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Autore: sihu    06/02/2009    6 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 32
PRESENTAZIONI

Non ci volle molto ad arrivare nella stanza delle necessità ma Hermione e Ron riuscirono ugualmente a litigare furiosamente strada facendo. Tra un passo a l’altro volarono parecchi schiaffi, tutti all’indirizzo di Ron. Ginny e Harry camminavano a distanza dai due scuotendo la testa rassegnati. Una volta nella stanza Ron ed Hermione si appartarono in un angolo per continuare la loro discussione mentre Harry e Ginny appoggiarono il piccolo Teddy addormentato su un divano. Finalmente avevano un po’ di tempo solo per loro. Avevano così tante cose da raccontarsi ma soprattutto volevano recuperare il tempo e i baci perduti in quei mesi che avevano passato lontani.
“Shh, non dire niente. Baciami e basta.”
Disse Ginny abbracciando il suo Harry e sentendo il suo cuore battere a tempo con quello del ragazzo.
“Sei bellissima.”
Gli sussurrò Harry all’orecchio prima di baciarla sul collo. Ginny sorrise e scompigliò i capelli del ragazzo.
“Teddy?”
Chiese Harry dopo un po’, guardando il bambino che dormiva beato nonostante le urla di Hermione e Ron.
“Sta dormendo, ha vissuto troppe emozioni oggi.”
Rispose Ginny sorridendo.
“Che hai detto di lui a Silente?”
Chiese ancora Harry guardando il bambino che dormiva tranquillo con un pizzico di preoccupazione. Meno persone sapevano di Teddy e meno probabilità c’erano che i malandrini scoprissero tutto. Almeno per ora era fuori discussione dire loro la verità.
“Che si chiama Ted e che tu sei il suo padrino. Non ho detto a nessuno di chi è figlio.”
Spiegò la ragazza accarezzando dolcemente la testa del piccolo.
“E che diremo ai malandrini? Sono già sospettosi.”
Mormorò Harry preoccupato pensando alle domande di Remus di qualche ora prima.
“Io e Ron abbiamo pensato anche a questo. Diremo che è mio figlio, in fondo è possibile no?”
Disse Ginny guardando Harry per vedere la sua reazione.
“Tuo figlio? Come..”
Balbettò Harry sconvolto. Come era potuta venirle in mente un’idea del genere? Ginny sorrise pensando tra sé che l’aveva presa meglio di come l’avesse presa Ron qualche ora prima.
“È l’unica spiegazione a cui potrebbero credere. Diremo loro che tu sei il suo padrino e che  suo padre mi ha abbandonata quando gli ho detto di essere incinta.”
Spiegò lei con calma accarezzandogli il viso.
“Non potremo stare insieme.”
Sospirò Harry rassegnato cambiando improvvisamente discorso. Era così triste avere la propria ragazza così vicino e dover fare finta di nulla.
“Certo che potremo, solo dovremo stare attenti che nessuno ci veda.”
Disse Ginny abbracciando Harry.
“Di nascosto, come dei ladri.”
Brontolò ancora Harry mettendo il broncio. Ginny lo fissò pensando a quanto fosse tenero con quell’espressione da bambino.
“Non pensarci, siamo insieme e tutto andrà bene.”
Disse Ginny alla fine per consolarlo, accoccolandosi sulle gambe del suo ragazzo.
“E come la mettiamo con il nostro tempo. Dovremmo tornare lì, forse c’è bisogno di noi.”
Pensò Harry ad alta voce. Si sentiva terribilmente in colpa per non essere riuscito ad evitare la tragedia e per non essere riuscito a stare vicino a Ginny che aveva perso tutta la sua famiglia. Lui sapeva bene quanto era dura crescere e vivere senza la propria famiglia.
“No, dobbiamo finire gli studi. Non possiamo essere di alcun aiuto là. Non c’è più nessuno da salvare, sono tutti morti.”
Rispose Ginny fissando il vuoto. Improvvisamente le tornò in mente il sorriso di sua madre, l’allegria contagiosa di George e la strana passione per i babbani di suo padre. Senza rendersene conto si ritrovò a piangere come una bambina sulla spalla di Harry. Erano dettagli così insignificanti a cui era talmente abituata da non farci più caso. Le mancava persino la voce fastidiosa e perfezionista di suo fratello Percy.
“Non ci posso ancora credere.“
Disse Harry guardando Teddy dormire senza lasciare Ginny. Voleva che sapesse di non essere sola, che lui ci sarebbe sempre stato per lei.
“Nemmeno io.”
Ammise Ginny asciugandosi le lacrime e calmandosi. Non aveva senso continuare a piangere, era dura ma doveva andare avanti. Non poteva lasciarsi morire, doveva vivere per vendicare i suoi cari. Le venne in mente una frase che aveva sentito tempo prima da qualche parte, non ricordava bene dove. Qualcuno le aveva detto che nessuno moriva mai davvero fino a che viveva nel ricordo delle persone care.
“Senti?”
Chiese Ginny all’improvviso, abbozzando un sorriso.
“Cosa? Io non sento nulla..”
Rispose Harry spaesato senza capire cosa volesse dire Ginny.
“Infatti. Hermione e Ron devono avere fatto pace.”
Disse Ginny sorridendo divertita. Dall’altra parte della stanza non si sentivano più urla e strilli. Finalmente quel testone di Ron era riuscito a chiarire con Hermione che finalmente aveva smesso di picchiarlo e di scagliargli contro incantesimi di ogni tipo. Quella ragazza diventava davvero pericolosa quando si arrabbiava.
“Quei due si amano e sono destinati a stare insieme.”
Obiettò Harry scuotendo la testa. Era felice che Ron fosse tornato e che Hermione avesse chiarito le cose con Remus. Forse potevano finalmente stare insieme come era destino che fosse.
“Pensi che riusciranno a capirlo anche loro?”
Chiese Ginny sorridendo.
“Prima o poi..”
Rispose Harry incantato mentre si perdeva negli occhi della sua ragazza prima di darle un bacio appassionato.
“Allora, avete finito di sbaciucchiarvi?”
Chiese Ron avvicinandosi ai due ragazzi teneramente abbracciati.
“E voi di litigare?”
Chiese Ginny lanciando un’occhiataccia al fratello. Odiava essere interrotta mentre baciava il suo Harry.
“Abbiamo fatto pace.“
Disse Hermione semplicemente, guardando Harry.
“Sul serio?”
Chiese Harry stupito senza staccare lo sguardo dall’amica.
“Ron mi ha chiesto scusa.”
Spiegò Hermione abbozzando un sorriso. Harry annui e sposto lo sguardo su Ron che si tormentava nervosamente le mani.
“Harry, io..”
Iniziò Ron senza sapere bene come andare avanti, c’erano così tante cose che voleva dirgli. Voleva dire a Harry che ora che aveva perso la sua famiglia sapeva come si era sentito lui per tutta la vita e che stava male per le parole che gli aveva rivolto. Aveva bisogno di un amico, del conforto di Harry ma non osava chiederlo perché sapeva di non meritarlo.
“Ron..”
Lo interruppe Harry avvicinandosi al rosso.
“Non so cosa mi ha preso. Ho parlato senza pensare, volevo ferirti. Non pensavo davvero quelle cose. Sono un pessimo amico io..”
Continuò Ron profondamente pentito. Era stato davvero un mostro, non era sicuro di meritare il perdono di Harry. Aveva capito i suoi errori ed era pronto a rimediare, avrebbe fatto qualsiasi cosa per il bene di Harry.
“Ora sei qui. Hai capito il tuo errore e sei qui, conta solo quello. Lasciamo il passato alle spalle, va bene?”
Disse Harry sorridendo all’amico. Harry aveva capito che Ron era sinceramente pentito e non c’era bisogno che parlasse. Riusciva a capire quello che gli passava per la testa semplicemente osservando il suo sguardo. Ron come Ginny aveva perso tutta la sua famiglia e ora aveva bisogno di conforto.
“Dici sul serio Harry?”
Chiese Ron titubante. Non osava credere alle sue orecchie.
“Amici?”
Chiese Harry dando la mano a Ron. Harry non si sarebbe mai potuto perdonare di non essere stato vicino a Ron nel momento del bisogno.
“Puoi dirlo forte.”
Rispose Ron stringendo la mano di Harry. I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa, tutto era tornato come prima.
“Ron ti ha spiegato la situazione e la nostra idea?”
Chiese Ginny ad Hermione, felice che Harry avesse chiarito con Ron. Finalmente tutte le tensioni e i rancori erano spariti.
“Si, penso che potrebbe funzionare.”
Rispose Hermione sorridendo. All’inizio era rimasta decisamente colpita dall’idea che aveva avuto Ginny per giustificare la presenza di Teddy ma poi era arrivata alla conclusione che fosse l’unica scusa credibile.
“Speriamo.”
Sospirò Ron preoccupato.
“Beh, allora facciamo come abbiamo deciso.”
Rispose Harry dirigendosi verso la porta della stanza delle necessità.
***
[nella sala comune dei grifondoro]
James e Sirius erano profondamente annoiati. Era davvero triste mangiare soli, senza nessuno a cui fare scherzi o da poter prendere in giro. Anche Remus non li aveva ripresi come al solito, era stato tutto il tempo a fissare il vuoto dicendo che stava ragionando su qualcosa. Anche Lily era annoiata e sentiva la mancanza di Hermione, una figura femminile era necessaria per non impazzire in compagnia dei malandrini.
“Andiamo a fare una passeggiata nel giardino?”
Propose Lily a pochi passi dalla sala comune per cercare di spazzare via la noia. Un giro nel parco e una battaglia a palle di neve era proprio quello che ci voleva. Sirius all’idea sembro svegliarsi dal torpore e prendere improvvisamente vita.
“Prima volevo controllare come stava Stev.”
Rispose James, preoccupato per il fratello. Aveva detto di sentirsi poco bene e poi non era nemmeno sceso a pranzo. Che fosse successo qualcosa?
“Già non è più venuto giù a mangiare.”
Osservò Sirius improvvisamente pensieroso.
“Vedrai che non sarà nulla di grave.”
Cercò di tranquillizzarlo Remus, prendendo parte al discorso.
Parlando tra loro erano arrivati davanti alla loro sala comune, il primo a precipitarsi dentro come un forsennato fu Sirius.
“Eccolo, Stev!”
Disse Sirius indicando un ragazzo che se ne stava seduto davanti al camino con la testa tra le mani. Il ragazzo era ridotto in uno stato pietoso. Harry sentì arrivare i malandrini e cercò di assumere un’aria credibile.
“Ciao Sirius.”
Rispose Harry, la sua voce era molto debole.
“Stavamo parlando di te. Che ti prende, sei pallido..”
Osservò Lily passandogli una mano sulla fronte per vedere se aveva la febbre. Il ragazzo cercò di ritrarsi da quel contatto.
“Sto bene sono solo un po’ sconvolto.”
Rispose Harry mesto. Il piano stava andando come avevano previsto.
“È successo qualcosa?”
Chiese Remus sedendosi al fianco dell’amico.
“Ron.”
Disse solamente Harry. Il piano di Hermione prevedeva che Harry fingesse di essere sconvolto per il ritorno di Ron. L’obiettivo era distogliere l’attenzione dei malandrini dal come Ron era tornato e portarla sullo stato d’animo di Stev. Se Stev stava male sicuramente i ragazzi si sarebbero preoccupati più di consolarlo che di chiedersi come Ron era tornato.
“Cosa?”
Chiese James incredulo. Remus si incupì all’improvviso, come era possibile che Ron fosse tornato?
“Lui è tornato. Non so come abbia fatto o perché ma è tornato qui. Dice che vuole parlarmi ma io non so che fare.”
Rispose Harry fingendo un espressione confusa.
“Forse dovresti parlarci.”
Suggerì Sirius lasciandosi cadere su una poltrona. In quel momento non gli importava nulla dei segreti che nascondeva Stev ma gli importava solo stargli vicino.
“Dici?”
Chiese Harry fissando a lungo il suo padrino, fingendosi sperduto.
“Certo, alla fine è il tuo migliore amico. A volte capita di discutere tra amici. È capitato anche a me e a Sirius.”
Consigliò anche James, sedendosi sul bracciolo della poltrona dove era seduto Sirius.
“Già ma la cosa importante è chiarire. Qualunque cosa ti abbia detto se ti vuole bene e tu gliene vuoi si può risolvere, no?”
Continuò Remus, lasciando perdere tutti i suoi sospetti e le sue teorie.
“Forse avete ragione.”
Disse alla fine Harry alzandosi in piedi.
“Ma Hermione?”
Chiese Lily guardandosi intorno per cercare la ragazza. Nella sala comune non c’era traccia di Hermione ma in compenso c’era una ragazza dai capelli rossi che teneva un bimbo addormentato tra le braccia. Lily si chiese chi fosse e come mai fosse lì. I ragazzi non l’avevano ancora vista.
“È andata a parlare con Ron.”
Rispose Harry fissando il buco del ritratto.
“Hanno ragione loro, sai? Mio fratello è un testone ma ti vuole bene.”
Disse Ginny, lasciando di stucco Remus, James e Sirius che non si erano ancora accorti della sua presenza.
“Aspetta, e tu chi sei?”
Chiese Sirius spiazzato dalla presenza di una sconosciuta nella loro sala comune, con un neonato tra le braccia poi.
“Io sono Ginny, la sorella di Ron. Non sono riuscita a separarmi da mio fratello un’altra volta e sono venuta qui.”
Rispose Ginny sorridendo ai malandrini. Quel momento era il più critico, doveva riuscire a far loro credere alla storia che si erano inventati prima nella stanza delle necessità.
“Piacere, io sono Remus e questi sono Lily, James e Sirius.”
Si presentò Remus indicando gli amici, leggermente confuso.
“Vai da lui e chiarite.”
Disse James a Harry dopo essersi ripreso dalla sorpresa.
“Siamo in maggioranza, ci devi ascoltare.”
Disse sorridente Lily.
“Aspetta, ti dico dove si trova Ron. Vediamo.. Nella torre ovest.”
Dichiarò James dopo avere controllato sulla mappa del malandrino.
“Sbrigati!”
Lo apostrofò Sirius. Harry rispose con un cenno della testa e si precipitò fuori dalla sala comune.
“Sono due testoni.”
Disse Ginny scuotendo la testa. Ora cominciava la seconda parte del loro piano, cercare di non insospettire i malandrini con la presenza di Teddy.
“Ti assicuro che lo sono anche l’altro gemello e Sirius.”
La rassicurò Remus sorridendo.
“Remus!”
Lo ripresero Sirius e James in coro.
“Così sei James, ho sentito parlare di te spesso da Stev. Mi fa piacere poterti conoscere.”
Disse Ginny osservando James. Era così simile e allo stesso tempo così diverso da Harry.
“Anche a me. Posso farti una domanda?”
Chiese James fissando il bambino che Ginny teneva tra le braccia.
“Perché quel bambino è qui?”
Provò ad indovinare Ginny, sicura che fosse quella la domanda che passava per la testa di tutti i presenti. Non poteva biasimarli, anche lei al loro posto avrebbe pensato esattamente la stessa cosa.
“Lui si chiama Ted, è mio figlio. La seconda ragione per cui sono venuta qui. Non ne potevo più degli sguardi della gente.”
Spiegò Ginny appoggiando il piccolo sul divano.
“Tuo figlio?”
Balbettò Sirius sconvolto. Quella ragazza aveva la loro età ed aveva un figlio? Era una cosa semplicemente incredibile. Provò a mettersi nei panni del padre del bambino, anche lui doveva avere la loro età, e si ritrovò a tremare terrorizzato. Un figlio a diciassette anni è una delle cose che stravolgono la vita.
“Lo so, è strano. È capitato e non me la sono sentita di abortire.”
Continuò Ginny, cercando di non ridere. Non sarebbe stato per nulla credibile scoppiare a ridere in un momento del genere.
“Hai fatto bene, è una cosa orribile.”
Esclamò Lily, scandalizzata all’idea che qualcuno avrebbe potuto non fare nascere un bimbo così bello come quello che dormiva tranquillo sul divano.
“Beh Lily, sarebbe stato bello se il padre l’avesse presa come te.”
Rispose Ginny sorridendo. In quel momento il piccolo Teddy si sveglio e fece qualche versetto per attirare l’attenzione dei presenti.
“Vuoi dire che il padre voleva che tu abortissi?”
Chiese Remus scandalizzato quasi quanto Lily.
“Si Remus, e siccome non l’ho fatto mi ha abbandonata.“
Rispose Ginny, un po’ imbarazzata a dover inventare storie sul padre di Teddy di fronte a Remus. Sirius invece aveva un’espressione di disgusto dipinta sul volto. Certo, un figlio cambia la vita ma è da codardi abbandonare la propria ragazza per quella ragione.
“Ciao ragazzi, Ginny! Ron mi ha detto che eri venuta anche tu. Come sta il piccolo?”
Salutò Hermione, entrando nella sala comune e lanciandosi a salutare l’amica, fingendo di averla rivista solo ora. Anche quello faceva parte del piano.
“Bene, si è appena svegliato.”
Rispose Ginny prendendo in braccio il bimbo. La ragazza sperava con tutta se stessa che Teddy non facesse nulla di strano come cambiare il colore dei propri pochi capelli. Ci mancava solo di dovere spiegare perché il piccolo fosse un metamorfus mago.
“Spero che non vi dispiacerà se starà in camera con noi ragazze.”
Spiegò Ginny guardando Hermione e Lily.
“Non dirlo nemmeno per scherzo, è così carino.“
Disse Lily, accarezzando una mano del bambino. Era così piccola, sembrava un bambolotto.
“Grazie Lily, sei davvero gentile.”
Rispose Ginny sorridendo.
“Posso prenderlo in braccio?”
Chiese Sirius ad un certo punto, lasciando di stucco gli amici. Una richiesta del genere era strana per uno come Sirius. Quel bambino lo aveva affascinato.
“Certo Sirius!”
Rispose Ginny passandogli Ted sorridendo. Nel loro tempo Sirius era morto prima che Remus e Tonks si sposassero e non aveva mai potuto conoscere e coccolare il piccolo Ted. Harry una volta le aveva detto che era sicuro che se Sirius fosse stato ancora in vita avrebbe amato il bambino quanto aveva amato lui. Lui e Ted erano i figli dei suoi due migliori amici.
“Oh no, che hai fatto? Ora comincerà a cercare di fare di lui un teppista.”
Esclamò James fingendosi preoccupato. Non faceva nulla per nascondere lo stupore di vedere il suo migliore amico con un neonato in braccio. Decisamente non era una scena che si vedeva tutti i giorni.
“Beh non sarebbe il primo, anche il suo padrino ci sta già provando.”
Lo tranquillizzò Ginny, ripensando ai discorsi che Harry faceva al suo figlioccio nei quali gli raccontava dei malandrini e della mappa che un giorno avrebbe ereditato e usato a Hogwards.
“Ron dici?”
Chiese Remus, immaginando che fosse suo fratello il padrino del bambino.
“No, il padrino di Teddy è Stev.”
Spiegò Hermione, preparandosi a dover rispondere a qualche domanda.
“Stev?”
Chiese Sirius distogliendo per qualche istante lo sguardo dal piccolo che gli stava tirando i capelli.
“Si, mi è stato molto vicino durante la gravidanza. Era l’unico che non mi giudicava.”
Spiegò meglio Ginny, sperando che le domande fossero finite.
“Ma con chi starà durante le lezioni?”
Chiese Lily curiosa. Hermione tirò un sospiro di sollievo, grazie a dio avevano cambiato discorso.
“Silente ha detto che può stare in infermeria.”
Rispose Ginny vaga.
“Poverino, quella donna è mezza pazza.”
Commentò James pensando all’infermiera e al suo modo di trattare i malandrini. In quei sette anni l’avevano vista così spesso che ormai la poveretta quando vedeva entrare James o Sirius in infermeria si metteva a urlare istericamente.
“James che dici, è una santa donna visto che vi sopporta da sette anni!”
Lo apostrofò Lily, pensando le stesse cose che stavano passando in quel momento per la mente del suo ragazzo.
“Porto il piccolo di sopra. Hermione mi fai strada?”
Chiese Ginny prendendo il bambino dalle braccia di Sirius e strizzando un occhio all’amica. Per il momento sembravano aver creduto alla loro storia, era meglio non sfidare la fortuna e ritirarsi per il momento.
“Certo.”
Rispose Hermione indicandole la scala e capendo al volo le intenzioni di Ginny.
“Ghee!”
Esclamò Ted mentre le due ragazze salivano le scale.
“Certo che sei brava a recitare!”
Commentò Hermione sorridendo una volta lontane dalle orecchie degli altri.
“Dici che ci hanno creduto?”
Chiese Ginny preoccupata.
“Dalle facce direi proprio di si!”
Rispose Hermione sicura. Lei stessa, se non avesse saputo la verità ci avrebbe creduto ad occhi chiusi.
“Speriamo.”
Sospirò Ginny entrando in quella che sarebbe diventata la loro stanza e facendo comparire dal nulla con un colpo di bacchetta una culla per il piccolo Teddy.
***
[in qualche angolo remoto del castello]
“Il segnale, possiamo tornare in sala comune.”
Disse Harry mettendo in tasca la moneta dell’esercito di Silente. Aveva raggiunto Ron nella torre ovest ed ora i due ragazzi stavano aspettando il segnale delle ragazze. Hermione aveva detto loro che una volta che lei e Ginny fossero state nella loro stanza avrebbe mandato lo stesso segnale che usavano con l’esercito di Silente per comunicare l’orario delle lezioni segrete.
“Per me tutta questa sceneggiata era inutile.”
Commentò Ron alzandosi. Hermione aveva consigliato loro di rimanere un po’ più a lungo nella torre o altrimenti non sarebbe stato credibile. Dopo tutto i malandrini pensavano che Harry e Ron dovessero chiarire, era meglio non farli insospettire.
“Invece no, i malandrini erano sospettosi. Era importante che credessero davvero alla nostra storia per evitare che cominciassero a indagare.”
Spiegò per l’ennesima volta Harry.
“Se lo dici tu.”
Rispose Ron seguendo l’amico lungo i corridoi deserti.
***
[nella sala comune dei grifondoro]
“È così tenero quel bambino!”
Esclamò Lily estasiata.
“Già, il padre è un mostro.”
Mormorò Remus, pensando quale padre potesse abbandonare così un figlio. Non sapeva spiegarsi perché ma si sentiva molto legato a quel bambino, nonostante lo conoscesse solamente da pochi minuti. Desiderava passare del tempo con lui e con Ginny per conoscerlo meglio. Era come se una voce dentro di lui gli dicesse che quel bambino faceva parte della sua vita, non sapeva spiegarsi come o perché.
“Beh, un figlio a sedici anni cambia la vita.”
Commentò Sirius pensieroso.
“Ma è da irresponsabili scaricare tutto il peso su quella povera ragazza.”
Gli rispose James fissando il suo migliore amico. Lily guardava alternativamente James e Sirius impegnati in quella strana conversazione. Non si era mai accorta di quanto fosse maturo e responsabile Sirius. Quel lato del suo carattere gli era totalmente sconosciuto.
“Quello si.”
Ammise Sirius.
“È strano però che il padrino sia Stev e non Ron.”
Osservò Lily pensierosa.
“Anche questa ragazza, Ginny è strana. Nemmeno lei esiste in questa dimensione.”
Disse Remus, smettendo di pensare al bambino e tornando a pensare alla situazione.
“Beh allora è ufficiale. Nella loro dimensione è successo altro che non ci hanno detto.”
Concluse Sirius. Dentro di sé si chiedeva che cosa potesse essere successo e perché i ragazzi non vi avevano accennato.
“Mmmm, non so.”
Mormorò Remus pensieroso.
“Come altro te lo spieghi?”
Chiese James fissando l’amico con aria interrogativa.
“Che ci abbiano mentito e non siano chi dicono di essere.”
Buttò lì Remus.
“Sei ammattito? È impossibile.“
Esclamò Sirius scandalizzato.
“Sirius ha ragione, per me stai esagerando.”
Disse a sua volta James, non poteva credere che suo fratello gli avesse mentito. Era il suo gemello, loro erano inseparabili.
“Forse è come dite voi. Vedo troppi complotti ovunque.”
Ammise Remus.
“La verità è che sei troppo orgoglioso per dire di avere preso un granchio.”
Lo prese in giro Sirius.
“Non so, ma penso che non li perderò d’occhio ancora per un po’..”
Commentò in fine Remus.

ANGOLO DELL'AUTRICE
ebbene si, sono ancora io. in questi giorni ho molto tempo libero, così posto più velocemente. da settimana prossima tornerò a postare solo di venerdì causa università ma nel frattempo cerco di farmi perdonare! XD
grazie a tutti quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e anche grazie a coloro che leggono e basta!
SMEMO92: eh si, ginny è stata abbastanza creativa con la scusa per giustificare la presenza del piccolo Teddy. per quanto riguarda la tua domanda, il tempo è trascorso perchè i due tempi sono separati. quello che avviene in un tempo non influisce l'altro.XD spero di essermi spiegata. XD grazie mille per il tuo commento!
SHIHO93: grazie del tuo commento. che Peter possa essere il padre di Teddy non è credibile, non dimenticare che è scappato perchè era innamorato di James. non pensi che il povero Sirius si farebbe troppe domande? spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
PRINCESSMARAUDERS: grazie del commento, già povero Hagrid. beh la cosa positiva è che nel tempo in cui sono ora sono tutti ancora vivi XD
FINLEYNA 4 EVER: grazie mille del commento, spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
LYRAPOTTER: grazie per il commento. ti è piaciuta la reazione di Hermione? XD spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
TONKS17: grazie mille per il tuo commento! XD
  
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