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Autore: _Rainy_    01/08/2015    2 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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12.

 

Hermione si svegliò con un fortissimo mal di testa.

Si rigirò nelle coperte – coperte in cui non ricordava di essere mai entrata – e aprì molto lentamente un occhio. Il soffitto perfettamente scuro della stanza la colse di sorpresa, perché era assolutamente sicura che proprio sopra il suo letto ci fosse una macchia di chissà quale sostanza. Uno strano odore regnava in camera sua: acqua di colonia, menta e qualcos’altro, qualcosa di familiare, ma che non riusciva ad identificare…

Si tirò su stiracchiandosi con aria assonnata e sbadigliando rumorosamente. Si guardò intorno e fece per alzarsi, quando la sua gamba urtò qualcosa.

Si girò distrattamente scostando le lenzuola per capire cosa avesse urtato e vide un’altra gamba, di certo non sua, avviluppata sotto le lenzuola. Una gamba dalla pelle lattea, ma muscolosa. Risalì lentamente il profilo della gamba e cacciò un urlo schizzando immediatamente in piedi, portandosi una mano alla bocca.

Si, perché - oltre ad essersi appena resa conto di avere addosso soltanto una maglietta di certo non sua - nel letto in cui lei stessa stava dormendo c’era niente di meno che… Draco Malfoy in persona! Ed erano nello spaziosissimo letto a baldacchino della stanza del Furetto!

Com’era possibile?!

C’era qualcosa di immensamente sbagliato in quella scena, ma al tempo stesso sentì un familiare calore pervaderla.

Osservò inorridita il ragazzo che si rigirava tra le coperte, chiaramente svegliato dal suo urlo, ma non apriva gli occhi né si tirava su, anzi: Draco si girò dall’altra parte e riprese a dormire mentre la ragazza osservava ogni suo più piccolo movimento.

<< Com’è possibile… >> Pensò Hermione e provò a scavare nei suoi ricordi alla ricerca di qualcosa che le spiegasse perché era in quella situazione e come ci era arrivata, ma nulla: da quando aveva salutato il Serpeverde non ricordava più niente.

Si alzò e freneticamente si guardò intorno: i suoi vestiti erano – orrore – sparsi per la stanza alla rinfusa e la sua bacchetta era appoggiata sul tavolo, proprio accanto a quella del ragazzo.

<< Calma, ci deve essere una spiegazione logica a tutto questo. >> Pensò mentre si rivestiva nervosamente.  << Devo assolutamente capire cos’è successo ieri sera. >>

Si sedette per terra e impugnò la bacchetta: e se non le fosse piaciuto quello che stava per vedere? Lì, in un angolo della coscienza, temeva che il motivo per cui lei  si era trovata nella camera di Malfoy con solo una maglietta addosso fosse dei più semplici e allo stesso tempo scandalosi…

Prese un gran sospiro e pronunciò l’incantesimo.

 

A Hermione sembrava di fluttuare in aria mentre rivedeva tutto ciò che le era capitato da quando aveva salutato Malfoy dopo quel bacio così particolare.

Rivide se stessa mentre arrossiva guardando la schiena del Serpeverde allontanarsi e sorrise intimamente.

La sua Se Stessa, però, era stata evidentemente interrotta.

- Herm, stai bene?! – Chiese la voce di Ron arrivandole alle spalle.

Il Rosso era evidentemente furioso, ma dietro all’ira la ragazza poteva scorgere un’ombra di tristezza nei suoi occhi.
- Ehm… - Iniziò lei visibilmente imbarazzata. - … Si, credo di si. Perché?
- Dimmi che non è appena successo quello che ho visto…
- Ehm… Cos’hai visto? – Sussurrò lei, esitante.
- Per Merlino, Hermione. – Ron la stava fissando, serissimo, con le braccia stese lungo i fianchi e le mani chiuse a pugno. – Da te non me l’aspettavo… - Poi se ne andò di corsa, senza darle il tempo di replicare.

Hermione vide la sua Se Stessa abbassare la testa sconfortata e poi la scena cambiò. Si ritrovò a camminare frettolosamente con Ginny fino davanti alla porta dietro alla quale c’era la festa di Lumacorno. Il professore stava salutando gli invitati e quando vide Ginny ed Hermione si illuminò:
- Oh, signorina Granger! Signorina Weasley! Che piacere avervi mie ospiti questa sera!

Ginny era stata invitata all’ultimo per intercessione di Hermione che sperava lei e Harry riuscissero a sistemare le cose fra di loro e quando aveva saputo che le sarebbe stata data questa seconda occasione aveva deciso di non sprecarla cercando di apparire al meglio: effettivamente quella sera, la rossa era più bella che mai.

Indossavano entrambe dei vestiti da sera, impreziositi di decori e avevano due acconciature raccolte meravigliosamente morbide e con ciuffi che incorniciavano il volto. L’unica differenza era che il vestito di Ginny era lungo e verde, mentre quello di Hermione era più corto, leggermente a palloncino e di un azzurro che si sposava splendidamente con i suoi capelli.

- Salve, professore. – Sorrisero entrambe.
- Da questa parte, mie care. – Le invitò Lumacorno con un ampio gesto della mano.

Fecero per entrare, quando una voce le fece fermare improvvisamente:
- No! Aspettate! Herm, ti devo parlare! – Strillò Ron arrivando trafelato dal fondo del corridoio.

Lumacorno e le due ragazze guardarono il rosso avvicinarsi con perplessità e Hermione alzò gli occhi al cielo facendo cenno a Ginny di precederla:
- Vai pure, arrivo subito.

Lanciò poi un’occhiata di scuse al professore e si allontanò nella direzione di Ron:
- Ti prego, Herm, andiamo in un posto più tranquillo. – E la trascinò verso un corridoio appartato.

Non appena misero piede nel corridoio Hermione si sentì mancare: dall’altro capo stava arrivando proprio il suo Serpeverde preferito insieme alla sua cricca, che non mancò di guardarla con perplessità e una punta di disgusto:
- Pensavo avessi gusti migliori, mia cara. – Sibilò il ragazzo tra i denti.

Draco Malfoy, quella sera, appariva in tutto il suo splendore: il completo scuro, la camicia bianca fresca di lavaggio e stiratura, la cravatta importante grigia e argento con i gemelli abbinati, i capelli studiatamente spettinati e una nuvola di profumo costoso che aleggiava intorno a lui urlavano perfezione e attiravano lo sguardo, compreso quello di Hermione che si morse rapidamente il labbro per poi spostare lo sguardo negli occhi del ragazzo.
- Taci, Furetto. – Alzò gli occhi al cielo avanzando di qualche passo mentre il Serpeverde scrollava le spalle e si allontanava, ostentando finta noncuranza.

- Cosa voleva quello?! – Ron ci mise poco a infervorarsi.
- Nulla, Ron! – Sospirò esasperata Hermione per poi squadrarlo in attesa di risposte. – Cosa c’è?

Il rosso la guardò con risoluzione e poi la prese per i fianchi e premette le labbra sulle sue con rabbia. Hermione rimase interdetta, ma percepì immediatamente che c’era qualcosa di sbagliato in tutto ciò: i baci di Ron – il suo primo ragazzo – se li ricordava bene e non era qualcosa che avrebbe voluto riassaporare tanto presto.

Il confronto con Malfoy comparve quasi subito, dolorosamente, nella sua testa e non potè non osservare come i baci di Ron fossero goffi e accennati, mentre quelli del Serpeverde fossero decisamente un’altra cosa.

Non reagì, rimase immobile al suo posto e alla fine Ron si stacco, sconsolato:
- Mi dispiace… Volevo vedere cosa sarebbe successo… Fai attenzione, Herm. E’ l’unica cosa che posso dirti, ormai.

Poi girò i tacchi e se ne andò e Hermione avrebbe potuto giurare di non averlo mai visto così abbattuto. Ed era colpa sua.

Oh si, la consapevolezza era arrivata nel momento esatto in cui Ron si era staccato: non lo amava e non aveva provato il minimo sentimento in quel bacio, era chiaro.

Sospirò profondamente di nuovo e decise che avrebbe parlato con Ron successivamente: non poteva lasciare la situazione così, ma d’altronde non avrebbe avuto senso dargli conferme fasulle. Nonostante la convinzione che fosse la cosa migliore da fare, vedere quel ragazzo che aveva amato ridotto così le faceva ugualmente male e un dolore sordo le si diffuse nella mente.

Si trascinò davanti alla porta della festa, improvvisamente svuotata di ogni voglia di parteciparvi, sfoderando il suo miglior sorriso e entrò alla festa lanciando un’ultima occhiata riconoscente a Lumacorno. Avrebbe voluto solo correre in camera, rintanarsi tra i suoi amati libri e riflettere su quello che era appena successo e come rimediarvi.

La sala era addobbata a festa e piena di luce: candele, candelabri e cristalli splendevano in ogni angolo e gli invitati, più di quanti si aspettasse, ballavano lentamente al centro della pista o bazzicavano intorno al buffet mangiucchiando qualcosa e chiacchierando con i loro amici. In un angolo un popolare studente di Tassorosso, membro della squadra di Quidditch, versava un liquido scuro nei bicchieri di studenti che si accalcavano intorno al suo bancone.

Tentò subito di andare da Ginny, ma quando la vide sola davanti al buffet mentre tentava di avvicinarsi a Harry le fece un sorriso di incoraggiamento e si diresse verso il tavolo del Tassorosso, prese un bicchiere e se lo fece riempire per poi berne un lungo sorso.

Il liquido le scese bruciante lungo la gola e strabuzzò gli occhi per quanto fosse forte: era possibile che ci fosse qualcosa di alcolico a una noiosissima festa di Lumacorno?!

- Ti vuoi ubriacare per caso? – Sussurrò una voce familiare a un millimetro dal suo orecchio.
- Non ci sperare, mio caro. – Sorrise lei spostandosi di un passo per guardare in faccia Draco Malfoy in persona. Da vicino era ancora più da mozzare il fiato. Una bellezza quasi perfetta: i tratti dritti, ma non troppo, le guance piene, ma non esageratamente, e quegli occhi…

- Non sai quanto darei per vederti ubriaca, Granger. – Ridacchiò trangugiando un intero bicchiere. – Allora, cosa voleva il rosso?
- Ti interessa? – Lo provocò Hermione bevendo un altro sorso.
- Affatto, cercavo di intavolare una conversazione. – Inclinò la testa e ghignò come solo lui sapeva fare.
- Ovviamente… Ma cosa c’è qui dentro? – Chiese lei indicando il suo bicchiere. – Mi pare sia ancora vietato portare alcolici dentro Hogwarts.
- Lo è, confermo. – Ghignò di nuovo lui, con aria furba, ma le strizzò l’occhio e si avvicinò fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo orecchio, per poi sussurrare. – Ci siamo dati da fare per comprare il miglior Punch d’Inghilterra: ti sfido ad assaggiarne uno più buono.

Hermione non rispose, stordita dal profumo del ragazzo. Prese un altro bicchiere e lo svuotò in fretta: in effetti quel Punch era proprio delizioso. Un vago senso di calore le si diffuse sulle guance.

<< Vuoi ubriacarti per caso?! >> La pungolò la coscienza.

- Magari… - Sussurrò senza pensare, sentendo una fitta al cuore mentre rivedeva lo sguardo disperato di Ron.
- Eh? – Il ragazzo aveva iniziato ad andarsene, ma si era poi girato improvvisamente sentendo il sussurro della ragazza. – Hai per caso detto “magari”?!
- Si. – Hermione alzò lo sguardo e fissò brevemente il ragazzo negli occhi. – Ma non ti preoccupare, non importa.
- C’entra con Ron, vero? – Chiese subito lui, prendendo un altro bicchiere di liquore.

La ragazza annuì e ne trangugiò un altro. La mente del Serpeverde elaborò in fretta cosa potesse essere successo e giunse alla conclusione che evidentemente il Weasley le aveva chiesto di diventare la sua fidanzata o un’altra delle sue patetiche stronzate. Sentì una sottile ira invaderlo e dichiarò freddamente:
- Se vuoi stare con quell’Ameba, prego, non sarò io ad impedirtelo. Non sono fatto per le stronzate tipo “fidanzatino e fidanzatina”, no. E lasciati dire che mi aspettavo di più da…
- Ma no! – Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. – Non mi ha detto questo, idiota!

L’ira sbollì immediatamente e si rese conto di aver fatto un passo falso, mostrandosi così apertamente interessato. Attese che la ragazza si confidasse e dopo altri due bicchieri di Punch prese a parlare a raffica:
- Insomma… Mi ha fermato, poi quando ti abbiamo incrociato era tutto arrabbiato e io gli ho detto di non preoccuparsi, così lui mi ha fatto capire che… Che prova qualcosa che io non ricambio e vuole ciò che io non posso dargli. E’ stato un tale egoista a fare una cosa del genere e…
- Shh! – Il ragazzo le accarezzò il braccio provando un improvviso impeto di soddisfazione capendo che l’Ameba era stata rifiutata. – Ubriacarsi non è la soluzione giusta, ma se vuoi farlo non te lo impedirò perché nessuno sa più di me quanto possa fare bene dopo un rifiuto.

Hermione scoppiò a ridere troppo rumorosamente, le gote tutte rosse per il troppo Punch e lo fissò negli occhi:
- Cosa?! Tu sei stato rifiutato?!

Sentiva un grande calore nel petto e la testa così leggera che quasi le sembrava di fluttuare per aria… Si, quella era una bella sensazione: era così felice, così gioiosa che quasi si era dimenticata di Ron… Se avesse saputo prima che sarebbe bastato un po’ di Punch a farle dimenticare così le sue preoccupazioni avrebbe preso provvedimenti prima… Merlino, quanto era buono…

- Si, mia cara, ma te lo racconterò un’altra volta… Ora sarebbe meglio se smettessi di bere… - Ridacchiò lui togliendole di mano il bicchiere.
- Oh no, ti prego! – Rise la ragazza prendendolo a pugnetti delicati. – Non sono del tutto ubriaca, ma almeno per stasera voglio…

<< Cosa stai facendo?! >> La sua coscienza si risvegliò improvvisamente: quella non era lei. Per niente.

<< Oh, per favore: solo stasera… Sta succedendo di tutto in questo periodo e io… Ho bisogno di tranquillizzarmi un po’, di godermi la serata… Si, ma non così! O forse… Per una volta potrei… >> I pensieri erano confusi nella sua testa e se da un lato percepiva chiaramente quanto stesse andando contro ai suoi principi, dall’altro provava una sfrenata voglia di dimenticare i problemi con Ron, tra Harry e Ginny e persino le preoccupazioni per Malfoy. Per una volta, forse, avrebbe potuto pensare solo a se stessa e a quello che voleva davvero.

- Cosa vuoi, Hermione? – Chiese il ragazzo, ammaliante.
- Vorrei dimenticare i miei problemi, almeno per stasera… - Sussurrò lei, momentaneamente lucida.
- Ti assicuro che ubriacarti non è per niente dall’Hermione che conosco. – Ghignò lui. – E con questo non voglio dire che non mi piaccia, anzi…
- Lo so, lo so che non è da me, ma… - Alzò gli occhi a guardare Malfoy e specchiandosi in quegli occhi grigi decise di buttarsi: se per una notte provava ad essere qualcun altro non avrebbe certo rovinato la sua intera vita. - … Ma non m’importa. – Affermò risoluta.
- Si, sei decisamente più sexy quando fai così. – Ghignò Malfoy prendendo al volo altri due bicchieri e porgendone uno alla ragazza. – Sei convinta, allora?
- S-Si. – Sussurrò Hermione stordita per il complimento.
- E allora… Alla salute! – Ridacchiò il ragazzo facendo scontrare brevemente i loro bicchieri e trangugiando il contenuto del suo in pochi secondi. Hermione rise di gusto e fece lo stesso.

La Hermione del presente vide Se Stessa trangugiare bicchieri su bicchieri e riconobbe quella risolutezza che l’aveva accompagnata quella sera: sapeva che era sbagliato fare così, ma forse il brivido di trasgressione che aveva provato non sarebbe tornato mai più e sapeva di essere in qualche modo cresciuta, sorso dopo sorso. Era stato costruttivo e positivo? Ovviamente no, ma non era sicura di pentirsene al cento per cento… Che fine aveva fatto la vecchia Hermione?

Quando Lumacorno si avvicinò alla coppia sorrise:
- Vedo che qua abbiamo uno splendido esempio di amici di Case diverse: che magnifico spettacolo. Poi voi due, cime nelle vostre rispettive Case… Una gioia per gli occhi! – Rise bonariamente.
- Grazie, professore. – Rispose Draco mentre Hermione si guardava intorno con aria sognante a causa del troppo liquore.
- Tutto bene, signorina Granger? – Chiese il professore.
- Si, sta bene, non si preoccupi: un ballo la farà sentire meglio. – Dichiarò Malfoy trascinando la ragazza in mezzo alla pista.

Volteggiarono lentamente mentre lei si guardava intorno strabuzzando gli occhi, non del tutto presente a se stessa.

- Ti prego, riprenditi. – Rise Draco. – Non puoi tornare al tuo dormitorio in queste condizioni.
- Fai silenzio. – Rise anche lei. – Sono leggermente ubriaca, si, ma sono ancora in grado di capirti e di risponderti. – La ragazza alternava momenti di lucidità a momenti di confusione e sogno. – Però questa festa non è molto divertente e… Oh Merlino, ma stiamo ballando?!
- L’hai chiesto a voce troppo alta. – Rise di nuovo lui mentre le persone intorno a loro li guardavano perplessi attirati dalla domanda isterica della ragazza. – Comunque si: era l’unico modo per portarti via da Lumacorno prima che capisse che non è succo di Morampone, ma Punch più puro.
- Che ragazzo astuto. – Replicò lei ondeggiando a ritmo di musica. – Comunque mi piace un sacco questa canzone…
- Sei così disinibita quando sei ubriaca. – Ridacchiò lui muovendosi con lei.
- Non penso di aver afferrato il significato di disinibita, sarà perché ho bevuto troppo… - Poi sprofondò in un momento di confusione e emise dei gorgheggi non meglio identificati che dovevano essere una canzoncina, ma che sembravano tutt’altro. Chiuse gli occhi e la testa le crollò di lato per poi alzarsi subito dopo, di scatto.

Draco ridacchiò e quando cambiò canzone la strinse più forte a sé per non farla traballare e continuò a muoversi a ritmo di musica. La canzone era lenta e i due girarono in tondo guardandosi negli occhi e sorridendosi. Lui ogni tanto la scrollava leggermente per impedire che si addormentasse e le ribadiva che reggeva proprio poco l’alcool, mentre lei si mordeva il labbro senza motivo o faceva oscillare la testa nei momenti sbagliati della canzone provocando le risatine di lui.

- Ti prego usciamo da qui! Questa festa è noioooosa… - Sussurrò lei allungando a dismisura la “o”.
- Ti porto a fare quattro passi: devi riprenderti, ragazza mia!
- Oh, si, facciamo quattro passi! – Ripeté entusiasta lei.

Lui la prese sotto braccio e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla.

- Sei insolitamente tenero, questa sera. – Dichiarò lei non appena si fu ripresa leggermente. Aveva ancora la vista appannata e non riusciva a camminare autonomamente, ma era tornata presente a se stessa: evidentemente reggeva pochissimo il Punch, ma non ne aveva bevuto così tanto.
- Posso tornare lo stronzo conturbante di sempre quando vuoi, sai? Se preferisci quella versione e ti piace sognartela mentre faccio giochini sexy non bene identificati con Megan Fox, per me va bene.

Hermione scoppiò a ridere e si rese conto di essere arrivata davanti a una delle terrazze al piano dei dormitori. Si appoggiò alla balaustra e osservò il cielo stellato e il parco sotto di loro, mentre si scorgeva più lontano la Foresta Proibita.

- Ti prego, è troppo sdolcinato per i miei gusti! – Alzò gli occhi al cielo Draco.
- Va bene, va bene, andiamocene! – Sbuffò divertita lei. – E comunque mi dispiace, ma Megan Fox è troppo persino per te.
- Ho sentito bene? Hai detto “persino”? – Chiese lui, spingendola contro il balcone e imprigionandola tra le sue braccia.
- Umm… Potrebbe essere, perché? – Ribattè Hermione, ancora brilla per potersi far frenare dalla timidezza.
- Quasi ti preferisco quando sei ubriaca e raccogli le mie provocazioni. – Ghignò lui. – Perché, di grazia, hai detto “persino”?
- Perché sei un figo da paura, è chiaro. – Nel momento esatto in cui queste parole le erano uscite di bocca avrebbe voluto rimangiarsele. La Hermione timida scelse proprio quel momento per tornare e la ragazza arrossì violentemente. – No, cioè, volevo dire…

Draco aveva dapprima spalancato gli occhi, poi davanti alla vergogna della ragazza era scoppiato a ridere di gusto:
- Sei uno spasso! Devo farti ubriacare più spesso, anzi… Vuoi ancora del Punch?

Hermione si illuminò, mentre il suo corpo richiedeva ancora alcool con veemenza.

- Bene. – Ghignò di nuovo lui. – Aspettami qui.

Sparì per qualche minuto e tornò con un’intera bottiglia di Punch che aveva sgraffignato da sotto il tavolo del Tassorosso-Barman.

- E questa?! – Chiese Hermione.
- Sono un uomo dalle mille risorse, che ci vuoi fare. – Ridacchiò lui. – Vieni, spostiamoci in un luogo più tranquillo: non vorrai mica essere espulsa?

La condusse nella Sala Comune di Serpeverde - in quel momento deserta perché erano tutti o già a dormire o alla festa di Lumacorno - che colpì Hermione per la ricchezza e la pomposità con cui era arredata. Si fermò al centro della stanza e alzò le braccia al cielo:
- Davvero?! E’ così terribilmente pacchiana! – Scosse la testa sospirando, poi posò gli occhi sulla bottiglia e ghignò a sua volta. – Se non conoscessi le tue intenzioni, a proposito, ottimo posto, direi che mi hai portata qua per scopi tutt’altro che nobili!
- Mai dire mai! – Sorrise lui con una punta di malizia mentre stappava silenziosamente la bottiglia. - A te il primo assaggio, se ne sei ancora convinta.

La ragazza esitò, ma quando l’immagine di Ron tornò nella sua mente si decise e trangugiò un sorso del liquido che subito le infiammò la gola. Passò poi la bottiglia al ragazzo che a sua volta bevve un sorso più lungo del suo e sospirò, inebriato dal sapore forte dell’alcool.

Poi si avvicinò alla ragazza, appoggiata al divano in pelle, per passarle di nuovo la bottiglia e sussurrò con voce roca:
- Dovremmo ripetere più spesso esperienze come quella di stasera!
- Hai perfettamente ragione! – Convenne lei trangugiando un altro sorso e fissando le labbra del ragazzo: così piene e morbide… Il ricordo dei bollenti baci che si erano scambiati la fece sorridere e alzare lo sguardo negli occhi del ragazzo.
- Ti preferisco così, quando sei ubriaca e senza tanti scrupoli, sai? – Ridacchiò lui brevemente, senza allontanarsi né distogliere lo sguardo. – Inoltre credo che dovremmo…
- Oh, stai zitto e baciami! – Dichiarò lei esasperata mentre l’alcool faceva definitivamente effetto.
- Cosa? – Lui spalancò gli occhi. – Ho sentito bene?
- Forse. – Ghignò lei afferrandogli la cravatta con una mano e tirandolo verso di sé per poi baciarlo con passione.

Lui non si fece pregare e ricambiò il bacio con desiderio, giocando con la sua lingua per poi morderle il collo e risalire di nuovo fino alle labbra.

- Vieni, spostiamoci in un posto con più privacy… - Ansimò lui staccandosi di qualche millimetro senza distogliere lo sguardo, poi la prese per un braccio trascinandola in camera sua ignorando tutti i campanellini d’allarme che risuonavano dentro di sè.

Non appena la porta fu richiusa alle sue spalle Hermione tornò ad avventarsi contro il ragazzo provando un desiderio inaudito. Lo baciò, lo spinse contro il muro e fece scivolare le sue mani sotto la camicia per poi slacciarla e farla volare lontano, chinandosi a baciargli il petto nudo accarezzandogli il petto e il cavallo dei pantaloni. Sfiorando il cavallo dei pantaloni del ragazzo sussultò e si staccò ridacchiando:
- Non sapevo di farti così effetto!
- Tu non hai idea di cosa mi fai… - Ansimò lui per poi invertire le posizioni e premerla contro il muro baciandole il collo.

Hermione si sentiva collassare e non avrebbe voluto che smettesse mai: sentiva il piacere inebriante che le trasmetteva lui, mentre le slacciava lentamente il vestito e spargeva la sua saliva tra i seni, baciandole il petto e facendo scivolare morbidamente la sua bocca sul suo corpo, man mano che lo scopriva dal vestito. Scese lungo i seni accarezzandoglieli, baciandoglieli e stringendoglieli fino ad arrivare al basso ventre dove Hermione si sentì letteralmente esplodere di piacere. Nudi, pelle contro pelle, si spostarono sul letto tra un gemito e l’altro e mentre il ragazzo frugava frettolosamente nel comodino Hermione continuò a baciarlo e ad accarezzargli ogni centimetro di pelle per poi strusciarsi contro di lui. Lui le accarezzò l’interno della coscia sinistra lasciando che lo cingesse morbidamente con le gambe. Era come una droga e ogni volta che si toccavano scariche elettriche li pervadevano, spingendoli a continuare e sentendo di appartenersi e aver bisogno l’uno dell’altra.

Non c’era spazio nella mente di Hermione per il rimorso o gli scrupoli, le uniche cose che esistevano erano quei momenti e loro due, insieme. Lui, dal canto suo, provava qualcosa di diverso: non era la prima volta, ovviamente, ma c’era qualcosa in più, qualcosa di speciale…

Si morse il labbro sollevandosi un momento e guardando la ragazza, rimanendo incantato dal suo volto deciso, da quegli occhi e quel viso incorniciato da una criniera di capelli selvaggi:
- Vuoi che mi fermi? Perché se continuiamo non riuscirò più a fermarmi. E’ il punto di non ritorno, tesoro.

Lei gemette:
- Non fermarti. – Quasi implorò e lui ghignò avventandosi nuovamente sulla sua bocca e sussurrando:
- Se è la prima volta sappi che…
- Ti prego, per chi mi hai preso?! – Ridacchiò lei baciandogli la pancia e risalendo lentamente fino alle labbra.
- Oh, davvero?! – Parve sinceramente sorpreso, poi ghignò. – Amo le donne vissute! Rendono tutto più eccitante!

Lei gli sussurrò un “idiota” a pochi centimetri dalle labbra mordendole e lui la spinse sotto di sé, fissandola negli occhi e ghignando soddisfatto.

E Hermione non seppe più dove iniziava il suo corpo e dove finiva: lui si muoveva a tratti delicatamente a tratti più intensamente in una complessa danza di piacere che la scuoteva da capo ai piedi. Non aveva mai provato una sensazione come quella e il suo corpo reagì per lei avvicinandosi di più al corpo del ragazzo e inarcando la schiena. Era perduta, ormai: non sarebbe più riuscita a salvarsi da quel ragazzo dannato perché sapeva che si appartenevano e avrebbe potuto giurare che anche per lui era diverso dalle innumerevoli altre volte.

C’era qualcosa in più, qualcosa di vero e di “reale” in loro due. Qualcosa di ammaliante e Hermione gemette mentre lui socchiudeva le labbra e la baciava ancora capendo di aver sempre vissuto con una grande mancanza che lui colmava.

Al culmine del piacere crollarono entrambi sul letto, ansimanti e lei si accoccolò al suo fianco.

- Merlino, Granger, siamo in un bel casino…

 

- Ben svegliata anche a te, Hermione.

 

 

- CIAMBELLANGOLO -
Umm… Sono tornata e sono tornati anche loro <3
Niente, spero che il capitolo vi piaccia e se pensate che debba cambiare rating in arancione fatemelo sapere.
Buone vacanze a tutti :3,
_Rainy_
PS: http://raggywords.blogspot.it

   
 
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