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Autore: destiel87    01/08/2015    2 recensioni
Gabriel dopo un litigio amoroso con Sam decide di mandare lui, Dean e Castiel nel magico mondo di Westereos, durante la guerra dei 5 re.
Tra lupi, leoni, battaglie, intrighi e amori, riusciranno i nostri eroi a tornare a casa sani e salvi?
Riuscirà Sam a riconquistare il cuore di Gabriel?
E come reagirà Castiel nel vedere Dean trasformato in un bel cavaliere?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Uccidi il ragazzo che è in te, Jon Snow. L'inverno incombe su di noi. Uccidi il ragazzo e permetti all'uomo di nascere. 
Maestro Aemon

Il vento gelido soffiava spietato facendo tremare i loro corpi, l'aria era così fredda che anche respirare era doloroso, le mani e i piedi erano diventati di ghiaccio, così come ogni altra cosa attorno a loro, ovunque si girassero c'era solo neve e ghiaccio, fatta eccezione per i corvi che camminavano e si allenavano al castello nero.
Il castello appariva meno imponente di come se lo erano immaginato, la maggior parte era in rovina, e la grande torre dove alloggiava il lord comandante sembrava dovesse crollare da un momento all'altro.
"Se questo è lo scudo che protegge il regno degli uomini, spero di non essere qui quando i non-morti ci si scaglieranno contro!" Esclamò Dean perplesso.
"Prima però devono superare la barriera! E non mi sembra affatto facile creare un varco in questo colosso!" Rispose Sam, indicando l'immane muro di ghiaccio che risplendeva davanti a loro.
Era cosi alta che per vederne la fine dovettero piegare completamente la testa all'indietro.
"E devono superare Jon Snow! Ma non possono farlo, nessuno può batterlo! " Aggiunse Cas.
"Io potrei farlo! " Disse Gabriel orgoglioso.
"Fallo e darò il tuo cadavere in pasto a Spettro!" Ruggì Castiel afferrandolo minacciosamente per il braccio.
"Ok ok, calmati fratellino! Sappiamo tutti che ti piace tanto il bastardo di grande inverno!" Disse Gabriel arretrando di qualche passo e mettendo le mani davanti a sè.
"Si tantissimo! E non chiamarlo bastardo, lui è il mio eroe!" Castiel sospirò, ogni volta che pensava a lui sentiva il cuore battere e il viso scaldarsi repentinamente.
"Credevo di essere io il tuo eroe!" Gli sussurrò Dean appoggiandosi dietro di lui.
"Ma lo sei Dean! - Urlò Cas girandosi verso di lui e stringendogli il petto - Intendevo dire il mio eroe a Westeros..."  
"Quindi se ti trovassi in pericolo chi vorresti che ti salvasse?" Chiese poco convinto Dean.
"Ma tu naturalmente! Però se tu non ci fossi allora vorrei che fosse Jon a salvarmi..."
Rispose timidamente Castiel, immaginando Jon che correva verso di lui con la spada sguainata e i capelli scompigliati dal vento.
"Ah beh grazie tante della considerazione fratellino!" Esclamò Gabriel mettendo il broncio.
"Ma tu devi già salvare me ricordi? Me l'hai promesso." Gli disse dolcemente Sam strappandogli un bacio.
Improvvisamente udirono il suono di un corno, tutti gli uomini si fermarono immediatamente ad ascoltare il lungo e profondo rombo prodotto dal corno che usavano le sentinelle, aspettando con trepidazione se ci fosse stato un seguito.
"Un suono vuol dire che stanno rientrando i ranger." Si disse ad alta voce Sam. "Due che arrivano i bruti... Tre..." 
"Che è meglio darsela a gambe!" Aggiunse Gabriel.
Tutti rimasero immobili, in attesa.
Dopo qualche minuto i loro cuori ricominciarono a battere regolarmente, i loro visi si rilassarono e i guardiani della notte ripresero le loro attività. Un solo suono voleva dire che la vita poteva riprendere il suo corso.
Alcuni ripresero a trasportare i carri di vettovaglie alla cucina, altri a camminare pigramente attorno al castello cercando di scaldarsi, altri ancora affilando le loro spade seduti vicino al fuoco, ma la maggior parte osservava il combattimento che stava avvenendo nel piazzale del castello, dove i guardiani più esperti allenavano le reclute all'arte della guerra.
Anche da lontano si udiva il suono del cozzare di spade, le urla dei giovani corvi che si scontravano tra di loro e gli incitamenti di quelli che gli osservavano e ci scommettevano su.
I ragazzi si avvicinarono cautamente al cerchio nero per osservare i combattimenti da vicino, i corvi li guardarono storto al loro passaggio, ma non prestarono loro molta attenzione, presi com'erano dallo scontro tra il nuovo arrivato Jon Snow e due guardiani esperti e reduci di molte battaglie.
Era stato Alister Thorne a decidere quello scontro, il maestro d'armi del castello nero aveva preso in antipatia il giovane Snow e non perdeva occasione per metterlo alla prova, sperando che fallisse.
Tuttavia ogni volta che accadeva, Jon si dimostrava all'altezza del compito che gli veniva affidato, eccellendo in tutte le prove, e aumentando così l'odio che Ser Alister nutriva nei suoi confronti.
Anche in quest' occasione Jon aveva dimostrato forza, astuzia e coraggio, tenendo testa a due dei migliori combattenti della barriera.
Era stato colpito un paio di volte al braccio, alla gamba destra e al torace, ma anche lui era riuscito a sferrare qualche buon colpo, mettendo in seria difficoltà i due uomini. lo scontro che tutti avevano dato per concluso in pochi minuti con la sconfitta di Jon, stava andando avanti da venti minuti ormai, riducendo tutte e tre i guerrieri allo stremo delle forze. 
I due corvi lo avevano accerchiato, spingendolo contro uno dei muraglioni del castello, e si avvicinavano verso di lui per dargli il colpo finale.
Jon ansimava reduce dallo scontro, valutando quale sarebbe stata la loro prossima mossa, e di conseguenza la sua. Il braccio che reggeva la spada gli doleva e stava diventando difficile sostenerne il peso, e la gamba che era stata colpita si muoveva con più lentezza rispetto al solito, ma Jon non gliela avrebbe data vinta così facilmente, non con il lord comandante Mormont che lo guardava e il resto del castello che scommetteva su di lui.
Vedeva i piccoli occhi carichi di disprezzo di Ser Alister muoversi e seguirlo in ogni movimento, Jon sapeva che stava solo aspettando di vederlo cadere a terra e fallire, ma suo padre gli aveva insegnato a non arrendersi mai, qualunque sia il pericolo un vero cavaliere lotta fin quando ha la forza per farlo, gli diceva sempre.
Jon alzò la spada, preparandosi al prossimo attacco, quando uno dei corvi lo attaccò lateralmente, facendo passare la spada sotto il suo braccio alzato, Jon riuscì a schivare il colpo  con uno scatto veloce, andandosi a parare di fronte al secondo corvo, e alzando la spada giusto in tempo per pararsi dal suo attacco verticale.
Jon sorresse con fatica il peso della spada che spingeva verso la sua gola, facendo scintillare lungo artiglio e sanguinare le sue mani, appoggiò il piede destro dietro di lui, cercando di spostarci il peso del corpo e farsi più forza. Poi spostò il peso sul piede sinistro, dando una spinta all'avversario e sperando di riuscire con uno scatto a spostarsi nella parte libera del campo. 
Riuscì a cambiare posizione, deviando la spada del suo nemico e lasciandolo per qualche istante ad affrontare l'aria.
Quei pochi secondi di vantaggio gli diedero il tempo di spostarsi a lato del guerriero e premere la sua spada contro il suo collo.
Uno era stato sconfitto, uno correva verso di lui, quando all'improvviso Spettro apparse dietro di loro, azzannando la mano del corvo che reggeva la spada.
L'uomo urlò agonizzante, mentre Spettro dilaniava il suo braccio sanguinante, ricoprendo la neve bianca di gocce rosse e dense.
"Spettro no! Fermati! Spettro fermati subito!" Urlava Jon, cercando di staccare l'animale dall'uomo.
Un paio di secondi furono sufficienti a Spettro per ridurre a brandelli il braccio del corvo, Jon riuscì a staccarlo e a calmarlo con fatica, sapeva che Spettro cercava solo di difenderlo, lui era ignaro della differenza tra un combattimento vero e uno d'allenamento, se vedeva Jon in difficoltà attaccava, incurante dei pericoli.
Gli uomini nel vedere l'animale grondante di sangue si allontanarono subito, anche i più grossi e feroci bestioni della barriera se la facevano sotto di fronte al lupo albino.
L'unico a non temerlo era Samwell Tarly, che nonostante l'aspetto innocuo e il carattere pacifico nascondeva dentro di sè più forza e coraggio di quanto lui stesso sapesse.
Il miglior amico di Jon accorse subito ad aiutarlo, dando a Spettro un pezzo di pane che teneva come scorta in una delle sue tasche.
Maestro Aemon arrivò dietro di lui correndo, per quanto le sue vecchie gambe glielo permettessero, ad aiutare l'uomo che si disperava come un infante in ginocchio sulla neve.
"Quella bestia deve essere uccisa!" Urlò Ser Alister.
"Non è stata colpa di Spettro! Credeva che mi stessero attaccando, voleva solo proteggermi!" Esclamò Jon, stringendo Spettro al suo petto.
"Vallo a dire al mio braccio, bastardo!" Ruggì il corvo sanguinante.
"Mi dispiace! Ma Spettro non è cattivo, è solo molto protettivo, lo terrò lontano dagli allenamenti d'ora in poi lo prometto!" Rispose Jon.
"E che succederà la prossima volta che il tuo lupo vorrà proteggerti? Un altro dei nostri dovrà perdere il braccio? O la testa? Non è tollerabile che un simile mostro si aggiri tra di noi, io dico che và ucciso!" Disse soddisfatto Ser Alister.
"Non è un mostro! - Rispose timidamente Sam, cercando di non balbettare - Possiamo addestrarlo, e può esserci utile al di là della barriera!" 
"O potrebbe divorarci mentre dormiamo! Dobbiamo ucciderlo prima che ci uccida lui!" Ser Alister fece un cenno ad alcuni uomini, che si mossero immediatamente verso Spettro, sfoderando le spade.
"No! Non vi permetterò di ucciderlo!" Urlò Jon alzando a sua volta la spada.
"Fermi tutti!- Disse il lord comandante Mormont - Nessuno ucciderà nessuno, non sotto il mio sguardo! Ser Alister, queste decisioni vanno prese dal lord comandante, e io non ho alcuna intenzione di uccidere il lupo, come ha suggerito Tarly potrebbe rivelarsi utile per le battaglie che dovremmo affrontare in futuro. Tuttavia voglio che sia addestrato e tenuto costantemente sotto controllo, e se accadrà di nuovo un incidente del genere ordinerò di rinchiuderlo Jon Snow, tienilo bene a mente." 
Ser Alister strinse i pugni e lanciò uno sguardo astioso a Jon, dopodiché se ne andò in silenzio, seguito dai suoi uomini di fiducia.
Jon abbassò la spada, stringendo più forte il lupo al suo petto, nessuno alla barriera capiva che non era solo un animale da compagnia, era un amico, un fratello, una parte di lui, radicata nel profondo di se stesso. Solo Sam pareva comprendere il loro legame.
"Stai... Stai bene? Io lo so che Spettro non è cattivo, vorrei averlo anche io un amico così!" La voce di Castiel era impastata dall'agitazione, il viso arrossato dal freddo e dall'emozione.
Jon alzò la testa, trovandosi davanti un giovane dagli occhi blu come il cielo e lo sguardo colmo di tenerezza e ammirazione. Dietro di lui altri tre uomini osservavano la scena, non sembravano spaventati dal lupo, nè arrabbiati per l'accaduto. Jon non seppe dire se nei loro occhi ci fosse più curiosità o rispetto, ma avvertì in loro degli amici, non dei nemici.
"Grazie. Non sono in molti qui a pensarla così.. Comunque sto bene, ti ringrazio per la preoccupazione. Non vi avevo mai visto al castello nero, siete delle nuove reclute?" Chiese Jon Snow alzandosi in piedi.
"Solo dei visitatori." Rispose Castiel, allungando la mano fino ad arrivare a pochi centimetri dal muso di Spettro. Tentennò, incerto se proseguire o fermarsi.
"Non avere paura - lo incitò Jon prendendolo per mano e avvicinandolo a Spettro - Non ti farà del male, lui riconosce gli amici." 
Spettro annusò le loro mani e le leccò, lasciandosi poi accarezzare da Castiel.
Jon sorrise e invitò i ragazzi ad unirsi a lui e a Sam per la cena, i visitatori al castello nero erano rari e di solito portatori di brutte notizie, perciò era ben lieto di avere un po' di compagnia e aggiornamenti dal mondo a sud della barriera .
 I ragazzi consumarono la cena nel grande salone del castello, in compagnia degli altri guardiani della notte.
Il pasto a base di zuppa e pancetta fritta accompagnata da pane fritto non era il massimo, ma era calda e riempiva lo stomaco, e il grande focolare nella sala gli scaldò abbastanza da far tornare mani e piedi a funzionare normalmente.
In varie occasioni Dean fu tentato di rivelare a Jon di aver visto la sorella, ma non sapeva come comportarsi in una situazione del genere, era anche tentato di affogarlo nella zuppa ogni volta che vedeva come Castiel lo guardava, ma decide di resistere e farsi forza a furia di birra, sapeva che Castiel era suo, e qualche sguardo sognante non avrebbe cambiato le cose.
Alla fine sentendolo parlare della sua sorellina dispersa e in parte convinto dagli sguardi supplichevoli di Castiel, gli rivelò del loro incontro, gli disse che stava bene ed era salva, anche se non sapeva cosa le sarebbe accaduto da quel momento in poi.
Quando udì la notizia il volto di Jon Snow si illuminò, i suoi occhi sprizzavano gioia e il suo sorriso genuino diede la certezza a Dean di aver fatto la cosa giusta. 
Il solo sapere che la sorella era viva gli avrebbe dato la forza di sopportare qualsiasi difficoltà, Dean poteva leggerlo nei suoi occhi, e sapeva fin troppo bene che i tempi difficili stavano arrivando insieme al ghiaccio, e Jon Snow avrebbe avuto bisogno di tutta la forza e il coraggio di cui disponeva.
Il lord comandante diede loro il permesso di alloggiare nel castello per la notte, decisero di salire in cima alla barriera al tramonto, quando il sole di nascondeva dietro le montagne e il cielo diventava viola e arancione.
Lo spettacolo che videro da lassù gli lasciò senza fiato, il mondo a nord della barriera si estendeva sotto di loro, minaccioso e indomabile, ma tuttavia dotato di grazia e bellezza.
Passarono la notte in una delle stanze del castello, vicino a quelle degli altri guardiani, non c'erano letti matrimoniali al castello, così dovettero dividere un letto singolo a coppia.
Gabriel a malapena di vedeva, nascosto sotto le pesanti coperte e le braccia muscolose di Sam, che riposava poco sopra la sua testa, lasciando i capelli castani ricadere sulla sua fronte.
Dean e Castiel riposavano nell'altro letto dalla parte opposta della stanza, Dean stringeva Castiel al suo petto, avvolgendolo tra le braccia e le gambe, come fosse un gigantesco cuscino.
Castiel amava stare così stretto a lui, lo faceva sentire protetto, amato.
la luna era alta in cielo e i ragazzi riposavano da ore ormai, Gabriel e Castiel che non riuscivano a  dormire occupavano il tempo come potevano, Gabriel pensando a tutti i dolci che avrebbe mangiato una volta tornato alla realtà e Castiel contando le lentiggini sul volto di Dean.
Era così felice di essere tra le sue braccia, dopo tutto quello che avevano passato insieme, dopo tutte le avventure condivise e le lacrime versate, che gli sembrava che il cuore dovesse esploderli da un momento all'altro. Castiel non aveva mai creduto possibile che una cosa del genere potesse avvenire veramente, aveva passato molto tempo a sognare ad occhi aperti un bacio o una parole dolce da parte sua, e ora tutte le sensazioni che provava lo sovrastavano, non riusciva a trovare parole che potessero descrivere il profondo sentimento che nutriva nei confronti del ragazzo accanto a lui, eccetto tre.
"Ti amo Dean..." Sussurrò nella fredda notte, stringendosi ancora di più al suo petto.
In quel istante Dean Winchester aprì gli occhi.

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