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Autore: piccolo_uragano_    29/07/2015    2 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“Scusi?”
L’Infermeria di Hogwarts odorava di disinfettante, antibiotici e malattie. Era avvolta in un silenzio ovattato, e dalle gigantesche finestre si vedeva gennaio scorrere lentamente sotto a delle nuvole che incutevano paura. Fuori da quel castello c’era la guerra, e la ragazza dai capelli color caramello seduta davanti a Madama Chips lo sapeva bene.
“Non mi guardi così, signorina Redfort. Non sei la prima e non sarai l’ultima a rimanere incinta tra le mura di questo castello.”
Martha prese a mordicchiarsi un’unghia, fissando il nulla. “Quindi è vero?”
“Si, è vero. Siamo alla settima settimana, direi. Quasi due mesi, quindi, questo bambino dovrebbe nascere nella seconda metà del mese di agosto. Hai tutto il tempo per dedicarti ai M.A.G.O. insieme a Sirius, a meno che tu non decida di abortire, perché …”
Martha scosse la testa con decisione. “Non me lo perdonerei mai.” Sussurrò. Poi voltò la testa, guardano quel nuvoloni poco naturali che da mesi avvolgevano il mondo magico. Quel freddo che penetrava le ossa voleva dire solo una cosa: Voldemort si stata muovendo. E loro dovevano fare in fretta.
“Pensa alla guerra?”
Martha annuì.
“Beh, se posso permettermi, le suggerisco di non vedere le cose così in grande. Prima di preoccuparsi di cosa questo mondo offrirà a suo figlio, pensi a cosa siete disposti a dargli lei e il signor Black.”
Martha alzò lo sguardo verso il viso a cuore di Madama Chips. “Grazie.”
La donna sorrise. “Ci vediamo fra una settimana esatta per la visita. Può portare qualcuno, se le fa piacere.”
Martha si alzò, augurò una buona giornata a Madama Chips e si diresse verso il settimo piano.
Aveva bisogno dello Specchio delle Brame.


Seduta davanti all’immagine di Sirius che la teneva abbracciata con in braccio un neonato, Martha perse completamente la concezione del tempo e dello spazio.
Pensò a Marie, quella donna fragile e fin troppo innamorata della propria famiglia per rendersi conto di quanto fosse importante che ognuno mettesse a rischio la propria vita in quella guerra. Pensò a Robert, padre protettivo ma incapace di dimostrare affetto a parole. Rose, la sorella migliore che potesse desiderare. Certo, avevano avuto dei brutti momenti, a volte non la sopportava, ma non avrebbe avuto la forza per aprire gli occhi la mattina se non avesse avuto la certezza che avrebbe potuto trovarla accanto a lei. Pensò a che faccia avrebbe fatto Rose quando le avrebbe detto della gravidanza. Era difficile, perche Rose si era sempre mostrate apatica verso il mondo. Marie avrebbe sicuramente pianto, e Robert sarebbe andato a fumarsi una sigaretta in veranda per assimilare la notizia.
“Hai saltato Incantesimi e il pranzo, piccola Redfort.”
Martha si girò verso James, che si innalzava nel suo metro e novanta sulla soglia della stanza, con gli occhiali sul naso e una bottiglia di Burrobirra in mano. “Lo so.” Rispose.
“Sirius è preoccupato.”
“Tu sapevi che ero qui.”
“Si, ma lui no.”
Martha sorrise. “Siediti.”
James prese posto accanto a lei e stappò la bottiglia con la bacchetta.
“Ciò che vediamo in questo specchio può cambiare?” gli chiese.
James alzò le spalle. “Certo che sì. I nostri desideri possono concretizzarsi, annullarsi, mutare, fondersi …” Fece per allungarle la bottiglia ma lei scosse la testa.
“Sei diventata astemia?”
Martha accennò un sorriso.
Iniziamo a vedere come reagiscono le persone.
“James, lo sai tenere un segreto?”
Lui la guardò stranito. “Sei davvero diventata astemia?!”
Martha allargò il sorriso e scosse la testa. Aprì la bocca ma non riuscì a parlare. Era così strano, era tutto così strano. Era un qualcosa di astratto, lontano, eppure le bastava toccarsi la pancia per capire che era tutto vero, che era reale.
“Mi sto preoccupando.”
Martha prese un profondo respiro. “Sono incinta.”
James rimase immobile a fissarla, senza espressione, con la Burrobirra in mano e la borsa con i libri davanti a lui. Martha credette che fosse stato immobilizzato o pietrificato da un Basilisco invisibile, ma prima che potesse tirargli un pugno per assicurarsi che fosse ancora vivo, lui scoppiò a ridere.
Lei lo guardò come se fosse uscito di senno. “Tutto bene, James?”
Lui sembrava non riuscire a smettere di ridere. “Scusami, Martha, ti prego … so che non è una cosa di cui dovrei ridere, ma … ho appena avuto una visione di Sirius … alle prese con un pannolino …”
A quel punto, anche Martha scoppiò a ridere. In modo meno rumoroso, meno vistoso, ma si fece una sana risata.
“Pensa a quando glielo dirò, piuttosto.”
James si buttò per terra, in preda alle risate. Martha rimase a fissarlo, incapace di seguirlo.
“Ti prego, Martha … ti prego, posso esserci?”
Lei tornò a guardare lo Specchio, e lui si impose di smettere di ridere.
“Scusami, non avrei dovuto reagire così. Davvero, so che dovrei abbracciarti e dirti che andrà tutto bene, ma …”
“Va bene così.”
James sorrise a Martha e le passò il braccio attorno alle spalle. “Hai paura?”
“Sì.”
“Sei più forte tu della tua paura.”

Martha varcò la soglia della Sala Comune assieme a James, trovando Sirius, Lily, Alice, Peter e Frank chini su una pergamena scritta in Rune Antiche.
Sirius la guardò – pallida e con aria sconvolta, e con lo sguardo le chiese cosa ci fosse che non andava.
Lily non ebbe bisogno di parole. Guardò Martha, e capì tutto. Capì che era vero, che non era solo un ritardo, che non era lo stress, che non era una sua paranoia.  Era tutto vero.
“Ti devo parlare.” Sussurrò Martha in direzione di Sirius.
Lui non si mosse, mentre cercava di decifrare lo sguardo di James, mentre gli altri si alzarono e lasciarono Sirius, James, Martha e Lily davanti al camino.
Martha, con gli occhi pieni di lacrime, si sedette accanto a Sirius.
“Che fine avevi fatto oggi?” le chiese lui, prendendole la mano.
“Tu mi ami, Sirius, Black?” chiese lei, ignorando la sua domanda.
“Martha Redfort, se non ti amassi non ti starei per sposare.”
“Ho bisogno di sentirmelo dire.” Ribatté lei prontamente.
Sirius si voltò a guardare James, senza capire. James annuì e Sirius tornò a guardare Martha. “Ti amo più di ieri e meno di domani, Martha Redfort.”
Martha guardò i grandi occhi grigi di Sirius, pregando un dio in cui aveva smesso di credere che lui glielo potesse ripetere per sempre. Strinse la mano di Sirius nella sua, sperando che non la lasciasse mai. Vedeva la sincerità nel suo sguardo, ma continuava ad avere paura che lui si sarebbe alzato, le avrebbe urlato contro e sarebbe uscito dalla sua vita.
“Mi ameresti anche se fossi incinta?”
Sirius mollò la prese sulla mano di Martha per prendersi la testa tra le mani. Davanti a lui James si passava una mano nei capelli in modo nervoso mente Lily si appoggiava alla sua spalla con il mento.
Martha, con le lacrime che ormai le rigavano il viso, provò a sfiorare la spalla di Sirius, ma lui, come toccato da un fuoco bollente, si alzò di scatto e se ne andò. Non guardò James, né Martha, o Lily, uscì dalla stanza con i pugni chiusi e lo sguardo basso. Martha continuò a fissare il punto in cui le sue larghe spalle erano sparite, senza riuscire a smettere di piangere.
James baciò Lily sulle labbra e si alzò. Raggiunse Martha, le baciò la fronte e le disse “Non è niente.” E lei si lasciò andare ai singhiozzi.
Sirius non lo vuole.
Erano le uniche parole a cui riusciva a pensare mente si sfiorava la pancia.
Sirius non ci vuole.
Era pazzesco. Sapeva dell’esistenza di quella creatura da meno di dodici ore, eppure la sentiva già sua, si sentiva già una cosa sola con la vita che portava in grembo.
Lily si alzò e porse la mano a Martha. Lei l’afferrò e si lasciò trascinare al piano di sopra.
Sirius non ci vuole.
La casa che lui le aveva mostrato, settimane prima, sembrava essere stata fatta apposta per una famiglia con almeno due figli. Poteva capire l’odio per i Black ed il dissenso nel dare loro un altro erede a cui rovinare l’esistenza, ma Martha non avrebbe mai permesso ai Black di avvicinarsi a quel bambino.
Sirius non lo vuole.
Era stato sempre Sirius a proporle di sposarla. Lei non se lo aspettava. Lei credeva che lui scherzasse, quando parlava di figli, di nomi e di matrimonio. Credeva che lo dicesse per alleggerire la tensione creata dalla situazione che si trovavano a vivere, credeva che non volesse impegnarsi così seriamente, seppure fosse ormai convinta che lui l’amasse.
Strinse il suo cuscino e lo bagnò di lacrime, mentre si addormentava vestita in posizione fetale.

James non aveva bisogno della Mappa del Malandrino. Non aveva bisogno di chiedere in giro se qualcuno avesse visto Sirius, sapeva perfettamente dove si sarebbe diretto.
Sapeva che si sarebbe trasformato in Felpato e che avrebbe semplicemente iniziato a correre, correre fino a perdere il fiato, correre fino a non vederci più.
Per questo, quando con la vista da cervo vide un grosso cane nero sdraiarsi con aria sfinita accanto alla sponda del Lago nel cuore della Foresta Proibita, no si stupì più di tanto.
Quando il cane riprese le sembianze di Sirius, con gli occhi pieni di confusione, urlò “Vattene, Ramoso!”
In  quel momento, anche Ramoso venne avvolto da una luce argentata e poi riprese le sembianze di James. “L’ultima volta che l’ho fatto, poi l’hai lasciata.”
Sirius prese un sasso e lo fece rimbalzare sull’acqua. “Non posso lasciarla di nuovo.”
James lo guardò. “Vero. Hai imparato le promesse nuziali babbane, ormai.”
Sirius sogghignò. “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tre rimbalzi.”
James raccolse un sasso e si chinò per lanciarlo. “Tu la ami.”
Sirius annuì, mordicchiandosi un labbro. “Forse la amo troppo.  A volte penso che non sia umano amare così tanto una persona, sai?”
James lanciò il sasso. “A volte penso che senza di lei non ti saresti unito all’Ordine. A volte penso che senza di lei non sorrideresti. A volte penso che anche se tu non l’avessi mai conosciuta, alla fine lei ti mancherebbe lo stesso.”
Il sasso lanciato da James rimbalzò sull’acqua quattro volte prima che Sirius riuscisse a trovarne un altro da lanciare. “Lei mi completa. Lei mi rende ciò che sono.” Lanciò il sasso, che rimbalzò due volte. “Ma questo bambino …” scosse la testa.
“Credo che questo bambino sia la cosa migliore che vi potesse capitare, Sirius. È la quintessenza della vostra unione, è ciò che vi manca ad essere una cosa sola, è quel che ci voleva per alleggerire questo mondo. E non pensare che lei non abbia paura: è più spaventata di te.  Si è ritrovata questo mostriciattolo in grembo e ha paura di non essere all’altezza.”
Sirius lasciò perdere i sassi per guardare il suo migliore amico. “Io non sarò mai un buon padre, James. Non sarò il padre che il figlio di Martha si merita.”
James si voltò verso Sirius. “Il figlio di Martha è anche figlio tuo, sai?”
“Il mostriciattolo portato in grembo da una persona fantastica come la mia fidanzata non si merita di avere un padre come me. Io non so amare, James, te ne sei dimenticato? Non mi è stato insegnato.”
“Non è vero.”
Sirius lo guardò senza capire.
“Martha … lei ti ha insegnato ad amare. Non è detto che, siccome i tuoi genitori non sono stati in grado di amarti, tu ora non possa essere in grado di amare tuo figlio. È stata Martha ad insegnarti ad amare, ricordi? Quando ti ha offerto il primo caffè, un anno e mezzo fa. Ti ha insegnato ad amare quando ti ha difeso con quella poco di buono di Brianna Clark, e non si è vergognata di piangere davanti a te. Ti ha insegnato ad amare, ti ha insegnato ad amarla quando ti ha implorato di dirle che eri geloso e tu non sei stato in grado di farlo, ma poi hai fermato la festa di Grifondoro per poterle dire davanti a tutti che l’amavi. Ti ha insegnato ad amare quanto tua cugina l’ha torturata e lei si è morsa il labbro fino a farlo sanguinare per non dare a quella iena la soddisfazione di sentirla gridare. Ti ha insegnato ad amare quando l’hai lasciata, ti sei preso la varicella e lei veniva a trovarti ogni giorno, perché ti aveva promesso che si sarebbe presa cura di te. Ti ha insegnato ad amare quando si è unita all’Ordine dopo aver messo fuorigioco tre Mangiamorte.  Come fai a non capirlo? Lei ti ama anche perché tu, prima di lei, non eri in grado di amare nessuna. Ti ama perché sa che non amerai mai nessuna al di fuori di lei, ti ama perché voi vi completate.”
“Ho paura.” Ammise lui sottovoce. “Ho paura che si renda conto che posso amare solo lei.”
“Questo bambino è parte di te, e parte di lei. Non puoi non amarlo.”
Sirius prese un sasso e lo lanciò, senza farlo rimbalzare. “Ho paura.” Ripeté.
“Ne ha anche lei. Ma voi siete più forti delle vostre paure.”

Sirius si distese accanto a Martha, totalmente incurante del fatto che fosse notte fonda e  che quello fosse il dormitorio delle ragazze. Lei si svegliò di colpo, con gli occhi ancora gonfi, e si voltò a guardarlo.
“Perdonami, piccola. Ho avuto paura.”
Martha annuì. “Ti amo.” Gli sussurrò.
“Anche io. E amerò anche il nostro bambino.”
Martha sorrise e lo baciò, mentre lui le poggiava una mano sul grembo. Portò la bocca su quel ventre ancora piatto e sorrise. “Ehi, pulce. Sono il tuo papà. Sei arrivato un po’ a sorpresa, sai? Però ti prometto che ti darò tutto ciò che posso, perché la tua mamma mi ha insegnato ad amare.”
Martha scoppiò a ridere.  “Tu sei pazzo. Non ti può sentire.”
Lui la guardò. “Secondo me si. Guarda .” bussò leggermente all’ombelico. “Pulce, se tiri calci troppo forti alla tua mamma, quando esci facciamo i conti.  Intesi?” Appoggiò l’orecchio sul ventre. “Ha detto  che sei bellissima, Martha.”
“Diventerò una balena, lo sai?”
Lui riprese a baciarla. “Sarai una balena bellissima.”


Rose spalancò la bocca. “Non può essere vero.”
Martha alzò le spalle. “Pare che sia così.”
Rose strinse i pugni. “Quanto avevi ancora intenzione di aspettare per dirmelo?!”
Martha, seduta al solito posto al Quartier Generale, guardò sua madre scoppiare in lacrime. “Beh, non lo sapeva nessuno, perché ci è stato detto di non dire niente fino alla fine del primo trimestre.  Abbiamo già fatto delle visite, e va tutto benissimo.”
Robert si concesse di guardare sua figlia, rivelando due occhi gonfi di lacrime. Lei chinò leggermente la testa per guardarlo con gli stessi occhi. “Ti voglio bene, papà.”
In quel momento, Charlus corse incontro a Sirius e lo abbracciò. “Sirius, tu sei come un figlio per me, lo sai?” Sirius annuì. “Quindi sono felice come se mi stesse per arrivare un nipotino!” Charlus abbracciò Sirius e poi Martha, mentre James, Lily, Remus, Peter e Rose sorridevano divertiti.
Marie e Dorea, intanto, piangevano all’unisono. Andromeda e Ted Tonks, abbracciarono tutti con aria contenta, mentre Silente osservava tutti con aria paterna.
“Ragazzi miei, non c’è niente di più commovente di una vita che nasce nella culla di un amore giovane.” Disse, cercando di nascondere gli occhi lucidi dietro gli occhiali a mezzaluna.
“Oh, suvvia, Albus!” intervenne la McGranitt. “Lasciati andare! Sono due dei nostri migliori alunni, sai? Si sposano, e avranno un bambino … a nemmeno vent’anni …” si avvicinò a Martha e le sfiorò il ventre. “Sarai bravissima, ma non sottovalutarti mai. Siediti quando sei stanca, piangi quando ne hai bisogno, sfogati quando hai paura. Inizia il viaggio più bello della tua vita, ragazza mia.” Detto questo, la attirò a sé e la abbracciò, stringendola forte. Martha sorrise e la ringraziò.

Robert osservava il giardino buio con la sigaretta babbana in mano. Erano anni che non ne fumava una, in realtà, ma quella sera sentì di averne bisogno. Dopo nemmeno due tiri, sua figlia Rose lo raggiunse, sedendosi accanto a lui.
“Brutto colpo, eh, papà?”
Lui sorrise e le passò la sigaretta.
“Trovate sempre i modi più dolorosi per dirmi che state crescendo.” Ribatté lui. “Tu te ne vai di casa, tua sorella si sposa … e avrà un bambino …”
Rose sorrise, ripassandogli la sigaretta.
“Quando tua madre mi disse che saresti arrivata tu era un mercoledì mattina, stavamo facendo colazione. Stavo leggendo il Profeta, mentre lei con la sua camicia da notte a fiori preparava il caffè. Mi disse ‘amore, dove abbiamo messo la culla che ci hanno regalato i miei al matrimonio?’ io risposi ‘in soffitta, perché?’ erano le sette del mattino, Rosalie, capiscimi.”
Rose sorrise.
“Lei si girò, mi guardò e mi disse ‘ beh, perché tra otto mesi sarà piena’.” Robert si perse a guardare le stelle. “Quando sei arrivata eri … così piccola, e così bella. Ti tenevo in braccio e avevo paura di romperti, ti guardavo e avevo paura di sciuparti. Eri il concentrato delle cose belle della vita, eppure eri solo un mostriciattolo urlante che cercava da mangiare.”
Rose lo spinse amichevolmente. “Pensi che per Sirius e Martha sarà così bello?”
“Penso che per loro sarà anche meglio.”
“Papà, ma tu la ami ancora la mamma? Dopo tutti questi anni?”
Robert spense la sigaretta e con un colpo di bacchetta la fece sparire. “Beh, è un sentimento diverso dall’inizio. È più maturo in certi momenti, ma sempre bambino in altri. Però non c’è cosa più bella che vedere il suo viso accanto al mio ogni mattina anche dopo  trent’anni.”
Rose gli sorrise. “Ti voglio bene.”
Robert annuì. “Ovviamente.”

“Hai mai pensato a come sarebbe andata se non ci fossimo conosciuti?”
Lily guardò James, seduto accanto a lei a guardare l’alba sotto al solito albero.
“Non avrei nessun buon motivo per essere felice.”
“Smettila.” Lo schernì lei. “Eri felice anche prima di metterti con me.”
Lui le strinse le mani sui fianchi. “Ero felice perché mi giravo e ti trovavo sempre dietro di me pronta ad insultarmi. Tu non lo sapevi, ma anche i tuoi insulti mi rendevano felice. Sentivo di essere al mondo solo quando tu mi guardavi. Con i ragazzi è diverso, loro mi fanno sentire importante, loro mi fanno ridere … ma tu mi guardi e mi fai sentire completo, Lily Evans.”
Lily sorrise, giocando con la mano gigante di James. “Ti insultavo perché ti odiavo.”
James, con il viso perso nei capelli rosso fuoco di lei, sorrise. “E ora?”
“Un po’ ti odio ancora.” Rispose lei.
Lui le fece il solletico fino a quando non fu sdraiata sotto di lui, inerme sotto a tutti quei muscoli.
“Lasciami andare!”
“Ora mi odi ancora?”
“No.”
“Ora cosa senti?”
“Il tuo peso che mi soffoca!” rispose lei.
“No.”
Lily chiuse gli occhi e lo baciò. “Non so come tu abbia fatto, James Potter, ma poi mi sono innamorata di te.”
Lui sorrise come non mai e presero a rotolarsi nel prato mentre si mangiavano la faccia di baci.

Sirius, che ormai dormiva sempre nel letto di Martha, se ne stava seduto  accanto alla finestra del dormitorio femminile, con l’ecografia in bianco e nero stretta nella mano. Guardava il Lago, l’alba, mentre non fece per niente fatica a riconoscere James e Lily nel prato. Sentiva chiaramente l’odore della felicità di un amore  che sta nascendo, che non ha bisogno di altro che delle due persone che lo alimentano. Sentiva la felicità di suo fratello anche a metri di distanza, e sentiva la gratitudine che provava verso Lily per renderlo così felice e per essere sempre disposta ad aiutare lui e Martha. Sentiva che quei due sarebbero diventati qualcosa di grande, se lo sentiva dentro le ossa, e per niente al mondo avrebbe cancellato quella sensazione.
Non c’è niente di più bello al mondo che sentire che il tuo migliore amico è finalmente felice con accanto la persona giusta.
“Buona fortuna, James.” 


Ciao popolo! Sono sopravvissuta ai dieci giorni in Calabria con i miei amici e alle diciassette ore di treno per tornare a Milano. Detto questo, siccome sono viva, un capitolo era d'obbligo. Così come un pezzo di Jily, un momento no di Sirius, un momento Sirius-James (mi mancavano) e un momento dedicato a Robert. 
Come andrà? Come si chiamerà? Sarà maschio o femmina?
Lo scorpiremo solo vivendo ... no, bugia, io lo so già. 
A occhio e croce, però, andando abbastanza veloci, tra due o tre capitoli il pargolo dovrebbe venire al mondo.
Spero che continuiate a seguirmi nonostante l'attesa :D

Fatto il misfatto!

 
   
 
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