Anime & Manga > Death Note
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Autore: Gwen Chan    08/02/2009    2 recensioni
Nel 2030 Il figlio di Near, Mello, trova un death note. Il proprietario è Light che è tornato sulla Terra per completare la creazione del suo mondo perfetto. Ma Mello non userà il quaderno, anzi riuscirà a cambiare Light e tra i due si instaurerà una strana amicizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Certo, certo, scuse accettate.”

Mello aveva appena finito si ascoltare le scuse di Light e ora stava ridendo. All’inizio aveva finto di essere offeso, aveva tenuto le braccia incrociate e mantenuto un’espressione torva. Poi, alla fine, era scoppiato a ridere. Light era davvero felice. Una parte di se continuava a ripetergli che si stava comportando da sciocco, ma ormai era solo una voce flebile, una goccia in mezzo al mare. Pian piano, quasi senza accorgersene era tornato la persona ottimista e fiduciosa che era stata prima di trovare il Death Note. Ora era felice che Mello non lo avesse usato, così la sua anima non era stata corrotta.

“Allora, cosa vuoi fare?” chiese, abbozzando un sorriso. “Usciamo?”

“Ti va una partita a scacchi?”

“Ti avviso che sono un genio.”

“Non quanto me.” Si vantò Mello, prendendo la scacchiera. “Dunque, dove andrai ora?” gli chiese, spostando avanti un pedone.

“Da nessuna parte… aspetta, vuoi dire che?”

“Esatto, tra poco ti restituirò il quaderno. Ho raggiunto il mio scopo.”

“Trasformarmi in una persona normale?”

“Quasi. Non penso che tu sia mai stato normale. Volevo solo riportare a galla il vero Light. Quello che amava la giustizia, la vera giustizia. Quello che eri prima di diventare Kira.”

“Quello che ero quando ho perso la memoria.”

“Sì. Scacco matto!”

“Accidenti, mi hai battuto.”.

Light piegò leggermente la testa di lato. In altre occasioni, si sarebbe infuriato. Lui non era un tipo che accettava facilmente le sconfitte. In altre occasioni, avrebbe fatto di tutto per vincere e avrebbe vinto. Ma quel Light ormai apparteneva a un'altra vita.

Alla fine arrivò il ventotto gennaio, ma quella data ormai a Light non faceva né caldo né freddo. Sapeva solo che quello era l’ultimo giorno che passava con Mello. Gli ultimi due giorni erano stati i più belli della sua vita. Aveva anche provato a convincere Mello a cambiare idea.

“Davvero, preferisco stare qui ancora un po’.”

Ma Mello aveva scosso la testa, continuando a ripetere che gli avrebbe restituito il quaderno. Come sempre gli aveva letto dentro il cuore. E così quel giorno si sarebbero separati. Un mese prima Light aveva atteso con ansia quel giorno. Ora avrebbe voluto che non fosse mai arrivato.

Si trovava nella stanza di Mello. Light era seduto sul letto, mentre i ragazzo stava armeggiando col Death Note,

“Ho quasi finito… fatto.” disse, stringendo nelle mani un foglio e porgendogli il quaderno.

“Terrai quel foglio per…”

“Per non dimenticare. Non voglio dimenticare.” Gridò Mello e, prima che Light potesse fare qualcosa, lo abbracciò.

“Ehi, non è successo niente. E anche se tu mi dimenticherai, io ti ricorderò sempre.”

Mello alzò gli occhi. “Davvero? È una promessa?”

“Promessa!”. rise Light.

“Quando sarai tornato nel tuo mondo voglio che tu mi uccida!” chiese all’improvviso Mello. Light lo guardò inorridito.

“Stai scherzando, vero?”

“No. Mi sono espresso male. Quando sarà arrivata la mia ora, voglio che tu ponga fine alla mia vita. Stringo con te questo patto, così sono certo che non mi dimenticherai.”.

Pronunciando quelle ultime parole, Mello si accucciò sul pavimento. Dio, come somigliava a suo padre. Per un attimo Light ricordò il giorno della sua morte. Sentì tutte la voci di quel fatidico giorno. “Ho vinto!” “Light hai perso” “Io sono un dio” “ Kira è un pazzo” “Posso ancora vincere” “E’ la fine, Light.” E tutto era diventato nero. “Light, tutto bene?”. Gli chiese Mello con voce preoccupata. Light annuì. Mello sorrise.

“Allora addio. Rinuncio a questo Deah Note. È stato bello incontrarti.” sussurrò Mello, mentre Light volava via nella notte stellata.

Appena Light se ne fu andato, Mello si sedette sul pavimento, gli occhi che bruciavano. Dalla cucina sua madre lo chiamò per la cena. Il ragazzo cercò di ricomporre la voce, poi scese. A tavola suo padre gli lanciò un’occhiata d’intesa.

“Se n’è andato?” sussurrò.

Mello annuì, stringendo convulsamente la pagina strappata del Death Note. Near gli scompigliò i capelli. Mello continuò a fissare la tovaglia e ad un tratto la vista gli si annebbiò. Stava piangendo. Grosse lacrime scivolavano lungo le guancie. Stava piangendo la perdita di un amico.

“A marzo devo andare a Tokyo, vuoi venire?”

“Certo.” Singhiozzò Mello.

TOKYO

Light Yagami

28-2-1986 28-1-2010

Mello fissò la tomba di Light. Era una tomba semplice, senza nessuna iscrizione. Sopra c’era adagiata una rosa ormai appassita. Mello si inginocchiò. Sinceramente, non sapeva cosa fare. Pregare, forse? Lasciare i fiori e andarsene. In fondo aveva perso un amico. Era una bella giornata primaverile e i ciliegi erano in fiore. Mello mormorò una preghiera, poi posò il mazzo di fiori sulla lapide.

“Ricordati di me!” mormorò.

   
 
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