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Autore: Ice_DP    12/08/2015    3 recensioni
Spin-off di Oblivion che svela alcuni retroscena chiave della storia.
Da quegli Ace e Aki che si credono solo amici.
Alla fatidica discussione di Rufy e Nami.
Alla nascita dell'odio reciproco tra Sanji e Zoro.
E tanti altri episodi che aiuteranno a capire il perché di tante cose. O forse le complicheranno ancora di più?
[Lettura di Oblivion consigliata]
[Il rating potrebbe essere soggetto -quasi sicuramente- a cambiamenti]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace | Coppie: Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Abyss'
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SMALL STEPS INTO OBLIVION


Il primo incontro



L'università è un posto orribile se sei solo; diventa come un labirinto di persone che ti ignorano, ed è più che facile passare inosservati.

Questo vale anche per Aki, una ragazza che apparentemente non ha nulla di così eclatante da mostrare al mondo; ma se quel mondo si soffermasse per un attimo sforzandosi di scambiare anche solo una parola con lei, allora capirebbe che davvero le apparenze ingannano.

Un ragazzo, tra questa massa di gente molle e informe, che passa la vita sperando di diventare qualcuno, si è accorto di questa ragazza che vive nell'ombra di sé stessa, cercando di non dare mai fastidio a nessuno e di non dare particolarmente nell'occhio; vuoi per non essere disturbata, vuoi per non essere giudicata.

È cominciato tutto così, in un banale giorno di pioggia.


Maledizione!” imprecò la ragazza, ormai infradiciata dalla testa ai piedi, guardando il suo ombrello rovesciato al contrario.

Quel giorno la pioggia aveva deciso di battezzarla, come se non fosse già abbastanza avere una coinquilina che avrebbe fatto uscire di testa anche il Papa. E fare uscire di testa il Papa era pressoché impossibile.

Il suo grazioso ombrello a fiorellini aveva deciso di disertare proprio in quel momento, rivoltandosi come un calzino e lasciandola alla mercé del tempo.

Molto simpatico, effettivamente.

Maledizione alla pioggia, all'ombrello e anche a...” sbraitò Aki, spostandosi malamente i capelli ricci appiccicati alla faccia e non finendo la frase.

Basta, devo trattenermi. Non devo essere volgare” disse subito dopo, tirando un respiro profondo che doveva servire a riprendere il controllo di sé.

Se qualcuno l'avesse sentita parlare da sola in quel modo, sicuramente l'avrebbe presa per una pazza scriteriata. Non che non lo fosse, sia chiaro. Ma quella giornata era cominciata davvero troppo male.

Prima la sveglia non era suonata, poi la metropolitana l'aveva gentilmente schiacciata contro una quarantina di persone; come se non bastasse il tempo aveva iniziato a fare i capricci, ma di quelli pesanti, e il suo ombrello aveva deciso che morire era una valida alternativa al riparare la sua malcapitata padrona.

Aki si incamminò a grandi passi verso l'ingresso dell'università, stranamente poco frequentato quel giorno. Se ci pensava, in effetti le lezioni erano già iniziate da un pezzo e lei, ovviamente, era in ritardo.

Merda, merda, merda!” imprecava ancora, salendo velocemente le scale, subito dopo l'ingresso. Non poteva assolutamente perdere un'altra lezione, altrimenti sarebbe saltato tutto il suo programma per il primo semestre.

Era abbastanza triste che se ne fosse fatto uno già al primo anno di università, ma non avendo amici con cui uscire o con cui condividere qualcosa, quello le occupava il tempo che non spendeva a studiare.

Già, perché lei non aveva amici. Non che ci mettesse impegno nel cercarli, semplicemente nessuno la vedeva, tra quella folla di gente. Era la classica persona insignificante, quella che ti passa vicino e nemmeno te ne accorgi. Ma ad Aki andava bene così, o almeno cercava di convincere sé stessa, e anche sua madre. Soprattutto sua madre, che era preoccupata che la figlia fosse depressa; trascurando il fatto che tra le due la depressa, non era la figlia.

Lasciando da parte questi pensieri, Aki continuò a camminare velocemente, passando distrattamente davanti al bagno degli uomini e urtando qualcuno.

Un rumore di libri rovesciati per terra riempì il corridoio, ma lei nemmeno si voltò a guardare; chiese velocemente scusa e continuò a correre.

Ma dimmi te che gente...” commentò il ragazzo che era stato investito, raccogliendo i suoi libri.

Però, ha un bel culo!” ridacchiò, guardando la ragazza riccia andare via.


Aki rinunciò la corsa alla lezione quando capì che tanto non sarebbe arrivata in tempo per poter capire di che cosa stessero parlando.

Rallentò il passo, sbuffò sonoramente e fece dietro front, scendendo le scale che portavano al cortile interno della struttura.

Con lo sguardo perso chissà dove, aprì la porta a vetri e uscì, stando attenta a rimanere sotto al parapetto del piano superiore, in modo da non prendere la pioggia battente un'altra volta; le era già bastata quella di poco prima -non si era ancora nemmeno del tutto asciugata-.

Tirò fuori il suo pacchetto di sigarette, estraendone una; quando fu il turno dell'accendino però, scoprì con sgomento che l'acqua era riuscita ad infilarsi nella sua borsa e a renderlo inutile.

C'è ancora qualcosa che deve andare storto oggi?” chiese a nessuno, lanciando l'accendino in mezzo al cortile.

Forse non chiedere scusa alla gente che si investe perché non si guarda dove si va”

Una voce calda la fece sobbalzare e girare di scatto. Ma da dove era sbucato? In cortile non c'era nessuno quando era entrata.

Davanti a lei si parò un ragazzo alto e ben piazzato; probabilmente aveva dei muscoli come Dio comandava, ma i vestiti autunnali non permettevano di vedere oltre. I suoi capelli erano più spettinati di quelli di un senzatetto e, insieme a quella spruzzata di lentiggini che aveva sul naso e sulle guance, contribuiva a dargli un'aria infantile. Infantile e molto furba.

Però caspita se era bello.

Scusa?” chiese la ragazza, non capendo a che cosa si riferisse.

Il ragazzo rise.

Mi hai investito poco fa nei corridoi del terzo piano, buttandomi giù i libri. E non te ne sei nemmeno accorta” sorrise sghembo, con una faccia che di rassicurante non aveva niente.

Aki si portò una mano alla bocca, aperta, scoprendo di essere stata una vera maleducata.

Oddio, io...scusa, non...non volevo è solo che...ero in ritardo e...” farfugliò, in preda all'imbarazzo. Non era da lei comportarsi a quel modo!

Il ragazzo rise nuovamente, interropendola.

Non importa, è passato. Piuttosto...” quel sorriso malandrino ancora stampato sul volto; le si avvicinò di qualche piccolo passo con la testa leggermente inclinata da un lato.

Puoi scusarti ancora meglio uscendo con me” disse a bruciapelo, lasciando Aki completamente spiazzata.

Cosa scusa?” chiese confusa. Doveva aver capito male.

Esci con me, stasera alle otto” ripeté tranquillo, come se fosse la cosa più banale del mondo. Sembrava che stesse parlando di quali biscotti comprare per la colazione.

Ma se non mi conosci nemmeno, non sai neanche il mio nome!” si indispettì lei, visibilmente imbarazzata. Nessuno le aveva mai chiesto una cosa del genere, men che meno un completo sconosciuto. Ancora meno uno sconosciuto bello come quello che aveva davanti.

Allora piacere, io mi chiamo Ace, e tu, bella ragazza?” disse gentilmente ma sempre con quello strano sorrisetto in faccia, tendendo la mano ad una Aki molto sospettosa e titubante. Non è che si fidasse molto della gente, di quei tempi poi ancora meno del solito.

Guarda che non mangio mica!” si difese scherzosamente Ace, vedendo che lei non accennava a schiodarsi dal suo immobilismo.

Tu sei pazzo...!” pronunciò, con non molta convinzione. Però era davvero una situazione strana; queste cose le aveva viste capitare solamente nei film che tanto amava.

No, sono Ace, te l'ho detto!” ridacchiò lui, alquanto divertito.

E tu, mi dirai il tuo nome o no? Posso averlo questo onore?”

Aki sospirò, porgendo la mano che Ace prontamente intrappolò nella sua, dandole un bacio sul dorso. Aki arrossì. Ma da dove diavolo veniva quello strano essere?

Mi...mi chiamo Aki” le sue gote erano rosso fuoco.

Piacere mio!” esordì lui allegro, lasciandole la mano.

Allora, esci con me?”

Lei rimase a pensare a qualcosa, qualcosa che sembrava davvero intricato.

No, direi di no” disse, infine.

L'espressione di Ace rimase delusa per circa due secondi, per poi tornare a sorridere.

Così mi ferisci, Aki”

Alla ragazza scappò un risolino; era davvero una persona molto strana. Un brivido però la scosse quando pronunciò il suo nome.

Vedo che sei molto provato!” rispose a tono lei, divertita.

Io sono un ragazzo sensibile! Mica come tutti gli altri!” si gonfiò Ace, mostrando il petto come un tacchino.

Già, almeno mi hai rivolto la parola, non come tutti gli altri...” pensò Aki. Forse poteva dargli mezza chance. Ma proprio solo mezza, eh. Poteva sempre ricavarci qualcosa di buono da quella situazione.

Allora ascolta, Ace.” iniziò convinta, sperando di sembrarlo almeno la metà di quello che pensava.

Se per te vale lo stesso, accompagnami a casa, visto che tu hai l'ombrello e il mio ha optato per il suicidio oggi” disse con aria quasi di sfida, indicando l'ombrello arancione che aveva lui accanto.

Ace la guardò per un secondo, studiandola. Assottigliò un po' gli occhi, per poi esplodere in un sorriso magnifico, che Aki non aveva mai visto in nessun altro.

Wow...”

Ok, ci sto!” proruppe infine, entusiasta.

Così saprògià dove abiti!”


Quella giornata, alla fine, non si rivelò affatto così tremenda come era iniziata.

Una ragazza apparentemente invisibile aveva trovato quel qualcuno nel mondo che aveva avuto la pazienza di rivolgerle la parola; e lei lo aveva accettato, come non faceva da tempo ormai.

Quel giorno due persone si erano trovate, inconsapevoli di ciò che ne sarebbe derivato; si sarebbero cambiati la vita a vicenda.

Almeno non ci sarebbero più stati stupidi programmi per il semestre a venire.



ANGOLO DELLA DEMENZA


Hola malcapitati di turno! :D
Inizio col dire che, se siete arrivati fin qui, siete delle persone magnifiche; perché mi avete regalato il vostro tempo, ed è una cosa che a me fa sempre piacere!

Detto questo.
Dei piccoli chiarimenti.
Questa one shot, e quelle a venire dopo di lei, sono delle spin-off della mia long fic
Oblivion, che potete trovare qui.
La sua lettura è consigliata per capire meglio, se non questa, almeno le altre storie. Mi è venuta questa idea semplicemente perché non potevo ammassare tutte queste vicende in una storia sola; sarebbe stata infinita e noiosa, oltre che la lettura sarebbe davvero risultata pesante. Però mi dispiaceva un sacco non poterle piazzare da qualche parte! E poi, come lettrice, mi piacerebbe leggere dei retroscena, delle scene che sono state escluse, proprio come succede nei dvd. Tante volte sono più curiosa di leggere quelle che la storia in sé, perché mano a mano che essa procede, i flashback possono far capire davvero un sacco di cose.
Ok, la smetto.
Ringrazio ancora chiunque sia arrivato fino qui.
Sappiate che Ace vi ama

Alla prossima, se sarà possibile!
Peace & Love!

   
 
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