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Autore: GReina    31/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se due semidei vedessero che la loro è solo una delle tante realtà? Cosa accadrebbe se capissero che il loro, non è l'unico mondo da scoprire? Vedremo Percy e Annabeth proiettati in un nuovo mondo a loro sconosciuto con mostri del tutto diversi da quelli che conoscono.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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18. UN INVITO PER NATALE

Finalmente le vacanze di Natale erano arrivate! Mancavano pochi giorni e poi avrebbero finalmente potuto staccare un po' da tutto quello stress. 
Annabeth rifiutò l'invito al Lumaclub, con profondo rammarico del professore di pozioni che aveva fatto di tutto per convincerla. 
Teddy e Victoire non stavano più nella pelle. A sentir loro, le feste di famiglia erano magnifiche. La loro era una famiglia molto allargata. Si ritrovavano tutti a casa Potter che era la più grande. E con tutti intendevano tutti
Percy e Annabeth erano felicissimi di poter tornare a casa per Natale. Sally doveva essere preoccupatissima nonostante le lettere, ma poi arrivò un altro messaggio Iride da parte di Chirone. Il centauro suggeriva di farsi invitare a casa Potter. L'auror più potente del periodo avrebbe potuto aiutarli. 
A malincuore, il giorno dopo iniziarono a cercare di farsi invitare per Natale. 
''Quindi andate entrambi a Godric's Hollow per Natale?'' esordì il semidio una mattina a colazione 
''già, e così'' rispose Teddy raggiante ''voi cosa avete intenzione di fare?'' Percy sperava che glielo chiedesse
''In realtà non lo sappiamo ancora. Avevo intenzione di tornare da mia madre e il mio patrigno insieme ad Annabeth, ma ci hanno appena detto che partono per le vacanze, e Annabeth si rifiuta di andare a passare il Natale con suo padre'' almeno quella parte era vera ''quindi credo che resteremo qui.'' concluse con uno sbuffo sconsolato
''Restate a scuola per Natale?'' rispose Victoire con aria triste. Stava funzionando. 
''Non possiamo fare altro'' la figlia di Atena si alzò. 
''Percy devo vedere una cosa in biblioteca. Vieni con me?'' Era sicuramente un piano. Non chiese spiegazioni 
''Certo Ragazza Saggia!'' uscirono dalla Sala Grande senza voltarsi. 
Arrivati in biblioteca la semidea spiegò al suo ragazzo che andare via era il modo migliore per farsi invitare. Ora che i maghetti sapevano che i loro amici non avevano niente da fare per Natale dovevano discutere tra loro se invitarli o no e magari inviare qualche gufo al patrino di Teddy. 
La loro grande famiglia era già troppa senza i due semidei come imbucati, il figlio di Poseidone si sentì tremendamente in colpa a trattare così i loro amici. Annabeth non sembrava pensarla diversamente. In più – credette il semidio – era preoccupata per cosa avrebbe detto Piper, ai quali avevano mezzo promesso una visita per Natale. 
''Ora che siamo qui'' iniziò Percy ''cosa facciamo?'' 
''C'è sempre qualcosa da fare in biblioteca Testa D'Alghe'' dopo un paio di minuti che girava, la figlia di Atena tornò al tavolo dove il suo ragazzo si era abbandonato e iniziò a leggere i libri più strani. Uno di questi riguardava i draghi. Aveva la rilegatura molto antica, ciò gli riportò alla mente le parole di Charlie Weasley:''Allora il manoscritto attribuito a mago Merlino è vero! Basta saper parlare il greco antico!'' Lo prese, e sotto lo sguardo attonito di Annabeth iniziò a sfogliarlo. Ci aveva visto bene. Era proprio il libro di mago Merlino di cui parlava lo zio di Victoire, o almeno ne era una copia ben fatta. 
In esso mago Merlino in persona affermava di saper parlare con i draghi proclamandosi l'ultimo signore dei draghi, ma chiunque poteva imparare la loro lingua. Non era nient'altro infatti che un antichissimo greco. 
Passarono il resto della giornata tra le lezioni e i break nel cortile con il lago. 
Il giorno dopo Teddy ricevette una lettera via gufo durante il pranzo. Doveva essere il suo padrino che acconsentiva all'invito dei due semidei perché alzando gli occhi dalla busta disse 
''Vi andrebbe di passare il Natale con noi?'' i semidei finsero stupore 
''Sicuro che non disturbiamo?'' fece i complimenti Annabeth 
''Nessun problema'' sorrise Victoire ''non credo che due in meno potrebbero ridurre il chiasso che si crea ogni anno''.

Quella notte mandarono un messaggio Iride a Piper. Ovviamente stava dormendo, ma gli spruzzi creati dalla dea dell'arcobaleno riuscirono a svegliarla
*mmmh chi è?* rispose assonata lei alzando la faccia dal cuscino. Cavolo! Quello che si dice delle figlie di Afrodite è vero: sono perfette anche appena sveglie! 
''Piper'' chiamò Annabeth ''mi dispiace svegliarti a quest'ora''
*non preoccuparti, è tutto apposto?*
''Ci deve essere per forza una ragione per chiamare un'amica? '' ripose Percy ripetendo le parole di Jason. Piper sorrise  
*alle tre di notte? Credo di sì, bro* si misero tutti a ridere, sebbene sotto voce per non svegliare nessuno da entrambe le parti 
''Piper sai che ti avevo detto che anche durante le vacanze sarebbe stato difficile incontrarci vero?'' chiese Annabeth preoccupata  
*Cosa cerchi di dirmi Chase?* Piper faceva paura 
''ecco…'' iniziò la figlia di Atena ''avremmo un impegno molto importante per le vacanze'' lo sguardo di Piper era il più spaventoso che avesse mai visto. E lui aveva visto quello del dio Tartaro ''essenziale per la missione'' si affrettò ad aggiungere la Ragazza Saggia. Probabilmente è a quelle ultime quattro parole che i due semidei devono la vita. Piper sbuffò
*mi basta solo qualche minuto per salutarvi. Quello ce lo avete?*
''Credo di sì'' rispose la migliore amica ''però sicuramente non in america. Dovreste venire voi a Londra e non so se-''
*perfetto allora, ci vediamo a Londra* la interruppe la figlia di Afrodite. 
Erano vivi, dovevano ringraziare gli déi. Quando chiusero la chiamata entrambi emisero un sospiro di sollievo, per poi guardarsi e scoppiare a ridere.

Le vacanze iniziarono il 20 Dicembre. Presero la carrozza trainata dai thestral e dopo che ebbero salutato Gog che lavorava si imbarcarono nella locomotiva. 
Percy, Annabeth, Teddy e Victoire riuscirono ad ottenere uno scompartimento tutto per loro. Quando passò il carrello dei dolci Percy stava quasi per tradirsi 
''Tutti i gusti +1'' lesse ''come sarebbe a dire tutti i giusti più uno?''
''Non le hai mai mangiate?'' Annabeth diede una gomitata al suo ragazzo 
''Che c'entra! Certo che le ho mangiate!'' ne prese una azzurra e se la mise in bocca. Il sapore non era come lo aveva immaginato. In reatà non sapeva cosa immaginarsi, ma su una cosa era sicuro: dovevano essere dolci. Immagina la sorpresa quando la caramella venne a contatto con la lingua 
''Allora?'' chiese Victoire curiosa ''Che cosa hai beccato?''
''Acqua di mare'' rispose il figlio di Poseidone incerto. Ora capiva il Tutti i gusti +1. 

Arrivarono a King's Cross quella sera. Non erano riusciti a dire a Piper il giorno in cui il loro treno sarebbe arrivato, ma sicuramente ci aveva pensato Chirone perché gli amici erano all'ingresso della stazione londinese.
Annabeth corse tra le braccia di Piper che ricambiò l'affetto dell'amica. Erano così legate dall'incontro con Phobos e Demios. Percy invece diede una pacca sulla spalla a Jason. 
Dopo i primi saluti la figlia di Afrodite prese il cellulare. Compose un numero e lo lasciò squillare ''Li abbiamo trovati'' disse poi ''siamo all'ingresso della stazione'' 
''Ci sono anche Hazel e Frank?'' chiese speranzosa la figlia di Atena guardandosi in giro
''Lo vedrete'' rispose Piper con il sorriso in faccia. 
Teddy e Victoire li aspettavo, ma ora erano curiosi. 
Dopo qualche minuto arrivò Chirone nella sua sedia a rotelle con… era Leo!!! Il semidio sapeva che ce l'avrebbe fatta! Era questione di tempo prima che si facesse vivo, e ora doveva ammazzarlo per averci messo così tanto. Con un sorriso a trentadue denti andò da lui a grandi passi. Lo abbracciò grattandogli i ricci e mentre era il turno di Annabeth a stritolarlo, lui vide la ragazza che lo accompagnava: capelli color caramello e occhi castano mandorla. Portava i jeans e la maglietta bianca, un diverso tipo di abbigliamento di quello con cui l'aveva conosciuta il figlio di Poseidone ''Calypso'' disse. I sensi di colpa sempre più forti. Sapeva che Leo la stava cercando, ma chissà per quale ragione non aveva mai pensato a come sarebbe stato rincontrarla. Annabeth comparì al suo fianco poco prima di Leo che a quanto pare era sopravvissuto anche alla figlia di Atena oltre che a una tremenda esplosione. 
La tensione nell'aria era micidiale. Il semidio non era in grado di dire neanche una parola ''i-io'' balbettò ''mi dispiace'' riuscì solo a dire 
''ero arrabbiata con te Percy, ma ora non lo sono più. Al campo Grover mi ha detto che lui era presente quando hai chiesto agli déi di liberarmi''
''non ho verificato che mantenessero la parola'' si rimproverò Percy abbassando lo sguardo e stringendo pugni e mascella ''mi sono dimenticato di te'' disse con voce rotta tornando a guardare la giovane che tanto giovane non era più. 
Annabeth gli prese la mano. Stava tremando. Il semidio si girò a guardarla: la ragazza aveva lo sguardo fisso su Calypso, ma non la stava veramente vedendo. La sua mente era altrove, aveva paura. Si capiva dagli occhi. Probabilmente il gesto di afferrargli la mano era l'unico che era riuscita a compiere. Era paralizzata. 
Percy si mise davanti a lei e con le mani le afferrò le spalle. 
''Annabeth'' chiamò con voce calma e ferma ''stiamo bene'' continuò guardandola intensamente. Non era la prima volta che doveva riportarla alla realtà ed era anche capitato l'opposto. Piccoli dettagli facevano ricordare ai due semidei gli attimi più paurosi che avessero mai affrontato. E avere Calypso lì davanti, bhe, era naturale che Annabeth si ricordasse del Tartaro. ''Annabeth'' continuò con un tono più leggero ''hey!'' la chiamò ancora ''Siamo insieme, ricordi? Nulla può spezzarci se siamo insieme'' le prese le mani 
''Insieme'' ripetè la ragazza, lo sguardo meno appannato. Ora vedeva veramente ciò che guardava. Il semidio la abbracciò e lei iniziò a singhiozzare ''Sì'' affermò il semidio ''Insieme''
Dopo qualche minuto si separarono e Percy asciugò le lacrime della fidanzata passandogli un dito sulle guance 
''va tutto bene?'' si preoccupò Calypso 
''sì, ora sto bene'' disse Annabeth 
''che cosa è successo?'' chiese ancora la figlia di Altante. I semidei si guardarono, non avevano parlato a nessuno delle arai. Era troppo doloroso. Era quello che teneva Percy sveglio tutte le notti. 
''Solo brutti ricordi'' concluse Annabeth 
''fai ancora quegli incubi??'' rispose tra il preoccupata e l'arrabbiata Piper ''mi avevi detto che erano passati!'' 
''Non credo possano passare nel giro di qualche mese'' ribattè la Ragazza Saggia con un sorriso rassegnato
''Leo… Leo mi ha raccontato cosa vi è accaduto questa estate, a Roma. Mi dispiace tanto''
''non sai quanto dovresti'' disse Annabeth tra i baffi per ricevere una gomitata da un Percy sorridente 
''non c'è problema. Adesso stiamo bene''  stava dicendo 
''non sembrerebbe'' continuò Piper accigliata 
''ragazzi! Spiegateci piuttosto come ha fatto Leo a sopravvivere all'esplosione'' cercò di cambiare discorso Annabeth ''e soprattutto come ha fatto a non morire per mano di Piper!'' 
''Niente di chè'' fece spallucce il figlio di Efesto ''un po' di pozione, un drago di bronzo et voilà, ma la vostra storia sarà più interessante!'' Leo non sapeva proprio dove fermarsi. Piper aveva uno sguardo che diceva tutto: avrebbe ucciso Leo per il poco tatto, ma sapeva che parlare avrebbe aiutato i due amici postramatizzati
''ragazzi sul serio'' continuò Annabeth con lo sguardo basso e mano nella mano con Percy ''non ne voglio parlare'' 
''Annabeth hai ragione forse questo non è il luogo, ma parlarne può solo farti bene'' Piper era brava con le parole, lo sapevano tutti, e non era chiaro se la figlia di Atena iniziò a liberarsi per sua iniziativa o per la Lingua Ammaliatrice 
''bene?'' aveva le lacrime agli occhi ''Non dormo la notte Piper! Quando chiudo gli occhi e vedo solo il buio ricordo quando ero cieca! Ero cieca e Percy mi aveva abbandonata! Come potevo pensare una cosa simile?'' le sue guance erano sempre più bagnate e la voce sempre più alta, rotta dal pianto ''Come ha solo potuto sfiorarmi l'idea che Percy mi avrebbe abbandonato? Eppure era questo che pensavo! Vagavo per il Tartaro senza occhi e con l'assoluta certezza che il mio ragazzo mi avesse lasciato per salvarsi!'' guardò Calypso ''E come se questo non bastasse ogni volta che ripenso a come mi sentivo, ricordo che anche un'altra si è sentita così. Ma lei non era nel Tartaro'' la figlia di Atlante parve capire tutto in quell'istante, si portò entrambe le mani alla bocca e i suoi occhi divennero lucidi. Leo, Jason e Piper invece non capivano, e mentre Chirone si avvicinava ad Annabeth per consolarla lui spiegò 
''abbiamo incontrato le arai'' Piper e Jason si guardarono, e la figlia di Afrodite andò ad abbracciare l'amica. Leo continuava a non capire, mise una mano sulla spalla di Calypso
''tutto bene?'' ma la ragazza non gli rispose, si rivolse invece ad Annabeth, e con le mani al petto e lacrime in faccia la implorò
''mi dispiace, mi dispiace davvero tanto'' sembrava davvero sincera, come se ogni volta che ripensava a quando aveva maledetto Percy si sentisse male ''i-io ero arrabbiata, e sola, i-io…'' le parole gli morirono in bocca ''non c'è giorno in cui io non mi penta di quella maledizione'' 
Percy prese la mano di Annabeth, poi quella di Calypso ''adesso è tutto apposto. Gli incubi non svaniranno tanto in fretta'' disse guardando la ragazza dai capelli color caramello ''ma lo supereremo, come abbiamo sempre fatto'' concluse guardando la bionda che gli sorrise. Lui lasciò la mano di Calypso e baciò la fidanzata. 
Tornarono a parlare di Leo e del suo ritorno al Campo, di come si fosse spaventato quel giorno più di qualunque altro. Il figlio di Efesto dichiarò che avrebbe preferito combattere di nuovo contro Gea e i giganti piuttosto che rivivere quell'esperienza. 
Si stava facendo tardi, così salutarono gli amici e raggiunsero Teddy e Victoire al bar dove li aspettavano.
   
 
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