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Autore: Tramonto_Scarlatto    05/02/2009    2 recensioni
Questa storia non ha come protagonisti persone speciali o incredibilmente fortunate. è una storia che mi è stata raccontata e che mi ha talmente commossa che ho deciso di scriverla. Un'amica di Viola
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto ci tengo a ribadire che è una storia reale, che mi è stata raccontata, l'ho semplicemente un po' adattata.
Poi, ringraziamenti a chi legge:

Nafasa: Commenti con straordiaria velocità e apprezzo che la storia ti piaccia, ti ringrazio perché mi fai notare le piccole falle che, pur rileggendo, non trovo. Grazie dei neuroni xD
Ah, Johnny è anche il mio preferito.

Angel Texas Ranger: Apprezzo che ti piaccia la mia storia e spero di non deluderti in futuro.

ReaderNotViewer: Consigli veramente molto utili, il capitolo che sto per inserire è stato quasi del tutto rivisto per cercare di eliminare le imperfezioni, fammi sapere se è migliorato e grazie ancora.

Prinzesschen: Mi fa piacere che ti piaccia la storia, cerco di aggiornare con regolarità, nella speranza che continui la lettura.

Ora parliamo d'affari xD


Quella mattina nella casa di Johnny aleggiava un torpore post sbornia, tagliato dalla luce del sole che si rifletteva sulla neve e picchiava sulle palpebre dei dormienti.
Il primo a scegliarsi fu Giovanni che, cercando di mettersi in piedi, ricadde mollemente sul divano.
Decise di fare una cosa per volta:
Prima  si mise seduto, constatando di avere un mal di testa atroce.
Poi si alzò lentamente e si trascinò fino a bagno, dove preferì evitare lo specchio, per dirigersi verso l'armadietto dei medicinali e prendere una tachipirina.
Solo dopo aver preso la pastiglia iniziò a interrogarsi su dove fossero i suoi amici.
La porta di Johnny era chiusa, sorrise: sapeva che sarebbe finita così.
Era piuttosto contento che la cosa si fosse così risolta, gli avrebbe dato fastidio se Viola si fosse messa con uno che lui non conosceva e non approvava.
O magari Viola era andata a casa, o magari non era successo niente e la malizia era puramente nella sua mente.
Effettivamente c'era stato solo quel bacio, i due ragazzi si erano addormentati e si stavano svegliando proprio in quel momento, grazie al sole di mezzogiorno che riempiva la stanza.
Viola era appoggiata al petto di Johnny e sì, come tutte le persone normali, stava sbavando copiosamente.
Ah, aveva anche la bocca aperta.
Johnny era sveglio da poco e guardava con un po' di schifo la macchia di bava che si era creata sulla sua maglietta preferita, quella dei Rolling Stones, quando Viola si svegliò.
"Hey"
"Ciao" Johnny le diede un bacio sulla fronte, sembrava strano.
"Potresti...spostarti, per favore?"
Solo allora Viola si accorse della maglia bagnata e si spostò, evidentemente a disagio.
"Hey dai non c'è problema" Johnny si alzò ridendo e si tolse la maglia. Poi si girò verso di lei e sorrise.
Fu allora che Viola notò qualcosa.
Proprio dove c'è il cuore, a sinistra del suo petto, c'era un tatuaggio.
Non era un disegno, era una semplice scritta: "Sappy"
Come la canzone dei Nirvana,
"Come mai quella scritta?" Si avvicinò al tatuaggio per osservare meglio.
"Perché è la nostra parte sdolcinata il cuore, no?"
Bhè era vero.
Viola sfiorò con le labbra l'iscrizione nera, si baciarono ancora.
Poi Johnny si cambiò la maglia e andarono in cucina.
Giovanni  si era attaccato al cartone del latte e adesso li guardava con sguardo inquisitorio.
"Io dovrei tornare a casa, già"
"Eh già dovresti...si dovresti proprio andare, tua madre sarà preoccupata"
"Si, si" Imboccò la porta.
"Ti accompagno?"
"No, no vado a piedi".
Viola se ne andò, lasciando da soli i due ragazzi.
"Ahahaha alla fine te la sei fatta tu"
Johnny era uno che di solito scherzava, non si era mai lamentato delle battute di Giovanni, ma questa volta lo guardò serio e setenziò:
"E' una cosa a cui tengo, non mi va che ci scherzi, mi mette dà fastidio".
"Oh non dirmi che finalmente ti impegni di nuovo?!"
"Forse"
"Io torno a casa, che sto di merda e cerco di riprendermi un attimo. Ciao vecchio".
Anche Giovanni andò a casa.
Non so con precisione quello che Viola e sua madre si dissero, ma so che il loro screzio si risolse. Anche se la ragazza deve essersi beccata uno schiaffo per aver passato la notte fuori senza dare notizie di sè.

***

Quella sera anticiparono le prove, in modo da finire per le otto.
Fu in quel magazzino ammuffito che scrissero il loro primo pezzo.
Giovanni aveva degli accordi pronti da secoli e Johnny un testo.
Fu piuttosto facile per Viola trovare una melodia che calzasse con gli accordi, in realtà anche lei aveva molti testi a casa, ma non aveva mai avuto coraggio di portarli, dopo quella canzone fu tutto più semplice.
Michele? Michele sembrava sapesse dire solo "Ok". Sì, gli interessava il gruppo, magari anche come mestiere, però voleva che tutti fossero d'accordo e nessuno litigasse, quindi diceva sempre di si.
La canzone si chiamava "Valium", non ci interessa il testo: è più bello immaginarselo.
Finite le prove, si sentivano tutti molto soddisfatti: quando scrivi un pezzo, anche se col senno di poi ti farà forse schifo, ti senti il re del mondo. Hai addosso quell'odiosa aria da rock star, è una specie di ebrezza che ti fa sentire sicuro di te ed è molto bello, finchè dura.
"Dai dai una birra per festeggiare!" Giovanni, ovviamente, che con la sua risata infatile riempiva il magazzino malmesso.
"No ragazzi devo tornare a casa, la mia ragazza mi aspetta per cena di Natale". Michele, declinava sempre gentilmente.
Dopo aver smontato la batteria se ne andò.
"Vuoi bere ancora, tu?"
"Eh dai Johnny"
"Magari una coca" Viola si avvicinò a Johnny.
"Uhm...si può fare" Il bassista stava rivalutando l'idea di andare a casa dell'amico.
Così si diressero a casa di Giovanni, da brave rock star illusorie si scolarono coca cola e birra, per poi tornare a casa, canticchiandosi la canzone scritta.
Non poteva durare.
  
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