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Autore: _windowsgirls    22/08/2015    0 recensioni
Due ninfe, una azzurra e l’altra marrone, si accostarono ai due ragazzi. “Aiutateci!” urlarono insieme, “è andato fuori controllo.”
Gemma guardò Harry dubbiosa, poi un ammasso d’acqua si materializzò improvvisamente davanti ai loro occhi, rivelando pian piano la figura totalmente asciutta di Louis. Il ragazzo era bianco un cencio in volto, gli occhi azzurri messi in risalto dalla maglietta e i capelli scomposti.
”Zayn è sparito” urlò al di sopra del caos per farsi udire, ed Harry spalancò gli occhi.
Sequel della one shot "The weather woman", di cui consiglio la lettura per capire al meglio la dinamica della storia.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The weather woman'
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Dal momento in cui Gemma era stata avvolta e sollevata da quel piccolo gruzzolo di vapore che l'aveva scorta fin sulla nuvola, aveva pensato a come il mondo di lassù sarebbe stato. Certo, tutti gli uomini ci pensano sempre, chiedendosi cosa mai potrebbe accadere, se si potranno rivedere i defunti, se si può vivere in eterno e felicemente circondati da unicorni e creature fatate. Di certo, Gemma, non si sarebbe mai immaginata di ritrovarsi di fronte ad un imponente cancello di oro zecchino infinitamente alto, con le sbarre spesse e che nessuno avrebbe potuto superare, magari passandoci in mezzo. Quando la piccola nuvoletta l'aveva lasciata, Gemma era atterrata su una specie di pedana in legno e si era persa a guardarsi intorno. C'era una strana luce ad abbagliarla, con questo cancello imponente ad occultare la vista di cosa ci sarebbe stato oltre, un profumo leggero ad invadere lo spazio circostante. Si sentì stranamente libera, come se avesse finalmente lasciato le catene che l'avevano tenuta legata a terra fin dalla sera del suo compleanno. Era serena, e nonostante i suoi non si sarebbero mai più ricordati di lei, Gemma non era triste, perché almeno sarebbero stati tutti bene, non con un peso ad opprimere i loro cuori spezzati dalla scomparsa della figlia. Era terribile da pensare, ma Gemma ne era soddisfatta. Certo, le sarebbero mancati perché loro l'avevano fatta nascere e l'avevano vista crescere. Avrebbe sempre portato dentro di sè un ricordo incredibile dei suoi genitori umani, e non li avrebbe mai dimenticati, contrariamente a quanto era successo loro. Essere in quel posto le trasmetteva una serenità che Gemma non aveva mai provato prima - non avrebbe potuto, d'altronde -, e qualsiasi cosa pensasse le sembrava più che giusta. Non riusciva ad essere triste  per aver lasciato i suoi genitori, anzi, era più che certa che fosse la miglior cosa che avesse mai fatto. Ma non perché li odiasse, al contrario. Voleva loro talmente tanto bene che, allontanandosi, avrebbe incrementato la loro salute, facendoli stare sempre meglio. E ne era soddisfatta. Sentì uno sbuffo accanto a lei e apparve il ragazzo dagli occhi verdi, con addosso stavolta un pantalone nero e una maglietta color dell'erba ad accentuare il suo sguardo. Era pulito e le allungò la mano davanti, esortandola a stringerla. Gemma ingoiò a vuoto, stringendogli la mano, con un sorriso a decorarle il volto e si girò verso l'immenso cancello ancora chiuso. Alla sua destra apparvero gli altri due ragazzi che si spolverarono le spalle con un gesto seccato della mano. Il ragazzo dagli occhi blu indossava lo stesso pantalone nero, ma una maglietta celeste, mentre il suo compagno indossava una maglietta rosso fuoco, rendendo i suoi occhi ancora più brillanti. Gemma li guardò e prima che si avvicinassero alle sbarre auree, i due giovani si voltarono verso di lei. Il primo ad aprire bocca fu quello dagli occhi azzurri. “Lieto di fare la tua conoscenza. Io sono Louis, la gemma dell’Acqua” disse dandole un leggero buffetto sulla guancia. Gemma gli sorrise di rimando, ma si allontanò. Non era mai stata un tipo a cui piaceva dare da subito confidenza. Il ragazzo dagli occhi dorati e dai folti capelli neri corvino si avvicinò con una sola falcata, le spalle muscolose che venivano strette dalla maglietta rossa. Si avvicinò a Gemma e sollevò un angolo delle labbra, incrociando le braccia al petto. “Io sono Zayn, gemma del Fuoco” disse, con voce bassa ma al tempo stesso delicata, come se fosse un timbro angelico.
”Piacere mio” rispose Gemma, girandosi finalmente a guardare il ragazzo riccio che era apparso alla sua sinistra. Vederlo pulito in volto, non faceva altro che renderlo più attraente ai suoi occhi. I capelli ricci erano corti e arruffati sulla fronte, il naso delicato e le labbra leggermente schiuse. Gettò uno sguardo alle sue mani, grandi e totalmente pulite come se fossero eburnee. “E tu, come ti chiami?” chiese allora, sorridendogli. Il ragazzo sollevò una mano e se l’appoggiò sul petto muscoloso.
”Il mio nome è Harry, Terra” disse, strascicando le parole come se fosse stanco di parlare. Quando abbozzò un sorriso, una fossetta apparve sul lato della bocca. Guardò i due ragazzi, facendo un cenno del capo verso il cancello. “Andiamo” disse solamente, e gli altri due non lo contraddissero, come se avessero rispetto di Harry. Solo Zayn sembrava un po’ scocciato, ma sicuramente era stata solo una supposizione di Gemma.
I due ragazzi la superarono, ma Harry rimase al suo fianco, procedendo più lentamente. Non sapeva perché, ma non riusciva a stargli lontano, e non perché non fosse attraente, ma era come se una forza la stesse spingendo a non abbandonarlo, come se fossero destinati ad essere vicini l’uno all’altra. Era più bassa di lui, eppure non gli faceva timore. Nessuno di loro la spaventava, e si meravigliava di se stessa, essendo tutti delle creature fantastiche che non avrebbe mai creduto esistessero, figurarsi esserne parte.
Harry si abbassò verso di lei. “Adesso apparirà un uomo che – solo all’apparenza – potrebbe incutere timore, ma sappi che è qui perché deve registrarti.”
”Ma che, siamo in un ufficio di collocamento?” disse Gemma, divertita mentre poco più avanti Zayn e Louis rallentavano e si guardavano alle spalle.
Harry scosse la testa, per niente turbato dal tentativo della ragazza di fare una battuta a dir poco terribile. “No, quell’uomo deve registrarti per indicare la tua presenza, finalmente, così che tutto possa essere in ordine. Madre Natura ha i suoi figli al completo, adesso.”
Gemma smosse le mani. “No, cioè, mi stai dicendo che Madre Natura esiste per davvero? E poi, io non sono sua figlia.”
”Dal momento che hai il suo potere, lo sei diventata, Gem” rispose Harry pacatamente, mentre si accostavano ai due ragazzi che li avevano preceduti.
Quando tra loro cadde un silenzio imbarazzante, Gemma non si girò a guardare nessuno in particolare, lo sguardo perso in alto a scorgere un’ipotetica fine dell’altezza del cancello. “Ma siamo in Paradiso?” chiese allora, soppesando il paesaggio candido che li circondava, le nuvole che sbucavano dalla pedana in legno come se fossero volute di fumo. Zayn si portò una mano sulla fronte accaldata.
”No, non siamo in Paradiso. Ti sembriamo angeli?” le fece con fare ovvio sollevando le sopracciglia.
Aveva tutta l’aria di essere un tipo indisponente.
Gemma strinse le labbra, tornando a guardare Harry che scosse la testa. “No, questo è un luogo prettamente sovrannaturale dove non esiste alcuna entità angelica. Gli angeli lasciali in Paradiso, qui ci sono creature totalmente differenti.”
”Luogo sovrannaturale? Cioè, ci saranno sirene, satiri, centauri, mostri e cose varie, come quelle che si leggono nei libri?” poi si bloccò, portandosi le mani al cuore. “Ci sono anche vampiri e licantropi?”
”Non siamo in un libro di storie, per l’amor del cielo!” sbottò Zayn sollevando le braccia in alto. Louis gli diede un colpo sul braccio, zittendolo.
Harry allargò le narici nella sua direzione, poi tornò a guardare Gemma, mentre in lontananza un’ombra mastodontica si faceva sempre più vicina. “Diciamo che è un punto di incontro in cui tu conoscerai più o meno tutti. Un circolo ricreativo, potremmo riassumere. Ovviamente, noi gemme abbiamo il compito di controllare la Natura per volere di nostra Madre, per cui non possiamo lasciarci abbindolare da queste piccolezze. Il nostro compito è più grande di tutti quelli che incontrerai” terminò, girandosi verso il cancello. L’ombra si era fatta ancora più grande, e Gemma iniziò a scorgere le fattezze di un uomo gigantesco. Aveva delle spalle enormi, le braccia incrociate al petto e una coda che si avviluppava su stessa in cerchi sempre più piccoli man mano che si avvicinavano verso la punta. Quando si abbassò verso Gemma, la ragazza spalancò gli occhi e indietreggiò spaventata. L’uomo aveva della sopracciglia grossissime a rendere il suo viso aspro, le labbra strette e una barba lunga e scarlatta, come i suoi capelli. Aveva gli occhi stretti e scuri che avrebbero potuto incenerire sul posto, se solo ne fossero stati in grado, ma ormai in quel luogo tutto era possibile. Gemma ingoiò a vuoto e si strinse nelle spalle, mentre l’uomo alzava un sopracciglio e lanciava occhiate agli altri tre ragazzi. “E’ davvero lei?” chiese con una voce così tonante da far tremare il cancello. Gemma abbassò gli occhi d’istinto, troppo intimorita da quella figura per sostenere il suo sguardo tagliente. Harry le appoggiò una mano in mezzo alle scapole.
”Sì, è lei l’ultima gemma.”
Zayn e Louis abbassarono il capo in segno di rispetto. L’uomo tossì e lasciò che la sua coda continuasse ad avvolgersi su se stessa. “Perfetto, il cerchio è al completo ora. Finalmente posso far tornare quella ninfa al suo posto d’origine.”
Gemma alzò gli occhi sentendo quel nome familiare e incontrò gli occhi dell’uomo, rossi come il sangue.
Harry la spinse in avanti, e la ragazza si accarezzò un braccio.
L’uomo si mise dritto, rivelandosi in tutta la sua statura. Gemma aspettò, pensando che lui le avrebbe chiesto qualcosa in particolare, ma l’unica cosa che fece fu far apparire un blocchetto e cancellare una spunta smuovendo solo il dito della mano. “Io sono Minosse, il giudice delle anime, di qualsiasi tipo esse siano. Per passare, devono essere controllate da me.”
Gemma, di certo, non si sarebbe mai aspettata nulla del genere. Quando l’uomo spinse un anta del cancello dorato verso l’interno, rivelando l’unico passaggio disponibile, Harry si abbassò verso l’orecchio della ragazza. “Diciamo che Dante Alighieri non ha mentito nella sua opera” disse solamente, e Gemma sgranò gli occhi. Si sarebbe mai abituata a quel nuovo mondo?
Sperò di sì.
Minosse abbassò il capo e la fece passare, mentre il mondo di fronte a Gemma si apriva in un universo a dir poco fantastico. C’erano tantissime persone, come se si fosse trattata di una città sospesa nel nulla, in cui avrebbero potuto vivere tutte quelle genti da doni sovrannaturali. Accanto le passavano donne fatte di acqua nebulizzata che la salutavano con gesti piccati delle mani, uomini dalle gambe caprine, donne dalle orecchie a punta che facevano fiorire dei fiori su dei piccoli balconi sospesi sulla strada principale. Quando passò accanto a Gemma una donna senza gambe, sostituite da un piccolo vortice d’aria, questa si inchinò rispettosamente, incrociando le braccia. Gemma non capì e quando la donna si rimise in piedi le sorrise, volando via letteralmente. La ragazza si girò verso Harry, mentre Zayn si fermava da un uomo che stava infornando delle piccole pagnotte. Louis rimaneva accanto a loro, come se fossero solo un gruppo di amici che si stavano facendo un giro in centro.
Il riccio guardò Gemma e le sorrise. “E’ una ninfa dell’aria, è tecnicamente una creatura ideata da te, quindi sei la sua signora, Gem.”
La ragazza spalancò la bocca, incredula. Louis le circondò il mento con le dita e gliela fece richiudere lentamente. “Già, è incredibile. Imparerai a convivere con questa cosa, come ci siamo abituati noi.” Ripresero a caminare, con Zayn che tornava al suo posto e salutava degli uomini che lavoravano il ferro. “Quando io sono arrivato qui, c’era solo Harry, e mi ha spiegato tutto quello che c’è da sapere su questo posto. Poi abbiamo trovato Zayn quando a Londra gli incendi erano diventati più frequenti, reclamandolo al nostro fianco. Anche le nostre famiglie non si ricordano di noi, ma fidati che basterà solo un po’ vivere qui, che ti sentirai come se avessi sempre appartenuto all’Ateneo” Terminò Louis, sorridendole.
Gemma sollevò un sopracciglio, mentre un’altra ninfa si inchinava al suo cospetto, sparendo in un lampo luminoso. “Ma l’ateneo non è un ambiente universitario?” chiese, lanciandogli un’occhiata incuriosita. “E poi, come posso aver creato io tali creature, se sono appena arrivata? Non riesco nemmeno a tenere a bada le miei emozioni, e sforno creature straordinarie?”
Zayn storse il naso. “Tu non sforni proprio niente. Non è che tu crei le ninfe personalmente, ma il tuo potere sì. Per cui, essendo la gemma dell’Aria, sei la loro signora.”
”Questo posto si chiama Ateneo, e non ha niente a che vedere con le università. E’ solo un centro in cui tutti si incontrano” le rispose Louis dopo essersi schiarito la gola.
Poi Harry staccò la mano dalla schiena di Gemma e le indicò una casa sull’angolo della via. “Vedi quella?” chiese. Quando la vide annuire in quella direzione, sorrise. “Quella è casa tua.”
Gemma strabuzzò gli occhi. “Ho una mia casa?!” disse con la voce tremante.
Zayn annuì, pulendosi una manica della maglietta rossa. Al suo tocco, prese a fumare lievemente, ma poi il fumo scomparve rapidamente, come se non ci fosse mai stato. “Ebbene sì, non possiamo stare ventiquattro ore su ventiquattro sui nostri seggi, dopo un po’ ci rompiamo le palle” disse a voce alta.
Gemma si portò due mani ai lati della testa. Troppe cose da assimilare, la sua piccola testa non avrebbe retto molto a lungo. “Seggi?” chiese come ultima cosa. Harry si appoggiò al muro alle sue spalle, incrociando le braccia al petto.
”Solitamente dobbiamo sederci lì per controllare la natura sulla Terra, ma volendo potresti andare a casa quando vuoi. L’importante è che tu tenga sotto controllo la sezione dedicata al tuo potere, l’Aria.”
Gemma alzò la testa, vedendo un’infinita distesa di nuvole vaporose. “Tutto questo, solo perché una stella cadente è passata nel momento giusto, al posto sbagliato.”
Zayn sbadigliò e si portò una mano alla bocca. “Beh, io vi lascio. A domani.” E sparì in un guizzo di fiamma.
”Qui vige il tempo umano?” chiese ancora Gemma, e Louis le appoggiò una mano sulla spalla minuta. La maglietta della ragazza si inzuppò nel punto in cui il ragazzo l’aveva toccata.
”No, siamo in uno spazio atemporale, ma è comodo per sapersi organizzare.” Dopodichè fece schioccare le dita e Gemma abbassò lo sguardo su di sé. Indossava improvvisamente un pantalone nero, e una maglietta bianca che risaltava sulla sua pelle abbronzata. Louis sparì in un baleno, senza nemmeno salutare, così la ragazza si girò verso Harry. Il riccio puntò gli occhi su quelli scuri della ragazza e sorrise.
”Bene, credo che la tua nuova vita abbia avuto inizio.”
Gemma gli sorrise di rimando, per poi stringere le labbra. Si sentì nuovamente attrarre al corpo del giovane, mentre una tromba risuonava per tutto l’Ateneo. “Perché sento il bisogno di esserti vicino?” gli chiese d’un tratto. Era sempre stata curiosa, e non riuscendo a scostarsi da un’altra persona che non fosse un suo amico o parente, l’aveva profondamente colpita. Harry si staccò di scatto dal muro alle sue spalle e le si avvicinò, accarezzandole i capelli sciolti con fare paterno.
”La Terra e l’Aria sono state le prime due gemme ad essere nate, Madre Natura le ha plasmate per prime, è normale che tu senta questo bisogno. Siamo e saremo profondamente incatenati da questo legame più antico del mondo. Mi spiace che ti sia capitata una tale svenura” scherzò. “Siamo le gemme più antiche, per questo è probabile che tra noi e l’Acqua e il Fuoco nascano delle liti.  L’invidia è una brutta bestia anche qui.”
Gemma aggrottò la fronte. “E’ mai successo che abbiate litigato tra voi?”
”Fortunatamente no, ma ora che sei qui cambia tutto.” Ed Harry le sorrise un’ultima volta prima di sparire con uno sbuffo, risucchiato dalla terra sotto i suoi piedi. Gemma si sentì vuota per la prima volta, e si avviò verso quella che sarebbe stata la sua nuova casa. Era incredibile pensare che le fosse successo tutto quello, non poteva credere che si fosse trasformata in qualcosa che non credeva nemmeno esistesse.
Si era ritrovata catapultata in un mondo su cui aveva solo immaginato leggendo i suoi libri, non potendo mai pensare che ne avrebbe preso parte. La sua casa era immensa, con lo stretto indispensabile. La prima cosa che fece fu buttarsi sul letto matrimoniale e sommergere la testa nei cuscini, lasciando che i suoi occhi si lasciassero sfuggire qualche lacrima per tutto lo scombussolamento che stava vivendo, finalmente non determinando lo scoppio di un temporale.
 
 
 
Il tempo passava più rapidamente di quanto Gemma avesse mai pensato fosse possibile, i giorni, le settimane e i mesi si rincorrevano ad una velocità estenuante, eppure questo movimento non la turbava per niente. Lissù non faceva mai buio, c’era solo un momento della giornata in cui l’Ateneo si svuotava e tutti andavano a riposarsi per qualche ora, per poi riprendere i lavori daccapo.
Ogni creatura aveva un proprio compito, e spesso venivano mandati sulla terra coperti dalla foschia per effettuare cose che le quattro gemme non avrebbero mai potuto fare personalmente.
Harry, Louis e Zayn avevano insegnato a Gemma come essere se stessa, come controllare il tempo e diventarne padrona, a come saperlo maneggiare con piccoli e rapidi gesti delle mani o con la forza del pensiero. Doveva intervenire qualora la situazione fosse andata fuori controllo e portare tutto nella norma.
Era vero, lei ed Harry erano inseparabili. Lui era il più saggio del gruppo, colui che aveva più esperienza nel campo e che si occupava che il mondo compiesse sempre il suo circolo continuo. In ordine, c’era poi Gemma che passava il suo tempo a controllare il tempo attraverso una sfera trasparente, intervenendo qualora ci fossero stati problemi, poi Louis che controllava le maree, le cascate, i fiumi e i laghi affinchè non uscissero fuori dagli schemi e infine Zayn, sebbene lui e Louis fossero su un piano equo.
Zayn era molto più impulsivo, domava gli incendi e controllava che gli uomini non facessero un uso spropositato di tale materia prima. Il compito delle gemme era quello di tenere tutto sotto controllo, mandati da Madre Natura.
Gemma si era abituata ormai a passare il suo tempo con loro, aveva imparato a conoscerli a fondo e ad essere loro amica. Durante il giorno sostavano solo poco tempo sui loro seggi, troppo impegnati a farsi un giro. Harry,spesso, la faceva scendere sulla terra, portandola in luoghi mai visti, dove il loro compito momentaneamente veniva sospeso. Il riccio le aveva detto che nelle altre parti del mondo c’erano delle loro copie che si occupavano della loro sfera di influenza, per questo il compito di loro quattro era prettamente riservato all’Europa. In Asia, nelle Americhe, nell’Australia e nell’Africa vi erano altre quattro gemme con cui non si vedevano mai. Per questo, quando la portava in giro per il mondo, rischiavano che la situazione in Irlanda degenerasse, non essendo al loro posto.
Gemma ed Harry avevano imparato ad amare il rischio, ma ciononostante tornavano subito sui loro seggi. Qualche giorno prima Harry l’aveva fatta scendere a Mullingar. Lui era l’unico con cui potesse stare perché era in grado di controllare la terra, per cui teneva comunque ogni cosa sott’occhio. Gemma entrò nella sua vecchia casa sotto forma di un fresco venticello ad inondare l’ambiente. Vedere quella casa così vuota senza di lei le fece venire un colpo al cuore, ma vedendo i suoi genitori sereni, si era sentita subito meglio. Si avvicinò al caminetto, su cui tutte le foto erano disposte in ordine. Lei non era più ritratta da nessuna parte, la sua camera era stata adibita a scantinato e Liam aiutava suo padre in officina. Erano tutti cresciuti. Suo fratello aveva forse ventisette anni, la barba curata sul mento e le mani che sostituivano abilmente i pezzi delle macchine rotte e sollevate, il padre aveva i capelli bianchi e stava seduto dietro una scrivania per prendere appuntamenti e la madre, ciocche bianche ad invadere i suoi capelli scuri, si occupava della casa, con le rughe più evidenti sul suo volto segnato dal tempo. Gemma strinse le labbra e lasciò ad ognuno di loro una lieve carezza che non sentirono, come se fosse il loro angelo custode.
Niall passò davanti all’officina e salutò Liam con un cenno della mano, mentre con l’altra teneva per mano una ragazza. Erano diventati grandi, tutti quanti, Niall aveva i baffetti a decorargli il labbro superiore e la fede all’anulare sinistro che brillava alla luce del sole. Sì, Gemma era felice per lui, perché aveva trovato la felicità.
Si chiese come sarebbe stato il mondo se lei fosse rimasta lì, ma di certo nessuno sarebbe stato bene, né tantomeno lei con il suo potere che, allora, pensava fosse inutile e maledetto. Sorrise di fronte a Niall sebbene lui non potesse vederla, poi vide Liam pulirsi le mani sporche di grasso in uno strofinaccio e andare verso di lui, mentre una ragazza usciva da una porta secondaria. Era la ragazza di suo fratello. Gemma li vide tutti assieme, con sua madre che entrava nell’officina per offrire loro il caffè, poi Harry le toccò una spalla delicatamente. “Dobbiamo tornare” disse solamente.
Gemma annuì e diede le spalle ai suoi familiari, con un tuono che squarciò il cielo nonostante non ci fosse neanche l’ombra di una nuvola. Il riccio prese Gemma per mano e spiccarono il volo, a velocità elevata.
”Perché lo hai fatto partire?” le chiese al di sopra dell’aria che spostavano con il loro movimento ultra veloce. Gemma spalancò gli occhi.
”Non ho fatto proprio niente” urlò, poi quando misero i piedi sulla pedana in legno tanto familiare, videro Minosse impazzire di fronte ad una specie di computer. Si avvicinarono circospetti, e il giudice sollevò il capo, facendo svolazzare i suoi capelli scarlatti.
”Che succede?” chiese Harry di fronte il suo volto corrucciato.
Minosse strinse le grosse labbra e lo incenerì con lo sguardo. “Ci sono problemi nel database, ci è sfuggito qualcosa e non riesco a rintracciare chi diamine manchi” urlò con la sua voce tonante. Il cancello dorato si aprì alle sue spalle e di certo Gemma ed Harry non si sarebbero mai aspettatti che l’Ateneo fosse realmente sotto sopra. Le creature si muovevano rapide, impazzivano a destra e a manca e alcune vedevano le due gemme in piedi, immobili. Due ninfe, una azzurra e l’altra marrone, si accostarono ai due ragazzi. “Aiutateci!” urlarono insieme, “è andato fuori controllo.”
Gemma guardò Harry dubbiosa, poi un ammasso d’acqua si materializzò improvvisamente davanti ai loro occhi, rivelando pian piano la figura totalmente asciutta di Louis. Il ragazzo era bianco un cencio in volto, gli occhi azzurri messi in risalto dalla maglietta e i capelli scomposti.
”Zayn è sparito” urlò al di sopra del caos per farsi udire, ed Harry spalancò gli occhi.
”Come sarebbe a dire?” gli rispose, lanciando un’occhiata a Gemma.
La ragazza aveva notato che negli ultimi tempi Zayn fosse più scocciato del normale, li lasciava sempre soli per sparire per un po’ di tempo, per poi tornare più cupo di prima. Credeva fosse il suo normale atteggiamento, ma stando ai fatti, c’era qualcosa di più grande celato dietro i suoi occhi d’oro colato.
”E’ sparito, e guardate.” Fece apparire una bolla d’acqua con un movimento circolare della mano, specchiando la situazione generale di Londra. “Ci sono incendi a destra e a manca, incendi inestinguibili e, chissà perché, non c’è nessuno a domarli.”
Harry indurì la mascella e schioccò le dita, chiamando a raccolta satiri e ninfe della terra. “Setacciate ogni posto londinese, adesso!” e vennero risucchiati dalla terra ai loro piedi, mandati sul mondo alla ricerca della gemma scomparsa. Sotto le scarpe, Gemma sentì uno strano tremolio e corse subito al suo seggio, guardando attraverso la sfera posta sulla colonna in marmo roseo. Spalancò gli occhi. Dense nuvole si erano raccolte su Mullingar, ma la città era avvolta da una strana patina rossa che avvolgeva ogni cosa. Harry corse al suo seggio e si fermò a guardare la città riflessa.
Gemma smosse le mani in movimenti scattanti, cercando di far spostare le nuvole, ma era come se fossero fuori dalla sua portata. Harry si morse il labbro. “Zayn deve essere impazzito.”
Gemma spostò la sua attenzione su Londra, e fece ammassare densi nuvoloni sulla città per placare le fiamme con la pioggia. Gli incendi incominciarono a diminuire, ma non appena faceva cessare la pioggia, ecco che riapparivano, più frequenti di prima. Harry strinse le mani in due pugni e guardò Gemma, rabbioso. “Io scendo giù, fai in modo che piova per molto.”
La ragazza guardò Harry di rimando. “Non posso fare allagare Londra, Harry!”
”Vuoi che quel cretino distrugga tutto con il fuoco?” rispose quello, poi si fece racchiudere da una nuvola di polvere e andò sul mondo, mentre Louis entrava nella sala dei seggi al seguito di numerose ninfe acquatiche.
”Spegnete qualsiasi fuoco sospetto, intesi?” ordinò loro e quelle scoppiarono come delle bolle di sapone, mentre per tutto l’Ateneo risuonava un allarme fortissimo. Louis guardò verso l’alto e si girò verso Gemma. “Madre Natura sarà arrabbiata?”
La ragazza strinse le labbra e si allontanò, tornando al cancello dorato e osservando Minosse completamente impazzito. “Devo scendere” disse lei con voce ferma. Non era mai andata nel mondo umano da sola, sempre Harry l’aveva accompagnata, ma era una situazione di emergenza.
Il giudice la guardò, soppesando i suoi occhi, mentre una voce dall’alto continuava a ripetere “Una gemma è scomparsa.” Minosse chiuse gli occhi e appuntò l’uscita della ragazza.
”Mi raccomando, torna con quella fiammella in mano, gemma dell’Aria.”
Gemma creò una piccola nuvola smuovendo il suo dito indice e si lasciò avvolgere da essa, scendendo di sotto. Si teletrasportò a Londra, e farlo da sola era tutta un’altra questione. Iniziò a volare sul cielo londinese, con lo sguardo che vagava alla ricerca di una qualche traccia di Zayn, ma oltre a vedere incendi vari scoppiettare in diversi punti contemporaneamente, non stava riuscendo a distinguere nient’altro. Scorse numerose ninfe accorrere, camuffate da umani, con gli estintori, unendosi ai pompieri in carica, satiri che perlustravano Hyde Park da cima a fondo e ninfe aeree che svolazzavano sopra Buckigam Palace, controllando che non succedesse niente. Gemma aveva i capelli che le svolazzavano attorno, gli occhi scuri fermi a controllare ogni singola cosa le capitasse sotto tiro, poi all’improvviso un rumore sordo provenne dalla sua destra e si fermò, con il cielo scuro sopra di lei e la pioggia che continuava a scendere copiosamente. Si girò di spalle e vide formarsi un nuvolone enorme dalla tonalità rosso sangue, una coltre di vapore così grande come se avesse voluto immergere la città. Gemma allungò le braccia a spalancò le mani in quella direzione, ma la nuvola scarlatta non dava segni di essere sotto il suo potere. Gemma se ne andò in panico, avrebbe voluto fermarla spingendola in senso inverso, e si sentì improvvisamente impotente di fronte alla grandezza della natura. I tuoni iniziarono a rombare alle sue spalle, circondandola. Avrebbe messo in pratica tutto quello che aveva imparato. Non poteva lasciare che il mondo subisse i capricci di una gemma ribelle, di cui ancora non avevano capito niente. Gemma raccolse i fulmini intorno alla sua figura minuta, gli occhi che riflettevano i loro bagliori e il vento che soffiava in ogni direzione. Scorse Louis scendere in picchiata verso il Tamigi spiegando le braccia verso il letto del fiume per evitare che si ingrossasse, e puntò nuovamente i suoi occhi sulla coltre rosso sangue. Improvvisamente uno squarcio si aprì nel mezzo della nube, rivelando un fiamma immensa che sembrava fosse in grado di bruciare qualsiasi cosa nel raggio di un chilometro. Le urla dei londinesi arrivavano fin dove Gemma si trovava, ancora più decisa a salvare quelle persone innocenti. Chiamò a raccolta le nubi e le saette, circondandosi di loro, e chiuse le mani in pugno. Guardò attentamente la fiamma che pian piano avanzava, fin quando non scorse un’ombra mettersi in piedi proprio nel mezzo.
Zayn si mise dritto, il fuoco che lambiva gli angoli della sua maglietta rossa e gli occhi completamenti gialli, come se fosse stato un mostro. Aveva le narici dilatate, gli occhi puntati verso Gemma come se avesse voluto incenerirla sul posto. Intorno a lui e alla sua fiamma si levò una coltre di fumo densissima, tanto da non riuscire a vederci attraverso.
Gemma lasciò che le sue mani si aprissero piano, nonostante i fulmini scoppiettassero ancora intorno a lei. Elettricità e fuoco nel loro primo scontro letale.
”Zayn, va tutto bene..” iniziò calma, e sapeva il ragazzo la sentisse, nonostante avesse i pensieri puntati altrove.
Zayn si lasciò andare ad un urlo frustrato. “No, niente va bene, cazzo!” urlò, e un altro incendio sommerse un’abitazione. Le ninfe accorsero immediatamente per far uscire la gente da lì.
”Che ti è preso? Perché stai facendo tutto questo?!” gridò lei di rimando, perché parlare con calma con un tipo come Zayn non avrebbe risolto un granché. “Credevo che ora che fossimo tutti e quattro insieme avremmo raggiunto l’armonia delle gemme che Madre Natura esige!”
Zayn fece avvicinare la fiamma al corpo di Gemma, e Louis mandò un getto d’acqua alla ragazza affinchè venisse protetta. La sua piccola nube assorbì l’acqua mandata dal ragazzo e iniziò a ruotare più rapidamente, affinchè Gemma non risentisse di tutto quel calore. La maglietta di Zayn aveva iniziato a fumare, e la ragazza se ne preoccupò.
”Madre Natura non se ne frega niente di noi, siamo solo i suoi figli incaricati di fare quello che lei vuole senza che ci metta un dito in mezzo. Ma, cara Gemma, il problema non è lei. Tutto è precipitato con il tuo arrivo.”
”No, tutto è andato a post-“
”Ti sbagli” urlò Zayn, gli occhi che sembravano oro colato erano ancora più luminosi. “Da quando sei arrivata tu, il mio posto è stato rimpiazzato. Era il potere più grande, dopo di Harry. Ora che ci sei tu, sono sceso ancora più in basso e questa cosa non mi va per niente a genio!”
”Ma ti senti quando parli?” urlò Gemma, con un fulmine che si arrotolava al suo braccio, pronto per essere scagliato. “Stai facendo tutto questo” indicò Londra sotto di sé, “solo per invidia, Zayn? Fai sul serio?”
Il ragazzo strinse le mani in pugno e fece scoppiare un altro incendio proprio all’interno di Hyde Park.
”Io ero il secondo elemento più importante, il fuoco deve dominare perché ha in sé tutta la potenza che voi altri avete separatamente. Gli uomini hanno scoperto il fuoco per questo. Perché con esso hanno il potere su ogni cosa.”
”Tu sei impazzito, Zayn. Il fuoco non ha tutto il potere. E’ diviso tra noi quattro, insieme rappresentiamo la natura, il fuoco da solo non può far nulla, crea solo distruzione” urlò Gemma, sgomenta. Come aveva fatto a partorire un’idea del genere? “Io non ti ho soffiato il posto, era destino che l’aria stesse accanto alla terra, io non c’entro niente. Guarda cosa stai facendo” gridò, indicando la città per metà avvolta dalle fiamme. “Lì c’è la tua famiglia, Zayn!”  
Il ragazzo sollevò un indice per aria, interrompendola. “Loro non si ricordano nemmeno di me, perché dovrebbe importarmi qualcosa. Devo comandare io su questo mondo infame, è giusto così. Gli uomini hanno imparato a domare il fuoco, è arrivato il momento che l’elemento si ribelli e sprigioni tutte la sua energia.”
Gemma gli si avvicinò cautamente, con la pioggia che ruotavano intorno a loro. “Harry aveva detto che voi foste felici nell’Ateneo. Perché quell’armonia tanto ambita deve andare distrutta per questo?” gli chiese, e Zayn piantò i suoi occhi in quelli scuri della ragazza.
”Eravamo felici, ero felice, prima che arrivassi tu. Mi hai spodestato dal podio, facendomi andare al terzo posto insieme a Louis.”
Gemma urlò, facendo scoppiare un tuono sopra le loro teste. “Non c’è alcuna gerarchia, Zayn, quando ti deciderai a capirlo? Siamo tutti uguali, solo che abbiamo influenze diverse.”
In quel momento Zayn grugnì rabbioso, stringendo la mani in pugno. “No. Harry è il più saggio, la gemma più vecchia. Sarà sempre un gradino più in alto.”
”Pensa razionalmente. La terra è nata prima di qualsiasi altra cosa, persino dell’aria. Tu sei comunque importante, Zayn, il tuo potere è fondamentale per gli uomini. Non distruggerli, per favore.” Gemma stava perdendo le forze. Non ce l’avrebbe mai fatta da sola.
”Il fuoco è forte” rincarò lui. Gemma ingoiò a vuoto.
”Sì, come l’aria, la terra e l’acqua. Siamo forti, Zayn, siamo la reincarnazione della natura. Abbiamo il potere del mondo nelle nostre mani. Non lasciare che il pianeta ne risenta con questa faida tra noi. Se sono io la causa, mi dispiace di averti fatto pensare di essere stato abbandonato. Siamo tutti sullo stesso livello, non mi pare che io ed Harry abbiamo i seggi più in alto dei vostri.” A Gemma sembrò di stare parlando con un bambino. Con calma, gli avrebbe fatto capire tutto. “Ti prego, gemma del Fuoco, ritorna in te e contieniti. Se distruggi il mondo, non avrai nient’altro su cui avere il controllo.”
Zayn respirò affannosamente, mentre la nuvola scarlatta indietreggiava piano, ma lui rimaneva sempre fermo, sul punto di attaccare come una tigre accucciata nella erba alta.
Poi tutto si fermò, come se il tempo avesse smesso di far muovere le lancette dell’orologio. Harry e Louis giunsero accanto a Gemma, osservando Zayn abbassarsi lentamente. Il fuoco cessò di infervorare sulla città, le fiamme si lasciarono estinguere e la gente usciva nuovamente per strada per soppesare i danni. Gemma abbassò la guardia, facendo sparire i fulmini intorno a lei e lasciando che le nuvole smettessero di far piovere. Pian piano, ritornò la calma, e Zayn si perse a guardare la Londra distrutta sotto di sé. I suoi occhi tornarono ad essere normali, la maglietta smise di fumare e la fiamma che lo circondava si attenuò un poco. Harry aveva lo sguardo puntato su di lui, furioso, mentre Louis respirava affannosamente, lasciando che i suoi vestiti si asciugassero. In sottofondo l’allarme dell’Ateneo smise di suonare, mentre attaccavano le sirene delle ambulanze e dei camion dei pompieri.  Gemma riprese a respirare più lentamente, lasciando rilassare i muscoli intorpiditi delle dita.
Zayn sollevò lo sguardo sulle altre gemme che svolazzavano a debita distanza da sé, guardandolo con occhi infuriati. Il ragazzo ingioiò a vuoto e si morse il labbro tra i denti. “E’ vero, non posso controllare qualcosa dopo averlo distrutto.”
Harry si avvicinò a Zayn, incrociando le braccia al petto, con i capelli appiccicati alla fronte madida di sudore. “Sarai punito per quello che hai fatto.” Le nuvole si aprirono esattamente a metà, lasciando che Minosse giungesse su una specie di carro, la coda che si arrotolava su se stessa. Aveva il cipiglio in volto e i denti digrignati. Zayn annuì e gli si avvicinò con sguardo basso. Aveva rovinato tutto. Possibile che fosse stato così stupido da lasciarsi invadere dal suo stesso potere? Aveva perso il controllo, non era più sicuro. Minosse gli mandò contro delle ninfee aeree che gli legarono i polsi e lo portarono sul carro, facendo disintegrare la fiamma. Harry rimase immobile di fronte a tale scena. Gemma gli si accostò.
”E ora come la mettiamo?”
Il riccio sollevò le spalle. “Lo terranno sott’occhio per un po’, intanto manderanno una ninfa specializzata a controllare il fuoco, così come hanno fatto prima che arrivassi tu a prendere il comando delll’Aria.”
Gemma si strinse nelle spalle mentre Minosse scriveva qualcosa sul suo blocco e partiva via con Zayn, il ragazzo che lanciava solo un’occhiata al resto delle gemme immobili e ancora sospese per aria.
Louis si avvicinò agli altri due e incrociò le braccia al petto. “E’ così il cerchio si è riaperto di nuovo” ammise a malincuore. Gemma fece diradare tutte le nuvole affinchè il sole potesse rincuorare gli animi dei londinesi, poi creò un nebulosa in grado di vederci attraverso, e scorse Mullingar sana e salva, senza danni seri e apparenti. Controllò che a casa sua fosse tutto nella norma, e vide i suoi familiari stretti in dei plaid pesanti a proteggersi dal freddo. Strinse le labbra e fece sparire la nebulosa, tornando a guardare i ragazzi. “Purtroppo sì, Louis. Ci tocca aspettare.”
Harry prese la mano di Gemma e gliela strinse forte. “Sei stata grande, comunque.”
Louis le alzò il pollice e le sorrise, controllando la situazione sotto di sé.
”Grazie, ho fatto del mio meglio. Non volevo che finisse così.”
Harry le scompigliò i capelli. “Madre Natura avrà pietà di lui, lo metterà sul seggio in poco tempo.”
Louis si spazzolò i pantaloni neri, grattandosi poi gli occhi con i pugni chiusi. “Anche se la concezione del tempo è un po’ diversa, ma tornerà quanto prima. Ha avuto un attimo di cedimento.”
”Speriamo” disse Gemma accarezzando il palmo di Harry. Poi il riccio guardò Londra.
”Credo che dovremmo aiutare la gente a risolvere i problemi” affermò, e Louis annuì, dandogli una pacca sulla spalla.
”Vado ad arginare il fiume e ad aspirare le pozzanghere. Sono pericolose per la guida.” E sparì in un soffio, portandosi dietro l’odore di acqua stagnata. Gemma si legò i capelli scuri in una coda alta.
”Perfetto, andiamo” e lanciò uno sguardo al cielo che si stava aprendo totalmente, con un piccolo luccichio dove Zayn era scomparso. Harry scese prima di lei e si inoltrò tra le vie della città.
Gemma si perse a guardarsi attorno. Se non ce l’avesse fatta, sicuramente non avrebbe più avuto qualcosa da guardare. Zayn era stato sconsiderato, e sperò che Madre Natura e Minosse avessero pietà di lui. Era indisponente e cinico, ma il mondo aveva bisogno della sua gemma. Con quel pensiero in testa, scese in picchiata a sua volta, alzando il vento e ripulendo le vie imbrattate.
Il mondo aveva bisogno di loro.
Oltre ad essere gemme, sarebbero potuti essere anche degli ottimi supereroi in alcune circostanze.
Avrebbero ordinato il mondo e l’avrebbero sempre protetto, cercando di compiere il proprio compito al meglio. Gli uomini non ne avrebbero risentito. Avrebbero ristabilito l’armonia, e nessuna faida l’avrebbe spezzata, non più.





Spazio autrice
Ecco qui la seconda parte della os "The weather woman" di cui vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3231273&i=1 . Diciamo che nella mia testa doveva esserci solo un'unica parte, ma poi mi ero resa conto di quanto sembrasse interrotta la prima, e volevo anche conoscere il "mondo di lassù" e cosa ci sarebbe stato. Essendo poi un'amante del genere fantasy, mi dispiaceva lasciare incompleti i personaggi senza mettere in pratica i loro poteri, e così è nata l'idea di questa seconda parte :) Spero possa essere di vostro gradimento.
Visitate le altre mie storie :)
Un bacio, 
Elisa.

 
  
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