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Autore: Vanisher    20/08/2015    5 recensioni
Dal capitolo 1 :
Matt mi guarda, confuso - Cos'è successo? -
Chiudo gli occhi, poggiando la nuca sulla porta chiusa dietro di me. Inspiro profondamente prima di parlare e dargli la "lieta notizia", un macigno sulla gola - Matt, da oggi in poi avremo un nuovo coinquilino -
Matt posa il suo sguardo sulla coperta azzurra, sul piccolo fagottino umano che ho tra le braccia.
Sospiro - Lidner voleva abbandonarlo - aggiungo, come se potesse servire da spiegazione. In effetti, è la spiegazione di ciò che è successo. E' la spiegazione del perché ho mandato il piano a puttane e ho ceduto.
- Capisco - Matt infila le mani nelle tasche dei jeans scuri e vecchi, sorridendomi comprensivo. Mi chiedo come faccia a sorridere in un momento come questo - Dopotutto, è pur sempre tuo figlio, Mello-.
__
E se Mello diventasse padre, a causa di un'errore?
Genere: Comico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Halle Lidner, L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5






Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Parte la segreteria telefonica di Lidner dopo il settimo squillo, quella puttana che ha lasciato il cellulare da qualche parte. Dove cazzo può essersi cacciata? Mentre la voce irritante della donna che mi annuncia che al momento Lidner non può rispondere, sbuffo. Ridner non fa mai partire la segreteria telefonica perché risponde sempre a tutte le chiamate e dopo massimo due squilli. Il fatto che non risponda vuol dire che sta combinando qualcosa. La voce della donna mi ronza fastidiosa nelle orecchie mentre mi invita a lasciare un messaggio, e io non me lo faccio ripetere due volte.
- Sono Mello - dico - Richiamami appena senti il messaggio, sempre che tu non sia morta. Nel caso tu sia davvero morta, spero che almeno Mihael sia sopravvissuto e se non è così vengo a spaccarti le ossa nella tomba in cui sei seppellita. Tanto dovranno rimanere sotto terra per anni, a chi vuoi che gliene freghi? Ciao -
Chiudo la chiamata. Rimango qualche istante col telefono in mano, come se Lidner potesse chiamarmi da un momento all'altro. Aspetto dieci secondi, mentre in sottofondo sento la musichetta snervante di uno di quei fottutissimi giochi della PSP di Matt. Mi sa che sta giocando un'altra volta a Call of Duty. E' la trentesima volta che ci gioca, non si scoccia mai?
Rassegnato, mi infilo il telefono in tasca, vado a sedermi sul divano accanto a Matt, concentrato sulla sua PSP vecchia e scassata, eppure funziona come se fosse nuova di zecca. Deve averci armeggiato sopra, una normalissima PSP non continuerebbe a funzionare nonostante sia così scassata.
- Sai, Mello - dice improvvisamente Matt, senza alzare la testa dal gioco - La cosa che più apprezzo di te sono le buone maniere. E per la cronaca, se Lidner fosse davvero morta dubito che ti richiamerebbe -
- Non me ne frega se quella è viva o morta. Mi interessa sapere che mio figlio sta bene - ribatto.
- Probabilmente sta lavorando - 
- Probabilmente -
- Vuoi giocare a Call o Duty Black Ops? -
- No -
Matt sbuffa sonoramente mentre continua a giocare, i gomiti posati sulle ginocchia e gli occhi incollati allo schermo rettangolare della PSP. Io chiudo gli occhi e cerco di pensare ad altro, massaggiandomi le tempie con entrambe le mani. Mi chiedo perché certi videogiochi debbano avere certe musiche insistenti che ti fracassano il cervello.
- Spegni quel coso - ordino a Matt.
- Sto giocando da solo tre ore! - protesta Matt - E in più sto svolgendo una missione molto importante, devo uscire di prigione senza farmi vedere e c'è un tizio che vuote trapassarmi il cranio con una serie di coltelli. Non è eccitante? -
- Come no - dico ironico.
- Ho una domanda da porti - Matt alza per una frazione di secondi la testa dalla PSP per guardarmi, poi torna subito a sparare a dei soldati in uniforme con un grosso fucile nero. Dopo averli sterminati tutti, torna ad alzare lo sguardo - Quando è nato Mihael? -
Mi blocco, come se qualcuno mi avesse messo in pausa. Dannazione, non lo so. Non so quando è nato mio figlio, non so in che giorno dovrò cominciare a festeggiare il suo compleanno. Ridner non me lo ha detto. Quando mi richiamerà, se mi richiamerà, glielo chiederò - Non lo so - ammetto.
- Stavo già pensando al regalo da fargli - mi confessa Matt, mentre sento altro spari provenire dalla PSP e la musica si fa più intensa e sostenuta - Potrei regalargli una pistola giocattolo. Poi quando crescerà gli insegnerò a guidare. E poi lo accompagnerò in discoteca -
Accenno un sorriso, mentre osservo Matt. Con quei capelli sempre spettinati e gli occhiali che gli pendono dal collo, e quella PSP sempre accesa,  ha proprio l'aspetto di un nerd da strapazzo, nonostante sia un bel ragazzo. Poi quando lo conosci, capisci che è il tuo braccio destro e la tua guida - Magari da grande diventa il presidente degli Stati Uniti e passerà i pomeriggi con vecchi ricconi a giocare a golf o a biliardo - ribatto - Ci pensi? -
- Impossibile, non sarebbe tuo figlio - scuote il capo Matt - E poi noi gli impediremo di diventare quel genere di uomo, noioso e acculturato. Quelli non se li caga nessuno -
Alzo un sopracciglio - Vorresti insegnargli a spacciare? -
- Non ho detto questo -
- Magari decide di diventare una stella del rock - 
- Allora mi attrezzerò per comprargli l'ultima versione di Guitar Hero -
- Magari gli faranno schifo i videogiochi, ci hai mai pensato? -
- Perché mai dovrebbero fargli schifo? -
- Perché è mio figlio, Matt, non il tuo -
- Ma io ti do una mano ad accudirlo, quindi sarò una sottospecie di zio con una grossa influenza su di lui -
Mi copro il viso con una mano, sospirando esasperato - Povero me -
- Tu cosa gli regalerai? - mi chiede Matt.
- Che cazzo vuoi che ne sappia, se non so nemmeno quando è nato? -
Rimaniamo qualche secondo in silenzio, con solo la snervante musichetta del videogioco in sottofondo. Il silenzio dura poco, purtroppo. Sto seriamente pensando di uscire per qualche ora e di cercarmi una panchina in un parco, lontano da musiche snervanti e sigarette accese.
- Sai, mi era venuta in mente una cosa - dice Matt, mentre preme ripetutamente uno dei bottoni rotondi della PSP, e sento degli spari provenire dal videogioco.
- Cioè? -
- E se cercassimo una baby sitter per Mihael? Una baby sitter e domestica, che magari sappia rimettere a lucido questo posto. Sai come sono le donne, riescono a rendere una scatola da scarpe in un castello -
- Con che soldi vuoi pagarla, Matt? -
- Potresti chiedere un prestito a Near -
- Non esisterebbe niente di più umiliante -
- Allora glieli andrò a chiedere io. Quella della baby sitter/domestica è una buona idea, pensaci bene. A questa tenera età, i bambini hanno bisogno di una costante presenza femminile che li accudisca e gli stia accanto, e Mihael vedrà Lidner ogni due settimane, che è troppo poco. Ci guadagna lui, e ci guadagnamo noi -
- Da quando stai diventando così sensibile, Matt? -
Matt sbuffa, gli spari nel videogioco cessano per qualche breve istante prima di ricominciare. Ignora la mia domanda, e continua a giocare in silenzio per altri cinque minuti. 
Comincio a pensare alla proposta di una baby sitter per Mihael e di una domestica per noi. Matt non ha tutti i torti, per Mihael sarebbe soltanto un bene avere una donna che diventi per lui come una seconda e temporanea mamma. Basta scegliere quella giusta, e potrebbe non essere nemmeno così difficile. Io e Matt, d'altro canto, abbiamo bisogno di una domestica che sappia mettere a posto questa topaia, migliorarla se è possibile. Non renderla simile alla Reggia di Versailles, ma comunque modesta. Il punto rimangono comunque i soldi, dubito che esistano ragazze o donne disposte a fare tutto questo gratis. Matt potrebbe andare veramente a chiedere un prestito a Near, sono certo che l'albino, dall'alto delle sue ricchezze, non esiterebbe a sborsare qualsiasi cifra gli chiediamo. In questo modo, potremmo avere la cifra per pagare la baby sitter/domestica almeno per i primi mesi, e nel frattempo io e Matt cercheremo un lavoro quantomeno dignitoso. Potrebbe funzionare.
- Come facciamo a cercare una baby sitter/domestica? - interrompo nuovamente il silenzio, guardando Matt.
Il rosso alza le spalle - Mettendo degli annunci in giro, o magari su Internet. Poi facciamo dei colloqui con le candidate, ci prepariamo delle domande da porre, e vediamo che ne viene fuori -
- Va bene - mi alzo dal divano, allungando le braccia verso l'alto per sgranchirmi la schiena e stiracchiare le braccia. Meglio mettersi subito a lavorare, prima troviamo qualche candidata, meglio è - Tu occupati dell'annuncio, io preparo le domande. E appena troviamo la candidata ideale, tu vai dall'albino per chiedergli un prestito -
Matt spegne la PSP - Agli ordini, capo! -




_____




Le candidate sono tante, la maggior parte sono giovani ragazze che si sono interessate solo quando hanno visto me e Matt seduti al tavolino del bar dove da un'ora e mezza stiamo tenendo i vari colloqui. Credo sia questo il motivo per cui indossano abiti succinti e vestiti decisamente provocanti per un colloquio per diventare baby sitter/domestiche. In un altro momento avrei proposto a Matt di spassarcela con queste fanciulle, ma in questo momento non posso fare a meno di provare schifo. E per di più, nessuna di loro mi soddisfa. Rispondono alle domande solo per farsi fighe e pensando di compiacere me e Matt, ma non hanno capito che in questo modo si auto eliminano. 
- Dannazione, Mello, ne hai già eliminate trenta - Matt si abbandona pesantemente contro lo schienale poco inclinato della sua sedia, lo sguardo esasperato e stanco - Possibile che non te ne piaccia proprio nessuna? -
- Dico, Matt, ma le hai viste?! - congedo l'ennesima ragazza con un gesto secco della mano, e questa se ne va, mortalmente offesa - Sembrano tutte troie pronte a scopare come se non ci fosse un domani! -
- Mi sono fatto lasciare qualche numero di telefono, in effetti. Non si sa mai, potrebbero tornarci utili - Matt mi ammicca maliziosamente, mentre prende in mano il foglio delle domande che ho personalmente scritto a mano - La prossima! -
Una ragazza giovane e dalla chioma rosso fuoco si fa avanti, gli occhi grigi e un vestito succinto rosso con la scollatura a cuore che mette in risalto il suo seno molto generoso. Sorride con determinazione, le scarpe col tacco in tinta con la borsa e col rossetto.
- Nome? - comincia Matt.
- Sahara, ma potete chiamarmi semplicemente Sah - la rossa ammicca con fare provocatorio verso di me, mettendosi in posa.
Alzo una mano per indicarle la porta del locale, stanco e scocciato. In un'altra occasione l'avrei guardata con non poco interesse, ma tutte queste puttane cominciano a darmi davvero sui nervi - La prossima, prego! -
Rebecca se ne va, anche lei offesa, come le precedenti alle quali ho riservato lo stesso trattamento. 
La candidata successiva sembra essere la più decente e dignitosa di tutte. Indossa una semplice camicetta bianca smanicata e dei jeans scuri, ha delle semplici scarpe da tennis e una borsa a tracolla piccola e quadrata. I capelli castani e lisci le ricadono morbidi sulle spalle, la frangetta rettangolare le copre la fronte. Gli occhi scuri, le labbra sottili ... si distingue totalmente dal mare di prostitute alle sue spalle.
- Forse ci siamo - sospiro, sollevato.
- Carina - commenta Matt, studiando la ragazza con interesse - Semplice, ma non banale. Potrebbe davvero essere quella che fa al caso nostro. Cominciamo - Matt comincia a leggere il foglio con le domande, nonostante ormai le abbia imparate a memoria - Nome? -
- Rebecca Shervan - la voce della ragazza è sicura e pacata.
- Età? -
- 19 anni -
- Sai lavare, stirare e stendere i vestiti? -
- Si -
- Sai pulire e spazzare i pavimenti? -
- Si -
- Sai lucidare scarpe e finestre? -
- Si -
- Sai spolverare i mobili? -
- Si -
- Sai cucinare? -
- Si -
- Fumi? -
- No -
- Peccato, io si. Bevi alcolici? -
- No -
- Sei sposata? -
- No -
- Fidanzata? -
- No -
Matt sorride, guardando la ragazza con un'accenno di malizia - Immagino tu sia single, dunque. Buon per me, andiamo avanti. Sei vergine? -
La ragazza esita qualche secondo, perplessa, prima di rispondere - Si -
- Sei in fase di gravidanza? -
La ragazza aggrotta la fronte, questa volta parecchio perplessa e confusa - No -
Mi volto a guardare Matt in cagnesco, è incredibile quanto sian tonto - Che senso ha chiederle se aspetta un bambino, se ha già detto che è vergine? - 
- Ti ricordo che queste domande le hai scritte tu, genio, e in più tra le candidate precedenti non ce n'era nessuna vergine - Matt torna a rivolgersi gentilmente alla ragazza, che per adesso ha risposto in modo soddisfacente alle domande - Ti chiedo queste cose per essere sicuri che il periodo di tempo citato dal contratto non venga interrotto da una gravidanza, in questo caso il suddetto contratto non verrebbe rispettato e quindi saremmo costretti a licenziarti - spiega con professionalità, e la ragazza annuisce. Ma la verità è un'altra ... sporco di un pervertito ...
- Fai parte di qualche organizzazione segreta? -
- No -
- Spacci droga? -
- No -
- Possiedi armi da fuoco? -
- No -
- Hai un secondo lavoro? -
- No -
- Sei assunta! - esclama Matt, battendo una mano sul tavolino davanti a se per confermare le sue parole. Do uno schiaffo sulla nuca di Matt, facendolo quasi cadere sul suo tavolino e facendogli lanciare un'imprecazione poco educata. Il rosso si massaggia la nuca, prima di lanciarmi un'occhiataccia - Porca puttana, Mello, ma ce la fai? -
- Non puoi assumerla così, senza farle altre domande! - 
- Ma sono finite! -
- Dammi qua! - ribatto, strappandogli il foglio di mano. In effetti, le domande sono veramente finite, e la ragazza sembra essere a posto e adatta per questo ruolo, ma voglio esserne certo fino in fondo - Per che somma accetteresti di lavorare per noi? -
La ragazza, Rebecca, alza le spalle - Qualsiasi somma va bene -
- Motivo della tua canditatura? -
- Vorrei guadagnare qualche soldo per potermi permettermi l'università, il prossimo anno -
- Che indirizzo vorresti frequentare? -
- Lingue e Culture Straniere per l'Impresa -
Matt si sporge verso di me, coprendosi la bocca con una mano in modo che Rebecca non possa capire quello che mi sta sussurrando all'orecchio - Potrebbe tornarci utile, in futuro. Potrebbe insegnare a Mihael le lingue che sa -
- Che lingue vorresti studiare? -
- Inglese, spagnolo e portoghese -
- Sai già parlare qualche lingua? -
- Inglese, spagnolo, francese, italiano e tedesco -
Matt fischia, sorpreso ed incredulo allo stesso tempo. Sembra promettente. La studio nuovamente, questa volta prestandole più attenzione. Aspetto serio e semplice, ma gentile, diligente e senza dubbio intelligente, per riuscire ad imparare tutte queste lingue straniere ... 
- Come te la cavi coi bambini? -
- Ho fatto tre anni di baby sitting -
Restituisco il foglio a Matt, e gli faccio cenno di dirmi che ne pensa. Matt controlla delle carte che ha in mano, e le legge velocemente, per poi passarmele. Mentre comincio a leggere, mi fa un riassunto breve e veloce - Fedina penale immacolata, donatrice di organi, ha frequentato uno dei più illustri licei privati del Giappone. Credo sia perfetta, no? -
Annuisco, ripassando le carte a Matt. Osservo ancora questa Rebecca. Finalmente, ce l'abbiamo fatta - E va bene, sei assunta -
Rebecca sorride, soddisfatta e sollevata allo stesso tempo - Quando posso cominciare? -
- Quando vuoi. In questo momento Mihael è con sua madre, e tornerà da me tra due settimane. Nel frattempo, ti farò ricevere un fascicolo con tutte le informazioni che devi sapere sul bambino - rispondo, appuntandomi mentalmente di chiamare Lidner per farmi scrivere quel fascicolo il più presto possibile. Data di nascita, peso, gruppo sanguigno, ... tutto.
- A proposito, dove abiti? - chiede Matt, curioso.
- In un monolocale di 20 metri quadri - sospira Rebecca.
- In una scatola, in poche parole - 
- Già, purtroppo -
- Perché non vieni a vivere da noi? -
Altro schiaffo sulla nuca di Matt. Ma perché non pensa prima di parlare? Il rosso si massaggia la nuca, questa volta riuscendo a trattenere una bestemmia. Ricambia con una gomitata nello sterno, che mi mozza il fiato - Che accidenti ti prende, eh?! -
- Vivere con noi? E dove, se tra poco nemmeno in tre riusciamo a starci, in quella catapecchia? - gli ricordo, massaggiandomi delicatamente lo sterno col palmo di una mano.
- La catapecchia ha una stanza vuota che non abbiamo mai usato - mi ricorda.
- Quella è la stanza di Mihael -
- Mihael è troppo piccolo per avere una stanza tutta sua. Può perfettamente stare nella nostra stanza, tanto è la più spaziosa. E poi, in questo modo per Rebecca sarà più facile sbrigare le faccende domestiche ed occuparsi del marmocchio -
- Non so se posso accettare - ribatte Rebecca, frettolosamente, riuscendo a captare il mio tono contrariato. La vedo mordicchiarsi l'unghia dell'indice destro, evidentemente imbarazzata - Non vorrei disturbarvi ... -
- Ma che disturbo! - Matt le sorride, ignorando la mia occhiataccia ed alzandosi in piedi dalla sua sedia, dopo un'ora e mezza di estenuanti colloqui andati male - Saremmo più che felici di accogliere la nostra nuova baby sitter e domestica. Passiamo alle presentazioni ufficiali, io sono Matt, e il musone qui accanto a me è Mello -
Rebecca e Matt si stringono educatamente la mano, e io faccio lo stesso, rimanendo seduto e con molto meno entusiasmo rispetto al mio migliore amico che appena vede una bella ragazza perde la testa. Matt lascia l'indirizzo di casa nostra ad Rebecca, che passerà stasera con tutte le sue cose per il trasloco. Adesso, non rimane che decidere lo stipendio della nostra nuova ed unica dipendente e poi chiedere il prestito a Near. 
Matt ed io torniamo a casa, per spostare le cose di Mihael nella camera che condividiamo. In effetti, la nostra camera è la più spaziosa della catapecchia, ma non è comunque messa benissimo. L'intonaco grigio scrostato lascia intravedere in alcuni punti i mattoni rossi con cui è stata costruita la casa, il pavimento scricchiola fastidiosamente ad ogni passo, una lampadina spoglia pende dal soffitto. Due brandine sono posizionate poco distanti al centro della stanza, accanto alla mia ho sistemato la carrozzina di Mihael. Un'armadio rotto e decadente contiene le cose mie e di Matt, una cassettiera contiene i vestiti di Mihael, una cesta bucata i suoi giocattoli, la finestra è grande quanto un'unghia e lo sporco sembra essersi incollato sui vetri, e la porta traballa ogni volta che si cerca di chiuderla oppure aprirla. Bel posto per ospitare una donna, eh? 
La camera dove invece starà Rebecca è decisamente più ordinata, sarà perché è rimasta inutilizzata fino ad adesso. L'intonaco scrostato solo in alcuni punti laterali, il pavimento meno scricchiolante, la brandina accanto alla finestra rettangolare, un'armadio inutilizzato e una cassettiera vuota. Matt ci ha appena appeso uno specchio ovale, dopotutto, per quanto Rebecca possa essere semplice, è pur sempre una donna.
- Allora, quanto le diamo? - mi chiede Matt, dopo essersi accertato che lo specchio ovale sia ben attaccato al muro e che non possa cadere. Per precauzione, ci ha sistemato sotto una scatola di cartone chiusa, così se cade non si rompe ed evitiamo 7 anni di sfiga.
- 50 a settimana? - propongo.
- Così verrebbero 200 a fine mese - calcola mentalmente Matt, annuendo - Si, potrebbe andare. Quindi quanto vado a chiedere a Near? -
- Il necessario per poter pagare almeno i primi cinque mesi - stabilisco - Ce l'hai il numero di Rebecca? -
Matt estrae dalla tasca dei pantaloni sbiaditi una strisciolina di carta con sopra appuntati dei numeri scritti in bella grafia e me la mostra - Certo -
- Chiamala e dille che può trasferirsi quando le pare -
Matt annuisce ed esce dalla stanza per effettuare la chiamata. Io rimango nella stanza ormai diventata di Rebecca e mi guardo attorno, controllando se è possibile fare altro per renderla più confortevole. Decido di aprire la finestra per arieggiare la stanza che puzza di chiuso, in attesa che Matt torni. La fredda aria invernale s'impossessa della stanza, rinfrescandola.
Matt ritorna dopo qualche minuto, il cellulare in mano - Rebecca arriverà tra qualche minuto con tutta la sua roba. Ci vado subito dall'albino o aspetto che arriva? -
- Non preoccuparti, ci penso io a lei -. Un dubbio improvviso mi trapassa il cervello, come un fulmine nel bel mezzo di una giornata di sole - Matt, ma non pensi che tre anni di baby sitting siano pochi? -
Il rosso alza le spalle, indifferente - Non me ne intendo, ma a me sembrano più che sufficienti -
Ghigno, riservando un'occhiata piena di malizia al mio amico - Lo dici solo perché te la vuoi portare a letto -
- Mi offendono tali pensieri malevoli nei miei confronti, amico - Matt sorride colpevole, abbassando il capo e fingendosi offeso. La sua recita dura poco, perché scoppia a ridere, divertito - Ora che siamo entrati nell'argomento, pensi che io abbia qualche possibilità con lei? -
- Non mi sembra il tipo di ragazza che va a letto col primo che passa -
- Ormai ho perso l'interesse per le ragazze facili -
- Comunque sia ti avverto - mi faccio improvvisamente serio - Se non mi soddisferà, la licenzierò e ne cercherò un'altra -
- Fai pure, tanto ho il suo numero -
Alzo gli occhi al cielo, e in quel momento il campanello suona. Matt va ad aprire, e dopo qualche istante sento le voci di Matt e di Rebecca provenire dall'atrio. 
- Mi dispiace disturbare, spero davvero di non essere di troppo - sta dicendo la ragazza, la sua voce è timida e gentile.
- Non preoccuparti, siamo felici di averti qui - la voce di Matt è calda e premurosa, raramente l'ho sentito assumere un tono del genere. Che gli piaccia davvero, questa ragazza? E pensare che non la conosce nemmeno.
Decido di aggregarmi al duo, e noto che Rebecca non ha portato con se molta roba. Meno di quanto mi aspettassi, considerando che è una ragazza. Ha solo una valigia di discrete dimensioni e un paio di borse di plastica. Matt si offre di portare i bagagli nella sua nuova stanza, ed Rebecca, dopo aver ribattuto affinché svolgesse lei tale compito, acconsente. 
Nella breve pausa in cui Matt si congeda, noto che Rebecca si guarda attorno con attenzione e circospezione. Le sue sopracciglia si aggrottano, e gli occhi sono velati da una leggera preoccupazione e anche da un celato ribrezzo. Come biasimarla, questo posto è inguardabile.
- Sei autorizzata a dire che questo posto è una merda -
Rebecca sobbalza, imbarazzata - Oh no, signor Mello, è solo che ... -
Ghigno, questa sua innocenza è così esilarante - E' solo che non sembra il posto ideale per crescere un bambino piccolo - termino la sua frase, liquidando le sue scuse con un cenno sbrigativo del capo - Purtroppo al momento non possiamo permetterci altro -
- Non c'è bisogno di cercare altro! - ribatte Rebecca - Sono certa che dando una pulita e sistemando alcune cose ... -
Le sue parole vengono interrotte dal ritorno di Matt. Si è infilato il giubbotto, immagino si stia preparando per andare a chiedere il famoso prestito a Near. Si rivolge ad Rebecca mentre chiude la lampo del giubbotto nero, sul suo viso si forma un sorriso dolce - Ti ho lasciato sul letto il famoso fascicolo con le informazioni necessarie da sapere su Mihael -
- Grazie mille - sorride a sua volta Rebecca. Tutto ciò è nauseante.
- Bene, io vado - annuncia Matt, battendo le mani un paio di volte come per confermare le sue intenzioni. 
- Vengo con te, Matt - decido.
- Vuoi lasciare qua Rebecca, da sola? - il mio migliore amico aggrotta la fronte, evidentemente non gli pare una buona idea.
- Non è un problema - si affretta a dire Rebecca - In vostra assenza, se permettete, vorrei cominciare a dare una ripulita alla casa -
- Per me va bene - concordo con indifferenza, la mano già sulla maniglia fredda della porta. Prima andiamo, prima ci sbrighiamo, e prima torniamo - Basta solo che non fai saltare in aria la casa -




______




- Senti un po', Matt - la pesante portiera della macchina di Matt si chiude nello stesso instante in cui il mio migliore amico infila la chiave nella serratura del veicolo per accenderlo. Dopo qualche istante, il motore romba feroce nel cofano - Da quando sei diventato così premuroso nei confronti delle ragazze? -
- Vedi, amico - Matt ridacchia, con una punta di malizia - Ho notato che il cattivo ragazzo non conquista proprio tutte le ragazze. Anzi, ho notato che sta passando di moda - aggiunge, con una punta di amarezza.
- Ti prego - alzo gli occhi al cielo - Non dirmi che diventerai il genere di ragazzo che compra i cioccolatini e le rose per festeggiare ogni fottutissimo mese di fidanzamento -
- Assolutamente no! - ribatte Matt con forza, mentre preme il piede sull'acceleratore, la strada asfaltata scorre sotto di noi e il muto paesaggio invernale si lascia guardare dai finestrini chiusi - Però ... Quella Rebecca ... sembra diversa. Tu che dici? -
Alzo le spalle - Mi sembra una ragazza normalissima -
Matt sospira - Forse hai ragione tu. Bah ... vedremo -
E mentre ci dirigiamo a grande velocità verso la sede dell'SPK che si staglia minacciosa contro il cielo color fumo, mi chiedo se ho fatto veramente bene a lasciare casa mia nelle mani di una sconosciuta.





Sono in ritardo lo so, ma sono fiera che questo capitolo sia più lungo. E personalmente mi sono divertita molto ad immaginarmi la situazione e a scriverla. 
Allora, come vi avevo già accennato sabato 22 parto e torno il 29, quindi non potrò aggiornare. Ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà mooolto beddo :)
Buone vacanze a todossss
   
 
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