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Autore: piccolo_uragano_    23/09/2015    3 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“Dunque, iniziamo.” La voce di Cornelius Caramell era fredda, distante. Martha distolse lo sguardo dal Ministro solo per guardarsi intorno. Si trovavano in una piccola stanza, grigia, fredda, e illuminata da alcune vecchie lampade. Sirius se ne stava seduto al centro, con la testa alta, la camicia buona e milioni di pensieri che Martha riusciva a leggere perfettamente nei suoi occhi. “Lei risponde al nome di Sirius Orion Black?”
“Sì.”
“Signor Black, lei nega di aver rivelato al Signore Oscuro il nascondiglio dei Potter?”
“Io sarei morto piuttosto che tradire James e Lily.” Rispose Sirius con voce ferma.
“E qualcuno può confermare questa sua affermazione?”
Nello stesso istante, Martha, Remus e Silente, che stavano seduti dietro Sirius, si alzarono in piedi. Kingsley Shacklebolt, seduto accanto a Martha, non si mosse, ma gonfiò il petto di rabbia. I tre si guardarono, e Silente si schiarì la voce.
“Credo che chiunque abbia anche solo incrociato James e Sirius durante i loro anni ad Hogwarts non sia riuscito a dimenticarseli. Erano come fratelli, senza contare che, come di certo ricorderai, il signor Black fu adottato dai Potter prima di sposarsi ed ereditare una casa. Non siamo qui per discutere dei legami affettivi di Sirius Black, comunque.”
“Anche perché, se non ricordo male, Albus, anche il signor Minus usava girare con Black e Potter.” Replicò saccente il Ministro.
“Mi perdoni, Cornelius” replicò prontamente Martha “ma nella lettera di James è scritto nero su bianco che l’unica persona che fosse in grado di rivelare a Lord Voldemort” e la maggior parte delle persone rabbrividirono “dove fossero nascosti James, Lily ed Harry fosse appunto il signor Minus.”
“Perdoni me, signora Black, se le faccio notare che il signor Minus risulta essere morto, ucciso da suo marito.”
“E lei, Cornelius, ha mai visto il corpo del suddetto Peter Minus? Eseguendo l’incanto Reversus sulla bacchetta di mio marito, ha per caso trovato traccia di qualche incantesimo che avrebbe potuto uccidere Minus?”
“No.” replicò Caramell a testa alta. “Ma …”
“Glielo dico io. L’ultimo incantesimo eseguito da mio marito Sirius il giorno trentuno ottobre millenovecentoottantuno fu un semplicissimo Gratta e Netta, eseguito davanti ai miei occhi dopo che nostro figlio Robert aveva ricevuto la sua quotidiana merenda. Mi chiedo, dunque, perché siamo qui oggi.”
“Perché, mia cara Martha, se suo marito non ha eseguito nessun incanto in grado di uccidere Minus, dove è ora quel mago?”
“Spero che sia in qualche angolo dell’Australia a farsi mangiare il fegato dalla sua coscienza sporca, visto che ha ucciso i miei più cari amici, privato me e i miei figli di avere accanto il signor Black per dieci anni e costretto il piccolo Harry Potter a crescere in un sottoscala.”
“Martha, calmati.” Sussurrò Kingsley.
“Non dirmi di calmarmi.” Replicò lei.
“Se mi consente, Ministro” intervenne Remus “vorrei far notare che, in mancanza di un cadavere o di prove certe, il tale Peter Minus non può essere dichiarato morto.”
Caramell si trovò davanti all’evidenza dei fatti, non riuscendo a fare niente. Tornò ad osservare Sirius. “Lei è un uomo fortunato, signor Black.” Poi si rivolse alle persone sedute dietro di lui. Fece per dire qualcosa, ma fu bloccato da Kingsley, che si alzò in piedi, schiarendosi la voce.
“Mi sembra anche doveroso ricordare, Ministro, che dieci anni fa il signor Black fu spedito ad Azkaban senza ricevere un processo o avere la possibilità di dare spiegazioni e salutare sua moglie e suo figlio.”
Caramell, disarmato, si sforzò di assumere un tono autoritario. “Quanti a favore dell’assoluzione da tutte le accuse?”
La maggior parte delle persone (escluse due streghe in fondo a sinistra) alzarono le mani. Martha sentì il cuore nel petto e Kingsley, rivolgendole uno sguardo d’incoraggiamento, le posò una mano sulla spalla. Caramell, con malavoglia, sentenziò: “Assolto da tutte le accuse!”
La felicità generale di quell’istante, per i due Malandrini e Martha fu indescrivibile. Sirius era ufficialmente libero, James ci aveva visto giusto.
Sirius era libero. Martha corse verso di lui, e lo strinse forte a sé prima ancora che lui riuscisse ad alzarsi dalla sedia. Lui ricambiò l’abbraccio, sollevando Martha leggermente da terra, ma era inutile: a lei già sembrava di volare.
Anche Remus lo abbracciò, per la prima volta da quando era stato scarcerato: era il loro modo per dirsi che si volevano bene.
Silente strinse la mano sia a lui che a Martha, e, battendo una mano sulla spalla di Remus, si dileguò. Kingsley porse la mano a Sirius, rivolgendogli un sorriso cordiale. “Sono orgoglioso del risultato ottenuto, Sirius. Io e Martha abbiamo lavorato molto per arrivare fino a qui.” Sirius rivolse uno sguardo carico di domande a sua moglie, accanto a lui, e poi rispose al sorriso di Kingsley.
“Te ne sono davvero grato.” Disse, con aria del tutto formale.
“Beh, stammi bene. Sei un uomo fortunato.” Concluse, lanciando un’occhiata verso Martha, che stava fingendo di raccogliere i complimenti di una strega bionda che aveva assistito al processo. Prima che Sirius potesse rispondere, Kingsley stava già procedendo verso la signora Black, mentre Sirius li osservava, incrociando le braccia sul petto, e Remus lo affiancava.
Kingsley rivolse qualche parola a Martha, che sorrise e si portò una mano sul petto, con aria più che felice. Poi, l’uomo allargò le braccia, chiedendo un abbraccio e lei, rivolgendogli un sorriso complice, accolse la richiesta.
“Tu sapevi che lavorassero insieme?” sussurrò Sirius.
“Mai sentito nemmeno nominare.” Rispose Remus.
Nell’istante in cui i due sciolsero l’abbraccio, lui le stampò un bacio sulla guancia, che, secondo Sirius, durò qualche secondo di troppo.
Felpato partì in quarta, con i pugni serrati, verso sua moglie, con gli occhi colmi di ghiaccio. Le afferrò un gomito e rivolse a Kingsley un sorriso, non amichevole come il precedente. “Scusa, Shacklebolt, ma io e mia moglie abbiamo molto da dirci.”
Remus, dietro di lui, sorrise a mo’ di scuse, mentre Sirius trascinava Martha, che lo fulminava con gli occhi. Quando furono usciti dal Ministero della Magia, dopo aver ignorato domande e congratulazioni, trovarono una spumeggiante strega dai capelli biondi. “Oh!” esclamò questa. “Signor Black! Che piacere vederla, finalmente è un uomo libero!” intanto, accanto a lei, una penna prendeva nota da sola. “Sono Rita Skeeter e sto scrivendo un articolo su di lei. Posso farle qualche domanda?”
“No.” rispose secca Martha. “Scusi, cara, ma io e mio marito dobbiamo discutere di perché diamine mi ha trascinata via come fossi stata condannata io.” Ringhiò, liberandosi della presa di lui e guardandolo negli occhi. “Che diamine ti è saltato in mente, si può sapere?!”
“Non mi hai detto che in dieci anni avevi avuto un altro uomo, Redfort.” Ringhiò lui, in risposta, mentre la strega bionda sorrideva entusiasta.
“CHE COSA HAI DETTO?!” strillò Martha. “In questi dieci anni ho cresciuto i tuoi figli, seppellito tua madre e cercato di non mandare a puttane la mia vita, Sirius Black. Come puoi anche solo pensare che io abbia avuto il tempo per un amante?”
“Non pensavo infatti che avessi avuto qualcun altro, non lo pensavo fino a quando non ti ho vista con-“
Remus, afferrando il braccio di Sirius e quello di Martha, ci mise mezzo secondo per Smaterializzarsi poco lontano dalla Stramberga Strillante.
“Scusa, Padfoot. Ma stavi per fare nomi compromettenti davanti alla donna più indiscreta d’Inghilterra.” Disse, per rispondere allo sguardo interrogativo dell’amico. “Ora puoi continuare.”
Sirius, visibilmente scocciato, tornò a guardare Martha, ma si rivolse a lei con tono più calmo. “Non avevo motivo di pensare che avessi avuto un altro, prima di vederti in compagnia di Kingsley Shacklebolt.” Sputò il nome dell’uomo come se contenesse delle malattie.
Martha spalancò gli occhi. “Che cosa hai appena detto?!”
“Hai sentito bene.” Negli occhi grigi di Sirius, scintillavano gelosia, irruenza e irrazionalità Martha si portò le mani sulla testa, mentre Remus faceva loro segno di procedere verso il passaggio per Hogwarts.
“Tu, razza di bastardo arrogante! Come ti permetti di dirmi una cosa del genere? Kingsley mi ha aiutata a liberarti, dovresti baciare la terra su cui cammina, non insinuare che sia stato il mio amante!”
Remus, per niente infastidito dalle urla di Martha, aprì la porta della casa fantasma.
“Ho visto come ti guardava, Martha!  E mi ha detto che sono un uomo fortunato!”
Martha si voltò di scatto. “E non hai pensato che fosse perché sei stato appena assolto da tutte le accuse?”
Sirius, per un secondo, parve ritrovarsi disarmato. “Eh, certo! In mancanza di prove contro di me, sono stato assolto!”
Martha scosse la testa, salendo le scale della Stramberga. “Va bene, Sirius. Hai capito solo quello che vuoi capire, come sempre!” si bloccò di colpo. Era esattamente lì quando aveva salvato Piton dallo scherzo più idiota della storia, era lì che aveva visto Felpato per la prima volta, era lì che Padfoot aveva attaccato Moony per permettere a lei, Piton e James di scappare, era lì che James l’aveva afferrata per il braccio, l’aveva fatta cadere e lei si era graffiata.
Si voltò verso Sirius, certa che anche lui stesse ricordando quel momento.
“Ricordati solo di tutto quello che ho fatto per te, prima di accusarmi gratuitamente.”
E si voltò di scatto, senza dargli l’opportunità di ribattere o di notare che, anche se quello doveva essere uno dei giorni più belli della sua vita, aveva le lacrime agli occhi. E non erano lacrime di gioia.

“Ovviamente, Sirius può riprendere la sua carica di Auror. Moody era più che sicuro che saresti stato assolto, e ha chiesto di averti di nuovo tra i suoi uomini.”
Sirius annuì. “Grazie.”
“Per quanto riguarda l’affido di Harry, come vi ho già spiegato, per via della protezione applicata da Lily sul ragazzo, dovrà stare da Petunia un paio di settimane per estate.”
Martha e Sirius annuirono. “Va bene, va bene.”
La tensione era palpabile, e Silente non ci mise più di due secondi per accorgersene. “Benissimo. Ho fatto dire a Robert e a Harry che siete qui, nel caso volessero vedervi, e qualcosa mi dice che sono già qui fuori. Vi lascio andare a casa, mi sembra abbiate molto di cui discutere.”
Sirius si alzò di scatto, mentre Martha si alzò con cautela e freddezza. Salutò Silente e lo ringraziò, per poi procedere verso l’uscita senza nemmeno guardare Sirius in faccia. Quando scese le scale, trovò Robert, Fred, George, Harry ed Hermione ad aspettarli, più sorridenti che mai.
“Mamma?” chiese Robert con aria perplessa.
Prima che lei potesse rispondere, Sirius comparve dietro di lei.
La differenza fondamentale tra loro due era che solo Sirius sapeva mentire. Martha era un libro aperto. Non fu per niente difficile, per i ragazzi, notare che era furiosa, offesa e incupita.  Sirius riusciva a nascondere la rabbia e i mille dubbi dietro ad un sorriso che convinse tutti, tutti tranne Robert.
Abbracciò Harry, Ron e Hermione, strinse la mano ai gemelli, e Robert se lo ritrovò davanti con gli occhi di chi sta mentendo ma il sorriso di chi sta benissimo.
Era suo padre, aveva la sua stessa faccia, e nessuno lo avrebbe capito meglio di lui.
Tuttavia, erano in mezzo ad altre persone e quello era un momento importante. Fu perfettamente in grado di mentire, sebbene Martha non glielo avesse mai insegnato.
“Sono contento per te, papà.”
Sirius capì che Robert aveva nascosto qualcosa, e, dicendo a Harry che Remus era da Hagrid, trovò un modo per rimanere da solo con lui. Martha, con la fronte aggrottata, disse che avrebbe raggiunto anche lei Remus.
Robert, levandosi dalla faccia quel finto sorriso, fece cenno a suo padre di seguirlo, in una stanza che non avrebbe mai dovuto conoscere.
La stanza dello Specchio delle Brame.

“Come conosci questo Specchio, Robert?” domandò Sirius, dandolo le spalle allo Specchio stesso.
“Non lo so.” Rispose il ragazzo guardandolo con aria di sfida. “Tu come lo consci?”
Sirius lo scrutò un po’, prima di rispondere. “James si rifugiava sempre qui dentro.”
Robert alzò il maglione, mostrando che, incastrata nel pantaloni e poggiata sulla camicia, c’era una pergamena che qualsiasi Malandrino avrebbe riconosciuto tra mille. “Harry ci passa le ore. Un giorno ho saltato il pranzo per vedere cosa ci fosse qui dentro di tanto importante.”
“E lui lo sa?”
“No, mi chiederebbe come facevo a sapere dove fosse.”
“Tu … tu cosa ci vedi?”
Robert si appoggiò con una spalla a una colonna. “Ha importanza?”
“Può essere.”
Robert annuì lentamente, passandosi la lingua sulle labbra. “Hai litigato con la mamma?”
Sirius accennò un sorriso. Non aveva mai avuto a che fare con nulla del genere, eppure non aveva idea di come muoversi. Se gli avesse detto troppo, Martha lo avrebbe rimproverato di non rispettare la loro privacy, o altre cose talmente contorte che solo Martha poteva dire. Non poteva nemmeno negare, però, perché lui lo aveva già capito. Se gli avesse detto che la cosa non lo riguardava, lui sicuramente si sarebbe arrabbiato, e gli avrebbe urlato contro di trattarlo come un bambino. Se lo ricordava, com’era avere quattordici anni. Come sentirsi il mondo in tasca.
“Sì.” Rispose, semplicemente.
“Hai intenzione di dirmi perché?”
“Credo che tua madre mi abbia mentito su una questione molto importante, Robert.” Replicò lui secco.
“Che riguarda noi quattro o voi due?”
“Noi due.” Ammise con aria colpevole. “Ma tu e tua sorella siete una parte fondamentale del nostro ‘noi due’, pulce.”
Robert sorrise. “C’è una ragazza incinta, di Corvonero, all’ultimo anno. Le ho raccontato la vostra storia con me.”
“E lei che ha detto?”
“Mi ha ringraziato, nessuno l’aveva mai fatta sentire capita.”
Sirius sorrise, e Robert prese di nuovo la parola.
“La mamma ha passato dieci anni a ripetere che ti amava. Non dubitare mai di questo.”

Sirius si svegliò, il mattino dopo, all’alba. Crux gli si era appena appisolata sulla pancia.
La sera prima erano andati a festeggiare l’esito del processo a casa Weasley, sebbene loro non fossero esattamente in vena di festeggiare. Era nel loro DNA discutere per ogni singola cosa, ma non arrivare a mancarsi di fiducia. Sirius sapeva di averla fatta grossa, ma la sua impulsività aveva avuto la meglio.
Così, dagli Weasley, Martha era uscita a parlare con Rose, lasciando lui solo con Molly e Marie, che gli vomitavano addosso parole su quanto fossero contente che fosse andato tutto bene, che i giornali il giorno dopo non avrebbero parlato di altro, e un sacco di altre cose che Sirius non aveva ascoltato. Poco prima di cena era arrivato Remus, il quale era perfettamente al corrente della situazione tra Sirius e Martha, ma con i suoi soliti modi gentili era in grado di nasconderlo. Prima che si sedessero a tavola, Arthur e Tonks tornarono a casa a bordo della macchina volante, e anche Arthur iniziò a vomitare parole su quanto al Ministero non si fosse parlato d’altro che del processo, mentre Tonks, da vera Tassorosso, aveva notato che Martha non ci fosse e che Sirius fissasse il vuoto. Prima che potesse domandare qualcosa, Remus le fece segno di bloccarsi, indicando Ginny e Kayla che giocavano beatamente in salotto.
Quando le sorelle rientrarono, il silenzio si fece pesante, mentre Kayla e Ginny osservano quello strano gruppo, chiedendosi quanti di loro fossero effettivamente pazzi.
Tornati a casa,Sirius aveva rimboccato le coperte a Kayla, mentre Martha era in doccia, e quando era uscita, in pigiama e con i capelli ancora umidi, aveva baciato sulla fronte la bambina quasi addormentata. Era andata in camera, trovandovi Sirius. Senza dire una parola, aveva aperto l’armadio e aveva scelto i vestiti per l’indomani, come faceva ogni sera,  e poi li aveva posati sulla poltrona. Sirius l’aveva guardata compiere quei gesti meccanici, chiedendosi se l’avesse fatto ogni sera per dieci anni o se fosse un semplice e patetico tentativo di routine.
Lei si era sentita il suo sguardo nella schiena per tutto il tempo, e quando si era girata, aveva trovato un mare di dispiacere negli occhi di suo marito, ma fin troppa convinzione in ciò che aveva affermato solo poche ore prima. Aveva mantenuto un’espressione dura, mentre lui cercava di trovare un modo per chiarire, ma le uniche parole che gli uscirono furono: “Voglio solo sapere la verità.”
“Te l’ho detta, la verità.” Aveva risposto dopo qualche secondo di silenzio.
Lui aveva annuito con aria seria, mordendosi il labbro.
“Tu credi ancora che io ti abbia tradito, vero, Sirius Black?”
Sirius l’aveva guardata con aria seria. Era terrorizzata all’idea che lui potesse perdere la sua fiducia in lei, ma era decisa a far vincere il suo orgoglio ed il suo buon cuore.
“Sì.”
Martha si era passata la mano nei capelli con aria sfinita. “Mi sono innamorata di un ragazzo, quando avevo sedici anni. Merlino solo sa come, ma anche lui si è innamorato di me. Ci siamo sposati e abbiamo avuto due figli, promettendoci che saremmo sempre stati i ragazzi che ballavano brilli sulle note di ‘accidentally in love’, nella taverna dei Potter.” Incrociò le braccia sul petto. “Quel ragazzo avrà avuto un mare di difetti e avrà commesso milioni di sbagli, ma mai e poi mai avrebbe dubitato di me.”
“Quindi?” non trovava capo e coda a quel discorso. Allargò leggermente le braccia: perché gli aveva appena raccontato la loro storia come se non la conoscesse, come se non l’avesse vissuta?
“Quindi, quando torni in te, fammi un fischio.”
Si era allontanata a testa alta, mentre lui, rassegnato aveva afferrato il suo cuscino, pronto a passare la sua prima notte sul divano.
Aveva immaginato che sarebbe stata peggio, pensò, accarezzando Crux. Senza nemmeno preoccuparsi di Trasfigurare il vecchio divano in un materasso decente, aveva Appellato la coperta e appoggiato il cuscino al bracciolo, facendo del suo meglio per addormentarsi all’istante. Il vecchio orologio da polso di Robert Redfort, che Marie gli aveva donato con orgoglio, segnava le sette e trentadue. Il che significava che Martha avrebbe iniziato a girare per casa nel giro di tre minuti.
Si portò una mano dietro la testa, aspettando quel momento. Come previsto, Martha scese le scale alle sette e trentacinque. Gettò velocemente un’occhiata al divano, incrociando le occhiaie di Sirius. I capelli le accarezzavano le spalle, indossava un maglioncino rosso scuro e una gonna lunga e nera che sembravano esserle state cucite addosso. La sentiva trafficare con la Moka, per il caffè, in cucina, mentre il solito gufo incaricato consegnava loro il Profeta. Martha gli diede un biscotto ed un paio di zellini, mentre osservava il nome di suo marito in prima pagina.
“Oh, grandioso.” Sbraitò. Sirius la sentì sbattere il giornale sul tavolo e procedere a grandi passi verso il salotto. “Non svegliare Kayla prima delle nove, si arrabbia da morire. Nel frigo ci sono gli avanzi di ieri sera, per pranzare, io torno alle cinque. Il Profeta è sul tavolo, e fai in modo di scrivere a Robert ed Harry prima che lo leggano, per favore.”
Sirius la scrutava. Non l’aveva mai vista, negli ultimi tre mesi, uscire di casa con gli occhiali, pensò mentre la guardava infilarsi un cappotto grigio ed elegante. Quando lei si concesse di guardarlo di nuovo, capì che era un tentativo di nascondere le occhiaie ed il rossore, probabilmente dato da un pianto.
“Buona giornata.” Si limitò a dire lui.
Lei annuì e, afferrando le chiavi della macchina, uscì di casa. Lui si alzò e si diresse in cucina. Martha aveva lasciato nella Moka un caffè, e lì accanto le tre bustine di zucchero che Sirius metteva nel caffè ogni mattina.
“Grazie, amore.” Sussurrò, prendendo in mano il Profeta.

Robert spalancò la bocca. “Chi è quella vacca di Rita Skeeter?” domandò.
Hermione, seduta qualche posto più in là, accanto ad un Harry Potter shockato quanto Robert, alzò gli occhi al cielo. “Rita Skeeter è una giornalista.”
“Ma dai, Hermione?” rispose prontamente Robert. “Quello che intendevo è, come si permette di scrivere che mia madre mette le corna a mio padre con quell’idiota di Caramell?”
“È una giornalista, Robert. Il suo lavoro è, appunto, quello di inventare frottole.”
“Questa non è una semplice frottola, questa è una grandissima stronzata. È diverso!”
“Oh oh ooooh!” esclama George. “La frase finale è tosta.”
Robert strappò dalle mani del suo amico il giornale. “La frase finale è da denuncia, George.”
“Non puoi denunciarla!” strillò Hermione.
“Dire il falso è una specie di reato, Granger.”
“Non in questo mondo.” Replicò lei. Poi si avvicinò. “Non per Rita Skeeter.”
Robert, più irritato che mai, si alzò di scatto e si diresse verso la porta della Sala Grande, mentre un gufo lo raggiungeva con una busta.
La mamma ha detto di scriverti prima che tu possa leggere il Profeta, ma non credo di farcela. Giusto perché tu lo sappia, io e la mamma abbiamo  avuto la brillantissima idea di litigare davanti a questa vacca di Rita Skeeter, mentre io strillavo come una checca, convinto che lei mi fosse stata infedele. Poi ho parlato con te, e l’ho guardata negli occhi. E ho capito che è stata solo una mia paranoia inutile, e che sono un cretino. Per ora dormo sul divano, e non so quanto ci metteremo a risolvere le cose. Grazie per la chiacchierata di ieri, comunque.
Per Harry.  Piccolo Potter, leggi quanto scritto qui sopra, e non credere mai al Profeta. Altra lezione sul mondo magico.
Non raccogliete provocazioni di Mocciosus, si divertirà a dare della poco di buono alla mamma. Fidatevi solo dei vostri amici.
Vi voglio bene.
S.O.B.

Il giovane Black tornò sui suoi passi, sbattendo la pergamena sul tavolo, sotto gli occhi di Harry. “Hai visto? Te l’avevo detto che non poteva essere vero!”
Harry riprese colore e sfoderò un sorriso luminoso, mentre sul Profeta scintillava fiera l’ultima frase.
Dunque, è forse per questa relazione della signora Black con il Ministro Caramell che Sirius Black ha ottenuto l’assoluzione da tutte le accuse?

“Black!” esclamò Rose, il giorno dopo, facendo irruzione nella cucina.
Kayla e Sirius, che se ne stavano beati a fare colazione, voltarono la testa. “Sì?” domandarono entrambi.
“Perfetto, ci siete tutti e due. No, oggi devo sgridare il Black grande. Quindi, Black piccola, puoi lasciarci un momento da soli, per favore?” domandò Rose.
Kayla annuì, baciò Sirius sulla guancia e si dileguò. Quando ebbe chiuso la porta dietro di sé, Rose si posò le mani sul fianchi.
“Tu, emerita testa di cazzo!” esclamò. “Martha ha passato dieci anni cercando ogni modo per riprenderti con sé, dieci anni! Ha messo al mondo tua figlia, ha nutrito lei e Robert, ha insegnato loro la differenza tra il bene ed il male, ha portato Robert al binario nove e tre quarti, ha sopportato anche me e Remus, pensa un po’!”
“Ciao, Rosalie. È sempre bello vederti.” Replicò Sirius con aria fredda. Con un colpo di bacchetta, fece sparire le cose della colazione.
“L’ho guardata spegnersi per dieci anni in attesa che tornassi. L’ho guardata piangere, smettere di mangiare, consumare i tuoi maglioni.”
“Perché non ti siedi e non ne parliamo con calma?” propose lui.
Lei si lasciò cadere con aria furiosa sulla sedia di Martha, puntando il dito contro suo cognato. “Le ho proposto di vedere altri uomini, gliel’ho proposto più di una volta, perché credevo che un po’ di sano sesso le avrebbe fatto bene.”
Lui rimase inorridito da questa cosa.
“Sai lei cosa mi rispondeva, ogni santissima volta? Che era sposata, ed era innamorata di suo marito. Che non lo avrebbe tradito mai, per nulla al mondo.”
Sirius abbassò la testa. “Lo so.”
“E allora spiegami perché Martha è … aspetta, che vuol dire che lo sai?!” Il fatto che lui avesse interrotto il suo discorso, preparato allo specchio appositamente per farlo sentire uno schifo, la fece arrabbiare ancora di più.
“Che ho frainteso. Martha mi ama, mi ama da talmente tanto tempo che io a volte me ne dimentico un po’.”
Rose si passò nervosamente una mano nei capelli, alzando la frangetta, rivelando il volto identico a quello di Martha. “E perché diamine dormi ancora sul divano? Perché lei è convinta che tu non ti fidi più di lei? Perché non avete fatto pace scopando come conigli?”
“Vedi, Redfort? Per te, ridursi come conigli è il solo metodo per risolvere la cosa.”
“Sicuramente è il metodo più efficace.”
Sirius scosse la testa. “Tu non cambierai mai.”
“Vado benissimo così.” Rispose lei. “Ora, ti consiglio di trovare un modo meraviglioso per farti perdonare da mia sorella prima di stasera.”
“Stasera non posso.”
“Stasera puoi, invece.”
“Stasera non posso.” Ripeté lui.
“E dove devi andare, sentiamo? In un bar pieno di ventenni a cercare di capire se sei ancora affascinante?”
“Io so di essere ancora affascinante, Rosalie. E non andrò a tradire mia moglie solo perché credevo che lei l’avesse fatto con me.”
“E allora. Per Godric, dove scappi stasera?” chiese lei con aria esausta.
Lui, in tutta risposta, ululò al cielo.
Rose scoppiò a ridere. “E dove state?”
“Nella Foresta Proibita. Lui con il tempo è diventato molto più mansueto, pacato, e io riesco a tenerlo a bada.”
“Bene.” Replicò Rose. “Allora qui stasera ci sarà una fantastica serata solo femmine.”

Come Rose aveva minacciato, lei e Tonks si presentarono fuori da casa Black con parecchio alcol e le migliori intenzioni di far sorridere Martha. Ma fu Kayla a spalancare la porta, dicendo “La mamma non la smette più di piangere!”
Le due streghe si precipitarono di sopra, sentendo Martha in singhiozzi. La trovarono seduta ai piedi del letto, davanti all’armadio gigante imbrattato di vernice fresca.
 “Promettimi che non mi lascerai più. Promettimi che anche quando sarò arrabbiata e isterica e insopportabile, rimarrai a discutere con me senza prendere sul serio tutte le cose che dirò. Promettimi che mangerai tutti i piatti schifosi che preparerò, dicendomi che fanno schifo e insegnandomi a cucinare. Promettimi che anche se non sarò sempre bella o simpatica mi amerai fino alla fine, e quando avrò voglia di andare in vacanza ci andremo, promettimi che non vizieremo i nostri bambini facendoli dormire nel nostro letto e facendoli mangiare guardando la televisione e promettimi che non te ne andrai.”
A Martha era bastato leggere le prime due parole per ricordarsi che era ciò che aveva risposto quando Sirius, in una strada buia e isolata, le aveva chiesto di sposarlo. Sotto all’ultima parola, con lettere più piccole ma più marcate, la scritta Ti amo, piccola. sembrava fissare Martha.
“Lui mi ama.” Esclamò, vedendo le due entrare.
“Sì.” Rispose Tonks.
“E tornerà tutto a posto.” Aggiunse Rose.
La serata andò anche meglio di come si erano immaginate.
Si ritrovarono brille, in giardino, a guardare le stelle sedute su quel vecchio dondolo. Tonks sembrava curiosa di come mai viste come l’amore o la guerra, e mentre Rose cercava di farle capire che nella vita si sta meglio da soli, Martha predicava su quanto fosse bello amare la stessa persona per quindici anni. Tonks era meravigliata dalle sue parole, ma sembrava credere che nessuno avrebbe mai scelto di amare lei per più di qualche ora. Era quando diceva così che tornava da Rose, cercando di lasciarsi convincere che nella vita è abbastanza difficile badare a sé stessi, figuriamoci ad un marito.
Senza che se ne rendessero conto, il sole era alto nel cielo. E Sirius si era appena Smaterializzato al centro del cortile, pieno di graffi e sangue, mentre reggeva Remus, messo peggio di lui.
Martha e Tonks si alzarono di scatto, mentre Rose rimase di sasso.
“Tonks, vai di sopra.” Ordinò Martha.
“Non ci penso nemmeno!” replicò la ragazza, mentre la piccola Redfort faceva stendere i due Malandrini.
Vai di sopra, Tonks!” ringhiò. “Accio dittamo.”
“No!”
Prima che Martha potesse replicare di nuovo, Remus afferrò il braccio di Tonks, e, con voce flebile, sussurrò “No, resta.”
Fu in quel momento che Rose sembrò svegliarsi. Entrò in casa e insonorizzò la stanza di Kayla, afferrò il kit da Medimago e si Smaterializzò nuovamente in giardino. Sirius presentava poche  ferite ma profonde, mentre Remus aveva almeno il doppio dei graffi, ma nessuno di essi scendeva in profondità.
Martha strinse la mano di Sirius e Rose lo tenne fermo, poi gettò il dittamo sulla ferita che divideva la pancia in due, e il suo urlo fu la cosa peggiore. Tonks teneva la testa di Remus sopra le gambe, mentre con voce tremante puntava la bacchetta sulle ferite più semplici da curare. Martha fece un cenno a Rose, e lei annuì, passando a Remus, con la bottiglietta di dittamo. Lui non urlò, si limitò a stringere i denti e a contrarre i muscoli. Martha gettava rapide occhiate a Tonks per controllare quanto sconvolta fosse, visto che solo qualche ora prima l’aveva convinta che i due Malandrini fossero andati a prendersi una birra, ma trovò la ragazza che sussurrava a Remus “Andrà tutto bene.”

Sirius e Remus si svegliarono nel primo pomeriggio, nel letto matrimoniale, trovandosi fasciati e profumati. Martha era addormentata sulla sedia a dondolo che stava accanto al suo stesso comodino. Remus fece per chiamarla, ma Sirius le tirò dietro una bottiglia d’acqua vuota. “Redfort?” chiese. Era certo che l’avesse perdonata, era certo che sarebbe tornato tutto come prima, tra loro.
“Black!” rispose lei. “Ti sembra questo il modo di svegliare la dolce donzella che ti ha soccorso?”
“Mi chiedevo solo perché io abbia ricevuto il permesso di dormire di nuovo nel mio letto. Per di più con un uomo.”
Remus alzò le sopracciglia, sentendosi chiamato in causa, ma non sembrò trovare la forza per parlare. Si limitò a voltare la testa verso la sua amica, e lei sorrise. “Tonks è di sotto. È stata qui fino ad adesso, le ho dato il cambio un quarto d’ora fa per chiederle di cucinare qualcosa.”
Lui annuì lentamente. “E la piccola Kayla? Non voglio … che sappia … è troppo piccola.”
“La tua figlioccia è con Rose in giro per Londra, non ti preoccupare.”
“A Londra?” domandò Sirius. “E perché?”
“A tua figlia piace Halloween, Sirius.”
Remus strabuzzò gli occhi, mentre Martha si sdraiava al centro del letto.
“Oggi … oggi è il trentun ottobre?” domandò il licantropo.
“Oggi è il trentun ottobre.” Confermò Sirius.

“Pssst! Robert!”
Robert si girò di scatto. Stava camminando da solo verso la stanza dello Specchio, ed era sicuro che ad aver sussurrato il suo nome fosse stata la voce di suo padre. Estrasse la bacchetta, tenendola puntata davanti a sé.
A quel punto, Sirius uscì dal nascondiglio dietro la colonna, ridacchiando. “Sei un cagasotto.”
Robert sorrise. Ricordava che giorno fosse, e aveva scritto a suo padre quella stessa mattina, ma lui non aveva risposto. “Come hai fatto ad entrare?”
Sirius alzò un sopracciglio. “Tu hai la Mappa, ragazzo. Dovresti sapere meglio di me come ho fatto ad entrare.”
“E come mi hai trovato?”
“Io e Nick-Quasi-Senza-Testa siamo vecchi amici, sai?”
Robert sorrise e scosse la testa, ma prima che potesse dire qualcosa, Harry uscì dalla stanza dello Specchio. Il ragazzino, guardandoli, sobbalzò. “Sirius!” esclamò, e corse ad abbracciarlo. Sirius cercò di nascondere il dolore, ma il suo figlioccio posò la testa proprio sopra alle fasciature di quelle ferite fresche. “Che bello vederti qui!”
“No, Harry. Se te lo chiedono, io non sono stato qui.”
Harry annuì ripetutamente. “Certo.”
“Harry, da quanto conosci lo Specchio?” chiese Robert, cogliendo la palla al balzo.
“E tu come lo conosci?” replicò il ragazzino esterrefatto.
Robert fece spallucce. “Sono nato un po’ prima di te.”
“E io molto prima di entrambi!” replicò Felpato. “Credevate di averlo scoperto voi?”
“Credevo che non lo conoscesse nessuno.” Rispose flebilmente Harry.
“Tuo padre passava le ore lì dentro. Lui e Martha avevano il tacito accordo di trovarsi lì, quando uno dei due stava male.”
“Davvero?” domandò Robert. “Questo non lo sapevo.”
“Fu lì che tua madre disse a James di aspettare te.”
“E lui che fece?” chiese Harry, con aria sognante.
“Lui scoppiò a ridere.”
Si persero a parlare lì, per un po’, di una vita passata. Poi Harry disse che Ron ed Hermione lo stavano aspettando. Sirius lo guardò allontanarsi, e poi fece cenno a Robert di seguirlo all’interno della stanza.
A testa bassa, si avvicinò allo Specchio. Se quello era il solo modo che aveva per vedere suo fratello, era disposto a farlo. E a coinvolgere Robert. Lentamente, con il cuore in gola, alzò gli occhi. Nello specchio, James gli batteva una mano sulla spalla, sorridendo come aveva sempre fatto.
“Ciao, James.” Sussurrò, con la voce rotta dal pianto. “Mi manchi.” 


Pubblico di strafretta perchè devo uscire. 
Anche i migliori ogni tanto litigano, no?
Siccome non ho tempo, se qualcosa non è chiaro potete tirarmi contro qualcosa. 
Ho pubblicato lo spin-off sulla vita di Robert, lo trovate qui nella serie, sotto 'la neve se ne frega'. Capirete poi ...
Fatemi sapere!
Fatto il misfatto,
Claude.

 
   
 
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