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Autore: SynysterIsTheWay    01/09/2015    3 recensioni
America indietreggiò di scatto mentre vide il ragazzo serrare la mascella.
In quel momento ebbe l'istinto di allontanarsi il più possibile. Aveva paura che quel ragazzo tanto bello
quanto dannato potesse farle del male.
-Devi andare via da qui o qualcuno potrebbe pensare di farti del male.- Continuò il ragazzo mentre lei
non fece altro che pensare allo spavento che continuava a formarsi dentro di sé.
Egli provò a toccarle un polso per fermarla ma lei trasalì.
-No! Non toccarmi!- Urlò America indietreggiando sempre di più con le lacrime agli occhi per lo spavento.
-Aspetta, non voglio farti del male!-
-Aiuto! Aiuto!-
-Shh, sta zitta o ti sentiranno.- Continuò il ragazzo catapultandosi verso di lei ma indietreggiando l'attimo dopo, ricordandosi
di non poterla toccare.
America osservò il comportamento del ragazzo ed inarcò un sopracciglio.
I loro occhi si scontrarono.
La bionda non aveva mai visto degli occhi più belli di quelli in tutta la sua vita.
Brian invece, si sentì scosso dopo aver scrutato con attenzione gli occhi della ragazza.
Decise di lasciarla andare.
Lei chiuse gli occhi spaventata e quando li riaprì, il ragazzo era ormai sparito.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

23° Keep my mind of the end.





















-America, è la quinta volta che ti chiamo, mi farai fare tardi a lavoro!- 
La voce della signora Mcklain rimbombava nella mente di sua figlia, facendola sobbalzare.
-Oh mio Dio, ma che ore sono?- Domandò la ragazza dai capelli biondi, strofinandosi gli occhi.
-Sono le otto passate! Sbrigati, stanno per arrivare Mia e quella tua amica che non ricordo
mai come si chiama...- Disse la donna, aprendo la finestra della camera per lasciar passare
un po' d'aria.
-Erin, mamma. ERIN.- Ribatté America, alzandosi con velocità dal letto ed avvicinandosi
allo specchio per attaccarsi i lunghi capelli in una coda di cavallo.
-Sì, quella lì. Allora, posso stare tranquilla che non ti rimetterai a letto e che filerai a 
scuola?-
-Certo, mamma, ma per chi mi hai preso?- Continuò la ragazza, sentendosi quasi offesa.
-Oh, hai ragione. Ci vediamo oggi tesoro.- La signora Mcklain lasciò un bacio sulla guancia
di sua figlia e corse al piano inferiore dell'abitazione, uscendo di casa con il piccolo
Brandon.
Suo padre doveva essere già a lavoro e lei aveva pochissimi minuti per prepararsi per
una nuova giornata scolastica.
America corse in bagno e dopo essersi fatta una doccia veloce, si occupò di indossare una
maglietta a strisce bianche e nere per poi passare al jeans stretto che la fece
saltellare fino al ritorno nella sua camera.
La ragazza indossò subito le sue converse e dopo essersi truccata con un filo di eyeliner 
ed un ombretto grigio, scese le scale per ritrovarsi in cucina.
Prese una mela al volo dal vaso situato al centro della tavola e la addentò con gusto ritornando
con velocità nella sua camera e mettendosi lo zaino sulle spalle.
Dopo circa dieci minuti, qualcuno suonò al campanello di casa Mcklain e la giovane scese
nuovamente al piano inferiore della casa raggiungendone la porta.
-Okay, sono pronta!- Esclamò America aprendo la porta con affanno.
-Wow, calma tesoro, hai visto un fantasma per caso?- Ribatté Erin mentre America 
la fulminò con un solo sguardo.
Brian non si era fatto ancora vedere.
-No, sono in ritardo!- Sbottò ancora la giovane, respirando con più profondità.
Ci mancava poco a farle esplodere un polmone.
-Tranquilla cugina, non sei in ritardo. Andiamo?- Propose poi Mia, sorridendole e dandole
tutta la sicurezza di cui aveva bisogno in quel momento.
-Sì, andiamo.- Disse poi America, chiudendosi la porta di casa alle spalle e camminando
di pari passo con le due ragazze.
-Oggi c'è un sole che spacca le pietre...- Nota Erin, accendendosi una sigaretta.
-E' vero! Quasi non riesco a credere che Johnny abbia deciso di marinare la scuola per restare
con me anche questa mattina!- Disse Mya, sospirando.
-Anche oggi? Quel ragazzo sta perdendo delle lezioni importanti!- Esclamò America, preoccupata.
-Lascia perdere, America. Il nostro nanetto è andato.- Borbottò poi Erin, aspirando del fumo 
dalla sua sigaretta.
-Io mi sento in colpa ma...lui insiste per restarmi accanto. Mi sembra quasi un sogno questo di essermi
innamorata di chi non avrei mai pensato in vita mia!-
-L'amore è cieco Mia...in questo caso, ha superato sé stesso!-
-Molto spiritosa, Erin.- 
-E dai, scherzavo! Siete adorabili anche se tu sei tipo molto più alta di lui.- Continuò Erin, evidenziando
la parola "molto".
-A proposito di amore...quand'è che la nostra America si darà da fare?- Domandò poi la mora
tra le bionde.
America si lasciò sfuggire un sorriso.
Chi lo avrebbe mai detto che si sarebbe già innamorata.
Che avrebbe trovato la persona che sarebbe riuscita a curare le sue ferite e farle
amare la vita seppur avrebbe preferito essere morta.
-Cos'è quel sorriso? Oddio America...tu...-
-No Erin, non è come pensi.- Mormorò la giovane, arrossendo senza neanche rendersene conto.
-Okay, sgamata. Ti piace qualcuno!-
-Mia...adesso non iniziare anche tu!-
-Ma te lo si legge in faccia! Hai gli occhi che ti brillano, America...quasi
mi fai paura.- Notò sua cugina, scrutandole con attenzione lo sguardo immerso 
in una pozza d'amore.
Aveva proprio in quell'istante iniziato a pensare che o sarebbe rimasta con Brian
o sarebbe rimasta da sola per tutta la vita.
Ma come poteva spiegarlo ad Erin e Mia?
L'avrebbero presa per pazza.
E quei due non avevano un modo per amarsi senza farsi del male.
-Sì, mi sono innamorata.  Non mi sono innamorata.- Sbottò America, standosene sulla difensiva mentre
il suo cuore batteva forte proprio come un martello contro un chiodo.
Sarebbe tanto voluta essere più spontanea, ma, proprio non ce la faceva.
Cosa sarebbe accaduto se avesse provato a spiegare ad Erin e Mia che si era innamorata
di un fantasma? Di un ragazzo morto?
Semplicemente, non poteva.
La spontaneità non poteva far parte di lei in quell'istante, anche se, stava iniziando
a pensare a quanto invidiava i bambini per il loro modo di interagire con il mondo.
In quell'istante, sarebbe tanto voluta essere una bambina che, d'istinto, avrebbe abbracciato
le due ragazze e accarezzandole il viso avrebbe sussurrato "Sì, mi sono innamorata."
Ma lei non era più una bambina.
Prima, le bastava anche solo un "Ti voglio bene, papà" per lasciarsi amare o sperare
di essere compresa.
Ma, in quel momento, nulla sembrava bastare per davvero.
Brian sembrava essere diventato uno dei suoi vizi peggiori. 
-Non è mai un errore ammettere di essersi innamorati, America. Quando ti sentirai pronta a parlarcene,
noi saremo qui ad ascoltarti.-
Disse poi Erin, fermandosi sul ciglio della strada, mettendo una mano
sulla spalla della bionda.
-Grazie, ragazze.- Fu l'unica cosa che riuscì a dire America, abbracciando sua cugina e la sua ormai
cara amica.
Mia accarezzava i capelli di sua cugina, cercando di farla sentire libera.
Poi, ricominciarono ad incamminarsi verso l'istituto scolastico, saltellando tutte e tre con felicità ed euforia.
Arrivate a scuola, Erin si lanciò tra le braccia di Zacky, Mia diede un bacio a fior di labbra a Johnny
e America si limitò a salutare tutti con allegria.
October aveva abbracciato tutte, ma, corse in fretta verso l'aula di biologia a causa del compito in classe.
Jimmy le diede un bacio di augurio e la lasciò andare senza aggiungere altro.
Nel frattempo, America aveva notato che alcuni studenti del comitato pre-motore si stavano
occupando di trasportare degli oggetti nell'edificio.
Una palla da discoteca, alcuni festoni e decorazioni di tutti i tipi.
-Ma...che cosa stanno facendo? C'è una festa?- Domandò curiosa la giovane, inarcando
un sopracciglio.
-America, ti sei dimenticata? La settimana prossima ci sarà il ballo di primavera!-
Le parole di Zacky tuonarono nella mente della ragazza, facendole sbarrare di colpo gli occhi.
-Cavoli...me ne ero totalmente dimenticata!- Ammise America, posizionandosi una mano
dinanzi alla bocca aperta.
-Non ti perderesti nulla di che, America!- Esclamò Johnny, prendendo Mia tra le sue braccia.
-Stai scherzando, spero! Il ballo di primavera è un evento a cui non possiamo mancare! E' il nostro
ultimo anno alla V e non abbiamo mai partecipato ad un ballo...aspetto questo momento da anni!- Ribatté
Erin con un'euforia indiscussa.
Zacky non poté fare a meno di sorridere quando vide la sua fidanzata così presa da ciò che diceva.
-Stai tranquilla amore, sarò il tuo cavaliere per tutta la serata.- Le disse Vee, cercando
di tranquillizzarla.
Fu in quell'istante che America pensò di non avere neanche un accompagnatore per il ballo.
-Ma perché vi stressate così tanto? E' solo un misero ballo per poppanti a cui io non parteciperò mai.-
Sbottò poi Jimmy, sincero.
-E dai James, così ci togli tutto il divertimento!- Sbuffò Matt, sorridendo l'istante successivo.
-Io resto della mia opinione. I balli...Dio, mi sale il vomito solo a pensarci!- Borbottò Rev con
uno sguardo a dir poco nauseato.
-E cosa pensi di fare con October? Lei vorrà sicuramente andarci...sì sa come sono 
le donne, no?- Continuò Christ, mantenendo viva la sua opinione.
-October capirà. Preferisco portarla in un pub piuttosto che partecipare ad uno stupido ballo di primavera
in questa scuola di merda.- 
-Se fossi in lei, a quest'ora, te ne avrei già date di santa ragione.- Sbottò poi Erin alle parole
di Jimmy.
-Gliene hai già parlato, Jimmy?- Gli domandò poi America.
-No, ma questa sera lo farò.-
-Distruggerai i suoi sogni, lo sai questo, vero?-
-Mia, è solo un ballo. Smettetela di farne una questione di Stato!- Esclamò ancora il ragazzo
dagli occhi azzurri senza voler cambiare per nulla al mondo la sua opinione.
-Io ho già scelto il vestito!- Urlò Erin, esaltata più che mai.
-Oh no...è vero, il vestito! Non ho ancora preparato niente per il ballo...- Disse poi America,
desiderando quasi di scomparire.
-Vedrai cuginetta che troverai qualcosa che farà al caso tuo.-
-Mia, tu vuoi venire al ballo con me?-
-Ma io non faccio parte della scuola, Johnny!-
-Ma non lo verrà a sapere nessuno. Allora, ci vieni?-
-Eh no. Se pensi che questo sia un invito...mi dispiace ma non ci vengo né
ora e né mai.- Sbottò Mia, con orgoglio mentre Johnny non riusciva più a ribattere.
-Questa ragazza ha le palle, Christ.- Gli sussurrò Matt in un orecchio.
-E va bene...vuoi fare la dura con Johnny Christ, eh? Bene.-
Johnny si inginocchiò improvvisamente dinanzi alla ragazza mentre tutti gli studenti in cortile
stavano osservando la scena, sorpresi.
-Johnny...ma cosa fai?!- Lo rimproverò James, mettendosi una mano sulla fronte.
-Allora, signorina...che ne dice di venire con questo zoticone che non ha nulla da offrirle...al
ballo di primavera?- Domandò Johnny con sincerità alla mora, facendola arrossire di colpo.
-Oh...assolutamente sì! Accetto, ma adesso rialzati!- Esclamò la ragazza mentre tutti gli studenti stavano
ridendo a crepapelle nell'osservare la scena.
Non poterono trattenersi neanche Zacky, Matt, Jimmy, Erin e America che scoppiarono in una rumorosa risata.
A seguito, Johnny e Mia si allontanarono dalla scuola e America continuò a pensare
al da farsi.
Aveva anche bisogno di un accompagnatore ma, aveva paura di fare un torto a Brian.
Non sapeva più come gestire la situazione.
E forse, aveva già capito cosa fare.
-Matt?- America si avvicinò al ragazzo che le sorrise come risposta.
-Mh?-
-Tu ci vieni al ballo?-
-Temo di sì. Devo controllare che Zacky e Johnny non facciano stronzate.-
-Bene, ehm...tu ce l'hai già un accompagnatrice?-
-No. Sinceramente non ci avevo neanche pensato.-
-Che ne diresti di farmi da cavaliere? Come semplice amico, si intende. Non voglio
fare da tappezzeria e con te mi sentirei più tranquilla.-
-Oh, ma certo America. Magari evito anche di farti andare al ballo con qualche idiota.-
-Ah! Grazie di cuore, Matt!- Esclamò la ragazza, gettandosi letteralmente tra le braccia di Shads.
Gli voleva un bene dell'anima, ormai.
-Ma figurati!- Rispose il ragazzo, abbracciandola per poi vederla correre verso l'aula
di tedesco.
America entrò con velocità nell'aula e si sedette al solito posto, rendendosi conto poi
di essere diventata improvvisamente triste.
Quanto avrebbe voluto che Brian fosse stato il suo cavaliere per quella sera.
Quanto avrebbe voluto...ballare con lui per la prima volta.





























***



















Tornata a casa, America si precipitò nella sua camera e buttò giù
mezzo armadio nella speranza di trovare qualche vestito giusto.
Nulla.
Niente sembrava soddisfare le sue richieste. Lei voleva davvero lasciare
un segno alla V ma nessun vestito sembrava essere perfetto per l'occasione.
Sarebbe stato il suo primo ed ultimo ballo in quella scuola. Non poteva di certo
permettersi di riciclare uno dei soliti vestiti.
Quella volta, aveva deciso di fare una semplice eccezione.
Sbuffando, si precipitò giù per le scale e raggiunse il salotto in cui sua madre
e suo padre stavano guardando la televisione, mentre, suo fratello stava cercando
di ricomporre tutti i pezzi mancanti del suo puzzle sul tappeto.
-Papà, posso parlarti per un secondo?- Domandò America a suo padre, vedendolo
poi aggrottare le sopracciglia e rivolgere uno sguardo curioso a sua figlia.
-Dimmi, tesoro.- Rispose suo padre con l'aria da uomo comprensivo.
-Tra una settimana ci sarà il ballo di primavera alla V.-
-Oh piccola mia, il tuo primo ballo?- Le domandò sua madre, con gli occhi lucidi
ed un sorriso a trentadue denti.
-Sì...- Rispose America con tranquillità.
-Non ci andrai con quei tuoi amici strampalati, vero?- Ribatté suo padre,
alzando per un po' il tono di voce.
-Papà, non vorrai fare il terzo grado anche al povero Matt che mi farà da cavaliere, spero!-
-Come osa quel Matt farti da cavaliere?!-
-E dai tesoro, non fare il padre geloso. Ti ricordi di quando anche noi abbiamo partecipato
al nostro primo ballo? Tu ti eri persino fatto dare un passaggio da un conducente di camion
per venire a prendermi.- Disse la signora Mcklain, pensando ai bei ricordi di quando
era solo un'adolescente.
-Sì ma quelli erano altri tempi. Tesoro, è proprio necessario che tu debba partecipare a quel ballo?-
-E' il mio primo ballo, papà.-
Il signor Mcklain si grattò il mento a lungo per poi dare una risposta definitiva a sua figlia
e farla saltellare di gioia.
-Va bene, puoi andare al ballo.-
-Davvero?!-
-Sì, ma quando quel Matt verrà a prenderti dovrò fargli delle raccomandazioni...-
-Grazie mille, papà!- Esclamò la giovane, cantando vittoria.
-Devi comprarti il vestito, giusto?-
-Beh...dovrei.-
-Tieni, tanto sono sicuro che li stenderai tutti con qualsiasi cosa deciderai di indossare.-
America prese dei soldi dalle mani di suo padre per poi stampargli un bacio sulla guancia
ed abbracciarlo.
La giovane uscì con velocità di casa e corse in giro per Huntington Beach, sperando
di trovare un negozio che faccia al caso suo.
Con i soldi tra le mani e la felicità stampata sul volto, America non poté fare a meno
di sorridere.
Quello sarebbe stato il suo primo ballo e ancora non riusciva a crederci.
I suoi occhi si illuminarono improvvisamente quando dinanzi ai suoi occhi vide un negozio
di abiti da cerimonia che faceva al caso suo.
America entrò con velocità nel negozio senza pensarci su più di due volte ed iniziò
a dare un'occhiata in giro con curiosità.
C'erano davvero dei vestiti bellissimi ma solo tre riuscirono a catturare particolarmente
la sua attenzione.
-Posso esserle d'aiuto?- Le domandò la commessa del negozio con dolcezza.
-Oh...sì, dove posso provare questi vestiti?- Rispose America, mostrando i tre vestiti
alla donna.
-Da quella parte, prego.- La donna dai capelli neri tenuti in un caschetto, indicò una porta
con su scritto "Dress room" ed America annuì, ringraziandola per la disponibilità.
La giovane aprì subito il camerino e vi entrò con stupore.
Era una cabina armadio.
Aveva a disposizione un sacco di spazio per sé e poteva provare tutto ciò che voleva perché
aveva uno specchio posizionato proprio dinanzi ai suoi occhi.
America iniziò a provarsi i vestiti con determinazione mentre continuava a canticchiare
con allegria.
Il primo vestito che provò era di un color panna ed aveva dei veli neri molto
eleganti.
America si guardò allo specchio per un po' ma si spogliò con velocità per provare
il secondo vestito.
No, non era proprio il suo stile nonostante le piacesse molto il modello.
Il secondo vestito, era rosso a tubino ed aveva dei pois neri.
Quasi sembrava una coccinella, così, decise di toglierselo subito e passare al terzo vestito.
Un vestito sopra bianco e sotto nero con uno spacco sulla coscia destra.
La bionda si osservò a lungo allo specchio ma, neanche quel vestito sembrò farla impazzire.
-La smetti di provarti tutti questi vestiti? Mi stai facendo venire il mal di testa!-
La voce di Brian la fece improvvisamente voltare e sussultare.
Da quanto tempo era lì?
-Brian! E tu quando la smetterai di farmi spaventare?- Ribatté America, inarcando
un sopracciglio con aria di sfida.
-Booo!-
-Smettila...sono in una fase critica!- Esclamò la ragazza, sbuffando di continuo.
-Perché ti stressi tanto? Tutti i vestiti che hai provato ti stavano da Dio ma tu eri
troppo occupata ad annullarti per rendertene conto.- Rispose prontamente il ragazzo, avvicinandosi
a lei.
-Non mi sto stressando...vorrei solo essere...carina.- America sussurrò quasi l'ultima parola,
continuando a guardarsi allo specchio ed osservando Brian avvicinandosi alle sue spalle.
Riusciva a sentire il respiro del ragazzo sul collo.
-Carina?!- Brian ripeté la parola con un tono piuttosto alto e provocatorio.
-Sì, carina.- Rispose la giovane con semplicità.
-Io ti trovo bellissima.-
America avvampò ed arrossì allo stesso tempo. Quasi non sapeva più cosa dire.
Si stava guardando allo specchio ma non riusciva a vedere Brian alle sue spalle.
Quello le fece ancora più male.
-Sarò lo zimbello di tutta la scuola...- Iniziò ad offendersi la bionda,
non riuscendo proprio a vedere nulla di positivo in ciò che indossava.
-Ehi...tu puoi indossare tutto quello che vuoi. La cosa che realmente conta è ciò che
hai qui dentro. Quello non può togliertelo nessuno.-
Le sussurrò Gates, indicandole il petto 
e superandole le spalle per guardarla negli occhi.
-Non so se mi sentirò a mio agio con dei tacchi a spillo, Brian. Ma mi vedi?
Sono orribile.-
Brian abbozzò un sorriso.
Non riusciva a capire del perché quella ragazza così perfetta ai suoi occhi, doveva continuare
a screditarsi in quel modo.
-Quanto vorrei prestarti i miei occhi per farti capire quanto tu sia bella per me, America.-
Le sussurrò ancora il ragazzo, facendole rabbrividire la pelle.
-Tu non sai quello che dici, Brian...-
-Oh non è vero, invece. Non senti freddo anche tu?-
-Freddo...dici?-

-Sì, freddo. Il freddo che mi procurano i tuoi occhi quando mi guardano. Potrei vendere
la mia anima al diavolo pur di averti sempre qui davanti a me. Cazzo, America, io sto impazzendo.
Non posso toccarti, non posso baciarti, non posso amarti come realmente vorrei. Non sai quanto
ti vorrei...non puoi neanche immaginarlo.-
Sussurrò il ragazzo con una voce strozzante mentre continuava
a stringere le mani in pugni.
America restò in silenzio per tutto il tempo ad ascoltarlo.
Lei si stava annullando quando al suo fianco aveva qualcuno che la stava amando per chi era
realmente.
-Tu mi ami già abbastanza, Brian. Sono io che non mi amo, è diverso. Non sono nulla.- Ammise la ragazza,
fissando gli occhi del ragazzo ed immergendosi in quelle due pozze color nocciola.
-Dovresti amare te stessa nel modo in cui ti amo io.-
-E tu dovresti imparare che non sempre i fantasmi possono innamorarsi degli essersi umani.-
-Ho già visto la morte con gli occhi. Questo basta, non credi?-
-Tu riesci ad amarmi come io non riuscirei mai...e la sera del ballo non potrò
averti come mio cavaliere. Non potrò ballare con te per la prima e forse ultima volta.-

-Io sarò al tuo fianco. Certo, nessuno potrà vedermi ma...riuscirò a proteggerti il più possibile.-
-Non ho bisogno di protezione. Ho bisogno che tu ci sia.-
-Ci sarò. Sai che ci sarò.-

Brian sorrise alla ragazza e lei ricambiò come non pensava di poter fare.
-Okay, adesso troviamo un vestito che faccia al caso tuo...- Continuò il ragazzo uscendo dal camerino
e gironzolando per il negozio alla ricerca del vestito perfetto.
America rimase immobile a guardarsi allo specchio mentre prendeva fuoco con lentezza.
Aveva le guance che sembravano essere due pomodori e le labbra screpolate che aspettavano solo di essere
baciate.
Se scegli una persona...prima o poi, capisci di averla scelta soprattutto per ciò che ha dentro.
E America si era sentita accettata da Brian per quella che era realmente.
E lui voleva semplicemente che lei andasse a quel ballo e provasse in qualche modo a sentirsi
sé stessa anche se la paura che qualcun'altro migliore di lui potesse sedurla, lo stava 
logorando dentro.
Ma in quel caso, Brian non era riuscito a comportarsi da egoista in alcun modo.
Voleva che la sua piccola si divertisse. Era il suo primo ballo dopotutto e, con o senza
di lui non sarebbe stato importante. 
Almeno secondo ciò che pensava.
L'istante successivo, Brian tornò nel camerino di America e le propose un vestito lungo con una scollatura
a forma di cuore sui seni, di un viola abbastanza scuro.
Il tutto, era contornato da una cintura argentata.
-Prova questo.- Il ragazzo porse l'abito lungo ad America e lei lo osservò sorpresa.
-Ma...è stupendo...- Disse la ragazza, pensando a chissà quanto le sarebbe venuto a costare.
America si chiuse nel camerino e si provò il nuovo vestito con velocità.
Le stava una meraviglia.
Quando la ragazza uscì dal camerino, Brian la osservò come se non avesse mai visto
nulla di più perfetto in tutta la sua vita.
Gli si seccò la saliva in bocca, limitandosi ad aprirla senza volerla qui richiudere.
I suoi occhi color nocciola si erano illuminati di luci mentre il cuore avrebbe quasi
voluto esplodergli.
-Come mi sta?- Gli domandò America avvicinatasi allo specchio per ammirarsi.
Quel vestito sembrava piacerle molto.
Aveva finalmente trovato quello giusto o forse erano state le parole di Brian a cambiare
la sua prospettiva?
Non lo sapeva, ma, una cosa era certa.
Brian stava per rischiare di morire per la seconda volta.
-Sei...- 
-Io penso che questo basti, Gates.- Lo precedette America, frenando le parole del ragazzo
e continuando a specchiarsi.
Brian aveva abbassato lo sguardo non sentendosi degno di continuare a guardare
America che sembrò avergli infilato un coltello in gola.
Non faceva altro che lasciarsi immergere dal mondo che quella ragazza sembrò aver creato
apposta per lui.
E ne era così pieno da lasciarsi lacerare da qualsiasi cosa riguardasse lei stessa.
Questo gli faceva paura e gli piaceva allo stesso tempo.
Ne era così pieno che persino le sue vene blu e verdi sarebbero riuscite a scoppiare
parlando di quella ragazza.
Ed America riusciva a sentire Brian sotto la sua stessa carne.
Non poteva farci più niente, ormai. 
Le faceva male stare con lui perché non poteva toccarlo ma avrebbe pianto il doppio
se fosse arrivata al punto di lasciarlo per davvero.
Si trovavano su di una linea sottilissima che, però, continuava a congiungerli.
Com'era strano l'amore, vero?
Un giorno ti faceva del bene e l'altro del male.
Proprio come facevano loro di continuo quando si facevano del male senza toccarsi.
Ma in tutto quel male, c'era sempre un sentimento che riusciva ad andare
oltre ogni aspettativa.
Senza un Dio in grado di aiutarli, si erano trovati tra tutte le persone esistenti nel mondo.
-Ti sta...d'incanto.- Balbettò Brian, abbassando lo sguardo con delle scocche rosse
sul viso, riferendosi al vestito.
-Lo pensi davvero?- Continuò America, voltandosi verso il ragazzo e vedendolo
arrossire con imbarazzo.
-Sì. Lo penso davvero.- 
Brian incatenò nuovamente i suoi occhi a quelli della ragazze mentre lei
sorrise con felicità.
Aveva finalmente trovato ciò che cercava.
-Perfetto...allora prenderò questo.- Annuì America convinta, rientrando nel camerino
e sfilandosi via il vestito che avrebbe comprato.
Quando però la ragazza uscì con il vestito lungo tra le mani, notò
una cosa a cui avrebbe dovuto pensare prima.
-Che c'è adesso?- Le domandò Brian, vedendo il suo sguardo diventare improvvisamente
cupo.
-Non ho abbastanza soldi per comprarlo.- Disse la giovane, rendendosi conto di non poter pagare il vestito.
-Oh...beh...puoi tornare a casa e parlare con i tuoi.-
-Non posso, Brian. E' una vergogna per me chiedere ancora altri soldi per un
vestito.-
America ci teneva molto a certe cose. Era cresciuta con dignità ed i suoi genitori
le avevano insegnato come vivere mettendo in pratica i valori che le avevano trasmesso.
-Beh...possiamo sempre andarne a cercare un altro, ti va?- Cercò di sviare la situazione
il ragazzo che, nelfrattempo, aveva optato di distogliere i suoi occhi da tanta bellezza.
-No...lasciamo perdere. Preferisco tornare a casa.- Sussurrò la bionda mostrando un sorriso
del tutto sforzato.
E Brian se ne era accorto.
-Ma ne sei sicura?-
-Sì. Mi arrangerò con quello che ho, non è un problema.- Sorrise ancora la ragazza come per cancellare
un po' di delusione in sé stessa.
Brian annuì ed insieme uscirono dal negozio senza aggiungere una sola parola in più.
Tornarono a casa e si aiutarono a pitturare delle altre rose che aveva portato il solito
vicino, amico del signor Mcklain.
Le dipinsero tutte. 
Dalla prima all'ultima senza mai stancarsene.
Tra un petalo ed un altro, i due continuavano a guardarsi abbozzando dei sorrisi sinceri.
Poi, America portò il suo sguardo verso quella parete adiacente al letto che aveva schizzato
di nero.
Di nero come la sua immancabile gelosia.
Avrebbe trovato un modo in più per ricordarsi di lui quando se ne sarebbe andato.
Ormai, quella camera sapeva di lui.
-Sai a cosa stavo pensando?- Le domandò improvvisamente Brian, finendo di dipingere una rosa.
-No, a cosa?-
-Quando me ne andrò da qui, mi auguro di poter rinascere in un'altra persona.
O magari, in un oggetto.-

-Perché dici questo?-
-Perché vorrei tanto diventare una rosa ed esser dipinto da te. Vorrei morire ricoperto
di colori e tempere solo per non lasciarti mai e poterti ammirare mentre continui ad adagiare le tue mani su di me.-

Il cuore di America aveva ricominciato a battere con più velocità.
Si diceva spesso che ci si poteva abbracciare per risentirsi interi.
Ma ad America bastavano le parole di quel ragazzo per sentirsi come realmente voleva.
La ragazza si lasciò scivolare giusto due lacrime sul viso che stava cercando di camuffare,
senza riuscirci.
Quelle lacrime bruciavano vive sulla sua pelle calda.
-Ti amo.- Balbettò Gates, riportando subito i suoi occhi verso la rosa
senza riuscire a sopportare di vedere America cercare di dirgli ciò che realmente
vorrebbe senza riuscirci.
America alzò gli occhi al cielo mentre cercava di ritirare indietro le lacrime.
Era rimasta senza parole.
Di nuovo.



























***





















UNA SETTIMANA DOPO...







America si sentiva quasi di impazzire.
Qualsiasi cosa indssasse, sapeva di doverselo far bastare.
Non aveva detto nulla ai suoi genitori e loro erano ancora convinti
del fatto che la loro figlia avesse comprato il vestito
giusto per il ballo di quella sera.
Insomma, America si era fatta bastare quello che aveva seppur non era
ciò che esprimesse al meglio sé stessa.
Lei non era fatta per i balli, certo, ma almeno andarci nel suo stile
avrebbe migliorato un po' le cose.
Nelfrattempo, aveva sentito il suo cellulare vibrare al di sotto del lenzuolo
e si era precipitata sul letto per rispondere alla chiamata in arrivo.
Si sarebbe aspettata di parlare al telefono con Erin o forse Mia o ancora i Sevenfold
che si sarebbero occupati di far entrare di nascosto sua cugina nella palestra della scuola allestita,
ma, con grande sorpresa...a chiamarla fu proprio Jimmy.
-Pronto?- 
-Ansia pre-ballo.- Sbottò il ragazzo con un tono di voce abbastanza lamentoso.
-Ansia? Ma Jimmy, è solo un ballo!-
-E' il mio primo ballo, okay?-  Ribatté il ragazzo, sembrando disperato.
-Va tutto bene, Jimmy! Respira!-  Esclamò America, cercando di trattenersi
dal non scoppiare a ridere.
Certo, Jimmy non voleva neanche partecipare a quel ballo, ma America si era appena
ricordata di quello che era accaduto quella stessa mattina dopo essere usciti di scuola...






-Zacky mi ha regalato il vestito dei miei sogni! E' stato grandioso, ragazze.-
-Erin, sei proprio fortunata. Io ho comprato un vestito e spero vivamente di non essere
ingrassata altrimenti non potrò più indossarlo!-
-Mia, tu ti complessi troppo!-
-America, so quello che dico!-
-Buongiorno ragazze. Dove sono quei tre ingordi?-
-Jimmy! Non so, prova a vedere in giro.-
-Cazzo! Gli avevo detto di aspettarmi all'uscita!-
-Calmati James, penso che arriveranno a momenti.-
-America, se trovo Zacky ad ingozzarsi da qualche parte, sarò io stesso
a fargli sognare hot dog per il resto della sua esistenza!-
-Sembri nervoso...- 
-Lo sono Erin, lo sono!-
-Ma...come mai?-
-Sono in ritardo, cazzo, America!-
-Ma per cosa?-
-Devo comprare un vestito per il ballo di stasera!-
-Cosa?!- Urlarono le ragazze in coro, scioccate.
-Sì. E non guardatemi come se fossi un alieno!-
-Jimmy che partecipa ad un ballo? Forse hai bevuto, tesoro.-
-Erin, sei molto spiritosa ma questo non è il momento giusto per perdersi in chiacchiere varie! Quei tre mi avevano
promesso che sarebbero venuti con me!-
-Aspettami qui. Vedo se riesco a trovarli.- Erin corse di nuovo all'interno dell'istituto
nella speranza di trovare i ragazzi.
-Jimmy...sei sicuro di voler partecipare a quel ballo?-
-Mia, ti ci metti anche tu adesso? Sì, non ne sono mai stato più sicuro.-
-Ed io posso chiederti cos'è stato a farti cambiare idea?-
James sospirò alle parole di America.
-October.-
-Quella ragazza ha potere!-
-No, Mia, non è come pensi. Lei non ha fatto niente è solo che...oh, cazzo, sono fottuto!-
-Jimmy, parla adesso o gli hot dog te li faccio mangiare io!-
-Quanto sei violenta, America! D'accordo, d'accordo. La verità è che ieri sera stavamo per chiudere
il negozio ed io stavo aspettando October che si era trattenuta in bagno. L'ho aspettata per un po'
e quando ho visto che non usciva più da lì, ho deciso di raggiungerla ma la porta
era aperta.
Mi sono avvicinato alla porta del bagno e mi ci sono nascosto dietro. October era lì e stava provando
il suo vestito guardandosi allo specchio. Era così felice che vederla così mi ha fatto venir voglia
di accontentarla ed andare a questo fottutissimo ballo. L'ho vista così allegra che ho deciso di sacrificarmi
per lei. Dopotutto...quando hai qualcuno che ti ama...non dovrebbe essere poi così male.-





















Le parole di Jimmy ronzarono nella mente di America per tutto il tempo
mentre continuava a sentire i suoi scleri al telefono.
-Stai tranquillo, vedrai che andrà tutto bene.- Cercò di tranquillizzarlo la ragazza che aveva
approfittato della situazione per scendere al piano di sotto con il cellulare all'orecchio 
e prepararsi una buona tazza di té caldo.
-Questo cazzo di fiore dove devo metterglielo?!-
America sospirò.
-Al polso, Jimmy. Al polso.-
-Devo confessarti una cosa!-
-Ancora un'altra? Rev, smettila di farmi prendere infarti continui, non mi dirai che sei vergine!- Borbottò America,
aiutandosi con una spalla a tenersi il cellulare attaccato all'orecchio per versare il té alla vaniglia
nella sua tazza.
-Ma quale vergine, se io scopo anche più di tutti i miei amici messi insieme! Questa è la più importante di tutte!-
-Okay, spara allora.-
-Non...non...-
-Jimmy!-
-Va bene, va bene, cazzo! Non so ballare!-
A quel punto America non riuscì più a trattenersi.
Scoppiò a ridere come non mai e quasi stava rischiando di piangere a dirotto
solo per tutte le risate che si stava facendo in quell'istante.
-Ma si può sapere che cazzo c'hai da ridere?-
-Scusa, Jimmy. E' che tu ti preoccupi per così poco!-
-Per così poco? Io voglio farle fare una bella figura, America. Sai quante ne diranno
gli altri? Guardate October Murby, sta ballando con uno sfigato che non sa neanche
cosa sia la destra o la sinistra!-
-Jimmy, adesso calmati. Andrà bene, lei saprà guidarti.-
-Ma non dovrebbe essere il ragazzo a guidare la ragazza?-
-Teoricamente sì, ma nessuno si accorgerà che sei scarso, fidati.-
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Perché le persone si soffermeranno sul modo in cui la guarderai per tutto il tempo
e quello basterà. Credimi che sono poche le persone che si guardano con amore, come fate
voi. A quel punto, non si accorgeranno di nient'altro.-
-Cazzo America, mi hai convinto!-
-Davvero?-
-Hai ragione. Cazzo, quando ti vedo ti abbraccio e non ti lascio più!-
-Pensa a prepararti, spilungone. Ci vediamo dopo!-
-A dopo e...grazie.-
Jimmy riattaccò la chiamata ed America si sentì meglio del solito. Un'altra persona
aveva avuto bisogno di lei.
America iniziò a sentirsi utile e non più una buona a nulla.
Dopo aver sorseggiato un po' di té, la giovane ritornò al piano di sopra ed entrò
nella sua camera con stupore.
Rimase immobile sulla soglia della porta mentre gli occhi le si illuminarono
di colpo.
Sul suo letto vi era il vestito viola che era stata costretta ad abbandonare in quel
negozio solo una settimana prima.
La ragazza si avvicinò al letto ed accarezzò il vestito di seta, rabbrividendo.
-Brian?- La ragazza richiamò il nome di Brian, ascoltando una voce nel suo cuore.
La voce che continuava a ripeterle che quella era stata tutta opera sua.
-Brian?!- Riprovò America, guardandosi intorno speranzosa.
Brian non si era fatto vedere. 
E la ragazza restò per tutto il tempo con il cuore tra le mani mentre continuava 
ad osservare il vestito su quel letto.
Solo dopo alcuni istanti, si rese conto che ai piedi del suo letto c'era una scatola bianca
che aspettava solo di essere aperta.
La giovane si chinò dinanzi al letto e prese tra le mani la scatola, inarcando un sopracciglio.
Con velocità, la bionda aprì la scatola e le sue emozioni salirono alle stelle.
America tirò fuori dalla scatola un paio di coverse nere, nuove di zecca.
Un sorriso sfiorì sul viso della ragazza che pensò a quanto sarebbe stato perfetto per lei 
indossare quel paio di scarpe al di sotto di un vestito lungo che non le avrebbe messe
in risalto in alcun modo.
Nessuno lo avrebbe saputo e lei sarebbe rimasta pur sempre sé stessa.
-Grazie...- Sussurrò infine con gli occhi pieni di lacrime, rivolgendo uno sguardo al cielo.


































***




















Matt era andato a prendere America circa un quindici minuti
prima dell'inizio del ballo.
La ragazza lo aveva fatto entrare in casa mentre si stava allacciando le scarpe
al di sotto do quegli occhi verdi che la scrutarono con attenzione.
-Il tempo di prendere il cellulare che ho lasciato in camera e sono da te!- Disse
la ragazza, saltellando con un solo piede.
-Ma quelle sono converse!- Esclamò Matt, divertito e al contempo stupito.
-Non giudicarmi!- Ribatté la giovane ormai dal piano di sopra.
Matt si era vestito di tutto punto con uno smocking blu scuro ed una cravatta
a strisce blu e nera.
Avrebbe tanto voluto indossare i suoi occhiali da sole preferiti, ma, pensò
che non ne era il caso.
Mentre America stava cercando di scendere giù il più in fretta possibile,
suo padre aveva già segnato il terreno con Matt facendogli il terzo grado.
Il signor Mcklain non era cattivo. Ci teneva solo particolarmente a certe cose.
Matt gli sembrò quasi non appartenere alla Black Rose.
Aveva fatto il possibile per guadagnarsi almeno un po' di fiducia dall'uomo e ci
era riuscito con poco.
Sapeva come comportarsi e cosa dire in ogni circostanza, ecco tutto.
-Eccomi qui!- Esclamò America, scendendo dalle scale, vittoriosa.
Aveva indossato quel bel vestito che aveva sempre sognato ed aveva lasciato
i suoi capelli sciolti.
Non si era truccata molto, voleva comunque sembrare abbastanza naturale.
Dopo aver salutato sua madre e suo padre, America aprì la porta di casa ed uscì
fuori con Shads.
-Wow, sei proprio uno schianto, America!- Esclamò il ragazzo, mostrando come al
solito le sue fossette.
-Grazie, anche tu!- Rispose la giovane a sua volta, ricambiando il sorriso del ragazzo.
-Prego, sali pure in macchina.- Continuò Matt, indicando la sua auto grigia abbastanza sobria.
-Dimmi la verità...mio padre ti fatto la paternale?- Sospirò la ragazza, tenendosi un lembo
del vestito lungo per evitare di inciamparvi.
-Beh, è comunque un tipo simpatico.-
-Lo sapevo! Lo avevo raccomandato di evitare.-
-E' tuo padre, America. Si preoccupa, è normale. Lo farei anch'io se avessi
una figlia.-
-Oh, perfetto. Pensavo di poter fuggire dal nucleo familiare almeno per questa sera.- Disse America
con sarcasmo, facendo ridere il ragazzo al suo fianco.
-Dai, andiamo. Gli altri ci stanno aspettando.-
-Va bene.-
Matt aprì lo sportello dell'auto con fare da gentiluomo per far entrare America in auto ed
in men che non si dica, si ritrovarono dinanzi all'entrata della V.
Quando Matt e America entrarono, tutte le persone non poterono fare a meno che voltarsi
verso di loro.
La ragazza si sentì improvvisamente in imbarazzo, mentre, Matthew cercava di tranquillizzarla
sorridendole con decisione ed affidabilità.
La palestra della scuola era diventata quasi una reggia reale.
La sala era contornata da luci accecanti, tavoli imbanditi di cibo, fiori e piante ovunque, cascate di addobbi
incandescenti e musica tenuta a tutto volume.
C'era chi si dimenava sulla pista da ballo, chi flirtava con dei cocktail tra le mani e chi
mangiava come se non avessero mai visto del cibo in vita sua.
Era tutto perfetto.
Le cheerleader osservavano America con invidia e, fu in quell'istante che ella
ebbe la sua rivincita su tutto.
La guardavano come se volessero strapparle il vestito di dosso ma lei si fingeva
indifferente ad ogni provocazione.
-America!- Erin esclamò il nome della ragazza, allargando le braccia e travolgendola.
-Erin! Sei bellissima!- Urlò America, lasciandosi abbracciare dalla sua amica mentre Zacky era passato
a salutare Matt.
-Tu lo sei! Wow, il tuo vestito è bellissimo e...sì, anche tu lo sei ovviamente!- Esclamò la sua amica con entusiasmo, 
stringendola sempre di più.
-Ehi, America!- Zacky prese una mano della ragazzza attirando la sua attenzione per salutarla.
-Zacky!- La giovane a sua volta, abbracciò il ragazzo e lo salutò con un bacio sulla guancia.
Lo stesso accadde tra Erin e Matt.
-Non avrei mai pensato che la nostra palestra potesse trasformarsi in un luogo simile!- Ammise
Zacky, guardandosi intorno spaesato.
-Hanno davvero fatto un buon lavoro.- Continuò Matt.
-Ehi, ehi, ehi!- Johnny e Mia entrarono in sala tenendosi per mano ed avvicinandosi 
ai loro più cari amici.
-Ehi, amico!- Esclamò Matt, salutando il nano insieme a Zacky mentre Erin e America
pensarono a salutare Mia e ad ammirare il suo vestito bianco tutto paiettato.
Era davvero la fine del mondo.
-Johnny, ciao!- America salutò il ragazzo abbracciandolo ed osservando la sua camicia
bianca abbinata ai pantaloni neri ed un capello da cowboy molto buffo.
-Ma cosa devi fare con questo capello eh, Christ?- Domandò Zacky al suo amico, ghignando.
-Questa è quella che io chiamo classe, Vee.- Rispose Johnny, aggiustandosi il capello sulla testa
e vaneggiando.
-America, sto amando il tuo vestito! E' persino più bello del mio!- Esclamò poi Mia, con gli
occhi a forma di cuore.
-Ma che cosa dici?! Starebbe di sicuro meglio a te che a me con il fisico che ti ritrovi!- Continuò
America, adulando sua cugina.
-Wow, devo dire che in questa scuola hanno fatto proprio le cose in grande.- Osservò poi Johnny, sorpreso.
-Noi andiamo al buffet. A dopo.- Annunciò poi Vee, prendendo tra le mani Erin e trascinandola
via con sé.
-Aspetta, Zacky! Io non ho fame!- Tentò di dire la ragazza, ormai arrivata a metà strada.
-Ma io sì!- Ribatté il ragazzo con il suo smocking rosso ed il farfallino nero al collo.
Matt, America, Mia e Johnny risero alla vista dei due per poi ritornare a parlare
tra di loro.
America, tuttavia, aveva capito che mancava qualcosa.
Qualcuno.
Il vuoto nel suo petto cominciò a prendere forma mentre cercava di ricominciare a respirare.
Sarebbe stato tutto diverso se lì con lei ci sarebbe stato Brian.
-Ehi! Guardate lì!- Esclamò improvvisamente Matt, indicando l'entrata della sala.
Jimmy e October erano lì, insieme, e si tenevano sotto braccio.
Stavano avanzando lungo la sala portando un sacco di allegria mentre lo sguardo gelido
di Jimmy iniziava a bruciare tutti coloro che guardavano la sua accompagnatrice.
Gli occhi celesti del ragazzo spiccavano con quello smocking bianco e lo stesso valeva
per October che aveva indossato un vestito rosso come il fuoco.
Erano davvero bellissimi.
Solo guardarli, fece rabbrividire il povero cuore di America.
-E quindi il nostro spilungone si è deciso!- Esclamò Johnny, salutando Jimmy con una pacca
sulla spalla.
-Sta zitto, nanetto.- Scherzò James, facendo ghignare tutti.
-Wow, Jimmy Sullivan che partecipa ad un ballo di primavera. Ragazzi, ma quanto siamo
cambiati?- Domandò Matt, stupito.
-L'amore ti cambia.- Rispose Jimmy, sorridendo poi ad America con complicità.
La bionda si sentì meglio di quanto credeva. 
La vita dei ragazzi era davvero migliorata ed un po' era anche merito suo.
Bastava vedere Johnny che non cercava più alcuna bottiglia di birra in cui affondare, ma,
preferiva guardare la sua Mia e mangiarsela con gli occhi.
Oppure Zacky che, anziché farsi qualche canna di troppo, stava strafogando in compagnia della
sua anima gemella.
O, ancora, Jimmy...che aveva lasciato perdere la Black Rose per sempre e si era concentrato
sul sentimento che provava per quella ragazza che lo guardava come non aveva mai osservato nessuno.
-Tutto è bene quel che finisce bene.- Disse ancora Matt, sorridendo.
-E tu Matt? Quand'è che te ne andrai?- Gli domandò Johnny, curioso.
-La settimana prossima ho un corso formativo.- Continuò il ragazzo, soddisfatto.
-Grande! E tu, nanetto?- Domandò poi Jimmy, ironizzando come al solito sull'altezza di Johnny.
-Io e Mia dovremmo farcela a partire anche noi tra una settimana esatta.-
-Perfetto.- Disse Rev, sorridendo mentre teneva una mano alla sua October.
La serata procedeva alla grande.
Matt e Zacky stavano organizzando qualche scherzetto per Johnny, Erin parlava con delle sue amiche
di corso, Jimmy e October stavano mangiando qualcosa insieme ed infine Mia e Johnny stavano
ballando un lento.
America si soffermò su questi ultimi. Era divertente vedere la testa di Johnny posizionarsi sul petto
di Mia che era molto più alta di lui. 
Ma erano così belli, da fare invidia a chiunque.
La giovane capì di essere di troppo in quella sala e decise poi di uscirsene nel giardino dell'istituto
per prendere una boccata d'aria.
Anche il giardino era circondato da luci abbaglianti che stavano soffocando tra i vari cespugli e
sulle cortecce degli alberi circostanti.
Il giardino era deserto.
Erano tutti dentro a far festa.
La ragazza si guardò intorno, mentre, un venticello fresco continuava ad accarezzarle
la pelle.
Le mancava ancora qualcosa.
Qualcosa che le sobbalzò improvvisamente dinanzi agli occhi senza darle neanche la possibilità
di urlare.
-BOOO!-
America sgranò gli occhi nel vedere Brian dinanzi a sé ma non urlò. Era abituata ormai
a quei modi di fare del ragazzo a cui non intendeva neanche rinunciare.
-Brian...- Sussurrò America, deglutendo nel vedere il ragazzo vestito con uno smocking nero,
una camicia bianca di seta e la cravatta dello stesso colore dello smocking.
-Avevo ragione. Questo vestito ti sta d'incanto.- Disse il ragazzo, avvicinandosi
a colei che considerava la sua anima gemella.
-Brian...io...-
-Shh. Non parlare. Starei qui fermo a fissarti per ore.- Le sussurrò Gates, facendole
salire il cuore in gola mentre continuava a guardarsi intorno per assicurarsi che non 
ci fosse nessuno.
Le labbra di America continuavano a tremare e i suoi occhi si erano ormai dissolti
in quelli del ragazzo.
-So bene che ti starai chiedendo che cosa ci faccio qui ma...volevo sperare almeno di guadagnarmi
un posto come accompagnatore secondario.-
Sorrise Gates, facendo curvare anche le labbra della giovane.
-Quindi...sei venuto qui per me?- Gli domandò America, speranzosa, con gli occhi lucidi.
-Non potevo starti lontano. Volevo stare alla larga da questo posto ma poi...ho visto
i tuoi occhi. Stavi cercando me nei volti degli altri ed è incredibile quanto amore hai da dare che avevo
paura che fossi stata capace di darlo a qualcun'altro.-

-Non lo avrei mai fatto. E' te che voglio.- 
Brian rabbrividì alle parole della ragazza a tal punto da non riuscire a controllarsi.
-Questo è tuo.- Disse Gates, mostrandole il fiore che aveva deciso di allacciare
attorno al polso della ragazza.
America tremava nel mentre che quel ragazzo le stava allacciando il fiore al polso come voleva
la tradizione.
-Perché hai fatto tutto questo per me? Come me lo spieghi questo...vestito? E le converse soprattutto?-
-America, c'è una sola risposta a tutto questo. Non posso ripetertelo ancora ed ancora con la paura
che tu non possa ricambiare. Però, io non voglio rinunciare a te e al tuo amore. Non sei capace di dirmi
cosa provi, ma, riesci a farmelo capire anche solo quando mi guardi in questo modo così
innocente. Ti prego, smettila.-
Disse Brian soffocando nella sua stessa voce che si era indebolita
sempre di più.
E solo Dio, sapeva quanto America poteva amare quel ragazzo.
-Portami con te. Ovunque tu andrai...portami via con te.- Sussurrò America desiderosa di prendere 
una mano del ragazzo e portarsela vicino al cuore.
-Non posso fare in modo che tu non viva la tua vita, piccola.-
-Ma chi se ne frega della vita se non posso viverla con te!-
-Tu sarai sempre dentro di me...ed io ho ancora un po' di tempo per amarti.-

America si lasciò cullare dalle soavi parole di Brian tanto da sentirsene sazia.
Lui non le lasciava mai briciole. Le dava davvero tutto il suo amore con poco.
A volte bastava anche solo uno sguardo per amarsi più del solito.
Avevano condiviso tutto e niente.
-Ma adesso signorina Mcklain, può concedermi questo ballo?- Le domandò improvvisamente
il ragazzo, quasi inchinandosi.
-Brian...ma cosa...-
-Non può rifiutare con la solita scusa dei tacchi troppo alti.- Disse ancora il ragazzo con un sorriso
beffardo stampato sul volto.
-Noi...non possiamo ballare insieme...- Mormorò America, abbassando lo sguardo.
-No, non è vero.- Ribatté Gates, convinto.
-Sì, invece. Perché mi stai illudendo?-
-Non voglio illuderti. Voglio solo farti capire che non sarà un semplice ostacolo
a fermarci.-
La bionda, quasi non riusciva a capire le intenzioni di Brian.
Almeno fin quando il ragazzo le si avvicinò e aggrappò le sue dita ad un lembo del
vestito sulle sue costole.
Brian sentiva così bene quel tessuto in seta tra le sue dita che decise di stringere di più.
America osservava ogni suo movimento e la sua mano destra aggrapparsi invece al fiore attorno
al suo polso.
-Cosa stiamo facendo?- Disse lei, incredula.
-Sono io il cavaliere, no? Lasciati guidare da me.- 
America annuì mentre le sue gambe iniziarono a muoversi in contemporanea di quelle
del ragazzo.
La sua mano destra era sospesa in aria così come lo era anche quella
del ragazzo.
Le due mani non potevano stringersi ma Brian aveva trovato un modo per non sabotare
la situazione.
Egli strinse il fiore trattenendolo in alto ed anche il braccio della ragazza si ritrovò
sospeso.
America prese un respiro profondo quando fece un passo indietro nel momento in cui
il ragazzo fece invece un passo in avanti.
Lei non poteva sentire il calore della mano di Brian sulle costole ma sapeva
che si stava aggrappando al vestito per cercare di trattenerla dinanzi a sé.
Ed il modo in cui lui tirava senza metterci troppa forza, riusciva a spingere
di continuo la ragazza verso di lui.
Brian teneva gli occhi fissi su quelli di America, mentre, si muovevano in contemporanea
con un po' di difficoltà.
L'altra mano di America invece, si stava convincendo di trovare un appoggio sulla
spalla di Brian che in realtà non aveva.
Stavano fingendo ed andava bene così.
Nelle loro menti, stavano davvero ballando insieme. Ecco a cosa serviva la fantasia...a rendere reale
un momento destinato quasi a scomparire.
-Promettimi che non ti dimenticherai mai di me.- Le sussurrò Brian mentre continuava a muovere
le sue gambe insieme alla ragazza.
-Tu promettimi che continueremo a ballare anche dove saremo dopo...- Rispose America
mentre sentiva il respiro del ragazzo diventare sempre più soffocante quasi quanto al suo.
Non potevano toccarsi, certo.
Ma erano riusciti a crearsi un mondo in cui potevano fare tutto ciò che realmente volevano.
Chiunque avesse visto America in quel momento, l'avrebbe presa per una pazza.
Per gli altri, stava ballando da sola.
Ma lei sapeva di non essere mai realmente sola.
Con lei c'era sempre stato Brian che, era riuscito a farla arrivare oltre alle sue aspettative.
Stavano ballando. Loro sapevano che lo stavano facendo per davvero e quello bastava.
Anche solo guardarsi negli occhi, ogni giorno, sembrava essere una nuova scoperta.
Si sentivano davvero come se le loro anime si fossero unite per ballare insieme
e concedersi l'una all'altra.
Quando si fermarono, capirono che non avevano avuto neanche bisogno di un po' di musica,
perché, i loro cuori battevano così forte da poter sovrastare ogni tipo di suono.
Sembrò tutto così perfetto che durò non più di due minuti.
America non cadde a terra, ma, si sentì improvvisamente leggera.
Si fermò come se Brian fosse riuscito a far scivolare una sua mano sul suo braccio, scendendo
poi sulla sua mano e lasciandola per sempre.
Era una sensazione così distruttiva che le aveva fatto venire una gran voglia di piangere.
Ma non lo avrebbe fatto.
Era stato tutto troppo perfetto per esser ricordato in un modo del tutto straziante.
La ragazza sospirò al cielo e prima di rientrare nella sala, osservò Jimmy e gli altri su di una panchina
mentre le loro fidanzate erano intente a dimenarsi sulla pista da ballo e a scatenarsi.
Ma America si bloccò.
I ragazzi avevano dei volti sciupati e degli sguardi più che tristi.
Questo le bastò per avvicinarsi a loro e cercare di capire cosa gli stesse prendendo.
-Ehi...non rientrate?- Domandò America vedendo i ragazzi portare i loro occhi verso di lei.
-No...non ne abbiamo più voglia.- Ammise Zacky, tenendosi il viso tra le mani.
-Ma...perché? Pensavo vi steste divertendo.- Continuò la bionda.
-Sì...ci stavamo divertendo ma...poi ci siamo ritrovati qui e ci è passata
la voglia di indossare le nostra maschere.- Borbottò Johnny, abbassando lo sguardo
contro il terriccio mentre gli altri si limitarono ad annuire.
-Maschere? Che cosa volete dire?-
-Vogliamo dire che non possiamo sempre far finta che vada sempre tutto bene, America. Stare lì dentro
non significa stare bene. Significa ricordarsi di aver perso qualcuno di importante
e non poter condividere più nulla con lui. Ecco cosa significa. Stare insieme ma sapere
che non saremo mai più noi cinque.- Sbottò Jimmy, con gli occhi diventati quasi di un blu
notte.
-E' vero, le nostre vite sono notevolmente migliorate da quando stiamo cercando
di estraniarci dalla Black Rose ma...niente è più lo stesso senza Brian.- Disse poi
Matt, devastato.
-Io non riesco più a vivere senza di lui.- Pianse Jimmy mentre Zacky gli accarezzava una spalla
per cercare di consolarlo.
-Ehi, Rev. Su, cazzo...non fare così.- Gli disse Johnny, non riuscendo a sopportare
di vedere il suo più caro amico in quelle condizioni.
America osservava la scena con dolore, sentendosi quasi come se la stessero bruciando viva.
Non sapeva più come reagire e sapeva che quel dolore lo stava provando anche lei.
-M...mi dispiace tanto, ragazzi.- Mormorò la ragazza, sentendosi in colpa senza riuscire
a dire ciò che voleva realmente.
-E' questo che accade quando perdi qualcuno di importante. Non sei più tu. Cerchi quella
persona negli altri ma  ti rendi conto che fa davvero tutto così schifo come sembra.- Spiegò
Zacky, trattenendo le lacrime con quei suoi grandi occhi iniettati di sangue.
-Vorrei essere morto anch'io con lui.- Sussurrò poi James tra le lacrime mentre America
non ne poteva davvero più.
Qualcosa dentro di lei aveva semplicemente fatto "click."
-Non puoi desiderare di essere morto se lui ti vorrebbe vivo, James. Ci ho provato
anch'io e quel bastardo mi ha fatto il terzo grado quando ho provato a raggiungerlo.-
Sorrise
America mentre delle lacrime stavano rigando il suo viso dapprima asciutto.
Adesso non poteva più tacere. 
Non ci riusciva più.
Certo, Brian non poteva fare niente per riaverli ma, al contrario, America poteva.
Lei poteva parlare.
Non lo aveva mai fatto perché aveva paura della reazione dei ragazzi ma in quel momento...doveva farlo.
-Di che cosa stai parlando, America?- Le domandò Zacky, curioso almeno quanto gli altri.
La ragazza prese un respiro profondo.
-Brian mi ha raccontato tutto. Di quando è stato ucciso da suo padre quando aveva solo diciannove anni,
di quando avevate costruito la vostra casetta sull'albero per estraniarvi dalla realtà amara
della Black Rose e di quando giocavate a fare i supereroi credendo in un qualcosa che mai sarebbe
stato!-
Sbottò America con le lacrime che continuavano a caderle dagli occhi mentre stava facendo
in modo che continuassero a frantumarsi.
I ragazzi sbarrarono gli occhi increduli, rivolgendosi degli sguardi spaventati.
-Deve averti parlato Erin di tutto questo, ne sono sicuro.- Borbottò Zacky, con determinazione.
-No, non può essere stata Erin. Lei non sa nulla della nostra casa sull'albero. Lo sapevamo
solo noi...- Ribatté Jimmy, mordendosi il labbro inferiore.
-America, stai iniziando a spaventarmi.- Le disse poi Matt, respirando quasi a fatica.
-E' stato Brian, lo giuro! Credete davvero che avrei potuto prendere una sua foto dall'annuario per
fare quel ritratto? Pensate davvero che gli unici a soffrire siete voi? Brian è bloccato in un limbo
ed io sono l'unica persona esistente sulla faccia dell'umanità a poterlo vedere!- 

-America...- Sussurrò Jimmy, lasciandosi scivolare altre due lacrime sul viso.
-E' stato lui a chiedermi di aiutarvi. Credevamo che migliorando le vostre condizioni di vita,
lui sarebbe finalmente riuscito a trovare la pace eterna ma, evidentemente, si sbagliava. Lui è qui!
E' bloccato sulla Terra ed io posso vederlo!-
Urlò America, battendo i piedi sul terriccio.
-Non può essere...tu...ci stai mentendo...- Balbettò Johnny, incredulo.
-Non vi mentirei mai su una cosa del genere! Brian è solo un'anima vagante e vive con voi
ogni giorno! Jimmy, cazzo, pensaci! Quella volta in cui avevi partecipato alla rissa alla Black Rose,
io ero lì! Cosa ne potevo sapere io del fatto che tu stessi partecipando a quella rissa e stavi per
restarci secco? Brian era lì con te, Jimmy. Lui stava combattendo con te così come aveva cercato
di nascondere una bustina di cocaina a Zacky quando voleva farsi.-

I cuori dei ragazzi avevano smesso di battere ed America aveva fatto centro.
-Potete anche prendermi per pazza ora, ma vi posso assicurare che Brian non vi ha mai
lasciati per davvero! E' stufo di vedervi soffrire per lui e anche se vorrebbe abbracciarvi
era diventato l'uomo più felice del mondo quando vi ha visti riprendervi tra le mani le vostre
vite. Non distruggete tutto proprio ora. Ho avuto modo di conoscerlo e...mi ha parlato
così tanto di voi. Così tanto che non potete neanche immaginarlo.-

-Prova tutto questo, allora.- La sfidò Matt, alzandosi dalla panchina.
-Come posso provarvelo? Brian non può toccare le persone!- 
-Perché mi stai prendendo in giro in questo modo, America?- Sbottò poi Jimmy,
guardandola con rabbia.
-Io non...non ti sto prendendo in giro, Jimmy! Lo giuro.- Ribatté America ancora
in lacrime, singhiozzando.
Jimmy e gli altri quasi avrebbero voluto ringhiare contro la ragazza ma, per qualche strano
motivo, non lo fecero.
Anzi, un motivo c'era eccome.
Improvvisamente, la sigaretta che dapprima stava fumando Zacky, scomparì dalle sue dita.
-Cazzo, dov'è finita la mia sigaretta?!- Urlò il ragazzo, entrando in panico.
-America, se questo è uno scherzo è di cattivo gusto!- Esclamò Johnny, impaurito.
Ma America passò tutto il tempo a sorridere. 
Aveva visto Brian togliere dalle dita di Zacky la sigaretta ed in quello stesso istante si stava avvicinando a lei,
sorridendole.
Adesso la ragazza sapeva bene cosa doveva fare.
Si avvicinò con lentezza a loro mentre continuavano guardarsi intorno.
-E' stato Brian a prendere la tua sigaretta...Zacky.- Sussurrò America mentre il ragazzo
sbarrò gli occhi non riuscendo più a capire cosa gli stesse accadendo.
-Ed ora l'ha data a me.- Sorrise America aprendo il palmo di una mano mentre Brian si era
occupato di darle la sigaretta.
Improvvisamente, quella Lucky Strike riapparve dinanzi agli occhi follemente lucidi dei ragazzi.
Brian scomparve all'istante e Jimmy si avvicinò ad America, prendendole una mano.
-Brian...il mio migliore amico è...qui.- Disse il ragazzo con un tono di voce basso e debole,
sentendo nuove lacrime salate rigargli il viso.
-Lui non ti ha mai lasciato come credevi.- Continuò America nello stesso momento
in cui Jimmy la abbracciò forte.
Jimmy e America si strinsero forte cadendo poi a terra insieme, devastati dal dolore.
Avrebbero potuto quasi rompersi le ossa per come continuavano ad abbracciarsi,
ma non importava.
Jimmy si stava sfogando per bene tra le braccia della ragazza mentre gli altri, 
stavano cercando di trattenere le lacrime il più possibile.
Ma fu inutile.
Dopo circa un secondo, si ritrovarono tutti ad abbracciarsi e ad annegare gli uni nelle
lacrime degli altri.
Gli angeli come Brian, si facevano vivi una volta per lasciare le persone che si sarebbero
fatti bastare un ricordo per tutta la vita.
I ragazzi e America smisero di piangere dopo un po'.
Avevano costruito delle speranze di acciaio su una persona di carta.





































NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve lettori!
Mi scuso un po' per il ritardo dell'aggiornamento ma come avrete potuto
notare è stato un capitolo piuttosto lungo e abbastanza complicato.
Ormai la ff è quasi giunta alla conclusione.
QUASI.
Finalmente i ragazzi hanno saputo del triste destino di Brian e della sua vita dopo
la morte nel limbo.
Ma che cosa succederà adesso? Brian scomparirà per sempre dal prossimo capitolo? Se volete
davvero scoprirlo, vi basterà attendere il prossimo capitolo!
E voi, che cosa ne pensate di questo nuovissimo capitolo appena sfornato? Vi è piaciuto
o vi ha fatto schifo?
Attendo come sempre le vostre recensioni e spero che questa volta siano più numerose!
Ho bisogno dei vostri pareri, lettori!
Per il resto, voi state bene? E' finalmente iniziato il mese di settembre ed io non ne vedevo
l'ora proprio perché ho finito gli studi.
Per gli inizierà la scuola o per chi ricomincerà a lavorare auguro a tutti un ENORME in culo alla balena!
Come al solito, se volete, potete scrivermi su Twitter e farmi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo
o anche su Wattpad.
Su twitter sono sempre @GatesIsTheWay e su Wattpad sono sempre "SynysterIsTheWay".
Scrivetemi per qualsiasi cosa, ho tanta voglia di conoscere tutti i miei carissimi lettori!
Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi, a scrivermi e a recensirmi.
Oh, sì!
Grazie anche a voi che condividete sempre la ff su social e quant'altro.
Siete l'amore.
Quindi...miei bellissimi lettori...noi ci sentiamo al prossimo capitolo!
UN BACIO IMMENSO DALLA VOSTRA...
















-SynysterIsTheWay.
   
 
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