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Autore: Jules_Weasley    05/09/2015    7 recensioni
Siamo nel Post Seconda Guerra Magica, qualche anno dopo la caduta di Voldemort: Hermione, tornata da un viaggio di qualche mese, bussa al negozio del vecchio Ollivander, con una richiesta molto strana. La sua vita non è come la vorrebbe e la guerra le ha fatto realizzare che ha una sola possibilità di essere felice, e non la vuole sprecare facendo quello che è opportuno o che ci si aspetta da lei. Ora, di nuovo in Inghilterra, decide di virare la rotta ed imparare a creare qualcosa con le proprie mani le farà riscoprire le piccole grandi gioie dell'esistenza. In tutto ciò dovrà anche fare i conti con una vita sentimentale... movimentata. Che fine ha fatto Ron? E quale sarà il ruolo di Fred nella sua vita? E quale sarà quello di Malfoy? Questa storia sarà una Fremione o una Dramione? O semplicemente la storia di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo? Queste sono le domande, la risposta è la storia...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Olivander | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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CAPITOLO CINQUE – Cena in Grimmauld Place



"FREEED!" sbraitò Hermione. "Hai preso tu il mio spazzolino?"; sperava la sentisse anche con la porta del bagno chiusa.

"Non ho preso un bel niente, Granger!" strillò lui in risposta. "E vedi di uscire da quel bagno! Anche io ho delle esigenze, lo sai?" berciò irritato.

Vivevano nello stesso appartamento da circa una settimana, e ancora la famiglia Weasley non ne sapeva nulla, come del resto Harry e Ginny. Hermione passava le giornate nella bottega di Ollivander, fino a sera tardi, e non aveva trovato il tempo di parlarne ai suoi migliori amici. Ma il week-end era in arrivo; e quel venerdì sera Ginevra l'aveva invitata a cena da loro.

Fred, dal canto suo, stava aspettando di averli tutti riuniti insieme – probabilmente quella domenica a pranzo. Voleva dirlo personalmente ai genitori e ai fratelli (motivo per il quale aveva proibito a George di parlarne); probabilmente lo allettava l'idea di vedere Ron e Lavanda con la bocca spalancata. In quei giorni passati con Hermione, la sua incomprensione per la scelta di Ronald era salita alle stelle: ma come si faceva a preferirle Lavanda Brown? Hermione era intelligente, brillante, ironica, bella.

Frena Fred!, si disse, beccandosi nel mezzo di quei pensieri. Lei era la Granger, la sua coinquilina e l'ex ragazza di suo fratello. Non era il caso di pensare che fosse bella, proprio no.



Quel venerdì sera, come previsto, alle otto in puntò Harry Potter udì uno scampanellio fuori da casa sua e, aperta la porta, si trovò davanti la sua migliore amica.

"Harry!" esclamò lei, gettandogli le braccia al collo. Lui la strinse in un affettuoso abbraccio, che le riportò alla mente tutti gli altri che si erano scambiati, ogni volta che si rivedevano dopo i mesi estivi di lontananza: erano sette mesi che non si vedevano di persona, e non era mai successo prima.

"Mi sei mancato!".

"Anche tu" le rispose, un leggero sorriso ad increspargli le labbra sottili.

"Dov'è Ginny?" gli domandò sciogliendo l'abbraccio. Harry rispose con uno sbuffo infastidito; eppure non le pareva una domanda così difficile...

"Di là in salone" grugnì infine, senza aggiungere altro. Hermione aggrottò la fronte e lo guardò in tralice, dicendo:

"E perché ho la sensazione che la cosa non ti piaccia?".

"Perché" mugghiò, "sta parlando con quell'idiota del suo allenatore". I suoi occhi mandavano fulmini e saette in ogni direzione, ed Hermione parlò con cautela.

"E allora?" chiese lei, pur sapendo dove sarebbe finito il discorso.

"E allora?" berciò lui. "Te l'ho detto mille volte: quel tizio ci prova! Pur sapendo che è impegnata!" aveva un tono minaccioso quasi come quello che usava parlando di Lord Voldemort, ai bei tempi.

"Harry, ma Ginny deve parlarci per lavoro..." provò a dire.

"Infatti mica ce l'ho con lei!" precisò senza dismettere quel tono irato. "Sono solo geloso. Ho paura di perderla" aggiunse a voce più bassa. "Non-non le dire che te l'ho detto" si raccomandò poi, vergognandosi un po' delle proprie debolezze.

Hermione annuì con un sorriso comprensivo e parlò con dolcezza:

"Ginevra ama solo te, Harry. Ti ha aspettato per un sacco di tempo" gli fece notare. "Non credo che il primo venuto potrebbe portartela via" lo rassicurò.

"Be', il tuo giudizio è infallibile, no?" ridacchiò lui.

Hermione non era certa che il suo migliore amico avrebbe ripetuto quella frase a cuor leggero, una mezz'oretta più tardi; ma non disse nulla in proposito.

Entrò in salone, e vide una Ginny accucciata davanti al camino, intenta a parlare con una testa che spuntava dal fuoco verde e ruggente.

"Ginny" la chiamò a voce bassa, per segnalare la propria presenza senza disturbarla. La rossa si girò e la guardò con gli occhioni marrone chiaro*, di una sfumatura simile a quella di sua madre Molly.

"Senti" si rivolse alle fiamme, brusca. "Io devo andare, ho da fare. Ci risentiamo per i dettagli della partita; buona serata". La testa nelle fiamme tentò di protestare e di trattenerla, ma Ginny non l'ascoltò minimamente, e alla fine l'uomo cedette e scomparve dal camino di casa Potter.

"Hermione!" la accolse abbracciandola calorosamente. "Non provare mai più a sparire per così tanto tempo" non le lasciò neanche il tempo di replicare. "Intese?". Hermione sapeva che in casi del genere era meglio non contraddire Ginny Weasley, che poteva essere piuttosto pericolosa. Si limitò ad annuire e a rispondere al sorriso che l'amica le aveva riservato.

"Molto bene" fece la rossa. "Ora che ti ho rimproverato, possiamo anche andare a cena; che ne dite?" propose.

"Direi di sì" rispose Harry, che sembrava essersi ripreso dall'attacco di gelosia. "Ho una certa fame, e anche bisogno di staccare, considerato che vengo da una giornata catastrofica" dichiarò passandosi una mano sulla faccia, in un gesto stanco.

"Qualche problema in ufficio?" chiese Hermione. Harry fece schioccare la lingua, e mise su un sorrisetto nervoso.

"Problemi? Due omicidi di Babbani ad opera di qualche Mago Oscuro a cui stiamo dando la caccia; crediamo sia un nostalgico di Voldemort, o comunque un fanatico del sangue puro" narrò passandosi stancamente una mano sulla faccia.

"Fortunatamente una specie in via di estinzione" commentò Ginny estraendo la bacchetta e cominciando a preparare la cena, mentre Harry apparecchiava la tavola e prendeva una buona bottiglia di Vino Elfico e tre Burrobirre.

"Hai intenzione di farmi ubriacare prima di tornare a casa?" chiese Hermione.

"A proposito" fece lui ignorando la domanda, "dove abiti adesso?".

"Sì davvero" rincarò la dose Ginny. "Non ci dici più nulla".

"Ehm" Hermione tossicchiò mordicchiandosi un labbro. La resa dei conti era giunta. "Ragazzi, voi siete i miei migliori amici, no?" una frase più idiota non poteva trovarla. Infatti Harry la guardò leggermente accigliato.

"Non so, Hermione; direi che dovresti saperlo da sola" le rispose ironicamente.

"D-devo d-dirvi una cosa" farfugliò piano. "Ginny, è meglio se ti giri".

Ginevra, che le dava le spalle, smise di armeggiare con la bacchetta e le dedicò la propria attenzione. Hermione si mordicchiò un labbro, meditabonda.

"Hermione" fece Harry inquietato, "conosco quell'espressione, e non mi piace affatto!".

"Mi devo preoccupare?" chiese Ginevra rivolta un po' a entrambi. "Abiti con un elfo domestico o un troll?" scherzò. Hermione scosse la testa; non era ancora ridotta così male da abitare con un troll dalla scarsa igiene personale.

"E allora dove ti sei trasferita?" domandò Harry, sedendosi di fronte all'amica.

"A Diagon Alley" rispose, la voce stavolta ferma. "Da... Fred" aggiunse frettolosa.

"Ah, ok" disse Ginny. "Diagon Alley è ok..." stava già iniziando a girarsi, quando si bloccò. "Aspetta, che cosa?" domandò, realizzando le parole dell'amica.

"Fred-Fred?" chiese conferma Harry, guardandola come se si aspettasse che da un momento all'altro annunciasse che scherzava.

"Fred Weasley" confermò Hermione stappandosi una Burrobirra, tanto per fare qualcosa senza essere costretta a sostenere i loro sguardi; ma quando alzò gli occhi non lesse disapprovazione sui loro volti, bensì uno sconfinato stupore – peraltro giustificato. La cosa la rincuorò parecchio.

"Gli pagherò l'affitto" li informò, come se a loro importasse qualcosa. "George si è trasferito, Fred non vuole stare da solo e io non avevo una casa; così ora siamo coinquilini, grazie a una geniale idea di tuo fratello" fece rivolta a Ginny. Stava scaricando il barile addosso al roscio, ne era consapevole.

La fissavano attoniti, come se avesse appena annunciato di essere incinta di otto gemelli concepiti con un Leprecano*.

"Tu e Fred?" ripetè Ginny. La pentola a pressione era sul punto di scoppiare, ma nessuno sembrava curarsene: li aveva proprio lasciati a bocca aperta. "E perché nessuno ne sa nulla?" aggiunse Harry.

"George lo sa" precisò Hermione.

"Allora mi correggo" fece la rossa. "Per quale dannato motivo George non ce l'ha detto?". La Granger prese a tossicchiare nervosamente e a torturarsi le dita delle mani: lo faceva sempre quando si agitava per qualcosa.

"Glielo ha chiesto Fred... credo voglia dirvelo domenica, anche se sa che a te e Harry volevo dirlo io" disse come a giustificarlo. "Insomma... dovresti esserci abituata alle stranezze di Fred, no?". Harry e Ginny dovettero pensare che non avevano mai visto Hermione difendere uno dei gemelli Weasley – casinisti e indisciplinati com'erano – perché la guardarono un po' stralunati.

"Sei sicura che sia una buona idea?" chiese Harry perplesso. "Tu e lui siete così diversi..."

"Beh, è già una settimana che vivo lì" lo interruppe. "E poi non era esattamente un salto nel buio: l'idea gli è venuta perché avevamo già condiviso un appartamento per un paio di giorni" raccontò in fretta. "Il vostro appartamento, in effetti".

"COSA?" fecero in coro. Hermione sospirò e riapoggiò sul tavolo la bottiglia di Burrobirra che aveva sollevato per berne un sorso.

"Harry, ti ricordi la sera che ti ho chiamato e mi hai detto che potevo dormire qui?".

"Certo..." confermò lui senza capire.

"Ginny aveva detto a Fred di dormire qui quella stessa sera" li informò. "Abbiamo avuto un incontro fortuito... chiamiamolo così" disse ripensando alla scena ridicola di lei nel bagno con Fred e incurvando le labbra in un sorriso involontario.

Magari quei particolari era meglio tacerli a Gin e Harry, tanto perché non si facessero strane idee – più strane di quanto probabilmente non ne avessero già.

"Ah" fu il commento unico di entrambi.

"Noto con piacere che siete loquaci..." fece Hermione, ironica.

"E come va?" chiese Ginny con sorprendente naturalezza; Hermione si sentì sollevata. Per la seconda volta le sue labbra si curvarono in un sorriso, pensando a quella pseudo-convivenza appena iniziata.

"A parte i mille battibecchi al secondo... è tutto ok" concluse. "Fred è sempre meglio di un troll di montagna, in fin dei conti" disse seria, facendo ridere di gusto Ginny, che aveva sperimentato per anni e anni la convivenza con i gemelli.

"Mio fratello è un pazzo, non lo nego; perciò hai fatto una scelta molto coraggiosa" ridacchiò, riprendendo a trafficare con la bacchetta, mentre Harry tornava ad apparecchiare la tavola. Hermione sentì Ginny bisbigliare:

"Voglio proprio vedere che faccia farà Ron..." e scoppiò a ridere da sola, come un'idiota.

"Sai Ginny, tu somigli davvero tanto a Fred" commentò divertita. La rossa si girò verso di lei e assottigliò gli occhi.

"Mi devo offendere?" soffiò.

"No, no" si affrettò a risponderle. "E' solo che lui ha detto la stessa cosa".

"La stessa cosa?" chiese Harry, che si era perso la battuta della rossa.

"Ginny ha appena detto che non vede l'ora di vedere la faccia di Ron, e mi ha ricordato Fred; tutto qui" riassunse Hermione.

"Quindi non ti da fastidio se nominiamo Ron?" domandò ingenuamente.

"Non essere sciocco, Harry" rispose con aria benevola. "Io e Ronald ci siamo lasciati da un anno. Per quanto mi riguarda puoi nominarlo cento volte al minuto, ma non ho intenzione di preoccuparmi di quello che pensa della mia convivenza con Fred" aggiunse sinceramente. Rassicurato, Harry smise di trattenere il fiato, cosa che non si era neanche accorto di stare facendo, e si mise a sedere, dal momento che Ginny aveva appena dichiarato di non volere una mano.

"Ora mi chiedo anch'io che faccia farà..." commentò. "Non ci avevo pensato" sembrava pensieroso. Hermione rise.

"Non credo che la cosa lo tangerà più di tanto" rispose serenamente. "In fin dei conti sono la sua ex ragazza, non quella attuale".

Alla parola attuale Harry fece una smorfia molto simile a quelle che gli comparivano in volto durante le connessioni con la mente di Voldemort; Hermione pensava che da un momento all'altro avrebbe annunciato che gli bruciava la cicatrice.

"Sarò pure il Ragazzo Sopravvissuto" dichiarò serio, "ma ti giuro che quando c'è Lavanda tra i piedi sviluppo una vaga tendenza al suicidio. Se non l'ho ancora assecondata è per non lasciare Ginny ad affrontare LavLav da sola".

"Come sei premuroso, amore!" fece Ginny, ironica. Hermione sorrise divertita, a quanto pareva Lavanda non riscuoteva molto successo in famiglia.

"Fred ha detto la stessa cosa" commentò Hermione prima ancora di accorgersene.

Perché diamine continuava a nominare Fred in ogni frase che le uscisse di bocca?!

Harry sembrò non farci caso; ma mentre la rossa portava il cibo in tavola, la vide scoccarle un'occhiata sospettosa, e distolse lo sguardo.

Il resto della cena lo passarono chiacchierando e bevendo Burrobirra: le erano mancati i suoi amici.

"Che ne dici del bicchiere della staffa?" propose Harry, tirando fuori una bottiglia di Firewhiskey. Hermione annuì senza riserve. In fondo doveva smaterializzarsi per tornare a casa, non guidare un'automobile.

"Non vuoi proprio dirci che lavoro fai, eh?" le si rivolse Ginny, sorseggiando il contenuto del proprio bicchiere. Hermione sputacchiò un po' della bevanda, presa in contropiede. Ginevra continuava a ricordarle Fred. Avevano – oltre alla stessa sfumatura di marrone delle iridi – un'espressione molto simile.

Quelli di Frederick erano occhi profondi, forse leggermente più scuri di quelli di Ginevra, molto diversi da quelli azzurri di Ron, meno espressivi.

"Be' e-ecco" balbettò, "per queste cose sono un po' scaramantica: ve lo dirò non appena mi avrà assunto per davvero".

"Per davvero?" chiese Harry.

"Sono solo in prova" spiegò lei.

"D'accordo" fece lui scrollando le spalle. "Al nuovo lavoro di Hermione!" brindò allegro, levando il bicchiere insieme a Ginny.



Quando Hermione fu uscita di casa, Harry e Ginny, incapaci di trattenersi, commentarono insieme la notizia appresa quella sera.

"Non sono sicuro che sia una grande idea: sono così diversi!" osservò. "Si faranno a fette..." presagì con una buona dose di catastrofismo.

"Mh" mugugnò Ginny. "Secondo me invece ha senso" decretò.

"Dici?" le chiese dubbioso.

"Pensaci, Harry" disse dolcemente. "Sono opposti, quei due; se tutto va bene Fred smusserà il carattere irremovibile di Hermione, e lei lo renderà un po' più responsabile – almeno spero". Harry sembrò riflettere un attimo sulle parole della propria ragazza, per poi dichiarare solennemente:

"Se tutto va bene... credo che potresti avere ragione, sai?".

"Come sempre!" assunse un'espressione di superiorità e gli scoccò uno sguardo di trionfo.

"Oh, ma sta' zitta Weasley!" rispose Harry giocoso, chiudendole la bocca con un dolce bacio.







NOTE AL CAPITOLO

*Per chi magari non abbia letto i libri ma visto solo i film, ci tengo a precisare che non sono daltonica, e nel libro Ginny ha gli occhi marroni, non verdi come l'attrice.

*Il Leprecano (o leprecaunoleprecano, lepricauno) è una sorta di gnomo, tipico del folklore e della mitologia irlandese.






ANGOLO AUTRICE


Salve Gente,

Non so se dovrei farmi desiderare di più, ma siccome i capitoli di questa storia sono un po' più corti di quelli della mia precedente Una Strega in Famiglia, mi sembra giusto postarli un po' più velocemente, almeno quando mi è possibile. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; finalmente si vedono Harry e Ginny (io amo questa coppia, ed essendo molto amici di Hermione ci devono essere, pur non essendo i protagonisti della storia). In questo capitoletto ho parlato solo della cena tra loro tre, ma ho anche fatto capire che la convivenza tra Fred ed Hermione non è così catastrofica – al momento – come si poteva prevedere. Stranamente, Hermione è divertita dai battibecchi anzichè infastidita. Harry e Ginny sono rimasti un po' stupiti, ma in fin dei conti l'hanno presa bene no? È solo una notizia strana, più che preoccupante. Però non si può negare che sia davvero strana :) In tutto ciò, credete che Ginny abbia ragione? Riusciranno a convivere normalmente a lungo e a migliorarsi a vicenda, o qualcosa impedirà la riuscita di questa ottimistica previsione? O la prima previsione di Harry è esatta e loro sono troppo troppo diversi?

Queste sono le domande, la risposta è la storia.

Addio Gente :*

Mi raccomando lasciatemi una recensione, sono tanto bisognosa :D

Vostra,

Jules


  
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