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Autore: MomoiDancho    12/08/2015    4 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 12
Gelosie ed accordi

 
Harry si separò lentamente dalle labbra del professore, guardandolo negli occhi, mentre quest’ultimo poggiò la fronte contro quella del ragazzo e li chiuse, riprendendo fiato. 
Quando li riaprì, trovò lo sguardo smeraldino del ragazzo intento a fissarlo: il Moro sorrise e solo in quel momento notò le sue guance colorate piacevolmente di rosso. «Si rende conto di quello che ha appena fatto, signor Potter?» sospirò con tono leggermente canzonatorio, mentre quest’ultimo, sorrise, sorpreso dalla reazione del professore «Vuole forse togliere punti a Gryffindor?» chiese, stando al gioco. Lo Slytherin si avvicinò al Ragazzo Sopravvissuto e sussurrò «Per quanto mi tenterebbe farlo, non è mia intenzione. Solo che, per citare la signorina Granger, “sta infrangendo un sacco di regole” e non sono sicuro di volerla vedere espulsa da Hogwarts proprio adesso» appena finì la frase, fece per staccarsi, quando il Moro gli afferrò la veste, tirandolo verso di sé. «Non credo di essere mai stato bravo a rispettare le regole, Professore» si avvicinò al Pozionista che sussurrò «Non sfidarmi Potter… non sfidare il mio autocontrollo ancora» e quasi fosse un invito a farlo, tirò ancora di più l’uomo verso di sé, cercando le sue labbra.
Il contatto fece sussultare ancora Severus che, in risposta, prese a mordere le labbra del ragazzo, facendolo gemere sommessamente.
Indietreggiò con lui fino ad una cattedra, dove lo fece sedere: gli tenne le mani appoggiate lungo il bordo della scrivania  con le sue ed iniziò la sua lenta tortura, godendosi il dimenarsi del ragazzo sotto i suoi baci, delicati come piume. Cominciò dall’angolo delle labbra, risalendo lungo tutta la linea della mascella e quando arrivò al lobo, il ragazzo cominciò a boccheggiare.
«Questo è il massimo che riesce a fare, Potter? Le dovrò anche insegnare l’autocontrollo?» gli mormorò piano, mentre il Moro si prese il labbro inferiore tra i denti, cercando di non mostrarsi troppo lascivo. Il risultato fu che Severus lo guardò con maggiore brama, passando ad attaccare il collo del ragazzo, fino a lasciargli un segno rosso, quasi a marchiarlo.
Si staccò da lui, per portarsi dall’altro lato della stanza: il ragazzo non fu l’unico a doversi calmare. Sentì uno sguardo fisso su di lui e voltandosi vide il Gryffindor guardare in basso, tutto rosso in viso, con un leggero sorriso ad increspargli le labbra. Riprese il suo tono sarcastico, cercando di darsi un contegno «Imparato la lezione?» «Non saprei, forse avrò bisogno di ripetizioni, in futuro» e detto questo, si avvicinò a lui con un sorriso indulgente «A domani, Severus», disse con un tono che fece rabbrividire lo Slytherin: chiuse gli occhi e sentì il ragazzo uscire. Si rese conto di aver trattenuto il respiro fino ad allora. 
Il Ragazzo Sopravvissuto uscì dall’aula di Pozioni con il viso ancora arrossato: per pura fortuna riuscì ad evitare la Umbridge, che sentì aprire la porta appena svoltato l’angolo; risalì lungo tutta la scalinata, corse fino ad arrivare  davanti alla biblioteca e sbirciò dentro, credendo di trovarci Hermione.
Con sua grande sorpresa la vide parlottare fitto fitto con Draco: per un momento pensò di andare lì da lei, ma sentì che in quel momento non sarebbe stato opportuno interromperli.
Riprese a camminare velocemente fino ad arrivare alla Sala Comune, appena la porta si aprì, vide Ron e Lavanda stringersi passionalmente durante un bacio decisamente poco casto;
rassegnato salì velocemente le scale per andare a sdraiarsi sul suo letto, dove si addormentò cullato dalla presenza di Severus nei suoi sogni.
 
La voce di Ron lo riportò alla realtà «Harry, è ora di cena» il Ragazzo sopravvissuto sobbalzò alla notizia: non ebbe svolto nessun compito quel pomeriggio, ma con sollievo si ricordò che ebbe già fatto tutto per il giorno dopo; quindi avrebbe avuto tutto il tempo di parlare con Hermione riguardo al compito di Pozioni.
Non cercò nemmeno d i sistemarsi i capelli e uscì dal dormitorio sbadigliando, insieme al Rosso: quest’ultimo, appena messo fuori il piede dalla soglia, venne assalito da una ragazza riccia; per un momento il Moro credette fosse la sua migliore amica, ma appena udì la ragazza trillare «Eccoti qui Ronron!» capì all’istante che si trattò di Lavanda. 
Velocemente si scansò per evitarli e vide la vera Hermione con una faccia mista tra lo scandalizzato e il disgustato, che in un qualche modo gli ricordò Snape, il ragazzo si ritrovò a sorridere e a seguirla giù per le scale.
Per pura combinazione, la Gryffindor si sedette quasi all’estremità del tavolo, vicino a quello dei professori, nel disperato tentativo di scoraggiare Ron e Lavanda nel sedersi in un luogo così “esposto”; Harry non poté che essere felice al riguardo .
Sentì la riccia iniziare a parlare, ma i suoi occhi furono fissi sul professore «Harry, mi stai ascoltando?» il ragazzo si accigliò un attimo, rendendosi conto di aver guardato Severus per una decina di minuti, senza mai essere ricambiato.
«Scusa Hermione, ero sovrappensiero. Cosa stavi dicendo?» la Gryffindor alzò gli occhi al cielo e riprese «Dicevo che credo di aver scoperto qualcosa sulla filastrocca» il Moro la guardò, interessato «Questo pomeriggio, sono andata in biblioteca» «Ah si, con Draco. Ho visto che eravate seduti vicini» sospirò, interrompendola; la ragazza avvampò per un momento e con tono risentito disse «Veramente è lui che si è seduto vicino a me!» il Gryffindor rise, preparandosi all’ennesimo racconto della ragazza.

*inizio flashback *

«Possibile che non ci sia nulla di simile?!» disse sbuffando la ragazza, mormorando imprecazioni a bassa voce. Si passò una mano fra i ricci, distrattamente e mentre cercò di liberare la mano dal groviglio di capelli, riprese a rileggere la filastrocca
“…ormai manca poco,
resta vivo, resta in gioco;
Se il Signore Oscuro lo tenterà
il ragazzo vacillerà?
Chi ascolterà le profezie per il domani
del Mondo Magico, sconvolgerà i piani
La veggente le ha viste in un lontano ieri:
le domande, trovano risposta nell’ Ufficio…”


«Dunque… dice che manca poco… ma manca poco a cosa? Alla tentazione del Signore Oscuro? E poi, vacillare… diamine, se è riferita ad Harry è ovvio che in quanto Gryffindor non potrà che buttarsi a capofitto in qualsiasi cosa… significa che non deve farlo?» mugugnò, riprendendo a tormentarsi una ciocca di capelli « ”Chi ascolterà le profezie per il domani, del Mondo Magico sconvolgerà i piani” oh Godric…  non ci sarà un’altra profezia, spero! Eppure, quando Harry ha chiesto dove trovarle, intendeva le profezie e il serpente parlava di Uffici…» in un impeto di frustrazione, dovuto alle ore passate senza trovare nulla si alzò e iniziò a borbottare «Ufficio… ufficio… ufficio…» «Stai cercando di imitare un Babbano in astinenza da lavoro, Granger?» la Gryffindor si voltò e solo allora notò Draco, rannicchiato come la volta precedente sotto lo scaffale e con il fiatone.
«E tu vuoi provare ad interpretare 007?» lo Slytherin si alzò, guardandola di traverso «Lascia perdere. Piuttosto, cosa ci fai ancora lì? Lavanda ha smesso di tormentarti, no?» «Ti interessa tanto la mia vita sentimentale, Mezzosangue?» ghignò lui, mentre la ragazza arrossì «Comunque, puoi stare tranquilla: ha finalmente capito di non poter arrivare a conquistare il cuore di un bellissimo Purosangue come me e ha optato per un lentigginoso di tua conoscenza» Hermione sgranò gli occhi, ricordandosi il bacio a cui ebbe assistito; le si sarebbe potuto leggere in faccia il fiume di pensieri che le attraversò la mente in quel momento. 
Draco si sedette, godendosi la reazione della ragazza e iniziando a dare un’occhiata ai fogli sul tavolo, quando prese la pergamena con su scritta la filastrocca, la riccia si risvegliò e si fiondò contro di lui: agguantò il foglio dalle sue mani, avvertendo in quel momento una specie di scossa che le si riverberò lungo tutto il corpo.
Lo Slytherin a sua volta, rimase sorpreso di sentire il tocco morbido e deciso della Gryffindor sulla sua pelle facendogli venire i brividi.
Distolsero entrambi lo sguardo, imbarazzati: Draco si riprese per primo «Che fai Mezzosangue? Aneli così profondamente del contatto fisico con me?» ghignò, cercando di sembrare più disinvolto di quanto fosse veramente, mentre questa rispose piccata «Preferirei non dover toccare più un libro, piuttosto che toccare te!» lo Slytherin la guardò scuotendo la testa e mormorò impercettibilmente qualcosa.
Guardò la ragazza con aria di sfida: entrambi sapevano che lei avrebbe dovuto continuare le sue ricerche e che sarebbe stata costretta a sedersi per consultare i manuali «Al diavolo!» borbottò lei e si sedette riprendendo a sfogliare i manuali, sentendo lo sguardo di Draco sul suo viso. Passarono una ventina di minuti e dato che il biondo non proferì parola per tutto quel tempo, Hermione riprese inconsapevolmente a parlare tra sé e sé «Quindi, la chiave è in questo Ufficio… dovrebbe finire in “eri” ; ma poi, secondo il libro di Storia della Magia, gli unici uffici sono quelli del Ministero» la ragazza fece cadere il pesante tomo sul tavolo, con il viso illuminato “Ma certo, posso dire a Ron di chiedere a suo padre se..” non fece in tempo a pensare al resto della frase che si rese conto che ciò non sarebbe stato possibile: da quando ebbero litigato, non si furono rivolti più la parola e tutto per colpa di Draco! Quest’ultimo osservò la scena divertito «Ci hai messo venti minuti per arrivarci, eh?» lei gli lanciò un’occhiataccia «Non vedo come potresti aiutarmi, Malfoy» disse mentre pensò preoccupata “possibile che abbia già capito tutto?” «Granger, Salazar Santissimo!» la Gryffindor riprese a guardarlo «Ho letto quello che è scritto su quella pergamena. E ho sentito i tuoi ragionamenti prima, quando mi sono nascosto per sfuggire a Pansy» il biondo si passò una mano fra i capelli, continuando «Quindi, adesso so che hai bisogno di aiuto per trovare quest’ufficio. Il caso vuole che, tra i manuali nella mia biblioteca privata, ce ne sia uno sulla storia del Ministero nel corso dei secoli. Lo ha regalato un ex-Ministro a mio padre » finì, facendole un sorriso da negoziante
«E sentiamo, cos’è che vorresti in cambio?» lo Slytherin la guardò con un’occhiata maliziosa «La tua… disponibilità. Sai, quando avrò bisogno di qualcosa, tu verrai e mi aiuterai ad ottenerla».
Il biondo fu soddisfatto di sé: la proposta fatta era deliziosamente vaga, il che permetteva di estendere il campo di “aiuto” a molte varianti. 
Hermione, dal canto suo, sembrò rifletterci per molto, ma alla fine sospirò «D’accordo. Ma nessuno deve saper di questa storia, voglio che tu lo prometta sul tuo onore» la ragazza ebbe scelto queste ultime parole con cura, perché per tutti i purosangue e in generale per gli Slytherin, l’onore era una delle cose più importanti; Malfoy la guardò, corrucciandosi un attimo e alla fine accettò. «Andrò a prenderlo nel primo weekend disponibile, quello di Halloween».
I due si guardarono per un momento e senza dire nient’altro si avviarono verso l’uscita, ognuno diretto nei propri dormitori.
*fine flashback*
 
«E quindi è andata così?» chiese il Moro «Già. Spero solo che non mi chieda l’impossibile». 
Il Gryffindor osservò ancora il tavolo dei professori, costatando che Snape lo ebbe ignorato per tutto il tempo, a differenza della Umbridge. Prese istintivamente il galeone dalla tasca e programmò un incontro per il giorno successivo, alle 11:00 sentendosi immediatamente più felice.
Il giorno dopo, la professoressa Trelawney non si sentì bene e ai ragazzi venne detto che il professor Snape avrebbe sostituito quest’ultima per le due ore: Harry entrò nell’aula con aria inaspettatamente felice, ma quando vide Dolores Umbridge seduta sul bordo della scrivania di Severus, intenta a parlargli con aria vagamente civettuola, si innervosì di colpo.
Ron mise i suoi libri vicino ad Harry, nel tentativo di non farsi mettere in punizione per colpa delle risatine di Lavanda, si sedette ed esclamò, rendendosi conto della rosea presenza «Ma che ci fa qui la Umbridge?» «Che ne so» ringhiò Harry, continuando a guardarla con odio. 
Snape, vagamente imbarazzato, tentò di allontanare la professoressa, che lo seguì invece per tutta la lezione: il Moro evitò di guardare negli occhi l’uomo per tutta le due ore, non potendo tollerare di vederlo accompagnato da una simile donna; finita la lezione, prese i suoi libri e velocemente uscì dall’aula, sentendo la Umbridge trillare «Severus, questa sera potresti venire nel mio ufficio?». 
Il Gryffindor passò il resto della giornata in preda a confuse emozioni, trascinandosi di qua e di là senza riuscire a smettere di pensare alle attenzioni della Umbridge nei confronti di Snape: possibile che non se ne fosse accorto? Effettivamente quella era già la terza volta che la Umbridge venne ad assistere alla sua lezione, mentre nelle altre materie si limitò a seguire solo ad una parte.
Anche subito dopo il loro primo bacio – Harry arrossì al ricordo – lei pochi minuti dopo andò a parlare con Snape… “E l’invito di questa sera?” pensò, iniziando a tormentarsi un labbro.
Senza rendersi conto, si ritrovò diretto in Sala Grande, concedendosi una pausa dai suoi pensieri solo per constatare che finalmente quella giornata fu giunta al termine: si sedette accanto a Ginny, che gli rivolse un’occhiata maliziosa. Già da tempo, difatti, la ragazza ebbe fatto capire al ragazzo le sue intenzioni, aspettando solo la giusta occasione per poterle tramutare in realtà.
La rossa parlò con lui per tutta la serata, riuscendo a distrarlo parzialmente dallo spettacolo disgustosamente stucchevole della Umbridge intenta a pavoneggiarsi con Severus; quest’ultimo mantenne uno sguardo impassibile, probabilmente nel tentativo di non usare una Maledizione Senza Perdono davanti a tutti gli studenti presenti nella Sala Grande.
Harry rifletté: se non avrebbe potuto allontanare la professoressa da Snape, avrebbe potuto fare in modo che lo Slytherin venisse da lui, facendolo ingelosire. 
Con i pensieri finalmente orientati su un altro obiettivo, si diresse in direzione dei dormitori con la Gryffindor, ignorando Severus. L’indomani sarebbe stato un lungo giorno.
 
Benvenuti nel meraviglioso mondo della gelosia.
Con il prezzo del biglietto, si ottiene un mal di testa,
un impulso quasi irresistibile a commettere un omicidio, 
e un complesso di inferiorità.

(JR Ward)
 
La notte fu piena di incubi per Harry: sognò di vedere la Umbridge mentre baciava Severus, dicendogli che lei era una scelta migliore per il professore e che sarebbe stato espulso se avrebbe provato ad avvicinarsi a lui ancora.
Si svegliò all’alba, con il pigiama intriso di sudore, senza possibilità di riaddormentarsi; non sapendo cosa fare, decise di andare in Sala Grande per una colazione leggera.
Scese i gradini del dormitorio e trovò dal lato opposto della stanza Ginny, sorpresa quanto lui di vederlo «Ciao, Harry» lo salutò, con una occhiata maliziosa aggiunse «Vieni a fare colazione con me?» il Moro accettò di buon grado; se Snape li avesse visti assieme, probabilmente si sarebbe innervosito.
Come da copione entrarono nella Sala Grande quasi deserta, fuorché per un paio di Hufflepuff e qualche Ravenclaw sparso qua e là:  le figure che catturarono l’attenzione di Harry, tuttavia furono quelle di Severus, nero e di pessimo umore come al solito, con accanto quella rosea e cinguettante della Umbridge.
Si sedette con Ginny nella metà del tavolo più vicina a quella dei professori e si concesse una tranquilla chiacchierata con la ragazza che, ad un certo punto, tolse una briciola di pancake dalle labbra di Harry, per poi portarsela in bocca.
Il Gryffindor sentì provenire un colpo di tosse dalla sua destra, ma evitò di voltarsi, cercando di mantenere un contegno e fingendosi più interessato alla discussione sul Quidditch con Ginny.

Alle 11:00 in punto, dopo due ore passate in Sala Comune sui libri, Harry si diresse verso la Stanza delle Necessità: inaspettatamente, durante quell’ora, dopo un primo momento di imbarazzo, si ritrovò a prendere il comando del gruppo senza difficoltà, anche grazie agli strumenti prontamente procurati dalla Stanza; si allenarono con gli incantesimi di base e vide con piacere Hermione aiutare Draco con quelli di livello intermedio.
Alla fine della lezione, si misero d’accorso per ritrovarsi il weekend successivo, con il solito orario.
Uscirono silenziosamente a gruppi di due per non dare nell’occhio e dopo che Draco ed Hermione furono usciti, rimasero solo Harry e Ginny: la rossa si fu dimostrata un’ottima presenza per tutta la giornata ed Harry si pentì di non aver approfittato della sua compagnia prima di allora.
Svoltarono in un corridoio in cui Harry non ricordò di essere mai stato, quando all’improvviso la ragazza si voltò e con uno scatto felino lo spinse contro un muro, guardandolo negli occhi
«Credo di aver aspettato fin troppo, Harry.» sussurrò, avvicinandosi alla mascella del Moro e baciandolo come Severus ebbe fatto qualche giorno prima: il Gryffindor chiuse gli occhi, immaginando per un momento il professore, socchiudendo la bocca leggermente.
«Signor Potter, signorina Weasley!» la voce di Snape echeggiò nel corridoio deserto, facendo sussultare la ragazza, che si staccò subito da Harry «Le effusioni sono proibite, nei corridoi. Weasley, vada dalla McGonagall. » la rossa sembrò esitare per un momento, ma dopo un’occhiata gelida del professore, si decise a correre nella direzione della Sala Grande.
Quando non sentì più i passi della ragazza, lo Slytherin afferrò il polso del ragazzo, trascinandolo in un’aula vuota, lo spinse contro il muro e lo baciò rudemente.
Si staccò da lui per un momento, lasciando che gli occhi smeraldini del Gryffindor potessero toccare la profondità dei suoi. «Non credo di essere stato chiaro, l’ultima volta» ringhiò contro il collo del Ragazzo Sopravvissuto «Non sono il tipo a cui piace condividere» disse, prendendo di mira il suo collo e lasciandovi sopra un segno ancora più evidente della scorsa volta, spinto dai gemiti sommessi del giovane.
Quando finì, sentì le mani del Moro prendergli il viso dolcemente ed attirarlo a sé, lasciandogli ammirare da vicino il viso arrossato e felice del giovane «Io l’ho fatto perché… ti ho visto con la Umbridge e … beh…» lo Slytherin alzò gli occhi al cielo «Un paio di giorni che non ti sfioro e tu ti fai assalire da una ragazza?» il Gryffindor si rese effettivamente conto della situazione e abbassò lo sguardo imbarazzato. Accidenti, a volte destava appartenere alla sua Casa.
Come se fosse stato colpito da un’illuminazione, il Pozionista si staccò da lui «Non dirmi che sei geloso della… Umbridge?», guardò quella figura che gli sembrò improvvisamente esile, annuire debolmente «Salazar, questa è buona!» disse ghignando e prendendo con una mano il viso del ragazzo, si avvicinò al suo orecchio, tormentandolo con i denti «In questo caso, la informo con ha alcun motivo di essere geloso, signor Potter».
Il Gryffindor, confortato e confuso per le sensazioni provate, baciò per l’ultima volta il professore, con un ardore inaspettato per entrambi: alla fine si allontanò sussurrando sulle labbra dell’uomo «A dopo, Severus».
Lo Slytherin lo guardò uscire e fece un profondo respiro, mormorando nell’oscurità «Maledetti Gryffindor».
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Buonasera a tutti!
O meglio, buongiorno, è l’una del mattino. Mi scuso con tutti per il ritardo del capitolo, ma tra visite mediche, connessione pessima e caldo soffocante, è stata un’impresa finire questo capitolo.
Che dire? Tra poco partirò per la terra natia di questa storia – la Scozia, per intenderci – e starò via per due settimane. Cercherò di fare i salti mortali per pubblicare prima di domenica, ma non posso assicurare nulla… se non altro, spero di trovare ispirazione nel freddo Nord!
Grazie a tutti per le recensioni, per me sono importantissime e per chi non l’ha fatto, non esiti a lasciarne una! Ringrazio comunque tutti i lettori, per il primo capitolo siamo a oltre 1100 visite, ma soprattutto un enorme grazie a chi non si è fermato ed è andato avanti (riguardando i primi capitoli, mi sembrano scritti malissimo!).
A presto (spero!)
MomoiDancho, 12/08/15
   
 
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