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Autore: Sylvia Naberrie    22/08/2015    3 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 17
"MISSIONE DI SALVATAGGIO"


Il solito fracasso mattutino giunse come previsto.
Noal si alzò a fatica. La pancia gli faceva ancora male dopo le percosse ricevute il giorno prima. Poco prima di alzarsi e vestirsi, il suo sguardo cadde sotto il letto di Nihall, dove giaceva la sua spada laser. Ancora non sapeva come prenderla senza farsi notare dai bambini e dalle guardie in giro per il palazzo.
Noal e gli altri bambini vennero scortati nella sala da pranzo, come sempre stracolma di bambini dai visi timorosi e impauriti. Noal si mise al suo posto e, poco prima di iniziare a mangiare, si girò verso la bambina accanto a lui (la stessa che la sera prima l'aveva aiutato a distendersi) e le sussurrò all'orecchio.
"Ci sono degli Jedi qua fuori. Vengono a liberarci! Quando sentiremo il segnale anti incendio dobbiamo scappare fuori. Loro ci salveranno!"
La bambina si girò stupefatta.
"E tu che ne sai?", sussurrò in risposta.
"La zabrak è una di loro. È una Jedi. C'è la mia mamma con loro, verranno a prenderci!", rispose concitato Noal.
"Sì, come no...", la bambina tornò a mangiare la sua brodaglia.
"È vero, ti dico!", insisté Noal.
"Se fosse vero, perché non si è protetta quando è stata frustata alla cava? Perché non ha reagito e non li ha uccisi tutti?"
Noal non rispose.
"Visto? L'ha detto solo per farsi bella ai tuoi occhi. Non c'è nessuno qua fuori. Nessuno conosce Ganath. Non verranno a salvarci...", continuò scolsolata la bambina.
"E invece sì. Ti mostrerò la sua spada laser. E mi crederai! Mi crederete tutti!"

Quando la lunga giornata di lavoro terminò e i bambini andarono nelle loro camerate, Noal si avvicinò alla bambina di quella mattina.
"Ehi"
"Ciao", rispose la bambina.
"Ehm... Scusami, ancora non ti ho chiesto come ti chiami", arrossì Noal.
"Elinor. Tu?"
"Noal... Senti, Elinor, io stamattina non mentivo. Ho anche parlato con la maestra di Nihall, la zabrak. Ho parlato anche con la mia mamma! Sono qui fuori, vogliono liberarci!"
"Ma se anche fosse, loro sono in due e qui c'è un esercito di uomini!", ribattè Elinor.
"Tre. C'è anche Nihall. E sono due Jedi e la mia mamma. Loro non conoscono il palazzo come lo conosciamo noi. Li aiuteremo! Metteremo questo posto in subbuglio! Dobbiamo essere delle vere pesti!", continuò Noal, stavolta più determinato. Elinor lo guardò tra l'incredulo e l'ammirazione.
"Avevi detto che c'era un segnale particolare..."
"L'allarme anti incendio!", la interruppe Noal, felice che la ragazzina cominciasse a cedere.
"Ok. Dobbiamo avvertire più ragazzi possibili, quelli più forti e fidati"
Noal l'abbracciò, felice che ora fosse dalla sua parte. Elinor rise e sciolse l'abbraccio.
"Non ti crederanno. Dovrai essere molto convincente"
Noal stava per aprir bocca, quando la guardia entrò e li fece coricare tutti. Il bambino tornò nel suo letto e, poco prima di stendersi, guardò Elinor facendole il gesto di tirare qualcosa dalla manica. Elinor annuì e andarono a letto.

Dopo mezz'ora da quando era andato a dormire, Noal si svegliò e in punta di piedi, andò da Elinor e le scosse la spalla.
La bambina si svegliò e annuì. Scese dal letto e lei e Noal iniziarono a svegliare tutti i bambini della camerata, intimando loro di non far rumore.
"Che succede?", sbadigliò un bambino strizzando gli occhi.
"Vi ho svegliato per avvertirvi che presto gli Jedi ci salveranno!", annunciò Noal.
I bambini lo guardarono stupiti. Poi cominciò un brusio di commenti.
"Sì, come no..."
"Guarda che hai sognato, bello"
"E se fosse vero?"
"No, non può essere..."
"Io voglio andarmene di qui!"
"Ha preso una bella botta in testa quello"
"I Jedi non esistono"
"Fate silenzio!", sussurrò concitata Elinor. Tutti si zittirono e la guardarono.
"El, non crederai a questo fessacchiotto?", chiese un ragazzino di circa tredici anni. Noal guardò Elinor speranzoso. La ragazzina gli lanciò uno sguardo dubbioso.
"Io... Sì. Gli credo. E dovreste farlo anche voi! Noal!", continuò Elinor girandosi verso il bambino.
Noal capì e sorridendo si precipitò verso il letto di Nihall e prese la spada laser. La sollevò in modo che potessero vederla tutti.
Vi fu un brusio di 'Oooh' ammirati.
"Questa è la spada laser di Nihall, la zabrak che è arrivata da poco. È una Jedi, si è infiltrata per salvarci"
Tutti guardarono ammirati Noal e la spada.
"Sì, certo...", continuò il ragazzino di prima. Noal lo guardò infastidito mentre quello si avvicinava.
"Sicuramente è finta. Dammela", ordinò porgendo la mano tesa. Noal strinse al petto la spada.
Se non gli credevano, doveva usarla.
'Fa' attenzione, non è un giocattolo'
Ricordandosi le parole di Nihall, Noal si allontanò dal gruppetto e prese l'elsa con entrambe le mani.
Come si azionava quell'aggeggio? C'erano due pulsanti. Noal presse quello rosso e per lo spavento quasi fece cadere la spada.
La stanza si illuminò di una luce azzurrina.
La lama era lunga e stretta e la sua luce, di un blu intenso, tremolava. Tutti i bambini guardarono sconcertati la spada.
Qualcuno stava lanciando gridolini eccitati, subito smorzati dagli altri bambini con una bella mano sulla bocca.
Ma tutti quei suoni e il sibilo della spada, non rimasero nascosti alla guardia che sostava fuori dalla stanza.
Immediatamente aprì la porta, mentre tutti i bambini si stringevano impauriti.
"Che succed... Ma che...?", l'uomo guardò allibito la spada laser e Noal. Il bambino rimase paralizzato dal terrore.
"Tu, moccioso..."
Ma un suono stridulo e assordante lo interruppe. La stanza si illuminò di rosso, mentre l'allarme anti incendio suonava per tutto il palazzo.
"È il segnale! Correte!", gridò Elinor. I bambini travolsero la guardia e fuggirono per i corridoi.
"Avvertite gli altri!", sentì ancora gridare Elinor.
Noal si ricordò della cintura di Nihall e con la spada ruppe la grata e prese la cinta, mettendosela in spalla. Poi cercò di disattivare la spada e uscì anche lui.
Ma l'uomo disteso a terra, travolto dalla fiumana di bambini, lo trattenne per la gamba.
"Fermo! Dammi qualla spada!"
Naol cercò di divincolarsi ma invano. La stretta dell'uomo era troppo forte.
"Dammela!"
"Mai!", gridò Noal colpendolo più volte sul setto nasale con l'elsa, finché l'uomo non lasciò la presa. Noal incespicò e corse via verso l'infermeria.
La guardia non c'era più ma la porta era ancora chiusa. Noal guardò il pannello dove la guardia inseriva il codice.
C'era una piccola spia rossa che lampeggiava. Accanto c'era scritto 'visite'.
Impaurito e confuso, il bambino azionò la spada e maldestramente colpì il pannello, facendo piovere una cascata di scintille.
Per via del blocco, la porta si aprì automaticamente e Noal osservò sconcertato la scena che gli si parò davanti.
Vide un uomo sulla sessantina, con il viso segnato da rughe e sfregi, vestito con una divisa mimetica, ergersi davanti alla Padawan, strattonandola per il colletto della tunica bianca.
L'uomo e la ragazza seduta sul letto si girarono in contemporanea a vedere chi avesse interrotto la discussione. Nihall vide la spada laser in mano a Noal e agì.
Prima che l'uomo potesse reagire, lo spinse in fondo alla sala con la Forza, facendogli sbattere la nuca contro un armadietto. Sempre con la Forza prese la spada laser dalle mani di Noal e parò i colpi di blaster dell'uomo che si stava riprendendo dalla caduta e aveva estratto dalla fondina il suo baster.
"Noal, vai via!", gridò la Padawan parando i colpi e indietreggiando verso la porta.
Il bambino uscì e si riparò dietro il muro, accanto alla porta. Nihall uscì e con la Forza chiuse la porta, sbloccandola.
Noal, tappandosi le orecchie per via del frastuono dell'allarme anti incendio, osservò Nihall sfiorare con la lama un lato della porta.
Non appena ritenne di aver finito il suo lavoro, si girò verso Noal e dopo essersi ripresa la cinta, lo trascinò via.

Pochi minuti prima che Noal venisse ad aprire la porta, prima che il direttore venisse a importunarla, prima che l'allarme suonasse, Nihall era inquieta.
Aveva passato tutto il pomeriggio a disegnare la pianta del palazzo nei fogli che le aveva portato Noal.
Aveva descritto come era entrata nel palazzo e dove si trovavano i suoi punti deboli. A parte aveva descritto il percorso per andare alla cava, dove si trovava un piccolo campo base di quei criminali. Poi, con un dispositivo che attaccò al comlink, scannerizzò i suoi disegni e li mandò alla sua maestra.
Ora era notte, non c'era un rumore in giro, eppure la Padawan non era tranquilla. Passò qualche minuto a meditare, quando la porta si aprì.
Pensò fosse Noal che era riuscito a portarle la spada laser prima del previsto. In quel momento si sarebbe sentita più al sicuro con la spada laser al suo fianco.
Invece vide il direttore di quel posto. L'uomo che le aveva fatto visita due giorni prima. Nihall lo guardò impaurita.
L'ultima volta aveva forse intuito che era una Jedi.
"Salve, Nihall"
"Buonasera, signore", rispose diffidente la zabrak.
"Come vedi, mantengo sempre le mie promesse. Allora... Hai qualcosa di nuovo da dirmi?", chiese mettendosi a sedere nello stesso posto di due giorni prima.
"Niente che non le abbia già detto l'altro giorno, signore"
L'uomo la osservò per qualche secondo e sospirò.
"Sai Nihall, penso che l'altro giorno non siamo partiti con il piede giusto. Desidero aiutarti ed esigo da te la massima sincerità. Perciò iniziamo dalle cose semplici. Io mi chiamo Othar, sono il direttore di questo posto. Ora parlami di te", ordinò. Nihall non rispose. L'uomo la guardò inviperito.
"Ho chiesto... Chi sei tu? Da dove vieni?"
"Gliel'ho detto. Vengo da Nar Shaddaa. I miei genitori sono trasportatori. Io li aiuto", rispose monocorde. L'uomo prese un foglietto che aveva in tasca.
"Il referto del medico dice che i tuoi genitori sono mercanti, non trasportatori", ribattè. Nihall si maledisse mentalmente.
"Infatti trasportano merci e le vendono", cercò di rimediare.
"Mmmh... E da dove vieni?"
"Da Nar Shaddaa"
"Dove sei nata?"
"A Nar Shaddaa"
"Come si chiamano i tuoi genitori?"
"Yiram e Xander", buttò lì Nihall.
"Dove sono nati?"
"A Nar Shaddaa!"
"Anche il tuo Maestro è di Nar Shaddaa?"
"Sì!", gridò esasperata Nihall.
Solo dopo si accorse del gravissimo errore che aveva fatto. Negli occhi dell'uomo vide una scintilla.
"Lo sapevo. Sei una Jedi. Quella treccia è il segno distintivo dei Padawan. Sì, sono molto informato riguardo l'Ordine. Bene, Nihall, ora che mi hai detto la verità, dimmi: dov'è il tuo Maestro? È qui fuori, vero? O è riuscito a infiltrarsi anche lui?", chiese mellifluo.
Nihall sostenne lo sguardo divertito dell'uomo, lo sguardo della volpe che finalmente ha raggiunto l'uva.
"Non so di cosa lei stia parlando", rispose nuovamente monocorde.
"Ti ho chiesto... Dov'è il tuo Maestro?", chiese con innaturale calma il direttore.
"Non c'è nessun Maestro", continuò la zabrak.
In quel momento l'allarme anti incendio scattò e Nihall sorrise. La sua maestra era finalmente arrivata.
Si girò a guardare il direttore, ma il suo fu uno sguardo di fuoco.
L'uomo le si avvicinò minaccioso e l'afferrò per il colletto della veste, strattonandola.
"È un tuo trucchetto vero? Stai avvertendo i tuoi amici di venire, eh? Bastarda! Non la passerai liscia!", gridò dandole un potente schiaffo.
In quel momento la porta si aprì e Nihall vide Noal con la sua spada laser in mano.
Finalmente poteva liberarsi!
Richiamò la Forza a sé e spinse lontano l'uomo, facendolo sbattere contro un armadietto. Si girò verso Noal e con la Forza attirò a sé la sua spada. Giusto in tempo per parare i colpi di blaster del direttore che, tentando di rialzarsi, aveva estratto intanto il suo blaster e aveva iniziato a far fuoco sulla ragazzina. Nihall indietreggiò verso la porta.
"Noal, vai via!", gridò, impaurita che l'uomo potesse mirare al bambino. Con la coda nell'occhio lo vide uscire e velocemente lo raggiunse, prima che l'uomo riuscisse a liberarsi e a correre verso la porta.
Con la Forza la chiuse e cercò di trovare un metodo veloce per tenerla il più possibile chiusa. Le balenò subito un'idea.
Prese la spada e con il laser della lama fece fondere il metallo della porta con lo stipite, sempre in metallo. Così la porta rimaneva saldata e sarebbe stato difficile, se non impossibile, per l'uomo lì dentro uscire.
Quando ritenne che la porta fosse stata saldata abbastanza, si girò verso Noal e vide la sua cintura sulla sua spalla.
La prese, se l'allacciò, prese per mano il bambino e fuggì via, sotto il suono incessante dell'allarme.












Note dell'autrice

Ok, calma, lo so che sono da squartare viva, a mia discolpa ('sì, questa ne ha sempre una...') posso dire che sto seguendo dei corsi universitari e ho avuto una bruttissima esperienza personale :(
Ma ora sono qui con un nuovo capitolo! ^^ spero vi sia piaciuto :)
Non ho molto da dire, anche perché devo tornare a studiare (sob)...
Come sempre grazie a Dragasi, famousdrago, erik3090, Aven90 e al nuovo arrivato NuandaTSP!
Che dire? Ah, ecco i link utili:

Il mio gruppo dedicato a EFP, dove potrete spammare le vostre storie: Gruppo fb "EFP Fandoms!"
Il mio profilo Ask: Sylvia Naberrie ASK

Perfetto :) ancora grazie per aver letto quest'altro capitolo e a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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