Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: SynysterIsTheWay    11/09/2015    5 recensioni
America indietreggiò di scatto mentre vide il ragazzo serrare la mascella.
In quel momento ebbe l'istinto di allontanarsi il più possibile. Aveva paura che quel ragazzo tanto bello
quanto dannato potesse farle del male.
-Devi andare via da qui o qualcuno potrebbe pensare di farti del male.- Continuò il ragazzo mentre lei
non fece altro che pensare allo spavento che continuava a formarsi dentro di sé.
Egli provò a toccarle un polso per fermarla ma lei trasalì.
-No! Non toccarmi!- Urlò America indietreggiando sempre di più con le lacrime agli occhi per lo spavento.
-Aspetta, non voglio farti del male!-
-Aiuto! Aiuto!-
-Shh, sta zitta o ti sentiranno.- Continuò il ragazzo catapultandosi verso di lei ma indietreggiando l'attimo dopo, ricordandosi
di non poterla toccare.
America osservò il comportamento del ragazzo ed inarcò un sopracciglio.
I loro occhi si scontrarono.
La bionda non aveva mai visto degli occhi più belli di quelli in tutta la sua vita.
Brian invece, si sentì scosso dopo aver scrutato con attenzione gli occhi della ragazza.
Decise di lasciarla andare.
Lei chiuse gli occhi spaventata e quando li riaprì, il ragazzo era ormai sparito.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

25° Say something I'm giving up on you.


















Quando si è innamorati si è capaci di trasformarsi in uragani.
In vulcani pronti a qualsiasi tipo di eruzione.
Uragani negli occhi di chi da innamorato sente la sensazione
di poter combattere contro il mondo e non sentirselo più sulle spalle.
Non sentirselo più troppo pesante o invicibile.
Ma più leggero...più...combattibile.
Bisogna essere coraggiosi per essere capaci di concedersi per davvero
a qualcuno.
Come chi sorride ed invece vorrebbe solo scoppiare in lacrime.
Come chi non si sente compreso ma sa che un giorno riuscirà a vedere
il sole, nonostante tutto.
Quando si è innamorati, si fanno cose strane.
Si ci racconta, si ci vive.
Delle volte, le persone VERE, quelle SPECIALI, quelle INCOMPRESE, quelle
TORMENTATE, quelle SOLE...sono sempre quelle più difficili da raggiungere.
Quelle che sembrano addirittura essere lontane quando in realtà sono molto più
vicine di quanto immagini.
Basta davvero poco per far nascere un amore.
Delle volte ti innamori e basta.
Non ti chiedi come o il perché. Accade e ti senti intrappolato.
Come se davvero fossi stato rinchiuso in una trappola e stessi solo cercando
di uscire.
Poi ti rendi conto del fatto che tutte le porte di quella gabbia sono chiuse a chiave
e che sei destinato a restare bloccato lì in eterno.
Certi amori non se ne vanno mai. Fanno viaggi interminabili e poi ritornano.
Ritornano sempre lì.
Non si danno una colpa di essersene andati perché sanno di poter ritornare.
Sanno qual è la loro casa.
Perché convincersi di non aver mai amato è come convincersi di poter morire
giorno dopo giorno.
E tutti noi abbiamo bisogno di una casa. Di un rifugio.
Le persone sono fatte per amare. E' la loro natura. E' la sofferenza
di un'istante e la felicità di una vita.
Vissuta o no, non ha importanza quando hai qualcuno che sei riuscito ad amare
fino alla fine.
Ma che cosa succede, quando due anime riescono ad acciuffarsi? Quando non ci sono né
mani che si afferrano e né pelli che si scontrano?
Che cosa succede quando l'unica sensazione reale è quella dettata dalla legge del cuore?
Che strano macchinario che è il cuore, non è così?
Una macchina impazzita che fa tutto ciò che vuole, quando vuole e come vuole.
Non scegli mai di chi innamorarti.
Ti innamori e basta.
E quando c'è di mezzo l'anima...beh, a quel punto, puoi sentirti davvero fottuto.
Fa un po' paura il modo in cui quel macchinario agisce dentro di noi.
Muove quei  fili dentro di te facendoti sentire inerme come un burattino.
E' un trambusto continuo. 
Vite che scoppiano e cuori che battono più forti del solito.
A volte sarebbe solo un bene non sperarci troppo. Ma gli esseri umani
possono davvero vivere senza amore? E le anime...anche loro fanno grandi viaggi
per poi tornare?
Avreste dovuto vederli bene, quei due ragazzi.
Cicatrizzavano i loro sogni e li mettevano in cassetti andati a male sperando che
un giorno sarebbero potuti avverarsi.
Non erano né morti e né vivi. 
Respiravano. 
Era forse quella la cosa che li legava ancor di più?
Potevano sentirsi.
Avevano la possibilità di aversi e non si sà del perché avevano continuato
a farlo.
Non si sa del perché avevano continuato a resistere.
America respirava con una forza incredibile, quasi come se aveva bisogno di sentire
sé stessa.
Sentirsi viva e crederci.
Non voleva in alcun modo che la tristezza o la sua troppa sensibilità prendesse
il sopravvento su tutte le emozioni che riusciva a provare.
Quasi non riusciva a credere al fatto che stava ancora piangendo per amore.
Aveva da sempre aspettato quel momento, lo aveva quasi sognato.
Ma mai, mai e poi mai avrebbe pensato che le avrebbe fatto realmente così male.
Doveva semplicemente rassegnarsi.
Sarebbe morta comunque senza l'amore di cui aveva realmente bisogno. 
Mai come quella mattina, si sentì la pelle così stretta ed un vuoto nel petto
che se prima sperava di colmare...in quell'istante sapeva di non poter saziare.
Quella mattina si alzò dal letto con gli occhi gonfi come due mongolfiere ed un sorriso
macabro stampato sul viso.
Si alzò e si diresse verso il bagno per farsi una doccia veloce.
Sentiva quell'acqua scivolarle sul viso e farla quasi sentire meglio.
Uscita dalla doccia, si rinchiuse in un accappatoio bianco e tornò nella sua camera per vestirsi
e prepararsi.
Quella mattina si sarebbe spazzolata i capelli, si sarebbe presa più cura di sé stessa ed avrebbe
indossato una delle sue felpe preferite.
Avrebbe riempito i suoi vestiti di profumo alla vaniglia e sarebbe corsa nella camera dei suoi
genitori per guardarsi allo specchio.
Quello specchio che lei aveva in camera...aveva deciso di frantumarlo così come qualcuno aveva
ben pensato di frantumarle il cuore.
Ma lei amava quel qualcuno e non poteva dargli nessuna colpa perché non rinnegava il fatto
di averlo avuto nella sua vita.
Se non ci fosse mai stato, probabilmente, non avrebbe mai conosciuto l'amore.
Non avrebbe mai amato nessuno perché quelli come lui, delle volte, o si amavano troppo o non 
si amavano mai.
Si guardò allo specchio e si sorrise. 
Era bello quello che vedeva.
La determinazione  di una ragazza che non voleva sfuggire all'amore ma, che voleva solo
finire di viverlo come meglio credeva.
La determinazione di una ragazza sopravvissuta ad un amore impossibile che, avrebbe segnato
il suo cuore a vita.
America prese il suo zaino, se lo mise in spalla e corse al piano di sotto a fare colazione.
Sua madre e suo padre stavano per uscire di casa con suo fratello, ma, riuscì a fermarli appena in tempo.
La giovane si lanciò tra le braccia di sua madre per poi lasciare un bacio sulla guancia di suo padre.
-Vi voglio bene.- Sussurrò la ragazza ai suoi genitori che si rivolsero degli sguardi un po' perplessi.
Poi, passò al suo fratellino che la guardava con aria interrogativa.
-Voglio bene anche a te, piccola peste.- Continuò America, stringendo a sé il corpicino fragile
di Brandon che rimase immobile, sorpreso.
-Ti senti bene stamattina?- Le domandò Brandon, inarcando un sopracciglio.
Ma America non rispose e, al contrario, non lo lasciò neanche per un'istante.
Continuò a tenerselo stretto e quando lo lasciò, salutò anche i suoi genitori che, felici, si diressero
verso la propria auto.
La giovane si sedette al solito tavolo ed fece una colazione veloce prima di andare a scuola.
Mangiò del bacon, delle uova, due toast con la marmellata e burro d'arachidi ed infine bevve due o tre
sorsi di latte caldo e cacao.
Pensandoci bene, era da un po' che non metteva qualcosa sotto ai denti e quella colazione era riuscita a rimetterla
in forze.
Quando suonarono al campanello di casa Mcklain, la giovane si catapultò alla porta, aprendola.
Erin sorrise ed America la abbracciò forte.
-Buongiorno amica mia!- Esclamò la giovane, sorridendo contro il mondo.
-B-buongiorno, America.- Rispose Erin, sorpresa, dando delle pacche sulla spalla
alla bionda.
-Mh, oggi è proprio una bella giornata...- Notò America, dando uno sguardo al cielo
e mostrando a tutti i passanti il suo sorriso a trentadue denti.
-America, ti senti bene? Cos'è tutta questa allegria?- Le domandò Erin, sorpresa e felice
di vedere la sua amica sorridere un po'.
-Sì, sto bene, perché?- Ribatté la ragazza, chiudendosi la porta alle spalle.
-No, niente. Era da un po' che non ti vedevo così felice.-
Ma la verità era che America non sprizzava realmente allegria da tutti i pori.
America doveva prepararsi al peggio e lo sapeva fin troppo bene.
-Dai, andiamo a scuola!- Esclamò ancora la giovane, prendendo una mano della sua amica e trascinandola
con sé verso la strada.
Arrivate a scuola, America si lanciò tra le braccia di James e Zacky, stringendoli forte a sé.
-Buongiorno a tutti!- Esclamò mentre continuava a stringere i due che si guardarono complici.
-Whoo, America! Quanta euforia!- Urlò Zacky, sorpreso almeno quanto Jimmy.
-Stringetemi di più, figli di puttana.- Ribatté la giovane, assaporando ogni singolo attimo
del suo abbraccio con i ragazzi.
-America...ma...sicura di sentirti bene?- Le domandò poi James, preoccupato.
-Una meraviglia.- Ammise America, sciogliendo l'abbraccio con i due e sorridendogli.
Poi, la giovane non resistì a lungo.
Vide October attraversare la soglia scolastica e le saltò addosso, stringendola.
Tutti gli studenti della V la osservarono straniti mentre la campanella che segnava l'inizio
delle lezioni cominciò a farsi sentire.
Tutti filarono diritti nelle loro classi e America ne approfittò per osservare a lungo
l'armadietto di Jimmy.
Diede due colpi di pugno all'armadietto e decise di lasciarvi un foglio al suo interno.
America sospirò a pieni polmoni e richiuse l'armadietto, saltellando verso l'aula di tedesco.
Nella vita, accadono sempre cose a cui non facciamo altro che aspettare delle domande.
Chissà se, con il passare del tempo, la vita avrebbe risposto.


























***


















Non c'era più nulla di positivo in quella città che sembrava essere morta.
In realtà, l'emporio musicale a cui avevano dato vita Jimmy e October, stava 
lasciando risorgere quella città morta nella speranza di renderla il più
luminosa possibile.
Mentre tornava a casa da scuola, America aveva sentito al telefono Matt che le aveva
raccontato di come proseguivano le sue giornate.
Il ragazzo le aveva persino chiesto di andarlo a trovare quando se la sarebbe sentita ma, America
non si sentì in dovere di accettare la sua proposta.
Sviò l'argomento e passò al resto assicurandosi che Matt stesse bene e che la vita
di New York non gli avesse montato troppo la testa.
Ma Shads stava bene ed avrebbe comunque trovato modo di tornare così come avrebbero
fatto anche Mia e Johnny.
Sarebbero tutti tornati a salutare Brian e avrebbero sempre sperato di rivedersi il
più presto possibile.
America entrò in casa, lesse il post-it dei suoi genitori che la avvisavano di dover
restare a lavoro fino a tardi e che Brandon sarebbe rimasto da zia Meredith con i suoi cugini.
Così, la giovane si precipitò nella sua camera da letto.
Lanciò lo zaino a terra prendendone dei libri ed iniziando a svolgere dei compiti per il giorno
successivo.
Non aveva molto senso per lei fare dei compiti che non avrebbe potuto presentare ai professori,
ma, pensò che occuparsi la mente per un po' non le avrebbe fatto del male.
Anzi.
Aveva svolto tutti i compiti di tedesco ed aveva anche concluso una relazione su argomenti
del tutto ambientalisti.
Si era proprio data da fare come se, i compiti che aveva svolto, fossero stati quelli che avrebbe 
dovuto affrontare nella vita.
Ad America non piaceva lasciare le cose a metà,ragion per cui, non lo avrebbe fatto neanche quella volta.
Finiti i compiti, prese un respiro profondo e si sdraiò sul letto cercando di rilassarsi.
Prima di tutto ciò, fece scivolare il portatile dalla scrivania e digitò con velocità ciò che stava
cercando da un semplice motore di ricerca.
Doveva informarsi se voleva fare le cose per bene.
Il suono dei tasti pigianti continuavano ad infastidirla, ma, America cercò di fare mente locale
fissando lo schermo del computer con curiosità.
Stava cercando di trascrivere nella sua sveglia mentale tutto ciò che più le serviva
e tutto ciò che doveva semplicemente ricordare.
Annuiva di continuo alla lettura di quelle parole che le entrarono subito nella mente facendole
bruciare lo stomaco come se avesse mangiato qualcosa che la stesse semplicemente disturbando.
Doveva cercare di farsi coraggio perché sapeva a cosa stava andando incontro.
Quasi le si gelò il sangue nelle vene quando lesse l'ultimo passaggio di una lista di cose
che avrebbe dovuto fare il più in fretta possibile.
America spense il portatile l'istante successivo e scese dal letto, chiudendo le tende adiacenti
alla finestra e restando nel buio totale.
Aveva le mani che le tremavano di continuo ed un martello al posto del cuore.
Era da sola, quindi, sapeva di riuscire a mantenere tutta la concentrazione di cui aveva realmente
bisogno.
Spense anche il cellulare e chiuse la porta della sua camera con discrezione.
I suoi occhi scuri, diventarono improvvisamente due stelle luminose.
Era decisa e nessuno sarebbe mai stato capace di farla tornare indietro sui suoi stessi passi.
Aveva ben riflettuto sulle parole di Morrigan ed aveva capito che cosa doveva fare.
Non si era tirata indietro sul da farsi, al contrario, stava solo cercando di combattere a mani nude.
Dopo circa una ventina di secondi, si distese sul suo letto cercando di rilassare le ossa il più
possibile.
Lasciò la sua mente libera mentre il suo corpo iniziò a distendersi per bene sul materasso e a lasciarsi
andare da un certo relax che riusciva a farla sentire beata.
America tese i muscoli facendo in modo di riuscire a far rilassare ogni singolo muscolo
del suo corpo, dalla testa ai piedi.
Respirò con tranquillità mentre il cuore sembrava batterle a tal punto da spaccarle il petto.
Con gli occhi un po' lucidi, la ragazza rivolse il suo sguardo al soffitto per poi cercare di concentrarsi
sul suo respiro dapprima affannoso e pesante che, pian piano, stava cercando di stabilirsi.
Inspirò per alcuni istanti e finalmente, il suo corpo sembrava essersi totalmente rilassato.
Stava per raggiungere uno stato ipnotico, quando, delle lacrime iniziarono a bagnare il viso mentre
stava cercando di trattenerle il più possibile.
Gli occhi ancora chiusi si strizzavano di continuo ma America non poté fare nulla per evitare
di scoppiare in lacrime.
I ricordi riaffiorarono nella sua mente lasciandola con l'amaro in bocca ed impedendole
quasi di respirare.
America aprì di scatto gli occhi e scuoté la testa compulsivamente.
Si era lasciata andare da tutto ciò che le colorava quel buio che si sentiva quasi costretta a vedere
ad occhi chiusi.
Si stava stringendo nella sua pelle e stava fissando il vuoto mentre quasi respirava a stento.
Tremava di continuo ricordando di quando aveva visto Brian per la prima volta
al cimitero e di quando l'aveva spaventata a morte la seconda.
Sorrise tra le lacrime mentre stava provando a fantasticare su quanto sarebbe potuto essere buono
il profumo della sua pelle o di quanto avrebbe potuto distruggerla, la sua stretta.
Era impossibile negarlo.
Si era innamorata.
Si era innamorata e si sapeva come andavano a finire il più delle volte quelle cose.
Si sapeva che l'amore non poteva mai essere tutto rose e fiori così come lo facevano sembrare nelle fiabe.
L'amore aveva i suoi artigli. 
L'amore graffiava e allo stesso tempo rigenerava.
Era davvero una catastrofe naturale.
E America stava solo aspettando di restituire quel pezzo di cuore che gli aveva lasciato Brian.
Lo teneva ancora dentro di sé che fremeva per esplodergli addosso. 
La giovane inspirò profondamente quasi desiderando di sbattere più volte la testa contro il muro
e lasciare uscire tutti i ricordi di cui ne era immensamente piena.
Stava provando a stringere Brian il più possibile nei suoi pensieri perché, sapeva che non poteva
farlo tra le sue piccole e fragili braccia.
Per lei era diventato così facile sentire la mancanza di Brian ma, non perché si sentisse
sola, bensì perché nessuno era mai stato capace di darle tutto quello che lui poteva anche solo guardandola.
Uno scambio di sguardi era servito a legarli per sempre.
Delle volte era anche questo il modo giusto per riconoscere l'amore.
Quello fatto di piccole cose.
Quelle piccole cose che riuscivano, spesso, a fare la differenza.
Così, la giovane, strinse le sue mani in pugni e alzò il suo sguardo al soffitto.
Si fece forza e ricominciò tutto da capo.
Si distese nuovamente sul letto e cercò di abbandonare ogni sintomo di agitazione dalla sua mente.
Ogni singolo ricordo passò attraverso una linea immaginaria e si disintegrò all'istante.
Tutto quello che ne rimase di quei ricordi erano solo... le ceneri.
Le macerie.
L'istante successivo, la bionda stava riprovando a raggiungere uno stato ipnotico tra veglia e sonno che le avrebbe dato la possibilità
di realizzarsi.
Tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo e, quella volta, neanche i ricordi furono così forti
da imporle il suo volere.
La mente di America iniziò in fretta a vagare prendendo il possesso delle sue parti del corpo.
Aveva iniziato a riconoscere la sua mano e poi anche solo un piede.
Iniziò a concentrarsi sulla sua mano continuando a tenere gli occhi chiusi e tirando su col naso
dopo essersi sfogata per bene.
Tutto quello che stava facendo era così sentito che, in quel preciso istante, nessuno avrebbe mai più potuto interromperla.
Ogni suo pensiero sembrò scomparire fino a focalizzarsi solo sulla sua mano.
Con la mente, stava facendo il possibile per far flettere il suo corpo pur restando immobile.
Si stava concentrando a tal punto che ormai non si sentiva neanche più.
Le dita dei suoi piedi continuavano a curvarsi per poi riassumere la propria sembianza naturale.
Lo stesso valeva per le dita delle sue mani che continuavano a contrarsi tra loro.
La sua mano non si stava muovendo ma lei sentiva che era così.
Sentiva che ce la stava facendo e che ormai le mancava poco per raggiungere il suo obiettivo.
Dopo alcuni istanti, l'attenzione di America si rivolse al resto del corpo totalmente immobile.
Con la forza del pensiero e della sua mente, stava riuscendo a muovere le gambe e le braccia come
se stesse nuotando.
Era ferma su quel letto ma si sentiva mentre continuava a muoversi.
Era la sua anima a farglielo credere.
Il suo corpo si ritrovò scosso da alcune vibrazioni come se lei stesse cercando di scendere
da quel letto.
Delle onde di frequenza stavano ripercorrendo ogni singolo angolo della sua pelle e lei quasi
stava rischiando di risvegliarsi da quello stato di trans per la paura di ciò che le stava accadendo.
America resistette fin quando quel vibrare non iniziò pian piano a frenarsi.
Sentiva come se qualcosa la stesse strappando via dal suo corpo e d'istinto, iniziò a sorridere.
Non stava ricordando ma dentro di sé continuava a sentire la voce di Morrigan che le chiedeva di non fermarsi.
Così, le parole che la donna le aveva sussurrato solo il giorno precedente, ricominciarono a correre
nella sua testa...














"Un viaggio astrale, America. E' l'unico modo che hai per amarlo come
davvero vorresti. Nessuno ci crede più da anni ma io so
che puoi farcela. Con tutto l'amore che hai da dare, il viaggio astrale può portare
Brian dall'altro lato."








"Oh mio Dio, è fantastico, Morrigan! Mi basterà compiere un viaggio astrale allora
per poterlo aiutare?"







"Sì, America. Ma non posso chiederti di fare una cosa del genere, quindi ripensandoci
è meglio escludere questa possibilità."





"Ma...perché? Morrigan, cerco qualche definizione su internet ed è fatta!"



"Non è così semplice...prima di accettare dovresti sapere a cosa vai incontro facendo
una cosa de genere"


"Farei di tutto per Brian. Venderei la mia anima al diavolo, se necessario."


"E' giusto che io ti dica a che tipo di rischio andresti incontro...poi, la scelta
è tua."















America aveva accettato di compiere quel viaggio astrale.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare Brian.
L'unico amore della sua vita.
Quell'amore così fragile e forte allo stesso tempo.
Con la forza della sua mente stava riuscendo ad allontanare la sua anima
dal suo stesso corpo.
Sempre nella sua mente, lei era già in piedi.
Stava interagendo con la sua anima e stava guardando il suo corpo su quel letto
mentre continuava a tenere gli occhi chiusi.
America era un'anima.
Stava camminando per la sua stanza ma quasi non riusciva a guardarsi.
Si era voltata verso il suo corpo ed aveva incrociato le sopracciglia.
Aveva paura ma non sarebbe stato quel sentimento a fermarla.
Sentiva di fissare il suo corpo con lo sguardo mentre si trovava dall'altra parte della stanza.
Aveva già capito tutto quello che le era accaduto.
Si stava sentendo esattamente come poteva sentirsi il suo Brian.
Inizialmente, si era avvicinata alla sua scrivania perché tutto ciò non le sembrava
ancora possibile.
Si sentiva fortemente frastornata.
Non riusciva più a capire nulla.
Se non fosse stato per quella rosa viola quasi appassita che si trovava su quella scrivania,
America avrebbe perso il senso di ogni cosa.
Non sarebbe riuscita a ricordare del motivo per cui aveva deciso di allontanarsi dal suo
corpo ed affidarsi alla propria anima.
La bionda prese la rosa tra le mani e la osservò sofferente.
Stava cercando di capirne il colore e quando ci riuscì, il cuore non poté trattenere
i propri battiti.
Tremante, America uscì dalla sua camera e si addentrò in cucina.
I suoi erano appena tornati e lei li guardò confusa.
-Mamma...- Provò a sussurrare, vedendo poi sua madre passarle attraverso senza rivolgerle
neanche uno sguardo.
America si tirò indietro e, successivamente, provò con suo padre che stava mangiando con tranquillità.
La ragazza provò a toccare un braccio di suo padre ma tutto quello che sentiva era solo un semplice
formicolio.
Non stava sentendo nient'altro.
Non poteva sentire nient'altro.
I suoi genitori parlavano e non facevano altro che ignorarla.
-Mamma? Papà?- Riprovò America con il cuore stretto tra le sue piccole mani.
Era stato orribile per lei vedere sua madre sedersi e mangiare senza preoccuparsi
di nulla.
Non potevano sapere che l'anima della loro piccola America era in quella stanza con loro.
I signori Mcklain pensavano che la loro figlia fosse rimasta in camera a studiare per tutto il tempo,
ma si stavano sbagliando.
Parlavano tra di loro e stavano facendo uno di quei sbagli assurdi che commettono sempre i genitori
presi dai troppi impegni.
Non ascoltano.
I signori Mcklain in quell'istante, non ascoltavano.
C'era America che stava tremando e loro confabulavano felici, mangiando quel buon piatto di maccheroni
con gusto.
Non si erano voltati neanche una volta ma non lo avevano fatto di proposito.
Stavano sbagliando ma non potevano capirlo.
America si voltò verso la porta di casa e sospirò.
Non poteva aprirla o avrebbe rischiato di spaventare persino la sua famiglia, così, prese
un respiro profondo e mantenne il controllo di tutte le sue azioni.
Passò attraverso la porta e quando si ritrovò già nel vialetto dinanzi casa, si guardò intorno
più spaesata di prima.
Si stava osservando le mani con sorpresa per poi rivolgere uno sguardo alla porta rimasta
totalmente chiusa.
Tutto quello che le stava accadendo non poteva essere reale.
O almeno era quello ciò che pensava.
Delle persone le stavano passando attraverso e lei non se ne era neanche resa conto.
Si sentiva stranamente vuota e dentro di sé come una macchina a vapore.
Aveva pensato di correre e scappare via e quando lo aveva fatto, il rumore della città
la fece quasi impazzire.
Macchine che le passavano attraverso mentre lei provava a spostarsi per far passare un'anziana col
bastone o dei bambini che giocavano a palla.
Urlava perché non capiva bene cos'altro avrebbe potuto fare.
Le sue urla sembrarono rimbombarle dentro come un eco che sembrava non avere mai fine.
Stava persino rischiando di cadere e nessuno sarebbe corso in suo soccorso.
L'avrebbero lasciata lì a marcire.
E lei non avrebbe potuto prendersela con nessun'altro che con sé stessa.
Non era caduta ma le sue mani continuavano a sentirsi come se fossero state scheggiate.
Si sentiva ancora spaesata anche se sapeva quello che doveva fare.
Ricominciò a correre per le strade di Huntington Beach senza sosta, non prendendosi
neanche un po' di tempo per ricominciare a respirare.
Corse il più che poteva fino a raggiungere la Black Rose.
Quel luogo che tanto aveva temuto ma che sembrava essere la sua unica salvezza.
Era così strano il modo in cui le cose stavano cambiando.
Ma America, infondo, anche se era stanca ed indolenzita stava piangendo di gioia.
Era arrivata al cimitero della Black Rose ed aveva frantumato le sue ginocchia contro il terreno
fertile.
La sua mano si era allungata verso la lapide di Brian mentre lo stesso fece la sua fronte.
Lacrime salate continuarono a bagnare il viso della ragazza mentre si teneva stretta a quella lapide
quasi come se volesse abbracciarla.
Lo aveva odiato così tanto ma solo perché sapeva che lo aveva desiderato troppo.
Lo amava così follemente che i suoi occhi ancora brillavano quando si stringeva a quella lapide
e la sentiva come se fosse un po' anche casa sua.
Il silenzio in cui l'aveva lasciata era una delle cose più dolorose che avesse mai potuto
provare.
Ed in quel momento era lì, stretta a tutto ciò che voleva per davvero.
Stava rischiando quasi di addormentarsi su quel terriccio ma, una mano che le stava accarezzando i capelli
lunghi e biondi in quel preciso istante, la fece sussultare.
America si voltò alle sue spalle e quando sentì il tocco di Brian sulla sua pelle, quasi soffocò
nei suoi stessi sentimenti.
Brian aveva gli occhi sbarrati.
Ancora non aveva capito che cosa lo stava realmente aspettando ma, quando America si alzò dal terriccio,
ebbe un presentimento che lo logorò dentro.
-Tu...-
-Booo!- Sussurrò la ragazza ricordandosi di quando lui riusciva sempre a spaventarla con ironia.
-Tu...io...- Balbettava Brian, sgranando sempre di più i suoi grandi occhi.
America gli sorrise.
-Abbracciami, ti prego.- 
Alle parole della giovane, i due si lanciarono l'uno tra le braccia dell'altro.
America ricominciò a singhiozzare di più mentre si stringeva a quella carne che tanto aveva 
sognato di poter conoscere.
Il cuore di Brian invece era esploso in tanti piccoli pezzettini che non riuscivano più a ricomporsi
tra di loro.
Brian e America si stavano stringendo così forte che tutto ciò che li circondava non aveva neanche
la minima importanza.
Lui era una di quelle persone che più non c'erano e più si facevano sentire.
Ed in quel momento erano finalmente riusciti ad abbracciarsi e a sentirsi più di quanto avevano mai desiderato.
Brian continuava a stringere America a sé come se qualcuno avesse rischiato di portargliela via per sempre.
Continuavano ad inebriarsi con i profumi della loro pelle mentre un bacio scongelò per sempre le ossa
del ragazzo che avevano ricominciato a prendere forma.
Come se non ne avesse mai avute di ossa da quando non abbracciava più nessuno.
E lui era lì.
Lì dove realmente voleva essere.
Quel bacio sembrò quasi durare un'eternità mentre le loro labbra si muovevano in sintonia.
Un bacio lungo e passionale che li costrinse ad amarsi sempre di più.
Quante volte avevano sognato quel momento? Quante volte avevano realmente sognato di stringersi?
Ma quello non era un sogno.
Quello era la realtà ed era così vera da far quasi paura.
Le lacrime della ragazza continuavano a bagnare un po' delle guance del ragazzo, ma, quello
non importava a nessuno.
Erano insieme ed era quella la cosa che contava più di tutte.
Mentre i due ragazzi continuavano a stringersi come non mai rischiando quasi di rompersi,
in città, dei ragazzi stavano per uscire da scuola.
Jimmy si era avvicinato al suo armadietto e gli aveva dato giusto due colpi per aprirlo.
Quando l'armadietto si aprì, un foglio bianco cadde ai suoi piedi.
James lo osservò incuriosito e lo raccolse dal pavimento, leggendo quelle poche righe che America
aveva scritto per lui e i ragazzi.
"Caro Jimmy, sono sicura che quando starai leggendo questa mia lettera, ti starai chiedendo
del perché ho deciso proprio io di scriverti queste poche righe. Questa lettera ti prego di farla
leggere anche ai ragazzi quando torneranno e a Zacky e ad Erin che sono rimasti qui a raccogliere
le nostre macerie."

Jimmy leggeva con attenzione quella lettera nel mentre che delle scintille continuavano a brillare
circonando i corpi di Brian e America.
I due si tenevano stretti ancora ma non osarono dirsi neanche una parola.
Quello era il loro momento.
E nessuno avrebbe mai potuto rovinarglielo.
"Ho trascorso i momenti più belli della mia vita con voi. Mi avete fatta sorridere, mi avete dato
tutto quello che ho sempre voluto avere. Mi siete stati accanto nei momenti migliori ma soprattutto
nei momenti peggiori. E questo, una persona come me, non lo dimentica."

America continuava a stringersi a Brian mentre le parole di quella lettera continuavano
a ronzarle nella mente.
Non la lasciavano libera ma lei sapeva di esserlo.
Con Brian, lei era diventata tutto quello che in precedenza non poteva essere.
"Ragion per cui, vi volevo ringraziare per essermi stati accanto come i migliori
amici che ho sempre sognato di avere. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza anche se per me è
solo un dolore dovervi scrivere questa lettera e sapere che stasera non potrò essere con voi
in alcun modo."

Altre lacrime scendevano dagli occhi brillanti di America mentre Brian le stava permettendo
di frantumarsi tra le sue braccia.
Non aveva neanche osato chiederle come era potuta accadere una cosa del genere.
Lei era lì e lui poteva toccarla.
La stava abbracciando così forte da darle tutto l'amore che aveva dentro.
"Non chiedetemi come o perché. Non sono importanti le parole. Ho semplicemente scelto
la via del cuore consapevole di ciò a cui sarò già andata incontro. Quando ami una persona, tutto quello
che puoi fare è amarla incondizionatamente e soprattutto...dargli tutto il meglio di te. E' quello
che ho scelto di fare anch'io solo per amore. A volte preferiamo evitare la verità per non soffrire.
Io la voglio affrontare. Io voglio combattere. Io...non ci sarò più quando avrete bisogno di me ma sappiate
che vi resterò accanto il più possibile. Siate felici per me perché sto per toccare l'anima di chi è riuscito
a toccare la mia con un semplice sorriso. Mi auguro che la vostra vita sia piena d'amore e che ne valga davvero
la pena viverla con le persone che più amate a questo mondo. Siate sempre chi volete essere e tenetevele
strette le persone che vi fanno stare bene! Anch'io ho scelto di fare in questo modo e non credo
che me ne pentirò. Vi saluterò Brian dall'altro lato."

Brian e America si lasciarono guardandosi con gli occhi pieni di lacrime e pieni di loro.
-C...come è possibile tutto questo?- Domandò il ragazzo ad America che si limitò a sorridergli.
-Ti amo, Brian.- 
Brian si sentì improvvisamente mancare il terreno sotto ai piedi.
America era finalmente riuscita a dirgli ciò che sentiva.
-Ti amo anch'io, America.- Rispose il ragazzo con gli occhi colmi di stelle che continuavano a brillargli
dentro insieme alle sue lacrime salate.
"Addio.
                                                       America"

Una luce abbagliante illuminò il cielo e l'anima di Brian.
Il ragazzo sussultò mentre America continuò a lasciar scivolare quelle
lacrime sul suo viso.
-Ma che cosa mi sta succedendo?!- Urlò Gates, guardandosi intorno mentre delle luci
iniziavano a trascinarlo via con sé.
-Ti amo tanto, Brian, non dimenticarlo mai!- Urlava America a squarciagola osservando Brian mentre
continuava a fare resistenza a quella luce proveniente dall'alto che stava per inghiottirlo.
-America! Non lasciarmi!- Esclamò il ragazzo cercando di trattenersi, mentre, la luce era riuscita
ormai a trascinarlo per metà.
Brian stava raggiungendo l'altro lato ed America stava cercando di trattenere le lacrime il più possibile
dentro i suoi occhi.
-Non ti dimenticherò mai! E' una promessa! Il nostro per sempre è sempre esistito!-
-America...che cosa hai fatto...- Sussurrò infine Brian, inghiottito ormai da tutta quella luce
che lo aveva portato nel suo luogo.
Brian aveva raggiunto la pace eterna ed America era caduta a terra, piangendo con disperazione.
Altri ricordi si fecero vivi nella sua mente mentre sentiva l'eco di quelle parole circondarla e metterla
al tappeto...












"Farei di tutto per Brian. Venderei la mia anima al diavolo, se necessario."


"E' giusto che io ti dica a che tipo di rischio andresti incontro...poi, la scelta
è tua."

"Cosa devo sapere?"

"Compiendo un viaggio astrale, rischieresti di perdere troppa energia. Con la perdita
di tutta la tua energia non potrai ritornare mai più nel tuo corpo. Non potrai mai più riavere
indietro la tua vita e resterai bloccata nel limbo. Bloccata nel limbo perché è lì che resterai
tu che, impuramente, hai cercato di ucciderti e provocarti il suicidio. E' questa la sorte
a cui andrai incontro nel momento in cui riuscirai ad abbracciare Brian. Salverai la sua vita,
ma perderai la tua. Vuoi davvero correre questo rischio?"




























Ed America aveva accettato.
Aveva scelto di perdere la sua vita per salvare Brian.
Si erano finalmente abbracciati e lei gli aveva confessato di amarlo.
Quello era bastato per aiutare Brian e salvare la sua anima immonda.
America aveva semplicemente sacrificato il suo corpo per lui.
Aveva sacrificato tutta sé stessa per quell'anima vagante e lo aveva fatto per una sola ragione.
Perché lo amava.
Ed il loro amore era stato così forte da vincere la battaglia, almeno per metà.
Si erano toccati dentro.
Si erano innamorati, toccandosi l'anima.
Anni avanti, di America non si seppe più nulla se non che fosse morta nel
sonno.
La sua lapide era stata posizionata al fianco di quella di Brian sotto richiesta
dei ragazzi che erano tornati ad Huntington Beach per il suo funerale.
I Sevenfold restarono tutto il giorno dinanzi alle lapidi di America e Brian nella speranza
di ricevere un segno.
Erin, October e Mia piansero a lungo mentre i ragazzi cercarono di consolarle. 
-Ragazzi, guardate!- Esclamò improvvisamente Johnny, indicando il cielo ai suoi migliori amici
che alzarono subito lo sguardo.
-E'...una lanterna cinese...- Sussurrò Matt, osservando quella lanterna viaggiare nel bel mezzo
di quel cielo colmo di nubi.
-No, non è una lanterna cinese...- Sorrise Zacky, stringendo a sé Erin con forza.
-Sono loro.- Si limitò a mormorare poi Jimmy, sorridendo con gli occhi lucidi.
Con gli anni che avanzavano, delle rose viola spuntavano di continuo dinanzi alle due lapidi.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che era accaduto e neanche che, con 
il passare degli anni, America avrebbe finito con l'impazzire.
La sua anima si stava logorando.
Aveva dimenticato gran parte della sua vita e moriva giorno dopo giorno.
Ma sorrideva.
Sorrideva perché sapeva di aver fatto qualcosa per cui ne valeva davvero la pena
sacrificarsi anche se non se lo ricordava più.
Di quella città riusciva a ricordare solo un uomo.
Non sapeva più come era fatto, né ricordava il tono della sua voce o di che colore fossero i suoi occhi.
L'unica cosa che ricordava...era che lo aveva amato da morire.






































NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve a tutti lettori!
Dunque...siamo alla fine, eh?
Lo so, lo so...sono sempre la solita con i miei finali
drammatici.
Ma ho scelto di concludere questa storia in questo modo perché...io sono in primis
una persona che conta molto sull'amore.
Io metto sempre l'amore in prima posizione nella mia vita perché credo sia l'unica cosa
pura che e reale che possiamo esprimere noi comuni mortali.
Nelle mie ff la tematica principale è sempre l'amore, proprio così.
Ed America, stava scomparendo per amore.
Un po' del tipo...scompare Brian, scompare lei.
Ho fatto l'impossibile per rendere il tutto più semplice possibile ma pensavo che un finale
del genere sia perfetto per questo tipo di storia.
America ha sacrificato il suo corpo per la persona che ama ed è questo il vero significato
di "Toccami l'anima".
Due persone che sono riuscite ad amarsi senza toccarsi ed America che per amore ha deciso
di sacrificare tutta sé stessa.
Alla fine, credo che questo sia un finale ad intreccio tra un lieto fine ed un finale tragico.
Nel senso che, comunque, i nostri due protagonisti sono riusciti a toccarsi e a dirsi quanto realmente
si amavano.
Soprattutto la nostra protagonista che non era mai riuscita ad esprimere i suoi sentimenti al nostro Bri,
alla fine, ce l'ha fatta.
Ed è stato questo ad assicurare la pace eterna al nostro Synyster Gates!
So che molto probabilmente a nessuno piacerà questo finale e che questo capitolo ha fatto più schifo
di tutti gli altri messi insieme ma...credetemi che ci ho messo davvero tutta me stessa per creare
un qualcosa del genere.
Ma adesso, lasciatemi un piccolo spazio per ringraziarvi.
Ringraziare tutti voi per esserci stati ancora una volta e per non avermi mai abbandonata.
Avete perso del tempo prezioso a leggere questa schifezza ed io non potrò mai esservene grata abbastanza!
Ringrazio Saya e Mag che mi hanno fatto da Beta per questa storia aiutandomi al meglio e soprattutto,
dandomi dei consigli a dir poco utili!
Da due autrici come loro...non puoi anche aspettarti il meglio.
Quindi, vi lascio qui i loro contatti EFP in modo che possiate leggere i loro capolavori:

Saya : http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=123814

Mag : http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=197373

Sono due autrici fantastiche e sono state delle persone fondamentali per la mia crescita qui su EFP.
Auguro loro il meglio!
Per il resto, ringrazio tutti voi che mi avete scritta anche sui social, che mi avete recensita e che
mi avete incoraggiata ad aggiornare giorno dopo giorno.
Ci ho messo un bel po' per concludere questa ff e vi chiedo scusa ma ho avuto un periodo particolarmente
intenso della mia vita in cui sono cambiate tante cose.
Ma io sono sempre la stessa e continuerò a scrivere qui su EFP e WATTPAD.
Se volete, sapete che potete seguirmi anche lì.
Quindi, spero che il messaggio che ho voluto trasmettervi con questa ff sia arrivato a tutti.
In caso contrario, cercherò di fare del mio meglio con la prossima ff che...arriverà prestissimo!
Quindi, STAY TUNED!
Io aspetto i vostri tweet sulla storia con l'hashtag : #Toccamilanima 
e aspetto che mi scriviate! Il mio account è sempre @GatesIsTheWay.
Cosa devo dirvi più? Ah, certo, mi fate sapere cosa ne pensate di questa storia e di questo finale
tramite una piccola recensione? Mi farebbe davvero piacere sapere cosa sono riuscita a trasmettervi!
GRAZIE A TUTTI E ALLA PROSSIMA FF!
Oh, un secondino, Pls.
Ci tengo a salutare Daphne, Evelina e @powervengenz che mi hanno sempre appoggiata e sostenuta.
UN BACIONE!














-SynysterIsTheWay.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: SynysterIsTheWay