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Autore: Letizia25    14/08/2015    3 recensioni
C'è Michael che riceve amore da chi crede di non volere.
E c'è Becky che nonostante tutto non versa mai una lacrima perché si vuole troppo bene.
C'è Lara che non riesce ad aprirsi abbastanza.
E c'è Ashton che si sente solo perché è anche troppo sincero.
C'è Nina che pensa troppo e che ogni tanto vorrebbe prendersi una pausa.
E c'è Luke che ha bisogno di qualcuno che riempia il suo vuoto.
C'è Calum che è troppo paziente per tante cose.
E c'è Karen che è la più testarda di tutti.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=y5HUGJ0iRm8
*
Sequel della mia One Shot Imprevedibile di cui consiglio la lettura.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A volte va così'
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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate,
ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


14.
Pace



Karen si è sempre domandata perchè rimediare ai propri errori sia sempre stato così difficile per lei. Lei, che ha ancora un problema da risolvere, una ferita da sanare, un’amicizia da non mandar del tutto a puttane. Perchè tiene a Nina, davvero tanto, più di quanto voglia ammettere. Ed il fatto che sia colpa sua se loro due non si parlano da due mesi e mezzo non fa che renderle più chiaro che casino abbia combinato.
Ecco perché adesso si ritrova davanti casa Law con il corpo che trema, gli occhi lucidi, le mani che non riescono a stare ferme e che a mala pena riescono a reggere quell’enorme pacchetto che ha preso alla pasticceria all’angolo, sperando che in qualche modo possa aiutare entrambe ad affrontare quella che – almeno secondo Karen – sarà sicuramente una lunga chiacchierata.
Una chiacchierata che la mora sa di aver rimandato per troppo tempo e che invece avrebbe fatto meglio ad affrontare subito, quando Nina ancora la chiamava e le inviava messaggi pur di chiarire, pur di sapere che cosa fosse successo, pur di capire che cosa le avesse fatto di così terribile per meritare tutta quella rabbia nei suoi confronti.
E Karen lo sa, sa bene che Nina non c’è mai entrata niente con quel brutto che lei stava passando. Non era colpa della castana se le cose con Calum non andavano bene e se tutto attorno a lei stava cominciando ad andare in pezzi. Non avrebbe dovuto dare la colpa alla sua migliore amica, perché il torto, in tutto, è solo suo, solo di Karen, che ancora si sta maledicendo per tutto il casino che ha combinato.
Sospira a lungo e cerca il coraggio che le serve – ora o mai più. E preme il dito sul campanello, senza pensarci un secondo di troppo, con il cuore che quasi sembra volerle uscire dal petto e nascondersi chissà dove.
Poco dopo, la figura di Nina si fa vedere davanti agli occhi scuri di Karen.
E nessuna delle due ha la benché minima idea di che cosa dire.
«Nina… Io…» comincia la mora, ma la voce malferma non è mai d’aiuto per persone insicure come lei.
«Sì?» chiede la castana, duramente.
In realtà, Nina ha già perdonato Karen da un pezzo; quelle parole erano solo l’ennesima parte del carattere della mora che si è fatta vedere; un carattere a cui la ragazza è abituata da tempo e che alla fine – per certi versi – ha pure imparato ad apprezzare. Perché Nina vuole bene a Karen, più di quanto la mora possa immaginare. Vuole solo che l’amica capisca il suo sbaglio.
«Io… – cazzo, Karen, datti una svegliata – Volevo chiederti scusa… Sono stata una stronza con te e… Cazzo, mi dispiace… Perché tu sei mia amica e non meriti niente di quello che ti ho detto… Io… Mi dispiace, Nina. Mi dispiace davvero tanto. » dice allora la mora, tutto d’un fiato, gli occhi bassi, colpevoli, dispiaciuti come l’altra non li aveva mai visti prima d’ora.
E si ritrova a sorridere intenerita, Nina, perché sa quando sia costato alla sua migliore amica ammettere una cosa simile, sa quanta importanza abbiano le scuse della mora. Per questo non chiede di più. Perché le parole di Karen bastano, per ogni cosa.
Semplicemente, le si avvicina e la abbraccia, la stringe forte, come non faceva da tempo.
E le braccia di Karen non si fanno attendere nel circondare il corpo dell’altra.
Perché si sono mancate troppo, entrambe. Perché un’amicizia come la loro non può avere fine.
E adesso hanno tutta l’intenzione di rimediare a tutto quel tempo trascorso lontane.
 
Luke sta passeggiando per Hide Park da quelli che ormai saranno una ventina di minuti. Il sole di metà settembre illumina tutto, rendendo più tiepida l’aria di inizio autunno che si respira. Cammina piano, le cuffiette infilate nelle orecchie per tenersi compagnia con un po’ di sana musica e per tenere a bada tutti quei brutti pensieri e tutti quei dubbi che non fanno altro che assillarlo, continuamente.
Dubbi, pensieri, principalmente riguardanti Calum e tutto quello che è successo tra loro. Insomma, sono due mesi e mezzo che non si parlano, e Luke non ha più idea di come fare per poter recuperare il rapporto che aveva con il suo migliore amico, anche se sa che non è assolutamente colpa sua.
Gli ha inviato centinaia di messaggi e l’ha chiamato un’infinità di volte, lasciandogli chissà quanti messaggi pure in segreteria. Calum però non gli ha mai risposto, non si è mai fatto vivo, neppure con un solo squillo di chiamata, neppure con un misero biglietto messo nell’armadietto a scuola o nella buca delle lettere di casa Hemmings. Non ha fatto assolutamente niente. E Luke non vorrebbe prenderlo come un brutto segnale, perché conosce il moro più delle sue tasche e sa quanto gli ci voglia per ammettere di essere nel torto. Il problema, però, è proprio quello.
Perché Luke sta seriamente iniziando a pensare che Calum creda di essere nel giusto.
Sospira e cerca di alleggerire la mente, cerca di non pensare a niente. Spera solo che tutto si risolva per il meglio, e magari anche alla svelta. Perché – deve proprio ammetterlo – il suo migliore amico gli manca da far schifo. Hanno sempre condiviso tutto – ragazze a parte – e si conoscono come se fossero fratelli – e a volte non basta neppure quella parola per descrivere quanto profonda sia la loro amicizia.
Svolta a sinistra. E non appena vede Calum seduto sulla loro panchina, non può fare a meno di sorridere lievemente. Perché il moro gli sta dimostrando ancora una volta quanto bene gli voglia e quanto bene il biondo lo conosca. Però tutto questo, Luke non lo dà a vedere, o almeno ci prova. Semplicemente, si avvicina e si siede accanto al suo miglior amico come se nulla fosse, in attesa che l’altro si decida una volta per tutte a parlargli, per mettere un punto a tutta quella faccenda.
Perché Calum è uscito di casa con quell’intento dentro al cuore quel pomeriggio, mentre si dirigeva a passo incerto verso casa di Luke, sperando di trovarcelo. E invece eccolo lì, seduto alla loro panchina sotto gli alberi di Hide Park, sotto consiglio della signora Hemmings, ad aspettarlo impaziente come mai prima di allora è stato. Perché al moro i messaggi e le chiamate del biondo non sono mai passate inosservate. Però non si è mai sentito pronto ad affrontare quella situazione che ha creato con le sue stesse mani. Non si è mai sentito abbastanza coraggioso. Almeno fino a quel giorno.
E adesso si ritrova a sperare che non sia troppo tardi e che ci sia anche solo una misera possibilità che lui e Luke tornino amici. Dopo Karen, questa è la cosa che più gli preme al mondo.
Ed ecco perché si ritrova a sorridere piano non appena nota il biondo sedersi accanto a lui.
Per questo non aspetta un secondo di più, non fa alcun tipo di ripensamenti. Semplicemente agisce, sperando che tutto si risolva per il meglio.
«Scusa, Luke.»
Lo dice deciso, gli occhi scuri fissi in quelli chiari dell’amico, la voce ferma, il tono dispiaciuto e sincero.
Luke sorride e gli batte una pacca sulla spalla. Perché non potrebbe chiedere niente di meglio adesso.
Calum lo sa, riesce a leggero in quelle iridi azzurre. E sa anche che adesso ogni cosa è tornata al suo posto.
 
Se Lara potesse esprimere un desiderio, vorrebbe che i momenti passanti insieme ad Ashton non avessero mai fine. Perché sono i momenti più belli di tutta la sua vita e non riesce ad averne abbastanza, mai, anche quando vorrebbe darsi un minimo di contegno. Il problema è che non potrebbe mai avere contegno a sufficienza, con Ashton Irwin come suo ragazzo ufficiale. In nessun caso.
Proprio come ora, con la testa del riccio sulle sue gambe e le sue mani che giocano con quei capelli ribelli che il ragazzo ha deciso di far allungare un po’, mentre entrambi sono comodamente seduti sotto il piccolo albero del giardino di casa Davis, come spesso accade in quell’ultimo periodo.
Come se già non fosse bello a sufficienza, si ritrova a pensare la rossa, mentre le guance le si colorano un poco di più a causa dell’imbarazzo che quei pensieri le provocano. Perché, alla fine, il problema è proprio l’effetto che quel ragazzo le fa, ogni volta. Un effetto che adora con tutta se stessa e che vorrebbe poter sentire sempre dentro al cuore; glielo scalda e la fa sentire viva, davvero, come prima di allora non era mai stata.
«A cosa pensi?» le chiede Ashton, curioso, facendo intrecciare delicatamente le loro dita e catturando l’attenzione della ragazza, che «Niente, tranquillo.» risponde, serena, beandosi del calore che le loro mani unite si donando dolcemente. E intanto il cuore le batte forte nel petto. Perché un dono bello e prezioso quanto Ashton non avrebbe mai potuto chiederlo. Lui, di cui adesso si fida ciecamente, per ogni cosa, perché sa che non se ne andrà. O almeno non tanto presto.
E il diretto interessato adora quella nuova situazione a cui comunque deve ancora abituarsi. In fondo, adesso sta finalmente con la ragazza che ama più di qualsiasi altra cosa al mondo e – seriamente – non potrebbe mai chiedere niente di meglio. Soprattutto non quando Lara gli sta chiaramente mostrando la sua completa fiducia giorno dopo giorno, rendendolo il ragazzo più felice della terra.
«Sicura?» chiede Ashton, preoccupato per lo sguardo assente della rossa
Lei sorride divertita. «Sono sicura, tranquillo.»
Il riccio grugnisce contrariato e si mette seduto. Perché lui Lara la conosce davvero bene e sa che la rossa non vuole essere un peso per nessuno, soprattutto quando ha qualche problema.
«Lara?» la chiama allora, catturando la sua completa attenzione.
«Sì?»
«Noi due siamo una coppia. Giusto?»
Lara lo osserva preoccupata, non capendo proprio per niente dove voglia andare a parare il riccio. «Giusto.»
Lui sorride e la abbraccia forte. «E allora se lo siamo, perché non ti sfoghi con me?»
Allora la rossa sospira, stanca e imbarazzata. Perché non avrebbe mai creduto che Ashton potesse leggere così a fondo dentro di lei, rendendola completamente vulnerabile davanti a quegli occhi dorati che adora sentire addosso e che la fanno sentire protetta, la fanno sentire a casa con una semplice occhiata.
«Sono solo preoccupata per le ragazze. Spero che risolvano presto tutto.» ammette con un fil di voce e con il cuore che le batte lievemente più forte per la preoccupazione.
Ashton sorride di nuovo – senza che lei lo veda – e la stringe ancora di più, come a volerla rassicurare, come a volerla proteggere da tutto e da tutti, con quel poco che ha a disposizione, trasmettendole quel senso di pace di cui la ragazza ha più bisogno di quanto voglia ammettere.
«Vedrai che andrà tutto bene.»
Lei sorride, un poco più tranquilla, e gli bacia le labbra dolcemente. Perché lui è la cosa migliore di tutta la sua vita e lei non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare.
 
Becky è seduta sulle scale di casa sua – vuota – con la porta di casa socchiusa alle spalle; quelle scale che danno sulla strada piena di gente, di occhi. Persone e sguardi che comunque non saranno mai quelli che la bionda continua a cercare senza sosta, senza darsi per vinta, senza rinunciare. Perché ha assoluto bisogno di rivedere gli occhi verdi di Michael, di sentirli dentro ai suoi blu e su di lei, come a voler proteggerla anche solo con quel semplice gesto.
Sono passati due mesi e mezzo da quando Michael l’ha lasciata. Eppure lei non si è mai arresa, non si è mai data per vinta, non ha mai rinunciato all’amore che prova per quel ragazzo fatto a modo suo e bellissimo in ogni sua imperfezione. Semplicemente perché, per lei, Michael è la cosa più importante di tutte. Ed il fatto che continui a combattere per tenere vivo quell’amore che lega entrambi è una dimostrazione che lei stessa mai si sarebbe aspettata. Perché non ha mai provato per nessuno quello che prova per quel chitarrista un po’ scontroso. E sa che Michael è l’unico che può completare il puzzle della sua vita. È e sarà sempre quell’unico pezzo che la farà sentire completa del tutto, l’unico che combacia perfettamente con i suoi difetti e con le sue imperfezioni che, proprio grazie a quel ragazzo, Becky ha imparato ad apprezzare un poco di più.
Vorrebbe solo urlare, urlare per tutto il dolore che lui – benché non volendo – le ha fatto provare. Vorrebbe urlare, perché è arrabbiata. Perché la motivazione che Michael le ha dato è la più stupida di tutte. E lei vorrebbe solo capire che cosa sia passato nella testa di quel ragazzo per mandare a puttane tutto.
Sospira stanca ed alza lo sguardo. E il cuore le si blocca in mezzo al petto nella frazione di un attimo.
Perché Michael Clifford è davanti a lei. Non è un sogno, non è una delle sue solite illusioni, non è un miraggio. Lui è davvero lì, con le mani tese verso di lei per aiutarla a rimettersi in piedi. Mani che la bionda afferra subito, con le sue che le tremano per l’incredulità e per l’emozione.
Si mette in piedi. E subito il verde di lui ed il blu di lei si incontrano, creando nuovamente quell’unione, quella bellissima sensazione che è mancata ad entrambi più dell’aria stessa.
«Che ci fai qui?»
Lui sospira. Perché quella domanda se l’aspettava, come si aspettava il cuore battergli veloce nel petto, gli occhi memorizzare ogni tratto del viso di Becky, le mani tremare, la voce malferma nel parlare. Si aspettava tutto questo, semplicemente perché si è accorto dell’errore madornale che ha fatto, lasciando la persona più importante di tutta la sua vita. Si è reso conto di quanto male abbia fatto ad entrambi e di quanto lei gli sia mancata. Ha capito che – nonostante sappia di non meritarla – non riesce a fare a meno di quella ragazza che lui ama con tutto se stesso; quella ragazza che lo rende migliore, lo completa come nessuno prima di allora era riuscito a fare. Ha capito di aver sbagliato, di aver mandato tutto all’aria per una paura stupida, probabilmente infondata. Ha quasi rovinato ogni cosa a causa di quell’insicurezza che non l’ha mai abbandonato e che gli sta tutt’ora facendo compagnia, anche se lui non lo vorrebbe. Spera solo che non sia troppo tardi per rimettere tutto in sesto. Perché sa che, senza Becky, tutto il resto non avrebbe il benché minimo senso.
Per questo sospira e osserva ancora più profondamente quegli occhi blu che ha davanti, cercando di trovare il coraggio che gli manca per dire quelle poche parole che – forse – potrebbero sanare tutto.
«Io… Mi dispiace, Becky.»
E lei vorrebbe non farlo, vorrebbe non mostrarsi così debole, così preda delle proprie emozioni, della propria felicità. Eppure si ritrova a piangere, in silenzio. E mentre grosse lacrime le rigano il viso, prende le mani di Michael tra le sue, sentendosi nuovamente a casa, sentendosi amata come prima.
«Perché hai combinato un casino simile?»
La domanda è semplice, diretta, lecita; il tono di voce non è accusatorio, né curioso, soltanto bisognoso di avere quella risposta che potrebbe davvero cancellare ogni cosa, anche se Becky ha già perdonato Michael da tempo. Ha solo bisogno di capire perché.
Lui la osserva a lungo, perso, intimidito, mentre i sensi di colpa si fanno largo dentro di lui e non gli lasciano scampo da quelle parole che avrebbe tanto voluto evitare di dover dire. Parole che, invece, fanno molto più di quanto il ragazzo possa pensare.
«Io… Non vado bene per te, Becky… Voglio dire, tu… Tu sei pazzesca, in tutto… Sei… La migliore, okay? Guarda… Guarda me, invece… Io non sarò mai al tuo livello e… So di non meritarti e che non sono quello giusto per te, non lo sarò mai e non voglio che tu sprechi la tua vita accanto ad un caso perso come me… Però non hai idea di quanto ti ami… Ed è proprio perché ti amo che non riesco a stare senza di te… E lo so, lo so di essere il più grande dei coglioni perché ho rovinato ogni cosa, però… Mi dispiace, Becky, da morire.»
Lei non risponde, non dice niente. Si limita ad avvicinarsi al ragazzo e a far combaciare le loro labbra in un bacio di cui entrambi avevano assoluto bisogno da tanto, troppo tempo. Ed è mentre le loro labbra iniziano a mordicchiarsi un po’, mentre le loro lingue si accarezzano lente, mentre i loro cuore battono allo stesso forte ritmo, che Michael spinge Becky un po’ indietro, aprendo così la porta socchiusa alle loro spalle per poi richiuderla poggiandovi il corpo tiepido della mora che non riesce a lasciar andare.
«Io ti amo proprio perché sei fatto così, non ti cambierei per niente al mondo.» si lascia sfuggire Becky tra un bacio e l’altro, facendo capire al ragazzo che adesso va tutto bene, che possono tornare ad essere quelli che erano prima di tutto quel grandissimo casino, che possono tornare ad amarsi, a volersi come prima.
Michael sorride. Becky pure. Ed è un attimo, poi tutto cambia.
Le loro mani corrono sui vestiti dell’altro e li fanno cadere a terra; prima le scarpe, poi le maglie e subito dopo i pantaloni; lasciando che i loro occhi vaghino su quel corpo bello e perfetto che hanno davanti e che mai avrebbero pensato di poter sfiorare in quel modo.
Perché entrambi sanno che cosa sta per succedere. Però non sono preoccupati, per niente. Stanno per fare l’amore con la persona più importante della loro vita, dopo averla ritrovata quando invece credevano di averla perduta per sempre. E non potrebbe esserci certezza migliore di quella in quel momento, per quei due cuori insicuri ed innamorati alla follia.
Tornano a baciarsi, ad assaporare la pelle dell’altro con le labbra e a sfiorarla con la punta tiepida delle dita, arrivando in punti particolari che riescono a farli gemere e sospirare piano, mentre i loro occhi sono chiusi ed i loro cuori battono come se non lo avessero mai fatto prima.
Ed intanto Michael prende in braccio Becky e la fa stendere sul divano del soggiorno, facendola sentire la ragazza più felice del mondo con ogni bacio, ogni carezza, ogni stretta, ogni battito del cuore.
Le loro mani vanno ad accarezzare il corpo dell’altro, con dolcezza, con timidezza e con amore, percependo distintamente i brividi che corrono su di loro e che li fanno sorridere di gioia, di incredulità, di quella felicità tenuta nascosta dentro al cuore per troppo tempo e che adesso vuole uscire ad ogni costo.
Ed ogni attimo è più bello e più intenso di quello precedente; mentre il respiro dell’altro li accarezza lentamente e li fa rabbrividire ogni secondo; mentre lui la fa sua senza fretta, cercando di non farle male e rendendola ancora più viva, più completa con quel gesto guidato solo dall’amore; mentre il cuore non smette di battere; mentre le loro mani non smettono di cercarsi, di stringersi forte, di rendere ancora più vero e più intenso quel sentimento che li unisce e che nessuno dei due ha la benché minima intenzione di perdere.
Perché si amano, Michael e Becky. Si amano da morire. E non potrebbero dimostrarselo in modo migliore.






Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Eccomi qui, con il secondo aggiornamento di questa settimana u.u
Dai che sono riuscita a mantenere la mia promessa nonostante sia in vacanza ;).
Allora, che bel capitolo questo *^*.
Karen e Nina che fanno pace, Luke e Cal subito dopo, Ash e Lara che mettono in chiaro (?) alcune cose e... BECKY E MIKE CHE TORNANO FINALMENTE INSIEME *^*.
Grazie di tutto e scusatemi se non mi trattengo oltre :/. Il tempo stringe, as usual u.u
Grazie ancora, ci sentiamo presto (e stavolta in orario u.u).
Un bacione immenso, Letizia <3
   
 
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