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Autore: Jules_Weasley    04/09/2015    6 recensioni
Siamo nel Post Seconda Guerra Magica, qualche anno dopo la caduta di Voldemort: Hermione, tornata da un viaggio di qualche mese, bussa al negozio del vecchio Ollivander, con una richiesta molto strana. La sua vita non è come la vorrebbe e la guerra le ha fatto realizzare che ha una sola possibilità di essere felice, e non la vuole sprecare facendo quello che è opportuno o che ci si aspetta da lei. Ora, di nuovo in Inghilterra, decide di virare la rotta ed imparare a creare qualcosa con le proprie mani le farà riscoprire le piccole grandi gioie dell'esistenza. In tutto ciò dovrà anche fare i conti con una vita sentimentale... movimentata. Che fine ha fatto Ron? E quale sarà il ruolo di Fred nella sua vita? E quale sarà quello di Malfoy? Questa storia sarà una Fremione o una Dramione? O semplicemente la storia di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo? Queste sono le domande, la risposta è la storia...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Olivander | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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CAPITOLO QUATTRO – Il trasloco


Il pomeriggio seguente, Hermione chiese a Ollivander il permesso di uscire prima dal lavoro e lui – seppur malvolentieri – glielo concesse.

Non potè andarsene tanto presto quanto avrebbe voluto, ed era consapevole che avrebbe tardato un bel po'. Del resto, non aveva mica un appuntamento: doveva recarsi a casa di Harry e Ginny e sgomberarla dalla propria roba, per poi traslocare da Fred – non era così importante la puntualità, no?

Si chiese se il roscio avesse annunciato la grande novella al gemello, ma si rispose che certamente avrebbe aspettato la sua entrata in casa – andava matto per le scene ad effetto. Anche George le apprezzava, ma dubitava che nel loro caso ne sarebbe rimasto entusiasta. In effetti, Hermione era consapevole che lei e Fred, come accoppiata, lasciavano a desiderare. Erano completamente diversi: lei precisa e metodica, lui disordinato e stravagante. Eppure Hermione, contro ogni logica, era certa che la convivenza sarebbe andata bene.

In quel periodo stava sbagliando talmente tante cose che una più una meno, non avrebbe fatto una gran differenza. O aveva smesso di usare il cervello, o aveva appena iniziato. Doveva ancora capirlo.

Perlomeno c'era l'aspetto positivo della vicinanza al lavoro: non avrebbe nemmeno avuto bisogno della Materializzazione, se abitava a Diagon Alley.

Pensava ai cambiamenti che stavano avvenendo nella sua vita, e nel frattempo rifaceva il proprio baule nel silenzio dell'appartamento. Impiegò poco tempo – quanto può mettercene una strega a fare i bagagli con la magia.

Si guardò intorno per controllare di aver preso tutto e si Smaterializzò fuori dalla porta di casa Weasley. Suonò il campanello – Materializzarsi in casa le sarebbe sembrato alquanto scortese – e fu George ad aprirle.

Mise su un'espressione piuttosto stupita; segno che Fred, come lei aveva previsto, si era ben guardato dal comunicargli del trasferimento.

"Ciao!" lo salutò con un sorriso.

"Hermione!" esclamò. "Qual buon vento? Credevo fossi stata risucchiata nelle viscere della Terra: è un secolo che non ti si vede" lo disse in tono vagamente di rimprovero, ma si scansò gentilmente per accoglierla in casa.

"Ehm, hai ragione" ammise lei, "sono un po' sparita".

"Già, come mai?" domandò curioso.

"Lunga storia..." tagliò corto con un sorrisetto di circostanza. Sperava che capisse e non le rivolgesse altre domande, e infatti così fu.

"Chiamo Freddie, sarà contento di vederti..." disse sparendo di corsa su per le scale, prima che potesse fermarlo e dirgli come stavano le cose. Tornò indietro seguito dal gemello, che sfoggiava una faccia imbronciata.

"Ce l'hai fatta, finalmente" fu l'accoglienza che le diede. George lo guardò stralunato, mentre Hermione levò gli occhi al cielo.

"Grazie per il caloroso benvenuto, Weasley!" replicò sarcasticamente.

"Non c'è di che! Hai trovato traffico?" chiese ironico.

"Divertente, Fred!" fece lei, indispettita. Ma come aveva potuto pensare di convivere con un essere così fastidioso?

"Se sono in ritardo c'è un motivo... sai... ho un capo, IO" sottolineò. "Non posso fare come mi pare".

George continuava a seguire la scena girando la testa da una parte all'altra, senza perdersi una battuta.

"Un capo?" le chiese stupito. "Credevo ti fossi licenziata dal Ministero". Hermione annuì, continuando a guardare di sbieco il gemello cattivo.

"Lunga storia" gli disse Fred senza girarsi e sostenendo lo sguardo di lei.

"Ahan..." biascicò George rassegnato, "questa l'ho già sentita".

"Sei in maledetto ritardo!" sbottò Fred all'indirizzo della strega.

"Uff" sbuffò lei, "credi che non lo sappia? Ho avuto un contrattempo, ma sono qui".

"Perché ho l'impressione di non sapere qualcosa che mi riguarda?" fece George con gli occhi a fessura, scrutandoli entrambi per cogliere segnali nascosti.

"Viviamo tutti all'oscuro di qualcosa che ci riguarda*" rispose Hermione con aria saggia. L'aveva letto in un romanzo babbano, o qualcosa del genere. "Credo che Fred ti abbia detto di aver preso in casa un coinquilino" aggiunse. George annuì, cominciando a comprendere. Hermione non avrebbe saputo dire se la sua espressione scettica fosse meglio o peggio di quella allarmata che si era aspettata.

"Quello che sicuramente ha omesso, è che sono io".

"Tu?" chiese spalancando gli occhi. "Hai davvero intenzione di vivere con Fred?".

"Ehm... sì" rispose lei con sorprendente nonchalance.

"Sta' tranquillo fratello" lo rassicurò Fred con una pacca sulla spalla. "Siamo una coppia già collaudata".

"Prego?" replicò quello, strabuzzando gli occhi.

"Non voleva dire quello che ha detto" cercò di riparare Hermione. Ci mancava solo che la gente cominciasse a farsi strani film in testa! Non voleva che quella cosa fosse presa per il verso sbagliato, soprattutto dalla famiglia Weasley.

"Negli ultimi due giorni abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto a casa di Harry e Ginny" chiarì lui, togliendola dall'imbarazzo. "E non è andata male; vero Granger?" aggiunse con un sorrisetto impertinente.

"È una di quelle candid camere che fanno i babbani?" domandò George guardandolo di sbieco.

"Nah!" Fred scrollò le spalle. "Mai stato così serio. Lei ha bisogno di un posto dove stare, tu vai a vivere con la tua ragazza, e io ho una stanza libera. Mi sembra logico che venga a stare qui, no?".

Beh, logico è un parolone, pensò Hermione.

"Se lo dici tu..." era decisamente perplesso, adesso.

"Bene, tutto a posto!" annunciò Fred euforico, guidando Hermione su per le scale e mostrandole la sua stanza. "La zona notte è sopra, insieme al bagno; mentre giù ci sono la cucina e il salone. È un appartamento piccolo, ma confortevole" sembrava un promotore o un venditore di case, più che il proprietario.

Quando giunsero alla camera di George, Hermione si guardò in giro circospetta: si aspettava di veder uscire uno scheletro dall'armadio, ma non accadde nulla.

"Ma come?" disse un po' delusa. "E' questa l'accoglienza? Io mi aspettavo minimo Caccabombe puzzolenti in ogni direzione o il vecchio trucco del secchio d'acqua appeso sopra la porta, o anche una botola nel pavimento, oppure...".

"Grazie Granger, abbiamo afferrato il concetto" disse Fred piccato, mentre George se la rideva della grossa.

"Con voi due ci sarà da divertirsi qua dentro".

"Te lo faremo sapere" rispose Hermione. "Magari via Gufo, ammesso che prima di spedire lettere io non l'abbia gia ammazzato". George continuava a ridere, mentre Fred non era del tutto certo che Hermione stesse scherzando: forse avrebbe fatto meglio a chiudersi a chiave, di notte.

"Quella della botola non sarebbe stata malaccio, come idea" commentò George. "Provi a entrare e si spalanca una voragine sotto i tuoi piedi".

"Un buon sistema contro gli intrusi" aggiunse Fred. Hermione roteò gli occhi, esasperata. "Ma vi sentite quando parlate?".

"Sì" fece George.

"E siamo irresistibili" aggiunse Fred.

"Ora la stanza è tua, puoi farne quello che vuoi Granger" riprese. "Anche se preferirei non trovarci striscioni inneggianti al CREPA* o poster giganti di elfi domestici liberati" e prima che Hermione potesse replicare, Fred e il suo clone erano già spariti dalla stanza, probabilmente inghiottiti dalle scale.

La stanza di George era ormai spoglia, ed era sua. Le piaceva l'idea di avere un posto solo suo in cui sistemarsi. Ad Hogwarts era in un dormitorio; quando aveva dormito alla Tana era sempre stata in camera di Ginny; e a casa di Ron a Londra dormiva con lui (che, per inciso, russava anche piuttosto forte).

Perciò era da quando abitava con i suoi che non aveva una camera tutta per sè. Le sembrava sciocco e infantile gioire per una cosa del genere, dato che ormai aveva ventidue anni, ma non poteva farci niente.

L'avrebbe arredata come le pareva – e ovviamente senza poster di elfi domestici. Anche se per infastidire Fred avrebbe potuto farci un pensierino...



"Sai Weasley..." osservò una volta a cena, con studiata aria di sufficienza, "tutto sommato credo che starò bene qui". Fred la guardò infastidito, ma anche divertito. Erano a tavola, l'uno di fronte all'altra.

"Come sei magnanima!" affermò. "Il calore con cui lo dici mi commuove, Granger". Il tono e l'espressione gridavano ironia da tutte le parti ed Hermione non potè fare a meno di ridacchiare, rischiando di soffocarsi con il pasticcio di verdure.

Come soluzione, Fred le versò altro Vino Elfico e si sporse per darle qualche inutile pacca sulla spalla.

"Grazie" disse quando si riebbe.

"Non c'è di che".

"No" insistè lei. "Sul serio, grazie".

"Era solo del vino" le rispose lui. "Di prima qualità, certo, ma solo vino".

"Intendo, per l'ospitalità" sbuffò.

"Non dire sciocchezze, Granger" replicò, quasi infastidito. "Questa è anche casa tua adesso; e poi" aggiunse, "meglio te che un coinquilino sconosciuto no?" riprese il solito tono scherzoso. Lei allungò una mano sul tavolo e gli mollò un pizzico sul braccio.

"Ma che carino!" fece, il tono giocoso. "E io che mi preoccupo di dire grazie! Sei sempre il solito cafone senza cuore!".

"Ora si che ti riconosco!" disse lui, massaggiandosi la parte lesa, e la sentì ridere.

Non se n'era mai accorto prima, ma Hermione Jean Granger gli era... mancata.

Solo un pochino – sia chiaro; ma gli era mancata. Nel periodo in cui era stata con Ron l'aveva vista spesso; era sempre alla Tana praticamente. Poi un anno prima avevano rotto e non aveva avuto più tante occasioni di vederla; per non parlare di quando era partita: le occasioni erano drasticamente scese a toccare lo zero.

E solo ora si accorgeva che quella risata limpida, il viso pulito, perfino il tono saccente che assumeva quando non voleva essere contraddetta, gli erano mancati. La rigida, puntigliosa So-Tutto-Io era mancata – solo un pochino – al malandrino per eccellenza, inventore del Torrone Sanguinolento e titolare di un negozio di scherzi. Roba da pazzi!

"Sono contento di averti qui" disse sincero. Lei interruppe lo sproloquio in cui si era lanciata per dimostrare quanto Fred Weasley fosse un idiota; e sorrise.

"Anche io" rispose dopo un infinito secondo. "Anche se" continuò cambiando tono, "ti vedo un po' reticente nel parlarmi, Weasley".

"Senti chi parla!" la rimbeccò. "Da quando sei tornata sembri la donna del mistero".

"Niente affatto" sbuffò contrariata, "io ti ho detto tutto". Lui inarcò un sopracciglio, piuttosto dubbioso a quell'affermazione. "Beh..." si corresse lei, "quasi tutto".

"Io non ho nessun resoconto da fare; gli ultimi sette mesi non sono stati interessanti come i tuoi" replicò sorseggiando un altro po' di vino. "A dire il vero, ho una vita piuttosto monotona" osservò bloccando il bicchiere a mezz'aria.

"Continui a uscire con una ragazza diversa ogni mese?" domandò abbassando gli occhi sul budino, decisa a non farsi vedere.

Ma che domande fai, Hermione?, si rimproverò mentalmente da sola.

Fred invece non parve eccessivamente turbato, piuttosto si mostrò divertito.

"Beh, diciamo che non ne trovo mai una che mi sopporti più a lungo" ridacchiò.

"Mh" fece lei scettica, scuotendo il capo. "Non fare la vittima, adesso; la colpa è tua se non hai una storia seria come George" disse col tono di chi la sa lunga.

"Ah sì?" chiese lui, piccato. "E sentiamo: perché?".

"Perché sei tu a non volerla, mio caro" rispose con un sorrisetto impertinente. "E, in tutta onestà, non hai l'aspetto di un tipo da relazione duratura" lo prese in giro.

"Non è vero" le rispose, fingendosi risentito. "Ti dimostrerò che sbagli Granger; domani prendo la prima ragazza che trovo e le chiedo se vuole sposarmi" annunciò. "Contenta?" flautò.

Insomma, pensò con una nota di panico. Aveva appena trovato casa, non voleva certo lasciarla per fare posto alla sposina.

"Fa' come vuoi" rispose ignoiando mezzo budino. "Basta che tu e la signora mi lasciate la mia stanza" precisò.

"Ehi!" la rimbeccò Fred, "sei qui da un giorno e già detti legge? Dovevo aspettarmelo, considerato che mi sono messo in casa una secchiona rompiscatole".

Perdendo tutta la maturità dei suoi ventidue anni, Hermione fece la linguaccia, senza neanche sprecarsi a rispondere verbalmente, e continuando a gustarsi il budino al cioccolato. Il roscio la guardava incuriosito dal modo che aveva di muovere le labbra attorno al cucchiaino, e si accorse che gli era familiare. Conosceva i movimenti e gli atteggiamenti della Granger meglio di quanto pensasse; doveva distrarsi da quella contemplazione, prima che lei si accorgesse che la stava fissando.

"Intanto" riprese in tono lamentoso, "non mi hai ancora detto dove lavori". Hermione lo guardò, sentendosi leggermente colpevole per le omissioni e le bugie che era diventata così brava a rifilare; anche se con Fred non sembravano funzionare a dovere. Aveva sempre l'impressione che non insistesse più per farle piacere, che perché le credesse.

"Te lo dirò non appena lui mi assumerà stabilmente" assicurò. "Sono scaramantica". Almeno questo era vero, riguardo a quel lavoro. Era convinta che parlarne le avrebbe portato sfortuna, quindi al momento preferiva tenerlo per sè. Oppure era la scusa che si era propinata per rimandare le spiegazioni – tipo perché aveva rinunciato a una carriera sicura per mettersi a fabbricare bacchette.

"Pff! Come se ti credessi!" sbuffò contrariato. Dubitava fortemente delle parole della Granger.

"Ma poi... lui chi?" domandò curioso.

"Il capo" rispose ovvia. "Il Capo Supremo" aggiunse con un plateale sorriso misterioso, che ottenne esattamente l'effetto desiderato, lasciando Fred più incuriosito di prima.








NOTE AL CAPITOLO*

1- questa frase è tratta da un libro che si intitola "Le luci nelle case degli altri" di Chiara Gamberale.

2- per chi non lo ricordasse il CREPA è l'associazione fondata da Hermione in favore degli elfi domestici, visto che ha la fissa per tutte le creature che siano sottomesse ai maghi :)



ANGOLO AUTRICE


Eccomi qui con un nuovo capitolo :D

Forse è un po' corto, ma dovevo pur descrivere il momento in cui la nostra Hermione si installa a casa di Fred, visto che da qui inizia la vicenda. Da qui in poi si aprono le danze, anche se ribadisco che prima dell'arrivo di Malfoy c'è un bel po' da aspettare. Non ho molto da dire su questo capitolo, visto che è un capitolo di transizione. Ciò nonostante vorrei che mi lasciaste lo stesso un commentino. Grazie e a presto! Aggiornerò il prima possibile. Baci,

Jules










  
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