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Autore: _scribble    20/08/2015    5 recensioni
Childhood. Infanzia.
Una raccolta basata sull'infanzia di diversi personaggi, il tutto sulle note delle canzoni Disney.
Spero che vi piaccia. -Scribble
-
#1 Rideva. Aveva quella risata cristallina che solo i bambini hanno. Quella bambina, che rideva sempre, presto sarebbe cambiata, perdendo tutta la sua felicità, tutta la sua spontaneità.
Genere: Generale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Childhood - Stare un giorno là con loro.
Protagonista: Effie.
Note: Sooorpresssa! *scappa a nascondersi per la vergogna* E' passato circa un anno e mezzo dalla pubblicazione del flash su Glimmer. E ora sono qui di nuovo. Ma chissà tra quanto ne vedrete un'altra, di flash. (Però, hey, ho scritto già tutti i pezzetti di canzoni, tutti i titoli e scelto i protagonisti delle prossime flash. Qindi magari non ci sarà da aspettare due vite intere per avere 300/400 parole di fanfiction.) Anyway, questa fic è incentrata su Effie e scriverla mi è piaciuto davvero tanto anche se non so come possa essere il risultato – dato che è passato un bel po' dall'ultima volta che ho scritto qualcosa di simile, ehm. Oh, beh. Ovviamente le recensioni sono sempre gradite – anche perchè senza quelle, positive o meno, mi deprimo abbastanza. E credo sia così un po' per tutti quelli che scrivono. E poi non vi chiedo un papiro anche un paio di righe per fammi sapere che ne pensate andrebbero bene. Un'ultima cosa il numero di capitoli potrebbe variare! Otto sono sicuri. Il nono è un forse. E il decimo è un non lo so. Ora vi lascio ad Effie e alla sua fic. Un bacio, S.


 

Stare un giorno là con loro.

 

 

E' tutta la vita che li osservo da quassù
per sentirmi un po' vicino a loro
potrei disegnar le loro facce,
ma per loro non esisterò mai
io mi chiedo sempre che emozione mai sarà
stare un giorno, là con loro
là fuori.

[Via di qua, Il Gobbo di Notre Dame]

 

Effie aveva sette anni e stava seduta immobile, sul divano, incantata a gambe incrociate davanti al televisore. Un uomo paffuto – e buffo, secondo la piccola – parlava in modo concitato e allegro. Aveva la pelle chiara e luminosa, come cosparsa di piccoli cristalli. Anche Effie avrebbe voluto quella pelle, ma per ora si accontentava dei rossetti colorati, dei vestiti appariscenti e delle parrucche che sua madre le permetteva di usare. Prima o poi, sapeva, avrebbe avuto molto di più.
Guardava la televisione con gli occhi luminosi e un sorriso carico di felicità stampato in faccia. I capelli biondi come il grano erano legati in numerose, strette treccioline e decorati con nastri fucsia. La camicetta che indossava era rosa pallido, mentre la gonna a palloncino aveva la stessa tonalità dei nastri. Le sue labbra erano truccate di viola e dei brillanti argento decoravano gli occhi.
Il presentatore stava annunciando l'inizio della nuova edizione dei Giochi della Fame. Ah, quant'erano affascinanti gli Hunger Games! Ogni bambino di Capitol City, come Effie, li amava. Ma ad Effie non bastava guardarli in tv, lei voleva essere parte del gioco. Voleva vedere i distretti da vicino. Voleva vedere i tributi da vicino, conoscere gli ex-vincitori. Voleva provare, almeno una volta nella vita, a stare un giorno là fuori, con loro. Sarebbe potuta diventare un'accompagnatrice, pensava. Chissà che emozione estrarre i tributi e accompagnarli in un'avventura così eccitante come i Giochi!
Doveva certamente essere meraviglioso. E avrebbe fatto anche lei qualcosa di importante per la Capitale, così come lo facevano i presentatori, i mentori, gli stilisti e i truccatori. Perché lei, come tutte queste persone, avrebbe contribuito a mandare avanti gli Hunger Games, e a Capitol non c'era cosa più bella dei Giochi.

Però Effie ancora non sapeva che quell'avventura era molto diversa da come se la immaginava.
Priva di fama e lustrini. Priva di gioia e soddisfazioni. Priva di tante, tante altre cose.


[323 parole circa]

  
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