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Autore: Elenie87    14/09/2015    7 recensioni
A seguito della scomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome non è più riuscita a riattraversare il pozzo. Inuyasha e la ragazza vivranno le loro vite separate e moriranno nelle rispettive epoche. E se il destino avesse ancora un'ultima carta da giocare? Se il loro amore fosse soppravvisuto al tempo? Le loro anime si reincarneranno nel futuro, e con loro ci saranno anche Sango e Miroku. Riusciranno Inuyasha e Kagome ad incontrarsi? Riusciranno a ricordarsi del loro passato? Tutto dipenderà da un unico elemento: l'amore. Ed un pizzico di mistero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera!^^ Tutto bene? Io no, mi devo ancora riprendere dai commenti ricevuti per il precedente capitolo çç Ma quanto siete stati fantastici?! GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Sono così contenta che vi piaccia........ almeno sino a questo capitolo. Perchè già immagino che questo piacerà molto meno essendo un classico capitolo di transizione. E' stato parecchio difficile scriverlo, lo ammetto. E' pieno di salti temporali che racchiuderanno la vita di Sango e Miroku nel periodo dopo il risveglio. E' stato un po' un casotto renderlo decente. Spero davvero non vi annoi, ma ahime immagino possa capitare :)
Spero quindi di non deludervi, ed ovviamente siate liberi di scrivermi cosa ne pensate nel bene e nel male. Buona lettura :) Manu



 CAPITOLO 9 - IL RISVEGLIO


Miroku aprì gli occhi avvertendo il corpo intorpidito dal sonno.
Aveva passato una meravigliosa notte romantica con la sua Sango. La serata al parco era stata stupenda, resa ancor di più speciale da ciò che era seguito una volta arrivati a casa sua.
Lei era ancora abbracciata a lui, profondamente addormentata tra le sue braccia, con la testa appoggiata al suo petto ed i lunghi capelli sparsi sulle lenzuola.
Era bellissima. E la amava da sempre. La aspettava da quando era nato in quell’epoca, pur non sapendolo.
Chiuse gli occhi ricordando la sua vita sino ai suoi diciannove anni, sino al giorno in cui la sua esistenza venne stravolta.
 
*** Inizio Flashback***
Passeggiava per le strade di Tokyo, i marciapiedi quel giorno di fine settembre erano pieni di gente. Stava tornando a casa, le lezioni scolastiche erano da poco terminate. Odiava lo studio, seppur fosse molto intelligente ed a scuola aveva voti ottimi, ma stare sui libri proprio non faceva per lui. Trovava positivo, però, che in quell’ambiente riusciva a rimorchiare un sacco di belle ragazze, subito pronte ad uscire con lui, e nella maggior parte delle volte a concedergli ben più di una semplice uscita. Infondo, sapeva di essere un bel ragazzo e di piacere. Non per niente quella sera aveva giusto appuntamento con una studentessa che frequentava un'altra classe del suo stesso liceo.
Era perso nei suoi pensieri quando tra la folla scorse una ragazza. Rimase paralizzato da quella visione. Era stupenda, la fanciulla più bella che avesse mai visto. Doveva avere qualche anno di meno. Fu incantato da quei lunghi capelli neri come la notte, gli occhi color caffè incorniciati da ciglia nere, un viso divino ed un corpo da favola.
Si intontì a guardarla mentre uno strano groppo alla gola lo pervase.
La ragazza stava mangiando un gelato e passeggiava con un lieve sorriso sulle labbra che la rendeva luminosa come il sole.
Lei si accorse di lui ed i loro sguardi si incontrarono. Fu un attimo, un'improvvisa fitta alla testa lo fece vacillare e si accasciò a terra in preda ad un dolore mai provato, mentre una strana luce rosea iniziò a brillare sul suo petto. Dopo qualche secondo lo colse l’oblio.
Non seppe dire quanto tempo rimase svenuto, ma quando riaprì gli occhi vide lei, sdraiata vicino a lui, anch’ella priva di coscienza.
Erano circondati da persone che cercavano di aiutarli e gli chiedevano cosa fosse successo.
Ma lui non sapeva dare risposta, né riusciva ad aprire bocca. A mala pena poteva regolarizzare il respiro affannato.
Si avvicinò alla ragazza incredulo. Le sfiorò il viso con una mano e pronunciò il suo nome. Si, conosceva il suo nome.
-Sango…-
Il cuore batteva all’inverosimile mentre tutto riaffiorava nella sua mente lentamente.
Loro due, Kagome e Inuyasha, Shippo, il villaggio, la sfera, Naraku, il vortice. I suoi figli, la loro vita insieme, ed infine la vecchiaia che gli aveva separati.
Mio Dio! La sua anima si era reincarnata a distanza di seicento anni ed ora era tornata alla sua coscienza la sua intera vita precedente.
Ma come era possibile una cosa del genere?
Vide Sango aprire lentamente gli occhi, tenendosi la testa con una mano.
Poi lei alzò lo sguardo e capì che doveva aver subito la stessa fatalità. Lo capì dei suoi occhi che aveva amato per tanto tempo.
La vide fissarlo incredula, mentre mormorava il suo nome e allungava una mano per sfiorargli le labbra. Le lacrime presero a rigarle le gote ed in quel momento non potè fare altro che trascinarla tra le sue braccia mentre Sango scoppiava in un pianto disperato.
 
Miroku aveva condotto Sango a casa sua ed erano chiusi nella sua stanza.
La ragazza era ancora scossa, le lacrime continuavano a cadere sulle sue gote incessanti.
-Miroku, ma cosa è successo? Non capisco nulla... -
-Lo so, sono anche io decisamente sotto shock. Dunque cerchiamo di fare chiarezza. Credo che, indubbiamente, le nostre anime si siano rincarnate in quest'epoca. Non ne avevamo memoria sino ad oggi che ci siamo incontrati, quindi presumo che questo sia stato l'elemento scatenante. Ed inoltre abbiamo lo stesso aspetto che avevamo nella nostra vita precedente-
Sango annuì, asciugandosi gli occhi rossi dal pianto.
-Si, ma le nostre vite per fortuna sono state differenti. Abbiamo altre famiglie e non siamo perseguitati da demoni o maledizioni- disse piano la ragazza.
Mentre era persa nei suoi pensieri Sango sentì una mano accarezzarla piano. Purtroppo non il viso, o i capelli. Ma il sedere.
-Idiota!- urlò, piazzandogli una pugno in faccia. -Direi che anche il tuo carattere non è cambiato per niente!-
Miroku si massaggiò la guancia colpita e sorrise.
-Nemmeno il tuo, tesoro. Ed anche i tuoi riflessi sono ancora perfetti- rispose con ilarità, poi tornò serio. -Ci sono decisamente però troppe domande di cui non abbiamo risposte. Perchè è successo tutto questo? Com'è possibile? E gli altri dove sono? Anche loro si saranno reincarnati? Io non ho mai incontrato nè Inuyasha, nè Kagome nè nessun altro in questa vita. E tu, Sango?-
-Nemmeno io- disse avvilita -Cosa facciamo ora?-
Miroku sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-Non abbiamo scelta che vivere le nostre vite ed aspettare. Se tutto questo è voluto dal destino, quando sarà il momento di una svolta o di capirci qualcosa, avremo le risposte che aspettiamo. Sino ad allora.... attenderemo pazienti. I piani dei Kami a noi sono sconosciuti-
Sango si alzò abbracciandolo di slancio.
-Non avrei... mai immaginato di poter avere ancora la possibilità.... di amarti di nuovo, Miroku- mormorò mentre le lacrime tornavano a solcarle il viso.
Lui gliele asciugò dolcemente con il pollice.
-Nemmeno io. Non so cosa stia succedendo, Sango. Ma non avrei potuto avere una fortuna più grande-
Avvicinò le labbra alle sue e la baciò. Quanto le era mancata.
 
Arrivò Gennaio.
Era l'ennesimo giorno di scuola che stava iniziando. Si recò al suo banco, tirò fuori il libro di matematica e spinse leggermente indietro la sedia, dondolandosi annoiato come il solito.
Entrò il professore.
-Buongiorno ragazzi- disse sorridente. Tutti gli alunni risposero rispettosi.
"Che palle, non ho proprio voglia di fare matematica di prima mattina", borbottò tra sè e sè.
Poi il professore riprese a parlare.
-Ragazzi, ho una notizia per voi. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe. Si è da poco trasferito in questo quartiere. Mi raccomando, siate accoglienti con lui. Coraggio, ragazzo, vieni-
Il giovane entrò nella classe e subito si levò un coro di sussurri femminili.
-Oh Dio, Yuka, guarda che figo!-
-Si, si, lo vedo! Sarà fidanzato?-
-Santo cielo, io gli chiedo di uscire subito!-
Miroku alzò lo sguardo per vedere cosa c'era da starnazzare tanto e sussultò talmente forte che perse l'equilibrio e cadde all’ indietro portandosi dietro anche la sedia con un tonfo, facendo ridere tutta la classe, compreso il nuovo arrivato… ma ovviamente non il professore che lo sbattè fuori dall’aula per punizione.
Rimase fuori dalla classe tutta l'ora. Fissava il vuoto come un idiota, ma non riusciva a credere a quanto fosse appena successo. Non era un allucinazione, non era matto. Quel nuovo ragazzo era Lui.
La campanella suonò e potè così rientrare in aula. Andò a sedersi al suo posto rigido come il marmo.
Doveva decidere come agire, dove andare da lui e trovare un modo per parlargli.
-Ehi, non ho mai ricevuto un così bel benvenuto. Tutto ok, amico?-
Quella voce che conosceva come le sue tasche lo fece sobbalzare e si trovò a fissare due profondi occhi neri.
Rimase in silenzio ad attendere. Il ragazzo non ebbe nessuna reazione. Niente. Nisba.
-Ehi, stai bene? Non è che cadendo hai battuto la testa?- chiese ancora il nuovo arrivato.
Miroku scosse il capo.
-No, no scusa. Piacere, io sono Miroku- disse porgendogli una mano.
Il ragazzo sorrise afferrandola con decisione.
-Inuyasha-
Era lampante, l'amico non aveva avuto alcun risveglio della sua anima e non serbava alcun ricordo della loro vita precedente.
Questo lo lasciò ancor più basito dalla situazione.
Sango aveva accolto la notizia dell’incontro con il loro compagno di avventure con immensa felicità.
 Felicità che svanì poco dopo, pensando che invece di Kagome purtroppo non vi era nessuna traccia.
 
Passarono altri tre mesi. Inuyasha e Miroku erano diventati amici inseparabili; il ragazzo con il codino notò che per quanto l'amico fosse umano ed avesse avuto anche lui una vita profondamente diversa aveva mantenuto perfettamente il suo carattere a tratti arrogante, ma infondo era anche più docile e, cosa davvero divertente a vedersi, era molto più sicuro di sé nel rapporto con il gentil sesso.
Era sabato, stava facendo gli ultimi esercizi di inglese, quando sentì suonare il campanello.
Andò ad aprire e si trovò di fronte Sango con il fiatone e con delle enormi lacrime che le rigavano le gote.
-Sango! Cos'hai? Perchè piangi?- chiese allarmato prendendola tra le braccia.
Cercava di calmarla ma lei l’unica cosa che faceva era pronunciare il nome di Kagome.
Fu solo quando riuscì a smettere di singhiozzare che la ragazza riuscì a spiegarsi.
-Kagome.... l'ho vista!- urlò.
-Cosa?! Davvero? Dove?- chiese mentre il cuore iniziò a scoppiare di felicità.
-Alla gelateria di Akito. Lavora li- disse mentre un sorriso spuntava dalle sue labbra.
Iniziò a ridere ed abbracciò Sango stringendola forte. Forse tutto stava iniziando ad andare a posto.
-Forza, andiamo da lei!- disse prendendola per mano ed incamminandosi verso la gelateria.
Quando giunsero all'ingresso la osservarono da lontano. Era proprio come allora. Il sorriso gentile, i lunghi capelli neri, la dolcezza che traspariva in ogni gesto.
-Sei pronta?- chiese Miroku alla ragazza.
Sango annuì prendendo un respiro profondo. Entrarono ed andarono di fronte a Kagome.
Finì di servire un cliente, poi la giovane alzò lo sguardo su di loro e sorrise.
-Buongiorno. Ditemi pure, cosa desiderate?-
Niente. Nessuna reazione. Il buio avvolse i loro cuori nuovamente, come successo precedentemente con Inuyasha, rendendosi conto che anche lei nel vederli non aveva provato la minima emozione e non vi era stato alcun risveglio.
Superata la delusione iniziale, provarono ad allacciare bottone con lei e da li nacque la loro amicizia che diventò ben più importante per le due ragazze, e come nell’epoca Sengoku divennero inseparabili.
 
Arrivò presto giugno. I tre ragazzi erano seduti ad un tavolo della gelateria di Kagome.
Stavano parlando del più e del meno, raccontando delle loro famiglie.
-Uhm, si, se proprio devo dirla tutta nella mia famiglia c'è un fatto molto insolito. Vedete, pare che io sia la fotocopia della mia prozia. Lei si chiamava proprio come me, a parte il cognome che ho preso da mio padre. Kagome Higurashi-
A Miroku andò completamente di traverso il thè freddo ed iniziò a tossire.
-Kagome-chan... e dimmi, la... la tua prozia è morta, immagino- chiese Sango visibilmente pallida.
Kagome annuì.
-Si, morì quando mia madre aveva solo otto anni. Pare non si sia mai sposata e non abbia avuto figli. Mia mamma mi disse che passò la sua intera vita ad amare un uomo e che per vari motivi non riuscirono mai a stare insieme. Non ne so molto, a dir la verità. Sota, suo fratello e mio nonno, mi dice sempre che sono identica a lei, ed effettivamente vedendo qualche foto è vero. Siamo proprio uguali-
-E.. e dimmi Kagome, sbaglio o la tua famiglia quindi possiede un tempio...- disse Miroku.
La ragazza annuì.
-Si, quello di famiglia. Il tempio Higurashi. L'ha preso in carico mio nonno Sota sin da giovane-
Sango e Miroku si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Dovevano recarsi li, forse avrebbero trovato qualche indizio su quanto gli stava accadendo.
 
Il tempio Higurashi non era molto lontano da dove loro avevano sempre vissuto, anzi tutt'altro. Ma per qualche strano motivo non l'avevano mai notato nè sentito nominare.
"Anche questa sarà opera dei Kami?", si chiese Miroku salendo i gradini.
-Guarda- indicò Sango portando una mano alla bocca per lo stupore.
D'innanzi a loro si ergeva il Goshinboku.
-Santo cielo...- bisbigliò la ragazza, sfiorando con una mano la corteccia dell'albero. -Qui è dove venne sigillato Inuyasha-
Quanto tempo era passato. Quanta nostalgia.
-Oh, Dio! Miroku- urlò stridula la ragazza, allontanandosi di qualche passo dietro l'albero mentre si sedeva lentamente a terra. Lunghe lacrime solcarono le sue gote.
Anche il ragazzo rimase a bocca aperta, mentre si inginocchiava.
Dinnanzi a loro vi era la tomba della loro amica. Kagome.
-E' stata seppellita qui. Voleva restare vicino a lui in qualche modo. Ne sono sicura- mormorò Sango tra le lacrime.
Miroku annuì commosso. Quanta sofferenza avevano passato quei due. Sarebbero mai riusciti ad essere felici insieme?
-Ehi, Sango, vieni- disse lui attirando l'attenzione della giovane. Dovevano assolutamente trovare qualcosa, qualsiasi cosa per uscire da quella situazione assurda.
Si trovarono di fronte una piccola struttura, con un cartello sopra la porta: "Vietato l'accesso."
-Cosa ci sarà dentro?- chiese lei.
-Scopriamolo-
Aprirono le porte e rimasero di sasso.
-Oh Kami-sama- disse Miroku.
Il pozzo. Il famoso pozzo che aveva fatto mille volte da tramite tra i loro mondi. Il pozzo che decine di volte Kagome aveva attraversato per venire nella loro epoca.
-E' tutto... così reale... così....perchè Miroku solo noi ricordiamo? Perchè?- disse Sango in preda allo sconforto.
-Non lo so- ammise.
-Ehi, voi! Cosa state facendo?!-
La voce di un vecchio alle loro spalle li fece sobbalzare. Si voltarono e si trovano di fronte quello che probabilmente doveva essere il nonno di Kagome.
Miroku fece un inchino in segno di rispetto.
-Ci scusi l'intrusione. Siamo degli amici di Kagome. Siamo venuti qui per parlare con Sota-sama. Siete voi?-
Il nonno si fece improvvisamente attento ed annuì.
-Si. Perchè mi cercavate?-
-Ecco, stiamo facendo una ricerca, ma in biblioteca non riusciamo a trovare molto. Ma in un luogo antico e sacro come questo credo voi possiate aiutarci. Stiamo cercando notizie in merito a casi di reincarnazioni-
Lo videro sgranare gli occhi, mentre un sorrisetto furtivo iniziò ad increspargli le labbra.
-Venite- disse semplicemente, entrando nel piccolo chiosco che proteggeva il pozzo dalle intemperie.
Aprì un piccolo armadio di legno e dopo una breve ricerca diede loro due vecchi libri di circa trecento pagine ciascuno.
-Se c'è qualcosa, lo troverete qui- disse porgendoglieli.
-Vi ringraziamo molto- Sango fece un inchino in segno di gratitudine.
Sota li osservò.
-Quali sono i vostri nomi?-
-Io sono Sango e lui è Miroku- disse la giovane.
Sota rimase impassibile per qualche secondo, poi nuovamente un ghigno corrugò le sue labbra.
Si voltò e si incamminò verso l'uscita.
-Quando avete finito rimettete i libri a posto e chiudete la porta quando ve ne andate-
Sango e Miroku si guardarono, scrollarono le spalle e si misero al lavoro.
Dopo due ore di ricerche, sembrava non uscirne un ragno dal buco.
-Al diavolo! Non c'è scritto nemmeno una virgola!- sbottò la ragazza chiudendo il libro con un colpo secco.
-Calma Sango. Sii paziente. Ehi, aspetta, guarda qua- disse improvvisamente Miroku indicando una pagina antica che raffigurava quattro misteriosi individui in cerchio che si tenevano per mano, poi iniziò a leggere -I casi di reincarnazione si verificano solo per merito di una concessione dei Kami e solo per due motivi possibili: la persona ha assolto un’ importante missione di cui gli Dei possono dirsi grati donandogli una seconda vita, oppure, in altro caso il prescelto deve possedere un animo puro, al punto che se dovesse essere ben voluto dai Kami questo sarebbe premiato con la possibilità di rivivere nuovamente un’esistenza terrena.....E qui c'è anche una raccomandazione: chiunque viene in contatto con una persona e ne riconosce la reincarnazione non deve mai spingerla a ricordare o interferire in alcun modo nel risveglio dell’anima. Una simile negligenza può portare lo spirito precedente ad allontanarsi dal corpo, invece che a raggiungere il risveglio-
-Cosa? O cavolo! Proprio ora che avevamo deciso di far incontrare Inuyasha e Kagome- affermò Sango portandosi le mani alla testa.
Miroku chiuse il libro con un sospiro.
-A quanto pare invece, dobbiamo stare a guardare-
-Ma allora, secondo te perchè ci siamo reincarnati?-
Il ragazzo scosse la testa.
-Non lo so. Forse i Kami ci sono grati per aver ucciso un demone come Naraku, che aveva ormai portato scompiglio nel mondo ed alzato il numero di demoni e di malvagità che impregnava la terra. Davvero, non saprei. Credo che finchè tutto non si sarò compiuto non avremo ulteriori risposte, Sango-
A quel punto, riposero i libri come richiesto da Sota e lasciarono il tempio.
Dopo quel giorno fu chiaro quindi che non potevano intervenire in alcun modo e decisero di lasciare ai Kami la scelta di far incontrare Inuyasha e Kagome per paura di perdere la possibilità di riavere i loro amici assieme ai loro ricordi. Rimasero ad osservarli, a malincuore, svolgere le loro vite separatamente.
 
Passarono cinque lunghi anni.
Quei due erano così vicini, eppure sempre così lontani. Kagome la migliore amica di Sango, Inuyasha il migliore amico di Miroku. E per un tempo che parve infinito rimasero due sconosciuti l’uno per l’altro.
Miroku e Sango erano allibiti nello scoprire che i due ragazzi facevano le stesse strade, frequentavano a volte gli stessi posti, Inuyasha andava persino a prendere il gelato nelle stagioni calde nella gelateria proprio dove lavorava Kagome ma senza mai incontrarla. Se vi erano delle occasioni comuni, per incredibili motivi o mancava l'uno o era assente l'altro.
Sino al giorno in cui Miroku mandò Inuyasha a cercare un regalo per il compleanno dell’amica al tempio Higurashi. Fu li la svolta, il loro incontro.
La chiamata di Sango cambiò tutto e quasi il cuore schizzò loro fuori dal petto per la felicità; la lunga attesa frustrante forse stava giungendo al termine. La fiamma della speranza si riaccese ma senza mai perdere la lucidità e ricordando l'ammonizione scritta nei libri sacri.
*** Fine Flashback***
 
Miroku alzò il braccio appoggiato al suo petto e fissò la sua mano destra. Sospirò. Erano così lontani quei tempi.
“Che pensiero idiota, altro che lontani…. Sono passati secoli…”
-Lo sai che anche se la fissi intensamente il vortice non si riaprirà, vero?-
La voce di Sango gli giunse sussurrata nell’orecchio.
-Ben svegliata, bell’addormentata-
-A cosa pensavi?- gli chiese dandogli un tenero bacio sulla spalla.
-A Inuyasha e Kagome. Al nostro passato insieme. A quanto quei due ci abbiano messo per incontrarsi. E per quanto mi scervelli non riesco a comprendere perché non abbiano riacquistato la memoria persino rivedendosi. Insomma, era chiaro che si amavano e persino ora stanno iniziando a provare qualcosa l’uno per l’altro, è lampante. Sono la fotocopia dei loro stessi del passato, sempre impacciati, sempre a voler nascondere quello che provano l’uno per l’altro. Quindi perché non gli tornano alla mente i ricordi?-
Sango sospirò.
-Forse dipende proprio dal rapporto che avevano quando si sono separati, dal momento in cui il pozzo ha smesso di funzionare- mormorò la ragazza con occhi tristi.
Miroku schizzò seduto sul letto colto da un’improvvisa lampadina.
-Cos’hai detto Sango?!- urlò.
Lei lo guardò stranita.
-Che.. che ti prende? Ho solo detto che probabilmente dipende da quello che provavano quando Kagome è tornata per sempre nella sua epoca-
Mille risposte iniziarono a comparire nella mente del ragazzo che dapprima sorrise, poi iniziò a ridere in maniera convulsa tanto che Sango lo guardava come fosse impazzito.
-Ma si può sapere che ho detto di tanto divertente?-
Miroku tentò di frenare il riso e abbracciò stretta la fidanzata.
-Tu niente, tesoro. Ma quei due… oh, quei due non smetteranno mai di stupirmi-
 



 
  
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