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Autore: kogarashi    09/02/2009    2 recensioni
Ash diventa Campione...ma qualcuno trama alle sue spalle cercando di minare la felicità e la gloria che per tanto tempo ha cercato...qualcuno che vuole vendicarsi di torti passati subiti...(attenzione: possibili alzamenti di rating)
Genere: Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire

 

Cap. 18

 

 

La ferita di Mondo era stata medicata con estrema cura e Misty si alzò soddisfatta guardando il lavoro ultimato e sfoggiando un dolce sorriso.

 

“Finito!”

 

Il ragazzo si tastò il labbro ancora gonfio e soffocò un gemito.

 

“Ehi! Non toccarti! Altrimenti tutta la fatica che ho fatto sarà stata inutile” lo rimproverò la ragazza.

 

Mondo annuì e il suo sguardo corse ai due ragazzi in piedi dietro di lei. Gary lo guardava con odio, un sentimento che in quel momento poteva comprendere benissimo, in fondo, aveva distrutto la sua vita, insieme a quella di tutti gli altri. Ma la persona che gli fece abbassare nuovamente lo sguardo fu Ash, il quale rimaneva immobile a fissare la schiena di Misty, quasi sperasse che lei se ne accorgesse e si voltasse per guardarlo.

 

E dirgli che andava tutto bene.

 

Perché più di tutto il resto, era di questo che aveva bisogno. Sapere che sarebbe andato tutto per il meglio, e che lei sarebbe restata accanto a lui.

 

Fino alla fine.

 

Improvvisamente delle voci giunsero dal corridoio e i quattro ragazzi rimasero immobili, sperando con tutti loro stessi di non venir scoperti.

 

“Che diavolo, è impossibile che si siano nascosti qui.” Disse una voce, molto probabilmente una delle guardie incaricata di stanarli e portarli da madama Boss e Giovanni.

 

“Dobbiamo liberare gli altri…e ritrovare mia madre” disse Ash in un sibilo, volgendo lo sguardo verso la porta, quasi avesse paura che potessero sentirlo anche con quella tonalità.

 

I tre annuirono e si guardarono l’un l’altro. Quando le voci si allontanarono si avvicinarono piano alla porta e dopo aver controllato che fosse tutto a posto corsero nella direzione opposta a quella delle voci, percorrendo a velocità sostenuta il lungo corridoio.

 

“Mondo, dove pensi che si trovino Vera e gli altri?” chiese Ash senza voltarsi e continuando a correre.

 

“Negli scantinati, di solito i prigionieri li portano laggiù” rispose il ragazzo.

 

“Anche io e Drew eravamo stati portati li…sembrano delle cantine adibite a prigione” disse la ragazza dai capelli rossi, mentre un brivido la percosse al ricordo di ciò che aveva subito in quel luogo.

 

“Perché eravate stati portati li?” chiese Gary, ancora all’oscuro di tutto, ma la domanda rimase senza risposta.

 

Si fermarono dietro ad un muro, controllando che, dove il corridoio prendeva un’altra direzione, voltando verso destra, non ci fossero guardie, o comunque nessuno che potesse rivelarsi un nemico.

 

“Sembra tutto tranquillo” disse Mondo davanti a tutti, come se volesse fare da scudo, cosa che irritò molto Ash e Gary, che si sentirono in qualche modo protetti come se non fossero in grado di ragionare a mente lucida.

 

Cosa che in parte era vera.

 

Erano ancora troppo accecati dalla rabbia e dal dolore per adattarsi alla situazione, che pian piano gli stava irrimediabilmente sfuggendo di male. E in quel momento, in quella situazione, dovevano mantenere il sangue freddo. O non avrebbero perso uno stupido incontro.

 

Ma qualcosa di molto più importante.

 

Vivere o Morire

 

“E se qualcuno facesse da palo? O da esca…forse gli altri potrebbero tranquillamente andare…”

 

“Non se ne parla” sibilò Ash, fissando i suoi occhi in quelli di Misty, la quale, decise di punto in bianco di restare in silenzio.

 

Voleva solo aiutarli. Si rendeva però conto, al tempo stesso, di aver procurato ad Ash un dolore pari solo a quello che doveva aver provato Delia da giovane.

 

Rinunciare

 

Sospirò. Non era quello il momento per pensieri incoerenti come quello. Dovevano uscire da li. E al più presto…

 

 

*

 

 

“Mi scusi? Ehi dico a lei!” Dawn sventolava energicamente le braccia per attirare l’attenzione della guardia che se ne stava seduta davanti a loro, al di la delle sbarre e che, a prima vista, sembrava sul punto di addormentarsi.

 

“Che vuoi ragazzina?” chiese con astio la guardia, guardandola ma senza muovere un muscolo.

 

“Dovrei andare in bagno”

 

“Trattienila” rispose di rimando l’uomo, tornando ad appisolarsi.

 

“Ma non posso!” disse Dawn contrariata abbassando poi il tono “Me la sto facendo addosso…per favore”

 

La guardia alzò gli occhi al cielo, alzandosi e prendendo il grosso mazzo di chiavi dalla cintura, cercando con lentezza esagerata quella della prigione dove si trovavano loro, mentre Dawn saltellava impaziente ripetendo a denti stretti “Presto, presto…o la faccio qui!”

 

“Si si, ho capito, un attimo per la miseria” rispose l’uomo, trovando finalmente la chiave e inserendola nella serratura. Pochi attimi dopo un leggero clank e la porta si aprì.

 

“La ringrazio…” disse Dawn sorridendo, mentre l’uomo annoiato faceva un passo verso le scale, per scortare in bagno la ragazzina.

 

Appena la guardia le diede le spalle Dawn nel silenzio più totale estrasse una pokeball facendone uscire il piccolo Pachirisu, un pokemon elettrico simile ad uno scoiattolo bianco e azzurro.

 

“Ma che diav…”

 

 Prima che l’uomo potesse anche solo provare a difendersi il pokemon elettrico aveva colpito, lasciandolo a terra tramortito.

 

“Sei grande Dawn!”

 

“Grazie lo so” rispose lei inorgogliendosi e aprendo la porta dov’erano rinchiusi gli altri, che era stata richiusa dall’uomo subito dopo l’uscita di Dawn da essa.

 

“E ora al piano superiore a cercare gli altri!” disse Vera e si misero a correre sulle scale, diretti al piano terra, dove, ancora non lo sapevano li stavano raggiungendo Ash e gli altri.

 

 

*

 

 

“Bene, via libera” disse Mondo e i ragazzi iniziarono a scendere la porta che portava in cantina, ma neanche a metà strada rischiarono di farsi scoprire a causa del forte spavento provocato dal vedere di fronte a loro i loro amici.

 

“Pensavamo foste delle guardie!” li rimproverò Gary.

 

“Lo stesso vale per noi…Vera stava per cacciare un urlo pazzesco” disse Drew scoccando una frecciatina alla ragazza.


”Ehi!” disse lei contrariata.

 

“State tutti bene?” chiese Ash.

 

“Si, Dawn è stata fenomenale, ha atterrato una guardia in un attimo” disse Vera elogiandola.

 

“Oh dai, non esagerare…è stato facile eheh”

 

Tutti risero, e per quelli che sembrarono minuti sembro che l’ansia e la paura che li attanagliava fosse scemata, facendoli tornare sereni e tranquilli. Ma fu solo un attimo.

 

“Vi ricordo che non siete qui in villeggiatura. Abbiamo ancora una persona da portare via…ed è anche la più difficile da salvare” disse Mondo e tutti annuirono.

 

Era tempo di agire.

 

“Stiamo arrivando mamma”

 

 

*

 

 

“Spero che Ash e i suoi amici stiano bene…” disse Delia guardando fuori dalla finestra. Ormai il sole iniziava a calare e la notte portava con se ombre del passato difficili da cancellare.

 

“Di che ti preoccupi? A tuo figlio non verrà torto un capello” disse madama Boss passeggiando avanti e indietro per la stanza, sorridendo malignamente e tenendo in braccio un Glameow, ultima conquista da parte di Butch e Cassidy.

 

“Non è solo di Ash che mi preoccupo, ma anche dei suoi compagni!” rispose la donna a tono, mentre madama Boss sbuffava qualcosa di vagamente somigliante ad una risata di scerno.

 

“Compagni? L’avere dei compagni è un qualcosa che non ho mai capito. Le persone si sfruttano, esattamente come i pokemon. Non bisogna farsi assalire da sentimenti come l’affetto o la compassione. Solo le persone deboli e stolte li provano, e guarda caso, vengono sempre soggiogate e distrutte da ciò che provano verso gli altri”

 

Delia strinse i pugni a quelle parole. Sapeva che quella donna si sbagliava, eppure, un tempo, anche lei aveva creduto a quelle parole. Indurendo il cuore fino a farsi male.

 

“Gli amici di Ash sono la sua forza!”

 

Madama Boss si fermò e la guardò con i suoi occhi glaciali ridotti a due fessure taglienti.

 

“Vorrà dire che ne sarà privato”

 

La frase giunse a Delia con fuoco vivo, si sentì ardere.

 

“Non può! Sono il suo tesoro più prezioso! Come lo è per me mio figlio! Lo distruggerà!”

 

Nessuna riposta. L’anziana donna si limitò a sorridere, in un modo che le fece ancora più paura della frase che aveva appena detto.

 

“Ash…”

 

 

*

 

 

“Che hai Ash?” chiese Gary vedendo l’amico rabbrividire improvvisamente.

 

Si erano nascosti in una stanza spoglia e fredda, impolverata e sudicia, probabilmente, in disuso da anni, come l’ala del palazzo dov’erano stati poche ore prima.

 

“No nulla…ho solo una brutta sensazione” rispose il moro, sfregandosi le braccia per scaldarsi e contemporaneamente scacciare quella strana inquietudine.

 

“Mondo, sai dove tengono Delia?” chiese d’un tratto Vera, e il ragazzo si distolse dai suoi pensieri.

 

“No…”

 

“A che pensi?” gli chiese Misty curiosa avvicinandosi al ragazzo.

 

“A diverse cose…insomma…è stato fin troppo facile arrivare fin qui…ritrovare i vostri compagni…mi chiedo se non sia tutto in trucco per attirarci in trappola”

 

“L’unico modo è affrontarli” disse Drew risoluto.

 

“Scherzi? Hai idea di quanti sono? Non avresti neppure il tempo materiale per estrarre la pokeball dalla tasca o dalla cintura che ti sarebbero gia addosso!” disse Mondo.

 

“Si ma allora che facciamo?” chiese Vera pensierosa.

 

“Io…in fondo è me che vogliono no? Facciamola finita e basta. Se mi consegnerò a loro voi sarete liberi. La mia cattura in cambio della vostra libertà” disse Ash lasciando tutti a bocca aperta.

 

“Non se ne parla”

 

“Tu sei completamente idiota”

 

“Taci e pensa prima di parlare”

 

“Sempre col tuo stupido eroismo”

 

Non riuscì a dire altro, perché tutti gli diedero contro. Eppure sapeva che in fondo, quella era la scelta più giusta da fare. Amava troppo i suoi amici per metterli in pericolo…ed aveva aspettato anche troppo per agire e difenderli.

 

Doveva far qualcosa.

 

Anche se questo lo avrebbe inevitabilmente portato a scontrarsi con i suoi migliori amici. 

 

“Ci deve essere un’altra soluzione…” disse Misty.

 

Rimasero tutti in silenzio, nessuno sapeva cosa dire o come comportarsi. Era difficile scegliere, decidere a mente fredda cosa fare…

 

Ash si abbassò la visiera del berretto sugli occhi e la ragazza dai capelli rossi lo fissò. Non era mai un bel segno quando lo faceva, e lei lo sapeva bene.

 

“Non farlo…”

 

Quando alzò lo sguardo, gli occhi di Ash erano diversi dal solito, sembravano vibrare di una luce intensa, un fuoco che ingoiava qualsiasi cosa.

 

Determinazione

 

“Dovete uscire il più velocemente da qui. Non dovete voltarvi. Sono stato chiaro?” disse risoluto.

 

“Ma…e tu?” gli chiese Dawn.

 

Sorrise.

 

“Sarò dietro di voi tranquilla”

 

Annuì, eppure, nonostante fosse considerata una ragazzina superficiale e con la testa fra le nuvole non riuscì a trattenere un senso di angoscia vedendo quel sorriso. Gli voleva bene, era come il fratello che non aveva mai avuto.

 

“Si, ma tua madre?” disse Vera.

 

“A quello ci penseremo io e Gary. Sei pronto?”

 

Il ragazzo dai capelli castani annuì, non capendo ancora dove l’amico volesse arrivare.

 

“Io e te troveremo il luogo dov’è prigioniera mia madre…e la porteremo in salvo…ho un asso nella manica…vedrai, non potranno che acconsentire”

 

“Spero tu abbia ragione” si limitò a rispondere il ragazzo.

 

E così facendo si prepararono a scattare verso il corridoio gremito di guardie, forse, in parte, aveva capito che li, da qualche parte, in qualche stanza c’era sua madre, e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportarla da lui.

 

Qualsiasi

 

“Ok, sono pronto Ash” disse Gary guardandolo.

 

“Bene…ah…un momento, ho dimenticato di fare una cosa”

 

Si voltò verso il restante gruppo che lo guardarono e si avvicinò a Misty.

 

“Andrà tutto bene”

 

“Lo so…” ripose lei sorridendogli.

 

L’abbracciò. Non aveva intenzione di farlo, non seriamente almeno, però sapeva che in parte, o forse non poi così in parte come invece pensava, lei era la sua ancora di salvezza. Qualcosa a cui aggrapparsi quando si sentiva perso. Perché lei non era nient’altro che lei.

 

Misty.

 

Nient’altro.

 

E questo bastava, perché non c’era nessuno aggettivo, nessun appellativo che potesse racchiudere la sua essenza, la sua intera, lucente esistenza. Se non il suo nome.

 

Solo questo.

 

Quando la lasciò andare corse via insieme a Gary. E non poterono fare altro che aspettare, attendere che Ash e Gary tornassero…

 

Perché sarebbero tornati.

 

 

*

 

 

“Che sta succedendo la fuori?” sbraitò madama Boss facendo cadere il pokemon dalle braccia e calpestandolo per andare alla porta ed aprirla.

 

“Ci scusi signora ma…vede, suo nipote…” disse una guardia lanciato un cenno verso il ragazzo nel corridoio.

 

“Oh Ash! Mio caro, vieni pure insieme al tuo…” assunse un’aria di disgusto vedendo Gary di fianco a lui “…amichetto”

 

Fece accomodare i due ragazzi nella stanza e Delia, alla vista del figlio gli corse incontro abbracciandolo.

 

“Ash…cosa sei venuto a fare qui?” gli chiese una volta che lo ebbe lasciato andare.

 

“Sono qui per negoziare” disse volgendosi verso madama Boss, la quale inarcò un sopracciglio.

 

“Non se ne parla!” disse Delia prendendo un braccio del figlio per farlo voltare verso di lei.

 

“No, lascialo parlare, può rivelarsi interessante” disse l’anziana donna, prendendo una sedia e accomodandosi.

 

“Dimmi pure caro, sono tutta orecchie”

 

“Voglio che liberi immediatamente mia madre”

 

Gli occhi della donna si chiusero in due fessure e il tono che assunse fu tutt’altro che stucchevole come prima.

 

“Bada a come parli. Sono IO che comando qui” sorrise dolcemente “…chiaro? E ora avanti, dimmi pure cosa mi darai in cambio”

 

Strinse i pugni. Doveva resistere, non farsi prendere dalla rabbia, o sarebbe andato tutto in fumo.

 

“Avrai ciò che vuoi, ma non adesso. Quando sarò diventato il migliore allenatore tornerò qui…e…” deglutì “…prenderò in mano tutto”

 

La donna rise compiaciuta.

 

“Davvero mi credi così stolta tesorino?”

 

“Non ti sto mentendo! Mantengo sempre le mie promesse!” rispose in un modo che sorprese lo stesso Gary. Era difficile vedere la determinazione di Ash in qualcosa che non comprendeva l’universo pokemon. Però, forse, anche l’essere il Team Racket lo avrebbe legato alla sua passione più grande, anche se in forme e modi differenti.

 

Madama Boss lo fissò per alcuni interminabili istanti, dopodichè sospirò e sorrise.

 

“E sia, siete liberi di andare dove vi pare e piaccia”

 

A quelle parole Ash non riuscì a trattenere un sospiro di gioia, rendendosi conto solo in quel momento di stare trattenendo il respiro. Troppo preso a non abbassare lo sguardo.

 

Debolezza

 

Si avvicinò alla porta e mentre Gary scortava Delia verso l’uscita si voltò verso la donna.

 

“Grazie…”

 

“Non c’è di che”

 

Dopodichè i tre uscirono dalla porta, richiudendola alle loro spalle.

 

“Non c’è di che…mio caro…” sussurrò malevolmente la donna.

 

 

 

*

 

 

Corsero il più velocemente possibile riuscendo ad uscire dal palazzo dopo aver recuperato il resto del gruppo. Era strano il fatto che nonostante si fossero messi così in luce, nessuna guardia aveva provato ad inseguirli all’esterno dell’edificio. Non era normale.

 

“Siamo salvi?” chiese Vera respirando affannosamente, cercando invano di riprendere fiato.

 

“Sembrerebbe di si” gli rispose Misty.

 

Tirarono tutti un sospiro di sollievo, la brutta avventura, se così si poteva definire, era terminata, erano al sicuro, non sapevano perché, ma il fatto che li avevano lasciati liberi con così tanta facilità era una liberazione.

 

O un tranello.

 

“Mi sembra troppo strano che ci abbiano lasciati fuggire senza quasi neanche inseguirci…c’è qualcosa che non torna” disse Drew arcigno.

 

“Forse, madama Boss ha detto alle guardie di lasciarci stare” ipotizzò Gary.

 

Ma le supposizioni di Drew si rivelarono esatte.

 

“Dov’è Ash?” chiese allarmata Delia guardandosi intorno.

 

“Non lo so, era dietro di me fino ad un minuto fa” rispose Gary voltandosi e scoprendo che invece di Ash, come si sarebbe aspettato di trovare, non c’era nessuno. La strada dietro di lui era completamente deserta.

 

“Non è possibile” disse Misty diventando ancora più bianca del suo normale colorito.

 

Ora tutto tornava, le guardie che li avevano lasciati passare nella più totale indifferenza, la loro fuga fin troppo facile. Non c’era un perché, loro avevano ottenuto la libertà…in cambio di qualcosa di molto, molto più importante.

 

“Ash è ancora la dentro” strillò la ragazza dai capelli rossi saettando davanti a Gary, decisa più che mai a tornare dentro e portarlo via.

 

“Dove stai andando? Ti ha dato di volta il cervello?” disse Gary riuscendo a prenderla per un braccio e ad attirarla a se giusto una frazione di secondo prima che riuscisse a correre via.

 

“Dobbiamo tornare li dentro! Dobbiamo andare da Ash!” gridò Misty, in preda ad una crisi isterica. Ora capiva, capiva il perché di quell’amaro sorriso e di quell’abbraccio.

 

“Andrà tutto bene…”

 

“Calmati!” disse Delia dando un sonoro ceffone alla ragazza dai capelli rossi che rimase immobile fissandola.

 

Nonostante fosse anch’essa preoccupata per il figlio, doveva mantenere la calma, o sarebbe andato tutto in fumo.

 

“Non gli faranno del male…tengono troppo a lui…e alla sua vita” disse la donna.

 

Guardò verso l’enorme palazzo che si stagliava nella notte di fronte a lei…e sperò, pregò che quell’inquietudine se ne andasse, che la brutta sensazione che la stava attanagliando, insinuandosi fin dentro le sue ossa fosse solo una sensazione.

 

Perché Ash era davvero importante per lei.

 

La sua unica ragione di vita.

 

 

CONTINUA…

 

  
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