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Autore: moira78    24/01/2009    2 recensioni
Una storia triste e drammatica, fa parte anch'essa del passato. Un'idea che ho tentato di rendere nel modo più delicato possibile.
Edit del 25/02/2009: ff interamente revisionata e corretta da Tiger eyes.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo III

DIAGNOSI CRUDELE




Quando si risvegliò fu conscia di due sole cose: la febbre era tornata, se lo poteva sentire nelle ossa e nella testa, e Shampoo l’aveva aggredita.
Quella ragazzina… le darò una lezione coi fiocchi non appena starò meglio!
Poi udì le voci nell’altra stanza e studiando i contorni del letto e delle pareti capì che non si trovava in camera sua, ma nello studio del dottor Tofu.
Oh no, sono svenuta di nuovo…?
Si alzò a sedere, ma il mondo le vorticò attorno a una velocità pazzesca, costringendola a rimanere a capo chino per diversi minuti prima di riuscire a trascinarsi fuori dal letto. Quando si guardò di nuovo intorno, andava un po’ meglio, ma la sorprese un attacco di tosse improvvisa e dovette soffocarlo per cercare di udire cosa dicessero dall’altra parte.
"Le analisi non rivelano nulla di buono, purtroppo…" Stava dicendo il dottore.
Si tolse la mano dalla bocca, la tosse era placata.
"…Akane presenta una forma primaria di…"
Vide il sangue sulla propria mano e si domandò come fosse possibile perdere sangue dal naso, dalle gengive e anche dalla gola, quando era solo anemica.
"…Leucemia."
Il mondo si fermò. Akane piombò a terra, sulle ginocchia, ascoltando senza capire, comprendendo solo che la sua vita era probabilmente giunta al capolinea con un anticipo spaventoso.

Cologne vide la nipote rincasare con un’aria trionfale sul volto e le chiese se per caso il futuro marito non avesse deciso di sposarla, finalmente.
"No, bisnonna, ma oggi ho sconfitto il maschiaccio Akane e Lanma è dovuto correre dal dottor Tofu perché era moooolto debole."
Obaba si accigliò. Akane non aveva mai subìto una sconfitta tanto schiacciante da Shampoo da dover richiedere le cure mediche, a parte quella volta in cui sua nipote aveva utilizzato lo shampoo speciale che fa dimenticare le persone. E comunque anche in quell’occasione aveva recuperato da sola e benissimo.
"Cosa le hai fatto, nipote?"
"Oh, io ho tirato solo bombori colorati sulla sua testa dura e lei è caduta come un sacco di patate. Così impara a stare fra le braccia del mio Lanma per andare a scuola!" Ribattè indignata.
Akane era andata a scuola in braccio a Ranma? Era svenuta solo per un colpo di bombori e ora stava male?! Meglio controllare. Se Shampoo aveva messo in pericolo di vita Akane non c’era da stupirsi se il futuro marito l’avrebbe odiata. E questo non era certo un bene…

Guardava il soffitto da mezz’ora, ormai, ed era incapace di non pensare ad altro che a quella diagnosi crudele pronunciata dalla voce tanto amica del dottor Tofu. Le rimbombava per la testa come un tamburo, insistente, bruciante più della febbre che la invadeva.
Quando Ranma entrò nella sua stanza notò il pallore del suo volto e la sua aria distrutta, ma non mosse un muscolo e non disse una parola.
"Akane, sei sveglia?"
Lei annuì con il capo, sforzandosi di non piangere davanti a lui, mordendosi le labbra.
"Posso… entrare un momento?" Chiese avvicinandosi.
"Sei già entrato." Gli rispose con una voce che non riconobbe come sua.
"Akane… mi dispiace per quello che ti ha fatto Shampoo."
Lei si voltò a guardarlo, stupita.
"Ti dispiace? Allora perché non le hai mai detto che non intendi sposarla, Ranma?"
Lui spalancò gli occhi, sorpreso come da un pugno in pieno volto.
"Cosa…?"
"Forse stai ancora decidendo quale fidanzata scegliere, forse ci stai ancora riflettendo, Ranma?"
Sentì una rabbia folle ribollirle nelle vene. Probabilmente lei stava per morire, non era giusto morire a diciassette anni, e lui ancora non voleva saperne di decidersi a scegliere. E questo la faceva infuriare. Ci sarebbe stata quando lui si fosse finalmente deciso? Avrebbe potuto lottare per lui? E se avesse vinto, avrebbe avuto il tempo di essere felice con lui?
"Akane, cosa stai dicendo, sei malata, lo sai? Ora come ora devi pensare solo a guarire!"
Lei fece una cosa del tutto inaspettata, che lo lasciò senza fiato. Si mise a ridere. Forte, in una maniera spassionata e acuta nella quale Ranma udì con orrore una punta di follia e una profonda tristezza interiore.
"GUARIRE! Oh Ranma, questa è buona! Come se guarire dalla leucemia fosse lo stesso che curarsi una febbre!"
Lui sussultò. "Tu… sai…?"
"Si!” Ringhiò lei. “Lo so, ho sentito che forse non vivrò abbastanza per prendermi la rivincita da Shampoo! E anche se ci riuscissi non potrei reg… reggermi neanche… in p… piedi…" Le lacrime la sorpresero e Ranma assunse un’aria agitata che la irritò ancora di più.
"CHE C’E’, NON SEI CONTENTO?! IL MASCHIACCIO PRIVO DI SEX APPEAL NON TI INFASTIDIRA’ PIU’ E AVRAI SHAMPOO E LE ALTRE TUTTE PER TE! NON SEI CONTENTO RANMA?!"
Lui rimase impietrito a sentire quelle parole uscire come proiettili infuocati dalle labbra cineree di Akane. No, quella non era più Akane, quella voce carica di odio non poteva essere la sua, e Ranma non poteva più stare ad ascoltarla. Si mosse come un automa, bloccandole le spalle scosse dalle urla e dai singhiozzi con una presa forte, abbastanza da farle male.
"Ora basta, Akane." Sibilò con gli occhi ardenti. "Non un’altra parola." Lei rimase a bocca aperta, ammutolita da tanta veemenza. "Ora ascoltami bene. Qui nessuno si arrenderà mai e tu continuerai a infastidirmi per tutto il tempo che vorrai e io… io vorrò sempre che tu lo faccia!"
Akane rimase sbalordita a fissare gli occhi seri del suo fidanzato diventare grandi e tempestosi, scorgendo il luccichio debole delle lacrime nascenti. Allora la testa le girò di nuovo e forte, e sentì di essere tornata padrona di sé. Il suo viso si accartocciò in una smorfia disperata e si gettò fra le braccia del fidanzato piangendo liberamente, scossa dai singulti.
Avvertì la pressione delle sue braccia cingerle la vita, trattenerla come se non volesse lasciarla più, e capì che stava piangendo anche se non lo guardò in viso.
"Ssst… andrà tutto bene, te lo prometto…" Le bisbigliò lui con voce rotta, carezzandole piano i capelli, mentre fuori avanzava il primo temporale estivo dell’anno.
   
 
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