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Autore: piccolo_uragano_    03/08/2015    5 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Ecco, miei cari, il capitolo del matrimonio. 
La prima parte, noterete, è raccontata da Sirius, perchè, beeeeh ... perchè credo che sia un momento davvero importante per lui, nel corso della sua vita, e quindi mi sembrava giusto dargli questo spazio. 
Buona lettura x3


Nel momento in cui Martha mette piede in questa chiesetta su un lago in cui Rose ci ha trascinati tutti, ecco, è in quel momento che mi vengono un sacco di dubbi.
Lei è davanti a me, con Marie a braccetto, un abito semplice e bellissimo, quella pancia appena accennata e un sorriso che sembra illuminare tutto. E mi guarda, mentre io guardo lei, e tutti guardano lei. Lei guarda me. Come ho fatto? Che ho fatto? Come può amare me? Com’è possibile che stia sposando me? Com’è possibile che quella creatura che porta in ventre sia mio figlio? Lei guarda me. Lei vuole me. Più la guardo, e più mi chiedo come, come ho fatto io a meritarmi lei.
“Chiudi la bocca, idiota.” Sento dire da una voce accanto a me. Lui, il mio testimone non poteva che essere il mio migliore amico.
Eppure, più guardo Martha e più mi chiedo come faccia una creatura traditrice del suo sangue come me a meritarsi un angioletto come quello che sta procedendo a piccoli passi verso di me. Lei non smette di sorridermi, e sono quando è a cinque o sei metri da me io noto che il capelli non solo sono raccolti, ma una piccola treccina le circonda la testa come un’aureola e che porta un fiore nei capelli, rendendo, se possibile, il suo viso ancora più angelico.
E io? Io sono il solito principe delle tenebre, come mi chiama lei ogni tanto. Stretto in una cravatta che Rose ha allacciato troppo (sto soffocando) in un vestito che probabilmente non metterò mai più, in piedi su questo altare Babbano in questa chiesa Babbana perché Marie, che tra poco diventerà mia suocera, voleva assolutamente una cerimonia Babbana. Rose ha Confuso il prete che sta alle mie spalle, e se penso a quanto quella ragazza non sia ciò che vuole far apparire mi viene da ridere. Quel prete, ora, è convintissimo che io e Martha veniamo dalla Francia e che abbiamo seguito il corse che Marie ritiene obbligatorio per potersi sposare in questa chiesa fredda e in cui i quadri rimangono immobili e mi fissano.
Rimango stupito di come Martha sia riuscita a stupirmi anche in questo: abbiamo preso i M.A.G.O., dieci giorni fa, tra tre mesi avremo un bambino, ieri sera eravamo ad una riunione dell’Ordine, domani avremo ufficialmente una casa tutta nostra e ora ci stiamo sposando. Eppure, lei è a due metri da me come se fosse tutto normale.
Marie, che si sta lentamente riprendendo dall’inaspettata vedovanza, con uno sguardo d’avvertimento mi porge la mano di Martha, e più la guardo e più mi rendo conto che la amo, la amo e la amo, anche se ci stiamo sposando a diciotto anni e anche se là fuori il mondo va in pezzi.
Le afferro la mano e mi accorgo che sta tremando. Vorrei dirle di stare tranquilla, vorrei dirle che va tutto bene, che stasera saremo a casa in pigiama a riderci sopra, ma sono troppo occupato ad ammirare i fuochi d’artificio di gioia che esplodono nei suoi occhi verdi.
Il prete parla, parla e parla di un certo Gesù e di un tale Spirito Santo che a me non sembra di avere invitato, ma anche volendo, io non riesco ad ascoltare: sento Marie piangere insieme a Dorea dietro di me, che poi, perché si sono messe una a destra e una a sinistra? Senza girarmi, so che anche Charlus è commosso, sento come tira su col naso impedendosi di piangere. Girandomi leggermente, posso vedere i sorrisi soddisfatti di Rose e Lily, le mie testimoni, alla fine. Girandomi dall’altra parte, invece, vedo James e Remus, i testimoni di Martha, e mi dico che meglio di così non poteva andare. Lily e James stanno ufficialmente insieme, ma i testimoni li abbiamo scelti così quando ancora non sapevamo che Remus e Rose avrebbero deciso di riprovarci (di nuovo) ma ci è stato espressamente chiesto di non dirlo a nessuno, perché, a quanto pare, i parenti delle Redfort mettono Remus in soggezione. E io mi ci sto per imparentare! Ma lei vuole me, lei ama me, me, me e soltanto me
Martha mi fa segno che è ora di alzarmi in piedi, e io so solo che devo rispondere “Sì” in modo deciso (altrimenti Marie potrebbe uccidermi) nell’esatto momento in cui lo dice Martha.
“Sirius e Martha” dice il prete “siete venuti a celebrare il matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli della vostra decisione?”
Ma ci ha appena posto una domanda così idiota o me lo sono sognato?
“Sì.” Rispondiamo io e Martha.
“Siete disposti ad amarvi e onorarvi l’un l’altra per tutta la vita?”
Ma ci prende per scemi? Ditemi che ci prende per scemi.
“Sì.”
“Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vi donerà, e a educarli secondo la legge di Cristo?”
A quanto pare, Cristo è il ragazzo sospeso sulla croce davanti a me e ritratto in tutti i quadri che mi fissano, è morto da secoli, ma tra i Babbani detta legge. Merlino! Cristo è un Merlino Babbano.
“Sì.” Questa volta, Martha è più veloce di me, ma anche io acconsento subito. Qualche giorno fa mi ha detto che non importa che io prometta nulla a Cristo, l’importante è che Marie creda che io abbia promesso.
Questo prete con baffi e capelli bianchissimi ci fa segno di girarci per guardarci in faccia e tenderci la mano, e, secondo Lily, questo è il momento cruciale.

“Devi saperlo a memoria!”
“Ma che senso ha dire ‘io Sirius accolgo te Martha’?Lily, Merlino, Martha sa che la amo!”
“Stai scherzando?! Tu non ti alzi di qui finché non sai le tue promesse a memoria, Sirius Black!!”
“Ma perché?!”
“Perché questo sarà il momento più bello della vita di Martha!”


In un altro momento, avrei detto che il momento più bello della vita di Martha era stato il giorno in cui aveva deciso di uscire con me, ma una vocina nella mia testa mi aveva suggerito di sotterrare il mio ego perché per Lily quelle dannate promesse erano davvero importanti. Così, prendo un respiro profondo, lancio un’occhiata a Lily (che mi guarda facendomi capire che se dovessi sbagliare una sola virgola mi ucciderebbe immediatamente), poi torno a guardare Martha, scoprendo nuove sfumature verdastre nei suoi occhi lucidi, e dico ciò che devo.
“Io Sirius, accolgo te, Martha, come mia legittima sposa. E prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in ricchezza e in povertà, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti, tutti i giorni della mia vita.”
Tiro un secondo respiro profondo, sento Lily distendere i muscoli e Martha emozionarsi.
Ora tocca a lei, e nel momento in cui apre bocca, mi rendo conto che l’ho sempre saputo (lo sapevo quando sono sceso in Sala Comune la sera del primo settembre ’76, lo sapevo quando la lasciai, lo sapevo quando mi ha detto di essere incinta e sono scappato) lo sapevamo tutti che saremmo finiti così.
“Io Martha, accolgo te Sirius, come mio legittimo sposo. E prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in ricchezza e in povertà, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti, tutti i giorni della mia vita.”
Il prete ci fa segno di rimanere in piedi (io e James stavamo già per sederci) e si mette a parlare di benedizione e altre cose, parlando anche di Abramo, Isacco e altre mille persone che non ricordo di avere invitato, mentre io guardo la mano di Martha ancora stretta alla mia, lei ancora davanti a me con quel suo sorriso un po’ da bambina, la guardo e mi dico che, si, stiamo facendo la cosa giusta, e che, si, lei sta scegliendo me (me, me, me) da avere accanto ‘tutti i giorni della sua vita’. Ecco a cosa servivano quelle maledette promesse che hanno costretto me e Lily in Sala Comune per una sera. Il prete fa segno a James di porgerci gli anelli, e io mi stupisco sempre di come possa sembrare sempre gentile e al posto giusto anche in una chiesa Babbana con mille Gesù Cristo che ti fissano dall’altro delle loro cornici. Anche Remus riesce sempre a sembrare al posto giusto, con quell’aria da bravo ragazzo ma quello sguardo Malandrino, che non potrà mai perdere. Lily, con quel capelli di fuoco e quel sorriso compiaciuto, invece, sembra che non aspettasse altro da una vita, o forse anche di più. Non riesco a girarmi per guardare Rose, ma sono sicuro che stia guardando Remus.
Prendo la fedina di argento opaco che all’interno ha inciso il mio nome e la data di oggi e poi prendo la mano di Martha, scoprendola di nuovo tremante, sebbene il suo sorriso non tradisca paure, ma solo cose belle.
“Martha …” ecco, la parte che ho fatto più fatica ad imparare, che c’entrano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo? “ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.”
Quando pronuncio l’ultima parola, sento chiaramente il pianto di Marie rompersi in singhiozzi, e sono quasi sicuro che Martha abbia scosso la testa leggermente, ma non faccio in tempo a chiedermelo perché ora, ora tocca di nuovo a lei.
“Sirius, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”
Mi rendo conto che lei non sta recitando ciò che ha imparato a memoria, anzi, lei nemmeno se le è studiate, queste dannate promesse. No. Lei sta semplicemente giocando nella parte di ciò che sognava di essere fin da quando era piccola, quando era piccola e tutto ciò che ci circonda non esisteva: non esisteva Voldemort, non esistevano i Mangiamorte e non esistevano le distinzioni di sangue. Erano solo lei ed il principe dei suoi sogni.
Sto per chiedermi se sono davvero io quel principe – il principe delle tenebre, ma vengo di nuovo rapito da altre parole, che sono le fatidiche.
“Io vi dichiaro marito e moglie.” Assaporo la parola ‘moglie’ sulle labbra, mentre sento che anche Charlus è scoppiato a piangere come un bambino, e poi il prete dice ciò che aspetto più o meno da quando Martha ha messo piede in questa chiesa. “Può baciare la sposa.”
Tutto ciò che accade dopo, è solo un contorno sfuocato e privo di valore. Il bacio che do a Martha è dolce, leggero, come se fosse il primo, ma ho la straordinaria consapevolezza di stare baciando mia moglie, e che, da adesso in poi, niente sarà più come prima. A parte noi, due, perché noi due saremo sempre noi, sempre Sirius e Martha, e niente potrà cambiare questa cosa.
“Fatto il misfatto, Black.”
Sono quasi sicuro di essere stato io a dirlo, fino a quando non noto il sorrisetto Malandrino sul volto di Martha, e mi rendo conto per l’ennesima volta che la amo, la amo, la amo più di ieri e meno di domani.


Picchietto il cucchiaio sul bicchiere, come mi ha insegnato Lily. Mi alzo, mentre sento il peso dello sguardo interrogativo di Martha. “Allora, se fosse per me non avrei mai scritto questo discorso, davvero. Non mi sarei mai nemmeno sposato da Babbano, ma Marie non mi avrebbe mai perdonato se non avessi accettato di dire cose come ‘nel nome del padre’ eccetera.” Dorea ride mentre Marie si finge offesa. È come se Dorea avesse preso Marie sotto la sua ala protettrice, esattamente come aveva fatto con me quando mi sono presentato a casa Potter, due anni fa, ma che oggi pesano come fossero venti.
 Io guardo lei, lei, mia moglie, e non ho bisogno del foglio, so che devo dire. “Martha Marie Redfort in Black. La metà delle persone qui presenti credono che io ti abbia sposata per quel mostriciattolo che ti cresce nella pancia. Sbagliato. Sia io che te lo sappiamo, sappiamo che ci saremmo sposati comunque, mostriciattolo o no. Sai perché ti ho sposata? Ti ho sposata perché mi sai capire, e nessuno lo sa fare come te. Ti ho sposata perché hai del carattere quando parli della vita insieme a me. Ti ho sposata perché ti piace ridere, e sei mezza matta, Martha, come me. Ti ho sposata perché quando litighiamo poi metti il broncio, ma in cuor tuo mi hai già perdonato. Ti ho sposata perché ti ho conosciuta per caso e mi sono innamorato di te per caso, mi sono innamorato di te quando mi hai offerto del caffè, mi sono innamorato di te quando mi hai fatto ridere la prima volta, e mi sono innamorato di te quando ti ho vista piangere per la prima volta. Ti ho sposata perché sono convinto che sia la cosa giusta, perché sei testarda, orgogliosa, onesta, altruista, e generosa, ma non ci pensi due volte prima di darmi dell’idiota. Mi sembri fatta apposta per me, Martha, come due pezzi dello stesso puzzle, nati per trovarci. Ti ho sposata perché non mi stancherò mai di ripeterti che ti amo, nemmeno quando litigheremo, quando non mi lascerai viziare i nostri figli. Ti ho sposata perché non vedo altro destino per noi due che non sia questo, sai? Non ci vedo in un altro modo. Cambieranno tante cose Martha, non credere che io oggi ti abbia promesso che rimarrà tutto come è adesso, perché sappiamo che non sarà così, sappiamo di essere in pericolo, sappiamo che non andrà tutto bene, ma sappiamo anche che siamo forti, noi, Martha, siamo più forti di questa guerra, e ne usciremo tutti quanti sani e salvi. Perché noi siamo noi, Martha, ecco cosa non potrà mai cambiare. Noi. E se il mondo attorno andrà di male in peggio, io e te andremo di bene in meglio.” Martha mi guarda, seduta accanto a me, mentre Andromeda mi porge la piccola Ninfadora, che mi fa segno che deve dirmi qualcosa all’orecchio.
“Devi dire ‘e vissero felici e contenti’, zio Sirius.”
Avrei voglia di dirle che tecnicamente sono suo cugino, ma lei ha tre anni e io mi sto sposando, quindi mi va bene ‘zio’. Ma solo per oggi. Sorrido. “Ti va di dirlo tu?”
Lei sembrava non aspettare altro. Apre le braccia e dice “E vissero per sempre felici e contenti!”

Guardo Ninfadora in braccio a Sirius, e penso a quando terrà in braccio il bambino che oggi porto fieramente in grembo – anche se mi fa male la schiena e le forcine mi prudono, maledetta mia sorella e tutti questi capelli finti che mi ha messo in testa.
Guardo mia madre, avvolta in un abito color cachi e con i capelli sciolti, perché pare che ultimamente li usi per nascondere il viso. Guardo mia madre e mi rendo conto di quanto sia incompleta senza mio padre accanto. È come se le mancasse un pezzo, è come se qualcuno avesse spento l’interruttore del suo sorriso. Pare quasi di vederlo, mio padre, sorridere sotto ai baffi seduto accanto a lei e con il braccio attorno alle sue spalle e un bicchiere del suo vino rosso preferito in mano.
Rose si accorge che sto guardando la mamma, segue il mio sguardo e i suoi occhi si riempiono di lacrime.
No.
Se non l’avevo mai vista piangere in diciannove anni, in questi tre mesi ho assolutamente recuperato il tempo perso. Piange ovunque, piange per ogni cosa, piange per ogni dettaglio che gli ricordi che Robert è morto – e grazie tante. È per questo (perché ormai le lacrime di Rosalie e Marie Redfort non sono più una novità per nessuno) che decido che è arrivato il momento di raccontare a tutti la storia dei miei.
E si fotta il programma, questo è il mio matrimonio.
Mi alzo in piedi e faccio segno a Sirius di sedersi, mentre cerco di ignorare il prurito delle spalline di questo vestito. Rosalie, giuro che ti ammazzo.
“Immagino che ora tocchi a me.” dico, guardando mio marito.
Lui annuisce con in braccio Dora.
“Prima di fare il solito discorso in cui ringrazio tutti voi per averci supportati e ringrazio Sirius per avermi promesso di sopportarmi per sempre, vorrei raccontare una storia che non tutti conoscono.” 
Tutti sembrano più interessati.
“Bene. Correva l’anno millenovecentocinquantadue quando una ragazzina con le trecce se ne stava seduta in giardino e vide un ragazzo con una giacca di pelle Materializzarsi proprio davanti ai suoi occhi. Si chiamava Robert Redfort, e subito lui e quella ragazzina iniziarono a litigare. Due mesi dopo, senza smettere di litigare, lui le avrebbe confessato di essere innamorato di lei, nonostante lui fosse conosciuto come ‘il figlio matto di John Redfort’ solo perché frequentava la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Quando lei, due anni dopo, venne a conoscenza della sua natura di mago, gli chiese di sposarla. Si sposarono in segreto, mentre la famiglia di lei ripeteva loro che, se si fossero sposati, lei avrebbe perso l’eredità e ogni bene di famiglia. Si sposarono lo stesso, perché si amavano. Il sette gennaio millenovecentocinquantanove nacque la loro prima figlia, Rosalie Elizabeth, e per Robert fu la conferma che anche i maghi possono vivere da felici babbani. Il venti febbraio millenovecentosessanta sono nata io, e solo pochi mesi dopo, in un mondo parallelo al mio, è nato Sirius Orion Black, in una famiglia fieramente Purosangue. Sono cresciuta con due genitori che, anche se litigavano tutto il giorno, la sera si salutavano con un ‘buonanotte amore mio’ e un tenero bacio sulle labbra. Ho guardato negli occhi Sirius per la prima volta solo la sera del primo settembre millenovecentosettantasei, alla luce di un vecchio camino, e in quel momento mi sono resa conto che non importa se litighi con una persona tutto il giorno, l’importante è salutarsi dandosi un bacio e dicendo ‘buonanotte amore mio’.”
Mia madre si alza in piedi, tenendo alto il calice di spumante. “A Robert e alle sue fantastiche figlie.”
Andromeda la guarda. “A Robert e alle sue fantastiche donne.”
Io sorrido. “A Robert.” Alzo il mio calice e Sirius alza il suo, facendo cin con il mio.
“Buona vita, amore mio.” Mi sussurra, baciandomi leggermente le labbra. Io sorrido e mi rendo conto che dalla vita non voglio assolutamente nulla oltre a lui.

Tutti ci ubriachiamo, almeno una volta nella vita. Il problema è che io, Sirius Black, non avrei mai pensato di vedere il mio amico Peter Minus ubriaco fradicio. Io e James siamo seduti davanti a lui, che ci guarda con aria curiosa. “Ciao!” squittisce. “Ci conosciamo?”
James scoppia a ridere. “Così pare, Wormtail.”
“Davvero? E come vi chiamate?”
“Lui è Padfoot, ma non dargli retta, è pazzo, si è appena sposato con la strega più testarda della storia, e io sono Prongs, il più bello del gruppo, modestamente. E quel ragazzo alto che si è imboscato da qualche parte con la bruna vestita di blu si chiama Moony.”
“E siamo amici?”
“Siamo amici.” Confermo, cercando di non ridere. “E tu sei ubriaco.”
“Davvero?” chiede Peter.
James mi guarda e scuote la testa. “No, Wormtail, non lo sei. Però guarda, quella strega là, con il cappello a punta e i capelli grigi, si chiama Minerva e ti può dare un sacco di caramelle.”
James indica la McGranitt, e Peter, barcollando pericolosamente, si dirige a grandi passi verso di lei, mentre noi scoppiamo a ridere sentendola dare di matto.
“Potter! Black!” sbraita. “Sirius, ti sei appena sposato! Sii serio!”
“Mai, professoressa.” Rispondo, sorridendo. “Mia moglie mi ama così come sono.”
“Ho passato anni a cercare di mettere in riga voi Malandrini, anni!” strilla.
“Suvvia, Minerva.” Sento dire alle mie spalle. Mi giro e Martha, che tiene il vestito leggermente alzato per riuscire a camminare, ci guarda con compassione. “Si aspettava davvero che i Malandrini potessero essere messi in riga?”
La McGranitt sembra commuoversi nel vedere Martha vestita da sposa.
“Non ci sanno stare, in riga. Però ha fatto un buon lavoro. Sirius si è appena sposato, James ha una storia seria e si è iscritto al corso Auror, Remus e Rose cercano casa, mentre Peter …” Martha si blocca e mi guarda per chiedermi dove diamine è finito Wormtail.
“Peter è ubriaco.” Risponde James, indicando la figura bassa e tozza del nostro amico che piange al tavolo di Marie, Andromeda, Ted, Dorea e Charlus.
Martha strizza gli occhi. “Peter beve?!”
La McGranitt, davanti a lei, segue il dito di James e si spaventa. “Ecco! Quello che era il più bravo dei quattro, ora è un ubriacone!”
“Non si disperi, professoressa. Tra undici anni avrà un altro piccolo Black in giro per il castello.” Le dice Martha, sorridendo. Io le afferro la vita e le bacio la spalla.
“E ci daremo da fare per produrne altri, non si preoccupi.” Aggiungo, ridendo.
E quando vedo la McGranitt guardarci con un sorriso affettuoso, mi rendo conto che mi mancherà essere sgridato da lei ogni tre ore, mi mancherà Hogwarts e ogni sua stanza, corridoio e angolo.
Poi mi rendo conto che questa scena (noi, tutti insieme, al nostro matrimonio) è la scena che Martha aveva visto la prima volta nello Specchio delle Brame, e mi rendo conto che anche se non saremo al castello, le cose tra noi – io e Martha, io e i Malandrini, io e Lily, io e Rose – non cambieremo.



Martha si appoggiò allo stipite della porta, accarezzandosi la pancia. Ormai mancavano solo cinque settimane, e la pancia le pesava. Le occhiaie date dai mal di schiena, non impedivano al suo sorriso di futura mamma di splendere, ed i capelli erano sempre più mossi.
Seduti per terra, sul pavimento della prima cameretta di quella casa che ora portava fieramente i cognomi Redfort-Black sul campanello, c’erano Sirius e James sull’orlo di una crisi di nervi. Seduta sulla sedia a dondolo, Lily li osservava ridendo mentre leggeva una rivista sulle gravidanze.
“Ti prego, ti prego Martha, possiamo fare un piccolo incantesimo?” implora James.
Martha scuote la testa, osservano i pezzi del lettino che i due Malandrini stanno cercando di montare.
Sirius osservava le istruzioni con profonda convinzione. “Forza, Prongs. Tanto per i primi tre mesi starà in quella che abbiamo di là, quella che hanno usato anche lei e Rose … abbiamo quattro mesi per capire come montarla senza usare la magia.”
“Martha” continua James, ignorando il suo migliore amico “ti prego, ridammi la bacchetta.”
“No.”
“E se ci attaccano?”
“Ci siamo io e Lily.”
“Ma perché non possiamo montarla con la magia?”
James fece del suo meglio, sfoggiando lo sguardo da dolce cervo indifeso, ma Martha era irremovibile.
“Non si è mai sentito di un lettino montato con la magia, James!”
“La mia fu costruita dagli elfi, dannazione!” sbraitò, portandosi le mani nei capelli e iniziando a saltellare.
“Ehi, qui dice che dalla trentesima settimana, il bimbo riconosce la voce!” esclamò Lily, guardando Martha.
James si inginocchiò, con aria disperata, arrivando con il viso all’altezza del pancione di Martha.
“Terra chiama piccolo Black, qui è lo zio James.” Disse, bussando sulla superficie della pancia. “Piccolo, tua madre sta costringendo tuo padre e me a montarti il lettino senza usare la magia. Puoi, per favore, farle capire che se moriamo perché ci impiantiamo un chiodo nel dito, non saremo in grado di insegnarti a giocare a Quidditch, e di regalarti la Mappa del-“
“Non darai a mio figlio quella dannata Mappa.” Replicò secca.
“Come no?” saltò in piedi Sirius. “È il primo figlio dei Malandrini!”
“E allora? Io sono la prima moglie, e questa è la prima casa!”
Sirius alzò gli occhi al cielo. “Noi abbiamo lasciato Hogwarts, Martha. Noi, i fantastici Malandrini, abbiamo lasciato Hogwarts.” Si alzò in piedi e prese la pancia di sua moglie tra le mani. “Ma questo mostriciattolo qui, ecco, tra undici anni ci farà giustizia e sarà l’Erede dei Malandrini.”
“Esatto!” esclamò James, mentre Martha si girava per Smaterializzarsi al piano di sotto e andare davanti alla porta tre secondi prima che suonasse il citofono. “Chi è?”
James si affacciò all’inizio delle scale, insieme a Sirius. “Ma come fa ad accorgersene prima?” sussurrò.
Sirius alzò le spalle. “Dice che con la gravidanza le si sono amplificati i sensi.”
“Sono Rose.” Rispose la voce della sorella dall’altra parte della porta.
“Rose, dimmi, perché a sette anni dovetti buttare il mio vestito con le margherite?”
“Perché ti ci buttai sopra il gelato al cioccolato che la mamma mi aveva appena comprato.”
Martha sorrise e spalancò la porta, trovandosi davanti sua sorella, sempre più bella nella divisa gialla da Auror. “Ciao, signora Black.”
Martha le fece segno di entrare. “Come mai da queste parti?”
“Volevo vedere come te la cavi.”
“Beh, Sirius e James di sopra stanno montando il lettino, chiedi a loro come se la cavano.”
Rose rispose al sorriso (per Martha, era bellissimo tornare a vederla sorridere) mentre di corsa prendeva le scale e faceva capolino nella cameretta.
Ma Martha non salì. Fu un attimo, in solo attimo.
Sentì esattamente quello che sentiva quando si sedeva sulla tazza del bagno, ma era sicura che in quel momento non le scappasse affatto.
In mezzo secondo, i pantaloni elasticizzati vennero bagnati da un liquido trasparente di cui Martha aveva letto su tutte quelle riviste babbane che si era comprata.
Non siamo pronti, non è ancora il momento.
Era alla trentacinquesima settimana.
Non sei pronto, pulce, non sei pronto.
“Sirius?” chiamò, con voce flebile.
Non ricevette alcuna risposta, e fu costretta ad aggrapparsi alla porta di legno per reggersi in piedi, perché i muri giravano e lei non riusciva a fermarli.
“Sirius!” disse, più forte.
“Dimmi!” rispose lui dal piano di sopra.
“Scendi!” ordinò lei.
Lui guardò James con aria allarmata, e in un secondo, tutti e quattro i maghi si Materializzarono al piano di sotto. “Che succede?” chiese Felpato con aria spaventata almeno quanto Martha.
Lei lo guardò, tenendosi la pancia tra le mani, e tutti furono sicuri di aver visto il panico totale in quei suoi grandi occhi verdi.
“Credo che mi si siano appena rotte le acque, Sirius.” 


SBAAAAAM.
si, ho pensato di mettere la nascita ed il matrimonio in uno stesso capitolo, ma poi mi sono detta no, gossip_girl muore d'infarto - o di diabete, a seconda. (Ehi, hai visto? Sto aggiornando di nuovo nel cuore della notte, lol)
Niente, per chi come me vive in Lombardia, vi prego, ditemi che gli sbalzi di temperatura hanno fatto venire il raffreddore pure a voi. Io non riesco a dormire per questo dannatissimo raffreddore. 
Ah, il capitolo ... si, è dettato dall'insonnia, soprattutto la seconda parte ... mi divertiva l'idea di James e Sirius che cercano di montare il lettino senza magia ><
Si, ora mi ritiro. 
Buonanotte e che sia fatto i misfatto!

 
   
 
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