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Autore: alida    06/02/2009    5 recensioni
Come sempre -rispose Piton -Come sempre tradirò chi si fida di me, come sempre sarò giudicato, secondo il risultato, da una parte o dall'altra e come sempre ritornerò.Cominciò a tremare sotto il mantello nero, l’Oscuro si avvicinò e puntando la bacchetta contro Piton disse: -Parzialis Oblivion-. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la ff non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Remus Lupin, Severus Piton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L’infermeria era stata attrezzata bene, e soprattutto sistemata in modo che nessuno riuscisse a trovare i due letti. In pratica era stato fatto un incantesimo per nascondere la zona in cui stavano Remus e Severus, agli occhi degli indiscreti. Solo chi ne conosceva l’esistenza avrebbe potuto trovarla.

Perciò solo Hagrid, Silente, Minerva, Madama Chips, Harry, Hermione e tutta la famiglia Weasley presente a scuola. Le visite esterne, se ci fossero state, dovevano essere organizzate in anticipo per non correre il rischio che qualcuno s’intrufolasse dentro senza essere invitato.

La mattina Silente fu svegliato, dai lamenti di Remus. Le ferite interne avevano bisogno di cure costanti, ogni sei ore mezza boccetta di pozione, al massimo si poteva anticipare o ritardare di cinque minuti. Però, per la pozione era presto. Remus cercava di attirare l’attenzione del vecchio preside ma non riusciva a parlare chiaramente, bisbigliava quasi.

-Silente, grazie di avermi portato qua. Il San Mungo non mi è mai piaciuto. Ci sono stato troppe volte-.

-Bhè, Remus, hai trascorso molto tempo anche qui, e fossi in te, non lo dimenticherei. Almeno, non davanti a Madama Chips!- rispose il preside provocando le deboli risate di Lupin.

-Stavo pensando. Com’è potuto succedere? Volevano noi, non i babbani. Sapevano che saremmo stati tanti…- .

-Sì, lo sapevano. O meglio, secondo me lo immaginavano-.

-Spiegati, per favore-.

Silente si sedette sul letto di Remus, lasciandogli la visuale libera su Severus, e disse: - Dubiti di lui, Remus?- Lupin osservò l’uomo sul letto, aveva il volto fasciato e certamente non sarebbe stato in grado di riconoscerlo.

-E’ Severus. Non sei stato il solo a dubitare-. Lupin guardò con soddisfazione Silente come a volergli dire “Allora anche tu dubitavi!”, ma Silente che capì cosa passava nella testa del licantropo continuò dicendo: -Io non ho mai dubitato di lui, un amico non dubita di un amico. Voldemort ha dubitato e per questo deve aver modificato gli ordini ai mangiamorte, in un momento in cui Severus era assente-.

-Che cosa gli è successo? Perché è così? Che spiegazioni ha fornito-.

-E’ stato torturato, credo, considerato il modo in cui ha reagito ieri, dopo aver subito l’incantesimo Oblivion!- disse Silente massaggiandosi le tempie.

-Vuoi dire che lui non sa chi è. Che non si ricorda niente di niente?- replicò sconcertato il licantropo.

-Sicuramente non sa chi è, per il resto aspettiamo che si svegli e vediamo un po’ se riuscirà a rispondere a qualche domanda-.

-Mi dispiace tanto- disse Lupin.

-Di che cosa?- fece Silente.

-Di non essere riuscito a chiarirmi con lui prima che si dimenticasse chi è stato e chi sono stato io-.

-Non dispiacerti, starete assieme almeno per una settimana, non vedo perché non possiate parlare-.

-Silente, quell’uomo non è più Piton. Che cosa dovrei dirgli!-.

-Tutto quello che puoi, per riempirgli il vuoto che si è creato in lui, per incominciare. E poi, non lo so, vedi tu. E poi ricordarti che il mondo ci cambia, ci trasforma, ci plasma, ma la nostra sostanza non cambia mai. Forse non ti ritroverai di fronte il Piton che hai conosciuto, ma magari conoscerai quello, che non hai mai incontrato-.

Detto questo, gli diede la sua pozione e Remus riprese a dormire tranquillamente.

 -Oh Albus, ancora qui! Non si sveglierà solo perché tu rimani lì a fissarlo, sai? Perché non vai a riposarti, quando si sveglierà, ti chiamerò. Promesso- disse Madama Chips col suo tono più materno e deciso.

-No, Poppy. L’ho lasciato da solo per troppo tempo-.

-Non è un ragazzo. E’ un uomo adulto che ha fatto le sue scelte-.

-L’ho sempre detto anch’io. Ma ora, davanti a questo letto, non mi basta più!-. Madama Chips poggiò le sue mani sulle spalle dell’anziano, dandogli un conforto che il vecchio pensò di non meritarsi.

Dopo circa venti minuti, Severus cominciò a svegliarsi. Subito vide avvicinarsi un anziano e un’infermiera. Sollevò le mani per guardarsele ma notò che erano entrambe bendate, sentiva di avere delle garze sul viso e i piedi gli facevano male. La donna cominciò a parlare:

-Ciao, io mi chiamo Madama Chips, faccio l’infermiera in questa scuola da venticinque anni. Sono qui per curarti. Ti trovi qui perché tu sei un insegnante in questa scuola. Insegni pozioni. Se hai delle domande da farmi, non crearti problemi, puoi chiedere tutto quello che vorrai, quando vorrai-.

Severus ascoltò attentamente, con lo sguardo fisso su un punto del soffitto che solo lui riusciva a vedere e poi chiese con voce rotta dai lamenti: -Lei sa qu-qual è-è il mio-o no-nome?

-Certamente. Ti chiami Severus Piton. Ti ricorda qualcosa questo nome?-

-No!- rispose con voce tremante lui, mentre cominciava a girare la faccia prima a sinistra, poi a destra, e cercava di sollevarsi dal letto. Immediatamente intervenne Silente che con dolcezza gli spinse il petto sul materasso e gli disse: -Devi stare calmo Severus. Ascoltami bene. Dobbiamo curarti. Se usiamo l’unguento senza sedativo, sentirai molto dolore ma entro stasera le ustioni saranno guarite. In caso contrario, occorrerà più tempo. Quale trattamento preferisci?- .

Era una domanda difficile. Voleva star meglio, il più presto possibile ma era anche stravolto dalle torture della sera prima. Ingenuamente chiese: -Sarà più doloroso di ieri sera?-.

-Noi non sappiamo cosa ti sia successo ieri sera. Tu ti ricordi?- cominciò a investigare Silente.

-C’era fuoco e poi ricordo calci, pugni, parole strane dette da uomini col cappuccio nero, che mi facevano star male e poi ricordo il freddo e poi mi facevano ingoiare liquidi colorati, fatti, sì fatti dal più grande pozionista conosciuto, ma anche quelli mi bruciavano dentro ed io volevo che smettessero ma loro non smettevano…-.

-Va bene. Resta calmo, calmo, calmo- diceva con voce sempre più bassa Silente –Sicuramente il dolore che quest’unguento può provocare è molto, tuttavia, quando vuoi, anche a trattamento iniziato, puoi decidere di fermarci e darti il sedativo. Cosa ne dici? Proviamo?-.

Severus guardò l’anziano e gli chiese: -Chi sei? Come ti chiami?-.

-Sono Albus Silente, il preside di questa scuola. Ti do la mia parola che se non resisterai al dolore, smetteremo subito-.

-Prometti, prometti che se dirò “basta”, smetterete, prometti- disse quasi in lacrime Severus.

-Prometto-.

Severus con lo sguardo, acconsentì. Il trattamento durò circa un’ora, si trattava di passare l’unguento sulle bruciature, e poi sfregare per far cedere la carne morta. Dopo, un secondo unguento avrebbe permesso la ricomposizione della pelle laddove era venuta a mancare.

Severus strinse i denti, cominciò a sudare e tremare e poi iniziarono le urla, ma mai chiese di sospendere il trattamento. Al termine crollò, non proprio addormentato ma in quello stato, in cui non si è in grado di comunicare ma si vedono le persone muoversi attorno molto velocemente, tanto da far venire un senso di nausea e si sentono voci parlare senza capire cosa dicano.

Il viso e i piedi erano in ottimo stato, sarebbe stata necessaria solo una seduta di unguento per la ricomposizione della pelle. Le mani erano un’altra questione. Le dita erano state spezzate, Poppy le aveva sistemate. Per le bruciature avrebbero aspettato la sera.

Entrambi i pazienti si svegliarono verso le due e gli fu portato il pranzo. Remus mangiò lentamente tutto, cioè la minestra tiepida e le mele cotogne bollite con lo zucchero sopra. Severus si fermò a metà piatto di minestra.

-Non è possibile, Severus! Non andiamo per niente d’accordo!- gli ripeteva Minerva, che dava il cambio a Silente.

-Mi dispiace signora McGranitt- rispondeva Piton gentilmente –Non riesco, lo stomaco fa troppo male!-.

-Innanzi tutto non c’è bisogno che mi chiami signora, basterà Minerva. Per secondo lo stomaco brucia perché ti hanno costretto a bere le pozioni è vero, ma se non mangi brucerà anche di più. Per terzo e ultimo, ma non per questo meno importante, sappi mio caro Severus che non è la prima volta che mangi come un passerotto e poi ne esci con qualche scusa. Perciò io non mi alzerò di qui fino a quando questo piatto di minestra non sarà vuoto- concluse sorridendo.

Severus socchiuse gli occhi e, poi con mezzo sorriso, continuò a farsi imboccare. Lupin osservava la scena, quell’uomo che non riusciva a mangiare da solo era stato un ragazzo odioso, un mangiamorte, un doppiogiochista e adesso era solo un uomo. Di punto in bianco poteva essere una persona diversa, nessuno si sarebbe aspettato che tornasse quello di una volta. Forse con un po’ di commiserazione, sarebbe stato accettato. Non da tutti però. Chi lo conosceva forse non avrebbe dimenticato gli sgarbi o i tradimenti di Piton.

E Piton che non riusciva a stare seduto sul letto, ma doveva essere sorretto, che chiedeva se le cure fossero dolorose, che sorrideva a chi gli dava il proprio aiuto, quel Piton sarebbe stato capace di difendersi nel mondo magico?

I suoi nemici, i mangiamorte, avrebbero continuato a cercarlo? Per cosa, per vendicarsi definitivamente o per riportarlo nella trappola del Marchio nero, che ora non era più impresso nel braccio di Piton?

I suoi amici, gli Auror…. i suoi amici! Chi erano gli Auror, lui, Tonks, Kingsley, Moody. Si poteva dire che fossero amici di Severus. Quante volte lo avevano invitato a un pranzo, quante volte avevano passato un po’ di tempo con lui? Non si ricordava, probabilmente mai.

Forse Silente aveva ragione, avrebbe conosciuto un uomo ,Severus Piton, che non aveva mai incontrato.

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Grazie a tutti quelli che stanno leggendo, inserendo tra i preferiti e lasciando una RECENSIONE!!!! Grazie tante.

 

  
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