Videogiochi > Final Fantasy X
Segui la storia  |       
Autore: past_zonk    22/08/2015    3 recensioni
Aurikku! / Commovente / imho una delle migliori fanfiction di Final Fantasy di s-e-m-p-r-e!
C'è un gioco a cui giocano i bambini di Spira. Due o tre, o quattro, o cinque e persino sei si tengono per mano e camminano in circolo cantando questa piccola canzone.
Besaid Djose Kilika,
Bevelle Macalania,
Trova Sin a Zanarkand
Combattilo come Ohalland.
Poi cadono a terra, ridendo. Sanno che stanno emulando le morti degli invocatori e i loro guardiani? Credo lo realizzino solo da grandi. I giochi dei bambini celebrano il sacrificio e il martirio. I loro eroi muoiono sempre.
Benvenuto a casa, Auron. A Spira sei mancato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auron, Rikku
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao ragazze! Sono tornata *manda bacini*
Un avvertimento per questo capitolo: se trovate strano che il simbolo ritrovato sulla vecchia via Mi'ihen sia il simbolo di Marte, vi renderò tutto più chiaro: nella versione americana e giapponese del gioco, il simbolo legato ad Auron è quello di Marte, mentre in quella italiana - per motivi che boh - è quello di Saturno. Pace.
Ugh. Casini.
Buona lettura!




 
 


Soldier of Spira.

 


 

Auron:

 

Ho viaggiato lontano e visto molte cose.

 

Ho visto colori brillanti intarsiare i cieli del nord, e il tramonto morente sulle coste occidentali dell’oceano. Ho visto le assurde città sottomarine degli Hypello nei profondi mari orientali. Ho visto il leggendario Fiore della Fenice sbocciare nel lontano Vadaka, e ho visto il potente Evrae in volo, giocare nell’aria su Bevelle.

 

Ho visto le torri di Zanarkand risplendere di luce. Ho visto macchine che combattono, ridono, macchine che fanno l’amore. Ho visto l’intercessore di Zanarkand ballare nella Sala degli Invocatori. Ho visto orrori camminare fra le strade, idolatrati dalla gente. Ho visto i virtuosi peccare, e i peccatori sacrificarsi per salvare innocenti.

 

Ho visto la furia della Piana dei Lampi, la pace della Bonaccia, i misteri dei Boschi di Macalania. Ho visto il cielo dalla cima del Monte Gagazet, così blu da far male.

 

Ho visto mostri rompersi come vetro contro le nostre mura difensive a Klannathe. Ho visto il discreto, segreto funzionamento dei cancelli dell’Oltremondo. Ho visto la stronza dea Yunalesca nel suo freddo nascondiglio. Ho visto Guado ridere e Ronso piangere. Ho visto un Sin morire e un altro nascere.

 

Ho visto una generazione di Miliziani massacrata.

 

Ho visto l’ultima carica dei Cavalieri Chocobo.

 

 


 

 

La fine delle storie.

 

 


 

 

Auron:

 

 

 

Corriamo dall’agenzia al recinto fuori. Il mostro è dietro di noi, sul tetto, con un terrorizzato chocobo urlante fra le grinfie. Salta sul terreno e noi ci affrettiamo a metterci in formazione. Ancora una volta, Yuna cerca di entrare in prima linea prima che io la fermi e la rimandi indietro. Devo decisamente iniziare delle sessioni d’allenamento più regolari.

Il mostro è enorme, e sì, è dello stesso tipo che io, Braska e Jecht combattemmo anni fa. Forse proprio lo stesso? Avevo ucciso quel—La cosa mi graffia il petto. Devo fare attenzione. Sono ancora tristemente fuori allenamento per combattere mostri così potenti. Faccio usare la sua abilità Blind al blitzer, e il mostro è accecato momentaneamente. Faccio tornare velocemente dietro lui per far avanzare il Ronso. Tidus si lancia e affonda un colpo veloce. In una battaglia come questa bisogna agire con spirito di squadra.

Ho visto accadere che due combattenti si facessero entrambi avanti per sferrare un colpo, allo stesso momento, per poi fermarsi entrambi, aspettare l’altro, e muoversi entrambi insieme di nuovo. Mentre cercavano di regolare la cosa il mostro aveva trinciato via una delle loro teste, e tranciato l’altro prima che io potessi fare qualcosa. Sarebbe dovuto essere facile, ma non erano allenati adeguatamente. Colpa mia. Avrei dovuto allenarli meglio. Attoc, un ragazzo bruno che combatteva con la sinistra. Gli piacevano i dolci. Adorava i bignè che le cucine preparavano nel finesettimana. Elma, capelli neri e occhi blu e profondi. Soffriva il solletico, e ne era terribilmente imbarazzata. Adorava l’odore dei fiori di campo, e li indossava fra i capelli. Erano migliori amici, forse di più. Morirono a Klannathe. Sarei dovuto essere più severo con loro. Colpa mia.

Il mostro cercherà di buttarci giù dal dirupo che s’affaccia sulla vecchia strada. Questa consapevolezza acquisita dall’ultima volta che l’ho combattuto è preziosa. So cosa fare dall’inizio – colpi potenti per catapultarlo sulla schiena, poi spingerlo giù dal dirupo. Abbiamo tutti Haste questa volta, Lulu e Kimahri colpiscono il mostro, mentre il blitzer entra per accecarlo quando serve. Finalmente lo spingiamo verso il burrone ed è qui che chiamo Yuna. Ecco cosa stava aspettando, per cosa si è allenata. Si fa avanti mentre noi indietreggiamo, e danza una serie di movimenti stilizzati. Un dragone piumato cala dal cielo e finisce il mostro con un forte colpo. Ci vorrà tempo perché Valefor abbia di nuovo pronto l’attacco, ma è per questo che li teniamo pronti.

Hanno ricordato le lezioni. Sono stati bravi, Yuna in particolare, e così dico loro. Mi muovo di lato per lasciare che Tidus aggiunga le sue congratulazioni alla giovane invocatrice. Per il momento, sono soddisfatto. Dopo la battaglia, Rin fu gentile, e l’allenatore chocobo quasi pateticamente grato. Chiusi il mio occhio e sospirai mentalmente. Sapevo cosa stava per succedere, e non c’era nulla che potessi fare per impedirlo.

Aspetta. Sta arrivando. Aspetta…

“Vi prego,” disse Rin, “Usate questi chocobo gratuitamente in segno di gratitudine.”

Ecco qui.

Gli altri accettarono rapidamente, felici della proposta. Spendemmo l’ora dopo a riposarci dalla battaglia e caricando gli uccelli. Non mi sento a mio agio sui chocobo, ma sono un fantino accettabile. Montammo in groppa e ci muovemmo sulla strada a nord. A favore dei chocobo dirò questo – sono veloci. Possono sorpassare circa qualsiasi mostro. C’è da meravigliarsi che non investano più viaggiatori innocenti. Ci allontanammo veloce dalle persone sulla strada. Penso sorpassammo anche Maechen. In meno di due giorni fummo ai cancelli della Via Micorocciosa. Lì, li feci fermare. Gli altri mi guardarono stupiti. Parlai a Yuna. “Mi è stato detto di un oggetto qui vicino che potrebbe essere d’aiuto nel pellegrinaggio. Se sei d’accordo, non dovremmo metterci molto a trovarlo, con questi chocobo.”

 

“Oh. Certamente, Sir Auron. Come dite.”

 

Mi guardai attorno per la stradina laterale che Rin m’aveva detto ci sarebbe stata. Quando la trovammo, ci portò alla vecchia strada originale che corre sotto la nuova che avevamo percorso. Cavalcammo attraverso una fitta boscaglia, le mura della gola che s’ergevano da entrambi i lati, fino ad arrivare ad una zona aperta dove una donna allenava chocobo. Ci ri-immergemmo nella foresta e giù per un percorso stretto e sinuoso, per arrivare finalmente in un’angusta piccola radura. C’era qualcosa di semi-sotterrato nel terriccio lì. Scendemmo dagli animali, e Tidus corse oltre me per aprire il vecchio baule. Lo raggiunse, poi mi porse qualcosa.

 

Un’ondata di rabbia mi percorse. Il simbolo di Marte! Ho portato queste persone fin qui per questa schifezza! Lo presi dalla sua mano e lo lanciai il più lontano possibile. Sigilli, simboli, armi leggendarie, tutto inutile! Cosa fa vincere in battaglia, quello che ti tiene vivo quando gli altri muoiono, sono le abilità e l’allenamento! Fidarsi dei propri compagni! Reazioni svelte e appropriate! Niente – niente! – che proviene da un baule! Sopravvivi grazie a quelle ore tediose che passi a preparare i pochi estremi momenti di combattimento. Quando i mostri si avvicinano, quando tutto ciò che senti è il cuore che ti batte nelle orecchie, e c’è sudore nei tuoi occhi, sangue fra i denti, paura nelle vene, ed è ora! È qui! E stai facendo tutto bene, e così pure gli altri attorno a te, e non stai neanche pensando ma le tue braccia e gambe si muovono, scattano, infilzano, bloccano, e copri le persone attorno a te, e loro coprono te perché è così che siete stati allenati! Ore e ore e ore di allenamento! Un allenamento che dura una vita. Questo è quello che terrà questi giovani vivi, non…

 

Mi stavano fissando. “Sono stato…mal informato. Mi scuso.” Rimontammo sui chocobo. Non mi arrabbio spesso. Tennero tutti le distanze nel tragitto di ritorno al cancello. Il viaggio non era stato un totale spreco di tempo. Esplorarono un po’, e trovarono degli oggetti utili in zone difficili da raggiungere – certe armi, e una sfera. Ma avrei dovuto parlare a Rin, o a Maechen, o a chiunque avessi incontrato, e spiegare cosa ritengo vitale, e cosa no.

 

Ritornammo ai cancelli per trovarli chiusi al passaggio, persino agli invocatori. La guardia lì ci spiegò finalmente cosa stava succedendo. L’Operazione Mi’ihen. Il piano di Al Bhed e Miliziani uniti. I Miliziani avevano riunito mostri vivi dall’intera regione, sperando che Sin fosse attratto dalla loro concentrazione. Il loro ruolo era attrarre Sin nell’area aperta e tenerlo mentre gli Al Bhed avrebbero attaccato con delle armi potenti ma non esattamente mobili che avevano trovato in certe antiche rovine. Credevano che se potevano tenere Sin alla giusta distanza e non farlo muovere, il piano sarebbe riuscito. Un rischio. La zona d’attacco era apparentemente molto stretta. Non era prettamente un cattivo piano. Ma non avrebbe funzionato. Tutti loro non capivano veramente cosa Sin fosse. Certamente, alcuni lo sapevano. C’era più di un piano in atto, qui.

 

Bene, bene. Ecco il Maestro Seymour.

 

“Ecco che ci incontriamo ancora, Lady Yuna.” I capelli dell’uomo mi affascinavano – era un modo per imporsi? Un protesta? Aveva perso una scommessa?

 

“S-sì?” aveva balbettato lei.

 

“Sembri preoccupata. C’è qualcosa che io possa fare?”  Si mantenevano col vento? Come faceva a infilarsi una maglia?”

 

“Beh…” rispose Yuna, lanciando un’occhiata al cancello.

 

“Capisco.” Ovviamente non poteva indossare un cappello. Come dormiva? Cuscini speciali? Seymour ordinò alle guardie di farci passare. Lo seguimmo attraverso i cancelli e lui si fermò per parlare a un gruppo di Miliziani che s’era formato dall’altro lato. “Coraggiosi Miliziani di Spira, protettori di tutta Spira. Credete nel sentiero che avete scelto, lasciate che la fede sia la vostra forza! Io, Seymour Guado, maestro di Yevon, assisterò alla vostra impresa, oggi.”

 

Come li lava? Forse usa un team specializzato? Li paga all’ora o per ogni servizio? I giovani Miliziani a cui si era rivolto risposero alle sue parole con entusiasmo. Wakka ne fu meno colpito. “Che sta succedendo? Perché Maestro Seymour aiuta i Miliziani, eh? Usano le macchine Al Bhed! Violano gli insegnamenti!”

 

Bella domanda, blitzer.

 

“Anche se vanno contro gli insegnamenti,” rispose Yuna, “Sono disposti a sacrificarli per il bene maggiore. Wakka, penso che anche Maestro Seymour la veda così.”

 

Non ci sei andata neanche vicino, Yuna.

 

“Chiediglielo tu stesso,” dissi io. Si stava avvicinando. Camminò verso di me.

 

“Ah, Sir Auron. È un onore. Sarei molto interessato di sentire cosa avete fatto in questi dieci anni.”

 

Beh, ovviamente i miei lavori di beneficienza mi hanno tenuto impegnato, brutto –

 

“Non ho niente da dire.” Camminai via, lasciando Wakka e Seymour alla loro discussione dottrinale.

 


 

 

Risposte alternative alla domanda di Seymour:

 

Il campionato mondiale di Poker.

 

Ho venduto propano e accessori al propano.

 

Ho rotto culi e mi sono fatto un nome, Seymour.

 

Mi sono chiuso in una baita nel bosco a scrivere fan fiction Hermione/Piton.

 

Seymour, sono tuo padre.

 

 


 

 

Quando Seymour se ne andò, il gruppo iniziò a percorrere la Via Micorocciosa. C’erano un sacco di Miliziani che correvano in ogni direzione. Molti di loro si fermavano un momento per dire qualcosa a Yuna, o darle piccoli regali. Non mi diedero molto fastidio, come in precedenza. Forse perché, mentre questi Miliziani apprezzavano Yuna per quello che stava facendo per loro, avevano anche a mente che se l’operazione Mi’ihen avesse avuto successo, Yuna non si sarebbe dovuta sacrificare. C’era una sorta di innocente speranza in questi giovani guerrieri.

 

Anche i tuoi cadetti avevano dell’innocente speranza a Klanneth, Auron. Come andò a finire?

 

Quella Micorocciosa era una regione di strane, storte formazioni rocciose. L’area era spopolata, e c’erano mostri abbastanza forti a percorrerla. Ne incontrammo alcuni, e potei già vedere i risultati del mio programma di allenamento. Questi giovani sapevano cosa fare. Stavano iniziando a prevedere il loro ruolo, iniziando a seguire il combattimento come un processo che si dispiega, ad anticipare invece che a reagire solamente. Erano promettenti.

 

I tuoi cadetti anche, lo erano, Auron. Peccato che ne morirono così tanti, così giovani.

 

Silenzio.

 

La strada ci fece risalire, e scendere, ma si tenne generalmente verso nord, e in salita. Ogni tanto un combattente o un cavaliere chocobo ci passava davanti. Richiesi pause regolari per riposare e curarci. Non volevo arrivare neanche vagamente vicino Sin stanco e impreparato.

 

Non è un bene essere impreparati, Auron. Chiedi ai tuoi cadetti.

 

Silenzio, dannazione!

 

Raggiungemmo l’area di comando, e trovammo i due amici Miliziani di Yuna lì, a discutere. “Perché solo tu, capo? Anche io voglio combattere!”

 

“Gli ordini sono ordini.”

 

“Non sono più un cadetto, signore! Lasciami venire con te, e lo proverò!”

 

“Fare la guardia al comando centrale è importante, sai.”

 

“Ma sono venuto fin qui da Besaid per combattere Sin, signore!”

 

Santo Cielo, il ragazzo voleva combattere Sin. Ovviamente. Sedici anni fa, tutti i cadetti che allenavo volevano difendere Klannathe, e mi fu ordinato di guidarli. Giovani combattenti – sempre spaventati che la battaglia non li avrebbe aspettati, come se non ci fosse stata un’altra occasione per combattere e dimostrare valore, per perdere la vita. Sapevo, senza chiedere, sapevo quasi senza pensarci, lo sapevo fin nelle ossa, che i vecchi Miliziani facevano così per i più giovani. Mi fece quasi sorridere. Vecchi soldati che si prendono cura dei giovani. Che insegnano loro a tenere la testa bassa. A stare attenti. A tenersi la vita.

 

Huh. Questo vecchio soldato era a terra. Il blitzer gli ha sferrato un pugno, e ora Tidus lo stava trattenendo. Ricapitolo in mente gli ultimi stralci di conversazione che ho sentito senza ascoltare. Ah, l’uomo aveva convinto il fratello maggiore di Wakka a entrare nella Milizia, ed egli poi era morto. Già. Succede.

 

“Quando giocavamo a blitz insieme,” sputò Wakka, “Chappu diceva sempre…diceva – quando avremmo vinto la Coppa, eh? – si sarebbe proposto a Lulu. E poi un giorno…parte e diventa un Miliziano. Così.”

 

Il Miliziano si alzò. “Chappu mi disse…che stare con la tua ragazza è bello…ma tenere Sin lontano da lei è anche meglio.”


Wakka si voltò verso Lulu. “Lu, lo sapevi?”

 

“Luzzo me lo disse…prima di partire.”

 

“Anche lei, mi ha colpito,” disse il Miliziano.

 

Un cavaliere chocobo cavalcò e ordinò alla Milizia di raggiungere la spiaggia.

 

“Ecco la mia chiamata,” disse il Miliziano, e camminò via.

 

Wakka lo lasciò camminare per un po’, poi lo chiamò “Luzzu! Non morire lì fuori.”

 

“Così potrai colpirmi ancora?”

 

“Ancora, e ancora!”

 

Interessante. Questo blitzer sta mostrando più profondità di quanto immaginassi. Riesce a esprimere un po’ di rabbia. Il Miliziano si voltò, e Yuna fece un passo verso di lui. “Luzzu, ti prego! Ti prego, non andare!”

 

“Devo, Yuna.”

 

L’uomo doveva andare. “Lascialo andare,” le dissi. “Quell’uomo ha già deciso il suo destino…come facesti tu quando diventasti un’invocatrice.” Capì in quel modo. Lo guardò per un momento, poi abbassò lo sguardo, e si spostò dalla sua strada. L’uomo camminò via, e noi andammo al posto di comando. Passammo degli enormi cannoni Al Bhed posizionati sulle alture. Giù alla spiaggia c’erano delle spore di Sin chiuse in gabbia, e file di Miliziani e cavalieri.

 

Un cavaliere cavalcò verso noi e parlò a Yuna, “Giovane invocatrice! Eccovi! Il centro di comando è da quella parte. Maestro Kinoc è lì.”

 

Kinoc? Guardai verso la spiaggia di nuovo, nel modo in cui le cose erano organizzate, e lo seppi. Ovviamente, Kinoc era qui.

 

Il giovane Miliziano di Besaid faceva di guardia all’entrata, infelice del suo ruolo. Gli altri cercarono di tirarlo su. Io gli dissi di fare il suo lavoro.

 

Nella tenda, Kinoc si alzò a m’abbracciò. Eravamo stati studenti insieme, poi guerrieri monaci, poi giovani comandanti. Era stato il miglior amico della mia giovinezza. È cambiato negli ultimi dieci anni. È fuori forma. Non passa molto tempo sul campo di battaglia con le truppe, ormai.

 

“Avevo sentito da Seymour, ma non sapevo se ci saremmo effettivamente incontrati. Bello rivederti, Auron! Dieci anni, eh?”

 

Il giovane Miliziano corse e riportò a Kinoc che le truppe erano pronte. Kinoc annuì e lo dismise. Si rigirò verso me.

 

“Dimmi, Auron. Dove sei stato negli ultimi dieci anni?”

 

Che domanda interessante, Kinoc. Seymour Guado osservava attentamente. Quando Seymour me l’aveva chiesto, era stata una provocazione. Sapeva dove ero stato. I suoi maestri gliel’avevano detto. Ma lui non sapeva che io sapevo che lui sapeva. Ma tu cosa sai, Kinoc? Quanto in alto nella struttura di potere sei veramente? Kinoc era a capo del braccio militare della Chiesa, i guerrieri monaci, i Miliziani, e le Guardie Speciali del Tempio. Era un maestro, uno dei quattro. Aveva ottenuto la sua posizione con abilità e fedeltà. Ma conosceva la verità? Sapeva cosa giaceva davvero nel cuore di tutto?

 

Sapeva della guerra in Paradiso?

 

“Non abbiamo tempo per questo, ora, no?” gli chiesi.

 

Si avvicinò. “Questo piano non funzionerà, lo sai. Li faremo sognare solo un altro po’.”

 

Poi Seymour lo chiamò, e Kinoc  si allontanò con lui per iniziare l’operazione.

 

“Quel Kinoc,” mormorai, abbastanza forte da farmi sentire, “un maestro?”

 

Si voltò. “Ho sentito, Auron. Un sacco di cose sono successe negli ultimi dieci anni. Cosa stavi facendo, e dove?”

 

“Mantenevo una promessa fatta a un amico. Lo sto ancora facendo.”

 

Camminò oltre me, si fermò giusto vicino, e mi chiese senza girarsi, “Dimmi solo una cosa. Hai visto Zanarkand?”

 

Quanto sai,  Kinoc? Zanarkand è zona di guerra, L’Oltremondo è in subbuglio, e qui c’è del trambusto persino con Sin. Gli intercessori si ribellano, gli eoni fanno strategie, e armate di morti provano a forzare i Cancelli dell’Oltremondo. C’è una guerra in Paradiso, Kinoc. Cosa ne sai? Mi volto senza dargli alcuna risposta.



Auron:

 

Salgo con gli altri in alto sulla scogliera e guardo in basso verso la spiaggia giù, verso le bandiere coraggiose di colori vivaci, masse di Miliziani e cavalieri in linea, ad aspettare, all’ irrequieta attività dei padiglioni Al Bhed, al lavoro per accendere le macchine. Le truppe di difesa affronteranno le spore di Sin sul bordo dell’acqua – no, folli! Sono mostri d’acqua! Attrarli sull’asciutto è l’idea migliore! Ma i cavalieri hanno bisogno di spazio per la loro avanzata.

 

Kinoc, cosa hai fatto? Questo è il tuo piano, vero? Ha tutte le tue impronte. Li fai mettere su una spiaggia troppo stretta. C’è solo un piccolo, insulso passaggio per la salvezza. Hai detto loro che sarà facile difenderli se devono far ritirata? Ma non c’entreranno, vero? Saranno sbattuti contro le scogliere, schiacciati l’uno contro l’altro, la maggior parte di loro impossibilitati persino ad alzare la spada, intrappolati e soli. Non avete detto loro questo. E i Miliziani, e gli Al Bhed, perfettamente decisi a portare avanti la loro missione, ma completamente lontani per supportarsi a vicenda. Sin distruggerà prima un gruppo, poi l’altro. Piccoli cambiamenti avrebbero potuto permettere loro di proteggersi, ed essere vagamente più utili nei loro ruoli.

 

E non ne sono sicuro, ma alla postazione di comando non vedo molti Al Bhed. Non c’è comunicazione fra le forze, vero? Inimmaginabile che parlino direttamente gli uni agli altri.

 

Tutti i messaggi partono dal tuo staff, Kinoc? Quindi né i Miliziani né gli Al Bhed potranno ritirarsi, perché non possono avvertire gli altri, e non abbandoneranno gli alleati senza avvertire. E anche se volessero ritirarsi, non ci sono chiari piani di ritirata.

 

Avrebbero sempre fallito, Kinoc. Hai manipolato il campo di battaglia in modo da moltiplicare le morti. I Miliziani avranno una generazione da recuperare, e saranno molto più obbedienti alla Chiesa. Gli Al Bhed saranno indeboliti, e incolpati per la sconfitta. E la Chiesa ne uscirà pulita. Giusta.

 

Kinoc, combattemmo insieme ad High Reach. Rischiasti tutto per me ad Oconal. La tua faccia fu la prima che vidi dopo la carneficina di Klannathe. Guardo in basso alle spiagge di Mi’ihen e mi chiedo cosa sei diventato.

 

Sono distratto quando uno dei mostri più grandi scappa, e il gruppo deve prendersene cura. Sorrido quasi a vedere quanto bene lavoriamo insieme, alternando Tidus per lanciare Haste, Wakka a tenere la testa del mostro impegnata mentre noi attacchiamo il corpo. Il mostro non è ancora ridotto completamente in lunioli che sentiamo urla dalla spiaggia. Corriamo a vedere. Qualcosa sta raggiungendo la stretta baia, come una ragnatela nera che si spande sulla superficie dell’acqua. Come una contaminazione. Come la corruzione. Lo posso sentire. Lo posso odorare. È Sin.




Sin erutta dalle onde, sorgendo sempre più in alto, sovrastando l’acqua! Ora i cannoni sparano dalle alture, colpiscono Sin, e dei pezzi cadono dalla sua pelle giù in acqua. Diventano mostri e corrono verso la spiaggia. Ora più di mille ne cadono da Sin. La spiaggia è un caos ondeggiante di spade lucenti, di coraggio, paura e disperazione, ma un occhi allenato può vedere – sull’estrema sinistra delle linee d’attacco degli uomini stanno cadendo, le spore rompono le fila. I Miliziani si fanno indietro. I corni risuonano, le lance s’abbassano, e i Cavalieri Chocobo caricano! C’è sangue in acqua, sangue nell’aria. Il terreno trema, i chocobo urlano, i cannoni ruggiscono, uomini e donne imprecano, piangono, pregano, muoiono.

 

Sin! Sin è…

 

“Attenti!” piango, e mi lanciò su Yuna per proteggerla. C’è un flash bianco, e perdo conoscenza per un attimo. Mi risveglio e zoppico rimettendomi in piedi. Dietro di me vedo Seymour Guado affrontare il mostro che il nostro gruppo non ha finito poco prima. Ma il mio occhio è attratto da Sin. Sin è ora avvolto da uno scudo di energia. Avevo visto l’inizio di un pulsare di luce, prima di gettarmi a terra. Ora guardo verso la spiaggia. Miliziani, cavalieri, mostri, chocobo, sono tutti…andati.

 

Dietro di me, Seymour lancia incantesimi al mostro, e Yuna s’è quasi ripresa. Insiste sull’aiutarlo. Mi volto e prendo il controllo della battaglia, eliminando entrambe le braccia, e chiedendo a Seymour di usare il suo attacco speciale – Requiem. Lui non vuole, ma io ne ho sentito parlare e lo voglio vedere. Insisto.

 

È sicuramente…colorato.

 

Quando il mostro è morto mi volto ancora una volta verso le spiagge di Mi’ihen, dove Sin sta raggiungendo il padiglione Al Bhed. Gli Al Bhed aprono il fuoco. È potente, incrina lo scudo di Sin, si avvicina quasi a Sin stesso, e per un momento permetto a me stesso di sperare.

 

Dovrei far meglio che sperare.

 

Lo scudo di Sin è più forte. Recupera, si espande, si allarga verso le armi. Le tocca. C’è una fiamma, un flash, e un’enorme esplosione. L’arma Al Bhed esplode in pezzi, scuotendo il padiglione Al Bhed.

 

È fatta.

 

È finita.

 

Centinaia di storie si sono concluse oggi.

 

Auron:

 

Chi scriverà le lettere?

 

Prossimo capitolo: Gran Sorriso!































 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy X / Vai alla pagina dell'autore: past_zonk