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Autore: Abby_da_Edoras    06/09/2015    6 recensioni
STORIA IN REVISIONE: PER FAVORE NON LEGGERE
Ho scritto questa ff dopo aver visto "Avengers 2: The Age of Ultron", perciò nella storia avranno piuttosto spazio anche i personaggi di quel film, sebbene sia sempre una ff della raccolta "Till the end of the line". In questa ff Bucky, che è guarito dall'infezione alla spalla in cui è innestato il braccio di vibranio grazie alle cure di Banner, fa finalmente conoscenza con il dottore che l'ha salvato e che ha spesso combattuto a fianco di Steve. Conoscerà anche Pietro Maximoff, altro giovane che, proprio come lui, è stato sottoposto a esperimenti da parte dell'Hydra. Nella ff introduco chiari accenni a un legame tra Banner e Maximoff e scene del salvataggio del ragazzo (che ho inventato di sana pianta perché mi è scocciato non poco che lo abbiano fatto morire nel film!).
Grazie a chiunque leggerà la ff. :)
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Steve Rogers
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the end of the line'
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Seconda parte

Stardust (seconda parte)

Pietro era molto incuriosito dal Soldato d’Inverno e, una volta rotto il ghiaccio con il racconto del suo salvataggio, pensò che fosse giunto il momento di fargli la domanda che si teneva dentro fin dall’inizio.

“Da tanto tempo mi chiedevo… ecco, non so se puoi rispondermi, ma mi chiedevo se sai perché l’Hydra ha compiuto esperimenti su di te così come su di me e su mia sorella, ma con modalità tanto diverse” chiese. “A me e Wanda non hanno fatto il lavaggio del cervello né ci hanno mai ibernati, anche se ci tenevano prigionieri e ci impedivano di uscire.”

Steve trasalì e guardò Bucky, preoccupato che quella domanda potesse turbare il suo compagno; il giovane Soldato, tuttavia, sembrava tranquillo e concentrato sulla risposta da dare.

“Penso che il motivo sia uno solo” disse, dopo averci riflettuto per un po’, “tu e tua sorella vi siete offerti volontari per quegli esperimenti, eravate d’accordo con gli obiettivi dell’Hydra e, soprattutto, eravate insieme.”

Bucky lanciò uno sguardo di sfuggita a Steve e poi si rivolse di nuovo a Maximoff.

“Von Strucker non aveva motivo di condizionare la vostra mente né di ibernarvi per tenervi sotto controllo” continuò. “Io, invece, ero stato catturato dall’Hydra dopo la mia caduta nel crepaccio, non ero assolutamente dalla loro parte e, anzi, li avevo sempre combattuti. Per ottenere la mia collaborazione dovevano per forza tenermi totalmente sotto il loro controllo: infatti, se solo potevo sospendere la crioterapia per qualche giorno in più, cominciavano a tornare i ricordi e il mio primo istinto era quello di ribellarmi e scappare.”

Bucky abbassò lo sguardo e la voce gli tremò.

“Tu avevi con te tua sorella, la persona per te più cara al mondo, e lo stesso valeva per lei: tenervi uniti era per l’Hydra un sistema infallibile per avervi dalla sua parte” concluse. “Se solo io avessi ricordato, invece, avrei fatto qualunque cosa pur di… di ritornare da Steve…”

“Bucky!” esclamò Rogers, commosso. Prese tra le braccia il giovane e lo strinse forte a sé, come se non volesse lasciarlo mai più. Quella era la prima volta che Bucky ammetteva apertamente, per di più di fronte a persone che non conosceva, quanto Steve fosse importante per lui.

Pietro rifletté per un attimo sulle parole di Bucky.

“Sì, credo proprio che tu abbia ragione” replicò poi. “Von Strucker non ha mai avuto bisogno di costringere me o Wanda a fare qualcosa, gli bastava convincerci che quella era la cosa giusta da fare per il bene del nostro Paese. Ci ingannava, ma noi credevamo a ciò che diceva. Beh, per fortuna adesso è morto!”

Bucky fissò il ragazzo negli occhi con una strana espressione.

“Guarda che ti sbagli: Von Strucker non è affatto morto” dichiarò con voce gelida.

“Ma sì” ribatté Pietro, stupito. “Ultron l’ha ucciso… è l’unica cosa buona che ha fatto, anche se immagino che l’Hydra abbia già un nuovo capo.”

“Von Strucker non è affatto morto” ripeté Barnes, con sguardo truce. “Non so come abbia fatto ad ingannare Ultron, forse si è servito di un sosia, ma ti assicuro che io l’ho incontrato personalmente un paio di mesi fa ed era vivo e vegeto. Ha organizzato un attentato all’aeroporto Dulles di Washington per obbligarmi a uscire allo scoperto e poi ha tentato di catturarmi. Io e Steve lo abbiamo affrontato e per quella volta siamo riusciti ad avere la meglio su di lui e sui suoi uomini, ma ritengo che non si sia arreso e che stia macchinando un nuovo piano per riprendermi.”        

“E’ vero, purtroppo” confermò Steve. “Von Strucker è ancora vivo ed è tuttora a capo dell’Hydra.”

Pietro sgranò gli occhi.

“Se ha cercato di riprendere te per riaverti al servizio dell’Hydra allora… allora forse vuole catturare nuovamente anche me e Wanda!” esclamò.

A quelle parole Banner trasalì, ma, per sua fortuna, solo Steve se ne accorse.

“Forse… o forse anche no” rispose Bucky. “Tu e tua sorella siete due potenziati ed è probabile che l’Hydra abbia già trovato altri giovani disposti a sottoporsi volontariamente agli esperimenti. Ma il Soldato d’Inverno… beh, è stato un progetto più complesso, iniziato negli anni Quaranta e che è servito ai loro scopi per decenni. Non sarebbe possibile per l’Hydra crearne un altro uguale ed è per questo che continuano a cercare me.”

Steve gli prese la mano e la strinse forte tra le sue: questa era la sua paura più grande, che l’Hydra potesse rimettere le mani sul suo Bucky. Lui non l’avrebbe mai permesso, avrebbe fatto di tutto per fermarli ma… già una volta aveva fallito e Bucky ne aveva pagato le conseguenze nel peggior modo possibile.

“Non succederà mai, Buck, te lo prometto, l’Hydra non ti riavrà mai!” dichiarò Rogers, deciso.

“Certo che no” ribatté Bucky con una strana luce negli occhi. “Sai già cosa farei, l’hai visto con i tuoi occhi quando Von Strucker ha tentato di catturarmi in quel vicolo: piuttosto che finire di nuovo nelle loro mani, mi sparerei in testa!”

“Bucky…” mormorò angosciato Steve, stringendolo tra le braccia.

“Beh, speriamo che non si debba mai arrivare a questo” intervenne Banner, ostentando una calma che non provava: non gli piaceva per niente l’idea che l’Hydra potesse essere ancora sulle tracce di Pietro. “Hai fatto bene a dirci che Von Strucker è ancora vivo, Barnes. Ora non sei più solo e, assieme a Rogers, ci sono anche tutti gli Avengers che combatteranno contro quei maledetti.”

“Sì, è davvero un bene che siamo tutti uniti: se combatteremo insieme, l’Hydra non riuscirà mai a prevalere” disse Steve, sempre tenendosi stretto Bucky. La consapevolezza di avere finalmente degli amici che lottavano al suo fianco lo faceva sentire più sicuro e per lui era quasi come tornare ai tempi dell’Howling Commandos. L’Hydra era una minaccia terribile, adesso come allora, ma questa volta nessuno gli avrebbe più strappato Bucky…

Rogers si staccò dal compagno e condusse Pietro fuori dal soggiorno, lasciando Bucky solo con il dottor Banner che lo avrebbe visitato. Comprendeva che il giovane Soldato si vergognava della cicatrice sulla spalla e che per lui era già un enorme sforzo permettere a Banner di esaminarlo.

Banner controllò la spalla di Bucky e la trovò migliorata: il giovane stava reagendo bene agli antibiotici e in pochi giorni sarebbe guarito.

Steve, rientrando in soggiorno, fu molto felice per queste notizie e, quando il dottore e Pietro Maximoff si accomiatarono, li salutò con un grande sorriso soddisfatto, invitandoli a tornare a trovarli ogni volta che avessero voluto. Poi, ritornando da Bucky, gli si rivolse scherzosamente.

“Ti sei addirittura preso un’infezione pur di non andare allo Smithsonian, eh? Ma non mi scappi” gli disse in tono affettuoso, “non appena sarai guarito, faremo una bella gita a Washington e, allo Smithsonian, potrò finalmente annunciare a tutti che il sergente Barnes è vivo ed è tornato!”

Bucky scrollò il capo, ma era intenerito dalla dolce insistenza di Steve.

“Sei proprio uno stupido fissato…”

“E tu sei un cretino!” replicò Steve, ridendo e abbracciandolo teneramente.

Quegli affettuosi battibecchi erano un felice ricordo del loro abituale modo di fare di settant’anni prima e ad entrambi sembrava un sogno poterli rivivere dopo tutto ciò che avevano dovuto affrontare…

 

Se Steve era rasserenato, Banner appariva preoccupato mentre aspettava l’ascensore con Pietro. Bucky si era dichiarato sicuro che Von Strucker fosse in cerca del Soldato d’Inverno e di nessun altro, ma Bruce non ne era affatto sicuro: in fondo era stato il Barone a eseguire gli esperimenti sui Maximoff, i gemelli erano sue creature e lui temeva che, in realtà, sarebbe stato ben felice di rimettere le mani anche su Pietro e Wanda.

E, in quel caso, che ne sarebbe stato di loro?

“Doc, sei preoccupato, si vede lontano un miglio! Cosa c’è?” lo riscosse Pietro.

Banner trasalì e tentò di minimizzare.

“Stavo solo pensando a quello che ha detto Barnes” rispose. “Dovrò riferirlo a Fury, anche lui è convinto che Von Strucker sia morto…”

“Tu sei preoccupato che possa tornare a cercare me, vero?” ribatté il ragazzo, con un sorrisetto intenerito. “Sei trasparente, Doc, ti si legge in faccia quello che pensi!”

Bruce Banner arrossì e dedicò tutta la sua attenzione alle porte chiuse dell’ascensore.

“Ma… quanto ci mette quest’affare ad arrivare?” disse, per cambiare discorso.

Pietro scoppiò a ridere.

“Hai ragione, è davvero troppo lento, ma possiamo fare molto più in fretta per le scale” replicò.

“Per le scale? Siamo al quindicesimo piano!”

“E che problema c’è?”

“Per te no, lo so, ma io ci metterei un sacco di tempo a scendere quindici piani di scale a piedi” obiettò il dottore.  

Senza tanti complimenti, Pietro lo strinse forte alla vita con un braccio.

“Allacciati le cinture, Doc!” disse allegramente, prima di precipitarsi con lui per le scale, percorrendole in un lampo.

In pochi secondi furono davanti al portone d’ingresso. Pietro riprese fiato, tra le risate, guardando Bruce che aveva la faccia di uno che è appena stato sulle Montagne Russe per la prima volta nella sua vita…

“Lo sai che ho appena lasciato dieci anni di vita per quelle rampe di scale?” gli disse, ancora sconvolto. “Non ho più l’età per certe cose, io!”

Pietro scrollò il capo, ridacchiando.

“Vuoi smetterla una buona volta di sottolineare in ogni momento la differenza di età che c’è tra noi due? Tu mi piaci proprio così come sei” ribatté, avvicinandosi a lui.

Gli prese il viso tra le mani e lo baciò… e questa volta si prese tutto il tempo necessario per farlo, di modo che Banner non poté fingere che non fosse successo niente! Sbalordito e sconvolto, il dottore non trovò nulla da dire e così Maximoff riprese a parlare, divertito.

“Tu hai paura che Von Strucker torni a cercarmi” gli disse affettuosamente, “io invece non sono per nulla preoccupato, perché so una cosa…”

Gli si avvicinò ancora di più, fissando gli occhi in quelli dell’imbarazzatissimo Bruce.

“So che, finché ci sarai tu con me, non mi accadrà nulla di male” affermò sicuro. “Tu mi proteggerai da qualunque pericolo e in qualunque modo, come hai già fatto una volta.”

Banner trasalì.

“Posso assicurarti che farò tutto quello che riesco a fare per tenerti al sicuro, ma non riporre fiducia in quell’altro, io non controllo le sue reazioni” obiettò. Era sempre teso quando si riferiva a Hulk.

Pietro scosse il capo e sorrise.

“Invece io so che puoi controllarlo, quando lo vuoi veramente. E’ stato Hulk a saltare sul quinjet e a buttare di sotto Ultron mentre cercava di spararmi e, poi, tu sei stato in grado di imporre la tua volontà e di ritornare te stesso quando hai capito che ero ferito e avevo bisogno del dottor Banner” dichiarò convinto. “Io so per certo che accanto a te non ho niente da temere, Doc.”

“Beh… vorrei avere la tua stessa sicurezza” disse Banner, a disagio. Si sentiva sempre così strano quando il ragazzo gli era vicino… “Spero solo che tu abbia ragione!”

“Io ho sempre ragione” scherzò Pietro, poi mise un braccio attorno alle spalle del dottore. “Ora torniamo al Quartier Generale degli Avengers, Doc, e stai tranquillo, non mi succederà nulla di male finché starò vicino a te.”

“Allora dovrai imparare a rallentare un po’, altrimenti io non riesco a starti dietro!” replicò Banner, tentando di fare una battuta che stemperasse un po’ il turbamento che provava.

Mentre uscivano dalla Stark Tower, Bruce continuava a domandarsi perché mai dovesse sentirsi dentro quell’imbarazzo che si faceva sempre più intenso…

La vera ragione non l’avrebbe mai ammessa neanche con se stesso!

 

 

FINE

   
 
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