Questo
è l’ultimo capitolo, poi ci sarà solo più l’epilogo.
Buona
lettura!
Tredicesimo capitolo: A giudizio
Il re
delle Isole del Sud rimase a lungo a parlare con la regina di Arendelle. Tanto a lungo che Anna iniziava a chiedersi se
doveva cercare di origliare oppure no. Alla fine però le porte si aprirono e
Elsa ne uscì con uno sguardo fermo e sicuro. Il re invece era triste ma al
contempo appariva sollevato.
“Allora
di cosa avete parlato?” Chiese Anna quando poté parlare sola con Elsa.
“Delle
sorti di Hans e Rahel”
“Anche
di Rahel avete discusso? Ecco perché ci avete messo
così tanto…” La ragazza si accigliò “E’ da molto che non la vedo…” Elsa annuì.
“Sì,
è rimasta sulla sua nave, ha l’ordine di non lasciare il paese”
“Bel
cambiamento dalla condanna all’esilio” Rise Anna ma vedendo che sua sorella non
si univa nell’ilarità la guardò preoccupata. “Cosa avete deciso?”
“Hans
sarà giudicato domani, ho proposto al re una giusta punizione, mi ha detto che
ci penserà ma credo che accetterà, altrimenti dovrà condannarlo a morte ed è
pur sempre suo figlio.”
“Una
giusta punizione? E quale sarebbe? Quello merita un pugno in faccia ogni ora!”
Elsa sorrise.
“Domani
vedremo” Visto che non sembrava voler aggiungere altro Anna cambiò oggetto del
suo interesse.
“E Rahel? Mi hai detto che non faceva parte del piano”
“Sì,
ma il padre voleva che lo rassicurassi su questo punto”
“Cosa
che hai fatto?”
“Sì”
“Quindi
potrà ripartire presto? Perché io ho voglia di tornare a casa” Elsa sorrise.
“Lo
so che è Kristoff che non vede l’ora di ritornare,
gli manca Sven”
“Già”
Sorrise Anna “Ma è normale, non si lasciano mai quei due” Sul volto gli
comparve una dolce espressione innamorata e Elsa sorrise, poteva capire la
ragazza adesso. Mentre pensava a Rahel il sorriso si
spense. Sapeva che il sentimento che le legava era vero e incredibilmente
forte, altrimenti non avrebbe potuto spezzare i bracciali, eppure non erano più
rimaste sole da quel momento sulla torre più alta del castello di Hans. La
ragazza sembrava intimorita da lei e lei non riusciva ad avvicinarsi senza
pensare al dolore che aveva provato nel sentirsi tradita.
“Elsa…”
Anna la guardava seria e lei la guardò interrogativa “Secondo te perché non
sono riuscita a spezzare i bracciali mentre si sono aperti da soli sulla
torre?”
“Non
volevi lasciarmi andare” Anna corrugò la fronte a quell’affermazione e Elsa si
spiegò meglio “Il tuo amore non è messo in dubbio, ma proprio quello stesso
amore ti impediva di lasciarmi andare, non avresti potuto…”
“Capisco…”
Anna ricordava il terrore che la attanagliava mentre tentava di aprirli, era
quello di perdere sua sorella. “Però, perché si sono aperti dopo? Anche lì
volevo tutto tranne lasciarti andare!”
“Già…”
Elsa guardò la ragazza con uno sguardo dolce. Anna rivide la scena, ricordò sua
sorella tesa nel vuoto ad afferrare una donna che credeva loro nemica. Ricordò Rahel che liberava i bottoni e si lasciava cadere nel vuoto
e i bracciali staccarsi dai polsi di Elsa mentre il ghiaccio esplodeva tutto
intorno.
“Oh”
Disse solo sgranando gli occhi “Non sono stata io… è stata Rahel…
lei ti ama!” Sgranò ancora di più gli occhi e aggiunse “Tu la ami”.
“Sì”
Rispose solo Elsa guardando con timore la sorella.
“Ma è
magnifico!” Urlò Anna saltando in aria e sparpagliando dappertutto i documenti
della scrivania. “Elsa sei innamorata!” Saltò tra le sue braccia facendo
urletti di gioia. “Ma ehi… perché non vi siete più viste?” Elsa abbassò lo
sguardo e l’entusiasmo di Anna si raffreddò. “Elsa… se la ami non devi
perderla”
“Lei
è libera.” Anna la guardò senza capire e lei scosse la testa “E’ la persona più
libera che io abbia mai conosciuto, voglio dire libera nell’animo. Vuole vedere
il mondo, vuole viaggiare ed esplorare. Io sarei una catena per lei. Magari
all’inizio non le importerebbe ma poi diverrebbe un peso. Non voglio che questo
succeda.”
“Preferisci
essere infelice sicuramente piuttosto di avere una possibile futura
infelicità?” chiese Anna.
“Preferisco
essere infelice ma fare la cosa giusta piuttosto che felice sapendo che è la
cosa sbagliata per la persona che amo.”
“Non
credi che lei abbia il diritto di decidere per se stessa?” Elsa guardò la
sorella e non seppe cosa rispondere. Si voltò e andò alla finestra dello studio
che faceva parte delle stanze assegnatele a palazzo. Appoggiò la mano e la
fronte contro il vetro. Percepì il ghiaccio formarsi attorno alla sua mano ma
non si mosse poi due braccia dolci si chiusero attorno a lei.
“Andrà
tutto bene Elsa. Fidati del tuo cuore” Lei si voltò mentre il ghiaccio
scompariva e prese Anna tra le braccia stringendola con gratitudine e affetto.
Hans
aveva le mani e i piedi in catene ma guardava sprezzante verso la folla e verso
il padre che serio lo fissava dal suo scranno. Elsa indossava una corona di
ghiaccio e il suo abito era sontuoso e cerimoniale. Dalla corona allo strascico
era di un immacolato bianco.
“Hans,
sei pronto a sentire la tua condanna?”
“Prigione
a vita?” Chiese lui con un sorriso sarcastico. Appariva quasi annoiato.
“No,
la regina Elsa ti ha concesso un’ultima possibilità per dimostrare che il tuo
cuore non è nero come noi tutti ormai crediamo”
“Cosa?”
Persino Hans guardò la donna stupefatto, ma non quanto Anna che solo Kristoff trattenne dall’andare a chiedere spiegazioni.
“La
mia condanna è la morte” Disse allora il re facendo impallidire Hans. “Cosa
scegli?”
L’uomo
scosse la testa guardando il padre e Elsa. La regina era imperturbabile e
glaciale nel suo freddo e candido abito.
“Non
mi lasciate scelta padre”
“Non
sono più vostro padre” Ribatté il re ferreo.
“Molto
bene allora scelgo la misericordia della regina Elsa”. Il re si voltò a
guardare Elsa che annuì e si fece avanti.
“Hans,
il tuo cuore è incapace di scaldarsi per chiunque se non te stesso. Sei
incapace di un vero atto d’amore.” Anna si sedette di schianto sulla sua sedia
capendo all’improvviso cosa sua sorella stava per fare. “Potrai dimostrare a
tutti che non è così e meritarti di nuovo il tuo diritto di vivere. Oppure morire,
così come hai condannato mia sorella un anno fa e molto più gentilmente di come
hai torturato me” La sala era nel più assoluto silenzio mentre Hans sembrava
incapace di fare o dire alcunché. Elsa alzò gli occhi a guardare il suo
carnefice e sul suo volto non apparve altro che compassione. Poi dal suo stesso
cuore partì una singola scheggia di ghiaccio che penetrò nel cuore di Hans che
si accasciò a terra ansimando.
“Avrai
all’incirca una settimana prima di trasformarti in ghiaccio” Pronunciò Elsa poi
si voltò e tornò al suo posto. Il re guardò quello che un tempo era suo figlio
e annuì.
“Sei
libero”.
“Aspettate!
Non potete farmi questo! Padre, padre!” Hans continuò a urlare mentre le
guardie lo trascinavano fuori.
“E’
ora di tornare a casa” Anna si avvicinò ad Elsa che prese la sua mano ed annuì.