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Autore: giulji    27/08/2015    1 recensioni
*Storia corretta e rivisitata nei primi capitoli, in modo tale che adesso, anche a coloro che non hanno letto la saga di Hunger Games, risulti una lettura comprensibile*
Questa fanfiction, ambientata in un survivial game, avrà come protagonisti la maggior parte dei personaggi presi dalla saga dello zio Rick, ricollocati sotto forma di tributi/sacrifici.
Il tutto averrà attraverso più punti di vista (POV).
Chi sarà il vincitore finale ? Chi morirà durante i giochi ?
In che circostanze ? Quali saranno le alleanze ?
Dal testo :
"... Nonostante la sua enorme voglia di lasciarsi cadere tra le braccia di Morfeo, affogando in un sonno privo di memorie, che lo avrebbe momentaneamente esonerato dalle tenebre che gli offuscavano perennemente il cuore, Nico non era invece riuscito ad addormentarsi nemmeno per un ora di seguito e le occhiaia violacee che gli contornavano lo sguardo già corrucciato ne costituivano una prova.
Sapeva che quella mattinata, non rappresentava infatti, l'inizio di un giorno comune, bensì quella maledetta giornata portava con se la consapevolezza che di li a poche ore ci sarebbe stata la fatidica mietitura per il distretto 13 dello stato di Panem..."
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hazel Levesque, Leo Valdez, Nico di Angelo, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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PIPER

 

Piper stava viaggiando imperterritamente dall'inizio di quell'afosa mattinata, con la sola compagnia del suo leggero zainetto in spalla e della fedele e rugginosa arma che portava stretta nel suo palmo sinistro, in mezzo alla paradisiaca vegetazione calda e colorata della parte bassa dell'arena.

Appena iniziati i giochi, lei, si era subito fiondata sulla pila di armamenti che gli strateghi avevano disposto sotto le grandi palme ed era riuscita a prendere un elegante ma arrugginito pugnale, oltre che la pratica sacca giallognola in cui aveva trovato le risorse necessarie di cibo per nutrirsi in quei due giorni e mezzo.

Fortunatamente al suo interno non aveva trovato bistecche o tipi di carni, bensì due barattoli di fagioli in scatola e quattro panini, essendo vegetariana non poteva chiedere di meglio.

Dopo esser riuscita ad acchiappare quelle due risorse fondamentali per la sopravvivenza, si era allontanata rapidamente da quella pila di oggetti che attirava gli altri tributi come lo facevano delle briciole sul pavimento per delle formiche, e si era buttata in mezzo a dei grandi ed imponenti alberi a pochi metri di distanza dalla piattaforma, in modo tale da riuscire a rimanere per tutto il tempo nascosta sotto gli occhi di tutti, nell'ombra delle palme.

Probabilmente se qualche giocatore avesse guardato attentamente in quella zona l'avrebbe notata nella sua posizione tattica, mentre stava rannicchiata strategicamente al suolo ed osservava seriamente la situazione, ma erano tutti troppo agitati e frettolosi di trovare riparo per stare a scrutare l'ambiente, e lei ne aveva intelligentemente approfittato.

Da quella poca distanza dalle piattaforme aveva avuto modo e tempo di aspettare ed assistere alla fuga di ognuno dei tributi in una parte diversa dell'isola, purtroppo dovette anche osservare la terribile morte del ragazzino del distretto 8 da parte di Clarisse, tanto in prima persona che successivamente a quel fatto per poco non si fece scoprire, ma fortunatamente riuscì a mantenere un contegno e sopratutto i conati di vomito per quando la piazza fu sgombera, il sangue le aveva sempre fatto una certa impressione di ribrezzo.

Comunque grazie a quella sua mossa da spettatrice silenziosa, la ragazza aveva più o meno appreso da che parti si erano diretti i partecipanti e notato che la maggior parte erano entranti o nei boschi di est oppure si erano diretti verso la steppa di ovest.

Solamente un tributo aveva intrapreso il suo cammino verso sud, arrischiandosi molto per via delle spalle scoperte che aveva lasciato tentando quella direzione, ma momentaneamente, ora che la piazza era sgombera lei non avrebbe più dovuto sottostare agli stessi rischi che aveva dovuto invece subir l'altro, così quella meta le sembrava la più sicura in cui dirigersi.

D'altronde, per la sua sicurezza, era stata per quasi due giorni nascosta vicino alle piattaforme, credendo che con i primi momenti di panico che si erano impossessati di chiunque là dentro il nuovo campo di battaglia, a nessuno sarebbe venuta in mente la stramba idea di dirigersi nuovamente verso la piazza dove tutto era cominciato, ma ormai era passato un po' di tempo e la natura umana era sempre imprevedibile, in più il cibo nello zainetto di Piper cominciava a scarseggiare e lei non poteva di certo nutrirsi d'aria, perciò s'incamminò consapevolmente e frettolosamente dove si era precedentemente diretto Frank.

Pian piano che si addentrava in quella zona poteva notare che le temperature si innalzavano sempre di più, raggiungendo un livello di afa veramente potente, ma per fortuna un afa non asciutta.

Continuò a proseguire tra le enormi foglie tropicali, spostando di tanto in tanto qualche rametto e facendo attenzione a non inciampare su dei rampicanti piuttosto che su dei tronchi d'albero spezzati, con il solo obbiettivo di trovar al più presto una fonte d'acqua.

Se in quelle condizioni in cui si ritrovava si voleva fermare per un lasso di tempo in un posto, qualunque tipo di posto, la prima cosa da fare era appunto assicurarsi che la meta fosse munita di acqua e siccome momentaneamente non ne vedeva all'orizzonte, ma notava l'umidità che rinfrescava e aleggiava nell'aria, decise di continuare a proseguire rettamente.

Piper sorprendentemente aveva la preziosissima dote di saper mantenere perennemente la calma, sopratutto se si trattava di situazioni di estrema paura, in quel caso, come per meccanismo di auto difesa personale il suo cervello respirava metaforicamente molto più buon ossigeno e razionalizzava tremendamente meglio.

Questo però non voleva di certo significare che lei non provasse timore, anzi lei in cuor suo era totalmente offuscata da questo sentimento, solamente che era abbastanza razionale da saper far passare queste emozioni in secondo piano per dar invece la priorità d'importanza alla condizione che garantiva la sopravvivenza.

Anche in quel momento temeva che una qualche bestia selvatica, lo stesso Frank o magari un tributo che si era lasciato sfuggire durante la sua analisi di osservazione spuntasse dal nulla e la uccidesse istantaneamente.

Anche se in verità, con quella piccola lama romboidale dal manico di legno estremamente lavorato a mano, che portava la scritta Katopris nel lato destro, si sentiva estremamente a suo agio.

Aveva trovato un bellissimo pugnale, fatto rigorosamente manualmente e con precisione, e lei che lavorava in una bottega di artigianato sapeva perfettamente di cosa stava parlando, ed era quindi sicura che fosse uno strumento estremamente maneggevole, di un peso adattissimo per lei e con una lama egregiamente affilata che non passava indifferente tra le altre che avevano disposto gli strateghi.

Eppure il problema si presentava quando le tornava in mente il fatto che quell'arma l'avrebbe dovuta puntare a degli innocenti, e lei non voleva tingersi di sangue rosso e sporco ne diventare un omicida, perciò preferiva stare molto attenta a non dover incontrar nessuno per non invischiarsi conseguentemente in combattimenti mortali.

Purtroppo però la sua speranza fu presto vanificata, in quanto cominciò presto a sentire degli innaturali e pesanti suoni provenire da una zona ad est dalla sua posizione.

Cautamente e senza far rumore alcuno si avvicinò a quella fonte sonora, che pareva racchiuder rumori di passi, molti passi, che probabilmente si ripetevano uno dopo l'altro durante una rapida corsa, mentre nel loro tragitto calpestavano pesantemente dei ramoscelli e delle foglie.

Poi finalmente riuscì a scorgere più o meno in lontananza Frank, il ragazzo del distretto 2, che arrancava disordinatamente tra le piante con un colore rossissimo in volto, munito solamente di una piccola e malandata lancia che sembrava non aver la minima intenzione di usare contro il suo assalitore, che era niente meno che una tigre selvatica.

La ragazza rimase estremamente interdetta sul da farsi, sapeva perfettamente che se non avesse mosso un dito probabilmente quel ragazzo avrebbe fatto la fine dello spuntino di pranzo per l'animale, ma sapeva che intervenendo avrebbe rischiato due volte di esser uccisa, o dall'animale o in seguito dal tributo.

Rimase per un po' a guardare meramente la scenetta, mordendosi le labbra e stropicciandosi le mani per il nervosismo, non sapendo esattamente cosa fare e fondamentalmente non sapendo se agire.

Quando però i due individui furono giunti proprio alla sua sinistra intenti ancora nella loro maratona disperata, partì un azione da parte della bestia che fece agire d'impulso la ragazza.

Piper vide, infatti, la tigre librarsi in volo con un agile salto felino con l'intento di atterrare e squartare quel poveretto con i suoi forti artigli neri, così la ragazza la smise di dar retta agli avvertimenti dei suoi neuroni ancora attivi e si gettò a sua volta addosso a Frank, cercando di precedere la tigre al fine di levarlo dalla sua pericolosa traiettoria.

La ragazza riuscì nel suo intento e sovrastò il corpo tremante e sudato di Frank con un volo, salvandogli la pelle, mentre la tigre si schiantò molto più avanti.

Il ragazzo la guardò con gli occhi spalancati, aprendo e chiudendo la bocca ripetutamente, quasi come se volesse dirle qualcosa ma senza più trovare la voce per parlare.

Poi Piper considerando non fondamentale al momento la ripresa dal trauma subito da parte del ragazzo, si rialzò in piedi in uno scatto, trovando di fronte a se la fantomatica tigre che piano piano stava tonando dalla zona in cui era atterrata con il suo salto, probabilmente incavolata nera con la ragazza dato che tecnicamente “le aveva rubato la preda”.

In quel momento il tempo si fermò ed intorno a Piper svanì tutto, il suo cervello proietto una zona interamente bianca, vuota, una frazione di spazio dove si trovavano solo lei e quel bellissimo quanto letale felino.

La posizione di Piper si manteneva rigida e determinata, nonostante tutto intorno a lei cominciasse a girare nella sua assenza, mentre l'animale continuava ad avvicinarsi cautamente cautamente.

Sentiva il pugnale fremere nella sua mano sinistra, probabilmente le sarebbe bastato un attimo per lanciarlo in aria e squarciare con una mossa la gola della bestia felina, ma non riusciva a farlo, infondo non voleva ucciderla.

Le due rimasero ferme a fissarsi negli occhi senza muoversi, loro nella testa della ragazza, che probabilmente cominciava a vaneggiare, erano le uniche cose immobili in tutto il mondo, anzi in tutto l'universo.

Negli occhi caleidoscopici di Piper si infrangevano in una lotta decine di tonalità di colori, mentre li teneva puntati tenacemente nelle iridi gialli simili a quelle di un rettile dell'individuo dinnanzi a lei.

I suoni erano vuoti tutt'intorno, le due continuavano a guardarsi senza rivolgersi una sola parola o per meglio dire nessun verso, ma nonostante ciò sembrava che le due si stessero capendo e stessero comunicando con ogni piccolo movimento nervoso dei muscoli.

L'arma che la ragazza teneva ancora salda al polso si faceva sempre più pesante e scomoda, così la lasciò cadere a terra, in preda solamente al suo istinto.

Poi, spezzò quella frazione d''attimo che somigliava tanto ad un ipnosi, con una banale frase che si sforzò ardentemente di riempire con tutti i suoi sentimenti travagliati: paura, determinazione, resa, amore, odio, dolcezza.

Una vera assurdità dal momento che tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu uno scontato quanto semplice :-“Vattene, per favore, vattene via”.

Lo sfondo, gli odori ed i rumori cominciarono a riapparire intorno ai due corpi ancora immobili, spezzando quel momento così surrealistico.

La ragazza non riusciva a capire quelle azioni apparentemente casuali ed irrazionali dettate dal suo istinto, eppure era ben consapevole che in ogni scelta inconscia dell'uomo risiedeva in realtà la forza maggiore dei sentimenti, perciò era sicura che se solo avesse avuto il tempo di ragionarci attentamente avrebbe dato un senso a tutta quella serie di eventi

Frank fissava il tutto a bocca aperta, ancora troppo spaventato per muovere un solo muscolo.

“Ma che diavolo avrà intenzione di fare quella ragazza? Perché si è buttata addosso a me? Avrà avuto l'intenzione di salvarmi? Ma allora perché ha lasciato cader a terra il suo pugnale? E sopratutto perché adesso sta intrattenendo una conversazione con l'animale? Perché non prova ad ucciderla e basta?” si ripeteva sempre più stralunato.

Poi, finalmente, una delle due si mosse, e questa fu la tigre, che continuò ad avvicinarsi alla ragazza, che a sua volta non batté ciglio e rimase fissa nei suoi occhi.

L'animale proseguì cauto, ma dopo aver compiuto qualche timoroso passo il felino sollevò la testa, guardò un ultima volta le iridi piene di ambiguità di Piper e poi sorprendentemente fuggì di corsa in mezzo alla fitta vegetazione da cui era venuta, lasciando la ragazza ancora rigida e ferma al suo posto, con lo sguardo perso nell'orizzonte.

Piper non aveva ben chiaro il motivo per cui fosse ancora viva, pensava che magari quella tigre era comandata in qualche modo dagli strateghi che avevano deciso per qualche motivo a lei ancora ignoto di risparmiarla, ma in cuor suo sentiva che non era così, che c'era molto di più, ma non capiva cosa, per lo meno non ancora.

Sapeva solamente che in quell'istante ormai passato si era lasciata trasportare completamente dai sentimenti, aveva ignorato il suo cervello e la sua razionalità e si era semplicemente “librata nel vento ”, per quanto questa descrizione non ritrovasse riscontro narrata a parole, come non lo trovavano gli stati d'animo che le stavano otturando il cuore, senza provare timore ne nient'altro di superfluo.

Ripresa dai suoi pensieri si girò verso Frank che nel frattempo aveva stretto terribilmente le palpebre sicuramente in attesa che il peggio arrivasse, mentre continuava a tremare visibilmente, steso supino a terra.

La ragazza lo richiamò con un piccolo cenno e lui immediatamente aprì gli occhi sorpreso, guardò Piper e poi cominciò a scrutare l'ambiente circostante ripetutamente, probabilmente in cerca dell'animale, quando appurò che il pericolo era scomparso tornò a fissare ancora più stralunato la ragazza e infine svenne.

Piper emise un ridolino per la scenata a cui aveva appena assistito, da come la fissava quel tipo, sembrava che avesse visto praticamente un morto vivente, e in verità c'era andata vicina.

Cercò immediatamente di trascinarlo verso una zona riparata, mentre il suo corpo ora incosciente le faceva resistenza, ovviamente senza ne volerlo ne poterlo controllare, così robusto e teso ,stagliato ancora a terra, di schiena, con gli abiti tutti sporchi di polvere e fango.

Lei pensò mentalmente che da parte sua dovesse essere proprio un vizio quello di trovare in mezzo ai boschi individui privi di coscienza pronti per essere accuditi, questo pensiero la fece sorridere malgrado le circostante, perché le riportò ai ricordi il viso gentile e solenne di Reyna.

Una volta che si fu sistemata in un piccolo angolo ombrato situato in quella zona, con l'acqua che le era avanzata nella bottiglietta cominciò a tamponare la fronte ed il viso del ragazzo, cercando di far abbassare un po' la sua temperatura corporea che sembrava esser salita alle stelle.

Gli tolse la buccia di cocco che gli ricopriva la testa e risultava a dir poco incandescente e poi gli spettinò un po' i capelli che erano tutti appiccicati alla sua fronte, doveva far prendere un po' di buon ossigeno al cervello.

La ragazza nel vedere quel pezzo della noce di cocco situata in fronte come un casco, si sentì subito rincuorata in quanto realizzò che quindi in quelle zone si dovevano trovar dei frutti commestibili che sarebbe potuta andare a cercare dopo.

Eppure la ragazza nell'udire i suoni piuttosto chiassosi che provenivano dallo stomaco di Frank, mentre esso era ancora privo di conoscenza, poté giurare che probabilmente quel ragazzo non mangiava come si doveva da parecchio tempo, ed in effetti, notò che non aveva uno zaino con se, così tolse il proprio dalle spalle e cominciò a cercare un piccolo pezzo di pane duro che le era avanzato dal giorno prima, e che avrebbe presumibilmente donato al ragazzo una volta che fosse rinvenuto.

Lui non tardò molto per riprendersi e quando lo fece si svegliò con in viso un espressione indecifrabile

Cominciò ad osservare l'ambiente intorno a lui e vide che era appoggiato di schiena contro un albero, in una zona parzialmente al riparo, circondata da varie ed alte piante.

In testa non aveva più il suo casco naturale ma delle goccioline di acqua fresca gli bagnavano ancora la chioma spettinata.

Poi mettendo a fuoco realizzò la presenza che si trovava difronte a lui e per poco non lanciò un grido.

Quella stramba ragazza che l'aveva salvato, nella maniera più improbabile del mondo, da quello spiacevole incontro ravvicinato con un animale selvatico, si stagliava davanti a lui, in ginocchio mentre frugava con espressione corrucciata dentro il suo zainetto giallo.

Subito realizzò che doveva esser stata lei a trasportarlo in quel luogo riparato dopo che lui, a quanto pareva, aveva perso i sensi.

Notò anche che il suo pugnale era poggiato vicino alla sua lancia, in un luogo leggermente lontano da entrambi, contro un mezzo tronco d'albero.

Frank pensò che in quel momento se avesse voluto, siccome la ragazza non aveva ancora fatto caso alla sua ripresa, avrebbe potuto scattare verso una delle due lame e l'avrebbe potuta colpire di spalle, mettendola definitivamente fuori gioco, eppure non aveva la minima intenzione di farlo.

Quella ragazza l'aveva due volte salvato e lui le era veramente grato, in più se lei non l'aveva ancora fatto fuori quando non poteva reagire, voleva dire che non avrebbe di certo attentato alla sua vita in seguito.

Inoltre aveva il sentore di potersi fidare di Piper, sembrava così altruista e gentile, anche se quando si era messa a “sfidare” la tigre , perché secondo lui in un certo qual modo, quello che era avvenuto tra le due era stata come una sfida, una gara muta per stabilire la potenza e l'identità del predatore sulla preda, in quel momento, dovette ammettere, che la ragazzina gli aveva fatto molta paura.

Però in quell'istante, mentre si trovava difronte a lui, sembrava una persona completamente differente, un vero e proprio angioletto con tanto di ali bianche e dorate.

La diretta interessata, senza neppure girarsi per guardarlo in faccia, gli domandò semplicemente :-

“Guarda che lo so' che sei sveglio, fidati che me ne intendo di svenimenti. Piuttosto... perché non dici niente? Non avrai intenzione di uccidermi? O tanto meno di partecipare a questi stupidi giochi, spero.”

Frank sobbalzò sentendosi come colto in fallo e si affrettò subito a rispondere negativamente e ad assicurargli il suo ruolo di “amico” figurato su qui poteva riporre fiducia da quel momento in poi.

La ragazza allora, visibilmente sollevata, si girò con un grande e simmetrico sorriso sulle labbra, poi tolse lentamente la mano dalla sacca gialla.

“Perfetto, allora tieni questo pezzo di pane. Il tuo stomaco stava facendo i salti mortali poco fa' e a me è avanzata un po' di roba, perciò non fare complimenti e mangia”.

In quel momento, con la luce che filtrava sommessamente tra le foglie degli alti alberi ed illuminava il volto candido della ragazzina, creando quella che sembrava un aura celeste, mentre lei continuava allegramente a porgergli con il braccio sollevato, il rinsecchito pezzo di cibo a cui aveva intenzione di rinunciare per aiutare un povero morto di fame come lui, Frank trattene le lacrime a stento, datoo che gli sembrava di aver incontrato non un essere umano, ma bensì una specie di buona divinità mitologica.

Senza pensarci due volte si slanciò in un abbraccio di solidarietà, uno di quei segni d'affetto che compiono i bambini spaventati quando dopo essersi persi al supermercato finalmente trovano una figura che è loro amica.

“Quanto siamo espansivi!” lo riprese sogghignando la ragazza.

Lui subito si riprese visibilmente imbarazzato e abbassò il capo in segno di scuse. Poi tese frettolosamente la mano ancora sudata per il nervosismo, all'altezza del braccio della ragazza, con un aria seria e tenace in quel viso da bambino un po' cresciuto.

Inizialmente la ragazza non capì se stava reclamando il suo tozzo di pane od un patto di alleanza, ma optò per la seconda opzione dal momento che quell'espressione che le stava rivolgendo era veramente fin troppo decisa per il reclamo di un po' di cibo.

Entrambi dopo che si unirono con quel gesto, giovarono della nuova alleanza in quanto per lo meno non li avrebbe lasciati più soli e si sarebbero potuti proteggere a vicenda.

Subito dopo, misero apposto le poche cose che erano state sparse durante la loro permanenza sul suolo, come le armi o la bottiglietta d'acqua, e dopo di ciò si allontanarono contemporaneamente, come se in realtà fossero stati sincronizzati per tutto quel tempo, verso la parte più a nord dell'isola.

Nessuno dei due sapeva però, che due occhi umani, molto attenti e penetranti, li stavano seguendo con lo sguardo da un po' di tempo, una figura che si trovava in punto poco lontano dalla foresta incriminata era infatti piuttosto indecisa sul fatto di pedinarli o meno.

 

Nda: Bene, si è creata la prima alleanza!

So' che quest'abbinamento potrebbe sembrare un po' strambo ed improbabile, ma secondo me questi due personaggi hanno molti punti in comune, perciò ritengo che un patto tra loro potrebbe rivelarsi interessante.

Per quanto riguarda il comportamento assunto da Piper, si capiranno meglio le ragioni con il suo prossimo punto di vista ( che ovviamente arriverà tra un bel po').

Infine, chi sarà il guardone\a dell'ultima riga?

Volevo anche informare che dal prossimo aggiornamento, i capitoli diventeranno leggermente più lunghetti, ( niente di pauroso, spero), perciò se questo potrebbe recare del fastidio avvertitemi, che vedrò di moderarmi di più(?).

PS: Ultima cosa, se qualcuno è preoccupato per l'assenza di morti in questi ultimi punti di vista, stia tranquillo, dal prossimo riprenderò con gli omicidi. (muahahaha)

A lunedì. <3

   
 
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