrapparmi. E così mi sono aggrappata all’oscurità…che in quel momento sembrava l’unica cosa che potesse alleviare le mie pene. Il mio dolore. Mi sono data così tanto all’oscurità che era diventato impossibile per me riuscire ad amare….fino a che Henry non è entrato nella mia vita”

Regina aveva la voce spezzata. Erano sussurri i suoi. Ma le sue stesse parole le rimbombavano nel petto e la scuotevano così tanto che lei riusciva quasi a sentire le sue costole prendere a schiaffi il suo cuore. Robin era attento ad ascoltare le sue parole e mai una volta,durante il racconto,aveva smesso di accarezzarla e di farle sentire il suo contatto caldo e rassicurante.

“Henry mi ha cambiato la vita” continuò lei “Mi ha insegnato ad amare ancora. Mi ha ricordato la persona che ero. Ha acceso un faro in quell’immensità di buio,di tristezza,di oscurità. Mi ha ridato la voglia di vivere che avevo perso…Henry è tutto per me. E’ tutto quello che ho e tutto ciò di cui ho bisogno” non sapeva perché ma Robin era commosso dal racconto.

“Poi lui ha scoperto che era adottato e poco dopo ha scoperto chi ero e cosa avevo fatto e il bisogno di andarsene da me,di liberarsi di me…era diventato più forte del desiderio di stare con me e probabilmente di essere mio figlio. Non ho idea di quante volte mi abbia detto che mi odiava che non ero sua madre,che Emma era sua madre. Non ne ho idea. Ho perso il conto. Eppure,mai una volta sono riuscita ad arrabbiarmi con lui per questo. Aveva ragione ad odiarmi e a non volermi come madre”

Robin voleva dirle che lei era di sicuro una madre fantastica,poteva capirlo dal modo in cui soffriva per suo figlio e dal modo in cui ne parlava. Ma la lasciò continuare. Le avrebbe parlato dopo.

“Scappava sempre da me. Non mi parlava e se lo faceva era per ricordarmi che mi odiava o che ero la Regina Cattiva e per questo che non avrebbe mai potuto volermi bene. E così ha trovato Emma. E quando lei è piombata nella mia vita,ero sicura,sicura come non lo ero mai stata prima,che lo avevo perso. Per sempre. Ma lui in realtà aveva sempre creduto in me. Aveva sempre creduto che io potessi cambiare e diventare una persona migliore. E’ stata la prima e probabilmente l’unica persona che ha creduto che io potessi farcela. Ad un certo punto ha cominciato a proteggermi,a difendermi…a volermi di nuovo nella sua vita. E io ho capito che non potevo più essere la persona che ero. Dovevo essere diversa. Dovevo essere migliore. Non potevo permettermi di perderlo ancora,di nuovo. Lui è la ragione per cui io sono la persona che sono ora e non più quella che ero prima. E ho bisogno di lui. Perché lui mi ricorda costantemente,ogni giorno,che per quanto molti possano vedermi come il mostro cattivo che ero,per lui sarò sempre la sua mamma. Il suo viso mi ricorda costantemente che abbandonarsi all’oscurità non ne vale la pena. Il prezzo sarebbe troppo alto. Lui è ciò che mi tiene nella luce. E’ ciò che non mi lascia affondare. E ora l’ho perso…e ho paura che comincerà di nuovo tutto da capo. Che tornerò ad essere ciò che ero. Che non sarò forte abbastanza…”  aveva ricominciato a piangere

“Lui crede in me e io non voglio deluderlo…ma è difficile. E’ difficile alzarmi al mattino pensando che io stto morendo dentro e lui non sa chi sono. Non si ricorda di me. E’ difficile alzarmi pensando che la ragione che mi spingeva fuori dal letto ogni mattina negli ultimi 10 anni,non è qui  e non sarà mai più qui con me. Come fai a vivere sapendo che tuo figlio è lì fuori e tu non puoi nemmeno avere la consolazione che lui sa che esisti? Come..come fai?”

Robin non sapeva cosa dirle. Cosa dici ad una madre così distrutta? Cosa dici a qualcuno che soffre di una pena per la quale tu non hai mai sofferto? Cosa? Come la conosoli?  Come le stai accanto? Come le dici che andrà tutto bene? Dove trovi il coraggio di dirle che prima o poi tutto si sistemerà?.

E dopo ci furono lunghe ore di silenzio. Nessuno dei due chiuse occhio. Ma nessuno dei due disse parola. Robin rimase lì a coccolarla e a lei piaceva. Piaceva avere qualcuno che l’accarezzasse con delicatezza ma non con la paura che potesse rompersi all’improvviso. L’accarezzava e la sfiorava con dolcezza ma allo stesso tempo con sicurezza.

Le paiceva stare tra le sue braccia e avere qualcuno che la trattasse come se fosse preziosa.

Era notte fonda e faceva freddo,ma loro stavano bene nel loro abbraccio sotto le coperte.

Robin le baciò i capelli e lei chiuse gli occhi,perdendosi nella dolcezza di quel bacio.

“Regina?”

“Mmm” aveva abbassato ogni tipo di guarda ed essere chiamata Regina,andava bene. Si era mostrata fragile a lui e quindi continuare questo stupido gioco di battibecchi e stupidi nomignoli era inutile.

“Sono innamorato di te”

Regina deglutì e spalancò gli occhi. Si girò e lo guardò negli occhi “Robin-“

Sapeva cosa stava per dirgli.
Stava per dirgli che non era degna di essere amata.
Stava per dirgli che era troppo distrutta per poter essere amata.
Stava per dirgli che probabilmente non era pronta.
Stava per dirgli che non amarla non ne valeva la pena,perché prima o poi lei avrebbe rovinato tutto,o qualcosa o qualcuno che la odiava,avrebbe rovinato tutto.

Stava per dirgli che lui meritava di meglio. Ma lui glielo impedì.

“Non sto dicendo che dobbiamo stare insieme,ora. Non sti sto obbligando ad impegnarti. Niente di tutto questo. Ti sto solo dicendo,Regina,che sarò qui. Per te. Ogni volta che vorrai. So che per te è difficile aprirti e confidarti,ma l’hai fatto e se l’hai fatto penso che sia perhcè ti fidi di me ed è per questo che io voglio che tu sappia che sarò qui ogni volta che avrai bisogno di me. E che un giorno tu vorrai…potremo impegnarci in quel senso. Ma per ora va bene così”

Robin non distolse lo sguardo dagli occhi di Regina nemmeno per un attimo e Regina si chiese come era possibile che un uomo come lui si fosse innamorato del fantasma di ciò che era Regina? Come aveva fatto? Come aveva fatto a scegliere lei? Perché aveva scelto lei?

Regina non capiva. Non capiva perché lui la guardasse con tanto amore,con tanto affetto. Non capiva perché volesse esserci per le.

E tutte queste domande,questi dubbi e queste emozioni la portarono a piangere. A commuoversi. E non appena lui vide le sue lacrime,non riuscì a trattenersi,e le portò le mani al viso per asciugarle le guance e l’attimo dopo le braccia di Regina erano avvolte al collo di Robin stringendolo come se potesse scomparire a momenti.

Lo strinse come se la sua vita dipendesse da lui e dal fatto che in quel momento la stesse stringendo. In quel momento le sue braccia erano il posto più sicuro che ci fosse e non voleva essere in nessun altro posto.

Regina pianse,silenziosamente. Ma non sapeva esattamente perché stesse piangendo.

Robin la strinse e lentamente la spinse in giù,di nuovo sul materasso,di nuovo sul suo petto e lasciò che si sfogasse e l’ultima volta che la controllò,prima di chiudere gli occhi,aveva preso sonno e non sembrava così tormentata come prima.

E fu per questo motivo che riuscì a prendere sonno.
  
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