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Autore: piccolo_uragano_    07/08/2015    5 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Perché diamine le pareti non smettono di girare?
“No, no, è presto.” Ripeté Martha, afferrando il braccio di Sirius.
Lui, nel frattempo, guardava quei medimaghi come se stessero decidendo in che modo uccidere sua moglie e suo figlio.
“Sirius, devi dire loro che è troppo presto!” strillò di nuovo Martha.
Lui la guardò. “Hanno detto che sei dilatata, e che …”
Non fece in tempo a finire la frase, perché Martha strillò e, involontariamente, si mise seduta, sentendo come una forza maggiore che partiva dal suo petto e voleva spingere il suo bambino verso la sua unica via d’uscita.
“ … inizieranno le contrazioni.” Terminò Sirius, prendendole la mano e pregando che la smettesse di guardarlo come se la stessero torturando.
“Resta con me, Sirius, ti prego.”
“Resto, resto.” Rispose lui, baciandole la mano che lei teneva stretta in quella di lui. “Anche per sempre, se mi vorrai.”
Lei fece una smorfia che, in teoria, sarebbe dovuto essere un sorriso. In quel momento, Marie Redfort fece capolino nella stanza.
Avevo detto a Rose di avvertirla solo a cose fatte.
“Martha? Martha, piccola mia, tutto bene?” chiese, avvistandola.
In quell’istante, a Martha partì un’altra contrazione.
“Sono in travaglio, ho diciotto anni e non ho la più pallida idea di che diamine stia succedendo, mamma, quindi no, dannazione, non va tutto bene!” sbraitò lei, mentre Sirius faceva del suo meglio per non ridere.
Marie non sembrò colpita da quelle parole. “Oh, tesoro, Rosalie ha detto che …”
“Rosalie si è comportata da stronza, e quando avrò finito qui stai certa che se la vedrà con me!” strillò di nuovo.
Non m’importa di offendere, non m’importa di essere poco gentile, non m’importa di nulla. Voglio solo che la smetta di guardarmi come se stessi per morire.
“Vuoi che me ne vada, Martha?”
“SI! Per favore, mamma, mi metti ansia, quindi, vai a comprare i confetti o quello che ti pare, ma esci da questo ospedaleee!”
Martha non sembrava nemmeno lei, in quel momento. Era sudata, pallida e piangeva senza rendersene conto. Solo gli occhi (gli stessi occhi di Robert) erano sempre gli stessi, e a Marie sembrarono estremamente sinceri. Così, sorridendo a Sirius per fargli segno di prendersi cura di lei, se ne andò.
Tolse il camice che le avevano dato e tornò in sala d’attesa, dove James saltellava da un lato all’altro della stanza, Lily si mangiava le unghie, Rose stritolava la mano di Remus, Peter li guardava come se fossero stati pazzi e Dorea e Charlus li guardavano ridendo.
“Quindi? È nato? È maschio? è femmina?” chiese James, vedendo Marie tornare.
“No, no, è ancora in travaglio.” Lo tranquillizzò lei.
“Ah.” Fece James, che sembrò pensarci su. “E quando torna?”
Rose lo guardò come si guarda un folle. “James, il travaglio non è un posto, dannazione. È, diciamo, il processo che precede il part-“
Rose fu interrotta dall’inconfondibile voce di Martha che diceva cose davvero poco carine su Merlino e Morgana. Si girarono tutti verso quella gigantesca porta bianca, in attesa che succedesse qualcos’altro, ma dopo lo strillo, un silenzio ovattato tornò a dominare la sala d’attesa.
“Sembra che la stiano torturando.” Sussurrò Peter.
“Posso andare da lei?” chiese Rose.
“Ha detto che ti sei comportata da stronza e che, quando avrà finito, farete i conti.”
Rose si rimise a sedere, sussurrando tra i denti ‘maledetta ragazzina’.
Marie si lasciò cadere su una delle poltrone bianche, passandosi una mano tra i capelli e mostrando una ricrescita grigiastra sotto al castano scuro. Guardandola in quel momento, Rose si rese conto di quanto gli ultimi mesi sul suo viso pesassero più degli ultimi dieci anni. Le occhiaie le dominavano il volto, era pallida, invecchiata e spaesata.
“Posso entrare io?” domandò Lily.
“Se entra lei, entro io.” Comunicò James.
Si guardarono e sorrisero, e Marie non poté fare a meno di pensare che quello fosse vero amore.

Il metro e novanta di James e la chioma rossa fiammante di Lily sembrarono un miraggio a Martha. Era lì da due ore, ormai, ma continuavano a dirle che non era abbastanza dilatata, e dopo l’accenno a Merlino, i medimaghi che le giravano attorno come trottole sembrarono parecchio innervositi.
“Ehi, signora Felpato.” Esordì James, avvicinandosi al letto e posando una mano sulla spalla di Sirius. “Sei un fiorellino.”
“Va’ al diavolo, Potter!” rispose lei.
“È più simpatica di Voldemort in persona in questo momento, James.” Comunicò Sirius, mentre un paio di medi maghi rabbrividirono silenziosamente al suono di quel nome.
“L’ho notato.”
Lily, con un’occhiata colma d’affetto, accarezzò la testa della sua amica e le baciò la fronte sudata.
“Sei forte, piccola Redfort.” Le sussurrò.
Lei ripeté la smorfia-sorriso, come per ringraziarla, mentre James prendeva uno sgabello e, da bravo amico, si sedeva accanto a Sirius.
Lily si voltò a guardarli. “Sembrate due pensionati.”
In realtà Martha, James e Lily potevano chiaramente vedere il panico totale negli occhi di Sirius.
Tre idioti con un camice bianco ad assistere una povera disgraziata che non regge tre ore di travaglio. Loro si meritano di meglio.
“Lily?” disse flebilmente Martha, mentre partiva l’ennesima contrazione. “Lily, Lily, ho paura.”
Lily si avvicinò di nuovo a lei. “Non devi averne.”
“Lily, aiuto.”
“Sei forte, Martha.”
“Dì a Sirius che lo amo.”
“Lo sa.”
“Ha paura anche lui.”
Lily sorrise. “Abbiamo paura tutti, Martha, ma questo è il giorno più bello della tua vita.”
Martha sentì il chiaro istinto di spingere, mentre un medimago dagli occhi scurissimi le faceva segno che il momento era quasi arrivato, Sirius scattò in piedi e baciò la mano di Martha, mentre James faceva segno a Lily di andare a vedere direttamente dalla parte dei medici.
“Ehi, fratello, vatti a guardare quella della tua ragazza!” esclamò Sirius.
James gli fece segno di non dire idiozie, mentre Martha si metteva seduta e un’infermiera le sorrideva gentilmente.
O la va o la spacca.

“Un ultimo sforzo, signora Black, posso quasi vedere la testa!” esclamò il medico.
Sono venti dannati minuti che mi dice di fare l’ultimo sforzo, idiota di un medico.
Martha, con le ultime forze che le rimanevano, strillò di nuovo e spinse, fino a quando non sentì chiaramente un pianto nuovo coprire il suo.
Era il pianto di un bambino appena nato.
Nell’istante in cui vide la sua testa, ebbe l’impressione di aver partorito anche tutti gli organi interni che le rimanevano. Poi vide il sorriso gigantesco di Lily e i grandi occhi di James riempirsi di lacrime.
“Congratulazioni, ragazzi, qui abbiamo un piccolo Black.” Comunicò il dottore, che tagliò il cordone e poi avvolse il piccolo essere ancora urlante in una copertina blu.
Lo avvicinò a Martha che, istintivamente, porse le mani verso di lui, con il viso coperto di lacrime salate.
“Ciao, piccolo Black.” Disse, strofinando il naso contro il suo. “Hai finito di tirarmi calci, eh?”
Il neonato mosse i pugni mentre strillava. Aveva già dei ricci scuri, segno che i geni Black avevano lottato – e vinto.
Martha guardò Sirius, e quello che vide sul suo viso fu amore puro. Non aveva mai visto quegli occhi così colmi d’amore, era come se il male, in quel momento, non esistesse affatto. Era come se al mondo esistessero solo cose belle, solo coppie innamorate e bambini che nascono.
“Allora, che nome metto?”
Sirius e Martha si guardarono, ma Martha fu più veloce. “Robert Sirius Black.” Rispose, prontamente.
Sirius, se possibile, allargò ancora di più il suo sorriso. “Sirius?” chiese.
Martha annuì. “Robert Sirius.” Ripeté. “I due uomini più importanti della mia vita.”

James corse verso la sala d’attesa, in cui la scena non era cambiata (c’era sempre un maledetto silenzio ovattato e l’ansia si poteva quasi respirare) e al gruppo che aveva lasciato si erano aggiunti Alice e Frank, Molly e Arthur, con prole al seguito, Andromeda e Ted con la piccola Ninfadora e Hagrid.
Marie corse incontro a James, piena di speranze.
“Maschio, è un maschio, pesa tre chili e …” si grattò la testa, in preda ad un vuoto di memoria. “Tre chili e qualcosa, comunque. Martha sta bene, ha solo strillato un po’, e Sirius sta piangendo, ma non vuole che ve lo dica, quindi non ve l’ho detto.”
“Possiamo vederli?” domandò Remus.
“Tra poco.”
“Come si chiama?” chiese Rose.
James si aggiustò gli occhiali sul naso. “Robert Sirius Black.” Rispose, con aria fiera.
Marie si coprì il viso con le mani e Rose la abbracciò. “Va tutto bene, mamma.” Le disse.
“Oh, Rosalie, lui sarebbe così fiero di voi.”
Dorea e Charlus si avvicinarono a James. “Siamo fieri di te, James.”
Lui non fece in tempo a ringraziare, perché Lily, dall’interno della sala, gli fece segno di tornare dentro.
“Sirius chiede se ti va di fare al bambino da padrino!” gli disse.
“Digli che è un cretino, non lo doveva nemmeno chiedere.” Rispose, mentre, dentro di sé, si commuoveva.

“Jaaaaaames. Dì Jaaaaames.”
“I bambini a due mesi non parlano, James.”
James continuò a fare smorfie assurde al mostriciattolo pieno di ricci che aveva davanti. “Su, dillo.”
Sirius alzò gli occhi al cielo. “La sua prima parola sarà papà, non James.”
“Si, ma io sono il suo padrino.”
“Padrino non batte padre, idiota.”
“In questo momento si.”
Anche solo per come lo teneva in braccio, avrebbe volentieri replicato. Ma si limitò a sorridere e a stiracchiarsi.
“Ah, visto che siamo in tema di famiglia …” intervenne Remus. “Io e Rose avremmo trovato casa, ma stiamo pensando di prenderci di nuovo una pausa.”
James scosse la testa. “Ma che problemi avete?”
“Sono un Lupo Mannaro, James.”
“Si, e oggi è giovedì. È questo il problema, che oggi è giovedì?”
“Credo intendesse dire che si sentiva inadatto, insomma …” squittì Peter.
“So quel che intendeva, sto cercando di fargli capire che come scusa non regge.” Grattò la pancia al piccolo Robert. “Robert, dì allo zio Remus che è idiota.” Lo girò e lo fece sedere sulle sue ginocchia, tenendolo ai fianchi. Gli prese una manina e indicò Remus, poi fece una voce da castrato. “Zio Remus, sei solo un idiota!”
Remus sorrise, sospirò e scosse la testa. “Grazie, Robert, è confortante. Me ne ricorderò quando mi chiederai una mano per i compiti.”
“Ma non chiedergli aiuto per Pozioni!” esclamò Peter.
“A Peter non chiedere aiuto e basta, pulce.” Aggiunse Sirius. “Anzi, a nessuno di loro. Fatevi un figlio tutto vostro, plebei.”
“Io … io ci avevo pensato, si, io avevo pensato di chiederlo a Lily.”
Remus si ingozzò con la Burrobirra. “Vuoi avere un figlio da Lily?”
Sirius scoppiò in una risata compiaciuta. “Sei un copione, James.”
“Ah, si, perché il piccolo Robert qui era stato proprio programmato.” Contestò James, guardando il piccolo negli occhi e facendo facce strane.
“Programmato o no, la paternità mi sta d’incanto.” Si vantò Sirius.
In quel momento, Frank Paciock  entrò nel salotto del Quartier Generale. “Pronti, ragazzi?”
“Non vantarti, Frank, mi sono comunque sposato prima di te.” scherzò Sirius.
“Però non hai avuto un addio al celibato con i Malandrini e il figlio dei Malandrini!” rispose prontamente Frank.
“Stavamo prendendo i M.A.G.O. e voi eravate tutti sull’orlo di una crisi di nervi, devo ricordarvelo?”
James non aveva smesso un secondo di fare facce idiote davanti a Robert.
“James, guarda che lo spaventi.” Lo mise in guardia Remus.
“Smettila, lui mi ama.”
“No, lui ama me.”
“Smettila, Sirius. Padrino batte padre.”
“No, no, padre batte padrino!”
Frank rise. “Secondo me, vi ama tutti e due.”
“Si, ma padrino batte comunque padre.”
“Se scoppia a piangere che facciamo?” chiese Peter.
“No, piange solo quando cerca le tette di Martha.” Lo rassicurò Sirius.
“Oh, la vedi così? Il momento della pappa è ‘cercare le tette di Martha’?” scherzò Remus.
“Guarda che quel bambino è intelligentissimo, ci affonda la faccia.”
“Perché beve il latte, Sirius.”
“Ah, si, professor Remus, Martha si è strizzata la tetta in una morsa di plastica per darmi il latte da dare alla pulce tra un’ora, a proposito.”
“Che ha fatto con la tetta?” chiese James curioso.
Sirius gli fece segno di stare zitto, visibilmente ancora alterato per cosa James avesse visto durante il parto.
“Tanto è piccolo, non capisce. Guarda: Robert, tuo padre è un idiota.”
Il bambino continuò a guardare James con espressione neutra, ma poi corrugò la fronte come se si stesse sforzando. Un secondo dopo, il salotto fu invaso da un odore inconfondibile.
“Sirius, per Godric, è proprio figlio tuo!”

“Ti sta divinamente, Martha.”
“Smettila, Alice, sono ancora gonfia.”
Martha si girò per guardarsi di nuovo i fianchi. Quel vestito era davvero bellissimo, blu notte, lungo e con lo scollo a barchetta, ma lei continuava a vedersi ancora gonfia.
“Ti voglio accanto a me all’altare, Redfort, e non accetto un no come risposta.”
“Vai al diavolo, Prewett. Sembro una balena spiaggiata.”
Naturalmente, a Lily quel vestito stava d’incanto. Martha la squadrò e poi si sciolse i capelli con aria stufa.
“Hai ripreso perfettamente la tua forma, Martha.” La rassicurò Rose.
“Sei una bugiarda.”  Rispose lei, guardandosi il seno visibilmente ingrossato.
“Quello è per l’allattamento, scema, e non c’è cosa più bella che allattare un figlio.”
“Non so se ce l’avrò ancora un figlio, dopo che avrà passato la notte coi Malandrini l’addio al celibato di Frank.”
“Ma dai, Martha, Sirius è bravissimo!” la sgridò Lily.
“Sirius è paziente, Lily, che è diverso. Sai chi sembra portato per fare il padre, invece? James, ecco chi.”
Il viso di Lily assunse lo stesso colore dei suoi capelli. “Ci ho pensato, sai? Quando ho visto nascere Robert, ci ho pensato seriamente.”
Martha si portò le mani sul cuore con aria commossa. “Oh, Lily, avrete un bambino?”
“No! No, no, non ne abbiamo nemmeno parlato … però ho visto una casa, sai? Bellissima, mi piaceva proprio tanto … sta poco lontano da qui, a Godric’s Hollow.”
“Ed è in vendita?” chiese Rose, con aria entusiasta.
“Non so, sembrava abbandonata da anni. Ma era proprio carina, sai, su due piani, con il caminetto, in una zona tranquillissima …”
Martha guardò Lily, che rivolgeva al mondo sguardi sognanti. Rose, che anche se non lo diceva, era contenta che lei e Remus avessero trovato il loro nido d’amore. Poi si guardò riflessa nello specchio, con la fede al dito, i seni pieni di latte e uno sguardo nuovo.
Stiamo crescendo esattamente come volevamo.

“Giuro che mi ha sorriso!”
“Sirius, i bambini di quattro mesi non sorridono!”
“Martha, giuro che nostro figlio ha sorriso!”
Martha porse a Sirius il suo caffè, mentre James, seduto accanto a lui, teneva Robert sulle gambe. “Ti dico che ha sorriso.”
“E io ti dico che non è umanamente possibile.” Rispose Martha, prendendo in braccio il bambino e lasciando che i due Malandrini mangiassero.
“Robert, pulce, fai un sorriso alla mamma?” chiese Sirius.
“Sirius, tesoro, adesso deve digerire. E ti ripeto che i bambini di quattro mesi non sorridono!” replicò, mentre girava per la cucina picchiettando sulla schiena del bambino.
“Si, ma ha il padrino ed il padre più fighi del mondo.” Si intromise James.
“E questo sarà un trauma che si porterà dietro per tutta la vita.”
“Smettila, ci sono madri che pagherebbero per avere un marito e un migliore amico del marito così fighi. Ah, giusto perché lo sappiate, ho chiesto a Lily di sposarmi.”
Robert digerì rumorosamente e Martha spalancò la bocca. “E perché non me lo ha detto?!”
“Perché abbiamo litigato. Insomma, secondo te perché ho dormito qui?”
“Dormito è una parola grossa.” Aggiunse Sirius, riemergendo dalla tazza di caffè. Robert aveva strillato e chiesto di essere allattato ogni tre ore, come sempre.
“In effetti, non sono nemmeno le sette del mattino.”
“Dovete andare al corso Auror, idioti.”
James si portò la mano alla fronte. “Sirius, è il primo giorno del corso, oggi! Ecco perché Lily era così nervosa, ieri!”
Martha lo guardò con astio. “Glielo hai chiesto ieri sera?!”
Lui si grattò la nuca come un bambino che l’ha combinata grossa. “Può essere.”
“Sei un’idiota, James, un vero idiota. Ora andate, andate a scuola, bambini.
Sirius si alzò e baciò le labbra di Martha. “Ciao piccola, ti amo.” Poi baciò il nasino di Robert. “Amo anche te, pulce, tranquillo.”
James seguì l’amico, baciando Martha sulla fronte e sussurrando “Fatto il misfatto!” al piccolo Robert.
Martha li guardò allontanarsi con gli zaini, esattamente come due bambini, ma non riuscì comunque a pentirsi della creatura che teneva in braccio – guardandolo, si rese conto che Robert in quel momento le aveva davvero sorriso.

“Quindi va tutto bene?”
“Si, mamma.”
“Sei sicura che vada tutto bene, Martha?”
“Va tutto bene, mamma.”
“Mi sembri stanca, sai?”
“Ho un bambino di sei mesi, mamma, scusa se non sono un fiore.” Martha posò la tazzina di caffè vuoto sul tavolo, osservando Robert beatamente addormentato nell’ovetto portatile sul tavolo del Quartier Generale.
“Quindi, i ragazzi vanno al corso Auror e tu stai a casa a fare la mamma?”
“Esattamente.”
“E non ti da fastidio?”
“No, per niente. Mi piace stare col bambino, mi sento al posto giusto.”
“E con Sirius no?”
“Con Sirius mi sento amata, mamma, è diverso.”
Amava sua madre, davvero. Ma da quando era rimasta sola, aveva raggiunto il livello massimo del gioco ‘mamma-nonna-suocera ansiosa’.
“A proposito, tu hai avuto modo di vedere la casa di tua sorella?”
Martha scosse la testa. “Solo Sirius, James e Peter l’hanno vista.”
“E Remus no?”
Non gliel’ha ancora detto?!  “Non lo so.”
“Ah, prima che mi dimentichi … verrete tutti qui a pranzo, martedì, non è vero? Io e Dorea vorremmo sapere per quanti cucinare …”
Martha prese a fissare il tavolo. Martedì. Perché martedì? Compleanno? No, non era ancora il compleanno di nessuno, ne era sicura. Aveva guardato il calendario il giorno prima. Il prossimo giorno segnato in rosso era il diciannovesimo compleanno di Lily, il trenta gennaio.
“Martha, non ti sarai seriamente dimenticata che martedì è Natale?!”

Sirius si alzò, nel cuore della notte, camminando sulla punta dei piedi. Erano le tre del mattino, ed era l’orario in cui Martha dormiva meglio. Si mise la prima maglietta che trovò e sgattaiolò verso la cameretta.
Non lo sapeva nessuno, ma quello era il suo rito serale. Per addormentarsi, aveva bisogno di guardare suo figlio dormire beato nella stessa posizione in cui dormiva Martha, solo che lui teneva un gigantesco cuccio in bocca e sfoggiava sempre più riccioli scuri. Lo guardava, a volte rideva e invece a volte si commuoveva. Lo guardava, e ci vedeva il mondo. Anzi, gli sembrava che il mondo ruotasse attorno a quella pulce, come lo chiamavano loro.
Chissà perché, poi. Gli baciava la fronte, si riempiva i polmoni del suo odore e accarezzava la sua pelle liscia.
Lo sentiva suo. Sentiva che lui e quella piccola creatura erano legato da un filo invisibile che, comunque sarebbero andate le cose, li avrebbe legati per sempre. Con Martha era diverso, perché lui e Martha sarebbero invecchiati insieme, perché lui e Martha si appartenevano in modo totalmente diverso.
Con quel bambino invece era qualcosa che non pensava di poter provare. Era convinto che l’apice dell’amore fosse quello che unisce marito e moglie (quello che univa lui e Martha), ma poi si era reso conto che l’amore per Martha gli era cresciuto dentro al petto piano piano, guardandola sorridere a colazione e prendere appunti a Pozioni. L’amore per Robert era qualcosa di diverso, era come se ci fosse sempre stato. Non era nemmeno misurabile, quanto amore provasse per suo figlio. Semplicemente, più lo guardava e più si rendeva conto che in qualche modo aveva sempre saputo che sarebbe finita così.
Quel bambino era la sua oasi felice, guardarlo lo rallegrava. Era perfetto, eppure non sapeva ancora niente, se non che lui era suo padre, che Martha era sua madre e tra meno di tre ore gli avrebbe dato da mangiare. Per lui, era tutto dannatamente semplice. Non sapeva cosa fosse il dolore, non sapeva quel che si provava a perdere qualcuno che ami, non sapeva cosa volesse dire sentirsi rinnegato dalla propria famiglia, così come Sirius non ricordava che lui e Regulus potessero essere stati così belli e così innocenti.
Chissà dov’è Regulus, adesso.
Era una fredda notte di metà febbraio, e presumibilmente Regulus si sarebbe dovuto trovare tra le mura di Hogwarts. Ma c’era una cosa, un terzo legame. Era il legame tra fratelli, legati in modo indissolubile e grazie tante a litigi e rinneghi, comunque sarebbe andata, Sirius in Robert non solo vedeva la fotocopia di sé stesso, vedeva anche la fotocopia di Regulus.
“Non sai che ti perdi, pulce. Tuo zio è uno forte.”
Perché sarà sempre il marmocchio che aveva paura del temporale e si rifugiava nel mio letto, ecco perché.
Troppe volte aveva provato a prendere carta e penna e a scrivere a Regulus. Ma era troppo tardi, ormai. Lui era un membro dell’Ordine della Fenice, mentre suo fratello era quasi sicuramente un Mangiamorte. Appartenevano a due mondi troppo distanti per avere contatti.
Tuo zio è proprio uno forte, pulce. Ma tu lo sarai di più.
Ecco perché lui e Martha volevano avere altri figli, per dare a Robert la possibilità di sentirsi come ci si sente solo quando si ha un fratello.


Prima di parlare del capitolo, vorrei ringraziare le quattro persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Davvero, non me l'aspettavo e, soprattutto, in questa long non mi era mai capitato di ricevere QUATTRO recensioni in così poco tempo. Quindi mando un bacio enorme a gossip_girl, love_is_everything, AnnA Black _Alyss_. Davvero, grazie di cuore. Grazie anche alle quarantotto persone che la seguono e che mi regalano ogni volta moltissime visualizzazioni. Graaaaaaazie <3 
Okay, detto questo, passiamo al capitolo. SO di non essere stata per niente brava nella scena del parto, e sono imperdoonabile. Davvero. Spero però che i piccoli episodi fluff abbiano compensato la mia inabilità nella scena del parto :3 Sto facendo passare il tempo in fretta perchè, beh, ho voglia di pubblicare e di scrivere momenti in cui Robert sarà più grande, avrà la sua sorellina (ricordate il prologo?) e Martha starà da sola. 
Gne, sono in ritardo quindi scappo, vi amoooooo.
Fatto il misfatto!


 
   
 
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