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Autore: niallerguitar    29/07/2015    4 recensioni
Il Trio è stato appena catturato dai Ghermidori, e portato in Villa Malfoy. La situazione sembra disperata e per Harry, Hermione e Ron sembra non esserci via di fuga.
"L'unica cosa che vide in quel momento fu sua zia mantenere la Nata Babbana per le spalle, con la bacchetta puntata alla gola. Vide Weasley e Potter dall'altra parte della stanza urlare. Poi fu tutto così improvviso.
-Expelliarmus- Draco pronunciò quelle parole con così tanta forza che sua zia, insieme alla bacchetta furono sbattute violentemente al muro.
Il biondo non pensò a quello che stava facendo quando prese la Granger tra le sue braccia, con l'intento di smaterializzarsi lontano da quel posto, lontano da tutto quel male. Non si accorse nemmeno che insieme a loro si smaterializzò anche un pugnale d'argento che era appena stato lanciato dalla furia incontrollabile di Bellatrix Lestrange."
Tengo conto di tutto quello che è successo nei libri precedenti e anche di quello che verrà, tranne la morte di Dobby e il futuro di Hermione e Draco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Make me fine
12

Hermione non riusciva a capire esattamente cosa provasse in quel momento. Quello che sapeva con certezza, era che aveva sentito un grande sollievo quando Draco l'aveva lasciata sola. Ma non poteva evitare di dire che aveva provato anche un'infinita delusione quando lui l'aveva guardata con disprezzo prima di aprire la tenda e sparire dalla sua vista. 
La Grifondoro si passò frettolosamente una mano sulla faccia, eliminando ogni traccia di una probabile "bella sensazione". Perché le sentiva ancora forti, quelle labbra. Le sentiva bruciare sulle sue con un'irrefrenabile fremenza, nonostante l'avessero solamente sfiorata. 
Si tastò le labbra con le dita, cercando di ritrovare quella sensazione che stava man mano svanendo. Ma forse era meglio così, era decisamente meglio dimenticare. Perché prima avrebbe dimenticato, prima sarebbe riuscita a capire la gravità di quella assurda situazione. Ma non era facile scacciare quell'assurdo fervore che si stava espandendo nel suo corpo, fino a raggiungere quel suo cuore ormai freddo, che necessitava così tanto quel calore. 
Era come una vampata di aria fredda nel deserto, tanto piacevole quanto essenziale. Perché una volta assaggiata, veniva reclamata sempre di più. 
E lei non voleva assolutamente che nulla del genere accadesse. Non adesso che con Ron le cose stavano andando finalmente bene, non adesso che sentiva finalmente di appartenere a qualcuno. Semplicemente non adesso. Non con Draco Malfoy.
Si rifiutava anche solo pensare di cedere ad una Serpe come lui. Nonostante tutto quello che avevano passato in quei giorni, non riusciva ad accettare i sentimenti che provava. Non riusciva a capire se fosse semplice attrazione o se sotto tutte quelle carezze e quegli sguardi ci fosse anche solo un minimo sentimento di affetto. 
Hermione era sicura che da parte sua non ce ne fosse neanche un po', ma dopo quello che le avevo detto era difficile crederci. 
Eppure, mentre se ne restava stesa nella tenda, con le coperte sulle gambe e gli occhi chiusi, era quasi riuscita a dimenticare tutto ciò che si celava oltre quello che le stava succedendo. Infatti, la guerra, fuori da quella tenda, stava andando avanti.  Forse era semplicemente quest'ultima a spingerla sempre di più verso la scelta sbagliata, verso Draco. Perché fra tutto quel male, riusciva incoscientemente a trovare qualcosa di buono in lui. Una qualche specie di stupida sensazione che si accertava di non seguire. 
Si rotolò su un lato, affondando la testa nelle coperte. Si strinse la giacca al petto, cercando di donarsi più calore. Si sforzava stupidamente di non piangere, sbattendo in continuazione le palpebre. Era assurdo quanto Harry e Ron gli mancassero, ed il fatto di non poter fare nulla per aiutarli le faceva venire il voltastomaco. Non avevano ancora molto tempo. 
Hermione, sfortunatamente, non sapeva se erano riusciti a distruggere l'Horcrux che si trovava nella camera blindata di Bellatrix. Anzi, non sapeva nemmeno se fossero riusciti a prenderlo. L'unica cosa che sapeva per certo era che i suoi amici erano usciti sani e salvi  dalla Gringott.
Infine, chiudendo gli occhi, si addormentò, con la piacevole sensazione che prima o poi li avrebbe rivisti. 
Nel frattempo, fuori dalla tenda, un furioso Draco Malfoy camminava in circolo, mentre si strofinava le mani l'una con l'altra con l'intenzione di riscaldarsi. 
I capelli biondo cenere gli ricadevano sulla fronte oscurandogli la vista, e per quanto si sforzasse di spostarli questi trovavano sempre il modo per ritornare nella loro precedente posizione. 
Dopotutto, da quando aveva abbandonato la tenda, non riusciva nemmeno a ricordare il numero delle volte in cui si era maledetto per quello che aveva cercato di fare. Era stato talmente stupido. Si era fatto abbindolare dai suoi begli occhi marroni e dalle sue dannatissime labbra... Erano così vivide nella sua mente che ancora adesso il pensiero di affondarci dentro era talmente allentante. 
Scalciò ancora una volta la neve con i piedi, mentre ragionava sul da farsi. Si sentiva così ferito che non era neanche lontanamente concepibile l'idea di ritornare in tenda. 
La odiava quella Grifondoro. Eccome se la odiava. 
L'aveva sempre fatto, e non vedeva il motivo per cui avrebbe dovuto smettere adesso. Eppure, per quanto si imponesse di pensare che di lei non gli importava, il suo rifiuto l'aveva ferito dentro. Gli aveva creato una ferita talmente profonda che difficilmente sarebbe stato in grado di rimarginarla. 
Ma perché gli importava talmente tanto?
Infatti, nonostante l'accaduto, i giorni passarono con lentezza. I due non si erano più rivolti la parola, tranne per quelle rare volte in cui parlare era inevitabile. Non avevano nemmeno preso in considerazione l'idea di discutere su quel quasi bacio; nessuno dei due ne aveva il coraggio. 
Le notti passavano e il freddo pungente aumentava, insieme alla neve sul terreno. Hermione si era offerta più volte di prendere il posto di Draco e di dormire fuori dalla tenda, ma la Serpe aveva sempre rifiutato, costatando che non facesse poi così tanto freddo. In realtà, era troppo arrabbiato ed orgoglioso per accettare il suo aiuto. Quindi la Granger, si sentiva ogni sera più in colpa e desiderava soltanto che la smettesse di essere talmente cocciuto. 
Ma un giorno accadde qualcosa. 
Una sera in particolare, l'aria era diventata talmente fredda e pesante che anche respirare sembrava impegnativo. Le dita congelate di Hermione si stringevano intorno alla coperta di lana, mentre fuori il vento soffiava prepotentemente sulla tenda. Si rigirò più volte, cercando di trovare una posizione comoda e non pensare al ragazzo che proprio in quel momento stava riposando fuori dalla tenda in cui la ragazza dormiva. 
Ma quando un'altra folata di vento freddo fece muovere nuovamente il riparo, Hermione decise che ne aveva abbastanza. Si alzò tremolante, portandosi la coperta sulle spalle, e sistemandosi i capelli intorno alle orecchie, per donarsi maggiore calore. 
Fece scendere lentamente la zip fino all'estremità, dando modo al vento e alla neve che cadeva a fiocchi di entrare nel riparo. Uscì lentamente i piedi, riparati da due grossi scarponi, fuori dalla tenda. Appena il suo viso venne a contatto con il gelo,  tutto il suo corpo rabbrividì e si sentì davvero male al solo pensiero di un Draco congelato che dormiva fuori. 
Non lasciò che il freddo e la paura la fermasse e si catapultò fuori, strizzando gli occhi per vedere meglio attraverso il buio. Si maledisse ancora una volta per il semplice fatto di non avere più la bacchetta, e decise di arrangiarsi e di cercarlo ad occhi nudi.
Gli scarponi affondavano nella neve, creando orme spesse sul terreno. E nel momento in cui stava per urlare il suo nome, lo vide: era appoggiato al solito albero, gli occhi chiusi e le braccia strette attorno al corpo. Aveva una coperta sulle spalle, ma era palese il fatto che non riuscisse a donargli abbastanza calore. 
Lo raggiunse, e velocemente si chinò su di lui. Gli tastò la fronte e cercò di svegliarlo, scuotendolo delicatamente dalle spalle. Il ragazzo non diede alcun segno di vita, si limitò semplicemente a restarsene con gli occhi chiusi. Hermione si fece prendere dal panico e nel momento in cui gli afferrò la bacchetta dalle tasche dei pantaloni, Draco la chiamò. Fu un suono debole, poco udibile per colpa del vento che ululava tra gli alberi fitti e cespugliosi. 
Si aiutò con la bacchetta mentre lo prendeva tra le braccia, anche se quest'ultima non rispondeva perfettamente ai suoi comandi. 
<< Forza, ci siamo quasi. >> si incitò, mentre lo trasportava attraverso la neve. 
Inciampò più volte, ma non cadde mai. Non poteva permettersi di cedere proprio adesso. Lasciò che entrambe le braccia del ragazzo furono appoggiate completamente a lei, così che il trasporto dall'albero alla tenda risultasse meno arduo. 
Grazie alla bacchetta, riuscì a dargli un ultimo spintone che fece in modo che Draco entrasse nella tenda, seguito subito dopo da un Hermione stanca e tremolante. Lo fece stendere, coprendolo immediatamente con tutte le coperte che avevano a disposizione. Dopo avergli sfiorato la fronte utilizzò la bacchetta del Serpeverde per rendere la tenda più calda, visto che il ragazzo era freddo come il ghiaccio. Gli passò per la testa l'idea di accendere un fuoco, ma la neve cadeva troppo forte; non avrebbe resistito. Hermione si concentrò un attimo, e  decise di fare l'unica cosa che credeva sarebbe riuscito ad aiutarlo: lo tenne stretto a sé. 
Draco, nonostante non avesse forze per ribattere, per un secondo si irrigidì ma quello dopo aveva stretto le sue mani intorno a quelle della Grifondoro lasciando entrare il calore fin sotto le ossa. 
E mentre sentiva il corpo di Draco riscaldarsi insieme al suo, lo guardava dormire tra le sue braccia come se fosse un piccolo bambino addormentato. Teneva la testa sul suo petto, facendosi toccare dalle mani della Granger che viaggiavano tra i suoi capelli biondi tracciandone il profilo con le dita ancora ghiacciate. Draco, biascicò qualche parola che Hermione non riuscì a sentire. Infatti, non seppe mai che il Serpeverde l'aveva semplicemente ringraziata.  
Il mattino dopo, quando la luce filtrò attraverso il tessuto sottile della tenda, entrambi aprirono gli occhi realizzando dopo qualche secondo il modo in cui erano sdraiati. Erano infatti uno accanto all'altra, con le fronti vicine e le braccia di Draco strette attorno a quelli della Granger. 
Hermione passò l'intera giornata ad occuparsi di lui, visto che Draco si era sfortunatamente ammalato per colpa della bufera. Non avevano parlato molto, poiché Draco non aveva nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti. 
La Grifondoro non poté fare a meno di sentirsi male per lui, infondo era colpa sua se aveva passato tutte quelle notti fuori. Quindi, mentre faceva scorrere ancora una volta uno straccio bagnato sulla sua fronte, gli chiese nuovamente scusa. Ma Draco era troppo addormentato per sentirle. 
Quando il sole raggiunse il suo massimo splendore, la neve si stava lievemente sciogliendo. Hermione passeggiava tra gli alberi, con un libro in mano ed una matita fra le dita. Si intratteneva sfogliando il libro Delle Magie Fetide e Putridissime, dove cercava inutilmente informazioni sugli Horcrux. Aveva ormai sfogliato centinaia di libri, ma in nessuno di essi venivano citati. Non aveva notizie dei suoi amici ormai da tempo, e si chiedeva con ansia quando Harry e Ron avrebbero deciso di farsi vivi. Se lo erano ancora. 
Scacciò quei pensieri dalla sua mente, cercando di focalizzarsi su cose meno dolorose. Peccato che non ce ne fossero molte. 
Chiuse il libro con uno scatto quando sentì un rumore di rami spezzati dietro si sé. Si voltò con uno scatto e un secondo dopo incontrò lo sguardo gelido di Malfoy.
<< Scusa, non volevo spaventarti. >> disse Draco, appoggiando il peso del suo corpo ad un albero dietro di sé.
 Rimasero entrambi impalati l'uno di fronte all'altra, senza dire nemmeno una parola. La Serpe incrociò le braccia al petto, facendo spuntare sul suo volto un cipiglio appena accentuato. Hermione si limitò a fissargli le braccia, ancora scossa dal fatto che solo la notte scorsa la stavano stringendo. 
<< Come ti senti? >> chiese la Grifona, innocentemente. 
Ricominciò a camminare, aprendo nuovamente il libro e seppellendoci il viso dentro. Draco la guardò camminare in circolo, sembrava come impazzita. 
Le si parò davanti, bloccandola per le spalle. Si guardarono, e Draco si sentì decisamente meglio rispetto a due secondi prima. 
<< E' okay. >> si limitò a rispondere, scuotendo le braccia e fissandola con insistenza. 
Il suo okay, era dovuto a lei. Ma non l'avrebbe mai detto ad alta voce. 
Draco le sorrise leggermente, ed il cipiglio scomparì facendo spazio sul suo volto ad un'espressione divertita. 
<< E questo cos'è?- disse giocosamente, afferrando il libro con dolcezza e portandoselo davanti al viso. Lo osservò con attenzione poi le rivolse uno sguardo interrogativo. -Siamo in questa maledetta situazione e tu stai  fottutatamente studiando? >> rise. 
Hermione scosse la testa, leggermente offesa. << Cercavo una cosa- fece una pausa. -Poi è sbagliato leggere un libro solo per avere una buona media a scuola. >> si difese. 
Draco sorrise leggermente, e cominciò a leggere con attenzione alcune parole. Infine, si soffermò nuovamente su di lei. << Cosa cercavi? >> chiese. 
Hermione si rabbuiò, e iniziò a giocare nervosamente con i lembi della sua felpa. << Umh, niente di importante. Davvero. >> 
Il sorriso sul volto di Draco vacillò leggermente, ma non sembrava arrabbiato anzi, sembrava solo... offeso? 
<< Non voglio che tu abbia segreti con me, Granger. >> disse velocemente, quasi come se non avesse il controllo delle sue parole. 
Hermione non poteva e non voleva fidarsi di lui ancora una volta, quindi si limitò a scuotere le spalle con indifferenza. Non doveva mai più nominare la missione dei suoi amici, mai più. 
<< Okay, stavo semplicemente leggendo.- mentì, poi con irritazione continuò. -La scuola mi manca molto. Gli amici, gli insegnanti... Semplicemente mi manca ogni cosa di Hogwarts, sopratutto studiare. >> aggiunse, questa volta c'era una punta di verità in quello che aveva detto. 
Era vero il fatto che le mancasse ogni cosa, infondo a chi non sarebbe mancato? Solo il pensiero di Hogwarts, riusciva a donargli una forte tristezza che era impossibile da eliminare. 
Draco non seppe cosa dire, si limitò semplicemente ad aggiustarsi la camicia nera che adesso aveva un paio di bottoni fuori posto.
<< Ti mancano Potter e... Weasley? >> chiese, cercando di risultare semplicemente curioso ma la verità era tutt'altro: era geloso da impazzire. 
Hermione rise, passandosi una mano sulla faccia, cercando di cacciare le lacrime che si stavano formando agli angoli dei suoi occhi marroni. 
Quindi, quel semplice sorriso che le era comparso sul volto al solo pronunciare il loro nome, gli diede abbastanza risposte senza che lei fiatasse. 
<< Non so come puoi semplicemente tollerarli, Granger.- sbottò, paralizzandosi. - Come può piacerti quel Weasley? >> 
Hermione sobbalzò. Come poteva anche solo pensarlo? 
Quello che lei provava per Ron era un cosa solo e soltanto sua, che con nessuno aveva mai avuto il coraggio di condividere. Mentre pensava a cosa rispondere, Draco si stava già avvicinando. 
Il suo profumo iniziava ad entrarle nelle narici, inebriandole i sensi. 
<< Lui non ti merita, Granger. Weasley è talmente sfigato, stupido, rozzo... >> iniziò, ma venne interrotto dalla mano di Hermione che si fermava sul suo petto. 
Non si era nemmeno accorto di quanto si fosse avvicinato. Perché, questa confusione che lei gli creava nel cervello era una delle conseguenze di averla accanto ogni secondo. 
<< Non parlare di lui come se lo conoscessi. >> lo ammonì, ancora scossa. 
Draco, ammaliato, le posò una mano sulla guancia scorrendo con il dito su tutta la superficie del suo volto, dagli zigomi appena pronunciati alle labbra socchiuse. 
Hermione in quell'attimo chiuse gli occhi, e Draco sapeva con certezza di star perdendo ancora una volta il controllo. 
<< Se solo... - si bloccò, soffermandosi sulla pelle del suo collo. << Se solo ti lasciassi baciare. Dimenticheresti quel dannato Wealsey in un secondo. >> adesso la sua mano era dietro il suo collo, e la stava indirizzando verso di lui. 
La pelle diafana di Draco sembrava essere diventata ancora più pallida, ed i suoi occhi grigi non la lasciavano per un momento. Se solo lo avesse baciato, sarebbe cambiato tutto? 
<< Draco...- sussurrò, allontanandosi dal suo tocco. -Cosa stai facendo? >> ripeté ancora una volta, l'unica differenza era che questa volta non sembrava affatto sincera. 
Ansimò quando le labbra di lui si posarono sul suo collo, lasciando una serie di freddi ed umidi baci che furono in grado di accelerale il battito cardiaco in un solo secondo. 
<< Solo... Sta zitta, Granger. Fammi stare bene. >> strinse una mano sui suoi fianchi, quasi come se volesse possederli. 
Hermione boccheggiò, in cerca di aria. Perché con lui talmente vicino, sembrava mancarle ogni secondo che passava.
<< Draco, domani ti pentirai di questo. Ti pentirai di me. Di quello che sono. >> trasalì Hermione, con lo sguardo che andava dai suoi occhi alle sue labbra impazienti. 
Il libro le venne strappato di mano, e con prepotenza Draco la afferrò. << Probabilmente. >> sorrise, facendo scorrere una mano sulle sue cosce. 
Infine, le labbra di Draco furono sulle le sue. 
   
 
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