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Autore: sara_twd    22/09/2015    2 recensioni
“Non urlare! Sono certa che sono di là e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito!”
“Sto bene, non preoccuparti.”
“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”
“Ehi, guardami!”
Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo ,anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione.
“Non glielo permetterò.”
Puntata 4x13- Beth non è scappata con la macchina in seguito all'attacco della mandria di erranti, ma cosa sarà successo? Scopritelo se anche voi shippavate immensamente la coppia Bethyl.
Spero che la mia prima fan-fiction possa piacervi e spero proseguiate nella lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4- Something good

Il sole brillava alto nel cielo segnalando che probabilmente erano le prime ore del pomeriggio e i suoi raggi riscaldavano, creando un lieve tempore, la pelle di Beth, che seduta di fianco a Daryl, poggiava la testa contro il sedile dell’auto con gli occhi chiusi e godendosi il sole.
Stavano viaggiando sempre sulla statale, fortunatamente deserta e la tacchetta del carburante segnalava che finalmente i due avevano avuto un po’ di fortuna: erano riusciti a fare un pieno.
L’uomo era determinato a raggiungere una dimora prima di sera e premeva forte sull’acceleratore per raggiungere la cittadina ormai vicina.
Senza muoversi di un centimetro la ragazza ruppe il silenzio:

“Quando inizi a insegnarmi come usare la mia balestra?”

“Presto.” taglio corto lui

Beth aveva aperto gli occhi e lo osservava mentre lui guidava impassibile:

“Intendi dire quando il mio piede sarà a posto?”

“Mh-Mh”

“Ok, anche se vorrei iniziare subito dovrò prendermi ancora alcuni giorni di riposo dato che mi fa ancora un po’ male…tu come hai imparato?”

“A non cadere nelle trappole?” aveva detto lui accenando un sorriso e guardandola di sfuggita per un secondo.

“Piantala! Sai anche tu che è stato un incidente! Comunque no, intendevo a cacciare, a seguire le tracce, a usare la balestra: lo sapevi già fare prima di tutto questo?”

“No, almeno, non tutto: io e Merle andavamo nei boschi per cacciare qualche volta ma usavamo dei fucili. Sono sempre stato bravo a seguire le tracce e ovviamente sono migliorato quando un amico di mio padre mi ha insegnato alcuni trucchi”

“E la balestra,quindi, hai imparato ad usarla durante l’apocalisse?”

“Si, non avevamo trovato nulla in armeria tranne che quella stupida balestra, ma dovevo pur difendermi da quei bastardi e così ho imparato, le prime settimane avevo le braccia distrutte. Ma poi non sono riuscito più a separarmene”

Beth si sentiva sempre più sbalordita: insomma, lui era sempre in grado di risolvere ogni suo problema, di badare a se stesso, di badare agli altri, ed era anche riuscito ad imparare da solo come usare una balestra e sicuramente non era cosa da tutti. Lo ammirava molto.
Ma improvvisamente il motore si spense.

“Merda!” aveva gridato l’arciere, mentre cercava di riavviare la macchina girando freneticamente la chiave anche se essa sembrava perseverare nel rimanere spenta. Aprì dunque la portiera e disse nervosamente:

“Vado a controllare il motore, stai su!”

Beth voleva protestare e andare con lui ma non aveva voglia di urlare ancora e non voleva far innervosire Daryl ulteriormente, così aspetto in macchina spinta anche dal fatto che stranamente era rimasto gentile con lei fino a quel momento.
L’uomo aprì il cofano, tirò fuori una sigaretta e la accese cercando di capire quale fosse il problema e mente controllava che nessun serbatoio avesse delle perdite l’unica cosa a cui riusciva a cui riusciva a pensare era Beth.

–Piantala!- disse fra sé e sé– spera solo che Hershel non sappia che stai pensando a sua figlia, se no ti ucciderà durante la notte! Perché continui a pensarci?Eh? Porca puttana! Sei un pervertito ecco cosa sei! Dovrei stargli lontano, deve vivere la sua vita, senza di me: non sono degno di una persona così pura…l’unica cosa che farò sarà distruggerla..e questo non lo voglio, è così difficile accettarlo… ma devo farlo. -
Mentre lei aspettava all’interno dell’auto stava esaminando l’interno del suo zaino, facendo una sorta di inventario, ma poi si era stufata e decise di guardarsi per un attimo nello specchietto retrovisore così magari da riuscire a rifarsi una coda decente ma ciò che colpì la sua attenzione non furono affatto i suoi capelli scompigliati ma una cosa orribile. Una mandria. Una mandria enorme. Era comparsa dal nulla ma il problema è che si dirigeva verso di loro. E Daryl era là fuori ignaro di tutto ciò.
La Beth di prima si sarebbe fatta prendere dal panico e avrebbe iniziato ad urlare: ma le cose ora erano diverse e la prima cosa da fare era avvisarlo.
Si lancio verso i sedili posteriori prese la balestra poi lo zaino e uscì dalla portiera dalla parte del guidatore visto che l’uomo si era dimenticato di chiuderla.
Finalmente fuori la ragazza si acquattò e raggiunse l’arciere intento a esaminare con le mani piene d’olio il motore.

“Torna in macch…”

“Shhh! Zitto…c’è una mandria immensa che sta arrivando verso di noi, cosa possiamo fare? Scappiamo? Proviamo ad accendere la macchina?Cosa?” disse lei il più velocemente possibile cercando di nascondere la paura e il nervosismo.

“Cazzo! Sono troppo vicini ormai, nasconditi sotto la macchina e non fiatare io arrivo subito!” aveva detto lui retraendo le mani dal motore.

Senza indugiare Beth buttò le sue cose sotto la macchina, si appiattì contro l’asfalto e scivolò sotto la vettura.
Il motore, spentosi da poco, emanava ancora calore e la ragazza iniziò a sudare sia per il caldo sia perché era in ansia.
Se Daryl avesse tentato di compiere l’ennesimo atto eroico mettendo a rischio solo la sua  vita non lo avrebbe mai perdonato.
Ma questo non accadde: pochi secondi dopo c’era anche lui al suo fianco.
Stava per ringraziarlo visto che non l’aveva lasciata sola ma lui la interruppe portandosi insistentemente il dito indice alle labbra facendogli segno di non parlare.
I ringhi si facevano più forti, i passi lenti più vicini, finché Beth, ormai immobilizzata dalla paura intravide un piede informe, con la pelle ormai in decomposizione di uno degli erranti passare a pochi centimetri dalla macchina.
Cacciò così la testa verso il braccio muscoloso del compagno premendogli contro con il viso, portando tutto il corpo verso di lui e cercando la sua mano: la trovò e per un attimo temette che lui l’avrebbe respinta ma invece gliela strinse forte portando anche lui la testa più vicino ai suoi capelli.
Rimasero così per circa un quarto d’ora con il cuore palpitante, la paura di essere scoperti, il timore di non riuscire a farcela ma poi i versi si allontanarono sempre più lasciando posto a un silenzio imbarazzante.
I due non si erano mossi di un centimetro l’uno dall’altra.
Ma poi senza dire niente, Daryl ,agile come un gatto, si allontanò dalla ragazza e uscì dal loro nascondiglio.
Beth stava per gridargli contro dicendogli di tornare al riparo ma poi sentì l’uomo dirgli in tono rassicurante:

“Beth esci, se ne sono andati, siamo al sicuro ora”

“OK!” disse lei a sua volta uscendo.

Daryl gli tese una mano, lei l’accettò e si tirò su.

“Bel lavoro, ragazzina!”

“Bel lavoro, Dixon!” disse lei indicando la macchina

Entrambi scoppiarono in una risata fragorosa, poi l’uomo disse:

“Dobbiamo continuare per la foresta, così da aggirare la mandria, pensi di farcela?”

“Certamente!”

“Forza allora!”

Camminarono per 2 ore intere senza fermarsi, il tragitto era abbastanza regolare non c’erano salite vertiginose: i grandi alberi secolari, erano un ottimo  riparo per nascondersi dagli erranti anche se per Beth camminare  a lungo su un terreno sterrato era estremamente difficile e infatti la caviglia dopo tutti gli sforzi le pulsava in modo terribile, il dolore era fortissimo e fu costretta a fermarsi e sedersi.
Daryl che si accorse di tutto ciò si fermò e si avvicinò alla ragazza

“Dammi 5 minuti, poi ripartiamo”

“Ti fa ancora male?”

Lei annuì appoggiando la testa contro le sue ginocchia.

Erano arrivati in una specie di radura: davanti a loro si trovava un laghetto, intorno ad esso l’erba era verde accesa, c’erano anche dei bei cespugli qua e là, e dall’altra parte si trovava un’impalcatura di ferro, una torre di osservazione per cacciare. Ma ciò che attrasse l’attenzione dei due non fu nessuna di queste cose: a pochi metri c’era un piccolo bungalow in legno.

“Dimmi che lo vedi anche tu e che non sto diventando pazza!” disse lei indicandolo.

“Si lo vedo anche io, forza andiamo, ti aiuto io!”

L’uomo prese lo zaino della ragazza e se lo issò sulle spalle poi quando Beth fu di nuovo in piedi la cinse in vita così da aiutarla a camminare.

Fecero il percorso arrancando poiché la ragazza era stremata ma riuscirono ad arrivare all’ingresso.

Beth esclamò poi euforica: “Finalmente!C’è l’abbiamo fatta!”.

 

 

 

Ciao a tutti! Ecco a voi il IV capitolo! Spero vi sia piaciuto! Purtroppo questa settimana sarò impegnata e non riuscirò a scrivere niente, spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile! Come al solito vi invito a lasciare un commento! Un bacione :-*

   
 
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