CAPITOLO CINQUE
Due settimane dopo l’ultimo fine settimana ad Hogsmeade erano iniziate le tanto sospirate vacanze di
Natale. Ted era rientrato a casa e per il pranzo di Natale si sarebbe recato a
casa Weasley: aveva ricevuto un invito da zia Molly e
zio Arthur che, nonostante non fosse un nipote legittimo, gli erano molto
affezionati.
Come tutte le mattine del giorno di Natale, Ted si svegliò e trovò ai piedi del
letto i suoi regali incartati, notò, con
carte molto variopinte e fiocchi voluminosi. Prima di occuparsi dei pacchetti
fissò una foto che aveva sul comodino da sempre, il primo regalo di Natale che
gli aveva fatto sua nonna Andromeda: una cornice contenente la foto di due
persone abbracciate che lo fissavano, ammiccando ogni tanto verso di lui. La
donna aveva corti capelli rosa e il mago, più vecchio di lei, aveva il volto
segnato da cicatrici e l’aria stanca ma felice. Ted sorrise ai suoi genitori e
poi scese, preceduto dai suoi regali che levitavano davanti a lui. Una volta
arrivato in cucina fece posare i pacchetti sul tavolo, al fianco di quelli
arrivati per sua nonna e andò a salutare la donna dandogli un bacio sulla
guancia.
“Auguri nonna.”
“Auguri piccolo mio.” Andromeda lo abbracciò, poi, quando il ragazzo
si fu seduto a tavola, prese una teiera e versò del tè bollente in due tazze.
“Che ne dici? Intanto che si raffredda un po’, apriamo i
nostri regali?” Andromeda si sforzava di sorridere, ancora, dopo diciassette
anni non si era abituata all’assenza della figlia e nemmeno a quella di suo
marito, morto anche lui durante la guerra contro Voldemort.
Ted ora era tutto quello che le rimaneva.
Il ragazzo annuì e passò alla nonna un
pacchetto incartato con della carta con sopra una moltitudine di Babbi Natale
intenti a distribuire doni e a guidare slitte. Anche lui ne aveva uni identico
e sapeva anche da chi arrivava: dai Weasley.
Dopo averlo aperto, Ted indossò il suo maglione con una T ricamata sopra al
pigiama e sua nonna si mise addosso il suo grembiule nuovo. “Guarda,” disse
Andromeda ridendo, “Con questo addosso ho l’aria di una che sa quello che fa
quando è ai fornelli.” E anche Ted si unì all’ilarità.
Andromeda ricevette, tra le altre cose, una statuetta in cristallo fatta dagli
elfi, regalatale da sua sorella Narcissa, due libri
da parte di un’amica e un buono per una seduta di massaggi con oli caldi ed
essenze di erba di luna, dono di Ted.
A Ted, invece, arrivò un libro sulle Arti Oscure da parte di Harry e Ginny, caramelle e dolci vari da parte delle sue cugine e
dai suoi amici e un set di palle da Quidditch da parte di Ice.
Alla fine gli rimase solo un regalo da aprire e sapeva anche da chi proveniva:
era quello di Amelia. Mentre lo scartava, Andromeda si occupava della carta degli
altri regali sparsa un po’ ovunque. Fece finta di nulla più che poté ma poi,
presa da una curiosità quasi adolescenziale, chiese chi era il mittente di quel
regalo, anche se lo sapeva già.
“Oh… è il regalo di Amelia,” le rispose Ted con finta noncuranza.
“Posso vedere?” Chiese Andromeda, prendendogli il regalo
dalle mani prima che lui potesse ribattere.
“Oh, ma che ragazza deliziosa!” Aggiunse, guardando la foto
incorniciata che Amelia aveva regalato a Ted: foto in cui lui la stava
teneramente abbracciando.
“Sì…” Bofonchiò Ted riprendendosi il portafoto e diventando
bordeaux in volto. Andromeda sogghignò e poi pensò di mettere un po’ il dito
nella piaga.
“Siete molto carini insieme. Tu cosa le hai regalato?”
“Iris… un profumo.”
“Oh, lo conosco, ottima scelta.” E Andromeda fisso divertita
a reazione del nipote prima di andare al piano superiore a vestirsi.
Poco prima di mezzogiorno si ritrovarono entrambi in cucina vestiti di tutto
punto.
“Mi raccomando, Ted, comportati bene dai Weasley.”
Anche se era cresciuto, Andromeda non riusciva a perdere il vizio di fargli le
solite raccomandazioni.
“Nonna, ormai sono grande!” Si lamentò il ragazzo. “Ma perché
quest’anno non vieni dai Weasley?”
“Te l’ho già spiegato, ho ricevuto un invito da mia sorella…
e visto che è una cosa rara ho colto l’occasione al volo.”
“A stasera?” Chiese il ragazzo e Andromeda annuì posandogli
un affettuoso bacio sulla fronte prima che entrambi uscissero di casa.
Ted si Smaterializzò a casa Weasley; la Tana era
addobbata con festoni, ramoscelli di vischio, pungitopo e palloncini colorati.
Per l’occasione, data la famiglia numerosa, con un incantesimo era stata
bonificata e allargata la soffitta. Il pranzo fu, come sempre, ottimo e Molly
aveva trovato un valido aiuto nella figlia, Ginny, e
nelle cognate. Dopo il dolce la compagnia si era divisa in piccoli gruppi: chi
discuteva animatamente di Quidditch, chi parlava dei problemi del Ministero, i
più piccoli disegnavano e giocavano con le nuove trovate dei Tiri Vispi Weasley e altri, tra cui Ted, erano scesi in cucina a dare
una mano a mettere in ordine e a lavare i piatti.
L’argomento principale di discussione al piano inferiore era Hogwarts. Victoire
quest’anno avrebbe avuto l’esame per i G.U.F.O. e Fleur era preoccupata per le carenze della figlia in
Trasfigurazione. E visto che quello era l’ultimo anno di Ted alla scuola, ben
presto diventò lui il soggetto della
conversazione. Ginny, vedendolo in crisi
davanti a così tante domande, rassicurò i presenti sui voti del ragazzo e fece
cadere l’argomento su un problema altrettanto spinoso.
“E con Amelia, tutto bene?”
“Sì, tutto bene.” Con Ginny non
aveva problemi a parlare della sua ragazza, lei ascoltava semplicemente, non
era invadente e, soprattutto, non rideva. Certo, se c’era zio Harry la cosa era
terribilmente diversa, non sapeva perché ma lo metteva terribilmente in
imbarazzo parlare con lui di certe cose.
“Qui è Amelìa?” Chiese Fleur.
“È la fidanzatina di Ted.”
Le rispose Molly compiaciuta.
“Oh, che carino. Anche Victoire ha il fidanzatino.” Disse
sottovoce e sorridendo. “Ma io non vi ho detto nionte.”
Molly e Audrey le si avvicinarono e infine, non si sa come,
si trovarono tutti seduti intorno al tavolo della cucina ad ascoltare le ultime
novità… a spettegolare. E Ted si trovò involontariamente coinvolto in quella
conversazione.
“Si chiama Paul.” Riprese Fleur e a
Ted andò di traverso il succo di zucca che stava bevendo. La strana reazione fu
notata da Ginny che gli chiese, senza farsi sentire
dagli altri, se andasse tutto bene.
“Sì, mi è andato solo di traverso il succo,” le rispose Ted
sorridendo.
“Io di Molly non so nulla…” intervenne Audrey, turbata. “Però
ho notato che parla spesso di un certo Brian… stasera indago.”
“Credo sia un amico di Paul… Vicky
lo ha nominato qualche volta. A Bill ovviamente non piace.” Ridacchiò Fleur e
le altre la imitarono.
“Ah, gli uomini e le figlie… non si ricordavano cosa facevano
loro a quell’età? Ma no, le loro principesse non si possono toccare.” Ribatté Ginny facendo il verso a un non specifico marito
rigorosamente non presente nella stanza, poi si accostò a Ted, “A Bill non
piace perché dice che assomiglia a Bill da giovane, come carattere. Ma lui non
lo conosce e ha dedotto ciò dalle descrizioni di Victoire.”
Ted non trovava nulla di strano nel fatto che a Bill non piacesse Paul, nemmeno
a lui piaceva.
“Per caso,” sussurrò il ragazzo nell’orecchio di Ginny, “Percy da giovane era
ambizioso, perfetto, Prefetto, Caposcuola e dall’aria noiosa?”
“Sì, hai visto una sua foto?”
“No… però a questo punto devo dar ragione a tuo fratello
Bill.” E dopo aver detto questa frase Ted si eclissò al piano di sopra
lasciando le signore a discutere di vestiti, lavoro e mariti. Dopo qualche ora
la compagnia iniziò a sciogliersi e dopo aver accettato un invito del suo
padrino a presentarsi una sera a cena, Ted ritornò a casa; Andromeda era già
rincasata ed entrambi passarono le ore successive a parlare delle rispettive
giornate, di quello che avevano mangiato, degli ultimi pettegolezzi e delle
ultime novità.
Grazie a:
Cucciola:
no, visto che ho ritrovato la strada? Brutta cosa la gelosia. XD Ciao grazie!