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Autore: LadySJones    08/09/2015    3 recensioni
"Emma era il lieto fine di Killian, lo era per davvero. E Jennifer? Cos’era Jennifer per Colin? Quel dannato irlandese che si era silenziosamente insidiato nella sua vita, sconvolgendogliela però nella maniera più intensa e rumorosa possibile..."
Colin O’Donoghue e Jennifer Morrison. Una chimica come poche, un’amicizia oltre i confini, due anime gemelle destinate ad incontrarsi troppo tardi. Una FF nata semplicemete dall’amore folle e sviscerato che nutro per questi due splendidi e adorabili individui.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WRAP PARTY.








[24 Marzo 2015, Vancouver. Ore 7:15. - Una settimana prima.]



Colin aveva appena riposto il bigliettino per Jennifer sotto la sua tazza quando un sms di Josh lo avvertì del suo arrivo imminente.

Prima di andare, guardò ancora una volta quel corridoio che portava alla camera di lei, dopodichè chiuse la porta, curandosi di fare il meno rumore possibile.

Fu giù in un lampo.

“Ehi amico, grazie per esserti precipitato e scusa ancora per il disturbo.” - disse l’irlandese, andandogli incontro.

“Nessun disturbo.” - gli sorrise Josh, con la ruota in una mano e il cric nell’altra - ..allora, la tua macchina?”

“Laggiù, a sinistra dell’incrocio.”

“Perfetto, prendi quella e andiamo.” - aggiunse, indicandogli la cassetta degli attrezzi nel portabagagli.

Pochi metri più avanti, Josh lo burlò non appena vide la ruota completamente a terra.

“Ci stavi dando dentro con quel pedale, eh? Razza di ubriacone!”

“Non stavo affatto correndo.. e poi senti da che pulpito.. vuoi che ti ricordi quante birre ti sei scolato ieri sera oppure diciamo a Ginny delle corse clandestine con Micky alle due di notte?

“Non oseresti.”

“Io dico di sì.”

“Bastardo.”

Risero entrambi.

Neppure dieci minuti e la ruota fu sistemata. Josh era un vero esperto del mestiere.

“Ecco fatto.”

“Grazie ancora, amico.”

“Figurati, per così poco” - e gli diede un’amichevole pacca sulla spalla.

Fecero per tornare verso l’auto di Josh.

“Dimmi piuttosto... da quando dormi a casa di Jen?”

Colin si fermò di colpo.

“Ehi calma, è successo solo stanotte. Avevo bucato e lei era sveglia.. così ne ho approfittato evitandomi una non proprio gradevolissima nottata in auto con quel freddo boia”.

Josh lo fissò serio.

“Che c’è?” - chiese Colin, stranito.

“Per quanto ancora pensi di poter andare avanti così?”

“Come, scusa?”

Josh rimase qualche secondo in silenzio, poi continuò.

“Lei ti piace, Col.”

L’irlandese mutò subito espressione.

Non rispose nell’immediato, tirò prima fuori i suoi occhiali da sole.

“Jen dici? Beh.. ovvio che mi piaccia, sfido anche un solo uomo a dire che-”

“-Sì, ma il punto non è questo. A te piace sul serio. Tu provi qualcosa per lei.” - lo interruppe senza mezzi termini.

“Cosa te lo fa credere?” - cercò di fare il vago, mettendo su gli occhiali e dandogli le spalle.

Josh si rimise subito faccia a faccia con lui.

“Senti. Io ci scherzo su con voi due e tu lo sai. Ma detto tra noi.. e volevo dirtelo già da un mucchio di tempo.. la situazione adesso è diventata fin troppo evidente.”

“Quale situazione? Ma di che stai parlando?”

“Suvvia, piantala.. il modo in cui vi guardate, la tensione, l’attrazione fra te e Jen ormai è palese e palpabile a chilometri di distanza. Finanche un cieco lo noterebbe.”

Colin lo fissò per alcuni istanti. Sembrava piuttosto nervoso.

Poi si guardò attorno e d’un tratto fece segno a Josh di entrare nella sua macchina.

Chiuso lo sportello, si levò gli occhiali da sole e fece un respiro profondo.

“Ci siamo baciati... stanotte.”

“Woh.” - strano ma vero, a quelle parole Josh sembrò addirittura sollevato.

Lo guardò come se, in un certo senso, stesse aspettandosi quella confessione.

“Con gli occhi pieni di lacrime mi ha implorato di baciarla, per due volte. E io l’ho fatto. Dio, quanto volevo farlo.. - sospirò - ..e c’è mancato poco che andassimo anche oltre.”

“Perchè vi siete fermati?”

“Perchè è scappata via. Anzi, adesso, col senno di poi dico che forse è stato anche un bene...”- aggiunse, adagiandosi sullo schienale del sedile.

Josh fece lo stesso.

“Se non altro, puoi accusarmi di tutto tranne che di essere un pazzo visionario.”

“Qui il pazzo sono solo io. E il bastardo, aggiungerei.”

“No che non lo sei.”

“Invece sì! - alzò il tono di voce, per poi serrare la mascella - Mia moglie e mio figlio domenica prossima saranno qui e-”

“-Calmati adesso.” - cercò di tranquillizzarlo.

“Merda.”

Calò un breve silenzio.

“Josh.” - riprese, fissando la strada anzichè lui.

“Mh?”

“Non faccio altro che pensare a lei, è un’ossessione.. - scoppiò - Con Jen sto bene, mi sento diverso, mi sento-”

“-Felice?”

“Sì - i suoi occhi erano grandi e sinceri - Quando siamo insieme, quando mi guarda e mi sorride, io-”

“-Ehi ehi Col, rallenta un attimo, ascoltami. Jen è una ragazza fantastica. E’ bellissima, dolce, spiritosa, piena di talento, e tu.. tu sei semplicemente innamorato.”

“Innamorato..” - si lasciò sfuggire un sorrisetto isterico, riportando lo sguardo sulla strada.

“Non è forse così?”

“Cazzo. - sussurrò, lasciandosi sprofondare il viso fra le mani.

“Non devi vergognartene. L’amore è beffardo, che vuoi farci. - gli sorrise.

“Non doveva succedere.”

“Ma è successo. E ora devi fare qualcosa perchè se continui così, se continuate così, finirete solo per farvi del male.”

“Ma cosa dovrei fare?” - chiese quasi sconsolato.

“Solo ciò che pensi sia meglio per te e per la tua felicità.”

“Ma Helen? Evan? La mia famiglia?”

“La tua famiglia capirà, e anche tua moglie, se è davvero ciò che vuoi.”

“No. Helen no, te lo assicuro. Le rovinerei la vita, ne morirebbe.. e io non voglio.”

“Posso immaginarlo, ma-”

“-E’ mia moglie, la madre di mio figlio, Josh.. - strinse il pugno - Tengo a lei. Non posso farlo.”

“L’ami ancora?”

Non rispose.

“Helen dico, l’ami ancora?”

“Io non lo so più..”

“E allora mi spieghi che senso ha continuare a tormentarti in questo modo? A fingere che vada tutto bene quando in realtà pensi costantemente a un’altra donna?”

“Forse dovrei solo smetterla.”

“Smettere di far cosa?”

“Di pensare a Jen.”

“Certo. Magari aspetta che finiate a letto, prima.”

Colin non rispose, di nuovo.

“Non è per niente facile, ti capisco, ci son passato anch’io - continuò - ma guarda me e Ginny, guarda quanto siamo felici adesso. Non farti del male inutilmente, non sentirti in colpa se hai capito di amare un’altra donna. Se sei sicuro di quel che provi, di ciò che vuoi davvero, allora devi correre il rischio.”

“E’ tutto troppo un casino, Josh. Forse è stata solo.. debolezza, la follia di una notte..”

“Sai bene che non è così. Lo sapete entrambi. Avete mai affrontato l’argomento?”

“Non proprio.”

“Allora è bene che lo facciate, quanto prima, perchè-”

Il cellulare di Josh vibrò potente sul cruscotto dell’auto.

Guardò l’orologio.

“Cazzo, già le 7.45. E’ Ginny, se non sono a casa al più presto rischio il linciaggio”.

“Certo, tranquillo, và pure - rimise su gli occhiali da sole - Grazie amico, per tutto.”

“Non ringraziarmi. Tu stà tranquillo, parlane con Jen - gli sorrise - e se dovessi aver bisogno, per qualsiasi cosa, fai un colpo di telefono.”

“Contaci.” - e scese dall’auto per incamminarsi verso la sua.


***


[Vancouver, 7 giorni dopo.]


Helen e il piccolo Evan erano giunti in città, in occasione delle festività pasquali che si sarebbero tenute da lì a una settimana.

Jennifer aveva saputo del suo arrivo da Ginny, e l’idea di averla lì non la faceva proprio impazzire.

La biondina irlandese era una tipetto tranquillo, riservato - anche troppo, forse - e per quanto Jen avesse avuto modo di trascorrere con lei e Colin del tempo insieme in diverse e numerose occasioni, non era ancora riuscita ad inquadrarla fino in fondo.

Erano amiche, certo. Anzi, a detta della stessa Jennifer non più di un mese addietro, Helen era addirittura una delle sue amiche più care.

Negli ultimi mesi, tuttavia, aveva avuto l’impressione che la evitasse, che la guardasse con occhi strani, come a voler studiare ogni suo gesto e ogni sua parola, soprattutto in presenza del marito.

Si sentiva osservata, e ciò aveva finito per metterla tremendamente a disagio.

In più, era impossibile per lei stessa negare che da quando si era accorta di provare per Colin un qualcosa che andasse oltre la mera amicizia, il loro rapporto era un pò cambiato.

Prova tangibile fu la première della quarta stagione in cui si erano a malapena guardate.

Che Helen avesse intuito qualcosa? Che si fosse accorta anche lei della forte, oramai più che palese, chimica off-screen che la legava a Colin?

Non poteva saperlo, ma da allora lo sospettava.

Fatto sta che saperli insieme la faceva star male, e a maggior ragione adesso, vederli l’avrebbe fatta stare ancora peggio.


***



[Vancouver, 4 Aprile 2015.]


Le ultime riprese della quarta stagione si erano concluse da due giorni.

Ed ecco puntuale, come ogni anno, l’ormai immancabile “Wrap Party” organizzato dal cast e dalla crew dello show.

Era una bella serata, non particolarmente fredda.

L’aria di primavera iniziava a farsi sentire.

Jennifer aveva appena finito di prepararsi e stava ancora a casa, in attesa che Ginny e Josh passassero a prenderla.

L’appuntamento era fissato per le 21.

Indossava un vestitino nero a mezze maniche lungo appena sotto il ginocchio, stivaletti di pelle nera e teneva i capelli raccolti in una coda morbida.

Aveva trascorso quasi l’intera giornata al FanExpo e si sentiva un pò stanca oltre che emotivamente frastornata.

L’idea di rivedere Colin da lì a breve la faceva sentire felice come una ragazzina ma allo stesso tempo le metteva addosso non poca tristezza.

Helen sarebbe venuta di sicuro con suo marito ma, in cuor suo, sperava davvero tanto di non trovarsela lì in giro.

Quella sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe potuto trascorrere del tempo con lui prima che tornasse in Irlanda, prima che tutti loro si salutassero per rivedersi dopo tre lunghi mesi.

Si udì un clacson da sotto la strada. Ginny e Josh erano arrivati.

Sì passò un pò di lucidalabbra al volo, poi chiuse casa e scese a raggiungerli.

“Ma come siamo belle!” - esclamò Ginny che era scesa dall’auto, dandole un forte abbraccio.

“Oh ma grazie, anche tu! ...E anche tu, papi!” - gridò poi a Josh dal finestrino.

Lui le regalò il più bel sorriso, poi le invitò a salire in macchina.

“Dai saltate su, non ho alcuna intenzione di perdermi Adam brillo ancora prima di iniziare”.

E partirono.

Giunsero a destinazione in meno di venti minuti.

Scesero dall’auto e fecero per incamminarsi verso l’entrata del locale.

Era un posticino molto carino e tranquillo, situato proprio al centro di Vancouver.

Jennifer notò che erano già quasi tutti presenti.

Beverley Elliot le si avvicinò subito porgendole un cocktail, com’era sempre solita fare a questi eventi.

Jen l’abbracciò amorevolmente, per poi proseguire assieme a Ginny e Josh nel giro dei saluti.

Senza dare troppo nell’occhio, si guardò attorno ma ancora nessuna traccia di Colin.

Si chiese tra sè e sè come mai non fosse ancora arrivato.

Ginny, da parte sua, non potè fare a meno di notarla sovrapensiero.

“Ehi Jen, tutto bene?”

“Mh? Certo, perchè me lo chiedi?” - sorrise.

“Mi eri sembrata un pò pensierosa..”

“Ma no, tranquilla! Sarà questo cocktail. Beverley ci vizia sempre con tutti questi bicchieroni, finiremo per ubriacarci prima del tempo stasera..”

Ginny finse di bersela, ma in realtà aveva capito benissimo cosa la stesse turbando.

Anche lei, come Josh, aveva ben chiara la situazione che si era venuta a creare fra lei e Colin.

“Già - replicò - per questo è meglio che tenga d’occhio Josh, non si sa mai cosa può combinare in questi casi. A proposito, dov’è finito?”

“Sarà qua in giro, stai tranquilla. Dai vieni, raggiungiamo gli altri.”

Raggiunsero un angolo del locale dove stavano Adam, Eddy, Robert, Jared, Lana, Emilie e Rebecca.

Jared corse subito incontro a Jen: “Ehilà, mamma!” le disse simpaticamente, abbracciandola.

“Ciao ragazzino!” - ribattè lei con un gran sorriso e scompigliandogli i capelli.

“Adam, allora, come stiamo messi?” - chiese Ginny, in tono scherzoso.

“Non ti ci mettere anche tu, ti prego.. già tuo marito non m’ha dato un attimo di tregua da quando siete arrivati! - rise di gusto - Piantatela di considerarmi tutti come un pazzo ubriaco.”

“Beh, la tua performance dell’anno scorso è piuttosto difficile da dimenticare - aggiunse Lana - e Josh lo sa bene dato che lo avevi persino costretto a ballare..”

“Dateci un taglio o vi licenzio tutti!”

Scoppiò una risata generale.


***


Ore 22.30.

La serata stava proseguendo tranquilla ma ancora nessun segno di Colin.

Dove stava? Non era da lui ritardare tanto in queste occasioni, e Jennifer lo sapeva bene.

Si distaccò un momento dal gruppo per andare alla toilette e darsi una risistemata.

Si passò nuovamente il lucidalabbra ma lo fece un pò così, a inerzia.

Aveva immaginato una serata del tutto diversa ma senza Colin non era decisamente la stessa cosa.

Fece per tornare dagli altri, quando improvvisamente udì l’eco di una risata familiare e assolutamente inconfondibile.

Si voltò. Era lui.

Stava proprio davanti l’entrata assieme a Josh e Sean, e ridevano come dei ragazzini.

Guardò più scupolosamente per vedere se ci fosse anche Helen lì intorno ma, a quanto pare, non era venuta.

Si sentì davvero sollevata.

Colin era bellissimo, come sempre.

Indossava dei jeans scuri e una camicia grigia leggermente sbottonata e con le maniche risvoltate.

Una visione.

“Eccolo finalmente!” - la voce improvvisa di Ginny la prese alla sprovvista, facendola girare di scatto.

“Oh... si infatti, era stato lì per tutto il tempo e non l’avevamo neppure visto. Stavo proprio venendo ad avvisarti..”

“Parlavo di Colin. E’ tutta la sera che lo cerchi..” - le lanciò un sorriso furbetto.

“Eh? Ma che stai dicendo?” - esclamò in totale imbarazzo.

“Perchè, non ho forse ragione?” - continuò a burlarla.

“Piantala!”

“-Buonasera.”- le voci di Colin e Sean interruppero quel frizzante scambio di battute.

“...Ehi!” - Jen rispose quasi a voce alta, in modo del tutto incrontrollato.

Colin le sorrise, e lei fece lo stesso.

“Che stavate combinando, si può sapere?” - chiese Josh, dando un tenero bacio a sua moglie.

“Niente di particolarmente interessante - rispose Jen - Ginny stava solo.. cercando di rifilarmi un altro dei cocktails di Beverley.. quando ci si mette sa essere davvero insistente.”

“Sì, e a dire il vero... - aggiunse Ginny - ci stavamo anche chiedendo come mai non foste ancora arrivati. E’ successo qualcosa?”

Jen, a momenti, fulminò la sua amica con lo sguardo.

“In effetti, sì. Tanya non si è sentita molto bene - spiegò Sean - quindi ho immediatamente chiamato Colin ed Helen per raggiungerci a casa."

Jen deviò lo sguardo.

"Fortunatamente poi si è ripresa e quindi.. eccoci qui.”

“E tua moglie, Colin? Dov’è? Non è venuta?” - chiese, di nuovo, Ginny.

Jen ascoltava in silenzio ma sarebbe volentieri scappata via.

Ogni volta che sentiva pronunciare quel nome stava male.

“No, lei... è rimasta a casa di Sean a far compagnia a Tanya e per darle una mano nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa.”

Il suo sguardo e quello di Jennifer si incrociarono di nuovo all’unisono, per poi distogliersi immediatamente.

D’un tratto, la voce di Eddy al microfono invitò tutti ad unirsi per le danze.

Ginny, Josh, Colin, Sean e Jen raggiunsero il resto del gruppo in fondo al locale.

Si partì con un mix di musica anni 50-60.

Quelli che diedero più spettacolo furono Adam, Josh, Sean, Robert, Rebecca, Lana e suo marito Fred.

Colin stava poggiato, con una birra in mano, ad uno dei tanti pilastri di contorno della sala, e oltre a lanciare ripetute occhiate a Jennifer - cosa che, puntualmente faceva anche lei verso di lui - si divertiva da matti a vedere Sean e Josh che facevano gli idioti primordiali assieme ad Adam.

Anche Jen e Ginny stavano morendo dal ridere.

Avevano di fronte uno spettacolo a dir poco imbarazzante ma allo stesso tempo spassosissimo.

Dopo un’ora abbondante a suon di rock n’ roll sfrenato fu concessa una tregua.

Non mancava molto alla mezzanotte.

Tutti si riunirono intorno a un grande tavolo pieno zeppo di pizze, dolcetti e champagne dove Adam fece il suo solito discorso ringrazando tutti per il brillante lavoro svolto e per l’ennesima stagione di successo dello show.

Lo stesso fecero anche Jen, Lana, Josh ed altri componenti del cast.

Il tutto si concluse con uno scrosciante applauso di gruppo e un brindisi generale per inneggiare alla quinta stagione, prima di chiudere la serata e dare il via ad un’ultima, scatenata corsa sulla pista.

“Ehi Col, ma non dovevi unirti a noi? Razza di traditore!”- lo burlò Josh.

“Dovevo, amico.. ma vedendo in che stato pietoso eravate prima, preferisco evitare..” - sorrise.

“Jen? Allora? Ti butti nella mischia?” - le chiese Ginny.

“Preferirei di no, ho le gambe a pezzi. Voi andate pure, io esco a far due passi. Ci vediamo dopo!”

Colin seguì con lo sguardo la sagoma di Jen fin quando non lasciò il locale.

Josh se ne accorse.

“Fratello, io torno a casa - gli disse Sean - avevo detto a Tanya che sarei rincasato dopo mezzanotte. Molli anche tu?”

“Sì..ehm... - ma l’irlandese fu distratto dallo sguardo di Josh che lo stava invitando calorosamente a non farlo e a seguire Jennifer - anzi no, Sean... fra un pò dovrebbe arrivare.. un amico di Adam con un paio di chitarre e ne approfitto per sgranchirmi un pò le dita. Dì a Helen di andare a casa, massimo un’oretta e sono di ritorno, ok? Mi daranno un passaggio Josh e Ginny.”

“Certo, gli daremo un strappo noi.”

“Ok, come preferisci, allora io vado. Ci si vede domani.” - e dandogli una pacca sulla spalla fece per andarsene.

Colin si assicurò che Sean fosse andato via in macchina, afferrò quindi due pezzi di pizza, si scambiò con Josh l’ennesima occhiata e corse a raggiungere Jennifer.

Più che altro, sperava di trovarla, ovunque fosse andata, anche se un’idea già l’aveva.

Si era ricordato, durante il tragitto con Sean per giungere al locale, di un suggestivo viale alberato proprio lì vicino.

Era bellissimo, illuminato a giorno e tutto fiorito.

Non sapeva perchè, ma qualcosa gli diceva che avrebbe trovato Jennifer proprio lì.



***


Una notifica di twitter destò la sua attenzione.

Era LEI.

“Late night walk. Blossom path.” recitava il massaggio.

Jen era esattamente dove aveva creduto che fosse.

Allungò il passo e vi giunse in un lampo.

Ed eccola là, in piedi, di spalle, tutta intenta ad armeggiare col suo telefono.

“Sapevo ti avrei trovata qui.” - disse, rompendo il silenzio di quel viale a dir poco incantato.

Jen si voltò di scatto e quasi non potè credere ai suoi occhi.

“...E tu che ci fai qua? Ho inviato il tweet neppure due minuti fa, come diamine..?”

“Oltre ad essere un pirata dal fascino invidiabile, sono anche un mago.. Non te l’avevo detto, Swan?”

Lei sorrise.

“E quello?” - gli chiese, indicando il piattino che teneva in mano.

“Ah sì, questo..” - Colin sollevò il tovagliolo che faceva da pellicola.

Jen vide due tranci di pizza.

“Tu sei matto.” - sorrise ancora.

“Forse.” - replicò lui, regalandole il solito gioco del sopracciglio.

“Uh, aspetta! Correggo una cosa.."

Colin la guardò divertito.

“Ecco fatto.”

Nuova notifica.

“And in black and white.
A slice of pizza and strolling through beautiful Vancouver... Lovely lovely lovely.”


Stavolta fu lui a sorridere leggendo sul display.

“Molto pittoresco, Swan, non c’è che dire.”

Le si avvicinò.

“Tieni, mangiamo prima che si freddino del tutto.”

“Grazie.”

“...e buona Pasqua.”

“Anche a te.”

***



Si misero a sedere su una panchina insidiata fra le siepi, godendosi la quiete notturna e quello spettacolo floreale sopra le loro teste.

Jennifer era piuttosto tesa, anche se non lo dava a vedere.

Il suo cuore partiva a battere più del normale ogniqualvolta lo avesse vicino.

“E’ meraviglioso, non trovi?” - disse lei, con lo sguardo rivolto verso l’alto.

“Già.”

“Sembra un piccolo angolo di paradiso..”

“Vero, è bellissimo.”

Anche Colin si sentiva un pò nervoso.

Teneva le dita delle mani intrecciate e giocava ripetutamente con i pollici.

“Bisogna ammettere.. - proseguì Jen - ..che Adam stavolta mi ha impressionato più dello scorso anno... un folle!”

“Non dirlo a me, c’è mancato poco che sia lui che Josh mi trascinassero su quella dannata pista...”

“Mi domando perchè tu ti sia rifiutato di accontentarli...”

“Semplice, mi avresti deriso da qui ai prossimi dieci anni. Non lo avrei mai permesso.”

“Sì... può darsi.”

Jen sorrise come fosse la cosa più naturale del mondo.

Lui amava quel sorriso in maniera indescrivibile, gli riempiva il cuore.

“Che farai domani?" - le chiese poi lui, addentando l’ultimo pezzo di pizza.

“Domani?”

“Sì, per la Pasqua.”

“Niente di speciale a dire il vero. Saremo io e Ava.. e tanta cioccolata.”

“Starai da sola?”

“Sì, quest’anno ho preferito così.”

Colin iniziò a muovere la gamba destra un pò stizzito, e si mise su pensieroso.

“Che succede?" - chiese lei.

“Succede che mi stavo chiedendo.. perchè invece non vieni a pranzo da me?”

Jen sgranò gli occhi.

“A casa tua? Scherzi?!”

“Perchè no? Ci saranno anche Sean e Tanya..”

"Di bene in meglio..”

“Qual’è il problema?”

“Sei serio?...Tua moglie, tuo figlio.. e Sean e Tanya... io che centro?!”

“Centri perchè ti sto invitando io, e voglio che tu ci sia. Non esiste che tu stia sola domani.”

Jennifer non rispose.

Aveva apprezzato tanto quell’invito, ma a pranzo con lui, sua moglie e i Maguire... si sentiva soffocare al solo pensiero, al pensiero di vederli insieme e di dover sorbirsi millemila domande pungenti e fastidiose.

Perchè sapeva bene che Helen lo avrebbe fatto.

“Allora, verrai?” - insistette lui.

Non rispose, di nuovo.

Abbassò lo sguardo sul suo telefono e si fece seria.

“Colin?”

“Dimmi.”

“Perchè sei venuto a cercarmi?” - cambiò drasticamente espressione, tono e discorso.

Lui rimase un pò spiazzato da quella domanda così improvvisa e sconnessa, anche se, in un certo senso sperava che glielo chiedesse.

“In tutta franchezza.. dovevo vederti.”

“A quest’ora dovresti essere a casa con Helen..” - replicò, continuando a fissare il telefono.

“Ho detto a Sean che mi sarei trattenuto ancora un pò con una scusa, e poi.. penso proprio che io e te dovremmo parlare.” - cambiò tono anche lui, noncurante del fatto che Jen avesse nominato sua moglie un secondo prima.

Per contro, Jen sollevò lo sguardo e si vide quei due occhioni azzurri fissarla intensamente.

Poi si mise in piedi, dandogli le spalle.

“Se ti riferisci a ciò che è successo l’ultima volta.. non sarebbe dovuto accadere.”

“Ma è successo.”

“Lo so, e sono stata una stupida.”

Colin si alzò di colpo e la raggiunse.

“Non dirlo neppure.”

“Sì invece, non dovevo chiederti di-”

“-Ehi, guardami.. - le afferrò il mento con una delicatezza estrema - ..io lo volevo anche più di te."

“E’ tutto sbagliato. Dobbiamo smetterla”.

“E' quello che continuo a ripetermi. Ma tu ci riesci? Perchè io no.”

“Non rendere tutto più difficile di quanto già non lo sia..”

“Perdonami ma non posso far ciò che mi chiedi fin quando ti ho davanti sedici ore al giorno.. Ti è chiaro oppure no che sei nella mia testa praticamente.. sempre?”

Lei chiuse gli occhi, sforzandosi quasi di non ascoltarlo.

“Allora è un bene che a brevissimo io me ne torno a Los Angeles e tu in Irlanda con tua moglie e tuo figlio. Avrai... avremo tre mesi per schiarirci le idee e dimenticare, ricominciare.”

Colin si fece buio in volto. Gli occhi di Jen, invece, iniziarono ad inumidirsi.

“Ci rivedremo a Parigi..” - disse lui, accennando un sorriso.

“Sì, lo so. E sarà bello perchè... perchè lo faremo come Jennifer e Colin di un tempo, lontani da tutto questo.. trambusto emotivo che ci sta pian piano divorando.”

“Non posso assicurarti che fino ad allora mi passerà.”

“Vorrà dire che dovrai fare un sforzo. Dovremo sforzarci, tutti e due. Sarà meglio per tutti.”

“E’ davvero ciò che vuoi? - le chiese, serrando la mascella.

Una lacrima le segnò il viso.

“Sì.”

“E allora perchè stai piangendo?”

Jennifer lasciò trasparire un sorriso frustrato.

“Perchè finisco sempre per innamorarmi delle persone sbagliate.”

Lui strinse i pugni.

“Se non altro - aggiunse - Emma è stata molto più fortunata di me. Ha trovato il suo lieto fine”.

A quelle parole, Colin si avvicinò e d’istinto le prese il viso fra le mani, pulendo via quella lacrima, esattamente come aveva fatto dieci giorni prima nel semibuio di quel corridoio.

Coincidenza volle pure che, in quel preciso istante, le luci del viale si spegnessero completamente.

L’atmosfera si fece più cupa e intima.

Sembrò come rivivere quel momento e Jen notò quanto lui fosse serio e provato.

Teneva gli occhi incollati sul suo volto, spostandoli ripetutamente su ogni centimetro di esso, come fosse un territorio inesplorato.

Lui, invece, non scollava i suoi dalle labbra di lei.

Cercò di baciarla.

“Non farlo..” - gli sussurrò.

“Se non ti bacio impazzisco.”

“Sii forte, ti prego.”

Chiuse gli occhi, mordendosi il labbro e poggiando la sua fronte su quella di Jen, che a sua volta prese la mano di lui e se la poggiò sul petto.

Colin e Jennifer alias Emma e Killian - 4x22, Ending scene.

Rimasero entrambi fermi, immobili in quella posizione finchè non sopraggiunse il suono di un sms.

“E’ tua moglie?” - chiese Jen un pò in panico.

Colin lesse il messaggio, ancora un pò destabilizzato.

“No, è Josh. Dice che lui e Ginny stanno andando via e di raggiungerli.”

“Ah ok, perfetto.” - si staccò da lui cercando di ricomporsi.

“Ehi Jen-”

“-Shhh. Non dire niente, vai su.”

“Come? Tu non vieni?”

“E’ meglio se non ci facciamo vedere in giro insieme. Và a raggiungerli prima tu, poi passerete a prendermi. Vi aspetto qui.”

“...Ok. Non muoverti, torno subito.”

S’incamminò e si voltò indietro, per guardarla ancora una volta.

Jen gli sorrise.

Nell’attesa, si rimise a sedere a quella panchina.

Sentiva il cuore batterle ancora fortissimo e le tornò alla mente l’invito che lui le aveva fatto per l’indomani.

Non sapeva cosa fare: se accettare e vederlo ancora una volta, ma con Helen che le avrebbe ronzato attorno per tutto il tempo, o rifiutare, ferendo lui e non vedendolo più fino alla Convention di Parigi.

Certo è che avrebbe sofferto in entrambi i casi.

Il clacson di un’auto la distolse dai suoi pensieri.

Erano loro.

Li raggiunse in strada, dove Colin scese elegantemente per aprirle la portiera.

“Grazie.”

Si misero in moto.

Fra una chiacchiera e l’altra, con Ginny che non fece altro che prendere in giro suo marito per le performaces della serata, Jen si sentì ad un certo punto prendere la mano.

Un brivido le partì lungo tutta la schiena.

Si voltò timidamente per guardare Colin, che da parte sua però fece finta di niente, contiuando a parlare con Josh come se nulla fosse.

Lei gli rispose stringendo la presa. Colin strinse ancora di più.

Era ben consapevole di quello che si erano ripromessi qualche momento prima, ma si sarebbe concessa, diciamo, uno strappo alla regola almeno fin quando non sarebbe arrivata a casa e scesa da quell’auto.

Una volta giunti davanti il suo edificio, lei e Colin si scambiarono un furtivo sguardo reciproco.

Si staccò quindi dalla mano di lui, salutò tutti, si incamminò e sparì dietro il portone.

Ripartirono.

Dopo una decina di minuti giunse a destinazione anche Colin.

“Grazie di tutto ragazzi, una Buona Pasqua, e statemi bene”.

“Di niente, amico.. - rispose Josh - ..Buona Pasqua, buon ritorno a casa e saluti alla famiglia.”

“Senz’altro.”


***


Era l’una appena passata quando, proprio davanti la porta di casa sua, Colin sentì vibrare il telefono nella tasca dei jeans.

Era Jen, che aveva accettato l’invito per il pranzo di Pasqua.

-Per domani, ci sarò. Dimmi a che ora posso presentarmi.-

Sorrise fra sè e sè, rispondendole immediatamente.

-Sapevo che non mi avresti detto di no. Per mezzogiorno va benissimo. Fai bei sogni, buonanotte.-

Girò le chiavi cercando di non far rumore per non svegliare nè sua moglie nè Evan.

Entrò e vide Helen seduta sul divano, che beveva una tazza di thè.

“Ah, sei ancora sveglia?” - le chiese.

“Sì, non avevo sonno e ho voluto aspettarti. Sean m’aveva detto che ti saresti trattenuto un pò di più a suonare..”

“Ah sì..infatti. Mi conosci, sai che non riesco a dire di no in certi casi.”

“Lo so, lo so.”

“E’ per caso rimasto altro thè?”- cambiò subito argomento.

“Mi pare di sì, guarda in cucina, nello sportello in basso accanto al frigorifero.”

“Okay, trovato.”

Mise il bollitore sul fornello, quando due piccole braccia gli circondarono il busto e sentì la testa di sua moglie poggiarsi sulle sue spalle.

“Ehilà, che succede?” - sorrise lui, aprendo la bustina del thè.

“Domani sera ce ne torniamo a casa. A casa nostra, finalmente.”

“Già..” - replicò col viso un pò tirato.

“Ah, dimenticavo - continuò lei - mi ha detto Tanya che per domani Sean si è offerto di cucinare tutto da solo, e che hanno un regalino per Evan.
Che carini, mi dispiacerà tanto doverli salutare.”

“A proposito di domani, volevo dirti che-”

Improvvisamente si udì Evan piangere e chiamare dalla stanza da letto.

“Aspetta, vado a vedere cos’ha.”

Il thè fu pronto.

Lo bevve velocemente e raggiunse sua moglie.

Il piccolo sedeva sulle gambe di Helen e stava asciugandosi gli occhietti umidi con la manina.

“Ehi campione, perchè piangevi?” - gli diede un tenero pizzicotto sulla guancia, poi lo prese in braccio.

“Sicuro qualche brutto sogno. Dai mettiamolo a letto, non vorrei che si rovinasse il sonno ancora una volta.” - disse lei, alzandosi e aggiustando le coperte nella culla.

“Domani viene lo zio Sean, sei contento?”

Il piccolo annuì e fece allo stesso tempo un profondo sbadiglio.

“Amore di papà.. - Colin baciò quella testolina piccola e biondissima - ...Forza, a letto.” - e lo diede a Helen perchè lo rimettesse a dormire.

“Torno di là.” - disse lui.

Helen annuì: “Lo faccio addormentare e arrivo.”

Colin si mise a sedere sul divano, slacciandosi le scarpe.

Si sentì vibrare nuovamente il telefono in tasca.

Era di nuovo Jennifer.

-L’ho fatto esclusivamente per te. Buonanotte.-

Si lasciò sfuggire l’ennesimo sorriso, quando avvertì i passi di sua moglie provenire dal corridoio.

Cancellò il messaggio nonchè la loro intera conversazione, ripose il telefono sul tavolino lì davanti e tornò alle sue scarpe.

Helen entrò in salotto.

“Si è addormentato?” - le chiese.

“Sì, per fortuna.”

“Bene.” - si alzò e fece per dirigersi verso il bagno.

“Cos’è che mi stavi dicendo prima a proposito di domani?”

Lui si fermò.

“Ah beh, niente di particolare. Sarà dei nostri anche Jennifer. L’ho invitata io.”

Helen rimase lì per lì sopresa.

“Jennifer? E come mai?”

“Ho saputo che sarebbe stata sola. Ti dispiace?”

“No no..” - in realtà non era proprio il genere di cosa che si sarebbe aspettata di sentire.

“Okay.”

Lo seguì fino in bagno.

“Ehi, Colin.”

“Sì? Che c’è?”

Si avvicinò a lui e lo baciò.

“Ti amo.”

Lui si limitò a sorriderle e rispose con un bacio sulla fronte.

“Mi metto a letto, tu non vieni?” - gli chiese.

“Ti raggiungo fra un attimo, faccio una doccia lampo.”

Dopo essersi asciugato e rivestito, tornò in salotto a prendere il cellulare.

Entrò in camera da letto, dove Helen stava già dormendo profondamente.

Guardò sia lei che il piccolo Evan con un velo di tristezza, corrugando leggermente le sopracciglia.

Poi si mise nelle coperte, e quasi senza pensarci, andò a ripescare il tweet che Jen aveva inviato qualche ora prima.

“A slice of pizza and strolling through beautiful Vancouver... Lovely lovely lovely.”

Sospirò, passandosi una mano fra i capelli.

Fissò quella foto e quelle righe finchè i suoi occhi ebbero la forza di non chiudersi.







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NDA: Ciao a tutti! Il ritardo è stato ancora più tremendo della scorsa volta, chiedo scusaaa ;_; Ma finalmente mi sono riappropriata del tutto del mio pc ora che l'estate è -piuomenoquasi- finita, sniff. Quindi eccovi il 4° capitolo :) Vi auguro una buona lettura e spero tanto che anche questo possa essere di vostro gradimento. Ammetto che questa decisone di seguire una sorta di linea temporale e combinarla con la mia mente disagiata è decisamente una sofferenza di non poco conto... perchè questi due finiranno per accartocciarmi cuore e anima. Un bacione e al prossimo capitolo ;) SEASON 5 HURRY TO COME! **
   
 
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