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Autore: M00NY1    22/08/2015    5 recensioni
Harry Potter vive una vita infelice all'età di 27 anni. Costretto ad andare ad una incursione degli Auror salverà delle persone ma non sono chi lui si aspettava. L'ultima goccia che fa traboccare il vaso, decide così attraverso un viaggio temporale di tornare al se di 11 anni ma le cose non accadono sempre come vorremmo noi e... Serpeverde!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Luna
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Salve potterheads! Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite e le seguite. Un Particolare ringraziamento a Xavier7 e Ansem6 per aver lasciato un commento. Rinnovo il mio invito a lasciare commenti che fanno molto piacere e mi aiutano a tradurre prima.
La traduttrice.
Disclaimer : Io non possiedo i personaggi di Harry Potter e tutto ciò che può essere riconosciuto appartiene a J K Rowling. Nulla è stato scritto e tradotto a scopo di lucro. 
Capitolo Tre
 
Capitolo 3
Harry si svegliò a causa di Apep che gli stava leccando il collo e del gufo con la posta che picchiettava alla finestra. Velocemente chiese ad Hagrid come si pagasse e lo fece, poi estrasse la chiave della Gringott da una tasca.
“Cos’è questa Hagrid?”
“Cosa? Oh, questa è la tua chiave della Gringott, per la banca. Puoi tenerla ora ma cerca di non perderla perché ci sarebbe una grossa tassa da pagare per rimpiazzarla.”
“Grazie”
“Faremo meglio a muoverci, abbiamo tanto da fare oggi.”
Presto uscirono e attraversarono su una piccola imbarcazione il mare fino alla terraferma, Harry apprezzò lasciarsi i Dursley alle spalle con la testa libera di vagare senza dover rispondere alle domande che l’avevano tormentato la prima volta perché aveva già le risposte. Non domandò ad Hagrid cosa intendesse per “volai” e scoprì che aveva ancora la moto di Sirius. Harry aveva fatto bene a dire che associava cose positive al suono delle moto. Sapeva che avrebbe potuto affermare l’innocenza dopo un po’ ma qualche *colpo di tosse* centinaia *colpo di tosse* accenno non poteva guastare. Prendere la metropolitana fu un’altra divertente esperienza perché l’Harry più vecchio sapeva gustarsi le cose meglio del più giovane se stesso. Hagrid adottò in particolare approccio alla politica facendo una analogia tra il governo di Caramel e l’allevare un drago.
Harry bombardò il mezzo gigante di domande alla quale originariamente non ricordava come avesse risposto ma ricordava di aver fato e che gli erano permesse fare. Era la regola d’oro dei Dursley: non fare domande. Presto si trovarono fuori dal Paiolo Magico sul punto di entrare, comunque Harry decise di non voler ripetere una cosa.
“Hum, Hagrid… avevi detto che sono famoso…”
“Certo, tu hai sconfitto Tu-sai-chi, ci sono pochi famosi quanto te.”
“Bene, dunque, visto che ci sto ancora facendo l’abitudine…pensi che potrei indossare un cappello ed tu potresti evitare di menzionare il mio nome finché non sarò abituato alle folle?”
“Accidenti! Non ci avevo nemmeno pensato. Hai una bella testa sulle spalle, penso di avere dei soldi babbani da qualche parte. Dovrai comprarlo tu, io confondo la gente. Andiamo al negozio per turisti che abbiamo appena passato.”
Harry fu smodatamente felice di comprarsi un cappello nero con lo stemma della nazione ed attraversarono il Paiolo Magico verso Diagon Alley  senza dover stringere mani e senza introdurre Raptor . Aveva anche pensato di costringerlo a prendergli la mano per vederlo bruciare e così tutti avrebbero visto Voldemort risorto.
“Faremmo bene ad iniziare dalla Gringott .”Disse Hagrid muovendosi facilmente attraverso la folla, Harry invece dovette sgomitare per stargli dietro.
“Gringott?”
“Ah, la banca dei tuoi.”
“I miei mi hanno lasciato denaro?” Harry tentò di sembrare sorpreso e di non pensare che i bastardi erano ancora vivi da qualche parte approfittando del conto in  banca dei Potter, non che stessero pianificando di svuotarlo prima che lui raggiungesse la maturità.  Harry presunse che questo fosse uno dei motivi che portarono Nott dai Potter. Il mangiamorte aveva lavorato nel dipartimento delle finanze alla Gringott, e si era molto interessato al conto dei Potter. Nott si era ritirato anche molto in fretta cosa che fece pensare che volesse che Harry li trovasse apposta.
“Certo. Non avrai pensato li tenessero a casa loro, vero? Il posto più sicuro è la Gringott, eccetto forse Hogwarts.”
“Ci sono molte cose tenute ad Hogwarts?” Chiese Harry con sorriso innocente ma ghignando dentro di se.
Hagrid inciampò sui suoi piedi per un momento ma dopo continuò.
“Non in molti, no.”
Fecero in fretta ad entrare nell’edificio bianco ma Harry prese nota dell’iscrizione sulle porte - era un incantesimo, uno protettivo a difesa della banca.  Aveva un grande difetto, per rivelare oggetti rubati dovevi passare attraverso le porte e non dal tetto.
“Straniero, entra, ma tieni in gran conto 
Quel che ti aspetta se sarai ingordo 
Perché chi prende ma non guadagna 
Pagherà cara la magagna 
Se cerchi nel sotterraneo 
Un tesoro che ti è estraneo 
Ladro avvisato mezzo salvato: 
Più del tesoro non va cercato.”
Harry rifletté, chiedendosi inutilmente dove fosse finito il grande drago bianco. Non lo aveva più visto dopo essere arrivato ad Hogwarts. Charlie non menzionò nulla al riguardo.
“Folletti Harry. Meglio essere attenti. Possono essere ingannevoli.”
Harry fece un cenno con le testa rispettosamente verso il folletto a guardia delle porte che sembrò un po’ sgomento prima di rivolgergli un ghigno a 32 denti.
“Hai la tua chiave? Io devo svolgere degli affari quindi potremmo…” Iniziò Hagrid anche se Harry non era interessato.
“In verità ,Hagrid, ti dispiace se prendo i miei soldi da solo? Sarò qui ad aspettarsi tanto avevi detto che è un posto sicuro.”
“Hum è solo…” Hagrid sembrò molto insicuro ma Harry gli fece un sorriso innocente.
“Sono sicuro che i tuoi affari siano molto importanti.” Harry vide il petto del mezzo gigante gonfiarsi un po’,  ghignò come questo gli fece  un cenno d’assenso e gli permise di andargli avanti come il folletto chiamò il prossimo.
“Il prossimo!”
“Buongiorno, possa il tuo oro scorrere libero.” Ad Harry era stato dato qualche insegnamento di etichetta dei folletti dopo essere stato nominato amico della nazione dei folletti. C’erano tante piccole cose che non importavano ai maghi e facili da assimilare. Lesse la sorpresa sul volto del folletto ma anche del piacere.
“E siano le tue tasche piene di tesori. Come posso aiutarla?”
“Vorrei prelevare tutto il denaro che c’è sul mio conto e vorrei comprare una borsa con incantesimo di protezione che possa usare solo io. Oh, e vorrei convertire del denaro in sterline una volta finito con le scartoffie.”
Disse Harry fermamente con tono di voce importante.
“Una borsa incantata ti costerà non meno di cento galeoni” Lo avvisò il folletto.
Harry alzò il sopracciglio. “Se una cosa del genere costa così tanto non deve essere che buona.” Durante le lezioni fu scioccato di scoprire che ai folletti piaceva essere insultati e che servisse a mercanteggiare. Non c’erano eccezioni e presto Harry ordinò la borsa abbastanza da contenere tutti i suoi soldi e potervi accedere solo lui.  Gli sarebbe costato quindici galeoni in più per far si che nessuno imparentato con lui ne avesse accesso. Brianclaw cercò di spiegare ad Harry che lui non possedeva parenti stretti e per questo Harry lo aveva guardato in maniera derisoria “Lo so che non ne ho.” Questo aveva fatto vacillare Brianclaw indietro dallo shock, comunque non dubitava che Silente e i Potter avessero pagato i loro folletti per non dire nulla, ma questo era un altro folletto e come loro non avrebbe fatto uscire informazioni specialmente dopo che aveva lasciato la camera blindata. Brianclaw infatti si accorse che aveva lasciato un solo zellino e lo guardò scioccato. “Le forniture scolastiche devono essere aumentate di prezzo dall’ ultima volta che ho controllato.”
“Bene, il pezzo deve essere cambiato da quando io ero a Diagon Alley.”
Rifletté Harry.  Brianclaw sbuffò “Dopotutto” continuò Harry “La camera si ricaricherà lo stesso ammontare che ho tolto. Se tolgo un galeone alla fine dell’anno riavrò un galeone, se tolgo tutto mi ricaricherà di tutto.”
“E quando lascerai la camera blindata di famiglia a secco?”
“Bene, è questo ciò che voglio.”
Brianclaw rise a crepapelle. “Io credo che ci saranno dei responsi scioccanti al suo ritorno nel mondo magico, Mr Potter.”
“Spero sia così” Harry fece l’occhiolino.
Hagrid fu leggermente sorpreso quando Harry salutò il folletto sorridente perché gli era sembrato un tipo burbero. Diede uno sguardo interrogativo ad Harry ma questo fece un largo sorriso e disse “sembra che ai folletti piacciano le battute per babbani”.
“Ma tu non sei babbano” Puntualizzò Hagrid.
“No, ma ne conosco qualcuna”
Brianclaw ed Hagrid non capirono se intendesse battute oppure babbani. Harry troncò la conversazione. Prima che Hagrid tornasse aveva preso i soldi in sterline. Brianclaw lo aveva preceduto, se ne era accorto perché Harry lanciava occhiate alla strada carraia cercando Hagrid e mandò un messaggio per rallentare il carrello di questo. Come risultato il guardiacaccia risultò molto meno nauseato che nella linea temporale originale, comunque verde abbastanza da scusarsi quando Harry andò per il guardaroba.
Harry entrò nel negozio e vide una faccia pallida che lo guardava curioso.
“Anche tu Hogwarts, caro? Ne ho un altro qui che sta misurando. Vieni sù.”
Harry fece un cenno di saluto a Malfoy e salì sulla pedana, prima che uno dei due facesse un commento sul cappello cambiò ordine.
“La prenderebbe a male se misurassi anche abiti normali? Mi faccia un set di tutto quello che potrebbe servirmi. Oh e non mi servirà un cappello di Hogwarts.”
Madama McClan sembrò un po’ scioccata comunque scrisse una lista di quello che pensava sarebbe servito ad Harry che approvò dopo averla letta. Aggiungendo che voleva un set di roba casual in verde smeraldo.
“Quindi ti aspetti di andare in Serpeverde?” Chiese Malfoy senza presentarsi. Harry alzò le spalle “Forse, ma più che altro perché si abbinano ai miei occhi.” Harry non era sicuro di cosa Ron avrebbe pensato del colore dei Serpeverde, ma comunque lui stava bene in verde e si era sempre sentito uno stupido nei fine settimana quando tutti gli altri vestivano casual o da babbani e lui doveva vestire sempre la divisa nera perché si vergognava troppo dei vestiti smessi di Dudley. Poiché finiva che ogni anno fosse movimentato lui dimenticava di portarne quello successivo. Di cappelli ne portava ogni anno ma crescendo in fretta non aveva mai l’opportunità di metterne uno.
“Dove sono i tuoi? Mio padre è al negozio successivo che mi compra i libri mentre mia madre sta guardando per la mia bacchetta.”
“Morti. Stai davvero pianificando di farti comprare da qualcun altro una cosa così importante?” Malfoy arrossi due volte in una sola frase. Anche se Harry aveva ventotto anni e Malfoy solamente undici, il ventottenne ebbe un fremito ad essere uno a zero col suo vecchio rivale di scuola.
“Loro erano della nostra razza, vero?”
“Si, loro erano una strega ed un mago. Comunque questo non importa visto che non li ricordo.”
“Mi dispiace.” Disse Malfoy anche se non lo dimostrava affatto. “Qual è il tuo cognome comunque?”
“Non posso dirlo, saresti in vantaggio su di me altrimenti.”
“Tutto fatto, caro.” Interruppe Madama McClan “Sei libero di andare.”
Harry sorrise e pagò i suoi acquisti, portandoli fuori appena Hagrid arrivò con due gelati. Sembrò sorpreso di vedere Harry, comunque il primino puntualizzò di essere perfettamente riposato, significava che misurare la roba era stato significativamente più semplice che misurarsi con Malfoy.
“Hai già finito?”
Harry sorrise e prese il gelato che gli era stato offerto, poi diresse la conversazione sul Quidditch e non dovette nemmeno fingere di entusiasmarsi. Gli mancava volare. La durata del divieto che la Umbridge aveva proclamato era un altro fastidioso contratto magico, e quando lei si diede alla fuga e sparì da qualche parte oltreoceano, Harry non era stato più in grado di spezzarlo e quindi gli fu negato di giocare ancora. Gli spezzò il cuore e fu probabilmente una della ragioni (ce ne furono altre) per cui lui e Ginny non funzionarono insieme. Lei era diventata una battitrice per le Harpies ma Harry non fu mai in grado di andare ad una delle sue partite.
Dopo  Hagrid volle puntare su al ghirigoro di Florish e Blotts ma Harry puntualizzò che se avesse avuto un baule non avrebbe dovuto tenere così tanta roba in mano. Quindi si diressero verso un piccolo negozio tra Ollivander e il banco dei pegni dove Ron trovò l’anello di fidanzamento per Hermione. Il guardiacaccia era troppo grande per passare tra gli scaffali che stavano tra le pile di bauli e bagagli, cosa che Harry trovò a posto dato che il suo baule non doveva essere ordinario.  Un giorno quando lui e Luna stavano frugando tra le vecchie sue cose di scuola scoprì che molti Corvonero ( sospettò pure Hermione) avevano comprato un baule standard Corvonero invece che uno standard per Hogwarts. Questo aveva due scompartimenti, uno dei due era magicamente espandibile ed aveva abbastanza spazio per contenere una piccola libreria. Harry non aveva pianificato di diventare estremamente studioso ma non riusciva a capire perché la gente per una differenza di tre galeoni non volesse prenderlo. La seconda differenza non era semplice da spiegare.
“Suppongo tu non abbia bauli di sicurezza.”
L’uomo gioviale che ad Harry ricordava Lumacorno ghignò e immediatamente tentò di vendergli un baule tipo quello di Moody per circa quattrocento galeoni. Ma il primino non aveva intenzione di comprare qualcosa di così ovvio e lo disse. Si fece strada verso uno scompartimento extra molto più piccolo che era protetto da scudi e da una password ma grande abbastanza da contenere una pluffa.
Harry aveva anche i due borselli per il futuro, il borsello dei soldi dei folletti in cui c’era abbastanza spazio e che occupava lo spazio di un boccino in una stanza.
Il compartimento extra gli costò meno di sette galeoni raggiungendo sedici galeoni, sedici falci e sedici zellini . A discapito del costo Harry sapeva che li sarebbe valsi e come sarebbe stato solo avrebbe impostato la password in serpentese facendolo essere accessibile solo da due persone ed era qualcosa che Tom Riddle non si sarebbe aspettato.
Se Hagrid fu sorpreso quando Harry gli mostrò entusiasticamente il compartimento della libreria non lo mostrò e commentò soltanto quando disse che se non si sarebbero dati una mossa non sarebbero riusciti ad andare in libreria. Come pensava il ghirigoro non avrebbero cambiato impostazione per oltre settant’ anni quindi Harry trovò tutti i libri che voleva facilmente e ne prese alcuni di difesa avanzata senza che Hagrid lo notasse.
Una delle cose per cui si preoccupò di più nel tornare indietro era che avrebbe dovuto cominciare dagli anni più bassi ma Luna puntualizzò che lui non aveva avuto molto tempo per assorbire realmente la prima volta, comunque lei non pensava che avrebbe fatto Antiche Rune e Artimanzia ma questa volta studiato da Guaritore se Madama Pomphrey lo avrebbe accettato. Comunque Harry non vide questo problema visto che spese tanto tempo in infermeria e questo perché finì il settimo anno un anno dopo e quindi sapeva come averla dalla sua parte.
“Stai pianificando di entrare nei Corvi, Harry?” Commentò Hagrid quando il cassiere tirò in ballo il totale.
“La conoscenza è più preziosa dell’oro. Quali corvi?” Harry reagì d’istinto e ricordò di aggiungere l’ultimo pezzo appena in tempo. Hagrid si lanciò in una spiegazione delle quattro case. Harry lo ignorò apertamente. Aveva pianificato di parlare col cappello per farsi smistare in Grifondoro di nuovo, adesso che aveva molte prove di essere virtuoso e se necessario poteva puntualizzare di aver utilizzato la spada di Grifondoro. Notò che Hagrid stava mettendo molta enfasi nei Grifondoro e solo cose negative nei Serpeverde e puntualizzò apertamente che questa fosse stata la casa di Ti-sai-chi. Harry sorrise e tentò di sembrare influenzato ma poté riconoscere l’influenza di Silente ad un miglio di distanza e per questo fù di pessimo umore per il tempo che ci volle per andare dal farmacista, facendo sì che Harry dicesse in malo modo al commesso che voleva il set dei Serpeverde del primo anno e che avrebbe fatto meglio ad essere di ottima qualità per soddisfare i suoi gusti. Harry si era arrabbiato quando Daphne gli aveva detto che Piton li aveva orientati su questo kit dopo lo smistamento e che solo i Serpeverde lo conoscevano. Lui era sempre stato pessimo a pozioni (escludendo quando aveva avuto il libro del principe mezzosangue) comunque Hermione se l’era cavata bene per avere ingredienti di scarsa qualità. Lavorare come Auror gli aveva fatto capire quanto fosse difficile da tramare la pozione polisucco e non si era dimenticato che lei l’aveva tramata da sola all’età di dodici anni.
“Manca solo la bacchetta- Oh si, non ti ho ancora comprato un regalo di compleanno.”
Anche se sapeva cosa stava per accadere si sentì avvampare.
“Davvero, non devi…”
“Lo so che non devo. Sai cosa? Ti prendo un animale. Non un rospo, sono fuori di moda da anni. E sono allergico ai gatti. Ti prenderò un gufo. Sono creature molto utili.”
Questo lo mise Harry in una posizione complicata. Prima di tutto non sapeva se voleva rimpiazzare Edvige, non era ancora andato avanti, e sapeva che anche se fisicamente era la stessa non sarebbe stata la SUA Edvige e non gli sembrava giusto. Non sapeva come Apep si sarebbe sentito a condividere Harry ma non voleva urtare i sentimenti di Hagrid. Qualcosa dell’indecisione di Harry dovette mostrarsi sul suo viso perché Hagrid si accigliò “Non ti piacciono gli uccelli?”
“Non è questo… e solo che c’era un gufo che viveva vicino ai Dursley una volta, una civetta bianca. Lei era solita guardarmi quando facevo giardinaggio anche se era giorno. Non voglio rimpiazzarla.” Ecco questo era quanto si poteva avvicinare alla verità.  Risultò poco convincente ma sorprendentemente Hagrid sembrò capire, e dopo aver spinto Harry da Ollivander disse che sarebbe andato e avrebbe fatto quel che poteva. Ovviamente per l’indipendenza che Harry aveva mostrato in precedenza sembrò che Hagrid lo guardasse malinconicamente ma non lo seguì dentro al negozio di bacchette.
“Ah si” Disse Ollivander dando le spalle ad Harry “Si, si. Avevo immaginato l’avrei incontrata presto. Harry Potter” Harry dovette ricacciare un ghigno, era stato davvero facile impressionarlo la prima volta quando Harry non riusciva a capire quanto fosse famoso e non era in grado di riconoscere lo scudo identificativo che Ollivander aveva messo sulla porta. Harry si appuntò mentalmente di aggiungerne uno al suo baule, non aveva dubbi che vari ficcanaso lo avrebbero guardato ma sapere cosa aspettarsi tutto il tempo gli avrebbe fatto comodo. Vagò così tanto che mancò tutta la tiritera sulle bacchette dei suoi genitori, che viste le circostanze poteva solamente esserne grato.  Fu scrollato dai suoi pensieri quando Ollivander gli tolse il cappello e gli toccò la cicatrice. Harry lo guardò male e sorprendentemente funzionò,  il vecchio staccò il suo braccio destro senza che gli venisse chiesto.
“Curioso” Fu tutto ciò che gli disse Ollivander. Il ragazzo non fu incline a chiedere cosa. Trovare una bacchetta fu un processo lungo se non più che la prima volta ed Harry aveva paura che la sua bacchetta non lo avrebbe scelto di nuovo. Dopotutto era la bacchetta a scegliere il mago ed Harry era molto cambiato dalla prima volta. Quindi fu molto sollevato che quando gli porse la bacchetta sentì un brivido caldo passargli per tutto il corpo.
“Questa.” Disse Harry tenendola stretta senza nemmeno muoverla.
“Come ne puoi essere sicuro?”
“Lo sono.”
Ollivander gli diede un’occhiata stranita prima di iniziare ad impacchettare la bacchetta nella sua scatola nera. “E’ curioso che proprio tu sia destinato a questa bacchetta”
“Eh?”
“Si, io penso che ci possiamo aspettare grandi cose da lei, signor Potter. La fenice la cui piuma risiede nella sua bacchetta ne diede alla luce un’altra. Si da il caso che la sua gemella fece grandi cose… terribili, si. Ma grandi.”
 
Ci fu una pausa strana comunque Ollivander non disse altro ed Harry oltre che prendere una fondina per la bacchetta non fece altri commenti.  Il giovane ringraziò trovando Hagrid con una gabbia fuori dal negozio di bacchette. Dentro la gabbia c’era un bellissimo Barbagianni. Era una razza comune rispetto ad Edvige che era una civetta delle nevi ma abbastanza bello da attirare l’attenzione da vicino se non da lontano come Edvige. Aveva un piumaggio dorato e marrone con piccoli puntini bianchi sul dorso ed era crema sulla pancia. Harry si sentì un po’ in colpa realizzando che adesso Edvige sarebbe rimasta in negozio ed una lacrima gli cadde sulla guancia. Anche se pensò questo non si pentì della sua scelta perché Harry ed Edvige avevano un legame forte e avrebbe fatto male quando lui l’avrebbe chiamata e questa non avrebbe risposto.
“Hadwin. Il suo nome sarà Hadwin.” Disse Harry più che un po’ malinconicamente “Grazie, Hagrid.”
Hagrid sembrò un po’ sopraffatto dalla forte risposta di Harry, gli diede una pacca leggera sulla schiena (che quasi lo mando in ginocchio) e mormorò qualcosa su quanto i Dursley facessero schifo. Harry lasciò Hagrid alle sue supposizioni. Il guardiacaccia portò Harry in un ristorante babbano prima che il suo treno arrivasse ed Harry cercò di seguire la stessa conversazione ma i dettagli erano offuscati. Fece alcuni commenti insicuri e chiese come si arrivasse all’espresso per Hogwarts. Hagrid lo rassicurò e diventò rosso quando realizzò che aveva quasi dimenticato di dire ad Harry di andare alla piattaforma 9 e ¾. Dopo accompagnò Harry sul treno. Harry sorrise e scosse la mano fino a quando Hagrid fu fuori dalla sua vista… dopodiché prontamente scese il suo baule dalla rastrelliera di sopra prima di andare alla porta e scendere alla stazione dopo. Che fosse dannato se sarebbe tornato dai Dursley di nuovo prima della scuola.  Aveva lavorato sodo per capire come funzionassero le barriere durante gli anni e pensò che se avesse avuto qualche scelta avrebbe potuto concentrarsi su queste per vivere. Lui aveva , naturalmente, un grande interesse nelle barriere di sangue. La sera prima che i Dursley partissero aveva letto le barriere e aveva visto che erano completamente cariche. Harry immaginò fosse così perché lui non provava così tanto risentimento verso Dudley e farsi piacere una persona connessa agli Evans aveva fato aumentare drasticamente la velocità di ricarica. Certo che gli bastassero tre giorni per ricaricare le barriere per un anno e non le due o tre settimane che aveva previsto Silente. Harry tranquillamente chiamò un taxi ed entrò in un ostello della gioventù non distante da Kings Cross. Il personale alla reception fu molto più che insicuro di poter permettere ad un bambino di undici anni di affittare una camera per un mese. Harry aveva dovuto mettere Hadwin (nella gabbia) dentro al baule e portare un grande ammontare dei bagagli mentre si sistemava ed una tangente di cinquanta sterline facilitò le cose. Si ritrovò una piccola stanza mentre guardava la stazione dei treni. Lasciò Hadwin fuori dal baule scusandosi. “Spero non te la sia presa Hadwin, siamo amici in questa guerra. E’ l’onore di un grande gufo, Edvige, che mi manca terribilmente.” Hadwin diede ad Harry uno sguardo arruffato ma non si allontanò ed Harry lo prese come un buon segno. Impostò la password in serpentese e mise tutti i suoi beni più preziosi nel vano nascosto, si spogliò rimanendo in boxer e si addormentò sfinito prima che se ne rendesse conto.
  
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