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Autore: LittleHarmony13    29/08/2015    1 recensioni
"L'aria di Londra, quel tipico misto di smog, storia e grandezza mi entrava nelle narici, facendomi sentire viva, per una volta.
Non ho un bel rapporto con la vita. Nonostante i miei giovani diciassette anni sono piuttosto asociale. Non per scelta, ma per incapacità nei rapporti interpersonali.
Avevo ovviamente molti amici e molte amiche, ma il senso di solitudine e di incomprensione aleggiava sempre su di me. Potevo starmene chiusa in casa per ore, con la musica accesa, il computer sulle gambe, un libro sul comodino, e potete giurare che stavo da Dio, ma se tutto a un tratto mi veniva in mente di essere sola, era la fine. Mi piace stare da sola, ma essere sola, quella è tutta un'altra storia.
E' una cosa che mi fa sempre venire i brividi a pensarci.
Uno squillo di telefono interruppe il mio scorrere inesorabile di pensieri. Cavolo, ma quanto penso? "
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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14. Imparare a suonare la chitarra.

 
 
"I'm half a man at best,
With half an arrow in my chest.
I miss everything we do,
I'm half a heart without you.
Without you, without you,
 half a heart without you."

Half a heart, One Direction


 

Corro fino a che non mi sento quasi più i polmoni, quindi tecnicamente potrei aver corso anche poco visto che non sono per niente allenata. Mi fermo al limitare di un boschetto che si trova vicino al prato in cui ci eravamo messi a guardare l'eclissi e mi appoggio al tronco di un albero. Dio, dovrei veramente mettermi a fare un po' di palestra, perché mi manca troppo il fiato per avere solo diciassette anni.
Mi siedo con la schiena contro il tronco e cerco di riprendere fiato, pensando nello stesso tempo a quello che è appena successo. Più che altro sono preoccupata per quello che può aver visto Chris. Ho sentito la sua voce quando ormai avevo già cominciato a correre, e temo che possa aver visto solo il momento in cui la guancia di Henry si è posata sulla mia. Magari potrà pensare che ho dei particolari interessi nei confronti di Henry, ma non c'è neanche bisogno di dire che non è così, il mio cuore appartiene soltanto a lui. Dall'altra parte sono totalmente dispiaciuta di aver respinto Henry, perché se Chris non fosse stato qui, e io non fossi stata completamente persa di lui, forse Henry avrebbe avuto quel bacio.
Spero che niente fra di noi sia cambiato, ma capisco anche da me che sono vane speranze. Nel momento in cui ho girato la testa ho sentito qualcosa spezzarsi dentro di me. Il legame che avevamo è stato reciso da un semplice movimento.


Cerco di fare dei grossi respiri e di smettere di piangere, cercando di capire come fare a non rovinare tutto, quando una voce mi riscuote dalle mie elucubrazioni.
“Vivi? Che sta succedendo?”
Apro leggermente gli occhi, che avevo chiuso per provare a calmare questo incessante mal di testa, e trovo Chris, accovacciato davanti a me, con le mani sulle ginocchia ed uno sguardo dolcissimo negli occhi.
“Io... niente di che. Non lo so... credo.”
Chris mi prende le mani, che stavo portando al viso per coprirmi gli occhi gonfi, e sento un grosso peso andarmi via dallo stomaco.
“Vivi, basta bugie. Credo che siamo arrivati ad un punto in cui dobbiamo essere completamente sinceri l'uno con l'altro. Ho visto quello che è successo.”
La stretta allo stomaco torna a farsi sentire. “Hai visto?”
“Ho visto tutto, tesoro. Ed ho visto anche come non hai ceduto al corteggiamento di Henry. Ci sta che un ragazzo voglia baciarti, Vivi, è più che normale. L'importante è come reagisci tu.”
La sua mano si sposta dalle mie per andarmi ad asciugare il viso umido dalle lacrime.
“Ti ringrazio Chris, mi fa piacere sapere che ti fidi di me. Non devi avere problemi in questo senso.”
Chris fa un mezzo sorriso e mi si siede accanto. Mi passa un braccio intorno alle spalle ed io mi accoccolo sul suo petto. Mi piace sentire il battito del suo cuore, perché è regolare e preciso, e calma il mio, perennemente in tumulto.
“Mi fido di te, Vivi. Veramente, tantissimo.” Mi bacia sulla fronte ed io lo stringo più forte. “Ma devo davvero chiederti una cosa.”
Mi stacco leggermente per guardarlo negli occhi. “Chiedimi quello che vuoi.”
“La mia è solo curiosità, ma devo saperlo. Sappi che non te lo chiederei mai veramente, perché nella vita bisogna poter contare su più di una persona, ma se tu dovessi rinunciare a lui per me, lo faresti?”
Mi allontano da Chris come se mi avesse punto un insetto, perché la sua domanda mi coglie totalmente alla sprovvista. Credo di arrossire anche un po', ma dalla rabbia. Non riesco a credere che mi abbia davvero fatto questa domanda. Eppure credevo di avergli dimostrato molto bene in questi ultimi giorni che per me c'è solo lui.
“Te l'ho già detto, Chris, mi sembra inutile ripeterlo.”
In tono di sfida e guardandomi dritto negli occhi mi dice: “Tu fallo comunque. Solo a livello teorico, non che tu debba scegliere davvero perché...”
Non lo faccio finire di parlare, perché monto a cavalcioni sulle sue gambe, e senza preavviso comincio a baciarlo. Voglio davvero fargli vedere quanto lui sia davvero l'unico per me. Le mie mani sono sulla sua maglietta, e si stanno facendo lentamente strada sotto, la mia bocca si stacca dalla sua, per esplorare ogni parte del suo viso, dalle palpebre fino al collo. Sento le sue mani fra i miei capelli, e sorrido perché penso che finalmente Chris sta cominciando a ricambiare il mio affetto, invece con un movimento gentile ma deciso, Chris mi stacca da lui.
Mi sento respinta e rifiutata, e mi si ferma il respiro per un attimo. Offesa scendo dalle sue gambe, aspettando una sua reazione, ma tutto quello che vedo è Chris con i pugni serrati e gli occhi chiusi che cerca di riprendere fiato.
Sono sconvolta da quello che è appena accaduta, ed anche un po' irritata dall'improvviso cambiamento di umore da parte di Chris.
“Non... non mi vuoi più?”
Mi sento una bambina che fa le bizze a chiederglielo, ma non posso fare altrimenti, ci sono rimasta troppo male.
Chris è sempre ad occhi chiusi quando mi risponde: “Non così tesoro.”
Gli prendo una mano per cercare di fargli aprire gli occhi, ma me la sposta dolcemente.
“Ti prego Vivi, non lo fare.”
Sono confusa e non capisco proprio cosa vuole dire. “Fare cosa?”
“Questo. Non fare così. Non è che non ti voglio, e lo sai benissimo, io ti voglio sempre, ma quello che davvero non voglio è che tu mi dimostri tutto il tuo affetto soltanto tramite il contatto fisico. Non è per il sesso che voglio stare con te.”
La sua risposta mi prende in contropiede, perché so benissimo che non è così, anche perché sotto quel punto di vista non abbiamo fatto proprio niente. Non ce n'è stata nemmeno l'intenzione, quindi proprio non capisco
“Chris, sai che non sono pronta per...”
Chris mi interrompe subito: “Lo so, e proprio per questo ho detto che non sto con te per quella determinata parte della relazione. Io posso aspettarti per tutto il tempo che vuoi. E sai che lo farei, lo sai benissimo. Quello che ti stavo dicendo è che tutte le volte che ti faccio delle dichiarazioni o ti faccio capire quanto sei importante per me, non mi rispondi mai veramente a parole. Ed io ho bisogno di sentirti dire cosa provi Ivy.”
Okay, ora sta cominciando ad essere ingiusto. “Chris io ti ho detto cose che non mi sarei mai sognata di dire a nessun altro. A nessuno. Ti ho detto che per me sei l'unico, che non voglio nessuno oltre a te, cosa vuoi di più?”
Credo di aver alzato la voce, e molto. Ma è la sua risposta che mi fa davvero imbestialire.
“Ho visto come guardi lui.
Mi alzo velocemente, perché mi sento accusata, e non voglio stare a sentire una singola parola di quello che ha da dire. Io ho la coscienza a posto, e se c'è qualcuno che non deve accusarmi è proprio lui. Gli ho dato la parte migliore di me, e la sta distruggendo come se niente fosse.
“Chris, non lo guardo in nessun modo. Ho riso con lui prima, ma perché siamo... cioè voglio dire, eravamo, amici, o almeno credo. Non devi essere geloso di lui.”
“Io non sarei geloso di lui, ma tu non mi lasci scelta.”
Se mi avessero tirato un pugno avrebbe fatto meno male. Mi sta facendo passare come una ragazza della quale non ci si può fidare, e questo è ingiusto. Non ha appena visto cosa ho fatto prima?
“Chris, ma stai scherzando?” Sto quasi urlando. “Non puoi davvero accusarmi di questo. Stava per baciarmi, e mi sono scansata, d'accordo? Cosa devo fare per dimostrarti che ci sei solo tu per me? Tutto questo è ridicolo.”
Poi realizzo una cosa. Non c'è niente che possa veramente fare per convincerlo. Deve venire da lui. Deve fidarsi da me, e so che al momento non lo sta facendo, perché non avrebbe questi dubbi al riguardo. E la consapevolezza di questo mi uccide, perché fino a che eravamo migliori amici, senza complicazioni di alcun genere, non avevamo di questi problemi. Ci fidavamo l'uno dell'altra senza esitazioni di alcun genere.
“Tu non devi fare niente, Ivy, ma voglio solo che tu sia sincera con me. Siete immensamente legati per esservi conosciuti soltanto due settimane fa, e la cosa mi spaventa.”
“Chris, non so più come dirti che non devi preoccuparti. Ci troviamo soltanto bene l'uno con l'altro, non devi avere nessun timore.”
Poi penso che visto dall'esterno forse è diverso, perché io e Henry siamo davvero uniti per esserci conosciuti da così poco tempo, ma questo non vuol dire che io debba voler stare con lui. Okay, a lui piaccio, l'ho potuto constatare questa sera, e forse è questo che terrorizza Chris in primo luogo, ma davvero sono idee stupide.
Certo, però, che se una ragazza avesse appena tentato di baciare Chris anche io sarei nelle sue stesse condizioni. Indecisa se Chris si fosse scansato solo perché anche io ero lì, e se se fossero stati soli lui l'avrebbe baciata. Decido di avere una conversazione civile, perché voglio calmarlo e rassicurarlo. Non c'è niente di più importante per me al momento.
Il pensiero di dover andare a cercare Henry mi si affaccia quasi subito alla mente, ma per lui avrò tempo dopo. Chris è sempre il primo.


 

“Chris, dimmi cosa ti spaventa.” Sto utilizzando il tono di voce più calmo possibile, perché non voglio che si arrabbi con me.
Missione fallita. La sua risposta mi arriva dritta e chiara. E' alterato e lo vedo. “E me lo chiedi anche? In questa relazione sono io a dover perdere qualcosa, non tu, è evidente.”
Sconvolta da quello che ha appena detto, cerco di capire cosa intende.
“Tu sei pazzo se pensi di essere quello che ci tiene di meno qui. E poi stai tanto a puntare il dito contro i miei comportamenti, ma voglio ricordarti quella bionda che ho trovato solo una settimana fa a casa tua.”
“Ti avevo detto di non tirare mai più fuori quella storia, Ivy. Ti ho già spiegato che è stato solo perché non potevo stare con te, o almeno credevo. Non lo avrei mai fatto se avessi saputo che con te avevo anche solo una minima possibilità.”
“Oh ma davvero? Anche le ragazze che ti hanno approcciato oggi mi sembravano davvero molte contente di vederti.” Ho cominciato a fare la vittima, perché ho capito che è più facile, ma so anche che sono molto immatura, e dovrei davvero smetterla.
“Ma di cosa stiamo parlando Ivy? Non bacerei mai nessuna ragazza che non fossi tu, mentre stiamo insieme. E dovresti saperlo. Non ho più sentito nessun'altra da quando ho baciato per la prima volta te. E non ho un rapporto sessuale con una ragazza da...”
“Oddio, ti prego, non voglio saperlo davvero.”
“No, cazzo, devi saperlo invece! Non vado più a letto con una ragazza da sei mesi.”
“E perché lo avresti fatto? Sei mesi fa non stavo con te.”
“Sei mesi fa ho capito che volevo te. Soltanto te. Certo ho baciato qualche ragazza, perché dopotutto tu non eri mia Ivy, non mi volevi, o almeno credevo. Ma non ho fatto altro con loro. Non sarebbe stato giusto per loro, e soprattutto non sarebbe stato reale per me. O te o niente, Vivi. Capisci perché sono io quello che ha da perdere?”
In realtà no, continuo a non capirlo. Quello che mi ha appena detto è stato bellissimo, e nonostante tutto sono persa per lui, quindi proprio non comprendo.
“No, non capisco Chris. Perché? Spiegamelo perché davvero non ci arrivo.”
“Ivy, io... ma come fai a non capirlo? Vivi, io ti amo.”
Il silenzio che segue questa affermazione mi paralizza per un attimo, e forse è quell'attimo di esitazione a rovinare tutto.
“E ovviamente per te non è così.”
“Cosa? Chris, io... per me sei così importante che...”
“No, basta. Erano queste tre parole che mi servivano Vivi. Non ho avuto risposta, e tanto mi basta.”
Sono così stupida. Dio, perché non riesco a dirlo? Sono sempre stata traumatizzata da quelle parole. Nel momento che le dici ad una persona seguono sempre problemi, complicazioni e responsabilità. Ed io non voglio tutto questo per me e Chris. Voglio poter dire tutto con i miei tempi. Chris sta spostando il peso del corpo da un piede all'altro, e ho paura che se ne possa andare da un momento all'altro.
“Chris non osare andartene. Sai che ci tengo a te. Solo a te. Non provo niente per Henry io...”
“Ivy, ora Henry non c'entra più niente. Siamo solo io e te. Sono io che ti sto dicendo che ti amo più di qualsiasi altra cosa, e ci sei tu che te ne stai impalata perché evidentemente non ti interessa.”
“Come fai a dire che non mi interessa? Sei ingiusto nei miei confronti. Sei la cosa più importante per me.” Sento che le lacrime si stanno riaffacciando e non mi importa nemmeno di ricacciarle indietro.
“Questo lo hai già detto Ivy.”
“Perché sei così cattivo con me?”
Una risata sarcastica arriva alle mie orecchie. “Ah, io sarei quello cattivo eh? Va bene, se ti piace pensarla così.”
“Non è che mi piace pensare così. E' quello che sto vedendo. Ti prego, dammi tempo, magari fra un mese, due settimane, o addirittura un giorno sarò in grado di risponderti.”
“Non vivo per quelle tre parole Ivy, ma se non le dici oggi vuol dire che adesso non le senti. E se non le senti oggi, non le sentirai nemmeno domani. Non voglio forzare questa relazione. Voglio solo che tu voglia stare con me.”
“Lo voglio, Chris, lo voglio davvero. Ti supplico Chris, io...”
“Non mi devi supplicare, Vivi. E' l'ultima cosa che voglio.
Io ci sarò sempre per te, davvero. Solo non in questo modo.”
“Mi stai lasciando per caso?” La consapevolezza mi fa quasi cedere le gambe.
“Non è mai cominciata davvero tesoro. Senti, l'ultimo treno per Londra c'è fra una mezz'ora. Prendo le mie cose e vado via stasera.”
“No! No, Chris ma cosa stai dicendo? Andiamo via domani tutti insieme, come da programma. Non si discute su questo! Tu non prenderai un treno adesso, tutto solo, per Londra.”
“Sono grande abbastanza da prendere le mie decisioni Ivy. E manderò un messaggio a Kat quando sono arrivato.”
“A Kat? Io non capisco Chris. Non devi parlarmi mai più se non vuoi, ma non andartene così.”
“Tranquilla, agli altri inventerò una scusa sul perché me ne vado. Non devi preoccuparti, non capiranno niente.”
“Non mi importa niente degli altri Chris! Niente!” Ormai sto urlando. “Ti prego resta. Non parlarmi, ma resta.”
“Non è una questione di parlarti o meno. Anche guardarti mi fa male, ora come ora.”
Si gira e fa per andarsene e allora capisco che non posso fare niente per fermarlo. Ormai in preda ai singhiozzi lo richiamo: “Ehi, Chris, mi avevi promesso che non sarei stata una cosa passeggera per te!”
“Beh, tu avevi promesso di non spezzarmi il cuore!”
Mi posa una mano sulla spalla, me la stringe leggermente, e fa per andarsene. Ma io sono più veloce. Lo prendo per le spalle e mi stringo a lui. Le sue mani mi accarezzano la schiena e per un momento penso che stia tornando tutto a posto, ma poi sento la sua voce decisa, anche se ridotta ad un sussurro: “Non rendere tutto più difficile, Vivi. Te lo chiedo per favore.”
“Non deve essere difficile. Chris, tesoro, possiamo superare tutto insieme, ti prego.”
Chris mi stringe un po' più forte, e per un momento poggia la testa sulla mia, poi all'improvviso mi lascia un gentile bacio sulla guancia, e infine mi stacca da sé.
“Ciao, Vivi! Scrivo a Kat quando sono arrivato.”
Il velo di lacrime mi impedisce di vedere qualsiasi cosa. E forse è un bene, perché almeno non lo vedo andarsene.

 

 

Due giorni dopo.

Mi fa male la pancia e sono almeno due giorni che non mi alzo dal letto. Ho saputo da Kat che Chris è tornato sano e salvo a Londra, ma per il resto non ho più avuto sue notizie. Ho provato a chiamarlo ogni giorno da quando siamo tornati dal festival, ma non mi ha risposto nemmeno una volta. Kat ha passato la nottata successiva alla sua rottura a sentirmi singhiozzare, e a consolarmi. Non ho avuto veramente la possibilità di parlare nemmeno con Henry. Ci siamo incrociati la mattina del ritorno a casa, prima di partire, ma non c'è stato il tempo per spiegazioni. Tutti devono aver capito che la partenza di Chris è stata dovuta da quello che è successo con Henry, ma hanno avuto il buon cuore di non chiedermi niente.
Ho fermato Henry prima di salire in macchina, ma sono riuscita solo a dirgli che mi dispiaceva tantissimo. Lui mi ha risposto che era dispiaciuto anche lui, ma di non preoccuparmi, perché non era colpa mia.
La verità è che ho conosciuto due ragazzi stupendi, e ho trovato il modo di deluderli entrambi.
Kat è passata da me entrambi i giorni, e insieme a lei sto meglio, ma devo assolutamente trovare il modo di chiarire con entrambi. Decido da partire dalla situazione relativamente più facile: Henry.
Così questa mattina, dopo essermi alzata, gli mando un messaggio chiedendogli se vuole continuare il progetto della bucket list o se ha deciso definitivamente di chiudere con me ogni tipo di rapporto.
La sua risposta arriva quasi subito e mi sorprende.

 

Vorrei vederti, sei disponibile in giornata?”

Certo, passi da me verso le quattro?”

“Ci vediamo lì?”

Perfetto :). Grazie mille Henry!”

 

A questo non ricevo risposta, e giustamente aggiungerei. E' stato anche troppo gentile ad avermi risposto e ad aver accettato di vedermi.
A Chris penserò dopo, e sinceramente quella è la parte più difficile. Mi sono maledetta almeno dieci volte da quando se ne è andato, ho provato a chiamare anche suo fratello, tutto per parlarci, ma non mi ha risposto nemmeno lui. Mi si è stretto il cuore in una morsa, visto che sono molto legata al fratello maggiore di Chris.
Bastava che dicessi due parole e non sarebbe cambiato nulla. Io quelle parole le sento davvero, ma non hanno nessuna intenzione di uscire dalla mia bocca e non so perché. Sono davvero un'imbranata.
Ho perso una persona a me davvero cara per colpa delle mie insicurezze e non doveva succedere. Ma piangersi addosso non serve a niente, quindi decido che risolverò questo situazione (perché la risolverò) a tempo debito.

 

 

Il campanello di casa mia suono alle quattro spaccate, e sono costretta a posare sul tavolino davanti alla tv il barattolo della Nutella da cui sto mangiando direttamente con il cucchiaino. Se qualcuno non mi fa uscire da questa casa credo che diventerò almeno centodieci chili nell'arco di ventiquattro ore.
Vado ad aprire, e faccio appena in tempo a notare che Henry porta con sé una chitarra, perché lui mi prende fra le braccia e mi solleva.
Non capisco il motivo di tanta gioia nel vedermi per... beh, per ovvi motivi.
Sono sconvolta quando mi rimette giù, mentre lui si accomoda tranquillamente sul mio divano.
“Henry io... io credevo che dovessimo parlare. Voglio dire, quello che è successo... non capisco.”
Henry fa un gesto con la mano che dovrebbe significare che niente di tutto questo ha davvero importanza, e mi fa cenno di sedermi vicino a lui.
“Ivy, quello che è successo... beh, non è stato un problema per me. Ho provato a baciarti, è vero, lo ammetto, ma non è che non sono in grado di accettare un rifiuto. Voglio dire, non mi hai mollato all'altare, e non mi hai lasciato dopo anni di relazione. In conclusione per me non è cambiato niente. Mi piacevi, cioè, voglio dire, mi piaci, ma non mi aspetto niente da noi. Mi accontento di un'amicizia. Non ci sono rimasto male. Ti voglio bene, ma non ti amo.”
Fa seguire questa affermazione da una risata e a me invece si contrae lo stomaco. Non voglio sentire quelle due parole, mai più.
Ma sono contenta che Henry la pensi così, quindi lo abbraccio forte.
“Dio, Henry, grazie! Speravo che non fosse cambiato niente fra di noi, perché voglio davvero aiutarti in questa cosa della bucket list, e la tua amicizia conta tantissimo per me.”
“Anche per me la tua Ivy. A tal proposito, spuntiamo un altro punto?”
Rido spontaneamente e gli chiedo che punto dobbiamo realizzare.
Henry mi guarda come se fossi pazza, ma io non capisco.
“Ivy, la chitarra non ti dice niente?” Mi guarda strabuzzando gli occhi ed io lo odio perché mi sta prendendo in giro. Dopo avergli tirato un pugno sul braccio gli chiedo se voglia imparare a suonarla.
“Beh, sì, il punto sarebbe questo. Se ti va, ovviamente.”
“Oh, no, certo che mi va. Posso insegnarti una canzone o due. Strimpello qualcosa, ma non molto. Mi sarebbe piaciuto farti insegnare da qualcuno che se ne intende. Chris è bravissimo, la suona anche nella sua band, ma oggi non, ehm... oggi non credo che sia disponibile.”
Henry cerca il mio sguardo e mi scosta una ciocca di capelli. “Se n'è andato perché avete litigato vero? Per quello che è successo con me?”
“Oh, Henry, no. Non se n'è andato per te. Assolutamente. E' tutta colpa mia. Questioni in sospeso.”
“E me le vuoi raccontare? Posso aiutarti se vuoi.”
“Magari più in là. Al momento non ne ho molta voglia, ad essere sinceri.”
“Ivy, ho capito che c'è qualcosa fra di voi, non sono stupido, tutti l'abbiamo capito è solo che...”
Lo interrompo alzandomi dal divano, perché davvero non ho voglia di discuterne adesso. “Vado a prendere la chitarra, Henry.”
“Va bene. Ti aspetto qui.”
Non posso fare altro che sorridere alla sua gentilezza.


 

Mi avvio e prendo la chitarra che da tanto se ne sta rintanata in un angolo. Per me, oggi, questa è come una sfida. Questo particolare strumento musicale contiene tanti ricordi, e tutti sono legati a Chris.
Mi ha insegnato lui tutto quello che so, e anche se non sono un talento naturale, i pomeriggi passati con i suoi amici nel garage di casa sua, a suonare canzoni semplici per insegnarmi, sono rimasti impressi nel mio cuore. Quindi prendere in mano quella chitarra mi richiede molta forza, ma decido di non pensarci troppo e torno in salotto da Henry.
“Ehi, Henry! Dove hai trovato quella chitarra?”
“Oh, me l'ha prestata Scott!”
“Ah, Scott suona?”
“Sì, è anche piuttosto bravo.”
Mi scappa una risata. “Beh, potevi farti insegnare da lui allora.”
“Abbiamo deciso di fare questa cosa insieme no?”
“Beh hai ragione. Fino alla fine?” Porgo il mio dito mignolo ad Henry, così che possa promettere. Ma Henry sta guardando scettico la mia mano.
“Cosa stai facendo Ivy?”
“Non hai mai fatto una promessa con il mignolo?”
“Sì, all'asilo.”
Lo guardo abbastanza offesa, perché ehi, le promesse con il mignolo sono le più vere. Almeno nella mia mentalità.
“Prometti e basta Henry!”
“Se proprio insisti.” Senza riuscire a nascondere un mezzo sorriso Henry mi prende il mignolo con il suo. “Fino alla fine allora. Anche se ormai non manca molto.”
“Cerchiamo di non pensarci d'accordo?”
“Va bene dai! Cominciamo?”

 

Il pomeriggio passa tranquillo e sono contenta di poter stare con Henry come se nulla fosse cambiato.
Gli insegno come impugnare la chitarra e le note di base. Capisce quasi subito e riesce perfino a strimpellare qualche accordo. Sono molto fiera di lui, impara anche un pezzettino di una delle tre canzoni che so suonare, ovvero “With or without you” degli U2. E' molto semplice, quindi non sembra riscontrare molte difficoltà, ma per uno che è la prima volta che suona è davvero bravo.
La canzone mi fa venire un po' di malinconia perché me l'ha insegnata Chris e la suonavamo insieme. Poi è una canzone estremamente romantica, ovvero l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento.
Cerco di riscuotermi e alla fine del ritornello applaudo, perché Henry se lo merita davvero.
“Io non sono brava a suonare, e quindi il mio parere è soggettivo, ma si sente che hai l'orecchio musicale. Hai imparato alcuni accordi davvero molto velocemente.”
“Beh, suono meglio il piano. Vorrei ritirare su il mio orgoglio personale suonandoti qualcosa. Non è che per caso nascondi un pianoforte in casa?”
Scoppio a ridere. “Oh, sì, è uno strumento molto semplice da nascondere devo dire.”
“Oh, peccato allora!” Lo dice in tono dispiaciuto, ma ride anche lui.
“No, voglio davvero sentirti suonare un giorno Henry. Promettimi che lo farai.”
“Quante promesse oggi! Ma certo, d'accordo, lo prometto!”
“Ci conto eh.”
“Va bene, ora devo andare. Grazie della lezione privata. Quanto è?”
“100 sterline l'ora. Va bene?”
“Oh, credo di non potermelo permettere allora!”
“Vuoi pagare in natura?”
Mi guarda come se avessi fatto la peggior battuta del pianeta, e forse è vero, ma non sono riuscita a trattenermi.
“Mi fa piacere che tu ti senta così a tuo agio con me da fare una battuta del genere. Anche se ho cercato di baciarti due sere fa.”
Divento rossa, ma so che ha ragione. Sono stata un po' sfacciata, ma lui è tranquillo e sta al gioco.
“Ci vediamo domani Ivy.” Si sporge per darmi un bacio sulla guancia e quando fa per rialzarsi mi dice piano: “Ivy, richiamalo.”
Non aspetta nemmeno una mia risposta ed esce da casa mia.
Prendo il telefono e compongo il numero di Chris. Due squilli e scatta la segreteria.
Mi sdraio sul divano e mi metto il cuscino sulla faccia per soffocare un urlo.



Angolo Autrice: Buon pomeriggio a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo. Ogni settimana sono sempre molto emozionata a proporvi le mie fatiche, e ringrazio con tutto il cuore tutti coloro che leggono questa storia, sia chi mi dà pareri che chi lo fa in silenzio. Un ringraziamento speciale va alle persone che hanno lasciato le 30 recensioni, alle 7 che hanno preferito la storia, alle 4 che l'hanno ricordata, e alle 12 che la stanno seguendo. Mi rendete davvero immensamente felice.
Inoltre, sarei molto curiosa di sentire i vostri pareri. Non possono fare altro che migliorarmi, quindi vi prego di lasciarmi un piccolo pensiero, se ne avete voglia. Sia positivo che negativo, accetto tutto. Ogni vostra opinione è bene accetta. Ad esempio, cosa pensate di quello che è successo in questo capitolo? Ve lo aspettavate?
Spero di sentirvi in tanti, e mentre vi aspetto, vi do appuntamento alla prossima settimana.
Un bacione, alla prossima.
S. <3

  
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