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Autore: Kaiyou    17/08/2015    3 recensioni
... le sue braccia erano ricoperte di graffi da cui usciva ancora sangue fresco, lo stesso sangue che macchiava il muro laddove le unghie avevano ripetutamente graffiato per provare a scalfire la superficie e ancora lo stavano facendo.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman aka Bruce Wayne, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Batman aveva iniziato il suo solito giro alcune ore prime.
Aveva indossato il suo costume e preso le sue armi e si era avviato verso l’uscita della Batcaverna accompagnato dal solito sguardo di Alfred, uno sguardo che lo accompagnava ogni volta che usciva negli ultimi mesi. All’inizio a quello sguardo si accostava una domanda, che non era mai stata portata a termine:

“Signorino Bruce, cosa devo fare se..”

lui non aveva mai avuto una risposta da dargli, lui non sapeva cosa Alfred avrebbe dovuto, o potuto, fare, e se ne andava in silenzio, lasciando il suo maggiordomo senza una risposta. Con il passare del tempo Alfred aveva smesso di chiederglielo, ma entrambi continuavano a sperare che non ci fossero crisi in sua assenza.

Batman si trovava in piedi sul tetto di uno dei palazzi della città e scrutava le strade sotto di sé; era stata una notte tranquilla, simile a quelle che ormai viveva da un po’ di tempo. Più precisamente da quando Joker non era più in circolazione.
I criminali non sembravano più in grado di ordire pericolosi piani o di combinare veri casini senza il Clown; qualche furto, alcuni scippi e un basso numero di aggressioni era tutto ciò che aveva dovuto affrontare negli ultimi mesi. Niente di pericoloso o emozionante.
Stava quasi iniziando ad annoiarsi.
Si fermò un attimo a chiedersi da dove gli fosse uscito quel pensiero. Forse la troppa vicinanza di Joker gli stava giocando brutti scherzi.
Aggiustò mentalmente il tiro, ringraziando che i supercriminali e i criminali preferissero restare a oziare piuttosto che andare in giro per Gotham e si preparò a rientrare.
Portò lo sguardo verso il punto in cui si sarebbe dovuta trovare villa Wayne, sebbene lui da lì non potesse vederla, e tornò indietro con la mente a un altro dei suoi ritorni a casa.

 

Gotham era tranquilla quella notte, durante la sua solita ronda non era incappato in nessun criminali, pesce grosso o piccolo che fosse. Sembrava solo una tranquilla città addormentata.
Solo un poche sere prima tutta questa calma avrebbe preoccupato il vigilante di Gotham, portandolo a chiedersi se non fosse solo la tipica calma prima della tempesta e se in realtà i supercriminali non fingessero di restare tranquilli, architettando nell’ ombra qualche assurdo piano criminale.

Tuttavia non erano quelli i suoi pensieri al momento, questo soprattutto perché sapeva che il Clown era addormentato in una qualche stanza di villa Wayne. Sapere esattamente dove lui fosse e cosa stesse facendo lo rendeva estremamente tranquillo.
Dopotutto, nonostante i suoi vari nemici, era sempre stato Joker quello più pericoloso e in tutti quegli anni era lui ad avergli dato i maggiori problemi.
Perché Joker era imprevedibile; mentre gli altri criminali avevano aspirazioni ben precise e desideri piuttosto facili da prevedere, Joker faceva solo quello che gli passava per la testa al momento e Batman sospettava che ci fosse un gran casino nella testa del pagliaccio. Non avere idea dei pensieri che attraversavano la sua mente lo rendeva spesso inquieto.

Tirò un sospiro di sollievo ricordandosi che per il momento quello non era più un suo problema e ritornò verso al Batcaverna.
La prima cosa che fece fu togliersi la maschera dal volto; ormai il suo giro era finito, lì non aveva più bisogno che una maschera nascondesse che era davvero. Coloro che erano in quella casa sapevano perfettamente chi lui fosse.
Si stava dirigendo verso la doccia, tappa fondamentale prima di andare a letto, quando si accorse di un rumore basso e continuo che sembrava provenire da una delle stanze di quel piano.

Tum.. tum.. tum.. tum..

Bruce Wayne controllò ogni singola stanza, ignorando la vocina interiore che gli suggeriva esattamente quale fosse la stanza giusta in cui dirigersi, la stanza che Bruce volontariamente lasciò per ultima.
Non avrebbe saputo dire chiaramente per quale motivo, ma sperava sinceramente di aprire una quale porta e trovarci dentro un animale che, finito lì non si sa meglio come, cercava solo di uscire. Naturalmente le sue speranze si rivelarono vane.

Restò per un po’ fermo fuori dalla stanza, indeciso se entrare oppure no; dopotutto all’ interno c’ era Joker e quindi aprendo quella porta avrebbe potuto ritrovarsi davanti a qualsiasi cosa, anche una qualche trappola mortale. Era sicuramente nel suo stile.

Fu solo quando quel rumore basso e continuo iniziò veramente ad infastidirlo che decise di controllare cosa stesse succedendo.

Nella sua mente si era figurato varie ipotesi, eppure nulla lo aveva preparato a quello che si trovò davanti.
Joker era seduto a terra, il fianco destro appoggiato contro il muro e le gambe raccolte; il rumore che Bruce sentiva era provocato dal regolare sbattere della testa del Clown contro il muro e a giudicare dalle condizione sia del muro che della sua testa la cosa doveva essere cominciata da un po’ di tempo. Era rimasto come paralizzato da quella visione, inizialmente incapace di agire e fare qualcosa, qualsiasi cosa.

Solo quando il suono regolare  fu interrotto da un colpo più forte degli altri, finalmente si riscosse. Si avvicinò a Joker, che non dava segno di essersi accorto del suo ingresso, cercando di fermarlo e di impedirgli di tirare ulteriori testate; lo sguardo che l’altro gli riservò gli fece scorrere un brivido freddo lungo la schiena: aveva visto lo scherno, il divertimento, tracce evidenti di follia in quegli occhi, ma non c’era nulla di simile al momento, solo lo sguardo di un animale in gabbia.

A quel punto Joker reagì: iniziò a scalciare, cercando di allontanarlo, di divincolarsi dalla sua presa, mentre Bruce aumentava la stretta attorno alle sue braccia e ai suoi polsi cercando di immobilizzarlo.

“Lasciami, lasciami.. fallo.smettere – lasciami.. “

Continuò a ripetere quelle parole mentre senza sosta tentava di liberarsi dalla presa di Bruce, che si ritrovò a dover usare tutta la sua forza per impedire all’altro di riuscire nel suo intento.

“Signorino Bruce cosa sta.. Signorino Bruce che succede? Le serve aiuto?”

L’arrivo di Alfred fu provvidenziale
“Alfred, porta dei tranquillanti, dei calmanti o qualsiasi cosa di simile ”
 


Quando Joker riaprì gli occhi ed individuò la sua figura gli rivolse uno sguardo carico di rabbia.

“Non. Osare. Farlo. Mai. Più”

Non si aspettava un ringraziamento, ma non si aspettava neanche quella reazione. La voce di Joker e il suo sguardo erano carichi di astio e Bruce a quel punto pretendeva delle spiegazioni.

“Non fare cosa? Impedirti di sfondarmi il muro a testate e di spaccarti la testa?”

Gli rispose imponendosi di mantenere un tono quanto più possibile controllato e tranquillo.

“Calmanti. Non farlo più”

Aveva quasi sussurrato quelle parole e Bruce notò, infondo al suo sguardo, dietro tutta la rabbia che emanava, qualcosa che era sicuro di non aver mai visto, ne avrebbe mai pensato di vedere, negli occhi di Joker: panico.
Era una nota appena accennata eppure c’era e stonava completamente con tutto quello che Bruce pensava di sapere a proposito della sua nemesi.
Capì che i suoi soliti modi da Batman non l’avrebbero aiutato a far parlare il Clown, né ad ottenere le informazioni che cercava, per cui prese un profondo sospiro e si sporse sulla sedia, verso il letto su cui aveva adagiato Joker.

“Come vuoi, ma spiegami almeno cosa sta succedendo”

Improvvisamente Joker si svuotò di tutta la rabbia mostrata fino a quel momento e puntò lo sguardo verso il soffitto, iniziando a parlare

“È cominciato un mese fa”

“Poco prima che scappassi nuovamente dall’ Arkham Asylum?”

Joker annuì, piegando le labbra in una smorfia.

“Vedi Brucy quel posto è meno ospitale di quello che sembra. Voglio dire, già il fatto che sia un manicomio non ti fa venire una immediata voglia di andarci a fare una vacanza?
Comunque, ripartiamo dall’inizio. Tu mi ci hai amorevolmente riportato circa sei mesi fa e diciamo che all’inizio non è male: colazione in camera, tanti pazzi con cui fare conversazione e i dottori che cercano di farti capire quanto tu sia sbagliato e marcio dentro. Insomma all’inizio è anche divertente, voglio dire, loro parlano e tu gli dimostri ogni volta come siano loro quelli folli.
Poi loro estraggono a sorte e scelgono i.. fortunati.. che vincono la.. terapia..”

Joker ghignò, lanciando uno sguardo a Bruce, passandosi la lingua sulle labbra

“Ricordi il vecchio Sharpy? Sai quello che ogni tanto faceva fuori uno o due pazienti dell’Asylum?
Ahhhh… bei tempi “

Sospirò estasiato, concludendo il tutto con una lunga risata.

“Diciamo che qualcuno pensava che fosse un peccato lasciare la sua opera a metà. Credo sia nata così la terapia. È un divertente insieme di farmaci ed elettroshock.
Dovresti vedere Spaventapasseri, stava veramente bene l’ultima volta che sono passato davanti alla sua cella.
E… e.. anche io sono finito tra i fortunati.”

Bruce non aveva più emesso neanche un fiato e solo quando Joker interruppe il suo racconto si accorse di quanto si era sporto verso di lui. Sapeva di dover dire qualcosa e tuttavia non aveva idea di cosa poter dire dopo tutto ciò che aveva sentito. Alla fine decise che c’era ancora una cosa che voleva sapere.

“Hai detto che la prima volta è successo dentro all’Asylum. Come hai fatto a calmarti?”

A quel punto Joker cominciò a ridere davvero nel suo solito modo. Una reazione che lasciò non poco perplesso Bruce che tuttavia attese la fine di quel suo attacco di ilarità.

“Oh Bruuuuucy, sei così, così.. divertente! Ma non è evidente?”

Joker stava ancora ridendo

“Semplicemente non l’ho fatto. Ho continuato a tirare testata al muro fino a perdere conoscenza.
E dopo quello splendido episodio ho deciso che fosse l’ora di andarmene. Perché vedi, sarò anche pazzo come credete voi, ma non sono stupido.”

“Sei evaso senza vittime. Di solito ti lasci dietro qualche cadavere, tra pazienti e guardie”

“Te l’ho detto Brucy: Non. Sono. Stupido. Se mi fossi lascito dietro una scia di cadaveri non mi avresti ascoltato, ti saresti limitato a tirarmi due pugni in faccia e riportarmi al manicomio eeee non avevo intenzione di tornarci.”

Bruce si passo una mano sopra agli occhi, restando in silenzio per alcuni secondi, evitando di guardare Joker. Quando, dopo un paio di minuti, rialzò lo sguardo si accorse che il Clown stava nuovamente dormendo. Probabilmente non aveva ancora smaltito i calmanti.
Decise di lasciarlo stare per il momento e di farsi finalmente la sua merita doccia, seguita da un’ altrettanto meritata dormita.

 
  
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