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Autore: ZereJoke94    10/09/2015    1 recensioni
[Henry Cavill]
Appoggiai la testa sul volante e respirai profondamente, pensando che dopo l'anno che avevo appena passato, le cose non potevano fare altro che migliorare. Non era proprio possibile che qualcosa andasse peggio.
....
....
"-Non è un caso se quasi tutti si tengono alla larga da lui- Iniziò, -In fondo lui stesso non chiede altro che essere lasciato in pace, quindi perchè non farlo?-"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
La porta bianca si aprì velocemente ed apparve mia nonna. Nonostante avesse più di settant'anni, era ancora una bella donna. I capelli bianchi, corti ma vaporosi le incorniciavano il viso mettendo in risalto i vivaci occhi verdi, come i miei. Quelli furono la prima cosa che si illuminò di lei quando mi vide, seguiti da un sorriso di pura gioia.
Scese i due gradini che la separavano dal piccolo vialetto che divideva il giardino in due e corse, per quanto poteva, verso di me. Per evitarle quello sforzo mi affrettai ad andarle incontro e pochi istanti dopo eravamo abbracciate.
Un abbraccio gioioso all'inizio, ma che ben presto divenne un abbraccio più profondo, di puro conforto.
Mi lasciai consolare silenziosamente finchè lei non interruppe quel contatto e mi guardò in faccia, storcendo il naso.
-Basta con questa faccia da funerale, Anna! Tua madre non avrebbe mai voluto vederti in questo stato- Sentenziò, strappandomi un sorriso suo malgrado. Una frase molto simile me l'aveva detta il giorno del funerale, qualche mese prima.
Diciamo che mia nonna era una persona molto schietta e pratica. Troppo a volte, ma la adoravo anche per questo.
Mi passò davanti e puntò il portabagagli della mia auto.
-Faccio io, nonna!- Mi affrettai a superarla e a prendere il mio trolley prima che lo facesse lei. Mi fece cenno di seguirla in casa e camminandole dietro notai la strepitosa forma fisica in cui si trovava. Cavolo! Decisi che una delle cose che desideravo di più nella vita era arrivare a settantadue anni nelle sue stesse condizioni.
Appena entrammo in casa fui letteralmente sommersa dai ricordi. La carta da parati a fiori nell'ingresso. Una volta avevo preso un pennarello e mi ero messa a disegnare altri fiori oltre a quelli stampati...la nonna era quasi morta di rabbia.
Le scale che a pochi passi portavano al piano superiore. Un pomeriggio le avevo fatte quasi tutte sul sedere.
Sorrisi nostalgica.
-Non è cambiato molto qui- Mormorai, lasciando le mie cose in fondo alle scale e seguendola in cucina.
-Non ti sei persa quasi niente, infatti- Sorrise lei, mettendo a scaldare l'acqua per il tè.
-Quasi niente?- Ridacchiai.
Appoggiò i gomiti sul ripiano della cucina, mentre io mi sedevo.
-Niente che sia degno di nota. Tesoro mio, ti trovo malissimo- Scosse la testa e assunse un'espressione contrariata.
-Grazie nonna...- Sorrisi un'altra volta, senza volerlo -...non ho molta voglia di farmi bella ultimamente-
-Non hai bisogno di farti bella, sei bellissima anche in questo stato pietoso. Sai bene cosa intendevo- Si sedette vicino a me, e mi prese la mano.
-Sono qui per questo. Questo posto mi ha sempre fatto bene, lo sai...spero che lo faccia anche stavolta- Mi strinsi nelle spalle, trovando difficile sostenere il suo sguardo indagatore. Stava cercando di capire quanto preoccupata dovesse essere su una scala da uno a dieci.
Alla fine annuì e mi sorrise, tornando ai fornelli a occuparsi del tè.
-Vado a darmi una rinfrescata e a portare su le mie cose, torno tra un minuto...-
Salii le scale lentamente, oltrepassai il bagno e giunsi alla porta della camera che una volta era stata di mio padre. Diciamo che sotto la voce "Genitori", non avevo avuto molta fortuna.
Non vedevo mio padre dal giorno del funerale, ed era stata in quell'occasione che lo avevo rivisto dopo quasi un anno. Dopo aver divorziato da mia madre, si era risposato ed era andato a vivere in Irlanda, dimenticandosi di avere una figlia, a quanto pareva.
Poggiai il trolley sul lettino, che la nonna doveva aver rifatto di recente, sostituendo le vecchie lenzuola con una trapunta leggera color salmone. Lo abbandonai li, decidendo che lo avrei disfatto dopo e tornai verso il piccolo bagno.
Non feci in tempo ad entrare che notai che c'era qualcosa di strano. Il lavandino era senza rubinetto! O meglio, senza la manopola per regolare l'acqua.
Feci dietrofront e tornai in cucina, trovando la nonna che serviva il tè fumante in due tazze.
-Ehm...avrei voluto lavarmi il viso e le mani, ma a quanto pare il lavandino è stato mutilato...-
Lei spalancò leggermente gli occhi e si battè una pacca sul fianco -Oh! Mi sono dimenticata di dirtelo prima...stamattina la manopola mi è rimasta in mano! Ho chiamato Gideon e mi ha assicurato che sarebbe venuto a metterlo a posto prima di sera- Si sedette e mi fece cenno di imitarla.
-Chi è Gideon?- Non ricordavo nessuno con questo nome, pescando tra i ricordi della mia infanzia.
-Gideon Lancaster...il fratello di Jeff-
Continuai a guardarla senza capire chi fossero entrambi.
-Jeff chi? Jeff tartaglia?- Chiesi poi, ricordando un ragazzino magrolino con cui avevo giocato qualche volta.
-Si, lui. Non balbetta più ed è diventato un medico- Sembrava estremamente soddisfatta, alla faccia mia e di tanti altri bambini che avevano riso di lui a causa della sua balbuzie -Comunque, Gideon è suo fratello- concluse.
Non ricordavo nessun Gideon, quindi scossi la testa e feci spallucce, aggiungendo un pò di latte nel mio tè.
-Non è mai stato un tipo molto socievole, e comunque ha qualche anno più di te, forse è per questo che non te lo ricordi...è un bravo ragazzo- Nascose il viso dietro la tazza per qualche secondo e quando la riappoggiò sul tavolo era quasi vuota.
-La gente ha così tanti pregiudizi- Mormorò disgustata.
La guardai per un attimo, interdetta. Che le era preso?
Decisi di lasciar perdere perchè francamente non me ne importava più di tanto, finii il tè e mi offrii di lavare le tazze.
-E Jake?- Chiesi improvvisamente -Jake vive ancora qui?-
-Si, lavora all'ospedale. Che bel ragazzo è diventato- Sorrise lei -Non vive più a casa dei suoi, ma puoi sempre chiamare li per farti dare il suo numero. Potreste uscire- Le si illuminarono gli occhi.
Ero arrivata da neanche un’ora, e lei già mi combinava gli appuntamenti.
-Che tenera- Commentai ironica. Jake era stato uno dei miei migliori amici un tempo...ma ora non sapevo nemmeno se si ricordasse della mia esistenza, erano passati dodici anni.
Lo avrei contattato, comunque. Avevo bisogno di qualcuno con cui passare del tempo, non potevo certo vivere in simbiosi con mia nonna.
Pochi istanti dopo il campanello suonò e fui distolta dai miei pensieri.
-Questo deve essere Gideon. Vado io- La nonna si affrettò ad andare ad aprire e scomparve dalla mia vista.
Dopo un attimo udii la porta che scattava seguita dalla sua voce.
-Gideon! Salve, sono così sollevata che tu sia arrivato!-
-Sarei voluto venire prima, Susan. Purtroppo ho avuto da fare giù a Holecreek...- Rispose l'uomo. Aveva un timbro di voce sorprendentemente caldo e profondo.
-Ma figurati, entra caro!- Udii la porta richiudersi e pochi istanti dopo passarono davanti alla cucina. Mia nonna si fermò e annunciò -Oggi ho visite-
L'uomo parve sorpreso nel vedermi, e invece di presentarsi come avrebbe fatto chiunque altro, guardò la nonna.
Lei gli sorrise -Mia nipote Anna, starà con me per un pò-
-Ciao- Lo salutai, visto che lui sembrava non esserne capace. Colmai la distanza che ci separava e gli allungai la mano.
Era molto alto, almeno un metro e ottantacinque, visto che mi sovrastava completamente, ed io ero un metro e settanta. Aveva folti capelli neri, che in quel momento erano straordinariamente disordinati e gli ricadevano sulla fronte, e una barba incolta leggermente più chiara rispetto ai capelli. Gli occhi erano un misto tra grigio, color ghiaccio e celeste. Non avrei saputo definirli meglio.
Ero pronta a scommettere che sarebbe potuto essere piuttosto bello, se solo si fosse dato una sistemata.
A prima vista, comunque, non mi dava molto l'idea del "bravo ragazzo" come lo aveva definito la nonna prima.
-Ciao- Rispose lui, senza sorridere. La sua stretta di mano fu un tantino più forte di come mi aspettavo, e non riuscii a trattenere una smorfia.
-Io vado di sopra, allora- Si congedò immediatamente dopo. Non appena fu sparito in cima alle scale, guardai la nonna a bocca aperta. Non riuscivo a credere alla maleducazione di quel tizio.
Lei si strinse nelle spalle, comprensiva -Ti avevo detto che non è un tipo molto socievole...-


Ciao a tutte! Volevo solo informarvi che questa ff si ispira a Henry Cavill. Il suo protagonista maschile ha il suo aspetto e lo avevo in testa mentre scrivevo, ma in questa storia si chiama Gideon e non corrisponde in nessun modo alla persona di Henry Cavill.
   
 
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