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Autore: Ramo97    10/08/2015    2 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Conferenze e inaugurazioni

- Signor Potter, glielo chiedo senza giri di parole: il Mondo Magico è al sicuro? - chiese Rita Skeeter, con il solito sorriso falso e malizioso.
Harry odiava quella situazione. Non che non rispettasse i giornalisti, anzi molti li stimava, come Seamus,  ma altrettanti cercavano più che i fatti una frase da trascrivere per tirare su un polverone. E Rita Skeeter era la regina di quest'arte.
Harry sistemo i fogli sopra il leggio davanti a lui, contrassegnato dal logo del Ministero, e alzò gli occhi verso la giornalista. Era in piedi, vestita con un tailleur verde vomito, e si guardava intorno con fierezza, osservando gli altri giornalisti seduti, i cui sguardi però erano rivolti ai due leggii, quello di Harry e quello di Kingsley.
- Credo, signora Skeeter, che il Ministero della Magia e l'Ufficio Auror stiano facendo del loro meglio. Vuole che dica che non siamo al sicuro? Le dirò che non lo sappiamo, ma abbiamo aumentato la sicurezza in ogni luogo con misure che neanche durante la Seconda Guerra Magica erano così rigorose e precise. Posso dirle che ho ragione di ritenere che la salute dei maghi non sia a rischio, se le regole e le misure di sicurezza verranno rispettate.
Kingsley lo guardò e gli fece un cenno d'assenso.
- Per questo il Ministero inizierà a distribuire dei depliant con le misure da rispettare e manderà spot via radio. Preghiamo che voi li pubblichiate, il nostro Ufficio Stampa li ha inviati tramite gufo alle vostre redazioni. Come al solito il vostro contributo è fondamentale.
Kingsley sembrava calmo, ma Harry sapeva bene che non lo era. Negli ultimi giorni era stato fisso nell'ufficio di Harry a fare summit di ogni tipo con praticamente tutte le personalità di spicco del Ministero. Oltre a quelli Harry aveva analizzato tutti i fascicoli sui prigionieri di Azkaban e su una gran parte di dipendenti del Ministero, ma non avevano ancora trovato nulla: i Mangiamorte si erano come volatilizzati.
- Qualcuno dentro al Ministero può essere coinvolto? - chiese invece Thomas Wellington, un giovane giornalista di Radio Potter, l'emittente proprietà di George Weasley.
- Tutto può essere - rispose Harry, con la solita voce controllata che usava per l'occasione. Dentro era molto stanco, ma non doveva farlo vedere.
- Potrebbe essere anche uno dei capi di questa indagine?
- Di questa indagine me ne occupo io per l'Ufficio Auror e la vicedirettrice Granger per l'Ufficio della Regolazione della Legge Magica, mentre ad Azkaban è fisso l'auror Dennis Canon, che gode della mia massima stima personale e lavorativa. Non ho alcun dubbio di dubitare del piccolo team interforze che si occupa della direzione del caso.
La Skeeter si alzò di nuovo in piedi, interrompendo la domanda di un piccolo giornalista tedesco - Quindi il suo vice, Dean Thomas, è stato estromesso dall'incarico? Ci sono stati degli screzi sul modo di condurre le indagini?
Ormai Harry sapeva benissimo come replicare alla Skeeter. Da quando aveva iniziato quella conferenze aveva fatto installare un registratore che registrava tutto quello che gli intervistati dicevano e ciò era stato molto utile per smentire gli articoli della Skeeter. Ormai il tutto si giocava su un gioco di astuzia tra i due.
- Il vicedirettore Thomas attualmente è impiegato nel delicato compito di mettere in sicurezza i luoghi più a rischio e di coordinare le ricerche sul campo, quando avrà finito questo incarico si occuperà tanto quanto me di portare avanti un corretto svolgimento delle indagini.
- Non puoi dirci qualcosa di più sul lavoro di Thomas? - chiese Zacharias Smith, da poco passato dalla Gazzetta del Profeta all'Eco di Diagon Alley, un giornale nato da poco e facente capo alla Gringott.
- Ovviamente no - rispose Harry, che non aveva mai sopportato più di tanto quel ragazzo - si tratta di temi che concernono la sicurezza nazionale, sono sottoposti al massimo grado di segretezza.
- Cormac McLaggen, deputato presso la Confederazione Internazionale dei Maghi, sostiene che il Ministro della Magia non ha svolto il suo compito e dovrebbe dimettersi, tu che ne pensi? - gli chiese di nuovo Smith.
- Penso che McLaggen, come credo tutti abbiano capito, aspiri a candidarsi alle vicine elezioni e cerchi in tutti i modi di far sfigurare il suo sfidante. Credo che il Ministro abbia fatto una saggia scelta a non dimettersi, in quanto senza di lui sarebbe venuta a mancare un'esperienza e una capacità non comune e una continuità amministrativa che avrebbe sicuramente rallentato il corso delle indagini. Credo che nelle crisi non ci sia niente di meglio che avere Kingsley Shacklebolt in prima linea.
- Niente di meglio tranne che avere Harry Potter in prima linea - replicò il Ministro, con un sorriso.

 

*

 

- Signore e signori, benvenuti! Oggi siamo qui a Hogsmeade per aprire finalmente il secondo negozio dei Tiri Vispi Weasley! - disse George Weasley, sgargiante nel suo smoking bordeaux con tuba nera.
Harry sorrise guardando chi aveva di fianco a sé, sulla pedana rialzata con il banco da dove parlava George. Ron era vestito uguale al fratello, ma si guardava intorno imbarazzato chiedendosi che cosa lui ci facesse in quel posto.
- La signora del piano di sopra - continuò il gemello, indicando Hogwarts - cerca sempre di farci scacco matto, vietando i nostri pacchi e controllando minuziosamente gli studenti alla ricerca dei nostri scherzi. Per questo noi non ci fermeremo e continueremo in quella direzione ostinata e contraria che noi Weasley abbiamo sempre avuto per le regole. Ringrazio tutti voi paesani, Zonko che ci ha venduto il locale e tutti coloro che sono presenti oggi, dal professor Neville Paciock, che alla fine di questo evento tornerà nostro avversario, a Harry Potter, grande amico sempre vicino a noi in ogni nostri piccolo e grande passo.
Harry fece un sorrisetto amaro. Purtroppo ai Weasley aveva portato solo disfatte. Fred era morto perché combatteva per lui.
- Harry, per l'ennesima volta, non è cola tua - disse una voce femminile dietro di sé. Ginny lo guardava con il solito sguardo gli fuoco che gli riservava quando iniziava a soffrire di quella che lei chiamava "Sindrome dell'Eroe". Di fianco a sé i loro bambini le ronzavano intorno.
- Papà! - gridò James, e gli abbracciò la gamba.
- Jamie, hai fatto qualcosa di male? - gli chiese il padre, sospettoso nei confronti del figlio. Per quanto lo amasse non poteva fare a meno di essere dubbioso, lo conosceva molto bene e sapeva che non si comportava mai così, se non stava per combinarne una delle sue.
- Non che io sappia - gli rispose Ginny, anche lei parecchio sospettosa.
- Io non ho fatto niente!
- "Non ho fatto niente" o "non ho fatto ancora niente?", Jamie? - chiese Harry. Ormai erano quasi cinque anni che era nato, e fin da subito aveva ereditato il gene esagitato delle due famiglie. Aveva quella spensieratezza tipica del defunto padre di Harry, ma si stava anche sviluppando quel calcolo quasi scientifico tipico dei gemelli. Per questo sia George che Fred Jr. lo avevano da subito apprezzato. Certo, fino a quel momento era stata una grandissima peste molto difficile da sopportare, ma stava crescendo con un certo carattere e una certa testardaggine. Un po' come Ginny, anche se questo paragone non si poteva fare davanti a lei, visto che quel bambino era l'amorevole incubo di sua moglie.
- La prima, papà - rispose il bambino, risvegliando Harry dal suo osservare amorevole il figlio.
- Quindi non hai Caccabombe nascoste nei posti più improbabili?
- Nessuna.
- E zio George non ti ha promesso di regalartele oggi?
- No - disse il bambino con voce angelica, ma Harry riconobbe benissimo la scintilla nei suoi occhi che appariva sempre quando mentiva.
Ginny guardò Harry e poi si girò a guardare George, che continuava a parlare dalla banchina.
- Io mio fratello lo ammazzo -
- Non vorrei essere lui alla fine della sua filippica - gli sorrise il marito, facendo sorridere anche lei.
- Ma povero zio - commentò Albus. Era sempre così tenero e calmo, il contrario di suo fratello, che a volte Harry non capiva come quei due potessero essere fratelli. Ma entrambi avevano un amore incondizionato per la piccola Lily, anche se James cercava di non farlo vedere.
- Tuo zio è pericoloso, Albus, imparalo - lo ammonì allora Ginny, ancora concentrata a distruggere con lo sguardo il fratello - riuscirebbe a traviare anche Teddy.
Harry sorrise. Ci era già riuscito. Qualche giorno prima era arrivata Hermione infuriata nel suo ufficio, dicendo che George stava cercando di fornire a Teddy il suo materiale per gli scherzi e sostenendo che era compito di Harry fermare suo cognato, visto che era il padrino di Teddy. Ma Harry sperava che il suo figlioccio facesse qualche piccola trasgressione, lo avrebbe sciolto un po' di più da quella tenera seriosità che teneva quasi sempre.
- E quindi vi ringrazio tutti per la vostra partecipazione oggi e, per questo, vi ringrazieremo con un piccolo regalo - concluse George, agitando la bacchetta verso la vetrina del negozio, coperta da un telo nero. Subito si sentì un boato e il velo cadde in avanti rivelando un grosso dragone rosso, grande quanto Hogwarts, che uscì a fauci spalancate verso la folla. Poi si erse in cielo e scoppiò, lasciando le due "W" che erano sempre stato il marchio dei gemelli. Tutti applaudirono, anche se molti sembravano sul punto di avere un attacco di cuore, mentre qualche bambino scoppiò a piangere. Tra questi, per sfortuna di George, c'era anche sua nipote Lily.
- Io giuro che lo ammazzo - disse Ginny tra i denti, stringendo la figlia in braccio e dirigendosi a passo veloce da suo fratello. Harry la seguì. Era suo compito evitare che la sua amata moglie non finisse ad Azkaban, soprattutto ora che il suo Ufficio aveva ricevuto l'incarico di sorvegliarlo. Come la avrebbero trattata gli Auror, sapendo che era la moglie del capo e una strega molto potente?
- George - urlò Ginny, con un tono di voce molto minaccioso, quando fu a una decina di metri dal fratello - cosa diavolo ti è venuto in mente di architettare davanti a dei bambini?
Il fratello le sorrise e fu sul punto di risponderle, ma fu anticipato da una vocetta - A me è piaciuto.
- Stai zitto, Fred - disse di nuovo Ginny e Harry si girò verso la voce, aspettandosi di trovare il gemello di George. Invece vide il figlio. Harry si fermò e sentì il suo cuore che cadeva in mille pezzi. Non sapeva perché aveva avuto quell'aspettativa, ma la mancanza del gemello si fece sentire ancora. Osservò il figlio: non era pallido come i Weasley, ma neanche scuro come Angelina; aveva la pelle olivastra, a differenza della sorella, che era la copia sputata della madre. Per il resto, Fred era uguale a George.
- Mia figlia sta piangendo - continuava intanto a urlare Ginny - mentre tu vuoi dare a mio figlio quello che espressamente ti ho vietato di dargli!
- Se continui a urlare, sorellina, sono certo che Lily continuerà a piangere. E io non darò niente a James, te lo prometto.
Ginny gli rivolse un'occhiata di fuoco, per poi allontanarsi da lui per andare verso Hermione, che guardava con lo stesso odio George, mentre cercava di consolare il piccolo Hugo. Intanto, il gemello fece un occhiolino a Neville, che allungò un pacco verde nel sacchetto di pelle che James teneva in mano. Cadde dentro e scomparve. Non volle sapere perché suo figlio avesse un sacchetto con applicato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile, che oltretutto era vietato fare senza l'autorizzazione del Ministero della Magia, né voleva sapere qualcosa riguardo il coinvolgimento di Neville. Entrambe quelle notizie era meglio non riferirle a Ginny.
- Allora - disse Ron, spuntandogli a fianco - sono tanto ridicolo vestito così?
- Abbastanza - sorrise Harry.
- Io lo avevo detto a George che volevo vestirmi normale, ma mi ha Schiantato di nascosto e mi ha vestito.
Harry scoppiò a ridere, mentre Ron osservava il fratello con risentimento, il quale stava consegnando un pacco a Lee Jordan. George replicò con un sorrisetto e un bacino, cosa che fece fare a Ron un gestaccio.
- La Stamberga Strillante è pronta - sussurrò una voce nell'orecchio dei due facendoli sobbalzare.
Dean Thomas si trovava dietro di loro. Harry lo apprezzava veramente tanto come Auror, ma il problema era che, dopo l'addestramento, non era riuscito a modificare le camminate a seconda della situazione e quindi continuava a camminare a passo felpato, spuntando da dietro alle persone all'improvviso e facendo prendere un colpo a tutti.
- Ottimo - disse Ron.
- Cosa dobbiamo fare ora? -
- Massima cautela - bisbigliò Harry - nessuno deve sapere che c'è una pattuglia fissa di Auror in quel posto. La squadra del giorno, che sarà dalle otto alle venti, sarà diretta da te, quella della notte, invece, sarà diretta da Hesse. Tutte le attività di Hogwarts saranno sotto controllo e vi fornirò anche la mia Mappa del Malandrino. Ogni giorno, prima di andarvene, dovrete fare rapporto alla squadra successiva. Iniziate da domani.
- Qui a Hogsmeade io e George ci daremo il cambio una volta al mese. Il negozio apre alle nove e chiude alle venti, ma noi saremo di supporto fino alle ventidue - aggiunse Ron.
- Perfetto - assentì Dean.
- Se proveranno a entrare, ci troveranno pronti - concluse Harry, guardando la sua vecchia scuola, che si ergeva in lontananza.

Angolo dell'autore

Allora, bentrovati. Sono in montagna e sto caricando questo capitolo con l'hotspot del telefono. Spero vi piaccia, sono ritornato a usare un po' gli adulti, anche se mi diverto molto di più a scrivere di Teddy e compagnia bella. Per chi sarà il pacco che George ha dato a Lee? Lo scopriremo nel prossimo capitolo. Spero di sentirvi.

A presto,
Ramo97 

  
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