Non
appena intravide il cartello che dava il benvenuto a
Magnolia, il sorriso di Natsu si fece immediatamente più
largo, tanto che pensò
di avere un'espressione alquanto ebete in quel momento; non che gli
importasse,
felice com'era.
Cinque
anni prima, quello stesso cartello gli aveva fatto
credere di essere sulla strada per l'inferno, salvo poi scoprire che la
felicità più perfetta lo aspettava nelle
sembianze della sua Lucy. Lei si era
scoperta innamorata di lui nel momento esatto in cui lo aveva rivisto,
e
avevano trascorso insieme una settimana meravigliosa che aveva permesso
loro di
rinsaldare i sentimenti che entrambi provavano con tanta forza da
lasciarli
storditi; e Natsu, impetuoso com'era sempre stato, le aveva chiesto di
sposarlo
la sera stessa del matrimonio di Lisanna, l'occasione che li aveva
riuniti.
Gli
sposi diedero inizio alle danze e ben presto tutte le
coppie presenti li imitarono, riempiendo la sala di colori e risate.
Natsu
aveva letteralmente trascinato Lucy su una delle terrazze che si
affacciavano
sul giardino, mugugnando qualcosa sul fatto che avesse bisogno di
parlarle in
privato.
"Allora,
di cosa volevi parlarmi con tanta
urgenza?!", chiese lei, lievemente stizzita per non aver potuto ballare.
"Ecco...
Non so da dove cominciare, Lu".
Lucy
non poteva vedersi ma era sicura di essere
impallidita: il giorno successivo alla loro gita al mare, Natsu era
uscito
prima che lei si svegliasse, lasciandole solo un biglietto ed era stato
strano
sin da quando era rientrato, quella sera. E il pensiero fisso di Lucy,
di
conseguenza, era che si fosse pentito di quello che c'era tra loro.
Si
costrinse a sorridergli e gli prese la mano per
incoraggiarlo. "Natsu puoi dirmi tutto, va bene?".
Natsu
la guardò e assunse un'espressione risoluta mentre
si piegava su un ginocchio davanti a lei e tirava fuori dalla tasca un
anello.
"So che stiamo insieme soltanto da pochi giorni e che per te
è stato e
sarà difficile superare le tue insicurezze; ma io ti amo e
sono certo che tu
sia la mia anima gemella. E so anche che ci sono ancora tante cose da
sistemare
e da decidere, e che inevitabilmente finiremo per passare attraverso
delle
difficoltà ma non esiste nessun'altra che vorrei al mio
fianco, perciò... Lucy
Heartfilia, vorresti diventare mia moglie?".
Lucy
sbarrò gli occhi stupita, la bocca aperta in cerca
d'aria mentre tentava di rispondere. Se non fosse stato così
timoroso della sua
risposta, Natsu l'avrebbe trovata adorabile.
"N-Natsu...
Io... Sì! Certo che voglio sposarti,
sì!".
Natsu
si rialzò immediatamente e la prese fra le braccia,
baciandola con impeto, mentre alle loro spalle esplodeva un coro di
grida di
giubilo: grazie evidentemente a qualche dote sovrannaturale - o alla
grande
capacità di non farsi mai gli affari propri - Cana si era
accorta di quello che
stava accadendo e aveva trascinato lì l'intero gruppo dei
loro amici.
Natsu
e Lucy si voltarono a guardarli ridendo, felici che
ci fosse la loro famiglia ad assistere a quel momento così
speciale per loro.
Natsu
ridacchiò a quel ricordo, pensando come l'imbarazzo
li avesse paralizzati nel momento in cui avevano sentito quelle urla,
salvo poi
rendersi conto che si trattava delle persone a cui volevano
più bene nella
vita.
Lui
e Lucy si erano sposati un anno dopo, nella loro
amata Magnolia ed erano andati a vivere nella vecchia casa dei genitori
di lei.
Natsu aveva temuto che potesse risvegliare in sua moglie dei ricordi
dolorosi
ma dopo i lavori di ristrutturazione - entrambi volevano una casa per
una
famiglia, non una specie di piccola reggia - la dimora aveva cambiato
volto e
Lucy gli aveva assicurato che pur sentendo la familiarità di
quelle mura, la
vedeva come una casa completamente nuova, solo per loro e per i figli
che
l'avrebbero riempita.
Imboccando
il vialetto di casa, vide i giochi sparsi nel
giardino e davanti alla porta del garage, dove avrebbe dovuto entrare,
ma
piuttosto che arrabbiarsi, scosse la testa ridacchiando: avrebbe
trovato Lucy
distrutta, poco ma sicuro.
Lázuli
aveva appena due anni ma aveva già tutta l'energia
di suo padre e l'intelligenza spiccata di sua madre. Ricordava la sua
nascita
come se fosse avvenuta appena il giorno prima, soprattutto ricordava
gli
insulti coloriti che Lucy gli aveva rivolto in sala parto, mentre
tentava in
maniera non troppo celata di frantumargli tutte le ossa della mano;
però,
ricordava benissimo anche la gioia immensa che aveva provato quando
aveva visto
quel fagottino rosa fra le braccia di sua moglie e la stessa sconfinata
felicità riflessa sul viso della sua Lucy.
Scese
dall'auto, ripromettendosi di tornare più tardi a
parcheggiarla nel garage, e si diresse quasi di corsa alla porta
d'ingresso:
era stato via un paio di giorni per lavoro, e la sua famiglia gli era
mancata
troppo.
Non
appena varcò l'ingresso, sentì lo scalpiccio di
minuscoli piedini che precedeva la comparsa della piccola
Lázuli e la sua
bambina lo raggiunse più veloce che poté, ridendo
quando lui la sollevò fra le
braccia.
"Papa!",
esclamò felice, adagiandosi
completamente contro il torace del suo papà.
"Ciao
Lázuli. Come stai?". Natsu le posò una
mano sulla schiena, baciandole la testolina.
"Bebe.
Maccato papa!".
"Anche
tu mi sei mancata, bambolina".
"E
la mamma non ti è mancata?".
Natsu
alzò lo sguardo e incrociò quello di Lucy che lo
osservava con un dolce sorriso; la raggiunse in due falcate e la
strinse forte,
sentendo le sue braccia cingerlo di rimando. Lei si sollevò
sulle punte e gli
sfiorò le labbra con le proprie, in un bacio lieve; non
potevano permettersi
molte effusioni quando c'era Lázuli, gelosa com'era di
entrambi i genitori.
Più
tardi, quando Lázuli fu tranquillamente addormentata
nel suo lettino, i suoi genitori poterono ritirarsi nella loro stanza e
prendersi
un po' di tempo per loro; amavano alla follia la loro bambina ma era
estenuante
dover stare lontani in sua presenza.
Lucy
si rannicchiò contro Natsu nel loro letto, la testa
poggiata sul suo torace, e lui le cinse la schiena con un braccio.
"Sei
passato a trovare i tuoi?".
"Sì.
Mio padre ha chiamato con tutta quell'urgenza
soltanto perché volevano dirmi che torneranno a vivere qui".
"Dici
davvero? Ma è meraviglioso! E Wendy?".
Natsu
scrollò lievemente le spalle. "Lei vuole
restare a Crocus per il momento ma non vive più con i nostri
genitori da un
paio d'anni, quindi loro non vedono il motivo di restare nella
capitale.
Vogliono tornare a Magnolia e fare i nonni a tempo pieno!".
Lucy
rise divertita, alzando il viso per poter guardare
Natsu. "A proposito di questo... Avranno il loro bel da fare l'anno
prossimo, a badare a due nipoti".
"Due?
Ma come, Wendy non mi ha detto niente quando
ci siamo visti!".
Lei
sospirò lievemente, pizzicandogli la guancia.
"Perché
devi rendermi sempre tutto così difficile!".
"Ahia!
Insomma, di che stai parlando, Lu?!".
"Uffa
Natsu! Non è Wendy che aspetta un bambino,
siamo noi! Lázuli avrà un fratellino o una
sorellina".
Natsu
sbarrò gli occhi e posò le mani sul viso di Lucy,
guardandola fisso negli occhi. "Dici davvero? Aspettiamo un altro
bambino?".
Lucy
rise piano, abbracciandolo e tendendosi a baciarlo.
"Sì, dico sul serio, presto sarai papà per la
seconda volta".
Lui
premette la fronte contro la sua, stringendola forte
a sé. "Tu sei la donna più fantastica che potessi
avere al mio fianco,
Lucy".
"Guarda
che i figli si fanno in due, non è tutto
merito mio".
"A
proposito di questo...". Natsu sfoggiò il
suo sorriso più ferino, sovrastandola. "Mi sei mancata,
mogliettina",
disse sulle sue labbra un istante prima di baciarla.
Lucy
lo abbracciò, intrecciando una mano fra i suoi
capelli e proprio quando lui fece per afferrare il bordo della sua
camicia da
notte, lo strillo acuto di Lázuli riempì la
stanza attraverso la trasmittente
posata sul comodino.
"Ma
porc...".
Natsu
sbuffò accasciandosi su Lucy che invece sembrava
trovare la cosa molto divertente. "Fatti forza Natsu, fra un anno a
quest'ora il tempo a nostra disposizione sarà praticamente
zero!", esclamò
ridendo mentre lo spingeva via per alzarsi e andare da
Lázuli.
Lui
si passò una mano fra i capelli, sbuffando
leggermente, ma tutto il suo disappunto svanì come fumo non
appena Lucy tornò
con la loro bambina fra le braccia: la piccola piangeva e farle tornare
il
sorriso divenne subito molto più importante che passare del
tempo con la madre.
"Vieni
da papà, Lázuli".
Lázuli
gli tese immediatamente le braccia e Natsu la mise
distesa sul suo torace, accarezzandole la schiena. "Non piangere, era
solo
un brutto sogno, ci sono papà e mamma con te".
Lucy
si sdraiò al suo fianco, sfiorando con delicatezza i
capelli di sua figlia. "Sorridi, bambolina", mormorò,
chinandosi per
baciarle il visino. Si accoccolò anche lei nell'abbraccio di
suo marito, che
l'aveva stretta col braccio libero e non ci volle molto
perché entrambe si
addormentassero tranquille.
Natsu
rimase sveglio a guardarle per un po', ancora
incredulo che tanta gioia fosse toccata proprio a lui; aveva sofferto
per Lucy
ma ormai erano talmente felici assieme che quel periodo sembrava
appartenere a
un'altra vita, non ricordava più neanche come fosse. Aveva
lottato per vincere
le insicurezze della sua donna, per farle capire che quello di stare
insieme
era il loro destino da sempre, e alla fine aveva vinto quella piccola
battaglia, ottenendone la vita più bella che avesse sognato
e che nel giro di
poco lo sarebbe diventata ancora di più, con l'arrivo del
loro secondogenito.
Sorrise beato mentre scivolava nel sonno, immaginando che aspetto
avrebbe avuto
e come sarebbe stato avere a che fare con le loro due piccole pesti.
Ma
quella è un'altra storia.
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Perdono,
pietà, scusatemi tanto ç.ç
So
di averci messo un secolo ad aggiornare ma ho avuto il
mio da fare ad abbattere un blocco dello scrittore che non voleva
proprio
saperne di andarsene, mi dispiace T_T
In
realtà non credevo di scrivere il capitolo conclusivo
ma dopo il precedente mi sembrava di aver ormai scritto tutto quello
che c'era
da dire sui miei Natsu e Lucy, e per quanto il fluff mi piaccia, non mi
piace
che sia fine a se stesso; perciò dopo aver scritto e
cancellato tre o quattro
versioni diverse della conclusione della famigerata settimana che
trovavo tutte
ugualmente orrende, ho optato per un time-skip. Spero vi piaccia questa
conclusione, personalmente apprezzo molto questo tipo di finali :P
Per
quanto riguarda il nome della bambina: so che ormai
tutte o quasi le versioni della piccola si chiamano Nashi ma oltre a
trovarlo
abbastanza bruttino come nome, nel corso delle mie ricerche da NaLuista
schizoide sono incappata in diversi commenti di persone che sostengono
che
quella parola in giapponese significhi "niente", il che vorrebbe
significare che il nostro beneamato trollmaster Mashima-sensei ci ha
presi in
giro tutti alla grande :D Per questo - e anche per ripagare il povero
Natsu di
quello che si era perso in quel caso :P - ho optato per lo stesso nome
che
avevo già dato alla loro bambina in un'altra mia fic :)
Detto
questo, io vi ringrazio tantissimo, infinitamente,
di essere stati/e sempre con me a spronarmi e incoraggiarmi con le
vostre
gentilissime recensioni, grazie, grazie e ancora grazie, siete
fantastici/he!
Alla
prossima <3