Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: _Daenerys Targaryen93_    16/08/2015    2 recensioni
Misa Amane è una bellissima ragazza, solare e sarcastica.
Dopo un test del quoziente intellettivo è stata spedita al Sakura College, una scuola specifica in cui sono tutti cervelloni.
Qui incontra Light Yagami e cerca di stringere amicizia ma ...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AVVERTENZE: Non è come sembra xD. Non sono una maniaca.
Chi ha già letto lo sa. Vi lascio al capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Buona lettura!

Image and video hosting by TinyPic



“Ma chi me l’ha fatto fare!” pensai imbronciata.
Ero in piedi davanti alla porta della stanza di Light, e stavo cercando di convincermi a bussare.
Presi un respiro profondo e diedi tre colpetti sulla porta.
Venni invitata ad entrare.
Light era seduto sul davanzale della finestra e mi stava sorridendo.
Era a torso nudo.
Distolsi lo sguardo chiedendogli se il caldo gli avesse per caso sciolto la camicia.
Lui si alzò e presa la camicia dallo schienale della sedia, me la porse.
Io alzai un sopracciglio, non riuscivo a capire cosa volesse.
<< Mettimela. >>
<< Cosa? >> farfugliai,
<< Ho detto mettimela. >>.
Dovetti trattenermi dal legargliela al collo.
Sospirai e gli strappai la camicia dalle mani.
Lui ghignò compiaciuto.
Lo aiutai ad indossarla e con mani tremanti la abbottonai sul torace e sui polsi.
Lui infilò i lembi sporgenti nei pantaloni neri.
<< Cravatta. >> mormorò,
alzai gli occhi al cielo e corsi a prendere la cravatta rossa.
Gliela misi al collo, annodandola.
Con gli occhi mi indicò la giacca nera.
Gliela feci indossare con delicatezza, e lo vidi guardarsi allo specchio soddisfatto.
<< Molto bene, hai un vero talento. >> aprii il portafoglio e mi diede quattromila yen, << Adesso vai a comprarmi la colazione. Una crépes al cioccolato ed un caffè macchiato. Non portarmeli freddi, e visto che sei stata brava prendi anche qualcosa per te. >>,
<< Oh! Ma come sei generoso! Hai bisogno d’altro, Light? Che ne so, il bacetto da mammina prima di entrare in classe? O la merendina per pranzo? >> mormorai infastidita,
si avvicinò a me e mi alzò il mento con un dito avvicinando il suo volto al mio.
Io avvampai.
<< Se vuoi un bacetto, basta chiedere! Ah, e desidero essere chiamato padrone oggi. >>,
<< Tu sei fuori come un balcone se pensi che ti chiamerò padrone. Cos’è sei sceso di testa dal letto stamattina? >> mormorai, scansandolo.
Mi ricordò la scommessa, avevo perso quindi lui doveva godersi il premio.
Ringhiai sonoramente e uscì dalla stanza sbattendo la porta, mentre lui rideva beato.
 
Ero in fila al chiosco e mi stavo martoriando le unghie.
Ma che cavolo di problemi aveva quello là?
Himiko mi tastò il sedere e mi chiese cosa stessi facendo.
La informai che il signorino voleva la colazione e la voleva calda.
Lei mi mise una mano sulla spalla dicendomi di tenere duro.
<< In fondo è solo per oggi. >>
<< Appunto, oggi! Chi ce la fa fino a stasera! Mi ha chiesto persino di vestirlo! Quando andrà in bagno mi chiamerà per reggerglielo??? >> esclamai furiosa.
Himiko scoppiò in una sonora risata, aveva immaginato la scena forse.
Si portò poi la mano alla bocca e la vidi arrossire.
<< Che ti prende ora? >>
<< Sei la sua schiavetta per oggi? E se ti chiedesse di fare cose sconvenienti? >>,
indietreggiai avvampando.
Scossi la testa, ma cosa andava a pensare!
La afferrai per le spalle e la scrollai.
<< Non fare questi pensieri impuri, Himiko! Cerca di convincerti che tra me e lui non ci sarà mai quel tipo di contatto! >>,
<< Troppo tardi, ho già immaginato Light che ti strappa i vestiti di dosso e .. >>,
<< NAAAAAAH! NON VOGLIO ASCOLTARTI! >> mi infilai le dita nelle orecchie.
Una ragazza mi scosse, la guardai.
Mi disse che aveva finito ed era il mio turno.
Io annuii e ordinai le colazioni.
 
Bussai alla porta di Light.
Mi fece accomodare.
Aprì il sacchetto e prese la crépes e il caffè.
Si sedette alla scrivania e iniziò a mangiare e bere.
Mi informò che erano tiepidi, quindi per punizione avrei dovuto rifargli il letto e gettare tutto nel bidone della spazzatura una volta che avesse finito.
Strinsi i pugni, cercando di mantenere la calma.
“ Oh, me la pagherà! Eccome se me la pagherà!” pensai meditando una vendetta con i fiocchi.
Mi avvicinai al letto e mi chinai per rifarlo.
Con la coda dell’occhio lo vidi osservarmi soddisfatto e bere il caffè.
Alzai gli occhi al cielo.
<< Fai una foto, dura di più! >> mormorai,
<< Va bene, aspetta che prendo lo smartphone. >>
<< Ti diverti, vero? >>
<< Non immagini quanto! >> rise,
<< Smettila di fissarmi, Light. >>
<< Devi chiamarmi padrone. >>.
Sbuffai e tornai a quello che stavo facendo.
Lui continuava a guardarmi con la testa reclinata da un lato, avevo voglia di ucciderlo.
<< La vista è di tuo gradimento, padrone? >> sbottai,
<< Si, hai delle belle mutande.>> rise.
Sussultai e mi rimisi in piedi, tenendo le mani sulla gonna.
Mi sentii umiliata.
Ero così arrabbiata.
<< Razza di maniaco senza cervello! >>,
lui alzò le mani in segno di resa:
<< Non è colpa mia, ti sei abbassata troppo. Torna a rifare il letto. >>
<< TE LO SCORDI! >> urlai quasi con le lacrime agli occhi.
Lo vidi sbuffare e alzarsi.
Si avvicinò a me e mi alzò il mento con un dito, in modo che potessi guardarlo negli occhi.
<< Non era mia intenzione guardarti le mutandine. Se da brava bambina continuerai a sistemare il mio letto, ti prometto che guarderò da un’altra parte. Anzi mi volterò. >>.
Di nuovo quello sguardo ammaliatore.
Lo scansai e sbuffando rifeci il letto.
Mantenne la promessa, ma per tutto il giorno non mi diede tregua.
Mi chiese di portargli i libri, di voltargli le pagine del quaderno mentre studiava, di assistere alla sua partita di tennis per rifornirlo di acqua e asciugamani, di andare a comprargli il pranzo..
Era uno stress continuo, ma mi meravigliai di me stessa.
Stavo pazientando, quando avrei voluto soltanto prenderlo a calci nel sedere.
 
Seduta in classe appoggiai la testa sul banco.
Erano appena le due, volevo scomparire.
Himiko mi accarezzò i capelli, cercando di consolarmi.
Ma perché avevo accettato di gareggiare contro di lui?
Perché non ero rimasta in camera invece di seguire le mie amiche al lago?
Sospirai, lamentandomi.
Himiko mi informò che Light guardava nella mia direzione e ciarlava e rideva con il suo amico Akise.
Mi stava prendendo in giro quell’idiota!
Qualcuno mi arruffò i capelli.
Alzai lo sguardo e lo vidi.
Lo fulminai con gli occhi.
Mi chiese se fossi stanca.
Sospirai.
<< No, padrone. >> mormorai flebilmente,
<< Brava, bambina. >> rispose lui, << Dopo la lezione prendi le mie cose e portale nella mia stanza. Puliscila e mettila in ordine. Ah! E stasera voglio una bella cenetta. Sai cucinare, vero? Voglio qualcosa di fatto in casa, non mi va di andare al chiosco. C’è un minifrigo, lì troverai tutto ciò che ti serve. >>.
Himiko rimase a bocca aperta, poi lo rimproverò per il fatto che mi aveva presa in giro con Akise.
Lui spostò l’attenzione sulla mia amica.
<< Hai sentito la nostra conversazione, per caso? >>.
Lei scosse il capo.
<< Allora come sai che la stavamo prendendo in giro? >>,
<< Beh, io vi ho visti ridere … >> mormorò,
<< E chi ti dice che stessimo ridendo di lei? >>.
Himiko non replicò.
Light sorrise e ci salutò con la mano.
 
Finita la lezione di inglese, portai le cose di Light nella sua stanza.
Mi rimboccai le maniche e dopo un’ora tutto era pulito.
Seduta sul pavimento, sospirai di sollievo.
Ero stanchissima e tutta dolorante.
Dopo un po’ decisi di alzarmi, stando seduta avevo male alla schiena.
Guardandomi intorno qualcosa attirò la mia attenzione.
Sulla scrivania c’era una lettera.
Non era sigillata, e il mittente era una certa Sachiko Yagami.
Immaginai fosse sua madre.
Non sarebbe stato corretto leggerla quindi decisi di rimetterla al suo posto.
Ma una foto uscì dalla busta e cadde sul pavimento.
Posai la lettera e mi chinai a raccoglierla.
La guardai e sorrisi.
Voltai la foto e lessi sul retro ‘Il primo bagnetto del mio dolce pisellino.’.
 Mi misi una mano davanti alla bocca e scoppiai in una fragorosa risata.
Risi talmente tanto da provocarmi dei crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi.
 
Stavo preparando la cena quando Light varcò la soglia.
Si tolse giacca e cravatta e si sedette al tavolino basso al centro della stanza.
Gli servii un’insalata di patate e una bistecca e mi sedetti di fronte a lui con il mio piatto, d’altronde dovevo mangiare anche io.
Cercai di non pensare alla foto e ridergli in faccia.
Una volta finito sparecchiai.
Lo guardai, soffocando una risata.
Light mi chiese cosa avessi.
Io mi schiarii la voce e leccai le labbra.
Prenderlo in giro sarebbe stata una vera goduria.
<< Niente, padrone. Qual è il mio compito ora? >>
<< Solo pulire i piatti, credo. >>.
Mi misi una mano sulla bocca, non riuscivo più a trattenermi.
Ero in lacrime.
<< Sei sicuro che non vuoi che ti faccia il bagnetto? Dolce pisellino? >> mi piegai in due dalle risate, << Nella tua stanza si trovano cose interessanti. Credo che quella bella foto me la terrò, sei così cariiiino! >>.
Lo vidi impallidire e scattare in piedi.
Arrossì, imprecò e corse verso di me, voleva che gli restituissi quella foto dalla didascalia imbarazzante.
Io indietreggiai tenendo la foto al sicuro nella tasca della mia giacca, finché caddi all’indietro sul letto e lui su di me, nel tentativo di afferrarmi.
Avvampai, i nostri visi erano vicini.
Lo vidi guardarmi negli occhi, il mio cuore iniziò a battere ancora più forte.
<< Dammi quella foto. >> sorrise malizioso,
<< No. >> mormorai flebilmente, << Togliti di dosso. >>,
<< Sto bene dove sto. >> mormorò, << La foto, grazie. >>.
Sostenni il suo sguardo:
<< Anche io sto bene dove sto. Scordatela, ormai non la riavrai più. >>.
Ghignò:
<< Allora frugherò tra le tue tasche. E me la prenderò da solo. >>.
Con la mano libera afferrai la foto nella mia tasca e me la infilai nella camicetta.
Mi guardò stupito, poi si morse il labbro.
<< Interessante. Pensi che non metterei mai le mani lì? >>.
Annuii.
<< E se invece lo facessi? >>,
<< Urlerò talmente forte da farti linciare da mezzo dormitorio. >>.
Mormorò un ‘allora ti chiuderò la bocca.’.
Trattenni il respiro quando le sue labbra sfiorarono le mie, ma non poté esserci alcun bacio.
La porta si spalancò di colpo ed entrò Himiko.
<< Ma che.. che state facendo? >> mormorò sorridendo,
Light si alzò e si grattò la testa con un dito facendo spallucce.
<< Ecco, l’avevo detto io che ti avrebbe ordinato di fare cose indecenti! >> esclamò,
<< Eh? >> mormorammo io e Light all’unisono.
Sbuffai, mi sistemai e raggiunsi Himiko, iniziando a spingerla fuori dalla stanza e continuando a ripetere ‘Non stavamo facendo niente!’.
 
Nota dell’autrice: Ecco il quarto capitolo, ammetto che mi sono divertita parecchio a scriverlo. Spero piaccia.
Un bacio,
Daenerys
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: _Daenerys Targaryen93_